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Grecia - situazione della crisi economica

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2015 09:38
14/05/2010 20:42
 
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Re: Re: Re:
serafin., 14/05/2010 17.39:




si puo mettere l'emoticons che si tocca i gioielli di famiglia ?

[SM=g7576]







[SM=g7576]
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14/05/2010 20:58
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
serafin., 14/05/2010 18.03:




il tuo ragionamento per lo meno su carta è valido!

lasciare andare a ramengo aziende che operano in settori "esausti"
incentivare nuove attività produttive e nello stesso tempo riqualificare gli operai


difficile da mettere in pratica temo



Ok ,ma come? quali sono le "nuove attivita produttive"? (chi lo sa? chi lo decide? in base a cosa?)


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14/05/2010 21:02
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
FraMI, 14/05/2010 18.54:


...
Cav, scusa ma Il 40 'esausto' andrà in 'esaurimento'... se non facciamo in fretta...ma non è lui il futuro...Se vuole partecipare è ora che si svegli.



E ke nun lo so?

Ma se parliamo di esempi riqualificazione, chi vuoi riqualificare, un ventenne? [SM=g7576]

Comunque, ripeto, sono partito da una "non posizione", prima di schierarmi vorrei almeno farmi un idea. [SM=g1747536]
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14/05/2010 21:14
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 14/05/2010 20.58:



Ok ,ma come? quali sono le "nuove attivita produttive"? (chi lo sa? chi lo decide? in base a cosa?)





Non è la politica che deve stabilirlo.
Che le varie Conf(industria-artigianato-pizzzefichi) stabiliscano quello che serve a loro e provvederai a riqualificare i lavoratori.
In tempi "buoni" puoi agire facendo la leva sulle università.
Mi servono più matematici e meno filosofi?

Da quest'anno accademico le tasse universitarie per i matematici sono "zero".

Questo impone un enorme lavoro di "verifica e controllo" a monte.
Ma è un lavoro che fanno molti imprenditori quando stanno sul mercato.
Lo stato deve considerarsi "sul mercato".Bisogna cambiare prospettive ed idee.



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15/05/2010 09:06
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 14/05/2010 21.14:



Non è la politica che deve stabilirlo.
Che le varie Conf(industria-artigianato-pizzzefichi) stabiliscano quello che serve a loro e provvederai a riqualificare i lavoratori.
In tempi "buoni" puoi agire facendo la leva sulle università.
Mi servono più matematici e meno filosofi?

Da quest'anno accademico le tasse universitarie per i matematici sono "zero".

Questo impone un enorme lavoro di "verifica e controllo" a monte.
Ma è un lavoro che fanno molti imprenditori quando stanno sul mercato.
Lo stato deve considerarsi "sul mercato".Bisogna cambiare prospettive ed idee.





L'idea che siano gli imprenditori a pilotare la scelta delle riqualificazioni non mi dispiace; andrebbe approfondita. Occhio pero' alle controindicazioni: l'imprenditore avra' sempre la logica del profitto e tendera' a demansionare la forza lavoro per calmierare le retribuzioni [SM=g9058]
[Modificato da (sylvestro) 15/05/2010 09:07]
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15/05/2010 09:24
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 15/05/2010 9.06:



L'idea che siano gli imprenditori a pilotare la scelta delle riqualificazioni non mi dispiace; andrebbe approfondita. Occhio pero' alle controindicazioni: l'imprenditore avra' sempre la logica del profitto e tendera' a demansionare la forza lavoro per calmierare le retribuzioni [SM=g9058]




E qua entrano in gioco i sindacati ed il governo.
Si deve creare un gioco di pesi e contrappesi.
Non ho detto che è facile, ma da questa situazione dobbiamo emergere con soluzioni nuove e creative.
Se ne esce assieme come popolo, remando tutti nella stessa direzione o si ridaranno voce ai peggiori cialtroni di ieri e di oggi ;)

Nel frattempo in Italia Lacrime, Sangue ed anche un pò di Mer...
[Modificato da labottegadelfuturo 15/05/2010 09:27]

