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La moneta complementare

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2014 09:02
30/07/2012 22:15
 
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Gestire il denaro circolante costa 10 miliardi di euro alla sola Italia: troppo, si moltiplicano i progetti per farne a meno...
Anticrisi, Nantes prova la moneta locale virtuale (Fonte: bancaforte.it - 20/03/2012)

Il sistema di pagamento gestito dal Crédit Municipal di Nantes ha l’obiettivo di incrementare gli scambi non monetari tra aziende per favorire l’economia territoriale
La città francese di Nantes sta per lanciare una moneta locale, battezzata Nanto, complementare all’euro. L’avvio del progetto è fissato nel 2013. Lo scrive il quotidiano francese Les Echos, precisando che l’idea è ispirata all’esperienza della banca cooperativa WIR di Basilea, che ha realizzato un sistema di pagamento cashless per 60mila piccole medie imprese.
L’obiettivo del progetto, il primo su larga scala in Europa, è incrementare l’importanza degli scambi non monetari tra aziende per aumentare le interrelazioni: i membri della “Zona Nanto” potranno limitare l’uso degli euro, riducendo i problemi relativi ai flussi di cassa e rendendo gli scambi più semplici. Il sistema sarà gestito dal Crédit Municipal di Nantes che metterà a disposizione degli imprenditori del circuito conti in Nanto, che altro non sarà che un’unità di conto interna.
“Non è un’iniziativa folkloristica – precisa il sindaco di Nantes Jean-Marc Ayrault – e non ci saranno né monete né banconote: tutto sarà regolato in una camera di compensazione. Il nostro scopo è migliorare gli scambi tra le aziende del territorio”.
Nanto risponde principalmente alle esigenze delle PMI che operano nei servizi, costruzioni e ristorazioni. Il comune ha in programma di inserire nel progetto anche le società di trasporto, i parcheggi e le attività dopo-scuola. Contrariamente all’esperienza svizzera, Nantes intende far partecipare non solo aziende, ma anche singoli professionisti e lavoratori.

La moneta complementare di Nantes


Vedi anche: Un'esperienza di moneta alternativa italiana: il SIMEC a Guardiagrele (Abruzzo) (Fonte: simec.org)
[Modificato da marco--- 30/07/2012 22:39]
30/07/2012 22:15
 
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Addio contanti? D’accordo 8 su 10 E in Lombardia presto il “lombard” (Fonte: ilvostro.it - di Massimiliano Capitanio - 20/06/2012)

Gestire il denaro circolante costa 10 miliardi di euro alla sola Italia: troppo, si moltiplicano i progetti per farne a meno. La gente è d'accordo, certifica Mannheimer, mentre il vicegovernatore Gibelli prosegue con la sperimentazione della moneta elettronica per le 820mila imprese regionali, uno strumento per agevolare il credito.

MILANO - L’Europa getta al vento 84 miliardi di euro per gestire, movimentare e distribuire denaro contante. Di questi addirittura 10 miliardi svaniscono nella sola Italia. Basterebbero questi dati per dare un senso alla seconda edizione di “No cash day”, la giornata contro il denaro contante ospitata questa mattina in Regione Lombardia, col patrocinio del ministero allo Sviluppo economico.

Una giornata arrivata a pennello nei giorni in cui il Pirellone, grazie all’impegno del vicepresidente Andrea Gibelli (Lega Nord), sta seriamente studiando, con tanto di docenti della Bocconi, l’introduzione di una moneta complementare, che con tutta probabilità, si chiamerà «Lombard». I modelli vanno dal Sardex adottato in Sardegna (ne abbiamo parlato qui) al Sicanex della Sicilia fino ai casi più noti del Nanto a Nantes (ne abbiamo già parlato qui), del Wir di Basilea o dell’Ithaca hours nello stato americano di New York. Nella Germania padrona e matrona dell’euro sono ben 23 i circuiti alternativi alla moneta di Bruxelles. L’esigenza di ridurre i costi di circolazione del contante (con tanto di presentazione di un pos tascabile da collegare a cellulari e tablet, il «Jusp») si è quindi sposata con la corsa di molti territori a una moneta complementare all’euro, che riduca costi, agevoli il credito, imponga trasparenza e, non da ultimo, dia una dimensione glocal al commercio e all’industria, favorendo l’interscambio in loco.

LOMBARD - Il vicepresidente lombardo Gibelli ha quindi plaudito allo spirito di “No cash day”, auspicando anzi che la manifestazione diventi una piattaforma permanente con l’obiettivo di arrivare ad una progressiva eliminazione del denaro contante e per introdurre una moneta elettronica per le 820mila imprese lombarde, uno strumento anticiclico e più disponibile rispetto all’euro. Pur precisando che la Lombardia è nella fase di studio, l’obiettivo per Gibelli è quello di arrivare a breve alla progettazione definitiva sul modello di Nantes. Nessuna concorrenza alle banche, ha precisato Gibelli, ma una risposta concreta agli imprenditori che, a livello globale, chiedono di poter essere liberamente finanziati.

CARTA E MONETA ADDIO - A dar man forte allo spirto “No cash” e al sogno “Lombard” del Pirellone, i dati dell’istituto Ispo di Renato Mannheimer, presente al convegno. Se il 57% del campione “web” intervistato dice di conoscere la realtà delle monete complementari (per una panoramica si veda http://www.monetacomplementare.org/), il 62% degli italiani sarebbe disposto ad utilizzarle. Ma il dato rilevante è che l’80% degli italiani vorrebbe sbarazzarsi di carta e moneta, auspicando l’utilizzo di bancomat e carte di credito anche per giornale e caffè. Con buona pace dell’evasione e della criminalità organizzata. Lo sapevate che il 42% delle rapine fatte in Europa avviene in Italia? Una cosa è certa. I costi dei circuiti elettronici devono calare. Una prima risposta arriva da due studenti 25enni, Jacopo Vannetti e Giuseppe Saponaro. Il loro «Jusp» (www.jusp.com) è un rivoluzionario pos fai da te, applicabile a smartphone e tablet. Nel futuro digitale ci sono già due nazioni: Islanda e Norvegia, già oggi, non sanno praticamente più cosa siano i contanti. Profondo Nord…
[Modificato da marco--- 30/07/2012 22:22]
31/07/2012 16:34
 
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Monete alternative, cosa sono e dove circolano (Fonte: life.wired.it - 21/05/2012)

Solidarietà, sostegno alla produzione locale e sfida alla crisi. Mentre l'Euro traballa sulle incertezze elleniche, Commissione e Banca centrale europea stanno lavorando a uno scenario di emergenza nel caso in cui la Grecia esca dalla moneta unica, fioccano le iniziative per la circolazione di valute alternative a quella corrente. O meglio, complementari.

