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Crollo del mercato immobiliare italiano

Ultimo Aggiornamento: 05/07/2015 09:34
29/07/2009 11:37
 
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Crollo del mercato immobiliare italiano (Fonte: quasardat.com - 23/06/2009)

Interessante raccolta di dati articoli e quanto altro relativi al mercato immobiliare.

Marco

[Modificato da marco--- 26/11/2012 14:10]
30/04/2012 07:04
 
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Olivati (Fiaip): ''Mercato immobiliare di Bergamo è 'pietrificato' ''

04/05/2012



Nell'ambito della 10ma Giornata dell'Economia organizzata dalla Camera di commercio di Bergamo, Giuliano Olivati (foto), presidente provinciale Fiaip, ha parlato della situazione del mercato immobiliare nel primo quadrimestre: "Dopo un avvio interessante con una timida ripresa di transazioni sostenute dal grande interesse per la casa da parte di famiglie e investitori, il mercato immobiliare si è pietrificato a partire da marzo, a causa di un clima di eccessivo allarmismo e incertezza sulla tassazione dei cespiti immobiliari, sulle aliquote Imu in gran parte non ancora deliberate dai Comuni, e per lo spauracchio di nuove tasse patrimoniali”.

“Il confronto con la già difficile congiuntura – ha aggiunto - ci fa capire che solo la ritrovata stabilità della situazione fiscale potrà far tornare attiva la domanda.

La voglia di casa dei bergamaschi si scontra poi con un’offerta spesso su valori irrealistici e ancorati ai livelli di prezzo del 2007, picco del precedente ciclo immobiliare, oggi non più proponibili a causa della ridotta performance economica generale e delle incertezze del mercato creditizio e dello stesso mercato del lavoro.

La prospettiva per il 2012 resta pertanto negativa, sia in termini di volumi che di prezzi di vendita".
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Imu e bolla immobiliare: è la fine del mattone?

Amedeo Santini
Lunedì 30 Aprile 2012 08:22

Con la crisi del mattone se ne va forse l’ultima illusione degli italiani. Quella di avere un approdo sicuro per i propri risparmi, un rifugio contro qualsiasi tempesta. Dopo il calo dei redditi reali, ora anche la casa, tra Imu e fine della "bolla", comincia a diventare fonte di preoccupazione.
La colpa viene adesso addossata all’Imu, un’imposta molto più pesante (soprattutto sulle seconde case) della precedente Ici. Imu che, secondo il direttore del Censis Giuseppe Roma, potrebbe portare a un calo dei prezzi del 20 e in alcuni casi del 50 per cento. Un’affermazione azzardata si sono subito affrettati a controbattere un po’ tutti gli operatori e non suffragata da dati scientifici. Ma forse Roma voleva solo lanciare un allarme, avvertire sulle possibili conseguenze di una nuova tassa che va a colpire un settore già in grave affanno per conto suo. E certo, a guardare i dati elaborati dall’Ance, l’associazione dei costruttori, non c’è da stare allegri. Gli investimenti in abitazioni in Italia sono precipitosamente scesi a partire dalla fine del 2007 e sono adesso tornati ai livelli che avevano nel 2000; in cinque anni (20082012) il livello degli investimenti in costruzioni (tutti i comparti) "si è ridotto del 40,4 per cento in termini reali". Segno meno a due cifre per ogni segmento: abitazioni 18,6, nuove case 40,4, non residenziale 29,5, con la parte privata che vede un 23,3 e quella pubblica 37,2 per cento. L’unico segmento che ancora si salva (forse grazie alla detrazione fiscale del 36 per cento) è quello della manutenzione straordinaria (più 6,3 per cento negli ultimi cinque anni), che però è il segno tangibile di una ritirata nell’ultima trincea rimasta, quella della propria abitazione.

