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Spread

Ultimo Aggiornamento: 06/01/2013 11:27
06/01/2013 10:39
 
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Cos'è e da che cosa dipende?
Le menzogne su Monti salvatore della patria (Fonte: vincitorievinti.com - di Paolo Cardenà - 16/12/2012)

Troppo spesso e fin troppo a sproposito, si sente dire che Mario Monti sia il salvatore della patria e che, grazie alla sua azione di governo, lo spread sia precipitato dai 552 punti del novembre 2011, fino ad arrivare ai 355 di oggi, facendo così risparmiare un bel po' di soldini in termini di interessi sul debito. Ma le cose non stanno esattamente in questi termini, poiché tale supposizione costituisce, in realtà, un falso storico che può essere desunto osservando la seguente immagine che riporta l'andamento dello spread dell'era Monti.



Dall'immagine si osserva agevolmente che il ripiegamento dello spread BTP/BUND, è concomitante con 3 operazioni straordinarie poste in essere, non dal Governo, ma dalla Banca Centrale Europea.
In realtà, dopo un iniziale ripiegamento a cavallo di novembre e dicembre 2011 con l'insediamento di Monti a Palazzo Chigi e il varo del Decreto Salva Italia (che come sappiamo ha salvato assai poco), lo spread riparte fino ad arrivare alla fine di dicembre 2011 in area 515 punti base. Qui, interviene la BCE con la prima operazione di rifinanziamento triennale alle banche europee, innescando così la caduta dello spread. Caduta che prosegue e si accentua dopo il mese di Febbraio, a seguito della seconda operazione della BCE a favore del sistema bancario. Ricordo che la BCE, con queste due operazioni, ha concesso al sistema bancario europeo oltre 1000 miliardi di euro di finanziamenti triennali al tasso dell'1%, e in questo articolo potete trovare ulteriori dettagli.
Nei mesi successivi, a decorrere da marzo, si comprende che la recessione in Italia e nel sud Europa, risulta essere ben più profonda di quanto incautamente preventivato sia dal Governo che da altre (pressoché tutte) autorità sparse per il mondo: dal FMI fino ad arrivare alla Ue. Ma ciò che preoccupa maggiormente i mercati, è l'abbraccio mortale tra banche e stato. Come già abbiamo avuto modo di chiarire nelle righe di questo sito, se da un lato le due operazioni poste in essere nei mesi precedenti dalla BCE (dicembre 2011 e febbraio 2012 N.d.a), hanno avuto il merito di sopperire (almeno parzialmente) alla carenza di liquidità sul circuito interbancario e favorire l'acquisto dei titoli di stato da parte delle banche finanziando così lo Stato -che di lì a poco tempo, altrimenti, avrebbe perso l'accesso ai mercati con conseguenze catastrofiche su scala planetaria- dall'altro, ha favorito l'esacerbazione di un meccanismo perverso per cui le banche finanziatrici del debito sovrano, vedevano diminuire vertiginosamente il valore dei titoli di stato acquistati con le due operazioni LTRO abbattendone il patrimonio, e quindi anche la capacità delle stesse banche di sostenere imprese e famiglie attraverso la concessione di prestiti. Quindi esistevano (esistono ancora) tutte le condizioni per una crisi bancaria che, unità alle sofferenze bancarie derivanti dall'inasprirsi delle condizioni economiche, rischiava di produrre un fallimento sistemico di banche e stato. Fallimento, chiaramente non confinato al solo perimetro nazionale per i motivi che potete ben comprendere. Ecco quindi la corsa dello spread fino ad arrivare 537 punti del luglio scorso, fino a quando il presidente delle BCE Mario Draghi, intervenendo in conferenza stampa, pronuncia queste magiche parole:

"Ho un messaggio chiaro da darvi: nell'ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro. E credetemi: sarà abbastanza".

