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Dimenticavo...
Non penso che accadrà ma... dovesse vincere nuovamente Berlusconi cosa direbbe ognuno di noi?

...io non l'ho votato! ...e dunque saranno stati "gli altri"... [SM=g6963]
10/12/2012 13:55
 
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Re: Re: Hai proprio....
marco---, 12/10/2012 12:23 PM:

Dunque nell'ambito della popolazione italiana esistono due categorie, una delle quali, alla quale appartengono i più è composta da persone che dal punto di vista etico sono un'autentica schifezza.

Deduco che l'Europa, almeno per metà, sia governata da "cloni" di Berlusconi, perché oltre all'Italia anche Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda non hanno i conti a posto e dunque suppongo che l'Europa pulluli di reietti, derelitti, ladri, approfittatori e mascalzoni che nemmeno meriterebbero di esistere. Invece, per converso, chi indignato guarda e poi elogia Luciana Littizzetto scrivendo commenti di questo genere, quelli invece sì, sono "europei DOC", da sempre bravi, buoni e onesti cittadini. Dunque se le cose vanno male esisterà sempre "il prossimo" a cui attribuire ogni colpa, sarà sempre possibile affermare, la colpa non è mia.

I miei più vivi complimenti a tutte le persone che, in maniera per così dire autoreferenziale, si propongono come modelli di etica, perché l'Italia ha davvero bisogno di queste persone per poter uscire dal tunnel della crisi, individui maturi, seri, educati, capaci di profondi ragionamenti e, soprattutto, propositivi.

Che pazienza... continuiamo pure così... potremmo proporre la Littizzetto in politica... chissà... forse funzionerebbe meglio di Monti, non resta che provare anche questa genialata! [SM=g6963]

p.s. kemar71, nulla di personale, a scanso di equivoci in questo post mi riferivo ai commentatori della Littizzetto



quotissimo !

i soliti benpensanti euro-entusiasti non si sono ancora accorti che i problemi dell'italia sono oramai la norma nella totalita' dell'europa ( ebbene si' cari eurotaliban anche la germania sta' andando di kakka ).

Adesso se non si vuole fare a pezzi la minima logica e obiettivita' cosa se ne deduce ? che sono tuttu cojoni alias come piace a questi signori : corrotti-brutti-inproduttivi-fancazzari-spendaccioni-ignoranti-NonInvestonoInRicercaEalloraLeCoseVAnnoMale....

oppure e' questo sistema UE che non funziona ?

e allora si preferisce buttarla in caciara da stadio, come se la situazione attuale la si risolve con il tifo pecoreccio, dove ogni cagatella diventa un oggetto di venerazione basta che sia della propria squadra del cuore.

l'allucinazione collettiva e' talmente potente che ci sono persone pronte ad adorare la letizzietto o un bersani o persino il monti recordman assoluto dei dati istat, con lui mai prima un disastro economico simile.

continuiamo cosi', almeno facciamo spanzare dalle risate i plutocrati che da tutto questo si sono riempiti bene le tasche.

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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
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Re: Re: Hai proprio....
marco---, 10/12/2012 12:23:

Dunque nell'ambito della popolazione italiana esistono due categorie, una delle quali, alla quale appartengono i più è composta da persone che dal punto di vista etico sono un'autentica schifezza.

Deduco che l'Europa, almeno per metà, sia governata da "cloni" di Berlusconi, perché oltre all'Italia anche Spagna, Portogallo, Grecia e Irlanda non hanno i conti a posto e dunque suppongo che l'Europa pulluli di reietti, derelitti, ladri, approfittatori e mascalzoni che nemmeno meriterebbero di esistere. Invece, per converso, chi indignato guarda e poi elogia Luciana Littizzetto scrivendo commenti di questo genere, quelli invece sì, sono "europei DOC", da sempre bravi, buoni e onesti cittadini. Dunque se le cose vanno male esisterà sempre "il prossimo" a cui attribuire ogni colpa, sarà sempre possibile affermare, la colpa non è mia.

I miei più vivi complimenti a tutte le persone che, in maniera per così dire autoreferenziale, si propongono come modelli di etica, perché l'Italia ha davvero bisogno di queste persone per poter uscire dal tunnel della crisi, individui maturi, seri, educati, capaci di profondi ragionamenti e, soprattutto, propositivi.

Che pazienza... continuiamo pure così... potremmo proporre la Littizzetto in politica... chissà... forse funzionerebbe meglio di Monti, non resta che provare anche questa genialata! [SM=g6963]

Kemar, nulla di personale, a scanso di equivoci in questo post mi riferivo ai commentatori della Littizzetto e anzi, devo dire che hai fatto bene a proporre i punti di vista dei commentatori per aprire un eventuale confronto, tanto qui al bar si parlare di qualunque cosa senza alcun rischio di sconfinamento nell'OT.




Ognuno può dedurre quello che gli pare, figurati. Anche se, personalmente, mi sembra che siamo leggermente fuori tema ma ripeto, no problem [SM=g1750826] onguno, permettimi il termine, "si fa i film" che crede.

Ritorno al tema del "hai proprio rotto il .....", insomma iniziano ad esserci polemiche sul fatto che la satira non deve usare questi termini e poi...in fascia protetta ....oddio....che sacrilegio. Vorrei cogliere l'occasione per segnalare a lor signori che il nanetto chiamò tanti italiani "coglioni", la logica e minima conseguenza è che gli si possa dire che ci ha "rotto il cazzo"...sdoganiamo anche questo di termine, siete d'accordo? [SM=g9128]
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Vojo vede na righina nera discendente.

10/12/2012 16:50
 
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Re: Re: Re: Hai proprio....
kemar71, 12/10/2012 3:35 PM:

Ognuno può dedurre quello che gli pare, figurati. Anche se, personalmente, mi sembra che siamo leggermente fuori tema ma ripeto, no problem [SM=g1750826] onguno, permettimi il termine, "si fa i film" che crede.

Ritorno al tema del "hai proprio rotto il .....", insomma iniziano ad esserci polemiche sul fatto che la satira non deve usare questi termini e poi...in fascia protetta ....oddio....che sacrilegio. Vorrei cogliere l'occasione per segnalare a lor signori che il nanetto chiamò tanti italiani "coglioni", la logica e minima conseguenza è che gli si possa dire che ci ha "rotto il cazzo"...sdoganiamo anche questo di termine, siete d'accordo? [SM=g9128]

La mia ironia mi sembrava perfettamente in tema col commento che hai riportato, sì, forse ho esteso l'ambito del commento a livello europeo prendendomi così questa "libertà", quello che volevo evidenziare, e sul quale non sono d'accordo, è stato lo sparare a zero sui giovani, definendoli filo-berlusconiani e dunque implicitamente imbroglioni, fannulloni etc., ripeto, queste non sono cose che hai scritto tu, sono contenute in quel commento.
Per il resto nessun problema, ognuno si esprima come meglio preferisce se in qualche modo può essere di utilità per sfogarsi oppure per ottenere qualcosa.
Io piuttosto ragionerei bene sul chi votare alle prossime elezioni, per quanto discutibilmente quel giorno ognuno di noi potrà mettere nero su bianco una preferenza... poi potremo comunque proseguire a vedere la Littizzetto in TV, due risate fanno sempre bene alla salute... [SM=g6963]
[Modificato da marco--- 10/12/2012 16:59]
10/12/2012 17:28
 
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Re: Re: Re: Hai proprio....
kemar71, 12/10/2012 3:35 PM:



... Vorrei cogliere l'occasione per segnalare a lor signori che il nanetto chiamò tanti italiani "coglioni", ...



mica si riferiva per caso a quelli che scesero nelle piazze urlando il loro giubilo per il salvatore del proletariato e difensore di inermi e oppressi detto Monti?

altro che la scimunita comica piemontese da TANTI soldini pubblici, questi si' che fanno ridere anche i polli e pure agratis senza canone !!!


