03/02/2008 19:51 |
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fonte: Corriere della Sera - Economia
L’intervista Il direttore del Ceps di Bruxelles prevede una frenata dei consumi in Europa.
Attenti, le banche sono pronte a tagliare
L’analisi di Gros: Le imprese faranno meno acquisizioni. E caleranno gli ordini
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L’Europa è più stabile degli Stati Uniti?
«Pochissimo, perché lo choc proviene dai mercati finanziari e dal settore immobiliare. Le banche europee hanno comperato molto dei debiti americani e, nella zona euro, il prezzo delle case è salito come negli Usa. Difficile evitare il rallentamento».
In America la Fed ha tagliato i tassi. Che intervento ritiene auspicabile da parte della Bce?
«Se vuole rimanere fedele al suo impegno di controllo dell’inflazione, non dovrebbe fare niente. Se, invece, tiene conto dello stato precario del sistema bancario europeo, che non è vicino al collasso ma è prossimo a una stretta, allora dovrebbe tagliare i tassi, anche se un po’ meno che negli Usa. Questo può limitare i danni: ma non può evitare che i prezzi degli immobili si riaggiustino».
Quanto possono scendere i prezzi di case e uffici?
«Negli Usa, nel momento di picco, sono aumentati del 20-30%, ora possono calare altrettanto. Anche in Europa e in Italia».
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Che cosa significa per la nostra economia reale?
«La crisi sta evolvendo da un giorno all’altro e il ruolo delle banche è cruciale. Se in un gruppo emergono problemi, com’è successo a Société Générale per esempio, possono propagarsi a tutto il mercato europeo: per l’effetto contagio, indipendentemente dai problemi reali. Le banche italiane possono essere meno esposte, ma dovrebbero evitare di nascondere eventuali perdite, anche se piccole. Avere credito sarà più difficile. Per tutti».
articolo completo nella sezione macroeconomia
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