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15/05/2010 09:33
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 15/05/2010 9.24:




E qua entrano in gioco i sindacati ed il governo.
Si deve creare un gioco di pesi e contrappesi.
Non ho detto che è facile, ma da questa situazione dobbiamo emergere con soluzioni nuove e creative.
Se ne esce assieme come popolo, remando tutti nella stessa direzione o si ridaranno voce ai peggiori cialtroni di ieri e di oggi ;)

Nel frattempo in Italia Lacrime, Sangue ed anche un pò di Mer...




lo stato campa con le lotterie ... se gli italiani smettessero di giocare al lotto e al gratta e vinci ...boommm salta tutto [SM=g1765347]


siamo messi bene si si [SM=g7600]
15/05/2010 09:40
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 15/05/2010 9.24:




E qua entrano in gioco i sindacati ed il governo.
Si deve creare un gioco di pesi e contrappesi.
Non ho detto che è facile, ma da questa situazione dobbiamo emergere con soluzioni nuove e creative.
Se ne esce assieme come popolo, remando tutti nella stessa direzione o si ridaranno voce ai peggiori cialtroni di ieri e di oggi ;)

Nel frattempo in Italia Lacrime, Sangue ed anche un pò di Mer...




E siamo tornati al punto di partenza. Per quello che ho visto fino ad oggi ne' i sindacati ne' il governo sono in grado di rinnovarsi e proporre/far rispettare regole e soluzioni.

Mi sfugge l'elemento chimico di novita' che dovrebbe contribuire a cambiare la formula.
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15/05/2010 09:46
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 15/05/2010 9.40:




E siamo tornati al punto di partenza. Per quello che ho visto fino ad oggi ne' i sindacati ne' il governo sono in grado di rinnovarsi e proporre/far rispettare regole e soluzioni.

Mi sfugge l'elemento chimico di novita' che dovrebbe contribuire a cambiare la formula.




Perchè ognuno puntava alla propria sopravivvenza.
Io sindacato non potevo far "fallire" la FIAT perchè sarei sparito (quantomeno dalla FIAT).
Io Governo non potevo far "fallire" la FIAT perchè avrei avuto un pessimo impatto sull'elettorato.
Io Confindustria non potevo far "fallire" la FIAT perchè...cavolo, con gli Agnelli ci gioco a Bridge tutti i Venerdi :P

Ognuno tirava acqua al proprio mulino perchè il sistema ti richiedeva di pensare solo a te.

Ora si dice

Sindacato, fai un passo indietro, sindacalizza i lavoratori in quanto lavoratori e non "facenti parte di questa o quella azienda".Non rimarranno disoccupati ma abbiamo bisogno (noi collettività) del tuo controllo affinchè le aziende non si approfittino del loro potere di stabilire cosa è da riqualificare e cosa no

Governo, non perdi voti...comunque la gente non morirà di fame, solo che deve capire che se non si riqualifica...fa una brutta fine.

Cari Agnelli, la produzione di automobili non tira più come prima.Epperò importiamo cazziabbubboli dalla Francia.Sapete farli anche voi?Cosa vi serve per riqualificare i vostri stabilimenti?

Ma in definitiva la novità è una.

Se non si cambia, si muore.

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15/05/2010 10:41
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 15/05/2010 9.46:




Perchè ognuno puntava alla propria sopravivvenza.

...

Ma in definitiva la novità è una.

Se non si cambia, si muore.




Ho capito cosa ci distingueva come substrato del ragionamento; quando parlavamo di sostegno CIG ed aiuti alle aziende tu pensavi (giustamente) alla Fiat ed io pensavo alle piccole-medie aziende del nord. [SM=g7802]

Quindi, inquadrato alla tua maniera, legittima e doverosa, difficile non essere daccordo; a nessuno e' piaciuto lo sperpero quarantennale di aiuti al carrozzone in nome dell'interesse dei posti di lavoro ma in realta' serbatoio di mazzette, consensi, interessi collusi, ecc ...
Anch'io vorrei mettere fine a questo obbrobrio definitivamente.