«Lisa, una bambina di due anni e mezzo, alla domanda “che cosa hai visto in TV?”, risponde “Ho visto il nonno Mario, quello che dice le cose giuste per il futuro…”». È una delle quattro lettere inviate alla presidenza del Consiglio che si trovano sul sito ufficiale di Palazzo Chigi nella sezione «Dialogo con i cittadini».] «Lisa, una bambina di due anni e mezzo, alla domanda “che cosa hai visto in TV?”, risponde “Ho visto il nonno Mario, quello che dice le cose giuste per il futuro…”». È una delle quattro lettere inviate alla presidenza del Consiglio che si trovano sul sito ufficiale di Palazzo Chigi nella sezione «Dialogo con i cittadini».





[Modificato da ziomaoziomao 10/12/2012 17:32]

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10/12/2012 19:00
 
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Re: Re: Re: Re: Hai proprio....
marco---, 10/12/2012 16:50:

La mia ironia mi sembrava perfettamente in tema col commento che hai riportato, sì, forse ho esteso l'ambito del commento a livello europeo prendendomi così questa "libertà", quello che volevo evidenziare, e sul quale non sono d'accordo, è stato lo sparare a zero sui giovani, definendoli filo-berlusconiani e dunque implicitamente imbroglioni, fannulloni etc., ripeto, queste non sono cose che hai scritto tu, sono contenute in quel commento.
Per il resto nessun problema, ognuno si esprima come meglio preferisce se in qualche modo può essere di utilità per sfogarsi oppure per ottenere qualcosa.
Io piuttosto ragionerei bene sul chi votare alle prossime elezioni, per quanto discutibilmente quel giorno ognuno di noi potrà mettere nero su bianco una preferenza... poi potremo comunque proseguire a vedere la Littizzetto in TV, due risate fanno sempre bene alla salute... [SM=g6963]




Vedi Marco, ho messo quel commento perche' dice una verita', relativa ad un parte (mi sembra ovvio, non tutti) di giovani che hanno certe aspirazioni e certi "idoli".
Perche' purtroppo, se certe persone non le conosci non pensi che esistano.
Cosi' come ieri, parlavo con un mio amico, si parlava della Fornero e di come aveva definito i giovani. Io, ero risentita per questo...perche' io e chi conosco non siamo cosi' (io manco piu' giovane [SM=g7802] ).
Il mio amico, invece, con certa gente con la puzzetta sotto il naso e poca voglia di lavorare ci lavora, suo malgrado, a stretto contatto e mi dice...che ci sono e come. Che se il "capo" gli chiede fammi questa cosa, questo gli ha risposto...prima mi prendo un caffe', poi mi fumo una sigaretta e poi lo faccio. E non era un caso isolato. Insomma, vi pare normale? [SM=g1749704]
[Modificato da kemar71 10/12/2012 19:05]
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Re: Re: Re: Re: Re: Hai proprio....
kemar71, 12/10/2012 7:00 PM:

Vedi Marco, ho messo quel commento perche' dice una verita', relativa ad un parte (mi sembra ovvio, non tutti) di giovani che hanno certe aspirazioni e certi "idoli".
Perche' purtroppo, se certe persone non le conosci non pensi che esistano.
Cosi' come ieri, parlavo con un mio amico, si parlava della Fornero e di come aveva definito i giovani. Io, ero risentita per questo...perche' io e chi conosco non siamo cosi' (io manco piu' giovane [SM=g7802] ).
Il mio amico, invece, con certa gente con la puzzetta sotto il naso e poca voglia di lavorare ci lavora, suo malgrado, a stretto contatto e mi dice...che ci sono e come. Che se il "capo" gli chiede fammi questa cosa, questo gli ha risposto...prima mi prendo un caffe', poi mi fumo una sigaretta e poi lo faccio. E non era un caso isolato. Insomma, vi pare normale? [SM=g1749704]

Certo che no, non è affatto normale, ma come tu stessa scrivi probabilmente si tratta di casi isolati, per il resto che ci vuoi fare, tutti abbiamo avuto vent'anni no?! ...solo che è passato "un po' di tempo" [SM=g7802] (parlo per me...) e così, forse, ci siamo dimenticati che a quell'età si pensava in maniera diversa, poi per carità, non sono qui a scrivere per giustificare e tollerare ogni idiozia o cretinata compiuta da un ventenne... alla fine comunque nessun problema, figurati, si fa tanto per parlare, questo è un topic di svago... [SM=g7752] [SM=g7777]
11/12/2012 06:41
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Hai proprio....
kemar71, 12/10/2012 7:00 PM:



...
Il mio amico, invece, con certa gente con la puzzetta sotto il naso e poca voglia di lavorare ci lavora, suo malgrado, a stretto contatto e mi dice...che ci sono e come. Che se il "capo" gli chiede fammi questa cosa, questo gli ha risposto...prima mi prendo un caffe', poi mi fumo una sigaretta e poi lo faccio. E non era un caso isolato. Insomma, vi pare normale? [SM=g1749704]



a proposito di giovani italiani fancazzari.

Il problema non e' tanto se vogliono lavorare o meno, il vero problema e' la sostituzione dei lavoratori allegramente in opera con il plauso estasiato di tutta quella banda cialtroni che va' dai sindacati passando per i politicazzi xenoeurofanatici.

fra poco che abbiano voglia di lavorare o meno contera' poco, tanto qualche immigrato disposto a farsi sfruttare in cambio di qualche tozzo di pane e di qualche bastonata sulla schiena lo si trovera' sempre.

dei dati di sotto ringraziamo di cuore tutti i sindacati xenofili e i compagni, grazie compagni non vi smentite mai [SM=g1750152]


Secondo i recenti dati prodotti dall’Istat, tra il 2007 e il 2011 l’occupazione in Italia è diminuita di circa 250.000 unità, ma il dato significativo è che questo calo rappresenta un saldo negativo tra il milione di posti persi dai lavoratori italiani, a fronte dell’aumento di 750.000 unità dei lavoratori immigrati. È quanto emerge dalle statistiche sulla coesione sociale pubblicate dal Ministero del Lavoro sulla base dei dati Istat. Nel dettaglio, gli occupati sono passati da 23.222.000 nel 2007 a 22.967.000 nel 2011 con un calo di 255.000 unità (-1,09%). Però i lavoratori con cittadinanza italiana sono passati da 21.719.000 a 20.716.000, oltre un milione in meno pari al -4,61%. I lavoratori immigrati sono passati dai 1.502.000 del periodo pre-crisi economica a 2.251.000 nel 2011 con un aumento di 749.000 unità (+49,8%). Insomma la crisi c’è solo per gli italiani, mentre per gli immigrati l’occupazione va a gonfie vele. L’aumento dell’occupazione straniera è stato rilevante soprattutto per la componente femminile con il passaggio da 579.000 unità del 2007 a 960.000 (+65,8%) nel 2011 mentre l’occupazione degli uomini stranieri nello stesso periodo è passata da 924.000 unità a 1.292.000 (+39,8%), un vero e proprio boom che non ha precedenti per i lavoratori italiani.




www.qelsi.it/2012/per-gli-italiani-loccupazione-fa-flop-ma-per-gli-immigrati-...