Questo, imprimerà una caduta repentina dello spread che si consoliderà poi nel mese di settembre, con l'annuncio della creazione del programma OMT con il quale la BCE si è dichiarata disponibile ad acquistare illimitatamente titoli di stato con durata triennale. Pertanto, il ridimensionamento dello spread che tuttavia resta ancora in area di massimo allarme, è dovuto solo ed esclusivamente all'azione delle BCE che, benché con poteri di intervento limitati, costituisce comunque un ottimo deterrente contro la speculazione. Quanto a Monti, gli va senz'altro attribuito il "merito" di aver accelerato, con la sua azione di governo, i tempi che condurranno alla prossima e (allo stato attuale) inevitabile deflagrazione del sistema Italia. I fatti sono questi e tutto il resto costituisce menzogna e pura propaganda di basso profilo.

Vedi anche: Interest Rates - The Most Important Economic Chart of the Year (Fonte: dmarron.com - 21/12/2011)
[Modificato da marco--- 06/01/2013 11:27]
06/01/2013 10:39
 
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Spread: da cosa dipende? L’analisi di Tremonti (Fonte: webeconomia.it - di Giuseppe Briganti - 26/12/2012)

Lo spread fa paura. Un aumento di un punto percentuale vuol dire miliardi in più da pagare in interessi. Proprio sull’onda della paura per lo spread Berlusconi fu costretto alle dimissioni, proprio il proposito di calmierare lo spread ha rappresentato la fonte di legittimazione principale per il governo Monti. Il presidente tecnico si arroga il merito di aver normalizzato lo spread. C’è però qualcosa che non torna.

Lo spread è, nel giro di quest’anno, salito di tanto in tanto anche in pieno “montismo”. Anzi, qualche mese fa si è raggiunto il livello di fine-governo Berlusconi. Un’altra contraddizione è che, in verità, lo spread medio sotto il governo tecnico (350 punti) è sì molto più basso dell’ultima fase berlusconiana (550 punti) ma è anche incredibilmente più alto della media sotto il governo Berlusconi al netto della “terribile fase finale” (113 punti).

Alcuni credono che lo spread non dipenda dalla situazione esterne. Berlusconi ha fatto sempre il Berlusconi sia quando lo spread era 113 sia quando era a 550. Monti, analogamente, ha fatto sempre il Monti sia quando lo spread era a 287 (punto più basso raggiunto sotto il governo tecnico) sia quando lo spread era a 540 (punto più alto).

Tremonti, ministro dell’economia sotto il governo Berlusconi, ha analizzato la situazione durante la puntata del 13 dicembre di Servizio Pubblico. Ha esposto una teoria scomoda e in contraddizione con le interpretazioni che si leggono sui giornali. Lo ha fatto utilizzando termini molto suggestivi.

L’opinione di Tremonti è che lo spread non c’entri nulla con quello che si fa e si decide dentro gli Stati. Il nucleo della questione è il comportamento della Banca Centrale Europea, che fa capo all’italiano Mario Draghi. “Lo spread dopo gennaio del 2012 è sceso di molto perché Draghi ha prestato alle banche – non ai cittadini o alle imprese ma alle banche – un trilione di euro (1000 miliardi di euro ndr) che è una cifra folle. Ciò ha portato in tutta l’Europa un crollo dello spread. Quando l’effetto di questa droga è finito, lo spread è risalito”.

Per capire queste parole è necessario indagare sul motivo di questo prestito così generoso e così conveniente (l’interesse è dell’1% inferiore persino all’inflazione). Semplicemente, la BCE ha dato alle banche nazionali l’opportunità – secondo alcuni addirittura l’ordine – di comprare il debito dei propri paesi. Lo scopo è intuitivo: far recuperare i soldi a Francia e Germania che, a ben vedere, detengono il debito di mezza Europa. Insomma, dietro lo spread e la BCE ci sarebbe la longa manus dei due paesi più potenti dell’Unione Europea. Ci sarebbe un calcolo particolaristico di un paese rispetto all’interesse generali dell’UE.

Tremonti ha avvertito e ha posto in essere un ulteriore problema. “Questo trilione di euro dovrà essere restituito. Chi lo farà? I cittadini ovviamente”.
[Modificato da marco--- 06/01/2013 11:26]
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