Il numero di compravendite, dopo aver raggiunto il picco di 869 mila, è rapidamente sceso di oltre il 30 per cento e nel 2012, secondo l’Ance, dovrebbe attestarsi sotto la fatidica soglia dei 600 mila.Di fatto siamo tornati ai livelli di quattordici anni fa, prima dell’inizio del boom. Di fronte a questa crisi generale di investimenti e compravendite, i prezzi, finora, hanno resistito abbastanza bene. Non c’è stata nessuna brusca caduta, come in altri paesi dove la bolla immobiliare era stata ben più pronunciata come in Spagna e in Irlanda. Rispetto ai picchi di prezzo raggiunti nel primo semestre del 2008, "nelle grandi città si legge nell’ultima nota dell’Ance la riduzione media dei prezzi delle abitazioni è stata dell’8,6 per cento". Non molto, anche se per la verità in termini reali siamo già a un meno 14 per cento. Poi, naturalmente, le situazioni sul territorio italiano sono molto variegate. «Le grandi città dice Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme hanno resistito meglio delle aree di provincia. Il Sud in generale è andato peggio del Nord». Ma il punto è un altro. Anche in passato ci sono state crisi immobiliari. La domanda che però aleggia in questo momento nel nostro paese è però un’altra: stavolta sarà diverso? È cambiato o cambierà qualcosa in modo strutturale? Difficile dare una risposta. Ma una chiave di lettura la dà Bellicini: «Il motore del cambiamento è la perdita strutturale della capacità di produrre reddito nel paese. Guardiamo a cosa è accaduto negli ultimi 1820 anni. Fino al 1995, secondo i dati della Banca d’Italia, l’indebitamento delle famiglie per l’acquisto della casa era molto basso. Nella fase successiva, quella del boom, il reddito ha continuato a crescere poco ma c’è stata una grande disponibilità di credito facile, che ha innescato un ciclo immobiliare molto positivo. In quella fase chiunque comprasse qualsiasi immobile vedeva rivalutarselo sotto gli occhi. Poi, a partire dalla seconda metà del 2006 le cose si sono progressivamente deteriorate. Non è strano che il mercato immobiliare, che è quello che nello scorso decennio è cresciuto di più, è anche quello che adesso soffre di più». Un grafico (pubblicato in pagina) mostra chiaramente come i prezzi delle abitazioni siano aumentati, a partire dal 2001, ben più sia dei salari sia del pil sia dell’inflazione. Detto in altre parole, i prezzi delle case a un certo punto sono partiti per la tangente. Ma dal nulla non si crea nulla, almeno secondo la fisica tradizionale. Il che vuol dire che quel boom dei prezzi dovrà essere riassorbito con un lento movimento discendente che riavvicini i valori al pil e ai salari. La discesa è iniziata nel 2007 ma non sembra ancora finita. Anche perché, in questa fase, il reddito disponibile tende a scendere per effetto delle correzioni in atto nei conti pubblici, che portano un forte aumento della pressione fiscale. A preoccupare gli operatori è il fatto che non s’intraveda in questo momento alcuna via di fuga. Tutti i fattori negativi ruotano insieme in un vortice depressionario. «La situazione è molto complessa dice Valter Mainetti, fondatore e amministratore delegato di Sorgente, un’sgr specializzata in fondi immobiliari per investitori istituzionali Sono sempre stato molto ottimista ma stavolta lo sono meno. Certo, prima o poi questo vento di tempesta passerà, ma chissà fra quanto. Ora sono troppi gli elementi che per una serie di circostanze operano tutti contro una ripresa del mattone: gli immobili sono tartassati; le famiglie vedono ridursi il reddito; mancano gli acquirenti istituzionali: gli enti di previdenza, che finora sono stati tra i principali investitori, sono al centro di una tempesta giudiziaria e forse di una possibile riforma; gli stranieri se ne sono andati; una serie di riforme con effetto retroattivo, prima di Tremonti ma avvalorate poi anche da Monti, hanno disorientato gli operatori. Tanto per far capire, noi adesso stiamo raccogliendo denaro estero su estero con le nostre sgr londinese e lussemburghese. In Italia staremo fermi per almeno un anno». Il crollo del mattone preoccupa non soltanto i costruttori e le famiglie, che potrebbero veder ridurre il valore della propria ricchezza, ma molti altri soggetti economici, in effetto "demoltiplicativo" di vasta portata nell’economia italiana. «Le costruzioni dice Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance hanno la filiera produttiva più lunga: ha a che fare con l’80 per cento dei settori economici italiani: dal cemento e dal calcestruzzo ai laterizi, dalla tecnologia (caldaie, climatizzazione, domotica) al legno e all’arredamento. C’è inoltre un’importante filiera, quella dell’efficienza energetica, che punta a usare tecniche progettuali avanzate. Né bisogna dimenticare la progettistica. È per questo che si è sempre detto che se l’edilizia va, tutto va. Del resto, è proprio nelle costruzioni che si ha un effetto sull’indotto più alto: ogni miliardo di investimenti in questo settore genera una ricaduta sugli altri settori pari a 3,37 miliardi». La crisi della casa è accentuata anche dalle banche, che oggi preferiscono centellinare i mutui perché non hanno sufficiente raccolta a medio lungotermine. Ma ciò, da un altro punto di vista, le impoverisce, perché i redditi ricavabili dai mutui scendono. Inoltre, le banche sono state le prime a essere colpite dalla crisi del mattone, esplosa inizialmente con la rovinosa caduta degli immobiliaristi come Zunino, Coppola, Statuto, Ricucci, e si sono dovute accollare in un modo o nell’altro buona parte dei loro beni. Come si vede in questo momento la ruota della fortuna gioca per il mattone in senso contrario. E poi, il governo ha messo un ulteriore carico sulla casa con l’Imu. L’effetto sarà così disastroso come preconizza il Censis? «Non credo dice Valerio Angeletti, presidente della Fimaa, la federazione degli agenti immobiliari. Certo, non è una tassa che incoraggi gli investimenti ma chi può credere che tutti si metteranno a vendere perché devono pagarla? Manca però qualsiasi politica a favore della casa e gli operatori soffrono tutti. Per noi il calo degli affari è stato in media del 30 per cento». Ma c’è chi sostiene che l’Imu fa bene, anzi che avrebbe dovuto essere più alta. «In Italia dice Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università di Trento le imposte sono spostate troppo sul reddito e poco sul patrimonio. Il governo Monti avrebbe dovuto alzare ancora le aliquote e con il maggior reddito finanziare uno sgravio fiscale per i redditi più bassi».
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29/05/2012 14:42
 
