Penso che quella di Breglia sia solo una delle sue provocazioni per mettersi in mostra ed offrirsi come punto di riferimento dei vari settori dell'edilizia per le eventuali istanze degli addetti ai lavori.
In Italia finora e' stato diverso (e nulla vieta che si cambi), perche' storicamente si e' preferito lasciar marcire i progetti falliti piuttosto che ripartire ex-novo.
Se ci sara' demolizione del nuovo avverra' nel silenzio di qualche singolo cantiere e per progetti ben precisi, non per un sincero
turn-over bio-edilizio.
Piuttosto raccogliamo con soddisfazione il messaggio sottostante; e' l'ennesima conferma non solo dell'invenduto, dell'iper-costruito e della crisi ma anche e soprattutto della mania di costruire senza finalizzare, segno che i prezzi del prodotto finito (contraltare dei ricarichi) sono assolutamente sporporzionati non solo con i redditi della fascia medio-bassa della popolazione (o degli imprenditori utenti) ma anche nel confronti dei reali costi sostenuti sia come materie prime che come mano d'opera che come oneri accessori.
La verita', lentamente, emerge all'orizzonte.
[Modificato da (sylvestro) 31/03/2010 13:16]