[Modificato da ziomaoziomao 11/12/2012 06:43]

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11/12/2012 09:25
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Hai proprio....
marco---, 10/12/2012 21:42:

Certo che no, non è affatto normale, ma come tu stessa scrivi probabilmente si tratta di casi isolati, per il resto che ci vuoi fare, tutti abbiamo avuto vent'anni no?! ...solo che è passato "un po' di tempo" [SM=g7802] (parlo per me...) e così, forse, ci siamo dimenticati che a quell'età si pensava in maniera diversa, poi per carità, non sono qui a scrivere per giustificare e tollerare ogni idiozia o cretinata compiuta da un ventenne... alla fine comunque nessun problema, figurati, si fa tanto per parlare, questo è un topic di svago... [SM=g7752] [SM=g7777]




Anch'io non sono più ventenne ma pure a quell'età ero una persona "seria".
La famiglia dalla quale si proviene ha una notevole influenza ma pure questa è una mezza verità perchè, se ci pensi bene, ci sono tante famiglie nelle quali i figli prendono strade completamente diverse (intesa nel senso di essere brave persone o meno, indipendentemente dalla famiglia di origine seria o meno seria).

Stamattina alla radio leggono un messaggio di un radioascoltatore: "perchè vi meravigliate della discesa in campo di berlusconi...anche i campi vanno concimati"....ahahahaha [SM=g1750147] [SM=g1750147]
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15/12/2012 09:52
 
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Un curioso e divertente spot radiofonico di un franchising immobiliare di case vacanza segnalato da FourCorners (forum RC): spot radiofonico (MP3)

un click sul tasto "play", oppure "download now"... [SM=g6963]
[Modificato da marco--- 15/12/2012 09:53]
15/12/2012 10:41
 
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Re:
marco---, 15/12/2012 09:52:

Un curioso e divertente spot radiofonico di un franchising immobiliare di case vacanza segnalato da FourCorners (forum RC): spot radiofonico (MP3)

un click sul tasto "play", oppure "download now"... [SM=g6963]


[SM=g7576] Quando si dice il "Marketing Virale"!
Complimenti ai creativi (e al committente). [SM=g1784310]


17/12/2012 10:30
 
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Re: Re:
FourCorners, 15/12/2012 10:41:


[SM=g7576] Quando si dice il "Marketing Virale"!
Complimenti ai creativi (e al committente). [SM=g1784310]






E' allucinante!
Non sai se ridere o piangere [SM=j7569]

Cmq, avete sentito l'ultimo spot di Carlino? Dove dice che gli immobili hanno raggiunto il minimo storico? (e tuindi, tanto per cambiare, è il momento di comprare?).
Sarebbe bello farlo sentire a tutti ma....io non l'ho trovato.
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16/10/2013 09:37
 
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Quando l'ipocrisia dilaga: disconoscere le proprie responsabilità (intendiamoci, senza per questo prendere le difese di Priebke)
Quanta ipocrisia su Priebke,vae victis (Fonte: blogdipiercarlorizza.wordpress.com - di Piercarlo Rizza - 13/10/2013)

Marino e tanti altri stanno mostrando un buonismo squallido, un ipocrisia indecente, Vae Victis, guai ai vinti. Ditemi cari fautori del politicamente corretto, detentori di superiorità morale, che non volete seppellire il corpo di Priebke nè fargli fare funerale. Sapete cosa voleva dire nascere in quella Germania? Avere genitori, scuola, radio, giornali, scienziati, filosofi, poeti e musicisti che vi insegnano tutti che gli ebrei sono ” cattivi”, i tedeschi “vittime”, Hitler un “liberatore”, ubbidire agli ordini da eroi, disubbidire da traditori? Priebke era nello stesso esercito in cui militava il Santo Papa Ratzingher, il premio Nobel Gauss e tanti altri, era il loro ” dovere”. Solo che Priebke ha ricevuto ordini diversi, ordini che per lui significavano punire terroristi che avevano ucciso vigliaccamente i suoi fratelli o essere fucilato come traditore. Ora pretendere che a cento anni cambiasse idea e’ come chiedere a noi di credere che la Terra sia piatta,che tutti ci hanno detto cazzate, la TV , la NASA, Hack etc. Etc., non ci crederemmo. Priebke che a cento anni non aveva motivo di mentire era realmente convinto che molte cose fossero solo invenzioni dei vincitori. Abbiamo fatto messe in chiesa con applausi a mafiosi, killer, maniaci, pedofili, sepolto il boss della Magliana in Vaticano,osannato ex dittatori e terroristi, tutta gente che sapeva bene il male che faceva, che non ubbidiva,ma dava ordini. Abbiamo chi a sinistra voleva salma di Lenin, chi inneggia a Stalin e morti ne hanno fatto milioni . Ora volete scaricare tutte le colpe sul cadavere di un soldato che combatteva dalla parte sbagliata e credeva di difendere la sua Patria? Troverete forse militari U.S.A. pentiti di Guantanamo? Lasciatelo marcire in Pace, al Mondo non mancherà , ma se decidete di sostituirvi a Dio nel giudicare, allora fatelo con tutti gli altri, riesumate i cadaveri di mafiosi e criminali peggiori oppure smettetela con queste sceneggiate strappa applausi.

(Questa non è una difesa a Priebke,ci mancherebbe, ma un’ accusa ai detentori della superiorità morale che ora decidono chi può essere seppellito e chi no, ma non si sa dove erano fino ad oggi) sta comodo il boss della Magliana sepolto in Vaticano, nella Basilica di Sant’Apollinare? Vuole qualche prelato parlarci dell’altra trinità : oro nazista, IOR e ordine Francescano??

La triplice ipocrisia sulla fine di Priebke (Fonte: linkiesta.it - di Angelo D’Addesio - 14/10/2013)

È certo che i funerali e la sepoltura di Priebke si concluderanno in Italia, ma quello che resta sullo sfondo è l’ipocrisia di tre paesi, tutti coinvolti allo stesso modo nella vicenda di un uomo lasciato completamente indisturbato a fare i propri comodi per il mondo ed a vantarsi di aver ammazzato centinaia di persone ed oggi improvvisamente pesante per tutti.

L’incoerenza dell’Italia che oggi si divide sui funerali e sugli ultimi atti spettanti essenzialmente ad un morto, dopo averlo praticamente “accolto” a braccia aperte, con un Tribunale Militare capace di far valere la prescrizione per reati così efferati come quelli delle Fosse Ardeatine, un altro che gli concesse un “permesso di lavoro” e perfino la detenzione domiciliare larga come se quest’uomo non avesse già vissuto in piena libertà e possibilità di lavorare per il mondo.
E pensare che oggi in Italia si trova così scandaloso parlare di amnistia e di indulto, liberare dal carcere decine di tossicodipendenti o immigrati che hanno eseguito furti con scaltrezza mentre un uomo come Priebke usciva per fare la spesa con gli applausi di qualche ultras di destra improvvisato o di qualche neo-nazista che però la guerra non l’ha mai né vissuta, né combattuta, altrimenti chissà cosa avrebbe pensato sotto le bombe di Londra, Dresda o Hiroshima.

Poi c’è l’ipocrisia dell’Argentina, un paese dove si sono rifugiati criminali nazisti di alto rango ma anche semplici ufficiali o soldati non pentiti, coperti inizialmente da governi permissivi e poi da giunte militari che non avevano nulla da invidiare al nazionalsocialismo tedesco. Alcuni di questi sono morti, mai trovati forse perché mai cercati. D’altronde Eichmann fu trovato dai servizi segreti israeliani in uno stabilimento Mercedes a Buenos Aires dove lavorava tranquillamente ed anche per Priebke e Kappler la ricerca è stata fruttuosa solo grazie a stessi mezzi.
Oggi l’Argentina non li vuole. Ha concesso loro ville vacanziere a Bariloche, posti di lavoro, perfino identità segrete che erano facilmente rintracciabili, ma oggi il governo di Cristina Kirchner, che non vuole sporcare la sua immagine di ricercatore di crimini contro i desaparecidos sfugge dalle responsabilità di un paese che comunque ha rappresentato l’oasi felice di gente discutibile e lo è ancora, sia verso criminali neri che verso terroristi rossi.

