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Perchè rimanere nell'euro

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2013 12:27
07/09/2012 11:27
 
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Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
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Euro break-up – the consequences

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A Primer on the Euro Breakup: Depart, Default, and Devalue as the Optimal Solution
[Modificato da (sylvestro) 10/09/2012 17:30]
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07/09/2012 14:42
 
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Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
(sylvestro), 9/7/2012 11:27 AM:


L'Euro non dovrebbe esistere (per come è)
Sotto l'attuale struttura e con gli attuali membri, l'Euro non funziona. L'attuale struttura o gli attuali membri, l'uno oppure l'altro, dovranno cambiare...

Interessante la premessa, personalmente penso che si possa benissimo mantenere il sistema Euro ma, solo se saranno concordate sostanziali modifiche, "Fondo salva Stati", acquisti da parte di BCE dei titoli di Stato a breve termine non penso siano la soluzione, se esiste una soluzione, forse, è l'integrazione politica/fiscale dei paesi, BCE dovrebbe finanziare direttamente gli Stati e non finanziarli compiendo il transito attraverso i mercati.
Naturalmente niente di nuovo sotto il Sole, il punto, infatti, e che alcuni paesi si oppongono fermamente ad ipotesi di questo tipo.
[Modificato da marco--- 07/09/2012 14:53]
07/09/2012 14:48
 
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Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
marco---, 07/09/2012 14.42:

Interessante la premessa.

L'Euro non dovrebbe esistere (per come è)
Sotto l'attuale struttura e con gli attuali membri, l'Euro non funziona. L'attuale struttura o gli attuali membri, l'uno oppure l'altro, dovranno cambiare...




Si, fa una retrospettiva di quello che e' accaduto, il punto della situazione ed i possibili scenari.
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07/09/2012 15:10
 
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Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
marco---, 07/09/2012 14.42:

... penso che si possa benissimo mantenere il sistema Euro ma, solo se saranno concordate sostanziali modifiche, "Fondo salva Stati", acquisti da parte di BCE dei titoli di Stato a breve termine non penso siano la soluzione, se esiste una soluzione, forse, è l'integrazione politica/fiscale dei paesi, BCE dovrebbe finanziare direttamente gli Stati e non finanziarli compiendo il transito attraverso i mercati.
...



Sono d'accordo con le parti evidenziate in rosso;

E penso anch'io che le manovre addottate finora non siano soluzioni sufficienti a normalizzare la situazione.

Sull'ultima frase mi astengo, nel senso che non mi sono ancora sufficientemente chiari i meccanismi possibili
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07/09/2012 15:52
 
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Re: Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
(sylvestro), 9/7/2012 3:10 PM:

Sono d'accordo con le parti evidenziate in rosso;

E penso anch'io che le manovre addottate finora non siano soluzioni sufficienti a normalizzare la situazione.

Sull'ultima frase mi astengo, nel senso che non mi sono ancora sufficientemente chiari i meccanismi possibili

In relazione all'ultimo punto le ragioni che mi hanno spinto a pensarla così sono due:

- non intravedo benefici derivanti dalla speculazione da parte dei mercati nei confronti degli Stati più deboli dell'Euro

- la quasi totalità degli Stati al di fuori dell'Euro si approvvigiona di denaro direttamente (per semplificare) presso la propria banca centrale

Per il momento questo è sufficiente a farmi pensare che qualcosa che non funziona c'è, almeno sotto questi aspetti.

Io mi domando, possibile che siano in pochissimi a rendersi conto che la finanza è scappata di mano? E' davvero tanto difficile comprendere che permettere alla finanza mondiale di produrre soldi attraverso soldi praticamente senza alcuna regola è deleterio?

Vedi: Derivati: 700 trilioni, cioè 10 volte il Pil mondiale

Se non vi va di vedere tutte e dodici le puntate di Lezioni dalla crisi se avrete mezz'ora di tempo almeno date un'occhiata a questa: A che punto siamo?

Scusate, mi sono lasciato trascinare e sono andato in OT...
[Modificato da marco--- 07/09/2012 15:55]
07/09/2012 15:55
 
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Re: Re: Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
marco---, 07/09/2012 15.52:

In relazione all'ultimo punto le ragioni che mi hanno spinto a pensarla così sono due:

- non intravedo benefici derivanti dalla speculazione da parte dei mercati nei confronti degli Stati più deboli dell'Euro

- la quasi totalità degli Stati al di fuori dell'Euro si approvvigiona di denaro direttamente (per semplificare) presso la propria banca centrale

Per il momento questo è sufficiente a farmi pensare che qualcosa che non funziona c'è, almeno sotto questi aspetti.

