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La nuova legge sull'editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2013 15:12
19/10/2007 09:24
 
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Vi chiedo scusa per la segnalazione di questo articolo OT, la situazione mi sembra tuttavia molto preoccupante pensando alle limitazioni che impone in fatto di libertà d'espressione, cosa ne pensate? [SM=g7626]

Naturalmente, qualora dovessero costringerci a chiudere forum, blog o quanto altro abbiamo sempre la possibilità di aprirne un nuovo in un server collocato al di fuori della nostra nazione, la rete è mondiale! [SM=j7569]

Qualcuno di voi forse ricorderà, ai tempi del secondo forum sulla bolla immobiliare, che io proposi di aprire il forum su di un server non italiano... lungimiranza? [SM=g7628]

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Fonte: civile.it - 19/10/2007

La nuova legge sull'editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche

Non finiscono mai di provarci, da qualsiasi orientamento politico provengano.

Il web e' libero nel mondo ma in Italia bisogna subordinarlo ad una iscrizione al Roc.

Spieghiamo bene.

Il disegno di legge sull'editoria presentato il 3 agosto 2007 dal Governo, bravi, propone:

Al link indicato il testo normativo proposto.


LE REGOLE PROPOSTE

Capo I Il prodotto e l’attività editoriale

Art. 2 (Definizione del prodotto editoriale)

1. Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

2. Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico.

3. La disciplina della presente legge non si applica ai prodotti discografici e audiovisivi.

Art. 5 (Esercizio dell’attività editoriale)

1. Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative

Art. 7 Attività editoriale su internet)

1. L’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale su internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

2. Per le attività editoriali svolte su internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni.


COME FUNZIONA OGGI

Oggi e' prodotto editoriale quello realizzato da una casa editrice, una impresa cioe' che chiede in Prefettura l'iscrizione nel registro degli editori con una semplice dichiarazione, e con indicazioni idonee nell'attività svolta al momento dell'iscrizione alla Camera di Commercio.

Chi ha un prodotto editoriale puo' registrare al Roc, registro operatori di comunicazione presso l'autorità per le comunicazioni, il proprio sito web.

Chiederlo non e' obbligatorio se non si e' editori. E' invece necessario se si vogliono contributi pubblici.

La nozione di prodotto editoriale e' vincolata al lucro.

L'iscrizione al Roc impegna in una dichiarazione annuale su come e quanto si guadagna e al pagamento di diritti annuali in rapporto agli stessi. L'iscrizione al Roc ha tempi biblici: ci si trova l'anno dopo ad utilizzare un modulo elettronico che chiede il numero di registrazione al roc, senza che voi sappiate ancora qual'e'. E vi resta la raccomandata sperando in bene. (accetto rettifiche, naturalmente).


COME DIVENTERA'

La proposta e' semplice: diventa prodotto editoriale anche "la cosa" fatta senza scopo di lucro. Pensiamo al blog di Grillo: e' tutto gratuito, vende i propri cd, ma il sito e' tutto gratuito, e lui non e' impresa.

Con la nuova dizione il sito, anche gratuito, anche gestito da un privato, diventa prodotto editoriale. Ogni blog personale diventa prodotto editoriale, soggetto alla normativa sulla stampa, con limitazioni in caso di sequestro, ma responsabilità penali aggravate in caso di denuncia penale.

L'attività editoriale diventa tale anche se svolta da non imprenditori. Basta pubblicare su internet.

All'art.7 abbiamo una meravigliosa incapacità di essere imprecisi, consentendo interpretazioni estensive della responsabilità dei singoli, contrariamente a quanto afferma il codice delle comunicazioni per cui solo chi e' autore di uno scritto risponde, non chi lo distribuisce (come telecom non risponde per le telefonate ingiuriose). Vediamo l'art. 7:

"1. L’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale su internet rileva anche ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa."

Cosa significa rileva ? Significa che io blogger mi devo iscrivere al roc con tutti gli adempimenti del caso ?

"2. Per le attività editoriali svolte su internet dai soggetti pubblici si considera responsabile colui che ha il compito di autorizzare la pubblicazione delle informazioni."

Cosa significa autorizzare ? Consentire ? Controllare ?

Autorizzare puo' anche essere letto come chi predispone il servizio che permette ad altri di scrivere in pubblico.

E cosi' tutti i blogger saranno responsabili per il commento lasciato da un lettore.


L'ITER DELLA NORMA

Il Governo l'ha appena approvata.


CONCLUSIONI

Potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico.

Su internet il controllo e' piu' facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sara' il modo migliore per far finire l'internet Italiana.

Ricordate: il disegno di legge e' uscito in pieno agosto 2007. Come tutte le leggi che vogliono migliorare la vita di noi tutti.
19/10/2007 09:34
 
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vogliono censurare l'informazione su internet ... in modo che i politici possano continuare a fare i loro porci comodi ... banche comprese... [SM=j7569] [SM=g7626] [SM=g7605]
19/10/2007 10:36
 
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Direi di fare come si è fatto per la precedente norma che chiedeva di inviare una copia di tutti i blog (considerati come stampa) alla biblioteca di Firenze.

