Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | « 4 5 6 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Ditemi voi come si puo' prendere sul serio questa nazione...

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2012 07:30
29/06/2010 13:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.844
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
Building Site Hunter con le palle
OFFLINE
Re:
(sylvestro), 29/06/2010 10.51:





azz e lo "zoccolo duro di giovani e immigrati" dove e' finito?


il nuovo povero e' chi ha comprato con mutuo o dovra' farlo sotto credit-crunch: il bengodi mattonaro e' finito e non tornera' per un bel pezzo...

[SM=g2232945] [SM=g2232945] [SM=g2232945]


[SM=g9128]

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
10/07/2010 16:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Continua a calare il reddito delle famiglie: -2,6% nel primo trimestre del 2010


08 luglio, ore 12:48
Roma - (Adnkronos) - Lo rileva l'Istat. La diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2009. Rispetto ai tre mesi precedenti il calo è stato invece dello 0,2%. Scendono anche il potere d'acquisto (-2,6%) e la propensione al risparmio (-1,6). Calano i consumi delle famiglie nel 2009: per cibo e bevande - 3%. Vivere al Nord costa di più: Bolzano la città più cara, Napoli la più economica
_____________________________________

13/07/2010 20:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 3.291
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castelletto sul Ticino
OFFLINE
La gogna mediatica per il parco buoi è servita...........................

WSI) – Il governo italiano – che ha trasformato i suoi cittadini in guardoni, con la divulgazione delle intercettazioni, e in delatori, con l’obbligo per gli esercenti di comunicare all’Agenzia delle imposte le spese dei loro clienti superiori a 3 mila euro – ha reso noti i conti dei primi venticinque clienti italiani della filiale ginevrina dell’Istituto di credito inglese HSBC provenienti dalla cosiddetta «lista Falciani». I giornali li hanno pubblicati un po’ perché è il loro mestiere, molto per amore di scandalismo, per moralismo d’accatto e nella stralunata convinzione che così funzioni la democrazia. Ma che notizia è quella di esporre come evasore un cittadino che ha un conto in Svizzera con poco più di 20 mila dollari? Non è una notizia. È una indecenza.

I depositi dei venticinque vanno da 21.866, 22.396, 40.844, 79.096, 112.576, 113.764 su fino a 1.035.501 dollari dei primi tre (il quarto ne ha 831.908). La pubblicazione dei nomi merita, perciò, qualche riflessione sul concetto di evasione, mentre solleva qualche domanda sul governo italiano. Che ha l’acqua alla gola e non sa che pesci pigliare per uscirne. Così, invece di ridurre spesa e sprechi, e nella prospettiva di aumentare le entrate per farvi fronte, preferisce essere complice di chi ha commesso un reato derubando il proprio datore di lavoro di documenti riservati e cercare di raschiare il fondo del barile, inseguendo anche chi non è miliardario e, forse, neppure evasore.
www.wallstreetitalia.com
--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
15/07/2010 11:44
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.844
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
Building Site Hunter con le palle
OFFLINE
tremorti e' una schiappa o e' un baro?

11:04 - Conti pubblici: Canzio, relazioni tecniche a volte lacunose e scadenti

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 14 lug - "Alla Ragioneria
generale dello Stato, e di conseguenza alle competenti
commissioni Bilancio di Camera e Senato, vengono sottoposte
relazioni tecniche talvolta lacunose, talaltra
qualitativamente scadenti. Alcune relazioni contengono
informazioni e dati sufficienti ad acquisire una ragionevole
certezza in ordine agli effetti finanziari. Altre presentano
elementi di dettaglio che a volte possono risultare anche
eccessivi e ridondanti. Non sempre si rinvengono nelle
relazioni tecniche dimostrazioni idonee atte a suffragare
senza ombra di dubbio le affermazioni in esse contenute". Lo
ha detto il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio,
parlando in commissione Bilancio della Camera della
documentazione che le amministrazioni devono allegare ai
disegni di legge e agli emendamenti per consentire la
verifica dei relativi effetti finanziari.


[SM=g7574]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
31/08/2010 23:23
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Giovani senza lavoro, famiglie senza aiuti

31 agosto 2010 alle 21:38

I giovani non trovano lavoro. Uno su quattro sotto i 25 anni è a spasso. Lo dice l’Istat, l’istituto italiano di statistica che ogni mese comunica alla nazione intera quello che non vorremmo ci fosse ricordato: che i giovani del nostro paese non hanno un grande futuro davanti a loro. E quello che dovrebbe preoccupare la cosiddetta classe dirigente non è tanto la percentuale del tasso di disoccupazione giovanile, che a luglio è arrivato al 26,8% (ben al di sotto della media dell’Unione Europea), ma il fatto che da inizio anno si mantiene, più o meno, stabile mese dopo mese. Questo significa stagnazione e scarsa capacità del sistema produttivo italiano di creare nuova occupazione.