Io mi domando, possibile che siano in pochissimi a rendersi conto che la finanza è scappata di mano? E' davvero tanto difficile comprendere che permettere alla finanza mondiale di produrre soldi attraverso soldi praticamente senza alcuna regola è deleterio?

Vedi: Derivati: 700 trilioni, cioè 10 volte il Pil mondiale

Se non vi va di vedere tutte e dodici le puntate di Lezioni dalla crisi se avrete mezz'ora di tempo almeno date un'occhiata a questa: A che punto siamo?



Stiamo finendo OT [SM=g1750865]

Io qui mi atterrei alle ragioni per cui puo' valer la pena restare nell'euro ;)
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07/09/2012 16:18
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
(sylvestro), 9/7/2012 3:55 PM:

Stiamo finendo OT [SM=g1750865]

Io qui mi atterrei alle ragioni per cui puo' valer la pena restare nell'euro ;)

Scusa syl, mi ero già auto sanzionato... mi concederai "tre sillabe di OT" dopo qualche anno di forum... o no? [SM=g7576]
[Modificato da marco--- 07/09/2012 16:19]
07/09/2012 16:36
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
marco---, 07/09/2012 16.18:

Scusa syl, mi ero già auto sanzionato... mi concederai "tre sillabe di OT" dopo qualche anno di forum... o no? [SM=g7576]




[SM=g7576] [SM=g1747529]
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08/09/2012 10:30
 
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Abbandonare l'euro? un disastro sottovalutato



TRIESTE

I titoli greci a 10 anni che toccano il record del 20% di rendimento, quelli a 2 che superano il 50%, numeri che annunciano il prossimo default di un Paese europeo. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi in altalena, il colpo di coda della crisi su industrie e occupazione in un’Europa divisa, dove i Paesi avanzati cercano scappatoie per evitare di aiutare la “periferia” in crisi. In un panorama del genere, il mantra «l’Europa non serve più», ripetuto da settimane dagli euroscettici, incontra sempre maggior favore. Default controllati e uscita dall’Eurozona, l’ultima panacea, queste sarebbero le soluzioni. Ma uno studio della banca svizzera Ubs ammonisce: abbandonare l’Euro sarebbe un disastro «considerevolmente sottostimato», non certo la via da seguire per far ripartire l’Ue.

Il rapporto «Euro break-up: the consequences» descrive nel dettaglio cosa succederebbe se un Paese Ue uscisse dalla zona euro. Gli analisti Ubs partono da un assunto: «L’euro, con la sua struttura attuale, non dovrebbe esistere (in questa forma)» perché «troppo alti sono i costi economici e troppo limitati i benefici». Questo vale «almeno per alcuni dei suoi membri», quelli più avanzati, spiega Ubs, costretti in un’Europa a due velocità, fatta di «economie disomogenee e politiche monetarie che non possono essere decise in maniera ottimale per l’intera unione». Ma anche se l’euro è lontano dalla perfezione, tutto è preferibile al «disaster scenario» di un collasso dell’Eurozona, di uno Stato forte che se ne va (secessione) o di uno debole che è obbligato ad abbandonare l’Euro perché espulso dagli altri membri.

«Le possibilità di una secessione sono basse, mentre l’espulsione è impossibile», perché non esistono norme che la consentano nel Trattato di Lisbona, mette le mani avanti Ubs. Ma i patti possono essere infranti. E se ciò avvenisse dopo una prova di forza da parte di qualche Paese Ue, che decidesse «volontariamente di ristabilire la sua moneta nazionale», le conseguenze sarebbero catastrofiche. Default del debito pubblico e bancarotta di migliaia di aziende, collasso del sistema bancario da arginare con una «chiusura degli istituti» o con un «limite ai prelievi», vedi Argentina 2001.

La svalutazione della nuova moneta toccherebbe il 60% rispetto all’euro, prevedono gli analisti. I promessi benefici sull’export sarebbero però nulli «perché l’Ue potrebbe imporre barriere tariffarie pari al 60% o superiori a danno del Paese secessionista». Alla fine, arriverebbero la disgregazione politica e il «disordine civile» che storicamente accompagnano la fine di un’unione monetaria, con l’emergere di alcune forze centrifughe che chiederebbero di rimanere nell’Eurozona, dividendo il proprio Paese: «Vari Stati Ue hanno fratture interne di questo tipo, in primis Spagna, Belgio e Italia».