In pratica fregarsene.

E' una norma impraticabile anche perché tenendo presente che solo la comunità di splinder ha 313811 blog aperti quale ufficio pubblico può registrarli tutti (ed è solo splinder.com)
Se ci sommiamo forum e altro otteniamo cifre da capogiro, non penso che tutti questi attori abbiano voglia e tempo da perdere al ROC (oltre magari pure qualche gabella)
19/10/2007 10:53
 
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piu' tasse e piu' censura

su PuntoInformatico la mettono in termini di tassa:

Il Governo vara la Internet Tax


il discorso della censura e' ben piu' ampio e grave...

...questa legge eventualmente e' un aiuto alle censure mediante querela


vedere ad esempio il caso di Vajont.org (sempre da PI)



PS: questa legge pare fare il paio con quella americana, anzi Bushista:
Dietro al blogger, il terrorista


PS-2: alle brutte andiamo tutti da Putin... bullet-proof hosting suona bene!
RBN: ma quale mafia? Noi che denunciamo tutti



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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
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DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
19/10/2007 13:46
 
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Aggiungo:

L'ultimo passo per rendere internet più libera che mai è togliere la sua infrastruttura dalle mani di pochi e metterle nelle mani di tutti.
Se la rete come supporto fisico fosse nostra qualsiasi legge varata non avrebbe senso perché nessuno potrebbe controllare o imporre nulla.
19/10/2007 16:16
 
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QUALCUNO VUOLE ZITTIRE LA LIBERA INFORMAZIONE !!!!!
Una legge per tappare la bocca ad Internet e a tutti i blog.

Dal sito di Beppe Grillo

"Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico."

www.beppegrillo.it

[Modificato da frank-- 19/10/2007 16:22]
19/10/2007 19:04
 
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La cosa non mi stupisce affatto.............
E' proprio così, il nostro paese si sta contraddisinguendo come il più vergognoso a livello di libertà di parola ed è solo l'apice di una serie di prevaricazioni che entrambi gli schieramenti politici hanno intrapreso ormai da diversi anni.
Tutti voglio controllare il proprio orticello in maniera scientifica e, come ho già espresso più volte ,non si rendono conto che oltre apparire ridicoli agli occhi del mondo, sono anche completamente avulsi dalla realtà e di mentalità paleolitica.
Bisognerebbe contestare fortemente questa presa di posizione a livello europeo, in quanto ,non è pensabile costruire un progetto eurozona avendo come palla al piede legislatori che ci trascinano in una censura di regime antitetica alla filosofia degli altri paesi associati.
Comunque i miei timori sin dall'apertura di quest'ultimo Forum si sono dimostrati per l'ennesima volta fondati e vi assicuro che se l'Europa non prenderà posizioni serie ed efficaci ,tra meno di qualche mese i miei post li scriverò dalla Finlandia.
VERGOGNA::::::::::VERGOGNA::::::::::::VERGOGNA!!!!!!!!!!






[Modificato da grella 19/10/2007 19:09]
--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
19/10/2007 19:37
 
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Ciao a tutti.
Visto che questo scandaloso problema riguarda tutte le persone dal pensiero libero,come chi partecipa ai vari forum,con i piu'svariati argomenti,chiedo se non sia possibile bypassare le varie discussioni(specialmente questa)in un altro sito,che si trova in qualche località dell'europa in cui vi è la libera informazione così li possiamo fregare Noi una volta sti arruffoni di politicanti [SM=g7576]
04/12/2008 17:04
 
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Fonte: Città Oggi Web - 04/12/2008

Berlusconi: “Proporrò al G8 di regolamentare internet”

Già sul piede di guerra i blogger italiani

Dal Web Durante la visita al polo tecnologico delle Poste Italiane, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha colto occasione per lanciare una nuova iniziativa che, sempre nell’ambito delle nuove tecnologie, mira però a raccogliere un ampio consenso, addirittura quello dei Capi di Governo che andranno a riunirsi il prossimo G8, fissato a gennaio proprio sotto la presidenza dell’Italia.
Questo l’annuncio del Premier: “A gennaio l'Italia presiederà il G8. In quell'occasione porteremo al tavolo dei Grandi una proposta di regolamentazione di Internet, visto che manca in questo settore una regolamentazione uniforme”. La sede di discussione sembra quantomai appropriata perché, come fanno notare fonti vicine all’esecutivo, “un fenomeno globale come la rete web non può che essere discusso a livello globale”.