In Italia, l'esempio più diffuso è quello dell' Arcipelago Scec (di cui abbiamo già parlato, riguardo alla sua diffusione su Roma), sistema di sconti partito a Napoli nel 2007. Il modello è semplice: agli associati viene consegnato un buono da 100 Scec da spendere all'interno del circuito. A chi ci si può rivolgere? Agli esercenti che hanno sposato il progetto e accettano di abbassare il cartellino del loro prodotto del 20-30%. Il conio alternativo serve a coprire la percentuale scontata e il resto si paga in Euro. A sua volta, chi ha intascato i buoni può utilizzarli per aggiudicarsi altri beni o servizi messi, scontati, a disposizione da altri associati ( qui la lista completa degli attori coinvolti).

" Gli iscritti sono 15mila, dei quali 2500 imprese, e lavoriamo in 12 regioni", spiega a Wired.it il presidente di Arcipelago Pierluigi Paoletti. E racconta di essere stato contattato dal Movimento 5 Stelle a Parma per " fare da consulente a titolo gratuito" al candidato sindaco Federico Pizzarotti, in corsa con Vincenzo Bernazzoli, nel caso in cui conquistasse le preferenze degli elettori emiliani. Per farsi un'idea del rapporto fra istituzioni e progetto, bisogna fare un viaggetto a Monteveglio, in provincia di Bologna, dove si " sta lavorando per integrare lo Scec nella macchina comunale e, ad esempio, ridurre il prezzo della mensa scolastica", prosegue Paoletti. L'utilizzo degli sconti sta prendendo piede anche a Roma, dove il circuito EcoRoma ha sposato la linea di Arcipelago. Si sono accodati anche i precedenti esperimenti di Tau (Toscana), Thyrus (Terni) e Kro (Calabria). In Trentino, Val di Sole e Val di Non, il sistema è basato sullo stesso principio degli sconti e la moneta si chiama Nauno.

Diversa l'esperienza dell'isolana Sardex: non c'è, in questo caso, una moneta fisica, ma una sorta di banca digitale di debiti e crediti. L'Euro non ha alcun ruolo nella transazione, le realtà sottoscriventi mettono sul piatto prodotti e servizi rimasti in magazzino e non sfruttati (per via della crisi) e con gli stessi fanno girare la ruota. L'esperimento sardo fa proseliti e in Sicilia si parla di Sicanex.
Dropis, della quale avevamo già parlato, nasce invece con il dichiarato intento di pensionare l'Euro in favore di una valuta completamente virtuale. Al momento trova applicazione concreta in una app Facebook per lo scambio di beni o ore di lavoro.
Tornando sul territorio, a Torino è stata fatto in gennaio un tentativo, non andato a buon fine, di diffondere il Taurino. Nel comune ligure di Seborga scorrazza invece liberamente il Luigino.
31/07/2012 17:26
 
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Re:
marco---, 30/07/2012 22.15:

Addio contanti? D’accordo 8 su 10 E in Lombardia presto il “lombard” (Fonte: ilvostro.it - di Massimiliano Capitanio - 20/06/2012)

Gestire il denaro circolante costa 10 miliardi di euro alla sola Italia: troppo, si moltiplicano i progetti per farne a meno. La gente è d'accordo, certifica Mannheimer, mentre il vicegovernatore Gibelli prosegue con la sperimentazione della moneta elettronica per le 820mila imprese regionali, uno strumento per agevolare il credito.

MILANO - L’Europa getta al vento 84 miliardi di euro per gestire, movimentare e distribuire denaro contante. Di questi addirittura 10 miliardi svaniscono nella sola Italia. Basterebbero questi dati per dare un senso alla seconda edizione di “No cash day”, la giornata contro il denaro contante ospitata questa mattina in Regione Lombardia, col patrocinio del ministero allo Sviluppo economico.



Ma cosa comporta l'abolizione della moneta?

www.ecplanet.com/node/3339

I motivi principali per cui si vuole far passare i consumatori dal denaro contante a quello elettronico sono due:

1) La gestione (conio, stampa, trasporto, distribuzione) del denaro cartaceo/metallico costa, in Europa, decine di miliardi di euro. Per cui eliminando il denaro cartaceo/metallico le banche (perché, sappiatelo, il denaro viene emesso dalla Banca Centrale Europa e non degli Stati) abbattono ogni costo legato alla produzione. In questo modo si porta a conclusione il processo di sottrazione del valore intrinseco alla moneta che è iniziato tanto tempo fa: anticamente infatti le monete erano d’oro o d’argento, poi di metalli e leghe sempre meno nobili, poi di carta… e infine non resterà nulla… una cifra su un computer.

Quando possiedi una moneta d’oro o d’argento tu possiedi qualcosa che ha un valore intrinseco riconosciuto internazionalmente (che può variare, è vero, ma che non può mai scendere sotto una certa soglia, a meno che qualcuno non inizi a importare oro a basso costo da un altro pianeta!), ma quando possiedi un pezzo di carta, questo ha un valore intrinseco di massimo 30 centesimi! Il valore nominale – quello stampato sulla banconota – può anche essere di, poniamo, 50 euro, ma quanti beni tu puoi acquistare con quella banconota da 50 euro dipende dal livello dell’inflazione, perché l’oggetto in sé vale poco o niente. Ci sono stati periodi nella storia dove con una banconota corrispondente al valore nominale di 50 euro potevi comprarti solo un pezzo di pane. Ed è quantomai probabile che ci stiamo di nuovo avvicinando a una simile epoca di iperinflazione. Il che equivale a dire che con le nostre banconote potremo tergerci il deretano. Uguale discorso per le cifre elettroniche che compaiono sul nostro conto in banca. Quelle non valgono nemmeno i 30 centesimi della carta.