E quanto costerebbe uno scenario del genere? «Il declino dei volumi commerciali si aggirerebbe intorno al 50%. Se il deprezzamento della moneta sarà del 60%, la stessa percentuale descriverà le perdite dei depositi bancari del sistema», mettono in guardia gli economisti. Che poi forniscono i numeri che rappresentano l’uscita dall’Eurozona di un «Paese del sud Europa». Solo i «costi iniziali» per cittadino varierebbero dai 9.500 agli 11.500 euro a persona, che si sommerebbero ad altri 3-4mila euro per ogni anno successivo. L’equivalente del 40-50% del Pil. E sono «stime conservative che non calcolano i costi dei disordini civili», si precisa.

E se fosse invece un “Paese forte” ad andarsene, come la Germania? Il quadro cambia abbastanza, anche se il crollo del Pil sarebbe nell’ordine del 20-25% nel primo anno: nessun default sul debito pubblico, nessun assalto alle banche, ma l’apprezzamento (40%) della nuova moneta nazionale «distruggerebbe l’industria esportatrice» (-20% l’export) con conseguenti tensioni economiche e sociali. Ogni tedesco, neonati inclusi, pagherebbe così 6-8mila euro. E altri 3-4.500 euro per ogni anno successivo all’uscita dall’Eurozona. Il costo totale di un default greco o portoghese peserebbe invece per soli mille euro “una tantum” a carico di ciascun tedesco. Infine, Ubs invita a riflettere sul fatto che se «i costi economici della fine dell’Euro sono alti, il prezzo politico è incalcolabile»: violenze, attacchi alle proprietà, svolte autoritarie, perfino guerre civili. Ma gli analisti alla fine tranquillizzano. Le possibilità di collasso dell’Euro sono ancora «vicine allo zero», ma si dovrà andare invece, «lentamente e dolorosamente», verso «un qualche modello d’integrazione fiscale». Alla faccia degli euroscettici e delle loro non-soluzioni.
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Re:
(sylvestro), 9/8/2012 10:30 AM:



Abbandonare l'euro? un disastro sottovalutato



TRIESTE

...

La svalutazione della nuova moneta toccherebbe il 60% rispetto all’euro, prevedono gli analisti. I promessi benefici sull’export sarebbero però nulli «perché l’Ue PECCATO CHE NON ESISTEREBBE PIù UN'UE !!!!!! potrebbe imporre barriere tariffarie pari al 60% o superiori a danno del Paese secessionista». Alla fine, arriverebbero la disgregazione politica e il «disordine civile» che storicamente accompagnano la fine di un’unione monetaria, COME IN ISLANDA !?!? con l’emergere di alcune forze centrifughe che chiederebbero di rimanere nell’Eurozona, dividendo il proprio Paese: «Vari Stati Ue hanno fratture interne di questo tipo, in primis Spagna, Belgio e Italia».

E quanto costerebbe uno scenario del genere? «Il declino dei volumi commerciali si aggirerebbe intorno al 50%. UAUAUAUHAHAHAHAHH !Se il deprezzamento della moneta sarà del 60%,....

bla bla bla



Sylvestro,
Per favore non dare fiato a certe strunzate che non stanno nè in cielo nè in terra.

Non credo che UBS abbia scritto una cosa simile, a mè pare più una licenza poetica del giornalista e dei suoi padroni.

Non posso credere che qualcuno al mondo si prenda la responsabilità di firmare un report simile, tantomeno UBS che uno straccetto di credibilità l'aveva pure almeno sino a questa "perla".

ciao
Mao


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Re: Re:
ziomaoziomao, 08/09/2012 18.19:


...
Non credo che UBS abbia scritto una cosa simile, a mè pare più una licenza poetica del giornalista e dei suoi padroni.

Non posso credere che qualcuno al mondo si prenda la responsabilità di firmare un report simile, tantomeno UBS che uno straccetto di credibilità l'aveva pure almeno sino a questa "perla".
...



Infatti, solito sensazionalismo giornalistico confezionato apposta per i lettori distratti che leggono i titoloni e non approfondiscono le fonti [SM=g1747529]

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08/09/2012 19:38
 
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Re: Re: Re:
(sylvestro), 08/09/2012 19.27:



Infatti, solito sensazionalismo giornalistico confezionato apposta per i lettori distratti che leggono i titoloni e non approfondiscono le fonti [SM=g1747529]





Link al report effettivamente leggendo bene UBS consiglia di affrontare la crisi come fanno i Camerati di "Alba Dorata", rovesciando i banchi di proprietà di "Allogeni in Grecia" al mercato.
Questo porta un incremento del PIL del 20%
Comunque è ad Est il nostro spazio vitale.