Lo abbiamo scritto anche altre volte. Tutto il peso della crisi è sulla spalle delle famiglie. Come ci ha già raccontato l’Istat più del 60% dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora a casa dei genitori. Una parte, senza dubbio, per convenienza, ma la maggior parte perché non potrebbe fare altrimenti. Perché i prezzi delle case (sia la compravendita, sia gli affitti) ha raggiunto livelli non accessibili per chi ha un lavoro precario (come la maggior parte dei giovani) e non ha mamma e papà che anticipano almeno una parte dei soldi. Perché i giovani sono stati i primi a essere stati lasciati a casa non appena è scoppiata la crisi tre anni fa.

E chi aiuta le famiglie? Nonostante le promesse elettorali e nonostante la presenza di una forte componente cattolica all’interno della maggioranza di centrodestra, gli aiuti alla famiglia non sono al centro dell’agenda politica. Lo dice lo stesso ministero dell’Economia che nella sua ultima realazione riferita al 2009 rciorda come lo stato spenda per le famiglie e la maternità l’1,2% del Pil. Contro il 2,1% della media Ue e lontanissimo dal 3 e passa per cento di paesi come Germania, Svezia e Danimarca. Ci sarebbe poi da chiedersi come mai sono i paesi a tradizione protestante ad aiutare di più la famiglia e meno quelli cattolici “romani” (in fondo alla classifica ci sono assieme all’Italia, la Spagna e il Portogallo), ma il discorso ci porterebbe lontano.

Argomento del nostro blog è, invece, la seguente questione: se i giovani non hanno lavoro e, di conseguenza, non hanno soldi da spendere e le famiglie non possono spendere perché devono aiutare i giovani senza lavoro, chi sosterrà la ripresa dei consumi e, di conseguenza, delle imprese?

post scriptum

Da 119 giorni manca un ministro per le imprese.

Ricordiamo che da oltre tre mesi il governo non ha un ministro (a tempo pieno) alle Attività produttive, posto lasciato vacante da quando si è dimesso Claudio Scajola. Nel frattempo, ne fa le veci il presidente del Consiglio (nel caso pensiate che ci siano dei conflitti di interesse in questo suo ruolo, avete ragione). Continueremo a tenere il conto dei giorni in cui – nel mezzo della peggiore recessione dal 1929 - l’Italia continua a non avere un ministro che si occupi delle imprese e di chi ci lavora. E se ci fosse un ministro, potrebbe anche studiare proposte contro la disoccupazione giovanile……
[Modificato da (sylvestro) 31/08/2010 23:24]
_____________________________________

08/10/2010 17:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Nella Ue il 32% dei giovani resta a casa dei genitori, in Italia il 47,7%

08/10/2010

- Nell'Unione Europea il 20% delle donne e il 32% degli uomini di età compresa tra i 25 e i 34 anni vive in casa con almeno uno dei genitori.
Sono i dati diffusi da Eurostat e relativi al 2008: per quanto riguarda l'Italia, la percentuale delle ragazze sale al 32,7% e quella dei ragazzi al 47,7%.
Un record tra i Paesi più ricchi dell'Unione Europea, anche se il primato dei giovani che vivono ancora a casa spetta, per quanto riguarda gli uomini, a Bulgaria (61%), Slovenia (60%), Grecia e Slovacchia (56%). In fondo alla classifica, senza sorprese, ci sono invece i Paesi nordici: Danimarca (3%), Svezia (4%) e Finlandia (8%).
Per quanto riguarda le ragazze tra i 25 e i 34 anni, i Paesi dove sono rimaste per la maggior parte a casa sono Slovacchia (42%), Slovenia (38%) e Grecia (36%). In coda, ancora una volta, Danimarca (1%), Finlandia e Svezia (2%). Tutte queste percentuali salgono ulteriormente per i più giovani, di età compresa tra i 18 e i 24 anni: nei 27, vive a casa il 71% delle donne e l'82% degli uomini.
In Italia, secondo i dati di Eurostat, la percentuale aumenta rispettivamente all'82,5 e al 91,8%.
Nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, il 48% delle donne e il 36% degli uomini convive con il proprio partner: in Italia la percentuale scende rispettivamente al 39,8 ed al 24,7%, precedendo, per quanto riguarda gli uomini, solo la Grecia e la Slovenia (20,8% e 22,3%).
_____________________________________

18/11/2010 21:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota



[SM=g7628]


[SM=g1747532] [SM=g1747532] [SM=g1747532]
[Modificato da serafin. 18/11/2010 21:57]
19/11/2010 13:15
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
19/11/2010 13:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.844
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
Building Site Hunter con le palle
OFFLINE
Re:
dgambera, 19/11/2010 13.15:





La débâcle greca non è solo conti truccati e spese fuori controllo: si tratta di clientelismo politico dove lo stato distribuisce benefici e prebende.

in italia e' diverso, si chiama "voto di scambio"