Vero è che la stragrande maggioranza delle nazioni ha fin’ora seguito la linea di principio secondo la quale non può essere negato il diritto soggettivo dei cittadini di accedere alla rete: quindi, attualmente soltanto alcuni regimi totalitari (Cina, Iran, Cuba, Arabia Saudita) pongono filtri o restrizioni alle attività in internet. Per quanto riguarda l’Unione Europea, il deputato Guy Bono col Daniel Cohn-Bendit hanno presentato in Parlamento il cosiddetto “emendamento 138”, volto a negare esplicitamente ogni forma di restrizione alla libertà degli utenti. Il successivo ritiro della norma è stato forse influenzato dal Presidente francese Sarkozy, che invece vorrebbe una legislazione molto severa per difendere la proprietà intellettuale, in particolare il diritto d’autore (in senso lato, dal momento che viene quasi sempre ceduto alla casa produttrice) conosciuto come copyright: in linea con la politica francese, si ipotizza quindi che Berlusconi vorrebbe fermare il fenomeno del peer-to-peer a livello mondiale, onde fermare quello che le industrie discografiche e del cinema percepiscono come una vera piaga.

Ben altre le ipotesi che circolano proprio sulla rete italiana, cui mancava solo questa dichiarazione per un’ulteriore alzata di scudi. La preoccupazione espressa sui vari blog, forum e siti nazionali è che, seppure la proposta non dovesse trovare riscontro all’estero, in Italia verrà comunque messa in atto una qualche forma di limitazione ai diritti degli internauti.
In tal senso molti utenti hanno già recepito il progetto di legge presentato alla Camera dall’onorevole Levi del PD (DDL n.1269), riabattezzato “decreto ammazza-blog”: la paura dei blogger è che i loro siti, seppure personali, rientrino nella definizione di “esercizio dell’attività editoriale” (art. 1: “per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e alla distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria.
L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative.”) e vengano perciò sottoposti all’obbligo di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione), pena l’incorrere nel reato di stampa clandestica (per cui è stato recentemente condannato lo storico Carlo Ruta, curatore del sito “AccadeInSicilia”).
Proprio nella giornata di oggi, 4 dicembre, molte pagine web verranno volontariamente oscurate in segno di protesta, in aderenza all’iniziativa “Salva i blog! No al DDL Levi n.1269!” lanciata dal gruppo “Netizen clandestino”.
Si presuppone che, qualunque progetto di regolamentazione abbia in serbo il Premier Berlusconi, difficilmente gli utenti italiani l’accetteranno senza riserve.
04/12/2008 17:04
 
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Fonte: Il Sole 24 ORE - 04/12/2008 - di Elysa Fazzino

Regolare Internet: su El Pais i blogger difendono la libertà della Rete

Una proposta al G8 per regolamentare Internet nel mondo: l'annuncio del premier italiano Silvio Berlusconi rimbalza sui siti spagnoli grazie a un lancio dell'agenzia Efe. El Pais pubblica un breve articolo di cronaca e mette strategicamente in fondo una frase del presidente del Consiglio: «Precedentemente, il Cavaliere aveva promesso che la Rete sarà "un foro aperto a tutto il mondo"».
E' la scintilla che innesca decine di commenti dei lettori, per lo più critici. «Internet sarà sempre libera, perché è globale e non si può controllare qualcosa che riguarda tutti e ciascun Paese del mondo», scrive un lettore che si firma "Libertà digitale inespugnabile". C'è chi esprime diffidenza per una misura proposta da chi controlla gran parte dei media in Italia: «Controllare periodici, reti televisive e ora Internet! E questa è una democrazia?», sbotta "diego-tauro". «Come sempre, la destra vuole evitare la circolazione delle idee. Internet è un foro aperto a tutto il mondo, di fatto è il più democratico che possiamo avere in questi tempi di cinismo oscurantista» osserva "Abraham Barrera".
C'è chi evoca il Grande Fratello, mentre "Al" contro-propone che la rete controlli il G8 e "luisfer5000" si chiede: «E chi regola Berlusconi?». C'è anche qualche commento positivo: «Questa super-autostrada ha bisogno di semafori, come il sistema finanziario mondiale e la camorra. Indipendentemente dal fatto che Berlusconi non è il mio tipo, applaudo la misura», afferma "Farrar". Il commento di "pazzi" la butta sul ridere: «E' chiaro: poiché un'altissima percentuale del traffico su Internet è porno, e (Berlusconi) vuole tassare il porno…tutto combacia».
L'articolo pubblicato su El Pais invece non fa commenti nel riferire le dichiarazioni di Berlusconi: nella prossima riunione del G8 che si terrà nell'isola della Maddalena, l'Italia farà la proposta «di regolamentare Internet nel mondo. A Internet manca una regolamentazione». C'è un capoverso di spiegazione: «La regolamentazione internazionale di Internet è una faccenda complicata ancora irrisolta nell'agenda della comunità internazionale, dato che l'ambito virtuale della Rete rende difficile e, talvolta, elude l'applicazione delle leggi di ciascun Paese». Il testo della notizia pubblicato dal sito spagnolo Abc va oltre, specificando che uno dei problemi è l'abitudine di scaricare da Internet contenuti culturali coperti dal diritto d'autore.
Berlusconi, continua El Pais, ha sostenuto che «il luogo ideale per regolare Internet è il G8 e non l'Onu, dove c'è una "moltitudine" di Paesi e non si possono fare accordi». «In gennaio – si legge sul sito – presiederò per la terza volta il G8, che sarà un G20», perché alla riunione saranno rappresentati «l'80% dell'economia e il 72% della popolazione mondiale».
e a difesa della libertà del world wide web.
04/12/2008 17:05
 