Ma sulle piccole medie aziende, di tutta italia, io la penso in maniera differente. Anche qui puo' essere giusto, o doveroso in termini di sopravvivenza, cambiare, rinnovarsi, modernizzarsi. Ma nelle piccole realta' che conosco sdradicare i lavoratori dal posto di lavoro abituale per preparali al "Futuro" altrove significherebbe dare un'altra mazzata al tessuto connettivo della societa' (voglio dire, nel caso fosse applicato in massa)

Nel (micro) realta' in cui vivo i piccoli imprenditori volenterosi ed alacri ci sono gia', spesso hanno gia' una idea di come portare avanti la loro azienda ed i loro lavoratori e per me non ha senso azzerare questo patrimonio in nome di un revisionismo professionale calato dall'altro, magari deciso a Roma o a Milano o a Bari da qualche Confi-cazzabbubbole di turno.
[Modificato da (sylvestro) 15/05/2010 10:43]
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15/05/2010 10:55
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 15/05/2010 10.41:





Ma sulle piccole medie aziende, di tutta italia, io la penso in maniera differente. Anche qui puo' essere giusto, o doveroso in termini di sopravvivenza, cambiare, rinnovarsi, modernizzarsi. Ma nelle piccole realta' che conosco sdradicare i lavoratori dal posto di lavoro abituale per preparali al "Futuro" altrove significherebbe dare un'altra mazzata al tessuto connettivo della societa' (voglio dire, nel caso fosse applicato in massa)

Nel (micro) realta' in cui vivo i piccoli imprenditori volenterosi ed alacri ci sono gia', spesso hanno gia' una idea di come portare avanti la loro azienda ed i loro lavoratori e per me non ha senso azzerare questo patrimonio in nome di un revisionismo professionale calato dall'altro, magari deciso a Roma o a Milano o a Bari da qualche Confi-cazzabbubbole di turno.




Le PMI sono il cuore pulsante dell'economia italiana.Capaci di innovarsi e di essere competitive anche su mercati stranieri.
Bisogna aiutarle a crescere, mettendo a disposizione sturmenti di sostegno al credito e secondo me rendendo più stretto il rapporto con le aziende e la formazione.

Una PMI non ha da mettere in cassa integrazione, spesso la differenza per queste aziende sta nel vivere o morire.
Quindi bisognerebbe (a mio avviso) aiutarle a crearsi nuovi settori e ad innovare.
Una CIG deve essere una cosa eccezionale, non la norma.
Se inizi a chiedere la CIG un anno si e l'altro anno pure forse hai qualcosa che non va nella tua produzione.
Io te la concedo...ma cerchiamo di capire il perchè.

E' un ragionamento rischioso, lo ammetto.Perchè se non si crea un sistema di "bilanciamento di poteri e competenze" rischiamo di fare la fine della Cina comunista, con lo stato che mette il naso in tutto.

E' da lavorarci su insomma... ;)


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15/05/2010 11:24
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
labottegadelfuturo, 15/05/2010 10.55:




Le PMI sono il cuore pulsante dell'economia italiana.Capaci di innovarsi e di essere competitive anche su mercati stranieri.
Bisogna aiutarle a crescere, mettendo a disposizione sturmenti di sostegno al credito e secondo me rendendo più stretto il rapporto con le aziende e la formazione.

Una PMI non ha da mettere in cassa integrazione, spesso la differenza per queste aziende sta nel vivere o morire.
Quindi bisognerebbe (a mio avviso) aiutarle a crearsi nuovi settori e ad innovare.
Una CIG deve essere una cosa eccezionale, non la norma.
Se inizi a chiedere la CIG un anno si e l'altro anno pure forse hai qualcosa che non va nella tua produzione.
Io te la concedo...ma cerchiamo di capire il perchè.

E' un ragionamento rischioso, lo ammetto.Perchè se non si crea un sistema di "bilanciamento di poteri e competenze" rischiamo di fare la fine della Cina comunista, con lo stato che mette il naso in tutto.