A ben guardare anche l’oro – come ogni bene sulla Terra – non può avere di per sé un valore intrinseco fisso, perché anche in questo caso parliamo di un valore che gli viene attribuito dal mercato. Ciò che agisce a favore dell’oro è in primo luogo il fatto che può essere definito una “risorsa scarsa”, ossia sul pianeta non ce n’è molto, e in secondo luogo la sua estrema stabilità storica: a parte qualche periodo di calo sono 2000 anni che il suo valore sale. Però nel periodo fra la fine degli anni ’90 e il 2001 l’oro è sceso fino a un minimo storico di 250 dollari; lo stesso minimo è stato toccato all’inizio degli anni ’80 e poi di nuovo a metà di quegli stessi anni, anche se poi si è sempre ripreso e chi ha resistito nei periodi “bui” e non ha venduto il suo oro, adesso sono almeno 10 anni che continua a guadagnare. Attualmente non è ancora il momento di vendere, in quanto il suo valore presumibilmente aumenterà (con alti e bassi) fino a quando la moneta continuerà a perdere il suo potere d’acquisto, come sta facendo in questo periodo.

Ma c’è un bene d’investimento che ha un valore intrinseco?

In realtà sì. Ogni oggetto utile è un investimento che possiede un valore intrinseco. Una sedia, un coltello, una casa o un terreno coltivabile possiedono valore intrinseco in quanto svolgono una funzione che le banconote e le monete, siano esse d’oro o di rame, non posseggono. Al di là del fatto che una casa sul mercato può valere anche decine di migliaia di euro in più o in meno a seconda del periodo storico, essa possiede valore di per se stessa in quanto è un tetto sotto cui ripararsi, lo stesso dicasi per un terreno coltivabile. Anche se il mio terreno viene enormemente svalutato a causa delle condizioni di mercato (per es., tutti vendono e nessuno vuole comprare) esso continua a valere in quanto io posso sempre coltivarci pomodori e patate utili per sfamarmi. Con i lingotti d’oro – se dovesse crollare il loro valore – non posso fare altrettanto, perché sono oggetti di per sé totalmente inutili.

Il consiglio che si poteva dare ancora fino a un anno fa era di comprare metalli preziosi e utilizzare i soldi guadagnati per acquistare beni di utilità pratica. Oggi è impossibile prevedere cosa faranno l’inflazione, e quindi l’oro, anche solo fra una settimana, a causa dell’instabilità socio-politica-geologica del pianeta. In tal caso ci si deve affidare alla propria intuizione e avere Fede che ci capiterà sempre e solo ciò che è meglio per noi. Questo è l’atteggiamento dell’«uomo verticale» di fronte alla crisi.

2) Il secondo motivo per cui si vogliono far slittare i consumatori dal denaro contante a quello elettronico è che in tal modo il consumatore smette di essere anonimo, come invece succedeva in passato. In altre parole, prima nessuno sapeva cosa avevo comprato, né quando, né dove. Con una card elettronica possono invece registrare i miei acquisti, capire i miei gusti, le mie abitudini e persino i miei spostamenti sul territorio.

L’estensione della moneta elettronica al 100% della popolazione significherà controllo totale della situazione economica del cittadino. Fine della privacy finanziaria.

Se fai o dici qualcosa di scomodo per l’oligarchia (dell’oligarchia tratto nel mio libro), qualcuno davanti a una tastiera potrà con un click bloccare il tuo conto e quindi il tuo potere d’acquisto e di sopravvivenza. Se ti bloccano il conto oggi, puoi cavartela con il contante, ma se non c’è più contante in circolazione, nel momento in cui non hai più la card elettronica, o ne hai una bloccata, sei tagliato fuori da qualunque transazione. Non mangi, non puoi fare benzina, non puoi attraversare i caselli autostradali.

E se a causa della crisi t’imponessero per legge di prelevare dal tuo conto in banca solo una certa quantità di denaro settimanalmente (come hanno fatto in Argentina per evitare la corsa al ritiro dei propri risparmi)? Allora ti accorgeresti che quei soldi non sono mai stati tuoi e che finché accetti le regole del Sistema tu non puoi decidere della tua vita!

Anni fa si vociferava della possibilità che venissero addirittura installati dei microchip sottopelle alla popolazione, ma a mio parere per ottenere un controllo globale è già sufficiente una life card di questo tipo, attraverso la quale si effettuano tutte le transazioni economiche e ti vengono già sottratte le tasse in maniera automatica in base ai tuoi guadagni!

(Ma allora come farò con le prostitute? Dove gliela faccio passare la card?)

Tutto ciò che può fare il cittadino – se è un »uomo verticale« e non un burattino – è riprendersi in mano la propria vita e tornare a essere un individuo autonomo, anziché un codice a barre. Ma dobbiamo farlo adesso, perché nei prossimi mesi potremmo essere tutti chiamati a compiere questa scelta: la comodità di una life card che ti assicura il tuo stipendio da schiavo con tutti i vantaggi che derivano dall’appartenere alla società del produci/consuma/crepa, oppure la vita in una comunità – o una rete di comunità – di campagna, oltre i confini della società, dove la vita sarà più dura perché verranno a mancare alcune delle comodità di cui può usufruire il “servo occidentalizzato”, ma si produce ciò che si consuma e ci si sente più liberi.

Alla fine i costi di produzione, gestione e trasporto, immissione e ritiro dal mercato della moneta rientrano nel suo valore intrinseco.


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02/08/2012 16:29
 
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Quello che non ho capito....
e che davvero mi sfugge (sarò "de coccio") è: perchè non usare la moneta elettronica esistente ma crearne un'altra?

Visto che il problema è: "Gestire il denaro circolante costa 10 miliardi di euro alla sola Italia: troppo, si moltiplicano i progetti per farne a meno..."


ps.Boh?!?!?!?...forse ho letto troppo velocemente e non ho capito [SM=g7802]
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Vojo vede na righina nera discendente.

02/08/2012 17:13
 
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Re: Quello che non ho capito....
kemar71, 02/08/2012 16.29:

e che davvero mi sfugge (sarò "de coccio") è: perchè non usare la moneta elettronica esistente ma crearne un'altra?