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Che dite? Ci stanno riprovando? [SM=g7626]

Vedi anche: RIMOSSO IL SITO DI GUIDO

Marco
04/12/2008 17:47
 
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marco---, 04/12/2008 17.13:

Ne avevamo già parlato, internet infastidisce, ci stanno riprovando? [SM=g7626]
Che ne dite? Eventuali commenti nel relativo topic: La nuova legge sull'editoria del Governo obbligherà tutti i blog e i siti a diventare testate giornalistiche

Marco




Chiediamo aiuto a chi la pensa diversamente da Berlusconi
Obama facebook Invitiamolo a lanciare un monito... cosi i nani si danno alla macchia! Make history!
Grillo ha un'iniziativa in corso per fermare la censura di internet! (in firma i dettagli)

Yes We Can!
mentre i nostri politici: Mancu Li Cani!

04/12/2008 21:30
 
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Re:
giulioc2, 12/4/2008 5:47 PM:




Chiediamo aiuto a chi la pensa diversamente da Berlusconi
Obama facebook Invitiamolo a lanciare un monito... cosi i nani si danno alla macchia! Make history!
Grillo ha un'iniziativa in corso per fermare la censura di internet! (in firma i dettagli)

Yes We Can!
mentre i nostri politici: Mancu Li Cani!

Mi auguro vivamente di no, ma se l'iniziativa andrà avanti questo sarà un grande passo indietro rispetto alla libertà in senso generale.
So di non affermare niente di speciale ma il problema è evidente, internet è uno strumento molto potente e poco costoso che permette alla gente di evolvere troppo rapidamente, in questo modo, sebbene solamente in parte, si eluderebbe il controllo mentale esercitato dai media.

Noi crediamo di essere liberi... ma non lo siamo affatto.

Marco
[Modificato da marco--- 04/12/2008 21:32]
05/12/2008 01:56
 
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Re: Re:
marco---, 04/12/2008 21.30:

Mi auguro vivamente di no, ma se l'iniziativa andrà avanti questo sarà un grande passo indietro rispetto alla libertà in senso generale.
So di non affermare niente di speciale ma il problema è evidente, internet è uno strumento molto potente e poco costoso che permette alla gente di evolvere troppo rapidamente, in questo modo, sebbene solamente in parte, si eluderebbe il controllo mentale esercitato dai media.

Noi crediamo di essere liberi... ma non lo siamo affatto.

Marco



Ora capisco la mossa di Grillo:

"Non vado via per sfuggire alle tasse"

Grillo prende casa a Lugano per rischio oscuramento blog

Il comico all'ADNKRONOS: "Ogni mese c'è qualche 'leggina' che riduce le libertà". E spiega di "aver già "trasferito i master del suo diario on line". Giulietti (Art.21): "Spero che nessuno metta le mani sulla rete"Merlo (Pd): "Spieghi le motivazioni". Lainati (Pdl): "E' ricco e può permettersi un rifugio in Svizzera" Gasparri (Pdl) parla di "propaganda orchestrata a tavolino"
www.adnkronos.com


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17/12/2009 09:51
 
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Internet infastidisce molto
Torna la censura: il Governo prova a castrare internet (Fonte: valdagri.net - 17/12/2009)

Italia come Cina, Iran e Emirati Arabi Uniti: informazione filtrata, anzi “bloccata”… E’ questo quel che vuol fare il nostro Governo, con rigide norme sulle manifestazioni online.
Misure drastiche quelle che ha annunciato il ministro degli Interni Roberto Maroni, "misure più adeguate e urgenti" in cui rientreranno anche le dimostrazioni pubbliche.
Alcuni provvedimenti riguardano l’attribuzione al Gip di adottare provvedimenti cautelari quando si ravvisi l’urgenza di un intervento, sanzioni pecuniarie per chi commette in rete istigazione a delinquere e apologia di reato e attivazione di filtri internet verso quei siti che istigano alla violenza o fanno apologia di reato.
Nel frattempo la rete insorge. La paura maggiore è quella di una nuova censura, di un nuovo corso storico in cui non è più possibile esprimere le proprie idee liberamente... uno stato in cui la libertà di pensiero è lesiva per ciascuno di noi.
Lo stesso Beppe Grillo ha affermato che sono tutti “tentativi di intimidazione: quando la politica ha paura dei cittadini è una politica morta”. Anche Franco Bernabé, amministratore delegato di telecom, ribadisce che “Internet è il regno della libertà e non della costrizione: costringerlo dentro un vincolo di tipo giuridico è una contraddizione in termini, significa non sapere cosa è internet e la sua evoluzione”.
Da Roma il ministro Casini ha dichiarato che "mettere le mani su internet è pericolosissimo… guardiamo all’esempio degli USA [...] dove Obama riceve intimidazioni inaccettabili su Internet, ma dove a nessuno è mai venuto in mente di censurare, in un grande paese di democrazia liberale".
In realtà le misure di Maroni e del Pdl sembrano un pretesto utile per varare "misure urgenti ed eccezionali" per bloccare un canale informativo davvero democratico, libero e accessibile.
Basterebbe infatti far rispettare le leggi già in vigore, applicandole a tutti senza distinzioni di ceto sociale, appartenenza politica e appartenenza sociale, senza la necessità di una censura.


