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In Giustizia

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2011 10:38
03/09/2010 13:39
 
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Nati con la camicia: l'affarista Tremonti e il suo palazzetto a Milano ''salvato'' dalle banche


È stato acquistato nel giugno 2009 per 7,4 milioni di euro. Nel 2005, però, ne valeva 10.
Per chi non lo sapesse il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, oltre a essere un ottimo tecnico, è anche una persona che ha un gran fiuto per gli affari: lo dimostra l’acquisto di un palazzetto di quattro piani a Milano, nella centralissima via Clerici - a poche decine di metri dalla Scala e dal Duomo di Milano – per la modica cifra di 7,4 milioni di euro. Uno stabile che fino a qualche anno prima era quotato 10 milioni di euro. Nel 2005 doveva acuistarlo l’immobiliarista Danilo Coppola, ma non se ne fece niente. Lo scrive Il fatto quotidiano a pagina 5, in un articolo di Vittorio Malagutti titolato “L’affarone di Tremonti”.


Un acquisto col 25% di sconto
Ma poi a giugno 2009 è arrivato Tremonti, che ha spuntato uno sconto del 25 per cento da un venditore con l’acqua alla gola. L’acquisto è stato effettuato dalla Crocefisso Immobiliare, il cui azionista di maggioranza è proprio il ministro dell’Economia. Il venditore, invece, è Luigi Zunino, un furbone del mattone assediato dai bebiti.


Un tempismo sospetto
E la compravendita è avvenuta con un tempismo addirittura sospetto per qualche operatore immobiliare di Milano e dintorni. Perché a luglio del 2009, giusto un mese dopo la cessione, la procura di Milano è partita all’attacco di Zunino chiedendo il fallimento della Risanamento, la sua holding quotata in Borsa. Risultato: se l’istanza dei pm venisse accolta la vendita del palazzo di via Clerici sarebbe con ogni probabilità andata incontro a un’azione revocatoria. Un’azione, quest’ultima, prevista dal codice civile per una serie di atti disposti dall’imprenditore insolvente (Zunino) nell’arco dei dodici mesi precedenti alla dichiarazione di fallimento.


Ma la vendita è stata salvata dalle banche
Per fortuna di Tremonti, però, Zunino e le banche fanno fronte comune contro l’attacco dei pm. Affiancati da uno stuolo di avvocati e consulenti dalle parcelle milionarie, l’immobiliarista e i suoi creditori si oppongono alla richiesta di fallimento. E alla fine arriva il verdetto: Risanamento non deve fallire.
Il salvataggio verrà gestito dalle banche creditrici con un piano sottoposto all’approvazione dei giudici. Zunino esce di scena. Vincono i banchieri. E Tremonti può tenersi il suo palazzetto.
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