E' da lavorarci su insomma... ;)





[SM=g1750483] [SM=g1747536]
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15/05/2010 14:46
 
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Non sarebbe molto più semplice applicare finalmente gli articoli 43 e 46 della costituzione?
La socializzazione risolverebbe gran parte dei problemi...
15/05/2010 14:47
 
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Re:
nazionalsindacalista, 15/05/2010 14.46:

Non sarebbe molto più semplice applicare finalmente gli articoli 43 e 46 della costituzione?
La socializzazione risolverebbe gran parte dei problemi...




Alias?
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15/05/2010 16:37
 
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Re:
nazionalsindacalista, 15/05/2010 14.46:

Non sarebbe molto più semplice applicare finalmente gli articoli 43 e 46 della costituzione?
La socializzazione risolverebbe gran parte dei problemi...



E' il 42 che si porta dietro i problemi nell'applicare il 43, ma anche il 44, 46, 47... [SM=g7574] 48 ...

... [SM=g1747536]

[Modificato da FraMI 15/05/2010 16:38]
16/05/2010 03:46
 
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Re: Re:
(sylvestro), 15/05/2010 14.47:




Alias?



Articolo 43
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

Articolo 46
Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

Cioè lo strumento a disposizione, finora (guardacaso) inutilizzato (nonostante non abbiano potuto fare a meno di inserirlo nella carta cost.) per riapplicare questo:

it.wikisource.org/wiki/D.Lgs._12_febbraio_1944,_n._375_-_Socializzazione_delle...

cioè per intenderci:

ilcovo.mastertopforum.net/socializzazione-delle-imprese-la-speranza-del-xxi-secolo-v...

www.ilcovo.mastertopforum.net/magistrale-articolo-di-giannini-vt1...











16/05/2010 08:53
 
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Re: Re: Re:
nazionalsindacalista, 16/05/2010 3.46:



Articolo 43
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale.

Articolo 46
Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.

Cioè lo strumento a disposizione, finora (guardacaso) inutilizzato (nonostante non abbiano potuto fare a meno di inserirlo nella carta cost.) per riapplicare questo:

it.wikisource.org/wiki/D.Lgs._12_febbraio_1944,_n._375_-_Socializzazione_delle...

cioè per intenderci:

ilcovo.mastertopforum.net/socializzazione-delle-imprese-la-speranza-del-xxi-secolo-v...

www.ilcovo.mastertopforum.net/magistrale-articolo-di-giannini-vt1...





Grazie [SM=g1747536]

Mi pare che la direzione che "abbiamo" intrapreso sia esattamente opposta (vedi privatizzazione dell'acqua).

Premesso che sono praticamente a digiuno sull'argomento, se hai voglia di approfondire ti chiedo:

Nell'italia di oggi tu dove applicheresti la socializzazione, in che settori, aziende, industrie, risorse?

Lo faresti in tutto o in parte, e che parte?

Fai distinzione tra capitalisti ed imprenditori?
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17/05/2010 18:41
 
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Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 16/05/2010 8.53:




Grazie [SM=g1747536]

Mi pare che la direzione che "abbiamo" intrapreso sia esattamente opposta (vedi privatizzazione dell'acqua).

Premesso che sono praticamente a digiuno sull'argomento, se hai voglia di approfondire ti chiedo:

Nell'italia di oggi tu dove applicheresti la socializzazione, in che settori, aziende, industrie, risorse?

Lo faresti in tutto o in parte, e che parte?

Fai distinzione tra capitalisti ed imprenditori?