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Complottismo? No, Grazie!!!
09/09/2012 20:52
 
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Forum di RischioCalcolato.it - Perchè rimanere nell'euro
Segnalo un documento, The future of the euro - McKinsey, discusso nell'omonimo 3D nel forum di RischioCalcolato.it: Perchè rimanere nell'euro.
Oltre al documento scelgo di riportare anche l'interpretazione di un utente, Russell, che mi sento di condividere.
Post6492

Veniamo al paper di McKinsey.

Conferma esattamente tutto quello che dico:

- L'euroarea non è una Optimal Currency Area.
- Mancano i requisiti della mobilità sul mercato del lavoro, della flessibilità dei prezzi e salari, e i trasferimenti
- In conseguenza di ciò i paesi più deboli vengono stritolati a favore dei paesi più forti, perché quelli più deboli non possono avere la politica monetaria ottimale per quello che è il loro grado di sviluppo, industrializzazione, disoccupazione

Quindi, la moneta unica in Europa è e rimane un errore colossale.

E' evidente che se queste cose ci fossero, l'euro sarebbe meglio sostenibile.

Ma la domanda è: tralasciando la probabilità che questo accada, se mai si verificasse, è qualcosa che dobbiamo auspicare?
Cioé, dobbiamo auspicare giganteschi flussi migratori in uscita verso la Germania e dobbiamo auspicare che, a seguito della nostra totale deindustrializzazione, noi campiamo con i sussidi della Germania (se mai ce li dara?)
E' questo che volete?


Quale sarebbe il senso di tutto questo, vorrei che qualcuno me lo spiegasse.

Riguardo ai costi e alle conseguenze dell'uscita.

Ho chiesto il paper proprio per leggere cosa significasse il break up scenario. Ed è, ancora una volta, lo scenario di una rottura non gestita: "The fourth scenario is a brak-up of the EMU as struggling economies are closed off from access to funds and therefore forced to leave".

Non c'è bisogno di traduzione, credo. Ma è ovvio a tutti che una rottura non gestita crea un disastro.
Bisogna gestirla.

housecrash dice che i trattati non prevedono regole di uscita (e questo dimostra ancora una volta la follia di questi psicopatici che hanno inventato l'euro).

Bene.
Vi comunico che tutte le cose che dovrebbero servire a puntellare la baracca (fiscal pact plus, closer fiscal union) ugualmente non sono previste nei trattati. E infatti l'eurozona sta andando a picco.

Ora, per quale motivo dovrebbe essere possibile creare ora in breve tutti gli strumenti per puntellare la baracca (che non esistono e che comunque non mi paiono tanto desiderabili) e non dovrebbe essere possibile accordarsi su un sistema di uscita concordato e ordinato?

(o magari lo stanno già facendo, ma nel caso non lo sapremmo di certo).

Quindi, se non ci sono i tempi e i modi per negoziare regole di uscita ragionevoli, non c'è neanche quello per fare gli strumenti che non esistono e che dovrebbero tenere in piedi la baracca (in senso letterale)

Non voglio tornare sulla probabilità, ma se la Germania si oppone anche all'acquisto da parte della BCE di titoli di stato sul mercato secondario, mi volete far credere che accetterà trasferimenti fiscali consistenti verso la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l'Italia...? E' veramente il trionfo della speranza

Se un paese (un paese intero, non lo Stato: torniamo alla questione dei deficit delle partite correnti [=debito privato verso l'estero] che sono andati fuori controllo in conseguenza della moneta unica) è sostanzialmente fallito, forse è meglio un concordato fallimentare che non un fallimento traumatico.
Il creditore che ha prestato male (perché non dimentichiamo che qui di mezzo ci sono le banche che hanno erogato cattivo credito) ci perde qualcosa, ma almeno il debitore non muore.

In un sistema ordinato di uscita, ci dovrebbe essere anche una revisione dell'indipendenza delle Banche Centrali dai governi, che tutto mi pare sia stato, tranne che un'idea geniale.

Sarebbe la vittoria del buon senso sulla follia. Certo, una novità da dieci anni a questa parte, almeno nell'eurozona
[Modificato da marco--- 09/09/2012 20:53]
10/09/2012 03:17
 
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Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 9/8/2012 7:38 PM:




Link al report effettivamente leggendo bene UBS consiglia di affrontare la crisi come fanno i Camerati di "Alba Dorata", rovesciando i banchi di proprietà di "Allogeni in Grecia" al mercato.
Questo porta un incremento del PIL del 20%
Comunque è ad Est il nostro spazio vitale.



che centra alba dorata ?
se ti piace tanto il sistema UE dovresti avere argomenti un tantino più realistici, non basta urlare al bau bau.