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Istat, mercato immobiliare in rosso: acquisti case -26% rispetto al periodo pre-crisi (Fonte: firstonline.info - 29/05/2012)

Fortissima contrazione del mercato immobiliare italiano rispetto al periodo pre crisi, sia nel settore degli immobili ad uso abitativo che ad uso economico - Anche i mutui crollano: rispetto al 2006 lo scorso anno si è registrato un 29% di mutui in meno.

Il quadro Istat sul mercato immobiliare italiano parla chiaro: gli italiani comprano meno case. Nel 2011 si registra una lieve diminuzione delle compravendite (-0,1%) rispetto all'anno precedente. Ma rispetto al 2006, anno che precede l'inizio della crisi, le compravendite in totale sono diminuite del 26,6%, quelle ad uso residenziale del 26,3% e quelle ad uso economico del 28,3%.

Nel quarto trimestre 2011 le compravendite di unità immobiliari sono aumentate dell'1,7% rispetto allo stesso periodo del 2010. Il 93,1% delle convenzioni ha riguardato immobili per abitazione, il 6,2% unità immobiliari a uso economico. Le compravendite ad uso economico sono diminuite in tutte le ripartizioni territoriali ad eccezione del Sud (+3,2%) e delle Isole dove registrano un incremento del 20,4%.