[SM=g9128]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
19/11/2010 14:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 2.041
Età: 46
Sesso: Maschile
Utente semplice
Ranch in Texas
OFFLINE
Re:
serafin., 18/11/2010 21.56:




[SM=g7628]


[SM=g1747532] [SM=g1747532] [SM=g1747532]



Ho su FaceBook la figlia come amica.
Un giorno posta una cosa sulle donne che fanno un culo così (con tanto di foto di donna che mostra la misura con le mani) agli uomini...sono riuscito a non commentare [SM=g7574]


_____________________________________________________
Complottismo? No, Grazie!!!
20/11/2010 15:07
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Re: Re:
labottegadelfuturo, 19/11/2010 14.14:



Ho su FaceBook la figlia come amica.
Un giorno posta una cosa sulle donne che fanno un culo così (con tanto di foto di donna che mostra la misura con le mani) agli uomini...sono riuscito a non commentare [SM=g7574]





chi la marina ? [SM=g1747532]

21/01/2011 16:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Il mutuo per la prima casa?
Lo pagano mamma e papà


Lavoro incerto e stipendi risicati tagliano le gambe ai ragazzi che vogliono andare a vivere da soli: anche nel Nord Milano, dove i prezzi sono al ribasso, per uscire dal nido serve l'appoggio dei genitori

Sesto San Giovanni, 20 gennaio 2011 - Non sono paesi per giovani, quelli del Nord Milano: perché comprarsi oggi un angolo di indipendenza nuovo di zecca tra Cusano e Milano costa almeno 2.700 euro al metro quadro. Con le debite differenze, tra Comune e Comune, tra centro e periferia, il prezzo rimane comunque proibitivo per una generazione senza certezze né lavoro.

Va meglio con le case datate (si scende intorno ai 1.850 euro al metro quadro), ma la morale è una: difficile uscire dal nido, tocca fare i «bamboccioni» per forza. Andando in giro per le vetrine delle agenzie immobiliari di Sesto infatti, in compagnia di Ilaria La Malfa, professione interprete, una laurea in lingue in tasca e 1.300 euro in busta paga (neanche male, visti i tempi) trovare una soluzione abbordabile è difficilissimo, impossibile senza fare affidamento sull’appoggio dei genitori.

«È ormai raro che gli acquirenti sotto i 35 anni si presentino da soli alla trattativa — spiega Andrea Di Dedda, titolare dell’agenzia So.G.Im. in piazza Petazzi —. Dietro ci sono sempre mamma e papà a dare le garanzie». E come fare altrimenti? I monolocali che propone a Ilaria, tutti concentrati nella aree periferiche di Sesto — «costano meno e comunque non mancano di servizi» — espongono prezzi che vanno dai 90mila ai 110mila euro. Considerato che al momento della richiesta del mutuo, il 20 per cento del valore dichiarato dell’immobile bisogna averlo già in cassa, un ragazzo deve fare affidamento su risparmi che si aggirano sui 20mila euro: non proprio la consuetudine.

«Le banche sbagliavano prima a erogare mutui al 100 per cento; sbagliano oggi a essere così rigide prima di concedere un prestito — chiosa Di Dedda —. Con queste regole i giovani non possono neanche sognarsi di avvicinarsi a un acquisto». Lo confermano anche Luisa e Daniele Santello, della storica agenzia Stella in via Oriani: anche loro puntano il dito sull’allarme lavoro. «Senza certezze di impiego, come possono i giovani d’oggi avviare trattative per comprare casa?», fanno eco i due. I conti sono presto fatti: se Ilaria e il suo fidanzato volessero andare a vivere insieme, per un bilocale senza troppe pretese dovrebbero aspettarsi una spesa media di 150mila euro.

Al massimo l’80 per cento lo dà la banca, 30mila devono essere già sul conto corrente. «Ma il problema sono tutti i costi collaterali — elencano Luisa e Daniele —. Spese notarili, imposte catastali e di registro, perizie, certificati, polizze assicurative, l’emolumento per l’agenzia: all’incirca altri 20-30mila euro».

Invece che gettare la spugna però, i due suggeriscono di pensare a un affitto come primo passo per uscire di casa. Concorda anche Roberta Bellarte, dell’Immobiliare Kappa in piazza Resistenza, che però avverte: «Può sembrare una maniera “light” all’apparenza, ma anche la locazione ha le sue spese iniziali di avviamento: l’anticipo delle mensilità; la verifica della solvibilità in banca». Procedure che nuovamente ostacolano i più giovani come Ilaria. «Il problema sono gli stipendi di oggi: non permettono di mettere da parte i risparmi per partire», conclude Roberta. Ci vogliono i genitori alle spalle. Alla faccia della ricerca dell’indipendenza: in trasferta sì, ma pur sempre «bamboccioni».

di Luca Zorloni
_____________________________________

29/01/2011 10:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Mutui e affitti insostenibili per 40% famiglie italiane

28/01/2011

- Dal rapporto Eurispes Italia 2011 emerge che mutui e affitti sono insostenibili per 2 italiani su 5.

