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Toscana - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2016 22:24
10/04/2013 10:35
 
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Mercato della casa paralizzato Vendite crollate, canoni in calo (Fonte: iltirreno.gelocal.it - di Sara Landi - 09/04/2013)

GROSSETO. I prezzi degli affitti calano ma il mercato immobiliare continua a piangere. Grosseto non fa eccezione rispetto a un quadro nazionale in cui alla crisi economica si aggiunge l’incertezza legata alla situazione politico-istituzionale attuale.

Partendo da una ricognizione dei dati disponibili consultando l’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate (il confronto dei prezzi degli immobili, sia in vendita sia in affitto, pubblicato nella tabella qui a fianco) abbiamo sentito le associazioni di categoria dei mediatori immobiliari per tastare il polso della situazione tra il capoluogo e le frazioni. E il lamento è corale. «L’analisi è quantomai semplice nella sua difficoltà – esordisce Luciano Bianchi, presidente provinciale della Fimaa (Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’affari) di Confcommercio – a cominciare dal ben noto problema della stretta del credito. Sul settore mutui siamo fermi anche se ci sono segnali dal territorio che potrebbero ridare impulso al mercato. La crisi ha determinato un abbassamento forte della tipologia di richieste per cui regge solo la fascia di acquirenti che cerca abitazioni piccole come due o tre vani. In generale c’è poca gente in circolazione, anche se ogni tanto qualche affaretto si riesce pur sempre a farlo». Bianchi rileva nel mercato un atteggiamento per così dire “attendista” e Grosseto non fa differenza.

«È come se la gente stesse alla finestra aspettandosi a breve che i prezzi crollino».
E nella crisi generale ci sono zone del Comune in cui la performance è perfino peggiore. «Sicuramente – osserva Bianchi - Marina è in sofferenza, per non parlare di Principina che è praticamente morta anche a livello di mercato immobiliare. Soffre anche il centro storico rispetto ai suoi tempi d’oro. Sicuramente abbandono, degrado e scarsi investimenti da parte del Comune rendono meno appetibili gli affari in queste zone». La scelta “di quartiere” tende comunque ad avere meno peso rispetto alla tipologia dell’immobile che fa la differenza, soprattutto se ben accessoriato. Sul fronte delle locazioni Bianchi registra “la compressione verso il basso dei prezzi degli affitti. È in atto una tendenza ribassista che vede i proprietari di casa più disponibili a trattare e abbassare il prezzo laddove possano contare su un conduttore serio e affidabile». In pratica il mercato anche in città sembra andare incontro alla minor capacità di spesa dei potenziali inquilini. Il segno negativo scandisce anche l’analisi fatta da Luca Vitale, vicepresidente provinciale e presidente regionale della Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). «Stiamo parlando di un mercato immobiliare che è di fatto tornato indietro di trent’anni – spiega Luca Vitale – Basta dire che per trovare un dato peggiore nel volume di compravendite nel settore residenziale dobbiamo risalire fino al 1985. Rispetto al 2011 il calo è stato del 27 per cento e addirittura del - 31 per cento nell’ultimo quadrimestre del 2012, segno di un ulteriore aggravamento della situazione».

Tanti i fattori in gioco per Vitale, «dall’insicurezza legata alla situazione politica attuale fino all’altissima imposizione fiscale al crollo del settore mutui». Una recessione che ha trascinato giù, secondo il responsabile regionale della Fiaip, anche settori particolari come la compravendita della nuda proprietà dell’immobile e degli appartamenti comprati per investimento e per essere messi a reddito affittandoli sul mercato. E sono proprio gli affitti a tenere un po’ in movimento il mercato. Anche Luca Vitale conferma la tendenza in atto al ritocco dei canoni di affitto «stimabile intorno a un 8% in meno». A Vitale il compito di segnalare se malgrado tutto ci sono zone residenziali che reggono meglio la crisi. «Indubbiamente – spiega – reggono Barbanella, Stadio, Regioni e Pizzetti». Infine un ulteriore segno di crisi. «Se prima per vendere un immobile ci volevano dai 3 ai 6 mesi – chiosa Vitale – adesso i tempi si sono allungati a una media di 9-14 mesi».
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