PS:
Il report di UBS è allucinante nella sua incompletezza e partigianeria...
E' veramente triste vedere un simile decadimento.


[Modificato da ziomaoziomao 10/09/2012 07:35]

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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
10/09/2012 09:58
 
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Re: Forum di RischioCalcolato.it - Perchè rimanere nell'euro
marco---, 09/09/2012 20.52:

...
Oltre al documento scelgo di riportare anche l'interpretazione di un utente, Russell, che mi sento di condividere.



... Ma è ovvio a tutti che una rottura non gestita crea un disastro.
Bisogna gestirla.


...



Russell, bontà sua, sostiene che una uscita unilaterale sarebbe un disastro.

Forse lo avevi scritto anche tu, non ricordo.

Quindi c'e' da mettersi d'accordo su come affrontare i problemi. A quel punto sorge spontanea la domanda: se ci dobbiamo mettere d'accordo perchè farlo in direzione opposta a quella intrapresa e invece non andiamo avanti a completare l'opera?

Vogliamo affrontare il mondo di domani con la nostra NNC (New National Currency) o vogliamo essere parte integrante ed integrata di un progetto di respiro continentale?

Uniti possiamo farcela, uniti possiamo crescere, uniti dobbiamo affrontare le difficoltà, condividere obiettivi, sostenerci l'uno l'altro e contribuire e beneficiare secondo meriti e capacità

Oggi non è così, non ancora, e dobbiamo rimboccarci le maniche per riuscirci.



Mi piacerebbe avere commenti sul paper di McKinsey da chi lo ha letto interamente (non è lunghissimo ed è scritto in tono discorsivo)

[Modificato da (sylvestro) 10/09/2012 10:00]
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10/09/2012 12:25
 
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Re: Re: Forum di RischioCalcolato.it - Perchè rimanere nell'euro
(sylvestro), 9/10/2012 9:58 AM:

Russell, bontà sua, sostiene che una uscita unilaterale sarebbe un disastro.

Forse lo avevi scritto anche tu, non ricordo...

E' chiaro che l'uscita concordata dall'Euro sarebbe di gran lunga preferibile all'uscita unilaterale, ma dubito che sia praticabile, immagina la reazione della gente all'ipotetica notizia della imminente fuoriuscita del paese X dall'Euro. Non penso che siano così sprovveduti al punto di annunciarlo la sera in un TG.
[Modificato da marco--- 10/09/2012 12:26]
10/09/2012 15:39
 
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The "Euro break up" is an Armageddon scenario where the fall out to
economies and markets is likely to be extreme. The break down in trade and
financial markets would provoke a deep recession and uncertainty over asset
values until a new currency regime was established


[Modificato da (sylvestro) 10/09/2012 16:17]
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Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
(sylvestro), 9/7/2012 11:27 AM:


Non so se lo avevi già letto, l'ho trovato abbastanza equilibrato come giudizio, se ti va proponilo come argomento di discussione anche nell'altro forum.
Interessante la spiegazione del perché l'Euro non funziona, leggendo qua è là ho notato che molti economisti concordano su questa osservazione, interessante anche la restante parte del documento. Aggiungo che non detesto chi è a favore dell'Euro, ma chi non ammette che il sistema Euro allo stato attuale funziona male suona decisamente come una presa per i fondelli, e dunque talvolta mi sale un po' la pressione.
Approfondimento su “Euro break up: the consequences” della UBS (Fonte: economia.iobloggo.com - 08/01/2012)

...Incominciamo. “[…]The Euro should not exist”. Così, i tre economisti, Stephane Deo, Paul Donovan e Larry Hatheway, vogliono iniziare il loro lavoro. Ma subito dopo affievoliscono il tono dicendo che l’euro, per come è strutturato, non dovrebbe esistere. Le motivazioni che hanno dato sono ben sviluppate. Partono dal concetto che l’euro non funziona e che necessita di un cambiamento sia nella struttura sia nella membership che lo compone. Infatti, affinché una unione monetaria sia valida ed efficacemente costituita, devono essere soddisfatte due necessarie condizioni tra loro alternative: o le aree soggette all’unione monetaria sono omogenee tra loro, cioè le economie vanno nella stessa direzione, alla stessa velocità con le stesse modalità e tempistiche, oppure le diverse economie sono flessibili e facilmente correggibili per adattarle alle altre. In altre parole i paesi membri devono poter essere confrontabili tra loro e se non c’è omogeneità allora deve esserci flessibilità. Se nessuna delle due ipotesi viene soddisfatta allora alcune zone della unione monetaria soffriranno di una politica monetaria inappropriata. E questo, secondo i tre economisti, è successo fin dai primi anni, con una politica monetaria comune distorta (“biased”) dal fatto che per alcuni membri risultava essere troppo accomodante...
[Modificato da marco--- 10/09/2012 22:59]
11/09/2012 08:03
 
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Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
marco---, 10/09/2012 22.25:

... e dunque talvolta mi sale un po' la pressione ...