Visto che il problema è: "Gestire il denaro circolante costa 10 miliardi di euro alla sola Italia: troppo, si moltiplicano i progetti per farne a meno..."


ps.Boh?!?!?!?...forse ho letto troppo velocemente e non ho capito [SM=g7802]




Secondo me Kemar non è il costo (10 mld) che tanto paghiamo noi,
gestirla elettronicamente secondo me costa anche di più dei 10 miliardi, basti pensare alle commissioni, e a quello che comporterebbe la gestione anmministrativa e finanziaria per la gestione di MLD di MLD di transizioni , oltre tutto quello che comporterebbe alle banche, alle aziende ed ai cittadini per fare tutto questo.
I motivi sono in parte quelli riportati nell'articolo che ho postato sopra.

Le gente lo ha capito, non ci sta, e si organizza con una moneta alternativa.


[Modificato da MARCHE66 02/08/2012 17:15]
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Euro? No, grazie. In Val Camonica si paga in “camuni” (Fonte: lindipendenza.com - Di Carlo Melina - 06/08/2012)

Si chiama camuno, si legge economia reale. Senza banche centrali, burocrati, parassiti e finanzieri di mezzo. E’ la moneta che si sono inventati Francesco Bonomelli, Stefano Brangi e Marco Contessi, fondatori dell’associazione Camuno.net. Non ha ancora scalzato l’euro, e, nelle intenzioni della “zecca valligiana” non lo scalzerà mai, ma la strada indicata è quella giusta. Funziona così: ti iscrivi ad un circuito di imprese (basta avere la partita iva, dal 2014 potranno farlo anche i privati) e, come in ogni social barter network, quando paghi qualcuno, lo fai in una percentuale di moneta corrente, e in una di moneta complementare, il camuno, appunto.
“L’idea è quella di voler dare un aiuto alle aziende che hanno mancanza di liquidità – spiega Bonomelli, raggiunto al telefono – Chi acquista, risparmia, chi vende, non rinuncia a nulla”. Il meccanismo promosso da Camuno.net è semplice, chiarisce Bonomelli: “Se lei vende un prodotto che costa 100 euro, può avere poco appeal sul mercato, in virtù della attuale mancanza di liquidità. Ma se lei lo vende a 80 euro, praticando uno sconto del 20%, ha più chances, e inoltre, non ci perde niente. Perché quei 20 euro si trasformano in 20 camuni, che potrà spendere a proprio piacimento all’interno del circuito monetario immaginato dalla nostra associazione”.
Come da presentazione sul sito dell’associazione, il camuno, nella singola transazione, “si comporta come un classico buono sconto tramite cui un venditore, a fini commerciali, può accordare un ribasso percentuale sul prezzo d’acquisto all’acquirente”. Il sistema proposto parte da questo concetto e cerca di far evolvere buone prassi interne ad un circuito barter in un’ottica sociale. Non ha fini di lucro – i primi 100 iscritti pagano una quota di 270 euro, scontata del 25% – ed è gestito in forma associativa con il contributo di tutte le imprese aderenti.
L’obiettivo di Bonomelli è quello di facilitare, attraverso uno strumento tangibile, la circolazione della moneta primaria (l’euro) e l’impresa in genere, dando slancio all’economia del territorio, puntando sull’innesco di fenomeni collaborativi, di reciproco sostegno e di partecipazione condivisa tra gli attori economici e le persone della Valle Camonica. Perché il camuno, sia chiaro, resterà, almeno nei primi anni, appannaggio esclusivo dei 100.000 residenti nei 42 comuni della Valle: “Abbiamo ricevuto richieste di adesione da Milano e Bergamo, ma abbiamo dovuto rifiutare. Il nostro circuito deve partire con un territorio preciso di riferimento. Poi si vedrà”.
Bonomelli fuga ogni dubbio: il camuno non incoraggia né consente alcuna forma di evasione fiscale: “Abbiamo lavorato a lungo per stilare uno statuto chiaro e con tutti i crismi della legalità. E ci siamo riusciti. Chi usa camuni, aumenta il fatturato della sua azienda (quello in euro), perché vende di più. Quindi paga più tasse. E poi, dal punto di vista fiscale, il cambio in camuni è registrato come uno sconto”. Sconto che verrà tassato, nel caso in cui chi ne possiede, non ne profitti: nel circuito verrà applicato il demurrage, di modo che i camuni circolino, e con loro anche gli euro: “I camuni non spesi verranno, in percentuale, immessi nel circuito a vantaggio di associazioni di volontariato, che ovviamente abbiano aderito”.
L’esordio della nuova moneta è previsto per ottobre: “Detto con franchezza, noi non abbiamo inventato niente. Esistono numerosi esempi di utilizzo di monete seconde, e non solo recentemente. In Svizzera circola, dal 1934, il wir. Una moneta complementare creata nel 1934. All’inizio gli associati al circuito erano 12, oggi sono 60.000”. Quanti sono la metà dei residenti in Val Camonica.
08/08/2012 12:19
 
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Re: Quello che non ho capito....
kemar71, 8/2/2012 4:29 PM:

e che davvero mi sfugge (sarò "de coccio") è: perchè non usare la moneta elettronica esistente ma crearne un'altra?

Visto che il problema è: "Gestire il denaro circolante costa 10 miliardi di euro alla sola Italia: troppo, si moltiplicano i progetti per farne a meno..."


ps.Boh?!?!?!?...forse ho letto troppo velocemente e non ho capito [SM=g7802]

Scusa il ritardo col quale ti rispondo ma mi ero ripromesso di farlo, dunque eccomi qua.
La moneta classicamente assolve alla funzione di misura del valore, mezzo di scambio e accumulo di ricchezza, dunque le economie moderne per funzionare hanno bisogno di moneta. Il principale problema che oggi affigge la nostra nazione è l'approvvigionamento di moneta, questo perché la scarsa affidabilità attribuita dai mercati all'Italia fa sì che quest'ultima debba pagare forti interessi sul denaro che riceve in prestito dai mercati stessi. La moneta complementare non è la panacea di tutti i mali ma può rinvigorire una economia, quantomeno localmente perché non è spendibile altrove, in ragione del fatto che essendo al di fuori dei circuiti finanziari internazionali non è soggetta ai tassi d'interesse capestro imposti dai mercati. La moneta complementare per poter funzionare, per decollare deve innanzitutto essere accettata e, metaforicamente parlando, superare una "massa critica", ossia essere usata almeno da determinato numero di imprese, logicamente il forte limite è legato al fatto che con le monete complementari non si possono pagare le tasse ne' comprare obbligazioni di Stato come BOT, BTP etc. Questi ultimi limiti non nascono casualmente, sono i mezzi coi i quali ogni stato impone una e una sola moneta all'interno del proprio territorio, se così non fosse le monete complementari molto rapidamente si sostituirebbero alla "valuta ufficiale", come scrive Barnard sarebbe il trionfo dei signorotti locali in stile feudale, cioè nascerebbero veri e propri Stati privati con monete private entro lo Stato. Un caos.
Riporto qui un breve approfondimento sui vantaggi delle monete complementari.