Marco
[Modificato da marco--- 17/12/2009 09:52]
17/12/2009 14:29
 
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Ranch in Texas
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l'apologia di reato non esiste più nel nostro codice da almeno vent'anni. Reintrodurre i reati d'opinione significa che ci converrà emigrare in Congo.

Ad ogni modo, non è che finora ci sia stata tutta questa libertà, almeno in certi spazi virtuali.
Avevo un blog molto frequentato sulla piattaforma Libero (indovinate di chi è) che mi è stato bannato nel 2007 con un pretesto ridicolo (istigazione all'uso di droga) e poi mi è stato restituito dopo sollevazione di popolo (petizioni ovunque in mio favore, mi sono sentita una vera star! [SM=g7574] ); dopodichè mi è stato ri-bannato in via definitiva all'inizio del 2009, semplicemente perchè avevo criticato la gestione del portale e i banning continui dei blog "fuori dal coro". Addirittura in quell'occasione mi hanno bannato anche l'user-id, onore che spetta solo ai peggiori, cioè a chi si macchia di veri reati. E dire che neanche parlavo di politica, facevo semplicemente l'artista e le cose pubblicate sono state esposte in gallerie pubbliche... Avevo pensato di rivolgermi al garante per l'editoria per l'abuso subìto ma poi, sfiduciata, ho rinunciato.
Insomma, ci sono piattaforme in cui i blog vengono bannati con una certa facilità (forse giusto wordpress fa eccezione).
____________________________________________________

La casa è un sentimento.

°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°
17/12/2009 14:39
 
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Re:
TobaccoFlower, 12/17/2009 2:29 PM:


l'apologia di reato non esiste più nel nostro codice da almeno vent'anni. Reintrodurre i reati d'opinione significa che ci converrà emigrare in Congo.

Ad ogni modo, non è che finora ci sia stata tutta questa libertà, almeno in certi spazi virtuali.
Avevo un blog molto frequentato sulla piattaforma Libero (indovinate di chi è) che mi è stato bannato nel 2007 con un pretesto ridicolo (istigazione all'uso di droga) e poi mi è stato restituito dopo sollevazione di popolo (petizioni ovunque in mio favore, mi sono sentita una vera star! [SM=g7574] ); dopodichè mi è stato ri-bannato in via definitiva all'inizio del 2009, semplicemente perchè avevo criticato la gestione del portale e i banning continui dei blog "fuori dal coro". Addirittura in quell'occasione mi hanno bannato anche l'user-id, onore che spetta solo ai peggiori, cioè a chi si macchia di veri reati. E dire che neanche parlavo di politica, facevo semplicemente l'artista e le cose pubblicate sono state esposte in gallerie pubbliche... Avevo pensato di rivolgermi al garante per l'editoria per l'abuso subìto ma poi, sfiduciata, ho rinunciato.
Insomma, ci sono piattaforme in cui i blog vengono bannati con una certa facilità (forse giusto wordpress fa eccezione).

Non sapevo della questione sull'apologia di reato, l'esperienza che hai riportato fa riflettere, mi auguro che in un futuro relativamente vicino non si proceda oltre nella direzione della limitazione della libertà d'espressione di ogni singolo individuo strumentalizzando eventi, situazioni e quanto altro.

Marco
17/12/2009 16:53
 
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Re: Re: Re: Re:
dgambera, 17/12/2009 16.48:




Allora non è l'"apologia di reato" che non esiste più, ma l'apologia di reati minori, tra cui quelli di opinione, giusto?



sì praticamente li hanno tolti tutti tranne l'apologia di nazifascismo e di delitto. cioè oggi sono libero di dire quello che voglio tranne incitare all'uccisione altrui o alla ricostituzione del partito fascista.
____________________________________________________

La casa è un sentimento.