Dulcis in fundo la Germania. Non troverete in questi giorni sul Frankfurter Allgmeine, su Bild, né su altri quotidiani su stampa o sul web una notizia che colleghi Priebke alla Germania o la sua morte e la sua sepoltura ai luoghi tedeschi. Per loro è un affare italiano, se non “ebreo”. E se oggi Berlino rispetta ed è rispettata dal popolo israeliano, senza alcun retaggio del passato, questo antipatico scrollare le spalle e girarsi dall'altra parte del governo tedesco di fronte a problemi che li riguardano e che sono solo lontani nel tempo ma non nella logica e nella storia, è vigliacco e paradossale. Perché ciascun paese ha i suoi figli cattivi ed anche l’amaro dovere di accoglierli nella morte, senza ipocrisie.
[Modificato da marco--- 17/10/2013 16:41]
17/10/2013 15:51
 
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Re: Quando l'ipocrisia dilaga: disconoscere le proprie responsabilità

Su Priebke uno spettacolo penoso di bestie ignoranti.
Giusto per chi ancora non lo sapesse ( e sono in molti specie i mononeuronati ) Priebke ha agito sotto ordine legittimo essendo la rappresaglia all'epoca un'azione regolata dal diritto militare, assolto due volte compresi tutti i comandanti tedeschi.

Fu' considerato colpevole il generale per 10 esecuzioni considerate extra rappresaglia, perche' il conto dei soldati tedeschi uccisi nella codarda imboscata partigiana venne abbassato a 32 invece dei 42 che furono.

i tedeschi applicavano la rappresaglia nell'ordine del 10 a 1 che per inciso era la proporzione considerata equa dal tribunale di norimberga ma...
tutti gli eserciti applicavano il diritto di rappresaglia,
francesi 40 a 1,
russi 50 a 1,
americani imposero ad haaz 200 a 1 (!!!)

cronologia.leonardo.it/storia/a1945s.htm

percio' di cosa si va' a parlare ?
ma se ne stiano zitte le bestie sinistre e studiassero un po' di storia invece di passare il tempo a farsi le canne.

Se c'e' qualcuno da ringraziare per quei morti civili sono i "coraggiosi" partigiani che con gli americani alle porte di roma non hanno avuto nulla di meglio da fare che ammazzare codardamente i tedeschi compresi due bambini italiani e nascondere poi la manina ben sapendo che sarebbe seguita la legale e legittima rappresaglia.

quei partigiani che poi si sono imboscati a fare i politici o sono finiti nel partito comunista a idolatrare la dittatura proletaria, e dei morti che hanno causato chi se ne frega,


adesso tutti i sinitri mononeuroni a sputazzare sulla bara del morto, ma si vergognassero almeno un po' di esistere.





Don Floriano Abrahamowicz, prete lefebvriano

«Priebke era un mio amico e lo considero un cristiano cattolico, un soldato fedele, unico caso di innocente dietro le sbarre. È uno scandalo come è stato trattato in Italia, è stato perseguitato mentre si accolgono modo dignitoso gli immigrati a Lampedusa. È una vergogna». Lo dice Don Floriano Abrahamowicz, prete lefebvriano, a La Zanzara su Radio 24.

«Negli stati cattolici di una volta - sottolinea Abrahamowicz - dove c'era la pena di morte però il condannato aveva la sepoltura e i sacramenti, e questa democrazia rifiuta a un innocente vegliardo anche la sepoltura. Priebke non era nazista ma semplicemente un poliziotto che vive la sua epoca. Per le Ardeatine era stato prosciolto due volte».

«All'epoca - prosegue - sicuramente non sarei stato con i partigiani che hanno fatto saltare in aria quei ragazzi in via Rasella e ai quali oggi nessuno rende conto, e i partigiani ricevono medaglie d'oro. Priebke semplicemente ha applicato la legge internazionale marziale, non lo condanno assolutamente». «Non è un criminale. I criminali -aggiunge- sono stati quelli che hanno fatto saltare i ragazzi in via Rasella, dite a loro di pentirsi. Uno era semplicemente nella legge, gli altri erano dei privati senza uniforme che sparavano e facevano saltare gente per strada». Le camere a gas sono esistite?: «Io le rispondo che è una vergogna che non ci sia ancora un vero e proprio studio scientifico. Io confermo tutto quello che ho detto sulle camere a gas che venivano usate per disinfettare. Priebke era una persona molto intelligente e non faceva passare una camera a gas per una cucina. L'olocausto? L'unico è la morte di nostro signore Gesù Cristo che si è offerto liberamente come vera vittima, quello degli ebrei è stato un eccidio».


[Modificato da ziomaoziomao 17/10/2013 15:53]

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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
24/11/2013 00:36
 
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2014: Buoni propositi emotivamente solidi (31 dicembre 2013 di Josaya)

Le persone emotivamente solide hanno sane abitudini. Gestiscono le loro emozioni, i loro pensieri e i loro comportamenti in modo da utilizzarli per raggiungere i propri obiettivi. Scopriamo le azioni che le persone emotivamente solide non fanno in modo che anche noi possiamo, sul loro esempio, diventare più solidi emotivamente e quindi più centrati.

1 . Non sprecano tempo a commiserarsi

Le persone emotivamente solide non si lamentano per la loro situazione o per come gli altri li hanno trattati. Invece, si assumono la responsabilità per ciò che accade nella loro vita e capiscono che se la vita non appare facile non è necessariamente detto che non lo sia.

2 . Non cedono ad altri il proprio potere

Non permettono ad altri di controllarli, e non cedono a qualcun altro il potere su loro stessi. Non dicono cose come: "Il mio capo mi fa sentire una pezza da piedi", perché capiscono che solo loro hanno il controllo sulle proprie emozioni e possono sempre scegliere come “reagire” e quindi come “sentirsi”. Non c’è al mondo qualcuno che possa “farli sentire come…”.

3 . Non sfuggono il cambiamento.

Le persone emotivamente solide non cercano di evitare i cambiamenti. Invece, accolgono il cambiamento sempre come evoluzione positiva e sono disposti ad essere flessibili. Capiscono che il cambiamento è inevitabile e credono nelle loro capacità di adattarsi.

4 . Non sprecano energia su cose che non possono controllare.

Non si sente una persona emotivamente solida protestare perché ha smarrito i bagagli o perché è imbottigliato nel traffico. Loro si concentrano su ciò che possono controllare nella loro vita . Essi sanno che il più delle volte, l'unica cosa che possono controllare il loro atteggiamento.

5 . Non si preoccupano di compiacere tutti.

Le persone emotivamente solide riconoscono che non hanno bisogno di piacere sempre a tutti. Non hanno paura di dire di no o di parlare chiaramente quando è necessario. Si sforzano di essere gentili e leali ma sono sempre in grado di gestire e anche di allontanare le persone se mettono a rischio la loro felicità.

6 . Non temono di correre rischi.

Non rischiano in modo sconsiderato, ma non rifuggono di correre rischi calcolati Le persone emotivamente solide valutano i rischi e i benefici prima di prendere una decisione importante e sono pienamente consapevoli dei potenziali svantaggi prima di agire.