I vantaggi della moneta complementare

...Le monete complementari valorizzano le risorse poiché, nella maggior parte dei casi, non generano interessi e quindi non servono ad accumulare ricchezza, bensì a generare nuova ricchezza incentivando gli scambi e l'utilizzo delle risorse.
Gli effetti sull’economia sono potentissimi: il maggior potere d'acquisto permette di aumentare i consumi, le vendite delle imprese (maggiori profitti) e la capacità produttiva impiegata (maggiore produzione); maggiori profitti e produzione provocano la crescita dimensionale delle imprese, l’aumento degli investimenti nell'innovazione e nella ricerca, l'assunzione di personale e la diminuzione della disoccupazione, tutti requisiti a cui seguono nuovi consumi; questo circolo virtuoso continua all’infinito e valorizza la produzione, il lavoro e gli scambi.
Le risorse devono tornare al centro dell'economia e la moneta deve riassumere il suo ruolo di strumento di scambio: questo deve essere l’imperativo da condividere per tornare all’economia reale...
[Modificato da marco--- 08/08/2012 12:23]
09/08/2012 20:57
 
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Re: Re: Quello che non ho capito....
marco---, 08/08/2012 12.19:

Scusa il ritardo col quale ti rispondo ma mi ero ripromesso di farlo, dunque eccomi qua.




Grazie Marco [SM=g1750826]

La questione ora mi e' piu' chiara. Non si parlava quindi del costo della gestione della moneta (intesa come produzione, sostituzione, distruzione, ecc.).

Penso che una moneta locale, non essendo universalmente accettata e scambiata possa perdere la funzione principale della moneta stessa e cioe' permettere lo scambio di qualsiasi bene attraverso il suo utilizzo. Quindi credo che possa essere utilizzata in ambito locale ma poi il fuoco della crescita che si creerebbe sarebbe un "fuoco di paglia".
Penso, invece, che il problema piu' che sulla moneta vada spostato sulla banca. E' sulla sua funzione che, soprattutto in questi ultimi anni, e' venuta meno.
[Modificato da kemar71 09/08/2012 20:58]
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09/08/2012 21:12
 
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Re: Re: Re: Quello che non ho capito....
kemar71, 8/9/2012 8:57 PM:

Grazie Marco [SM=g1750826]

La questione ora mi e' piu' chiara. Non si parlava quindi del costo della gestione della moneta (intesa come produzione, sostituzione, distruzione, ecc.)...

Esattamente, il problema non è affatto il costo di gestione, entrambe le monete alla fine sono riconducibili a impulsi elettrici, numeri che si spostano. Le monete complementari non sono da sottovalutare, se ipoteticamente si riuscisse a fare accettare una moneta complementare a livello nazionale, sebbene non sarebbe comunque impiegabile per pagare le tasse allo Stato, l'economia ne trarrebbe benefici.
[Modificato da marco--- 09/08/2012 21:13]
14/09/2012 12:10
 
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A Parma arriva lo "scec", la moneta locale
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Re:
(sylvestro), 14/09/2012 12.10:




Mi e' capitato in passato di leggere qualche cosa sulle monete locali.
Si tratta pero' sempre di annunci e/o articoli di giornale senza approfondimento.
Non ho ancora letto niente di significativo basato a posteriori sull'efficacia e verificato con i numeri (in pratica qualcosa di diverso da "guarda che funziona" e simili).

In pratica non saprei dire se funziona o no al di la dei ritorni di immagine e delgi effetti psicologici.

Se qualcuno avesse sottomano qualche fonte sensata (sottolineo sensata, evitare sciroccati e diversamente economisti) da proporre, sarebbe molto gradito.

14/09/2012 12:53
 
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Re: Re:
Loziodigekko, 14/09/2012 12.34:



Mi e' capitato in passato di leggere qualche cosa sulle monete locali.
Si tratta pero' sempre di annunci e/o articoli di giornale senza approfondimento.
Non ho ancora letto niente di significativo basato a posteriori sull'efficacia e verificato con i numeri (in pratica qualcosa di diverso da "guarda che funziona" e simili).

In pratica non saprei dire se funziona o no al di la dei ritorni di immagine e delgi effetti psicologici.

Se qualcuno avesse sottomano qualche fonte sensata (sottolineo sensata, evitare sciroccati e diversamente economisti) da proporre, sarebbe molto gradito.




Se la faranno a Parma avremo fonti fresche di prima mano.

Personalmente credo che la moneta complementare possa funzionare solo a livello locale, massimo regionale.
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14/09/2012 13:57
 
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Elenco monete complementari
In questo post ho evidenziato i nomi delle monete complementari italiane, alcune probabilmente sono già in circolazione mentre altre no, per ottenere informazioni aggiuntive, chi ne fosse interessato, può cercare in rete a partire dal nome della moneta.
14/09/2012 17:12
 
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Re: Elenco monete complementari
marco---, 14/09/2012 13.57:

In questo post ho evidenziato i nomi delle monete complementari italiane, alcune probabilmente sono già in circolazione mentre altre no, per ottenere informazioni aggiuntive, chi ne fosse interessato, può cercare in rete a partire dal nome della moneta.




Secondo il mio modo di pensare le monete locali sono è una bufala , che non avranno nessun futuro.
Cerco di spiegare il perché.
In breve , come riportato da Marco, la moneta è strumento convenzionale ,che assolve alle funzioni di misura del valore, mezzo di scambio e accumulo di ricchezza e pagamento delle imposte.
Essendo da tempo svincolata ad un valore fisico (oro o altre materie) in ogni caso il suo valore e legato alla fiducia di chi la emette che di solito lo stato.
La moneta legale è l’unico mezzo riconosciuto dal’ente emittente per i pagamenti e le riscossioni.
Ogni moneta circolante è legata tramite cambio alle altre monete legali in circolazione.