“La casa - si legge nel rapporto - rappresenta da sempre il capitolo di spesa più incisivo per l'economia familiare e, dai risultati della rilevazione, emerge un quadro preoccupante, se si confrontano i dati del 2011 con quelli dell'anno precedente: il 40% delle famiglie italiane ha infatti difficoltà a pagare la rata del mutuo (rispetto al 23,2% del 2010) ed il 38,1% (contro il 18,1% del 2010) a pagare il canone d'affitto”.

“La forza della crisi - scrive l'Eurispes - ha fatto aumentare il numero di famiglie che non riescono a far fronte sia alle spese quotidiane sia agli impegni contratti (per necessità e non per spese voluttuarie) con le società finanziarie o con gli istituti di credito, ricorrendo così ad ulteriori indebitamenti”.
_____________________________________

31/01/2011 16:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.844
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
Building Site Hunter con le palle
OFFLINE
per il futuro "processo di norimberga" per il passaggio 1a-->2a repubblica

...per chi non sapesse o facesse finta di non sapere...



[SM=g9128]

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
31/01/2011 17:24
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 2.041
Età: 46
Sesso: Maschile
Utente semplice
Ranch in Texas
OFFLINE
Re: Re: Re:
serafin., 20/11/2010 15.07:




chi la marina ? [SM=g1747532]




la figlia dell'altro ;)



_____________________________________________________
Complottismo? No, Grazie!!!
07/03/2011 20:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 8.844
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
Building Site Hunter con le palle
OFFLINE
grillo e travaglio lo titolano male...

...che "La piramide del potere" rende male l'idea...

...questa e' veramente la "riforma piduista della giustizia", e a gelli neanche pagano i diritti d'autore...



se passa, e' da considerare seriamente l'emigrazione...

[SM=g1748861] [SM=g2391727] [SM=g2233315]
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

forum sulla bolla immobiliare - video sulla bolla immobiliare
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DISCLAIMER:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
19/05/2011 17:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Noi e la Sindrome Giapponese

Giavazzi Francesco

(14 maggio 2011) - Corriere della Sera

Nell' inverno 2008-2009, quando la crisi finanziaria colpì l' economia reale, in Italia (come in Germania) in pochi mesi il reddito crollò del 7 per cento. Resistette meglio la Francia, dove la caduta si arrestò al 4 per cento. A due anni di distanza Germania e Francia hanno recuperato del tutto: in entrambi i Paesi il reddito è tornato al livello precedente la crisi. In Italia invece, secondo i dati pubblicati ieri dall' Istat, siamo ancora sotto del 5%. Sorprendentemente va un po' meglio di noi anche la Spagna, nonostante il crollo del mercato immobiliare. In un decennio, fra il 2001 e oggi, il reddito medio delle famiglie tedesche è cresciuto (al netto dell' inflazione) dell' 11 per cento, quello delle famiglie francesi del 6 per cento. In Italia è sceso del 4 per cento. Poiché il reddito medio delle famiglie è una misura del potere d' acquisto della busta paga dei lavoratori, non bisogna sorprendersi se sempre più famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese. Nel confrontare queste medie occorre poi tener conto che la distribuzione del reddito è un po' più diseguale in Italia, rispetto a Francia e Germania. L' indice di Gini (che misura la distribuzione dei redditi e che varrebbe zero se questa fosse perfettamente egualitaria) è 32 in Italia, 29 in Francia e Germania. Ciò significa che una caduta del reddito si concentra di più sulle famiglie meno fortunate. Più diseguale è anche l' incidenza della disoccupazione. Come osservavamo Alberto Alesina e io sul Corriere del 3 maggio, in Italia per ogni disoccupato adulto ci sono quattro disoccupati giovani, a fronte di 2,4 nell' area euro e 1,4 in Germania. Insomma se un' economia non cresce tutto diventa più difficile. L' Italia sta diventando il Giappone d' Europa. Un Paese solido, nonostante l' alto debito, ma che da tempo ha smesso di crescere. In vent' anni il reddito pro capite giapponese è cresciuto del dodici per cento, come in Italia; negli Stati Uniti, anche dopo la crisi, è più alto del 35%, in Germania del 28%. La mancata crescita non solo rende più poveri: fa anche perdere influenza nel mondo. Vent' anni fa il Giappone era il punto di riferimento dell' Oriente. Oggi, rispetto a India, Corea e Cina, è diventato un Paese molto meno rilevante. Il successo della Germania dipende certamente da molti fattori, ma un ruolo determinante lo hanno avuto il coraggio e la visione del cancelliere Schröder, in seguito, come molti politici preveggenti, rapidamente dimenticato. Nel 2002, all' inizio del suo secondo mandato, Schröder incaricò una commissione presieduta da Peter Hartz (un dirigente della Volkswagen, egli pure in seguito sfortunato), di redigere un' agenda per il decennio. Dalle proposte scaturite dal lavoro di quella commissione vennero le quattro riforme del welfare e del mercato del lavoro che probabilmente il socialdemocratico Schröder pagò con la sconfitta elettorale del 2005, ma che hanno trasformato la Germania rendendo possibile la crescita sotto i governi della cristiano-democratica Angela Merkel. RIPRODUZIONE RISERVATA
_____________________________________

26/05/2011 22:17
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
_____________________________________

26/05/2011 22:37
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 2.041
Età: 46
Sesso: Maschile
Utente semplice
Ranch in Texas
OFFLINE
Re:
(sylvestro), 26/05/2011 22.17:




In queste statistiche secondo me non sono considerate le notevoli quote di nero (totale o parziale che sia).