Per le compravendite ad uso residenziale l'aumento tendenziale osservato nelle grandi città (+2,2%) è lievemente superiore a quello delle altre (+2,1%). Le compravendite ad uso economico, invece, diminuiscono in egual misura (-4,8%) nelle grandi città e negli altri centri.

Forte nel 2011 la diminuzione per quanto riguarda i mutui. Nell'anno, rispetto a quello precedente, si registra una diminuzione della sottoscrizione complessiva di nuovi mutui del 14,3%. Rispetto al 2006, la flessione è del 29%.

Nel quarto trimestre 2011 i mutui (144.709 in totale) sono calati del 31,3% rispetto allo stesso periodo del 2010. In particolare, quelli con costituzione di ipoteca immobiliare (100.022) sono diminuiti del 19,6%, mentre i mutui non garantiti da ipoteca immobiliare (44.687) si sono ridotti del 48,2%.
26/06/2012 07:40
 
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Crollano i mutui casa: ecco le ragioni

Secondo la CGIA sono almeno tre le concause che hanno fatto crollare (-47%) i mutui casa accesi dalle famiglie italiane nei primi mesi del 2012. Essi sono :


1) comportamento delle banche;

2) la crisi del settore dell’edilizia;

3) le difficoltà delle famiglie italiane.



Le banche, come sappiamo, hanno ridotto i prestiti sia perchè hanno sempre meno liquidità, sia perchè sono aumentate le sofferenze della clientela. Si pensi che secondo il Censis il 19,3% delle famiglie italiane con un mutuo ha denunciato di fare molta fatica ad onorare gli impegni assunti ed il 3,3% del campione ha dichiarato che non è più in grado di pagarlo.

La crisi del settore dell’edilizia dura alemeno dal 2007. Secondo l’Agenzia delle Entrate sono almeno 10 milioni le case invendute che hanno fatto abbassare i prezzi anche del 25%. Nonostante ciò, i privati non acquistano.

Le difficoltà delle famiglie sono arcinote. Secondo alcune stime elaborate dalle associazioni dei commercianti nel 2012 i consumi crolleranno del 3%, toccando il livello più basso raggiunto nel lontano 1993. L’87% ha riorganizzato le spese alimentari e il 78% ha ridotto pranzi e cene fuori, il 63% ha diminuito gli spostamenmti con l’auito propria mentre il 40% ha ridotto le spese per l’abbigliamento.
[Modificato da (sylvestro) 09/07/2012 20:11]
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09/07/2012 20:23
 
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Crollano le erogazioni di mutui nel primo trimestre di quest'anno.
> mutui prima casa:
- 47%

> ristrutturazione, liquidita', consolidamento, surroga:
- 80%

link, tg2, edizione ore 13.00, verso i 30 secondi circa


[Modificato da kemar71 09/07/2012 20:24]
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Vojo vede na righina nera discendente.

09/07/2012 20:50
 
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Mercato immobiliare: dove comprare casa in tempo di crisi

Pubblicato da Redazione il 10 luglio 2012 in Andamento dei mercati,



L’analisi comparativa tra l’andamento del primo e del secondo trimestre 2012 riscontra una diffusa diminuzione a livello nazionale dei prezzi medi al mq. In alcune Province si sono riscontrati dei veri picchi al ribasso con variazioni significative nell’arco dell’ultimo trimestre.

È il caso di Barletta-Andria-Trani (-35,73%) o Vercelli (-17,35%). Si distingue in questo trend in discesa anche la Sardegna con le province di Medio Campidano (-8,76%) e Nuoro (-8,06%).;

Classifica Province Decremento prezzo medio/mq (Q2/Q1)
; Barletta-Andria-Trani -35,73%
Vercelli -17,35%
Medio Campidano -8,76%
Nuoro -8,06%
Sondrio -6,80%
; Rimini -6,62%
; Olbia-Tempio -5,71%
Matera -5,60%
L’Aquila -5,18%
Mantova -4,87%
Enna -4,76%
; Vibo Valentia -4,71%
Frosinone -4,56%
Benevento -4,51%
Udine -4,17%