7 . Loro non si perdono nel passato.

Le persone emotivamente solide non perdono tempo a rimuginare e a lamentarsi perché le cose sarebbero potute andare diversamente. Riconoscono il loro passato e sono consapevoli di quello che hanno imparato da esso. E per questo non stanno a rivivere emotivamente le esperienze negative o a fantasticare sui giorni di gloria. Invece, vivono nel presente consapevoli di costruire così il proprio futuro.

8 . Non commettono ripetutamente sempre gli stessi errori.

Le persone emotivamente solide si assumono la totale responsabilità del loro comportamento e imparano dai propri errori. Così evitano di ripetere sempre i medesimi sbagli. Anzi sono portati così a prendere migliori decisioni per il futuro.

9 . Non invidiano il successo degli altri.

Le persone emotivamente solide apprezzano e celebrano i successi di altre persone. Non sono gelose e non si sentono sminuite dal successo degli altri.

10 . Non si arrendono dopo il primo fallimento

Le persone emotivamente solide non interpretano il fallimento come un motivo per rinunciare. Invece usano il fallimento come un'opportunità per crescere e migliorare ulteriormente. Essi sono disposti a continuare a provare fino a quando non saranno in grado di farlo bene.

11 . Non temono la solitudine.

Le persone emotivamente solide possono tollerare di stare da soli e non temono il silenzio. Loro non hanno paura di stare soli con i loro pensieri e così possono utilizzare i tempi di inattività per essere produttivi. Essi godono della propria solitudine e non dipendono dagli altri per la compagnia e per il divertimento. Sono completamente capaci di essere gioiosi e magnifici anche da soli.

12 . Non sentono che il mondo debba loro qualcosa.

Le persone emotivamente solide non si sentono in diritto di avere qualcosa dagli altri. Non sono cresciuti con la mentalità che altri si sarebbero presi cura di loro o che il mondo debba loro qualcosa. Invece colgono le opportunità che nascono dalle proprie capacità.

13 . Non si aspettano risultati immediati

Sia che stiano lavorando per migliorare la loro salute o per ottenere un nuovo successo materiale, le persone emotivamente solide non si aspettano risultati immediati. Invece applicano le loro competenze e usano il tempo al meglio delle loro capacità e capiscono che il vero cambiamento richiede tempo.
13/01/2014 15:41
 
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Discorsi di capodanno 2013 e 2014


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Balasso economista del governo
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Dott Quantum a Flatland (20/11/2010)

Come potreste parlare con un individuo che abita un universo a due dimensioni che non conosce il concetto di altezza? Ci riesce elegantemente il dott. Quantum nell'universo di Flatland e riesce a liberare dalla condizione ristretta delle due dimensioni un essere che vi abita: un esempio di cosa possa significare passare ad un più elevato livello di coscienza.

[Modificato da marco--- 27/01/2014 12:20]
26/03/2014 18:09
 
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Villa Singola
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Questa, di 30.000 $, è l'unica casa costruibile senza mutuo e senza autorizzazioni

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[Modificato da pax2you 31/03/2014 09:06]
26/03/2014 20:45
 
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Re:
stelafe, 3/26/2014 6:09 PM:

Questa, di 30.000 $, è l'unica casa costruibile senza mutuo e senza autorizzazioni

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Beh... non sarebbe neanche male! [SM=g6963]

[Modificato da pax2you 31/03/2014 09:06]
07/06/2014 10:17
 
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Droni, da armi per combattere la guerra a strumenti per vendere casa (Fonte: idealista.it - 05/06/2014)

[Modificato da marco--- 07/06/2014 10:17]
07/06/2014 11:26
 
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Re: Re:
marco---, 26/03/2014 20:45:

Beh... non sarebbe neanche male! [SM=g6963]




Che problema c'è, tanto tra poco la casa ce la stampiamo noi a costi frazionali di quelli attuali.

youtu.be/QxqROe8tevo
youtu.be/5ZuukXXEFPg
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21/08/2014 09:45
 
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In questa guerra degli orrori io scelgo quelli dell'Isis (Fonte: massimofini.it - 20/08/2014)

Ma è mai possibile che in Italia appena uno pone una questione un po’ seria, anche se scomoda, debba essere sommerso dal coro di indignazione bipartisan come sta capitando al deputato Cinquestelle Alessandro Di Battista (‘abominevole’, ‘pericoloso’, ‘ignorante’, ‘nemico interno’ fino al ‘minchione’ appioppatogli da Francesco Merlo)? Eppure Di Battista affronta un nodo cruciale per capire la nascita, la crescita e l’affermarsi del radicalismo islamico: di fronte a un nemico invisibile o irraggiungibile, perché ti bombarda con robot teleguidati da migliaia di chilometri di distanza o con caccia che, senza una contraerea, non possono essere colpiti, che cosa resta a una resistenza? O subire passivamente o darsi al terrorismo. La questione non è nuova e prende il nome di ‘guerra asimmetrica’ che si ha quando la sproporzione tecnologica degli armamenti fra due contendenti è tale che uno può colpire e l’altro solo subire o opporsi col proprio corpo. Tutte le guerre occidentali degli ultimi anni sono state ‘asimmetriche’ e hanno incoraggiato anzi imposto metodi terroristi ai nostri avversari.

La prima fu in Afghanistan. Gli afgani, storicamente, non sono mai stati terroristi, tantomeno kamikaze. Il terrorismo è estraneo alla loro tradizione. Sono dei guerriglieri, che è cosa diversa. Nel 2006 ci fu un’importante riunione fra i comandanti talebani e il Mullah Omar. I comandanti dissero, pressappoco, al loro leader: “Guarda che noi non possiamo combattere solo con le tecniche della guerriglia. Come ingaggiamo uno scontro arrivano i bombardieri della Nato e per un nemico che uccidiamo perdiamo quindici uomini. Non è possibile andare avanti così.” Chiesero quindi al Mullah l’autorizzazione ad utilizzare anche il terrorismo. Omar, sulle prime, era contrario. Per due motivi. Perché, appunto, il terrorismo è estraneo alla cultura afgana e a lui, custode fanatico della tradizione del suo Paese, la cosa non piaceva. Il secondo motivo era molto più pragmatico. L’attentato terrorista, anche se mirato a obbiettivi militari o politici, provoca inevitabilmente anche vittime civili. E a tutto avevano interesse i Talebani tranne che a inimicarsi la popolazione sul cui appoggio si sostengono. Ma alla fine dovette cedere di fronte all’evidenza. Nacque così il terrorismo interno afgano.

Noi oggi ci scandalizziamo per la ferocia dei guerriglieri dell’Isis (che chiamiamo ‘terroristi’ perché tutti coloro che ci combattono sono, ai nostri occhi, terroristi, solo noi non lo siamo) che mozzano le teste ai nemici e uccidono anche i bambini (che li seppelliscano vivi mi sembra una leggenda propagandistica tipo quella d’antan che voleva che i comunisti mangiassero i bambini). Ma nella prima guerra del Golfo, nel 1990, i bombardamenti americani hanno ucciso 160 mila civili, fra cui 39.812 donne e 32.195 bambini (dati al di sopra di ogni sospetto: del Pentagono) che non sono meno bambini dei bambini curdi e sciiti o dei nostri bambini. Ma nessuno, in Occidente, si scandalizzò. Se devo scegliere in questa guerra degli orrori scelgo quelli dell’Isis. Perché perlomeno il guerrigliero si implica personalmente, mentre il pilota che telecomanda il drone da Nellis nel Nevada non corre alcun rischio e, dopo aver fatto la sua bella strage, se ne torna a casa dove la sua linda mogliettina americana gli ha preparato una cenetta.

