Basta incentivi al settore immobiliare
Barca (Ministro Politiche Territoriali): Mai più incentivi per l’immobiliare
di Maurizio Cannone
19/10/2012
Cosa si può aspettare il settore immobiliare dall’attuale governo?
In un periodo di così forte crisi è legittimo pensare a un aiuto agli operatori?
Domande che gli addetti ai lavori si pongono e che quindi abbiamo girato al Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca.
Signor Ministro, gli operatori immobiliari stanno dimostrando grande tenacia e volontà nel continuare a operare in questo periodo. Il Governo sta programmando iniziative a loro favore?
Barca: Gli imprenditori conoscono meglio del Governo quale strada seguire.
Al legislatore spetta il compito di non imbrigliare queste energie con norme restrittive.
E non servono incentivi.
Lo abbiamo visto in passato, quando sono servite solo agli “estrattori di rendite”, ai faccendieri che hanno affossato le aree economiche a loro vantaggio.
A cosa si riferisce?
R: La storia italiana ci insegna come buoni propositi e opportunità concrete di sviluppo siano naufragate, penalizzate da soggetti che si oppongono allo sviluppo, quelli che chiamo “estrattori di rendite”.
Pensiamo alle pale eoliche o alla creazione di cave estrattive e a tutti i casi in cui il singolo riceve beneficio a scapito della collettività.
Collettività che si trova a dovere gestire il deturpamento del territorio senza averne avuto alcun vantaggio.
Come vi state muovendo allora?
R: Siamo in fase di ascolto delle realtà che operano sul territorio.
Con lo scopo di creare negli ultimi 6 mesi del nostro mandato un documento di programmazione per il periodo 2014-2020, che sarà compito del Parlamento realizzare, sullo sviluppo delle aree interne del Paese.
Entro un mese termineremo la stesura del documento strategico che si svilupperà su 3 linee: la messa in sicurezza del territorio; policentrismo; opportunità di sviluppo.
Piccoli centri come motore del Paese allora?
R: Riteniamo che attivare i piccoli centri sia una necessità e un vantaggio per l’Italia.
La migrazione verso le metropoli è un ricordo del passato.
Ora serve attivare le aree che finora hanno ricevuto meno attenzioni.
Basti pensare al dissesto idrogeologico.
Se i piccoli comuni sono spopolati non possono prendersi cura del suolo.
Senza finanziamenti?
R: Certo.
I finanziamenti, come quelli europei, possono servire per esempio a realizzare un plesso scolastico innovativo, che serva come esempio, come modello da seguire.
Ma non possono pagare il servizio di scuolabus o a costruire tutte le scuole di una regione.
Il normale funzionamento delle attività deve avvenire con mezzi propri.