Trend recente e prospettive.
Qualche verita' la dicono:
stralci di pagina 9:
"
I deboli segnali di rilancio che, tra la fine del 2010 e la prima parte del 2011, avevano
contribuito a diffondere un cauto ottimismo sul mercato immobiliare italiano,
sembrano
essersi spenti in ragione del nuovo deterioramento della situazione economica generale del
Paese.
A pesare negativamente sulle prospettive immediate, più della percezione di rischiosità del
contesto,
è la distanza venutasi a creare tra le capacità di spesa della domanda potenziale e
gli attuali valori di mercato,
oltreché il venir meno del clima di fiducia, quasi irrazionale, che
aveva accompagnato una fase espansiva inusitatamente prolungata. Nonostante il crollo di
quasi il 30% dei livelli di attività rispetto ai picchi del comparto residenziale, i prezzi
continuano ad evidenziare, a tutt’oggi, una buona capacità di tenuta. Dall’avvio della crisi la
flessione dei prezzi medi delle abitazioni, nelle principali aree urbane del Paese, è stata
dell’8,6% in termini nominali, e del 14% tenendo conto del tasso di inflazione registrato nel
periodo. Dall’analisi dei dati dell’ultimo semestre del 2011 emerge, però, un’accentuazione
del calo, seppure piuttosto disomogenea a livello territoriale."
Nonostante l’ultima flessione dei prezzi sia stata peggiorativa rispetto a quella registrata
nella prima parte dell’anno,
l’entità della variazione rimane comunque contenuta e, con ogni
probabilità,
inadeguata ad innescare nel breve periodo un rilancio dell’attività transattiva.
stralci di pagina 10:
È difficile ipotizzare quanto tempo occorra per l’approdo ad un livello di valori sostenibile da
cui il mercato possa finalmente ripartire, ma è comunque possibile individuare alcuni
elementi che possano accelerare la transizione, consentendo al fabbisogno compresso,
rappresentato prevalentemente da giovani nuclei e da domanda di sostituzione, di accedere
al mercato abitativo.
Le esigenze di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico, l’atteso incremento delle
procedure di recupero forzoso da parte delle banche a fronte di insolvenze (una volta
acclarata l’insostenibilità di perenni moratorie), nonché la progressiva attenuazione della
rigidità dei valori da parte di chi si trova a gestire giacenze di nuova produzione, sono i
principali fattori che possono favorire la chiusura dell’ingente divario tra disponibilità e
aspettative.
link al testo completo
[Modificato da kemar71 16/06/2012 14:47]
======================================
Vojo vede na righina nera discendente.