[Modificato da (sylvestro) 11/07/2012 11:41]
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13/07/2012 11:41
 
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13/07/2012 09:57
di Maria Teresa Scorzoni


Mercato immobiliare in piena crisi: per Nomisma prospettive negative per tutto l’anno

Stiamo tornando ai livelli degli anni ’90 - dice Luca Dondi Dell’Orologio, responsabile dell'osservatorio Nomisma - ci siamo mangiati tutta la fase espansiva degli anni 2000” - Il settore perderà il 2% anche nel secondo semestre dell'anno - Fra le 13 grandi città esaminate da Nomisma le più colpite dalla crisi sembrano Bologna e Firenze.



Quando tocco il fondo comincio a scavare”: la nota battuta di spirito è una realtà per il mercato immobiliare italiano 2012. Non si arresta infatti la discesa del mattone nelle grandi città: i primi sei mesi hanno portato un arretramento dei prezzi medi dell‘1,8% per oggetti nuovi e del 2% per l’usato e nei prossimi sei mesi l’andamento sarà recessivo per un ulteriore 2%. L’analisi dell’Osservatorio del mercato immobiliare di Nomisma sul primo semestre arriva inoltre dopo una serie di docce fredde già rese note nei giorni scorsi: i mutui in caduta libera e la domanda stagnante.

“Qualche mese fa credevamo che le cose sarebbero andate un po‘ meglio - commenta il responsabile dell’Osservatorio Luca Dondi Dell’Orologio - invece abbiamo constatato che il punto limite è stato superato e che gli scambi caleranno anche nel 2013”. Da oltre 600 mila compravendite nel 2010 si scende a 580 mila nel 2011, a 565 mila nel 2012 e probabilmente si arriverà a 530 mila il prossimo anno. “Stiamo tornando ai livelli degli anni ’90 - aggiunge il ricercatore - ci siamo mangiati tutta la fase espansiva degli anni 2000”.

La crisi dell’immobiliare riflette d’altra parte la crisi generale dei consumi, con le famiglie impoverite e preoccupate di spendere, di non riuscire a fronteggiare l’indebitamento, di vedersi “raddoppiare gli estimi da un momento all’altro e conseguentemente le tasse. La batosta dell’Imu ha inciso ulteriormente su un settore già provato”. Eppure il desiderio, addirittura l’”intenzione” di comprare casa da parte della popolazione resta immutato: “Si tratta di un anelito percentualmente molto diffuso - aggiunge Dondi - ma l’80% di chi si dichiara interessato all’acquisto dice anche di dover ricorrere al mutuo e quindi sceglie di non comprare”. Così chi decide di investire nel mattone lo fa sempre di più e solo se ha i soldi in tasca: “negli ultimi sei mesi le compravendite sono calate del 20% mentre i mutui sono scesi del 30%, vuole dire che una quota viene comprata cash. E questo perché, anche in un contesto recessivo, c’è chi vede ancora nella casa un bene rifugio, un investimento più affidabile di tutto il resto”.

Fra le 13 grandi città esaminate da Nomisma le più colpite dalla crisi sembrano Bologna e Firenze, il cuore dell’Italia dove i prezzi massimi, in centro, sono crollati rispettivamente dell‘8,6% e del 6,8%. “In Emilia - aggiunge Dondi - bisogna tenere conto anche del terremoto, che non aiuterà una positiva dinamica dei prezzi. D’altra parte rimetterà parzialmente in moto il settore delle costruzioni”.

Uno degli indicatori più significativi della crisi del mattone è il divario fra i prezzi richiesti e quelli spuntati: sulle case nuove la differenza è del 13% a Napoli, oltre il 10% a Roma, Palermo e Venezia, del 9% o poco meno a Firenze, Catania, Bologna e Bari. Nell’usato il record negativo spetta a Palermo con il 16,4% seguita da Bari al 15,2%. I tempi medi di vendita sono sempre superiori ai sei mesi.