Ci scandalizziamo, oggi, per la persecuzione degli yazidi. Gli yazidi, sia pur di religione sufi, sono curdi iracheni. E per dieci anni la Turchia e Saddam Hussein, in combutta fra di loro, hanno massacrato i curdi iracheni, e quindi anche gli yazidi, la prima col pieno appoggio degli americani che han sempre temuto che l’indipendentismo curdo-iracheno innescasse quello dei curdi di Turchia, la loro grande alleata nella regione (in Turchia i curdi sono 12 milioni), il secondo foraggiato direttamente dagli Stati Uniti che gli fornirono anche le famose ‘armi di distruzione di massa’ in funzione antiraniana e , appunto, anticurda. Ma in Occidente tutti facevano orecchio da mercante. Quando ci fu, nel 1989, la strage nel villaggio di Halabya (5000 curdi ‘gasati’ in un sol colpo) diedi la notizia sull’’Europeo’. Ma nessuno, almeno in Italia, la riprese. Saddam era un amico.

Nel suo ‘excursus’ storico, tutt’altro che ‘scombiccherato’ come scrive Merlo, Di Battista ricorda che è dal 1920 che gli occidentali, prima gli inglesi e i francesi, poi anche gli americani, fanno il bello e il cattivo tempo in Medio Oriente e altrove. Proprio l’Iraq è una creazione cervellotica degli inglesi che nel 1930 misero insieme in uno Stato tre comunità che non avevano niente a che vedere fra loro: curdi, sunniti e sciiti. Ma rimaniamo a tempi più recenti. Sono quindici anni che l’Occidente democratico è all’attacco del mondo arabo-musulmano. Nel 2001 c’è stata l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan che ha provocato una guerra che dura da quattordici anni, la più lunga degli ultimi secoli, e un numero di vittime civili incalcolabile, incalcolabile in quanto non calcolato perché degli afgani, non essendo arabi né tantomeno cristiani o ebrei, si può fare carne di porco. I Talebani dopo aver sconfitto i ‘signori della guerra’ e posto fine alla guerra civile avevano riportato l’ordine e la legge, sia pur una dura legge, nel Paese. Ma non erano democratici e quindi andavano spazzati via.

Nel 2003 c’è stata l’invasione e occupazione dell’Iraq che ha provocato, direttamente o indirettamente, dai 650 ai 750 mila morti. Ma Saddam, che avevamo sostenuto per vent’anni, era un dittatore che non ci piaceva più. L’Iraq doveva diventare democratico. Dopo che gli americani se ne sono andati è scoppiata la guerra civile tra sunniti e sciiti. C’erano centinaia di morti alla settimana, però la cosa ai sensibili democratici occidentali non interessava più. Eppure è proprio da quella situazione, combinata col conflitto siriano, che nasce l’Isis, una sorta di internazionale del radicalismo islamico dove, oltre a iracheni e siriani, convergono libici, libanesi, somali e anche europei. Ma della pericolosità dell’Isis i democratici occidentali, impegnati in altri affari, non si sono resi conto. Io la denunciavo già in un articolo sul ‘Fatto’ del 21 giugno: “Guerra in Iraq: trappola per l’Occidente”. Le ‘teste d’uovo’ occidentali (e anche papa Bergoglio) se ne sono accorte solo un paio di settimane fa.

Nel 2006/2007 c’è stato l’attacco, per interposta Etiopia, alla Somalia dove le Corti Islamiche (una sorta di talebani africani) avevano sconfitto i ‘signori della guerra’ locali e come in Afghanistan riportato l’ordine e la legge, sia pur una dura legge, in quel Paese. Ma le Corti non erano democratiche. Dovevano essere eliminate. Ora la Somalia è in piena guerra civile.

Nel 2011 c’è stato l’attacco alla Libia del dittatore Gheddafi, con cui avevamo fornicato fino al giorno prima. Ma bisognava portare la democrazia anche in quel Paese. E adesso la Libia è nel caos più totale.

Il fatto è che l’Occidente democratico dopo aver sconfitto i totalitarismi del Novecento è diventato a sua volta totalitario e pretende di esportare i propri valori, la propria ‘way of life’ e soprattutto il proprio modello economico in tutto l’universo mondo. E’ quello che in un libro fortunato, ho chiamato ‘Il vizio oscuro dell’Occidente’. Ed è proprio questa pretesa di omologazione universale, questa pressione ossessiva, militare, economica, ideologica, culturale (la donna musulmana deve assimilarsi a quella occidentale, eccetera) che evoca un radicalismo islamico che reagisce con un ideologismo altrettanto totalitario. Anche un musulmano moderato a furia di sentirsi incalzato dall’Occidente diventa un estremista.


In quanto alla maestrina Merlo, grande esperto di geopolitica benché non si sia mai letto un suo reportage dall’estero, vorrei che ci spiegasse perché definire i curdi, gli sciiti e i sunniti tre comunità profondamente diverse fra loro sia un ‘errore da matita blu’. Attendiamo ulteriori lezioni.
21/10/2014 15:49
 
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Focus - TTIP 17 ottobre 2014 (17/10/2014)

Vedi anche in Wiki: Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti

[Modificato da marco--- 21/10/2014 15:50]
29/12/2014 10:18
 
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Riforma delle norme sul licenziamento in Italia, non è scandaloso. Però andrebbe detto, a chiare lettere.
Licenziare facile e a buon mercato: Renzi, non potevi dirlo subito? (Fonte: glistatigenerali.com - 29/12/2014)

Al governo guidato da Matteo Renzi è definitivamente ascrivibile un nuovo fatto: una riforma radicale delle norme sul licenziamento in Italia. La denominazione ufficiale parla di “contratto a tutele crescenti” ma il cono di luce che il decreto getta sulla realtà del lavoro in Italia è rovesciato: il protagonista dell’impianto del decreto non è il lavoro né il lavoratore da “tutelare”, ma l’impresa e l’imprenditore da liberare da vincoli sul licenziamento. Non è scandaloso. Però andrebbe detto, a chiare lettere.

Come siamo arrivati fin qui? In principio, come sempre, c’è lo storytelling sul Jobs Act e la “narrazione positiva” e ottimistica delle riforme del lavoro. Questa storia comincia improvvisamente l’estate scorsa. Quando il presidente del Consiglio Renzi liquida come “discussione inutile” la proposta del ministro Angelo Alfano, lanciata a mezzo intervista, di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e la previsione di reintegro in caso di licenziamento illegittimo. Ci è stato raccontato che il “contratto a tutele crescenti” avrebbe portato a una convergenza graduale nel tempo verso le tutele diciamo così storiche (e in particolare quella delle reintegro). Il plot lo ha messo giù Alfano in quell’intervista a Repubblica a metà agosto, ma Renzi si è incaricato di narrarlo nel modo che gli riesce bene. Prendendosi il centro della scena, intestandosi la battaglia che era stata lanciata da Alfano, e utilizzandola, ancora una volta, per marcare la propria differenza dalla “vecchia sinistra” a cominciare dai sindacati e dalla Cgil di Susanna Camusso. Marketing politico di indubbia presa.

Veniamo dunque al provvedimento concreto, che sebbene non ancora definitivo – mancano l’acquisizione dei pareri peraltro non vincolanti delle commissioni parlamentari competenti e l’emanazione del decreto – è stato approvato dal Consiglio dei ministri del 24 dicembre (vedi il testo). Più che contratto a tutele crescenti, questo primo stralcio di Jobs Act è un disciplina del licenziamento a esito e costo definiti. Applicabile a tutti i nuovi contratti e alle piccole imprese che dovessero superare il limite dei 15 dipendenti dopo l’entrata in vigore della legge.