Lo dico per esperienza...diretta

_____________________________________________________
Complottismo? No, Grazie!!!
08/06/2011 09:49
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
_____________________________________

08/06/2011 09:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Re:
(sylvestro), 6/8/2011 9:49 AM:





Confermo.... comincio a sentir parlare di milanesi che emigrano nei paesi confinanti [SM=g9058]
08/06/2011 09:57
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Re: Re:
dgambera, 08/06/2011 09.53:




Confermo.... comincio a sentir parlare di milanesi che emigrano nei paesi confinanti [SM=g9058]




Chissa' cosa faranno delle ex abitazioni principali che non saranno piu' di residenza [SM=g6942]
_____________________________________

09/06/2011 09:38
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
_____________________________________

10/06/2011 15:57
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
(sicuramente sara' gia' stato postato, comunque ...)

Il documento e' del 2009, credo si riferisca a dati del 2008

_____________________________________

12/06/2011 20:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 3.291
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castelletto sul Ticino
OFFLINE
Ragazzi non ci credevo................

Siamo peggio di Kabul..........

TeleKabul ...........

Siamo in Democrazia?........vogliamo riparlare di Urss e fare i finti indignati?.............che tristezza....... [SM=g1750163]

--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
14/06/2011 21:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
ddl sviluppo, non c'è pace: ora per i mutui tetto a 200mila euro e isee a 35mila

Martedì, 14 giugno, 2011 - 08:41

il ddl sviluppo non trova pace e dopo essere stato varato dal governo a maggio (leggi notizia), ora è "vittima" di almeno 12 proposte di modifica arrivate finora nelle commissioni bilancio e finanze. all'ordine del giorno la proposta della lega e del pdl: nuovi tetti per la rinegoziazione dei mutui per l'acquisto della prima casa a 200mila euro, e indicatore isee (indicatore della situazione economica equivalente) a 35mila euro

nella versione varata dal governo il limite massimo del prestito a tasso variabile era stato fissato a 150mila euro e a 30mila l'indicatore della situazione economica equivalente


arrivano così a 12 le proposte di modific presentate finora al decreto sviluppo
_____________________________________

15/06/2011 12:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
E gli immobili? Se uno a Milano ha una casa che vale 10 volte tanto uno che sta in Sicilia, non è più ricco il primo?

Nord e Sud divisi dal carovita

di Paolo Bricco 15 giugno 2011


Come si calcola la ricchezza di una famiglia? E, soprattutto, come è formata la ricchezza reale di un Paese? Chi è povero? Chi è ricco? Dove e perché? Il problema metodologico, che taglia in maniera trasversale la ricerca sociale, economica e storica, è il cuore dell'analisi di lungo periodo raccolta nel volume In ricchezza e in povertà.

Il benessere degli italiani dall'Unità ad oggi. Un lavoro complesso, pubblicato dal Mulino e sostenuto finanziariamente da Abbott, che viene presentato in forma privata oggi al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Il capofila è Giovanni Vecchi, 43enne docente di Economia politica all'Università di Roma Tor Vergata. Società ed economia, politica e comportamenti. Gli individui e i corpi collettivi. Per offrire una lettura unitaria di dimensioni tanto molteplici, in questa occasione è venuta in soccorso una novità analitica tutt'altro che irrilevante: i bilanci di famiglia. Sono stati compulsati 20mila bilanci appartenuti ad altrettante famiglie italiane. Una vasta opera di ricerca, storica ed economica ma anche di costume, durata 17 anni. I bilanci sono stati raccolti nelle case private degli italiani e negli archivi d'impresa, nelle inchieste parlamentari e nei tribunali, nelle parrocchie e negli uffici comunali.

Questi bilanci sono stati riclassificati, così da rendere comparabili quelli che appartengono a diverse parti del Paese: un nuovo indicatore insieme individuale e collettivo, utile per misurare le diversità che da sempre caratterizzano la nostra realtà nazionale multiforme e frastagliata. «A tale miniera - spiega Vecchi - sono state aggiunte le fonti ufficiali dell'Istituto nazionale di statistica e della Banca d'Italia». Usando questa nuova fonte, si è creato un gigantesco aggregato che fornisce, con un'analisi lunga 150 anni, letture nuove di temi complessi come la povertà assoluta e la diseguaglianza dei redditi.