°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°.°
28/01/2010 08:59
 
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Norma per la censura sulla rete (Fonte: inviatospeciale.com - 28/01/2010)

L’allarme lanciato anche dall’americano HeraldTribune.com. In Italia l’argomento è tuttora semi-clandestino.
In un articolo pubblicato il 23 gennaio scorso e firmato da Colleen Barry si legge: “Silvio Berlusconi sta agendo per estendere il proprio controllo dei media al mondo di internet di Google e Youtube, da sempre libero. Spingendosi oltre rispetto agli altri governi europei, il governo del presidente del Consiglio ha preparato la bozza di un decreto che renderebbe obbligatoria la verifica preliminare dei video caricati dagli utenti su siti quali Youtube, di proprietà di Google, e la francese Dailymotion, così come su blog e siti di informazione online”.
L’articolo continua: “Google, le organizzazioni per la tutela della libertà di stampa e i gestori di servizi di telecomunicazioni chiedono modifiche alla bozza di decreto per evitare che il provvedimento, dall’iter breve, entri in vigore già il 4 febbraio. Ritengono, infatti, che il decreto limiterebbe la libertà di espressione e renderebbe obbligatorio il compito, tecnicamente molto impegnativo, se non impossibile, di monitorare ciò che ogni singolo individuo carica su internet. Secondo Reporter Senza Frontiere il provvedimento potrebbe costringere i siti internet a dover richiedere delle licenze per operare in Italia”.
Ma in cosa consiste esattamente la legge prevista dal governo italiano? HeraldTribune.com la spiega in questo modo: “Il decreto di 34 pagine rende obbligatorio il controllo preventivo di qualsiasi contenuto potenzialmente pericoloso per i minori, come pornografia o eccessiva violenza e richiederebbe ai gestori dei servizi di telecomunicazioni di chiudere i siti internet che non rispettino tali norme, rischiando in caso contrario sanzioni fra i 210 e i 210.960 dollari [circa 150 - 150.000 euro, ndt]. Secondo la bozza, il controllo dovrebbe essere svolto da “una authority”, senza ulteriori particolari, sollevando domande fra i difensori della libertà di stampa riguardo le modalità con cui potrebbe venire implementato”.
Il quotidiano americano, dopo aver citato Reporter Senza Frontiere che ha giudicato le misure italiane come “un’altra minaccia alla libertà d’espressione in Italia”, racconta: “La bozza di decreto è stata redatta a metà dicembre, più o meno mentre l’impero mediatico fondato da Berlusconi annunciava una richiesta per danni di almeno 779 milioni di dollari (500 milioni di euro) nei confronti di Youtube e Google per presunto uso improprio di video che aveva prodotto. La mossa è una risposta a una direttiva dell’Unione europea del 2007 volta a creare una normativa per i media, ma solo l’Italia l’ha interpretata col significato di mettere in difficoltà le società su Internet”.
Adombrando un nuovo capitolo dell’annosa ed irrisolta vicenda che riguarda il conflitto di interessi del premier, Barry scrive: “Il decreto sfida anche e per sua stessa natura il modello d’affari adottato da Youtube, condiviso anche da altre piattaforme che offrono servizi di hosting, basato sulla facoltà data agli utenti di caricare video senza essere controllati. Questo principio è al centro del processo di Milano nel quale 4 funzionari di Google sono stati accusati di diffamazione e violazione della privacy per aver consentito che venisse reso pubblico in rete un video nel quale un giovane autistico era oggetto di abusi. Google ha affermato di aver rimosso il video il più velocemente possibile. La sentenza è attesa nelle prossime settimane e i funzionari rischiano la prigione”.
Per l’HeraldTribune.com “il decreto potrebbe anche fornire uno strumento per occuparsi in maniera veloce dei ‘gruppi d’odio’, come quelli che hanno lodato l’aggressore di Berlusconi, spuntati come funghi su Facebook dopo che Berlusconi è stato colpito da un uomo che gli ha lanciato una statuetta”, ma a questa ipotesi oppone il parere di un economista milanese della Bocconi di Milano, Carlo Carnevale Maffem, che pensa ad internet come ad un sistema che deve essere regolato come le altre piattaforme economiche, “altrimenti le grandi aziende manterranno una stretta monopolistica e continueranno a diventare sempre più grandi e potenti”.
“Non posso considerare Youtube come un benefattore verso l’umanità. Devo considerare Youtube come una società – ha dichiarato Maffem al giornale americano – Google e internet vivono senza regolamentazione in tutto il mondo. Questo è impossibile e abbiamo bisogno di chiarire i limiti di questa nuova piattaforma”.
Infine Barry conclude il suo articolo: “La preoccupazione di Google è che il decreto prenda di mira i contenuti creati dagli utenti, che per loro stessa natura non sono gestiti allo stesso modo dei contenuti prodotti dai network televisivi. Secondo Google non era questa l’intenzione della direttiva europea”. L’ultima parola a Marco Pancini, rappresentante dell’azienda di Mountain View: “Se io sono la Bbc e sto usando il web per trasmettere la mia IPTV (Internet protocol TV), sono nel campo di applicazione della direttiva. Se io sono un utente che invia su Youtube il video del compleanno di suo figlio, non sono sotto il campo di applicazione della direttiva”.
Mentre in Italia l’argomento è scomparso dalle cronache, la Commissione europea e l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni avrebbero già espresso dubbi sul decreto. Ne ha data notizia l’agenzia Reuters, che ha sostenuto: “Bruxelles ha aperto il dossier su due fronti. Da un lato, le fonti (dell’agenzia, ndr) spiegano che la Commissione aprirà presto una procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata notifica del provvedimento. Dall’altro, Bruxelles nutre perplessità proprio sulle nuove responsabilità che il decreto impone agli Internet service provider come Fastweb e Telecom Italia, ma anche a siti come Youtube, il sito per la condivisione di video di proprietà di Google”.
Una delle gole profonde avrebbe detto: “La direttiva europea sul commercio elettronico vieta obblighi di monitoraggio preventivo da parte dei service provider, come stabilisce invece il decreto legislativo”.