Arroccati sulle loro vette restano solo i prezzi top, quelli di oggetti belli ed esclusivi appannaggio delle città più attraenti: a Roma si possono spendere 20mila euro al metroquadro per una casa, 19mila euro a Milano, 17mila euro a Venezia, 14mila euro a Napoli, 10.500 euro a Firenze. Lo stesso vale per le zone di vacanza. “In un quadro tendenzialmente negativo - dice Dondi - le mete più gettonate, come Cortina o Forte dei Marmi, riescano a spuntare ancora cifre notevoli”.

Se il mercato della casa piange, quello corporate non ride: “Soprattutto in città come Bologna - aggiunge il ricercatore - la situazione è davvero bloccata. Ci aspettavamo uno sviluppo diverso, una ricaduta positiva dopo l’espansione di Milano e Roma. Invece gli investitori non vengono. Preferiscono altri territori, come Verona o Bergamo. Ci sono aste di oggetti belli e importanti che vanno deserte. Sono situazioni che dovrebbero porre a questa città seri interrogativi, sul fronte delle infrastrutture e dei servizi”.

Piuttosto preoccupante infine anche il futuro dei fondi immobiliari. “Oggi molti enti previdenziali privati - conclude il ricercatore - hanno spostato il loro patrimonio nei fondi. E’ un’operazione che semplifica la gestione, ma che arriva a scadenza e se il mercato non riprende si corrono grossi rischi. Da qui a 10 anni potremmo avere brutte sorprese”.
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14/07/2012 08:19
 
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Avvenire - Case, crollano le compravendite
Corriere della Sera - Casa, la crisi taglia le vendite
Il mercato torna agli anni '90

Il Giornale - Si sgretola il mattone
affari in calo fino all'11%

Il Sole 24 Ore - Compravendite ancora giù
La Gazzetta del Mezzogiorno - Compravendite delle case
un crollo del 19,6%

La Repubblica - Crollano le compravendite di case
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TG2 ore 23:30 del 14/07/2012





[Modificato da laplace77 25/07/2012 21:13]
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Agosto senza compravendite in attesa del repricing
[Modificato da (sylvestro) 26/07/2012 10:40]
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01/08/2012 12:24
 
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da IlSOLE24ORE del 3 agosto 2012

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[Modificato da (sylvestro) 03/08/2012 10:55]
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I prezzi delle case stanno scendendo con ribassi fino al 25%

lunedì, 6 agosto, 2012 - 08:40



stagione di saldi per le case

forte calo per valore al metro quadro e prezzo degli immobili lungo tutto lo stivale. è quanto emerge dalle analisi condotte nell’ambito della bussola mutui, il nuovo bollettino trimestrale gratuito frutto della collaborazione tra mutuisupermarket.it, noto sito di comparazione mutui, e crif

il campione di immobili oggetto d’analisi è rappresentato da appartamenti (di metratura media pari a 90 metri quadri), attici, loft, mansarde, monolocali, ville e villette a schiera (di dimensione media pari a 144 metri quadri). il prezzo al metro quadro degli immobili oggetto di garanzia e quindi valutati da crif ha seguito una dinamica di progressivo calo, dapprima del -2,3% nel quarto trimestre 2011 fino al -9,3% nel primo trimestre 2012

il calo è ancora più marcato e pari al -9,7% nel trimestre appena trascorso se si limita l’analisi alla tipologia ‘appartamenti’

il trend del valore degli immobili nelle grandi città mostra pochi segni positivi, limitati a palermo (+7%), padova, verona e torino (+3%). i ribassi più forti si registrano a varese (-25%), venezia (-19%) e brescia (-14%)
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06/08/2012 17:25
 
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Immobili e bolla: l'Europa deve imparare dagli Stati Uniti