Io escluderei dalla socializzazione le pmi e quelle che dimostrano un rapporto corretto con i lavoratori (niente cause - entro un certo periodo di anni - nel tribunale del lavoro o cause di minimo conto) e nel rapporto con lo stato (leggi regolarità contabile, fiscale e contributiva).
Tutte le aziende colpevoli di gravi violazioni nei rapporti di lavoro o nelle violazioni fiscali vengono socializzate cui si aggiunge nei casi limite la perdità di proprietà per il "padrone" o il patto di sindacato di maggioranza.
Stesso discorso per quelle aziende che chiedono aiuto consistente allo stato per tirare avanti (indice di fallimento del capitale e della gestione privati): es. tu FIAT chiedi l'aiuto di me stato? Bene, io te lo do ma ti socializzo. Stai sicuro che i lavoratori non avranno alcuna intenzione di essere esternalizzati o globalizzati, ma in compenso dovranno assumersi delle responsabilità di gestione. Delle quali non saranno più "vittime", ma responsabili direttamente e nel bene e nel male.


17/05/2010 19:03
 
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Re: Re: Re: Re: Re:
nazionalsindacalista, 17/05/2010 18.41:



Io escluderei dalla socializzazione le pmi e quelle che dimostrano un rapporto corretto con i lavoratori (niente cause - entro un certo periodo di anni - nel tribunale del lavoro o cause di minimo conto) e nel rapporto con lo stato (leggi regolarità contabile, fiscale e contributiva).
Tutte le aziende colpevoli di gravi violazioni nei rapporti di lavoro o nelle violazioni fiscali vengono socializzate cui si aggiunge nei casi limite la perdità di proprietà per il "padrone" o il patto di sindacato di maggioranza.
Stesso discorso per quelle aziende che chiedono aiuto consistente allo stato per tirare avanti (indice di fallimento del capitale e della gestione privati): es. tu FIAT chiedi l'aiuto di me stato? Bene, io te lo do ma ti socializzo. Stai sicuro che i lavoratori non avranno alcuna intenzione di essere esternalizzati o globalizzati, ma in compenso dovranno assumersi delle responsabilità di gestione. Delle quali non saranno più "vittime", ma responsabili direttamente e nel bene e nel male.





Non credi che questo metodo possa essere pericoloso? (cosi' come lo capisco io in poche righe) Cosa impedirebbe ai soliti capitani di ventura di scappare col malloppo dopo aver indebitato l'azienza? (anzi gli daremmo un alibi in piu')

Non ne faccio una questione di giustizia ma di onere sociale; alla fine il peso graverebbe sempre sui lavoratori socializzati (e sullo stato) per il salvataggio.

Se passa l'idea che un imprenditore puo' tirare i remi in barca, tanto ci pensa lo stato, che futuro prevediamo?
[Modificato da (sylvestro) 17/05/2010 19:04]
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17/05/2010 19:57
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re:
(sylvestro), 17/05/2010 19.03:



Non credi che questo metodo possa essere pericoloso? (cosi' come lo capisco io in poche righe) Cosa impedirebbe ai soliti capitani di ventura di scappare col malloppo dopo aver indebitato l'azienza? (anzi gli daremmo un alibi in piu')

Non ne faccio una questione di giustizia ma di onere sociale; alla fine il peso graverebbe sempre sui lavoratori socializzati (e sullo stato) per il salvataggio.

Se passa l'idea che un imprenditore puo' tirare i remi in barca, tanto ci pensa lo stato, che futuro prevediamo?



1) Introducendo la responsabilità del capitale e l'obbligo di non indebitare un'azienda quotata oltre il 50% del proprio patrimonio (impossibile una Telecom merdaliana)
2) Abolendo dalla borsa le holding e imponendo la quotazione solo per le società operative (impossibile una Pirelli merdaliana)
4) Escludendo il principio di responsabilità limitata di fronte a una bancarotta fraudolenta conclamata (servirebbe una giustizia efficiente naturalmente) per certe dimesioni aziendali
3) Non tutti scappano col malloppo: la FIAT non lo ha fatto, si è limitata a prenderlo (parecchie volte) e a investirlo all'estero (ultimamente). In questi casi il proprietario cmq non viene espropriato, semplicemente è obbligato alla cogestione
4) Aumento della tassazione sulla compravendita azionaria entro un certo tempo (compravendita entro 3 - 6 - 8 - 10 mesi e dopo i 12 mesi: aliquota del 20% 18 16 14 13 e infine 12,5 come adesso), per esempio. Si darebbe una botta alla speculazione e i nuovi fondi destinati a salvataggi eventuali ed ammortizzatori sociali
5) Ricordati che già adesso molti capitalisti con le pezze al cxxo come dice Grillo tirano i remi in barca e non succede nulla...
6) Eventuali vantaggi fiscali per nuova imprenditoria o per investimenti in zone disagiate non subito ma solo al terzo esercizio (se non dopo) ma per più lungo tempo (così finiscono i furbi che prendono i cotributi e poi fanno fallire l'azienda... che non ha mai prodotto nulla).