Lo capisco, di fronte ad altri che sembrano comportarsi in maniera contraria a quello che riteniamo giusto è dura mantenersi calmi; mi ricordi qualcun altro.

Forse è arrivato il momento di rinnovarsi anche per te, il web corre e ci costringe ad inseguire nuovi modelli, nuovi linguaggi e nuovi stili.

Fai come me [SM=g1750865], prova a cambiare gli avatar e rinfrescare l'immagine [SM=g1747529]

Comunque, se lo farai, ovviamente lo dovrai fare a modo tuo.


Grazie per l'allegato, lo leggerò con interesse [SM=g1747536]
[Modificato da (sylvestro) 11/09/2012 08:03]
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11/09/2012 09:34
 
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Re: Re: Re: Analisi e riflessioni sulla permanenza nella moneta unica
(sylvestro), 9/11/2012 8:03 AM:

Lo capisco, di fronte ad altri che sembrano comportarsi in maniera contraria a quello che riteniamo giusto è dura mantenersi calmi; mi ricordi qualcun altro.

Forse è arrivato il momento di rinnovarsi anche per te, il web corre e ci costringe ad inseguire nuovi modelli, nuovi linguaggi e nuovi stili.

Fai come me [SM=g1750865], prova a cambiare gli avatar e rinfrescare l'immagine [SM=g1747529]

Comunque, se lo farai, ovviamente lo dovrai fare a modo tuo.


Grazie per l'allegato, lo leggerò con interesse [SM=g1747536]

Rispondo nel bar per evitare l'OT: link
05/05/2013 21:43
 
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Uscire dall'euro: i quattro motivi per non farlo (Fonte: economia.panorama.it - di Andrea Telara - 13/03/2013)

L'ipotesi è suggestiva e si è fatta strada da tempo nell'opinione pubblica italiana: bisogna uscire da Eurolandia, liberarci della moneta unica e adottare una valuta nazionale. E bisogna “staccarci dalla mammella” della Banca Centrale Europea (Bce), riacquistando la nostra sovranità economica e consentendo alla Banca d'Italia di stampare moneta. Soltanto così, dicono gli euroscettici, si risolverebbero i problemi dell'Italia, ingabbiata nella trappola dello spread e del rigore di bilancio imposto dalla Germania di Angela Merkel. Peccato, però, che spesso ci si dimentichi dell'altra faccia della medaglia, cioè dei duri contraccolpi che l'uscita dall'euro potrebbe avere invece sulla società e sull'economia del nostro paese. Ecco, di seguito, quattro buone ragioni per tenerci la moneta unica.

IL SUPEREURO SUI MERCATI VALUTARI

TUTTO SULLA CRISI DELL'EURO

LA FUGA DI CAPITALI. L'uscita da un'unione monetaria, con l'adozione di una nuova valuta, è un passaggio tecnicamente difficile che deve avvenire con un'operazione-lampo, gestita nell'arco di poche ore e accompagnata dal blocco provvisorio dei movimenti di capitale. Così è avvenuto, per esempio, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia che negli anni '90, dopo la caduta dei regimi dell'est, avevano mantenuto per qualche anno una traballante unione monetaria. Se l'operazione di uscita dall'euro non viene gestita bene e non rimane confinata nel segreto delle stanze diplomatiche, si rischia una fuga di capitali all'estero. Non appena sarà chiara la volontà dell'Italia di abbandonare la moneta unica, molti investitori saranno infatti spinti a darsela a gambe, spostando le attività finanziarie detenute nel nostro paese verso nazioni con una valuta più forte.