Questioni economiche e civili che saranno al centro della discussione del convegno organizzato con Il Sole 24 Ore il 21 giugno a Roma. Nodi interpretativi della storia italiana, ma anche spunti con cui i policy maker non possono non misurarsi. Come quello del costo della vita. Il gruppo di ricerca, per la prima volta, ha calcolato l'evoluzione del costo della vita italiano nel tempo, disaggregando i dati per aree geografiche. Un lavoro mai compiuto prima, che per ora si limita al secondo dopoguerra (dal 1947 a oggi) e al Ventennio (dal 1922 al 1938). Questa ricostruzione, che applica a lungo raggio i risultati puntuali di un precedente studio di Luigi Cannari e Giovanni Iuzzolino della Banca d'Italia, prefigura una sorta di 'storia del carovita', che sarà completata non appena il gruppo di Vecchi avrà modo di confrontarsi, applicando i suoi modelli econometrici di lungo periodo alle statistiche fredde e ufficiali o informali e tutte da rielaborare come i bilanci di famiglia, con l'età della giovane Italia, dal 1861 alla Grande guerra.

Grazie a questo metodo elaborato da Vecchi insieme al ricercatore di Tor Vergata Nicola Amendola, che unisce la ricerca di archivio più classica con la statistica più matematizzante, si è ottenuto un nuovo indice del costo della vita del Centro-Nord e del Sud. «Peraltro - dice Vecchi - non è chiaro quali siano gli ostacoli che abbiano finora impedito alla ricerca e alle istituzioni pubbliche di produrre deflatori che permettano di cogliere le differenze fra le diverse aree del Paese. Se la World Bank mi manda come economista in missione in un qualunque Stato, immediatamente l'istituto locale di statistica mi fornisce o il deflatore stesso o gli elementi con cui costruirlo».

Da questa analisi risulta che, fatto 100 l'indice italiano, nel 1947 il costo della vita al Centro-Nord era pari a 105, mentre al Sud era di 94. Dopo una iniziale convergenza che ha la sua massima intensità verso il 1961, quando il costo della vita è intorno a 103 al Centro-Nord e 96 al Sud, si profila una divaricazione graduale e costante fino all'attuale 106 e 88. Durante il Fascismo, la dinamica non è troppo dissimile. Fissati a 100 i prezzi medi nazionali, il costo della vita è pari a 104 al Centro-Nord e a 93 al Sud. Nel 1938 è pari a 106 e 91 punti. Costo della vita che, oltre agli alimentari, contempla anche le spese per la casa e per i vestiti, l'educazione e i diversi servizi alla persona.

In questa ideale storia del carovita, un punto di vista interessante, per un Paese che nell'800 e nel 900 è uscito con energia ma anche fatica dalla povertà contadina approdando a uno sviluppo ancora tutto da decifrare nella sua natura vera o presunta di progresso, è quello che riguarda il cibo. L'indice spaziale dei prezzi dei generi alimentari mostra come, dai dieci punti scarsi di differenziale fra Centro-Nord e Sud del 1951 (103,7 contro 94), si è passati ai sedici del 1991 (106 contro 90) e ai tredici di quest'anno (104,8 a fronte di 91,6). Ed è proprio attraverso la lente dell'investimento più elementare e primitivo, quello dell'alimentazione, che si scorge l'esistenza di diversità, nel tessuto sociale ed economico. Non soltanto, a livello di prezzi, fra Nord e Sud. Ma anche fra Nord e Nord e fra Sud e Sud.

Le isole, per esempio, nel dopoguerra avevano un indice di prezzo dei generi alimentari pari a 99,5 punti e, sessant'anni dopo, sono scese a 93 punti. Il Sud, senza le isole, è passato da 91,5 a 90,7. Il Centro ha subìto una rilevante flessione relativa, da 106 a 97,5. Il Nord-Ovest è rimasto costante: da 107 a 108 punti. E il Nord-Est, l'area italiana che è cresciuta con maggiore forza nel secondo dopoguerra, ha visto anche l'indice dei prezzi dei suoi generi alimentari lievitare, passando da 97,7 punti a 107,9 punti. Fotografie in movimento di un'Italia che, nei suoi 150 anni di vita, è sempre stata vitale e contraddittoria, articolata e complessa. Immagini nuove, essenziali nella riflessione intellettuale sulla storia nazionale e utili nella elaborazione delle politiche per il Paese che verrà.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

20/06/2011 19:46
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Consumi, figli, lavoro: le rinunce dei giovani

Francesca Barbieri 20 giugno 2011


«Cours camarade, le vieux monde est derrière toi». Corri ragazzo, il vecchio mondo ti sta dietro. Quanti giovani d'oggi vorrebbero sentire questo slogan del Maggio francese per cancellare i contorni deformati di un presente incerto. Ripescare nella scatola della memoria uno dei motti simbolo della protesta giovanile di oltre 40 anni fa, per uscire dalle sabbie mobili di oggi.