L’agenzia inglese, la più autorevole al mondo ha ripostato anche un parere di Paolo Nuti, presidente dell’associazione di Internet provider in Italia: “Per come è scritto, il decreto potrebbe di sicuro aiutare Mediaset nella causa contro Google”.
Il pasticcio quindi ha superato i confini nazionali e l’aspetto più curioso della vicenda è che nonostante la sua rilevanza non interessi quasi per nulla i media italiani.

Temo che un po' per volta potrebbero raggiungere il loro vero scopo, che è quello d'impedire che la gente possa comunicare liberamente. La ragione ovviamente è da sempre la medesima, controllare intere popolazioni mantenendo un conveniente livello d'ignoranza.

Marco
[Modificato da marco--- 28/01/2010 09:00]
29/01/2010 03:27
 
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per ora tutto si limita ai video. in particolare, il governo vuole sottoporre le dirette online alla normativa televisiva.
il premier sta sparando le cartucce che può contro il web, che non controlla e che sta uccidendo le tv generaliste.
peraltro, annaspano: come vedi dai post, in due anni non hanno ancora concluso praticamente niente.
non drammatizzerei (per ora) e comunque penso che il web sia piu forte dei nostri governicchi, cosi come la fine della guerra fredda distrusse la prima repubblica.
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29/01/2010 09:18
 
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Re:
_gmp_, 1/29/2010 3:27 AM:

per ora tutto si limita ai video. in particolare, il governo vuole sottoporre le dirette online alla normativa televisiva.
il premier sta sparando le cartucce che può contro il web, che non controlla e che sta uccidendo le tv generaliste.
peraltro, annaspano: come vedi dai post, in due anni non hanno ancora concluso praticamente niente.
non drammatizzerei (per ora) e comunque penso che il web sia piu forte dei nostri governicchi, cosi come la fine della guerra fredda distrusse la prima repubblica.

L'unica ragione per la quale ci stanno andando piano con la censura del web, secondo me, è che oggi è diventato praticamente indispensabile a tutti (servizi online di banche, commercio online, relazioni con INPS, comune, sanità enti pubblici in generale e tanto altro), se così non fosse penso che avrebbero già provveduto a chiudere molto di più la rete.
Forse è l'unica "variabile" sfuggita al "controllo globale", teniamocela cara! [SM=g6957]

Marco
28/07/2010 10:59
 
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Articolo 'ammazza-blog': la mobilitazione varca i confini della blogosfera (Fonte: notizie.virgilio.it - 27/07/2010)

La polemica ha superato i confini del mondo dei blogger e contro l'obbligo di rettifica si schierano sempre più numerosi i paladini della libertà online

"Ddl intercettazioni, ora bisogna salvare i blog", "Internet, ultimi giorni di libertà", "Hanno paura di noi", "Vogliono imbavagliare (anche) la Rete", "La diabolica rettifica"... sono solo alcuni dei titoli che lanciano le ultime notizie online inerenti al ddl intercettazioni.

La polemica è suscitata dalla norma contenuta nell'art. 1 comma 29 del controverso disegno di legge che dovrebbe approdare in Aula nei prossimi giorni. La disposizione prevede l'obbligo di rettifica, entro 48 ore dalla richiesta, per blog e siti internet, sotto la minaccia di una sanzione fino a 12mila e 500 euro.
Nei giorni scorsi, due emendamenti presentati in Commissione Giustizia alla Camera, al fine di "ammorbidire" l'impatto della disposizione sul mondo di Internet, sono stati dichiarati "inammissibili" dal Presidente, Giulia Bongiorno.
L'obbligo di rettifica è già previsto dalla legge sulla stampa e riguarda esclusivamente le testate giornalistiche registrate o chi sceglie di svolgere la professione di giornalista. Con questa norma viene di fatto abolita la differenza tra testate giornalistiche, blog o siti di informazione.