IL DEBITO. Oggi tutto il debito pubblico italiano ha un valore espresso in euro (circa 2mila miliardi). Cosa accadrebbe se il nostro paese adottasse una nuova valuta al posto della moneta unica? I possessori dei titoli di stato (soprattutto gli stranieri che detengono ancora più di un terzo del nostro debito), difficilmente accetteranno di convertire i loro crediti in una nuova moneta che vale meno. In altre parole, chi possiede i Buoni del Tesoro pretenderà che vengano ripagati in euro (cioè nella valuta in cui sono stati emessi), anche a costo di affrontare delle cause legali contro lo stato italiano. Dunque, è probabile che il nostro paese sia comunque costretto a rimborsare l'attuale stock di debito in euro, mentre il suo prodotto interno lordo (pil) sarà espresso in una nuova moneta che vale meno. In questo modo, il rapporto tra debito pubblico e pil (che oggi è poco sotto il 130%) rischia di schizzare verso l'alto alla velocità della luce, magari per superare il tetto del 150%.

LE IMPORTAZIONI. Spesso i fautori dell'uscita dall'euro mettono in evidenza i potenziali benefici che il nostro paese avrebbe adottando una moneta svalutata, come la vecchia lira. In questo modo, infatti, le nostre esportazioni riprenderebbero a viaggiare con il turbo, acquistando grande competitività sui mercati. Ci si dimentica, però, di due cose: innanzitutto, l'export made in Italy non va affatto malissimo e oggi è tornato ai livelli precedenti la crisi economica, nonostante l'esistenza dell'euro. Inoltre, l'Italia non è soltanto una nazione esportatrice ma anche un grande importatore di materie prime. Il deficit energetico del nostro paese, per esempio, è attorno a 65-70 miliardi a causa dell'import di gas e petrolio, il cui valore sui mercati internazionali viene espresso in dollari e si impennerebbe all'improvviso se l'Italia avesse una moneta svalutata. Occorre ricordare, infine, che il nostro paese ha la seconda industria manifatturiera d'Europa, che eccelle in alcuni segmenti come la meccanica industriale, particolarmente bisognosi di materie prime.

L'INFLAZIONE E I TASSI D'INTERESSE. Non appena un paese decide di svalutare la propria moneta, ovviamente corre il rischio di una fiammata dell'inflazione a causa di un maggior costo delle materie prime importate, che indirettamente finiscono nel carrello della spesa. Quando i prezzi aumentano troppo, inoltre, la Banca Centrale di un paese tenta spesso di fermarli aumentando anche i tassi di interesse, cioè il costo del denaro. Al momento, una possibile fiammata inflazionistica non viene considerata tra le conseguenze più gravi dell'uscita dall'euro anche se non va mai dimenticato ciò che è già successo nella storia italiana, soprattutto negli anni '70 e '80. In passato, il nostro paese ha effettuato più volte delle svalutazioni competitive della lira, guadagnandosi però un triste primato: quello di avere dei tassi d'interesse e una crescita dei prezzi altissimi, entrambi a due cifre.
06/05/2013 05:45
 
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Re:
marco---, 5/5/2013 9:43 PM:

Uscire dall'euro: i quattro motivi per non farlo (Fonte: economia.panorama.it - di Andrea Telara - 13/03/2013)

L'ipotesi è suggestiva e si è fatta strada da tempo nell'opinione pubblica italiana: bisogna uscire da Eurolandia, liberarci della moneta unica e adottare una valuta nazionale. E bisogna “staccarci dalla mammella” della Banca Centrale Europea (Bce), riacquistando la nostra sovranità economica e consentendo alla Banca d'Italia di stampare moneta. Soltanto così, dicono gli euroscettici, si risolverebbero i problemi dell'Italia, ingabbiata nella trappola dello spread e del rigore di bilancio imposto dalla Germania di Angela Merkel. Peccato, però, che spesso ci si dimentichi dell'altra faccia della medaglia, cioè dei duri contraccolpi che l'uscita dall'euro potrebbe avere invece sulla società e sull'economia del nostro paese. Ecco, di seguito, quattro buone ragioni per tenerci la moneta unica.

IL SUPEREURO SUI MERCATI VALUTARI

TUTTO SULLA CRISI DELL'EURO

LA FUGA DI CAPITALI. L'uscita da un'unione monetaria, con l'adozione di una nuova valuta, è un passaggio tecnicamente difficile che deve avvenire con un'operazione-lampo, gestita nell'arco di poche ore e accompagnata dal blocco provvisorio dei movimenti di capitale. Così è avvenuto, per esempio, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia che negli anni '90, dopo la caduta dei regimi dell'est, avevano mantenuto per qualche anno una traballante unione monetaria. Se l'operazione di uscita dall'euro non viene gestita bene e non rimane confinata nel segreto delle stanze diplomatiche, si rischia una fuga di capitali all'estero. Non appena sarà chiara la volontà dell'Italia di abbandonare la moneta unica, molti investitori saranno infatti spinti a darsela a gambe, spostando le attività finanziarie detenute nel nostro paese verso nazioni con una valuta più forte.