Senza lavoro e con titoli di studio spesso "inutili" sognano una casa e magari dei figli, ma restano fino alla soglia degli "anta" accampati in casa di mamma e papà. Il parallelo con i propri genitori è impietoso: rispetto agli anni Settanta oggi il tasso di occupazione dei giovanissimi con meno di 25 anni si è dimezzato, mentre la disoccupazione è triplicata (e addirittura quintuplicata tra gli under 35). Per non parlare dell'inattività, oggi oltre il 70%, quasi il 15% in più rispetto a 40 anni fa.

Il centro studi Datagiovani per Il Sole 24 Ore ha messo a confronto l'identikit delle nuove generazioni bloccando il fermo immagine su tre tappe: 1971, 1991 e oggi. «L'invecchiamento della popolazione è sotto gli occhi di tutti - osserva il ricercatore Michele Pasqualotto -: i giovani tra i 15 e i 24 anni sono ormai poco più del 10%: mentre nel 1971 gli anziani erano la metà dei giovani, ora sono una volta e mezza».

Nonostante siano molti di meno rispetto al passato, la difficoltà a trovare un'occupazione si mantiene su livelli record. «È questa la grande anomalia - spiega Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica all'Università Cattolica di Milano - che evidenzia come la domanda sia scarsa e le retribuzioni basse». Gli stipendi degli under 30 al primo impiego superano di poco gli 800 euro mensili, secondo Datagiovani, e ristagnano da oltre un decennio al di sotto dei livelli degli anni Ottanta.
Insomma, il fatto di essere in pochi non migliora le condizioni d'ingresso, anzi. Le cause? «Prima di tutto la crisi economica - risponde Campiglio - che ha ristretto le opportunità d'impiego soprattutto per i giovani, ma anche una struttura legislativa specchio di una realtà storica e di mercato generata dal baby boom che ormai non esiste più».

E poco conta che i giovani di oggi siano sempre più qualificati, con i diplomati triplicati rispetto al 1971 e i laureati passati dall'1% al 15 per cento. «Le aspettative di trovare un impiego in linea con il proprio curriculum - sottolinea il giuslavorista Michel Martone - si scontrano con l'offerta di contratti a tempo, spesso a bassa qualificazione: così aumentano lo scoraggiamento e l'inattività». La generazione Neet (Not in education, employment or training) conta ormai 2 milioni di proseliti. «Mentre negli anni Settanta i giovani lavoravano presto, si sposavano e avevano figli prima dei 30 anni - aggiunge Martone - oggi è l'esatto contrario: si studia di più, ci si laurea tardi, si rinvia l'uscita dalla famiglia d'origine e non si fanno più bambini».

La percentuale di 25-34enni che vive ancora con mamma e papà è passata dal 10% al 30% del '91, per "esplodere" al 41,5% di oggi e l'età del primo matrimonio è aumentata di sei anni rispetto al 1971. «In passato i giovani apportavano un contributo economico positivo alla famiglia - rileva il sociologo Enrico Finzi -, la situazione attuale è invece di emergenza: le famiglie erodono i risparmi per mantenere i figli, destinati così a perdere la propria eredità. Il rischio povertà è sempre più incombente, non solo tra le i nuclei monoreddito del Sud ma anche al Nord, dove si assistono a fenomeni di downgrading sociale». A certificare la caduta della condizione economica delle famiglie sono i numeri: -2,9% la spesa media mensile familiare dal 2002 al 2009, con un calo quasi triplo (-8,1%) tra i single under 35 e del 6% tra le coppie giovani senza figli.

«È la fotografia di un Paese - commenta Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss - che ha smesso di progettare. I ragazzi di oggi si trovano impantanati in un contesto difficilmente leggibile: negli anni Settanta si viveva ancora sull'onda del Sessantotto, con tanta voglia di mettersi in gioco per cambiare le cose. Vent'anni dopo è iniziato il declino, lo yuppismo ha portato a un imborghesimento, a un'assuefazione al benessere da difendere a ogni costo, che ha prodotto conseguenze negative fino a oggi».

Che fare dunque per uscire dal guado? «Bisogna insegnare ai ragazzi a intraprendere, a cercare la propria strada - risponde Celli -: la scuola non si può limitare a insegnare concetti, deve trasferire competenze». Ma non basta. «Servono incentivi alle retribuzioni legati al merito, insieme a una defiscalizzazione per i più giovani, oltre a una fiscalità di vantaggio alle lavoratrici madri» suggerisce Martone. Politiche strutturali «che guardino lontano - conclude Campiglio - per allentare quel freno a mano tirato che impedisce ai giovani italiani di crescere ed emergere in tempi rapidi».