Ora tutte le monete locali, di cui si parla, possono assolvere o supplire in maniera limitatissima alla funzione di moneta , sempre queste monete sono legate alla moneta ufficiale tramite un cambio fisso, fittizio e non reale ( non essendo riconosciuto legalmente nessun ente emittente) non hanno un potere di acquisto di per se, ma il loro utilizzo avviene quasi sempre congiuntamente all’utilizzo della moneta ufficiale e sempre congiuntamente alla spesa per acquisto.

In pratica queste monete possono assolvere solo ed in parte, alla funzione di mezzo di scambio o pagamento, però non possono essere stoccate e utilizzate come misura del valore, ma soprattutto non ci si possono pagare le tasse.

Penso che l’utilizzo delle monete complementari, di cui si sente parlare, sia solo una forma artificiale introdotta da aziende e commercianti per mantenere artificialmente gli acquisti ed il consumo, conveniente solo a pochi ( chi è nel commercio) ma non a tutti ad esempio i privati.
In altre parole, sono una forma di indebitamento, il valore della moneta complementare infatti è legato alla spesa, all’acquisto di un bene, che poi per la sua presenza o esistenza continua ad essere obbligatoria, in quanto la moneta complementare non può essere stoccata ne utilizzata per pagare le tasse e non ha nessun valore intrinseco o legale, ne produce interessi.
Il suo valore, a differenza della moneta ufficiale, è all’atto della spesa, quindi tendente a far aumentare l’inflazione reale, senza nuova introduzione di nuova valuta uffciale.

Se ho molta moneta complementare = ho speso molto, in moneta legale, e dovrò spendere molto , in moneta legale, per utilizzarla. Mi conviene questo meccanismo? [SM=g1749704]

Qualcuno di Voi si ricorda i buoni della benzina prepagati, di questi tempi sarebbero un’ottima valuta , non sottoposta a cambio fisso, altro che moneta locale.
Ma in moltissimi casi venivano utilizzati per pagamenti al fine di elusione o evasione fiscale.

Dato che non esiste uno stato senza una moneta ufficiale, l’introduzione di qualsiasi altra forma di pagamento è un implicito non riconoscimento o sfiducia dello Stato stesso.



[Modificato da MARCHE66 14/09/2012 17:27]
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14/09/2012 18:06
 
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Re: Re: Elenco monete complementari
MARCHE66, 9/14/2012 5:12 PM:

Secondo il mio modo di pensare le monete locali sono è una bufala , che non avranno nessun futuro.
Cerco di spiegare il perché...

Grazie per l'arricchimento al topic, io non saprei e non essendo esperto in materia, da quel poco che ho letto, la tesi di Barnard (Cosa sono le tasse? chi lo sa alzi la mano, punto 4) è quella che mi convince di più, ossia l'espansione della moneta complementare non può varcare determinati limiti per la semplice ragione che non ci puoi pagare le tasse, se non vi fosse questo vincolo ipotizzo che circolerebbe molto più liberamente, poi naturalmente occorrerebbe fare i conti anche con l'estero, e la cosa si complicherebbe, ma sarebbe già un buon successo se si potesse utilizzare a livello nazionale, avremmo una moneta svincolata dal peso della finanza, il che non è poco.
16/09/2012 11:44
 
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Re: Re: Re: Elenco monete complementari
marco---, 14/09/2012 18.06:

Grazie per l'arricchimento al topic, io non saprei e non essendo esperto in materia, da quel poco che ho letto, la tesi di Barnard (Cosa sono le tasse? chi lo sa alzi la mano, punto 4) è quella che mi convince di più, ossia l'espansione della moneta complementare non può varcare determinati limiti per la semplice ragione che non ci puoi pagare le tasse, se non vi fosse questo vincolo ipotizzo che circolerebbe molto più liberamente, poi naturalmente occorrerebbe fare i conti anche con l'estero, e la cosa si complicherebbe, ma sarebbe già un buon successo se si potesse utilizzare a livello nazionale, avremmo una moneta svincolata dal peso della finanza, il che non è poco.



Ciao Marco,
ho letto il post di Barnard che hai inserito e sono perfettamente convinto anche io che le tasse
sono il mezzo per imporre la moneta sovrana. (punto 4) .
In ogni caso l’imposizione della moneta da parte di uno stato sovrano è sempre effettuata congiuntamente
alla promulgazione di leggi che ne regolano la quantità , l’uso o l’utilizzo , l’emissione ed anche in un certo modo il valore.
Anche se il concetto di valore , non essendo più da tempo l’emissione della moneta legato ad un sottostante fisico (oro), è un concetto più complicato.

Quindi non esiste moneta senza leggi che ne regolino il suo funzionamento.
In ogni caso però le leggi fanno si che la moneta emessa ( moneta legale) abbia un valore in se assoluto e non relativo nello stato
in cui essa circola e tramite opportune regole economiche( cambi ) anche in altri stati.
Più una moneta, ha un valore riconosciuto forte rispetto alle altre monete, più lo stato che la controlla è forte. USA docet.

L’anomalia dell’euro è proprio qui , non esiste più un legame tra stati e moneta, e la forza (economica) dei singoli stati è misurata, non più rispetto alla loro
moneta, (non mi vorrei soffermare anche sul legame strettissimo che c’è tra moneta ed economia di un paese) ma rispetto ad altri parametri che secondo il mio
modo di vedere sono enormemente più difficili da controllare.
Con l'euro gli stati a cui pagare le tasse sono diventati due, uno è lo stato dove si vive, l’altro è uno stato fittizio che si chiama
Comunità economica europea, tutti e due hanno la possibilità di drenare l'euro, ma nessuno è in grado di controllarlo o di legiferare a riguardo.
In realtà con l’Euro gli stati hanno perso il controllo della moneta, controllo che si è trasferito alla BCE , che dipende dalle banche centrali che loro volta non si sa più da chi dipendono. Forse questo è il vero crimine.

Per quanto sopra, ritengo che le monete complementari siano solo una forma ideata , soprattutto da imprese e commercio, per mantenere i consumi o per sopperire alle difficoltà economiche del momento.