IL DEBITO. Oggi tutto il debito pubblico italiano ha un valore espresso in euro (circa 2mila miliardi). Cosa accadrebbe se il nostro paese adottasse una nuova valuta al posto della moneta unica? I possessori dei titoli di stato (soprattutto gli stranieri che detengono ancora più di un terzo del nostro debito), difficilmente accetteranno di convertire i loro crediti in una nuova moneta che vale meno. In altre parole, chi possiede i Buoni del Tesoro pretenderà che vengano ripagati in euro (cioè nella valuta in cui sono stati emessi), anche a costo di affrontare delle cause legali contro lo stato italiano. Dunque, è probabile che il nostro paese sia comunque costretto a rimborsare l'attuale stock di debito in euro, mentre il suo prodotto interno lordo (pil) sarà espresso in una nuova moneta che vale meno. In questo modo, il rapporto tra debito pubblico e pil (che oggi è poco sotto il 130%) rischia di schizzare verso l'alto alla velocità della luce, magari per superare il tetto del 150%.

LE IMPORTAZIONI. Spesso i fautori dell'uscita dall'euro mettono in evidenza i potenziali benefici che il nostro paese avrebbe adottando una moneta svalutata, come la vecchia lira. In questo modo, infatti, le nostre esportazioni riprenderebbero a viaggiare con il turbo, acquistando grande competitività sui mercati. Ci si dimentica, però, di due cose: innanzitutto, l'export made in Italy non va affatto malissimo e oggi è tornato ai livelli precedenti la crisi economica, nonostante l'esistenza dell'euro. Inoltre, l'Italia non è soltanto una nazione esportatrice ma anche un grande importatore di materie prime. Il deficit energetico del nostro paese, per esempio, è attorno a 65-70 miliardi a causa dell'import di gas e petrolio, il cui valore sui mercati internazionali viene espresso in dollari e si impennerebbe all'improvviso se l'Italia avesse una moneta svalutata. Occorre ricordare, infine, che il nostro paese ha la seconda industria manifatturiera d'Europa, che eccelle in alcuni segmenti come la meccanica industriale, particolarmente bisognosi di materie prime.

L'INFLAZIONE E I TASSI D'INTERESSE. Non appena un paese decide di svalutare la propria moneta, ovviamente corre il rischio di una fiammata dell'inflazione a causa di un maggior costo delle materie prime importate, che indirettamente finiscono nel carrello della spesa. Quando i prezzi aumentano troppo, inoltre, la Banca Centrale di un paese tenta spesso di fermarli aumentando anche i tassi di interesse, cioè il costo del denaro. Al momento, una possibile fiammata inflazionistica non viene considerata tra le conseguenze più gravi dell'uscita dall'euro anche se non va mai dimenticato ciò che è già successo nella storia italiana, soprattutto negli anni '70 e '80. In passato, il nostro paese ha effettuato più volte delle svalutazioni competitive della lira, guadagnandosi però un triste primato: quello di avere dei tassi d'interesse e una crescita dei prezzi altissimi, entrambi a due cifre.



ma che strunzate !

LA FUGA DI CAPITALI. cucu' ! c'e' gia' stata, percio' c'e' ben poco da far fuggire.

IL DEBITO. I

n altre parole, chi possiede i Buoni del Tesoro pretenderà che vengano ripagati in euro

ahahahaha [SM=j7568] ma chi e' il mongolo che ha scritto una roba simile ?
un pochino di diritto internazionale mai eh !


LE IMPORTAZIONI. chi ha scritto questa roba e' un ritardato mentale. chissa' perche' tutti svalutano, germania ( di fatto ! ),US, giappone, cina, corea, per il gusto di pagare le materie prime di piu' a quanto pare.

L'INFLAZIONE E I TASSI D'INTERESSE.

Non appena un paese decide di svalutare la propria moneta, ovviamente corre il rischio di una fiammata dell'inflazione

OK ! e' un cretino e queste parole lo certificano, mai successo nella storia.

che gionalettismo, che pena.




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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
30/08/2013 14:43
 
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Una scomoda verità sull'euro
Una scomoda verità sull'euro (Published on Jan 11, 2013)

[Modificato da marco--- 30/08/2013 14:49]
22/10/2013 12:17
 
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Ringraziando zummze del forum RC.

In difesa dell'euro (Pubblicato in data 06/09/2013)

[Modificato da marco--- 22/10/2013 12:27]
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