18/01/2012 07:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.647
Sesso: Maschile
Utente semplice
Castellina in Chianti
OFFLINE
Immobili Inps, vendite ferme



Saverio Fossati
18 gennaio 2012


La corsa alle pensioni assomiglia sempre più a quella di Achille con la tartaruga, ma per l'Inps questo dinamismo non si applica in modo uniforme. Sul patrimonio immobiliare sembra dominare, in perfetta coerenza semantica, la staticità più assoluta. Con un patrimonio di 1,5 miliardi, nel 2010 sono stati vendute 395 unità immobiliari incassando 61,6 milioni. Nel 2011, dicono al l'Inps, non sono state registrate novità tendenziali.
Certo il patrimonio ha anche la funzione di creare reddito. Ma purtroppo anche qui l'Inps non raggiunge risultati eccellenti: l'ultima gestione disponibile (2010) segna un meno 55 milioni. I canoni non coprono neppure le spese. Così il rosso è passato da 1,09 milioni nel 2006 a 55,1 milioni nel 2010, con un incremento, nel giro di soli cinque anni, del 5mila per cento.
Le pochissime vendite effettuate riguardano immobili che per legge e non per scelta devono essere dismessi: sono quelli "ritornati" all'Inps dopo la fallimentare chiusura di Scip 2, la seconda cartolarizzazione degli immobili pubblici, che si chiuse con una massa di invenduto. Gli enti previdenziali, ex proprietari espropriati di quel patrimonio, se lo dovettero ricomprare nel 2009 per chiudere i debiti (1,7 miliardi) con gli investitori che reclamavano le cedole dell'operazione. In cambio ricevettero immobili dal valore ufficiale di 2,3 miliardi. L'Inps, in particolare, si dovette riprendere 108 milioni di abitazioni e 40 di non residenziale, più la quota Inpdai, 686 + 271 milioni. A farla breve 1,1 miliardi, il grosso, appunto, di quanto si deve vendere.
E che si dovrebbe vendere in fretta, perché è scritto chiaramente nella legge 14/2009 e nella direttiva interministeriale del 10 febbraio. In particolare per quelli con trattative o contenziosi in corso: «Occorre procedere alla loro dismissione nel rispetto delle procedure già previste favorendo soluzioni transattive che consentano di stipulare contratti di compravendita che prevedano un corrispettivo pari al valore di mercato dell'immobile, determinato a suo tempo dal l'Agenzia del Territorio, con il versamento di una quota parte di tale prezzo». Invece l'Inps - spiega Mario Milano, coordinatore inquilini dei "cosiddetti" immobili di pregio - ha sinora ritenuto «che nessuna soluzione transattiva possa riguardare il contenzioso sugli immobili di pregio, rifiutando, quindi, la proposta degli inquilini del gennaio 2011 che ipotizzava un accordo basato sui prezzi di mercato del 2001 senza ulteriori sconti e/o benefici. Questo perché ha escluso il "pregio" dalla legge 14/2009 anche se non è scritto da nessuna parte. Così tutto il "pregio" resta invenduto».
C'è anche un numero imprecisato di inquilini che ha già versato una quota del prezzo a suo tempo (2001) determinato, esercitando un'opzione come previsto dalla legge. Ma le lentezze sono tali che alcuni di questi (si veda Il Sole 24 Ore del 12 gennaio) hanno ottenuto sentenze da tribunali per versare il saldo e diventare proprietari.
E ancora non basta: per queste lentezze l'Inps sconterà da quest'anno anche gli aumenti Imu del 70% su tutto l'invenduto.
Si sa che l'Inps, dal 2009, ha avviato la costituzione di un fondo immobiliare. Ma per ora, anche per ritardi nella normativa ministeriale, questo fondo ancora non c'è. Lì potrebbe confluire l'invenduto ma, a parte i soliti Cdep o Finmeccanica (cioè, alla fine, lo Stato stesso), chi potrebbe mai acquistare quote se non con una fortissima svalutazione dei valori al momento del conferimento? Incertezze e scelte rinviate potrebbero, in ogni caso, far sfiorare all'Inps i confini della palude del danno erariale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
IL RESIDUO SCIP
Con la chiusura di Scip 2 l'Inps riacquista gli immobili invenduti (più quelli dell'Inpdai) per un valore di 1,1 miliardi, da vendere al più presto anche transando sul contenzioso
LE VENDITE
Nel 2010 sono state vendute 365 unità immobiliari tra residenziali e non, per un valore di 61,6 milioni. Nel 2011 le vendite si sono mantenute sullo stesso trend
IL PATRIMONIO
1,5 miliardi è il totale del patrimonio, tra residenziale e non, che l'Istituto eve gestire. Di fatto i tre quarti provengono dalla "restituzione" dell'invenduto di Scip 2
COMPENSI D'ORO AI GESTORI
Nel 2010 l'Inps ha pagato 23,17 milioni, il decuplo dell'anno precedente, per compensi destinati alla gestione del patrimonio
Il programma
01|La fiscalità degli immobili: l'Imu, le rendite
e la proroga delle agevolazioni
_____________________________________

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | « 4 5 6 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:18. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com
View My Stats