Le monete complementari non hanno nessun valore in se, non possono essere utilizzate da sole ma congiuntamente all’euro, ecco perché non possono
avere , secondo il mio modo di pensare, nessun futuro.
Inoltre , come in molte zone in cui vengono utilizzate, basta far riferimento al Camuno , postato sopra, nascono come associazioni alle quali si deve aderire,
dietro pagamento ( altra tassa?).
Mi sorgono subito delle domande :
ma chi regola queste associazioni?
chi emette il camuno?
quanto costa emetterlo?
Come viene calcolato il rapporto euro camuno dato che vengono utilizzati congiuntamente?
è possibile che siano discriminatorie?

www.camuno.net/

In realtà sono un po’ come i buoni sconto che rilasciano i supermercati , da spendere nei loro punti vendita o presso i loro negozi associati, servono solo
per una fidelizzazione della clientela, ma in se non hanno nessun valore, magari però tolgono di mezzo un po di concorrenza.
Diversamente da questi strumenti, per la legge domanda e offerta, calerebbero i prezzi dei prodotti e l’inflazione.
Per come sono concepiti, non penso possano essere utilizzati a livello nazionale, non avrebbero più senso, in quanto
rimarrebbero i problemi per cui sono nati.

Vedo questi strumenti come un’ulteriore complicazione della moneta , dove chi ne capisce a fondo il funzionamento
ne trae dei vantaggi, gli altri pensano di guadagnarci o risparmiare.
Che siano anche questi dei “Piccoli Crimini”.

Marco, viva la vecchia Lira.
[Modificato da MARCHE66 16/09/2012 11:49]
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16/09/2012 15:07
 
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Re: Re: Re: Re: Elenco monete complementari
MARCHE66, 9/16/2012 11:44 AM:

...Le monete complementari non hanno nessun valore in se, non possono essere utilizzate da sole ma congiuntamente all’euro, ecco perché non possono
avere , secondo il mio modo di pensare, nessun futuro...

...Marco, viva la vecchia Lira.

E' come scrivi tu, le monete complementari possono essere utilizzate solo congiuntamente all'Euro, se così non fosse allora nel corso di tutti questi anni, siccome le monete complementari non sono state pensate "ieri", avrebbero incontrato una maggiore diffusione, qui sono i fatti a "parlare".
Come evidenziano molti economisti (link) il principale problema che l'Euro presenta oggi è quello di avere tolto quella flessibilità che prima dell'Euro era presente per il fatto che le singole valute nazionali erano libere di fluttuare. Se si fosse completata l'unione europea sul modello di quella degli USA (politica, fiscale, banca centrale differente etc.) allora probabilmente avremmo affrontato la crisi meglio. Tra l'Euro nella struttura attuale e la Lira, meglio la vecchia Lira.
01/10/2012 18:46
 
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Il Napo
Napoli batte moneta: De Magistris vara il "Napo" contro la crisi (Fonte: tmnews.it - 01/10/2012)

Un buono sconto realizzato dal Comune in sostegno ai consumi

Napoli, (Tmnews) - Napoli si mette a battere moneta? Non proprio. Anche se il Napo, tenuto a battesimo durante la "Notte del Vomero", è sicuramente un antidoto contro la crisi, che sta fiaccando i consumi. Varato dall'amministrazione comunale di Luigi De Magistris questa moneta di sostegno in carta, con tanto di firma del sindaco, è, infatti, un incentivo ai spendere di più pagando qualcosa in meno. Ad idearla l'assessore allo sviluppo del Comune di Napoli Marco Esposito. "Lanciamo il Napo - spiega - la moneta dei napoletani, un buono sconto al portatore che serve a spendere meglio e far aumentare il potere d'acquisto dei cittadini". Si tratta, in buona sostanza, di un buono sconto, emesso dal comune di Napoli ai turisti che visitano la città e ai residenti che "dimostrano senso civico". Ovviamente il Napo è spendibile solo a Napoli nei suoi negozi e presso i suoi artigiani. E' prevista la distribuzione di 70 milioni di Napo, ognuno valido per 10 euro di spesa.
02/10/2012 03:22
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Elenco monete complementari
marco---, 9/16/2012 3:07 PM:

E' come scrivi tu, le monete complementari possono essere utilizzate solo congiuntamente all'Euro, se così non fosse allora nel corso di tutti questi anni, siccome le monete complementari non sono state pensate "ieri", avrebbero incontrato una maggiore diffusione, qui sono i fatti a "parlare".
Come evidenziano molti economisti (link) il principale problema che l'Euro presenta oggi è quello di avere tolto quella flessibilità che prima dell'Euro era presente per il fatto che le singole valute nazionali erano libere di fluttuare. Se si fosse completata l'unione europea sul modello di quella degli USA (politica, fiscale, banca centrale differente etc.) allora probabilmente avremmo affrontato la crisi meglio. Tra l'Euro nella struttura attuale e la Lira, meglio la vecchia Lira.



Qui non sono d'accordo.

Completare l'unione europea dal punto di vista politico significa cristallizzare il delirio di aree valutarie completamente sbilanciate.

significa che i paesi come l'italia sono destinati a deindustrializzarsi e a vivere di molto presunti sussidi che arriverebbero dalle aree del nord europa, quelle avvantaggiate dal mostro euro.

Unione politica modello USA non vuol dire molto, ma anche ipotizzando uno scenario di redistribuzione questo si tradurrebbe nella creazione di un'enorme zona sottosviluppata costretta a vivere di sussidi.

Eppure noi italiani dovremmo conoscere molto bene questa storia, l'unione forzosa di due aree valutarie completamente diverse la stiamo pagando ancora oggi: il mezzogiorno d'italia che venne annesso con la forza e da potenza industriale e commerciale ( ebbene sì! la storia è un tantino dimenticata ) divenne un'area depressa, deindustrializzata, capace di vivere solo di emigrazione e di sussidi.

Personalmente spero che MAI si arrivi ad una schifezza simile.

DA NOTARE che di solito tali operazioni contro natura si fanno con le guerre, dall'invasione del sud d'italia alla guerra americana giusto per fare esempi semplici e noti.