Al netto di tutti i casi residuali come le discriminazioni o i licenziamenti disciplinari, il succo per la generalità dei nuovi assunti nonché per tutti i dipendenti delle imprese che da qui in avanti supereranno la soglia dei 15 dipendenti è il seguente: si può licenziare liberamente, con semplice preavviso, adducendo il “giustificato motivo oggettivo”. Ovvero «ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa»: tutto quel novero di motivi “economico-produttivi” non imputabili al comportamento del lavoratore, insomma. Se poi il lavoratore fa ricorso e il giudice accerta che non vi sono gli estremi del licenziamento, il datore di lavoro viene condannato a pagare un’indennità pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione per ciascun anno di anzianità, per un minimo di quattro e un massimo di 24 mensilità, ma sgravato dalla contribuzione previdenziale. Chi lavora da 30 anni in azienda riceve dunque le stesse 24 mensilità di chi ci lavora da 12 anni.

Stesso trattamento in caso di licenziamento per giustificato motivo soggettivo (inadempimento degli obblighi contrattuali da parte del datore di lavoro) o per giusta causa, ovvero un inadempimento del lavoratore talmente grave da non consentire neanche in via provvisoria la prosecuzione del rapporto. Il reintegro spetta solo se viene dimostrato che il fatto contestato al lavoratore è inesistente, senza alcun riguardo alla proporzionalità tra fatto e la sanzione del licenziamento, come esplicita chiaramente la legge. Per essere brutali e chiari: chi tre volte la settimana si appropria indebitamente del caffè aziendale allo spaccio senza pagarlo, o chi qualche volta fa il furbo ed esce dieci minuti prima chiedendo al collega di timbrare per lui, una volta licenziato per queste ragioni non potrà contare sulla sproporzione tra le proprie violazioni e la misura del licenziamento al fine di ottenere il reintegro. Una conferma in più dell’impianto di fondo della riforma renziana, che non ha nelle “tutele crescenti” il proprio cuore, ma semmai nella sanzione definitiva della piena libertà di licenziare, a costi fissi e oggettivamente limitati. Perché la via d’uscita per il datore è in fondo prevista dalla legge: basta qualificare ogni licenziamento con i giustificati motivi oggettivi per poi essere sostanzialmente certo che, alla peggio, dovrà pagare due mensilità l’anno per ogni anno di anzianità dopo un processo, con tutte le incognite temporali del caso e i relativi costi iniziali a carico del lavoratore ricorrente. Che, se ben consigliato, sarà sempre propenso ad accettare un’offerta di conciliazione al ribasso rispetto al massimo possibile.

Ora che le bocce si vanno fermando, e che il quadro è più chiaro, sembra sensato puntare il dito su alcuni limiti che ci paiono evidenti nell’impianto in questione. Una cosa la diciamo subito: non troviamo aberrante l’impianto di fondo della riforma, e non ci sembra sbagliato l’obiettivo di dare una chiara e codificata libertà di licenziamento agli imprenditori. I punti di critica, non sono di per sé ideologici. Sono, semmai, piuttosto di metodo, e di come funziona e funzionerà questa riforma.

Il primo, il più macroscopico, è nell’esiguità della “sanzione” monetaria per i risarcimenti che sostituiscono il reintegro nei casi di licenziamenti nei quali “non ricorrono gli estremi del licenziamento per giustificato motivo oggettivo o per giustificato motivo soggettivo o giusta causa”. Si tratta di licenziamenti avvenuti sostanzialmente in violazione del patto contrattuale, e dove prima c’era lo spauracchio dell’obbligo di reintegra sancito da un giudice oggi c’è una compensazione economica. Compensazione economica che pare davvero troppo esigua, soprattutto qualora ci si trovi di fronte a lavoratori in età non più giovane, con un’anzianità di servizio di vent’anni o più e una professionalità non più spendibile: il prezzo insomma non è giusto. In questo quadro, va sottolineato che, dopo una lunga e un po’ farsesca sulla possibilità di introdurre la possibilità di un licenziamento arbitrario facendolo pagare caro e salato, con tanto di minacce di di Sacconi e di finte doglianze di Alfano, il licenziamento arbitrario esiste, da oggi, solo che costa relativamente poco.

Ancora, in questo quadro, colpisce il pari trattamento tra il licenziamento per giusta causa e giustificato motivo soggettivo, da un lato, e il licenziamento per giustificato motivo oggettivo dall’altro. Nel primo caso parliamo di lavoratori che hanno mancato ai propri doveri. Nel secondo parliamo di lavoratori che subiscono una crisi economica o una ristrutturazione aziendale, magari resasi necessaria per le scelte errate dell’imprenditore. E però per la legge pari sono: agli uni e gli altri, ai colpevoli e alle vittime, la legge garantisce lo stesso trattamento. Fuori dall’azienda senza un euro.

C’è poi l’annosa questione del pubblico impiego. Anche qui, la situazione si mostra fragile sia nel metodo sia nel merito. Da un lato, fa impressione che uno dei principali estensori della riforma in questione, Pietro Ichino, si affidi alle norme generali sul pubbligo impiego, per dire che la nuova disciplina si applica anche ai nuovi assunti della pubblica amministrazione, e viene prontamente (e molto debolmente, invero) contraddetto dalla ministra alla Pubblica amministrazione Marianna Madia, che ha buttato lì un paio di mezze frasi per liquidare la questione. («I pubblici dipendenti sono assunti per concorso, quindi il regime non è applicabile anche a loro»). «Trovo francamente sconcertante questo affannarsi di alcuni ministri nel negare l’applicabilità del Jobs Act al pubblico impiego», ha osservato il sottosegretario all’Economia e deputato di Scelta Civica Enrico Zanetti. A noi sembra penoso che gente che era allo stesso tavolo non abbia una posizione univoca su quello ciò che appena votato. A meno che l’ambiguità sia voluta.

Sebbene prevista in via generale dal Testo unico del pubblico impiego, l’applicabilità delle norme private ai rapporti di lavoro nella P.A. è da sempre al centro di un serrato dibattito, in un contesto in cui la Corte costituzionale e Cassazione sono restìe all’equiparazione tout court fra impiego pubblico e privato. Decidere di non affrontare la questione apertamente, assumendosene la responsabilità politica, e rinviare la questione agli esiti giudiziaria, non è un bel cambiamento di verso. Ma anche decidere di riformare e tagliare (per questo era stato chiamato Cottarelli, ma chi se lo ricorda più?) è difficile soprattutto se, come Renzi, si è in campagna elettorale permanente. E così, si decide di non decidere e si lascia la risposta sospesa: oggi è oggetto di dibattito politico, domani ci penseranno gli avvocati, se mai qualche dirigente pubblico deciderà di “ristrutturare” e licenziare i dipartimenti a lui affidati.

Ma cosa c’entrano gli avvocati? Non avevamo detto che con questa riforma i punti di incertezza sono tutti risolti e dai giudici si andrà pochissime volte? Eh, sarebbe bello credere almeno questo. Ma così non pare. Più di un giurista da noi interpellato è sembrato in realtà piuttosto scettico sulla possibilità che si chiuda per sempre la stagione giudiziaria delle controversie sul lavoro. Piuttosto, margini di incertezza interpretativa e non-detti vari, sembrano invece schiudere la possibilità di nuove code giudiziarie, soprattutto dove i lavoratori non si rassegnino a una manciata di mensilità o gli imprenditori non vogliano scendere a patti subito nemmeno per quelle poche mensilità.