La polemica ha superato i confini della Blogosfera e vede mobilitarsi personaggi politici, intellettuali, giornalisti (italiani e stranieri), esperti di diritto informatico. Sono stati creati siti ad hoc, pubblicate petizioni e inviti a sottoscrivere appelli per scongiurare l'eventualità che il comma possa essere approvato così com'è.
Su facebook il gruppo ‘No Legge Bavaglio alla Rete’ conta più di 6mila iscritti e i suoi proseliti continuano a crescere, mentre all'indirizzo www.valigiablu.it è possibile firmare la lettera indirizzata tra gli altri a Fini e alla stessa Bongiorno.

Sul tema è intervenuto più volte uno dei massimi esperti di diritto informatico, l'avvocato Guido Scorza, che individua nella norma ammazza-blog l'obiettivo di rispondere a "un disegno nel Palazzo che vuole imbavagliare anche l’informazione libera online e consegnare la Rete nelle mani dei Signori dell’informazione di un tempo perché la utilizzino come una grande TV".

Scettico nei confronti delle petizioni online, Massimo Mantellini risponde sulle pagine di Punto Informatico alla domanda di chi cerca una diversa via d'uscita: "La risposta è contemporaneamente semplice e complicatissima: le grandi masse di utenti della Rete, offese dall'orribile legiferare contro la Rete, dovrebbero semplicemente mandare in Parlamento propri rappresentanti che conoscano ed apprezzino Internet". Una rappresentanza che tutt'oggi latita, e lo fa in modo trasversale agli schieramenti.

Di soppiatto sta crescendo una "schiavitù di nuova generazione", a causa della lentezza con la quale si stanno muovendo, purtroppo, questo fenomeno è di fatto impercettibile per la maggior parte della gente.

Ribadisco la mia forte preoccupazione che ho espresso ormai da tempo.

Marco
26/09/2011 08:44
 
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Ci riprovano
Si torna a parlare di legge-bavaglio (Fonte: 01net.it - 26/09/2011)

È fermento nel Web italiano.
Se il Governo dovesse decidere infatti di portare all’approvazione con voto di fiducia il Ddl sulle intercettazioni, vale a dire con una formula che impedisce de facto la modifica del testo in Parlamento, si tornerebbe a parlare di legge bavaglio o di legge ammazza blog”.

Come sottolinea l’avvocato Guido Scorza, esperto in tematiche legali legate al mondo del web, ”il testo del ddl intercettazioni attualmente in Parlamento contiene, ancora, la famigerata norma "ammazza blog" che impone ai gestori di tutti i "siti informatici" l'obbligo di procedere alla rettifica di ogni contenuto pubblicato dietro semplice richiesta - poco importa se fondata o infondata - del soggetto che se ne ritiene leso”.

Nel testo, e in particolare al comma 29 dell’Articolo 3 del disegno di legge, è previsto che ” "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, con l’aggiunta della clausola ”senza commento”.

Scorza sottolinea come la sanzione pecuniaria prevista in caso di mancata rettifica, 12.000 euro, non faccia distinzione tra blog e media tradizionali e, ancor di più, tra siti e blogger professionali e blogger amatoriali, per i quali è evidente che l’entità della sanzione diventi di per sé un’arma di pressione e un forte limite alla libertà di espressione.
E la mobilitazione è già in atto.
[Modificato da marco--- 26/09/2011 08:47]
26/09/2011 09:21
 
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riassuntino su internet...

...a partire da un'overview, passando per una serie di analisi e statistiche, per chiudere con la storia dei vari bastards che hanno cercato e cercano di intrappolarla e/o limitarla (sia per interessi politici che economici)...


fonte: beppe grillo



[SM=g1749718] [SM=g1749718] [SM=g1749718]


vale proprio la pena che ve lo vediate TUTTO e CON ATTENZIONE

[SM=g1750163] [SM=g1750163] [SM=g1750163]

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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
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DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
16/10/2013 15:11
 
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Controllo e la censura dell’informazione libera
Il web ha un mese e mezzo di vita (Fonte: byoblu.com - 16/10/2013)

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’AGCOM, sta per concedere agli editori, soprattutto alle televisioni, la possibilità di far cancellare in sole 72 ore i contenuti presenti sul web, anche interi siti, senza nessun vaglio della magistratura, con una semplice segnalazione. Con la scusa del diritto d’autore, il rischio è ancora una volta il controllo e la censura dell’informazione libera. Una norma simile non esiste in nessun altro Paese del mondo, perlomeno tra quelli che consideriamo democratici. Se il Parlamento non interviene, la delibera sarà operativa entro un mese e mezzo. Ho intervistato Fulvio Sarzana, avvocato esperto di tematiche legate alla rete. Qui sotto il video e la trascrizione...

[Modificato da marco--- 16/10/2013 15:12]
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