Aggiungo che settori strategici come difesa, reti di trasporto, energia dovrebbero essere nazionalizzati

17/05/2010 20:22
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
nazionalsindacalista, 17/05/2010 19.57:



1) Introducendo la responsabilità del capitale e l'obbligo di non indebitare un'azienda quotata oltre il 50% del proprio patrimonio (impossibile una Telecom merdaliana)

Gia' oggi abbiamo la borsa valori con il listino piu' ridicolo tra i paesi avanzati, credo meno di 300 aziende, alcune ridondanti, tutte indebitatissime con prevalente presenza di banche. Non sono pro o contro, dico che se passasse la proposta tanto varrebbe chiudere la borsa (mi dispiace dirlo, ma e' cosi)

2) Abolendo dalla borsa le holding e imponendo la quotazione solo per le società operative (impossibile una Pirelli merdaliana)

Vedi sopra

4) Escludendo il principio di responsabilità limitata di fronte a una bancarotta fraudolenta conclamata (servirebbe una giustizia efficiente naturalmente) per certe dimesioni aziendali

E siamo tornati al nodo della giustizia, se funzionasse gia' oggi ... [SM=g1750163] [SM=g6951]

3) Non tutti scappano col malloppo: la FIAT non lo ha fatto, si è limitata a prenderlo (parecchie volte) e a investirlo all'estero (ultimamente). In questi casi il proprietario cmq non viene espropriato, semplicemente è obbligato alla cogestione

La Fiat e' una citazione dovuta, ma anche una presenza ingombrante sia sulla scena socio-politico-economica che in qualsiasi discussione/ragionamento sul tema; se ogni analisi non puo' prescindere da essa gireremo sempre in tondo. Per fortuna l'italia e' anche altro ed eventuali cambiamenti non potranno prescindere dalla Fiat (purtroppo) ma dovranno essere fatti nonostante la Fiat (e non "soprattutto" per la Fiat come avvenuto fino ad oggi)

4) Aumento della tassazione sulla compravendita azionaria entro un certo tempo (compravendita entro 3 - 6 - 8 - 10 mesi e dopo i 12 mesi: aliquota del 20% 18 16 14 13 e infine 12,5 come adesso), per esempio. Si darebbe una botta alla speculazione e i nuovi fondi destinati a salvataggi eventuali ed ammortizzatori sociali

La borsa italiana e' gia' morta; e' solo una bisca dove la casta scambia cadaveri svuotati separando gli sciocchi dai propri risparmi

5) Ricordati che già adesso molti capitalisti con le pezze al cxxo come dice Grillo tirano i remi in barca e non succede nulla...

Appunto; se lo decreti per legge gli faciliti le cose.

6) Eventuali vantaggi fiscali per nuova imprenditoria o per investimenti in zone disagiate non subito ma solo al terzo esercizio (se non dopo) ma per più lungo tempo (così finiscono i furbi che prendono i cotributi e poi fanno fallire l'azienda... che non ha mai prodotto nulla).

Non sono esperto, ma credo che in molti casi sia gia' cosi, cioe' ci siano gia' (almeno sulla carta) delle garanzie minime per usufruire delle agevolazioni.

Aggiungo che settori strategici come difesa, reti di trasporto, energia dovrebbero essere nazionalizzati

Sono daccordo; io consentirei al limite di subappaltare solo pezzetti secondari delle forniture, della logistica e della manutenzione.