Naturalmente, solo il futuro dirà dell’impatto vero della riforma sull’economia e la società italiana. Sicuramente, andrà capito come interagiranno le nuove norme con le nuove misure di sostegno alla disoccupazione, inclusa la parziale estensione ad alcune forme di lavoro atipoco, e come funzionerà la promessa decontribuzione a favore di chi assuma a tempo indeterminato. Con certezza si può dire che non si sentiva il bisogno di quest’ennesimo dualismo fra chi continuerà a godere delle vecchie tutele e i nuovi assunti: una distorsione che aumentà l’iniquità a un sistema già per se iniquo.

A monte di tutto, resta una valutazione politica nei confronti dell’esecutivo, e non è generosa. Dopo una lunga tarantella, dopo un gioco delle parti, la montagna del governo ha partorito una modifica chiara, netta e che ha un cuore: la libertà di licenziare a basso costo. A parte il costo davvero troppo basso, e la bassa qualità della tecnica legislativa, la cosa non ci scandalizza. Ma avremmo preferito, finalmente, che si parlasse chiaro dall’inizio, si dicesse che questa era la meta, e si trattasse con le controparti in maniera chiara. Così non è stato: tra un tweet di Sacconi, un avanti-e-indietro del ministro Poletti e una sfuriata della Camusso, siamo arrivati a questo punto perdendo, come sempre, i contorni di merito delle questioni. Noi abbiamo qui provato a ricostruirli, e continueremo a farlo. In attesa che il verso cambi.
17/03/2015 09:04
 
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Commissione Ue diffida Italia: “Permetta di produrre formaggio anche senza latte” (Fonte: ilfattoquotidiano.it - 28/06/2015)

L'esecutivo europeo chiede alla Penisola di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove l'industria casearia ricorre normalmente a succedanei come il latte in polvere. Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa, pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi".

Dare il via libera anche in Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, dato che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche yogurt) sono di uso comune.

Se passasse l’adeguamento al ribasso è evidente il rischio di conseguenze per l’intera filiera dell’industria casearia italiana. [U]“Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori”, ha commentato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti.

Secondo il numero uno dei coltivatori diretti occorre “salvaguardare le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità delle materie prime adoperate”. Si tratta, aggiunge Moncalvo, “di una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015″.
01/07/2015 11:24
 
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Re:
marco---, 6/28/2015 9:03 PM:

Commissione Ue diffida Italia: “Permetta di produrre formaggio anche senza latte” (Fonte: ilfattoquotidiano.it - 28/06/2015)

L'esecutivo europeo chiede alla Penisola di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove l'industria casearia ricorre normalmente a succedanei come il latte in polvere. Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa, pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi".

Dare il via libera anche in Italia al formaggio prodotto senza latte: a chiederlo è l’Europa. La Commissione europea ha infatti inviato a Roma una diffida in cui definisce troppo stringenti le leggi italiane in materia e auspica che la Penisola metta fine al divieto di utilizzo di latte in polvere concentrato e ricostituito per la fabbricazione del formaggio. La normativa italiana, che proibisce l’uso di surrogati, è considerata un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, dato che nel resto dell’Unione europea i “latticini senza latte” (formaggio ma anche yogurt) sono di uso comune.

Se passasse l’adeguamento al ribasso è evidente il rischio di conseguenze per l’intera filiera dell’industria casearia italiana. [U]“Siamo di fronte all’ultimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione, ma che è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari difesi da generazioni di produttori”, ha commentato Roberto Moncalvo, presidente della Coldiretti.

Secondo il numero uno dei coltivatori diretti occorre “salvaguardare le aspettative dei consumatori per quanto concerne l’autenticità e la qualità delle materie prime adoperate”. Si tratta, aggiunge Moncalvo, “di una scelta che ha garantito fino ad ora il primato della produzione lattiero casearia italiana, che riscuote un apprezzamento crescente in tutto il mondo dove le esportazioni di formaggi e latticini sono aumentate del 9,3 per cento nel primo trimestre del 2015″.



In francia, germania e tutto il nord europa e' legale fare il formaggio con i polveroni come i caseinati cinesi.
tutto va' bene dai reitentati alle paggio schifezze, poi hanno prezzi economici e vorrei vedere.

L'Italia resistiva con delle leggi del periodo fascista che sono molto rigorose e tutelano la produzione di qualita'.

Il settore e' gia stato messo in ginocchio dalla concorrenza europea, per cui un formaggio fatto di segatura e' illegale produrlo in italia ma si puo' importare grazie alle leggi ue.

Poi sono arrivate le cagliate congelate rumene da lavorare in italia, poi il latte a prezzi stracciati dalla germania con le nostre fattorie che chiudono a raffica

adesso l'ultimo sfregio, se passa una schifezza similepossiamo dire addio a tutto l'indotto lattiero caseario che in italia e' molto, ma mooooolto importante.

grazie ue.



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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
08/11/2015 15:20
 
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La casa di Ermes rischia di finire agli zingari che lo perseguitavano (Fonte: ilprimatonazionale.it - 07/11/2015)

Roma, 7 nov. – Siamo ormai abituati al peggio quando sentiamo parlare di giustizia italiana. Non c’è giorno, settimana o mese che la nostra magistratura non ci colpisca con qualche assurda presa di posizione, decisione o assurdo giudizio. Quello di cui vi parliamo oggi però è un caso che ha veramente dell’assurdo, supererebbe l’immaginazione del più bravo scrittore di romanzi drammatici. Stiamo parlando della storia di Ermes Mattielli, proprio quell’uomo che in vita sua è stato costretto a subire per decine di volte l’umiliazione di un furto dentro casa. Proprio in questi giorni l’anziano rigattiere ha lasciato la vita terrena, ma la sua triste sorte non sembra avergli dato pace neanche nel momento della morte.

Ermes è stato condannato a 5 anni di reclusione per aver difeso la sua proprietà e la sua incolumità nella sera del 13 giugno del 2006, sparando ai due rom che si erano introdotti abusivamente in casa sua per commettere l’ennesimo furto. Viene incriminato per tentato omicidio, prendendosi anche a carico una condanna pecuniaria di ben 135mila euro, come risarcimento per i “poveri” ladri che più volte avevano ripulito la residenza di Mattielli. Dopo la rinuncia dei beni materiali del condannato (una casetta e un piccolo magazzino) da parte dei suoi familiari, automaticamente le sue proprietà sono state trasferite nelle mani dello Stato che, secondo la legge, dovrà a sua volta trasferire gli immobili a coloro che non potranno mai essere risarciti, dopo il decesso di Ermes, i quali potranno decidere di vendere ciò che entrerà in loro possesso oppure andare a vivere proprio all’interno dell’abitazione del povero defunto.

Siamo davvero di fronte a un caso nel quale la realtà supera la fantasia, i due criminali che hanno tentato più volte di svaligiare un’abitazione di un onesto cittadino, potranno addirittura trasferirsi tranquillamente nella stessa abitazione, dopo aver ricevuto una semplice condanna a 4 mesi di reclusione.
Ermes, dopo umiliazioni e sofferenze, è morto di crepacuore
, è stato trattato da coloro i quali avrebbero dovuto difendere la sua incolumità come il peggiore dei criminali. E come ricompensa post mortem il suo nome dovrà essere ancora una volta colpito da una vergognosa ingiustizia, quella di vedere i suoi aggressori seriali, impossessarsi di quello che è stato in vita il suo tetto e il suo focolare domestico.
[Modificato da marco--- 08/11/2015 15:20]
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