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laplace77, 17/12/2010 11.24:

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ottimo...


ci sarebbe da invitare qua anche l'urbanista che parlava dei "prezzi che non scendono altrimenti ci sarebbe il default generalizzato delle banche", lo stesso che chiude parlando del palloncino che "prima di vederlo totalmente sgonfio, avremo qualcuno che ci illudera' che e' gonfio"



non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, anche perche' e' un po' che lo andiamo dicendo...

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Ehm, io avrei qualche remora nei suoi confronti.
Si tratta di un urbanista "di chiara fama" da quello che ho letto nei libri universitari. Ma ho anche seguito di striscio le vicende e sopratto gli esiti dei suoi Piani Regolatori Generali di Latina e Anzio (RM).

A parole Cervellati sembrerebbe addirittura profetico. Nel settembre 2006 diceva:

Professore, stiamo assistendo a Latina ad un boom dell'edilizia, che però non corrisponde ad una crescita demografica, aspetto che lei ha sottolineato nel corso dell'incontro. È ancora più urgente quindi l'attuazione di un piano regolatore?
«In tutte le città è sempre necessario pianificare e per pianificare bisogna avere un'idea di città. Oggi si stanno costruendo case come se si avesse una macchina con il motore in folle, che consuma benzina ma non va avanti. Si stanno costruendo case con un appesantimento che renderà sempre più difficile costruire una città nel senso vero del termine».

Perché accade questo e non viene applicato il piano regolatore?
«A questo per fortuna non devo rispondere io, non so i motivi perché non si voglia applicare. Ma sono certamente molteplici: oggi c'è questa bolla edilizia che investe l'occidente, in cui, attraverso le case, si possono ottenere dei mutui e più case faccio più mutui ottengo, e con questi soldi posso poi comprare altre cose».
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Lei ha proposto una moratoria: non costruiamo più case finché non viene approvata una regolamentazione. Era provocatoria?
«La moratoria è sempre provocatoria, perché nessuna Amministrazione, specie in tempi elettorali, la vorrà fare. Però oggi, se non vogliono attuare un piano, non vogliono approvare un piano e si rinvia la bella architettura al concorso di idee, si abbia almeno il coraggio di dire "non provochiamo ulteriori danni". Quindi non si costruisce, non si fanno "variantine ad hoc", si blocca, tanto le case per coloro che hanno bisogno di una casa, ovvero le giovani coppie o i single che non hanno i soldi per comprarla (anche perché costano sempre di più), non ci saranno mai, perché non si costruisce edilizia pubblica. Noi che ce l'abbiamo, non abbiamo bisogno di averne altre: ecco che non si creano disastri totali. La città vive se noi riusciamo a farla vivere, cioé se noi diamo alla città il senso di appartenenza di chi ci abita, l'orgoglio di abitare in una città e non in una periferia».



Bene, bravo, ma in pratica come ha agito?
Per Latina posso solo fare delle supposizioni. L'accantonamento del suo controverso PRG forse è avvenuto per impedire l'attuazione di quanto di buono ci potesse essere nella parte riguardante il Centro. La bocciatura al TAR potrebbe essere stata solo un pretesto per continuare a procedere a colpi di Variante (purtroppo) da parte dei soliti noti. Preferisco non approfondire perché non ne conosco bene i contenuti e rischio un OT scivolosissimo.
Ma il vigente PRG di Anzio porta la sua firma, e l'attuale sviluppo della Città ne è la conseguenza. Una marea di villette che contrastano con quanto detto da lui in una famosa intervista a "Repubblica" del 2009.
Questa perplessità non è solo mia. Ecco cosa scriveva un giornale locale del Litorale:

«Sul numero di Repubblica di giovedì 29 marzo è apparsa una mirabolante intervista del Prof. Cervellati illustre urbanista e autore del nuovo Piano Regolatore di Anzio, che ha scatenato la terrificante colata di cemento che tuttora perversa inarrestabile.
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Se accanto non apparisse la foto di un sorridente Pierluigi Cervellati, si stenterebbe a credere che l’intervistato sia proprio l’autore di quel Piano Regolatore che ha dato vita all’edificazione di quella che può essere considerata una delle maggiori “villettopoli” italiane. Si potrebbe forse pensare che il Professore avesse elaborato a suo tempo un Piano del tutto diverso, alterato dai suoi collaboratore e che non se ne sia accorto al momento di firmarlo. Resta incomprensibile come in quattro anni non abbia avuto il tempo per un giro nel nostro territorio, che gli avrebbe consentito di ammirare lo scempio edilizio in atto e magari suggerire qualche azione correttiva, anche se tardiva.
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fabio