Mentre nell'italia moderna quella fatta da milioni di personcine "studiate" e molto educate, perbeniste e sindacalizzate, la cosa è stata fatta e si stà facendo senza che nessuno abbia osato solo rantolare qualcosa in contrario.

per le monete complementari, è logico che non servano a nulla specialmente nella zona euro.
Con un tale disastro economico e sociale la monetina buono sconto modello lidl è veramente, citando una bella canzonetta, come uno sputo con un'onda del mare.


ciao
Mao



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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
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Una moneta a misura d'uomo: Lisa Bortolotti at TEDxBologna
Una moneta a misura d'uomo: Lisa Bortolotti at TEDxBologna (Uploaded on Nov 7, 2011)

[Modificato da marco--- 06/08/2013 09:12]
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MEFO bond
Mettendo da parte i fini, quello bellico, la violazione dei trattati di pace, nazismo etc., tutti aspetti sicuramente deprecabili, questa è la dimostrazione di come i MEFO bond, una sorta di "moneta" complementare, sebbene spendibile unicamente a livello nazionale, abbiano potuto innescare una reale virtuosa crescita economica.
MEFO bond (Fonte: wikipedia.org)

La Metallurgische Forschungsgesellschaft m.b.H ("Società per la ricerca in campo metallurgico") fu una compagnia statale inesistente nella realtà, creata dal Terzo Reich per finanziare la ripresa economica tedesca ed, al contempo, il riarmo, aggirando di fatto i limiti e le imposizioni del Trattato di Versailles. Questo sistema di finanziamento si basava sull'emissione di bond speciali, i cosiddetti "MEFO bond" inventati nel 1934 dal ministro del Tesoro nazista Hjalmar Schacht il quale, a nome della summenzionata compagnia fantasma, emetteva tali cambiali a guisa di titoli di stato onde rastrellare denaro da impiegare per favorire la ripresa e lo sviluppo economico della Germania insieme alla produzione di armamenti.[1] "MEFO" era dunque l'acronimo riferito a una scatola vuota, chiamata appunto "Metallurgische Forschungsgesellschaft", in nome della quale si emisero siffatte obbligazioni senza gravare sul bilancio pubblico e senza creare inflazione, in quanto tali cambiali erano "spendibili" esattamente come il denaro ma unicamente entro i confini nazionali...

...L'artificio contabile
I “MEFO Wechsel” erano delle cambiali emesse da questa fantomatica compagnia statale, quindi garantiti dallo stato ed offerenti un interesse del 4 %, incassabili dopo un lustro, che avevano lo scopo di dilazionare praticamente a tempo indeterminato i pagamenti contratti dallo Stato con le industrie private. Il progetto partì già nell’estate del 1933, dopo che il partito nazista divenne l’unico ammesso in Germania (14 luglio 1933), quando l’allora ministro tedesco delle finanze, Hjalmar Schacht (già noto per esser riuscito a debellare l’iperinflazione nel 1924) s’ispirò al precedente storico statunitense dettato dalla Guerra di Secessione, quando – sul finire del 1862 il governo nordista si trovò ad aver necessità della colossale cifra di 449 milioni di dollari (di allora, equivalenti a circa 39 miliardi di dollari del 2011). Le banche americane chiesero un interesse del 30 % sulla cifra di cui il governo nordista abbisognava, in quanto il corso bellico rendeva elevato il rischio d’insolvenza dello stato (solo dall’anno seguente, il 1863, l’esito del conflitto si mutò decisamente a favore dell’esercito nordista). Allora il presidente nordista, Abrahm Lincoln ricorse al potere conferitogli dall’articolo primo della Costituzione americana, ovvero stampare cambiali di prestito (“Greenback”) che il popolo sovrano può concedere al proprio governo (vale a dire a se stesso) senza pagare interessi di sorta e coperto non da riserva aurea, ma unicamente dalla forza lavoro del popolo medesimo. La Germania doveva, in più, reperire un mezzo di pagamento che non lasciasse traccia nei libri contabili e nel bilancio statale, per non insospettire le potenze vincitrici della prima guerra mondiale...

...Il circolo virtuoso
Il quantitativo di titoli MEFO in circolazione era tenuto segreto, al fine di non generare sospetti o panico nei sottoscrittori, cosa che avrebbe provocato un repentino ricorso di questi ultimi al rimborso, facendo di fatto crollare l'intero edificio creditizio e precipitando, al contempo, la banca centrale nell'insolvenza. L'emissione dei titoli, all'inizio, era prevista per un solo semestre, con la facoltà di una proroga di un trimestre o di un quadrimestre. In realtà si prevedeva già nel 1933 di procrastinare all'infinito di emissione in emissione. Il circolo vizioso su cui si basava l'artificio prevedeva che[8]: 1 - Gli industriali (di beni di consumo, di armi, e via discorrendo) ricevessero commesse dal governo per la produzione di beni e / o di servizi. 2 - L'importo della commessa fosse espressa sì in Reichsmark, ma fatturata dagl'industriali stessi in titoli MEFO, dal momento che i MEFO erano a tutti gl'effetti delle cambiali commerciabili sul solo territorio nazionale. 3 - I titoli MEFO erano convertibili nella valuta nazionale (il Reichsmark) su richiesta, ma erano altresì voci di bilancio finanziario, un rendiconto annuale, che venivano ripagati in valuta corrente dai lavoratori salariati nell'acquisto dei beni di consumo e dei servizi. 4 - I titoli MEFO emessi dagl'industriali erano accettati dalla Compagnia Statale fantasma e "girati" alle banche tedesche (pubbliche e private), che li accumulavano. 5 - Le banche dovevano - al termine dei cinque anni dalla data di emissione - presentare i titoli MEFO presso la banca centrale per scontarli ed estinguerli. 6 - I MEFO permettevano al governo di emettere "titoli di stato" paralleli per finanziare le spese governative, creando un deficit di bilancio statale assai più vasto di quello che normalmente avviene, tant'è che nel 1939 erano in circolazione 12 milioni di MEFO contro 19 milioni di titoli ordinari di debito pubblico. 7 - Alla fine, i MEFO erano utilizzati dal governo per ridar fiato all'economia, e - così facendo - di rinforzare l'economia stessa producendo beni e servizi che i lavoratori potevano permettersi di pagare grazie ai posti di lavoro che l'economia stessa generava. I soldi virtuali investiti nell'economia reale generavano il carburante per la crescita dell'economia in sé e per migliorare il tenore di vita della popolazione, nonché - purtroppo - per espandere il bilancio delle spese militari.
[Modificato da marco--- 24/01/2014 09:02]
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