Se le banche non permetteranno ai mercati di far precipitare i prezzi delle case le economie non riusciranno a ripartire

03-08-201218:48

Il grafico mostra il trend dei prezzi degli immobili in Arizona (blu scuro), Florida (celeste), e Spagna (rosso) dal 2000 al 2011 (Credits: VocEU da The Atlantic.com)



di Claudia Astarita

Prima gli Stati Uniti, poi l'Europa, e presto potrebbe toccare anche alla Cina. In tutto il mondo, anche se in momenti diversi, le bolle speculative del settore immobiliare sono scoppiate. Causando una valanga di problemi. Che non tutti i governi sono stati in grado di risolvere.
Parla di questo il nostro grafico della settimana pubblicato da The Atlantic e che illustra come Arizona e Florida siano state in grado di risollevarsi così in fretta dal "disastro immobiliare" del 2006 rispetto, ad esempio, a quello che è riuscita a fare la Spagna qualche anno più tardi. E spiega le ragioni che hanno portato a performance così diverse.
Per capire come l'America ha avuto un recupero più rapido di quello dell'Europa vanno confrontati gli andamenti di crescita e tasso di disoccupazione di sei paesi: Florida, Arizona e Nevada da un lato. Grecia, Irlanda e Spagna dall'altro.
C'è chi dice che la bolla sia scoppiata quanto le opportunità di lavoro hanno iniziato a calare. Perché i prezzi delle case non hanno smesso di crescere e nessuno si è più potuto permettere di acquistarle. E c'é anche chi sottolinea come il fatto che i governi federali degli Stati Uniti non fossero obbligati a intervenire per salvare finanziariamente i propri istituti di credito, abbia aiutato molto.
Le banche (non solo) spagnole, infatti, consapevoli che Madrid, Atene e Dublino potrebbero non essere in grado di compensarne le perdite, tergiversano in attesa che i prezzi degli immobili scendano quel tanto da consentire loro di recuperare le perdite. In Florida e Arizona sono crollati del 43%, nel Nevada del 53,5%, permettendo pian piano alle persone di ricominciare a comprare e agli immobiliaristi di costruire. In Grecia, Irlanda e Spagna si sono ridotti, rispettivamente, del 12%, 33% e 15%. Non abbastanza per far ripartire i mercati. E lasciando questi Paesi ancora con enormi difficoltà finanziarie.
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07/08/2012 09:36
 
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Ahi, ahi, ahi ... sta venendo a mancare anche la domanda in affitto





CRISI, NOMISMA: PIÙ CASE IN VENDITA E MENO RICHIESTA LOCAZIONI

Dal canto suo l’Istat segnalA che nel I trimestre il costo di un fabbricato residenziale sale dello 0,2%




Roma - Nel primo semestre dell’anno l’offerta di immobili in vendita aumenta e la domanda di locazione cala mentre nei primi tre mesi del 2012 cresce dello 0,2 per cento il costo di costruzione di un fabbricato residenziale. Lo rendono noto rispettivamente Nomisma e Istat. L’istituto di statistica spiega che i contributi maggiori alla crescita tendenziale dell’indice vengono dal costo della mano d’opera (1,5 punti percentuali) e dai prezzi dei materiali da costruzione (0,6 punti percentuali). Quanto al mercato dell’immobile Nomisma scrive che l’offerta è tornata sul mercato guardando al ribasso le possibilità di realizzo. Lo dimostra l’ampliamento dello sconto sul prezzo richiesto che sale, in media, al 13,3 per cento per le abitazioni, al 14,7 per cento per gli uffici e al 14,1 per cento per i negozi. Il comportamento dell’offerta lascia intravedere che vi siano aspettative circa il permanere di una congiuntura negativa di durata non trascurabile che potrebbe, anzi, tradursi in una nuova depressione dei valori e delle quantità scambiate. Sul fronte della domanda, gli operatori immobiliari segnalano un ulteriore calo, avvenuto nel primo semestre dell’anno rispetto a quello precedente. Dal rapporto di Nomisma emerge che il venir meno della domanda di acquisto non si è tradotto in una nuova domanda di locazione. I giudizi degli operatori esprimono, infatti, una nuova contrazione della domanda di affitto, sia per abitazioni che per immobili commerciali mentre, anche in questo caso, l’offerta tende a crescere; tuttavia, il mercato delle locazioni di abitazioni, nonostante il calo della domanda, è riuscito a mantenere i livelli di attività dello scorso anno. La difficile congiuntura si riflette in una maggiore selettività della domanda e, di conseguenza, in un’accresciuta disponibilità a concedere uno sconto sul canone richiesto da parte dell’offerta, soprattutto nelle ubicazioni periferiche. Infatti, dopo un 2007 che aveva visto ridurre la distanza tra gli sconti praticati nelle diverse localizzazioni urbane, in questi ultimi tre anni di ciclo negativo lo sconto praticato nelle periferie è andato crescendo, rispetto (ilVelino/AGV)

(red) 06 Agosto 2012 18:32
[Modificato da (sylvestro) 07/08/2012 09:47]
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Casa, mercato debole e prezzi in calo
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Prezzi case in calo fino al 25%
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Avvenire - Crisi, ecco il conto in famiglia
Corriere della Sera - L'effetto spread arriva ai mutui
Giorno/Resto/Nazione - Impennata dei mutui
Il Gazzettino - Raddoppiati in un anno gli interessi sui mutui
Il Mattino - Rincari record per i mutui
Il Mattino - Stangata per le famiglie
Il Messaggero - Tassi raddoppiati, crollano le compravendite
Il Secolo XIX - Tasse sulla casa, addio vani, calcolo sui metri quadrati
Il Tempo - Un terzo dello stipendio per il mutuo
La Gazzetta del Mezzogiorno - Mutui casa, in un anno tassi aumentati del 103%
La Padania - Miraggio casa, i tassi mutui schizzano alle stelle
Libero Quotidiano - Domani pioggia di scadenze fiscali e a settembre seconda rata IMU
Libero Quotidiano - Il mutuo si prende un terzo dello stipendio
L'Unità - Sempre di meno sempre più cari i prestiti per la casa


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Crisi: quanto incide sul mercato immobiliare

di ROBERTO RAIS
in MERCATO IMMOBILIARE
Pubblicato Il Agosto 23, 2012


La crisi economico finanziaria sta colpendo – pur in maniera differente – tutti i principali comparti di investimento italiani. Tra questi, le performance più gravi sembrano riguardare proprio il settore immobiliare, dove allungamento dei tempi di negoziazione, crollo delle quotazioni e ristrettezze creditizie o contraddistinguere in maniera univoca questo 2012.
Stando ai più recenti dati formulati dall’osservatorio Nomisma, ad esempio, nel corso del primo semestre dell’anno i prezzi sono scesi in media del 2 per cento per quanto concerne le abitazioni usate, e dell’1,8 per cento per il nuovo.
Su base annua, il campione di 13 grandi città preso in considerazione da Nomisma ha registrato un calo medio del 3,5 per cento. In futuro – rivelano le principali analisi previsionali – i prezzi scenderanno ancora lentamente, con una contrazione di 2,4 punti percentuali nel 2013 e di 1,7 punti percentuali nel 2014.
Per quanto concerne le principali cause di questa flessione, Nomisma cerca di indicare tre fattori determinati: il calo delle disponibilità economiche delle famiglie, la stretta creditizia da parte degli istituti di credito nell’erogazione dei mutui, le aspettative di nuovi ribassi delle quotazioni, che spingono a rimandare in futuro le decisioni di acquisto.
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29/08/2012 09:18
 
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Mattone in caduta libera
vendite ridotte del 21%
[Modificato da (sylvestro) 29/08/2012 09:18]
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02/09/2012 08:43
 
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