Caro nazi, non sono persuaso; per quel pochissimo che ne so (lo dico senza falsa modestia) gia' nel recente passato ci sono state fasi economiche di socializzazione.

Io le vedo come una sorta di effetto pendolo tra privatizzazione e statalizzazione; ogni volta si invoca giustizia e benessere per i lavoratori, ogni volta si assiste agli stessi rintocchi. Per esempio mi hanno spiegato che negli anni ... 60 (?) esistevano gia' enti telefonici territoriali che si intersecavano piu' o meno ai confini regionali, poi venne la Sip. Ci saranno state sicuramente delle valide ragioni storico-economiche per una simile scelta, sta di fatto che, come sappiamo, negli ultimi 15 anni abbiamo fatto il processo inverso.

Le Ferrovie le dobbiamo statalizzare o privatizzare? cos'e' meglio per gli utenti, i lavoratori, e la societa'?
E le banche? E i servizi postali? e le autostrade? ...

[SM=g6963]
[Modificato da (sylvestro) 17/05/2010 21:15]
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17/05/2010 23:28
 
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E allora così restiamo sempre fermi... o per meglio dire andiamo sempre peggio.
Banche, autostrade ecc. erano statali... e mi pare che si stesse meglio no?
O credi di stare meglio adesso? Certo che la gestione pubblica ha fatto schifo. Ma il modello di cittadinanza non può essere cambiato se non a livello superiore, a livello etico-morale.
Non basta un sistema tecnico-burocratico di per sè ben studiato se poi mancano gli uomini che lo sappiano muovere e gestire.
Per questo non basta la socializzazione, la camera corporativa (cioè un CNEL votato dai cittadini in quanto lavoratori-cittadini, non l'inutile CNEL attuale) se poi non c'è LO STATO ETICO che forma il CITTADINO italiano nuovo.
Infatti non basta avere i bellissimi articoli 1 4 43 e 46 ecc. della costituzione se poi restano lettera morta.
Cioè un sistema funziona quando la costituzione formale e quella reale sono il più possibile vicine... se una è una vuota chiacchiera mentre la realtà fa cagare (attuale cleptocrazia) c'è qualcosa non funziona.
Poichè il sistema dello Stato Etico Corporativo non è affatto fallito come esperimento, semplicemente non ha potuto attuarsi completamente causa debellatio (=annientamento bellico) dimostrando ampi successi per il periodo in cui è stato tentato, reputo la Terza Via l'unica tuttora percorribile, visto il collasso del sistema marxista e quello imminente di quello plutocratico...
Ma qui usciamo proprio dal tema... [SM=g7560]
18/05/2010 07:39
 
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Re:
nazionalsindacalista, 17/05/2010 23.28:


Per questo non basta la socializzazione, la camera corporativa (cioè un CNEL votato dai cittadini in quanto lavoratori-cittadini, non l'inutile CNEL attuale) se poi non c'è LO STATO ETICO che forma il CITTADINO italiano nuovo.




A mio avviso lo stato NON DEVE essere Etico.Ciò che è ETICO per me non lo è per te e viceversa.
Lo stato deve essere di DIRITTO...ma qua andiamo ad infognarci in altri temi che appartengono alla filosofia e si va fortemente OT.

Sul fallimento dello stato coroporativo causa guerra...hummm...preferisco guardare al futuro, non al passato.

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18/05/2010 08:10
 
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Re:
nazionalsindacalista, 17/05/2010 23.28:

E allora così restiamo sempre fermi... o per meglio dire andiamo sempre peggio.
Banche, autostrade ecc. erano statali... e mi pare che si stesse meglio no?
O credi di stare meglio adesso? Certo che la gestione pubblica ha fatto schifo. Ma il modello di cittadinanza non può essere cambiato se non a livello superiore, a livello etico-morale.
Non basta un sistema tecnico-burocratico di per sè ben studiato se poi mancano gli uomini che lo sappiano muovere e gestire.
Per questo non basta la socializzazione, la camera corporativa (cioè un CNEL votato dai cittadini in quanto lavoratori-cittadini, non l'inutile CNEL attuale) se poi non c'è LO STATO ETICO che forma il CITTADINO italiano nuovo.
Infatti non basta avere i bellissimi articoli 1 4 43 e 46 ecc. della costituzione se poi restano lettera morta.
Cioè un sistema funziona quando la costituzione formale e quella reale sono il più possibile vicine... se una è una vuota chiacchiera mentre la realtà fa cagare (attuale cleptocrazia) c'è qualcosa non funziona.
Poichè il sistema dello Stato Etico Corporativo non è affatto fallito come esperimento, semplicemente non ha potuto attuarsi completamente causa debellatio (=annientamento bellico) dimostrando ampi successi per il periodo in cui è stato tentato, reputo la Terza Via l'unica tuttora percorribile, visto il collasso del sistema marxista e quello imminente di quello plutocratico...
Ma qui usciamo proprio dal tema... [SM=g7560]




Tutto sommato non la pensiamo in maniera molto diversa; condividiamo l'insoddisfazione per la situazione attuale, temiamo per il prossimo futuro ed aspiriamo ad un significativo cambiamento.

Quello che ci distingue e' che tu hai le idee chiare e convinte (mi pare) sulla strada da intraprendere, io no, non vedo al momento una ricetta valida.

Semplificando, tu proponi di cambiare la "struttura" (parafrasando un termine caro a FFZ) ma alla fine ci ritroveremo comunque con uomini che governeranno altri uomini e lo faranno cadendo in tentazione.

Al momento ho maturato l'idea che il sistema migliore sia la coesistenza di organizzazioni di diversa natura, in maniera diseguale nelle proporzioni a seconda dei settori e dei periodi.

Sono daccordo con quanto detto da labottega appena sopra e aggiungo: lo Stato dovrebbe stabilire le regole e darsi da fare per farle rispettare. Se quest'ultimo punto fosse il motore primo della societa' allora son sicuro che funzionerebbe piu' o meno bene qualsiasi tipo di organizzazione.

Lancio una proposta provocatoria: socializziamo il controllo del rispetto delle regole [SM=g1750163] [SM=g9058]
[Modificato da (sylvestro) 18/05/2010 08:12]
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28/05/2010 12:39
 
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I greci vanno in Bulgaria e Turchia a fare la spesa

ATENE - E' una fuga dall'euro, una fuga di Mezzogiorno, meno drammatica di quella resa celebre dal film sulle carceri turche, fuga di Mezzanotte ma pur sempre drammatica per i "forzati" della spesa oltre confine. Sono i viaggi della spesa quotidiana a Salonicco e dintorni, una delle città del nord della Grecia colpite più duramente dalla crisi economica oggi, e dalla delocalizzazione delle sue fabbriche tessili negli anni passati.

Spesa con il torpedone
L'ingresso nell'eurozona ha fatto traslocare alla velocità della luce le manifatture oltre confine, in Bulgaria, dove la paga giornaliera di un operaio tessile è di 8 euro contro i 45 in Grecia. In un desolante panorama di fabbriche abbandonate, gli ex operai ellenici, ora disoccupati cronici, fanno lo stesso tragitto oltrefrontiera. Organizzano pullmann al mattino presto e vanno in Bulgaria per risparmiare sulla spesa di tutti i giorni, abbigliamento, tabacchi e benzina. In Bulgaria è un ritorno al passato: senza l'euro tutto costa meno della metà, come ai tempi della dracma. Un flusso finanziario si stima di 30 milioni di euro l'anno.

Shopping a Sandanski
Sandanski è la meta preferita dalle poco allegre comitive elleniche, città di 30mila abitanti nel meridione della Bulgaria. Ma l'obiettivo preferito dai greci in "fuga di Mezzogiorno" dall'eurozona non solo per i conti in disordine ma anche per più semplici ragioni di vita quotidiana dopo i tagli del 20% ai salari dei dipendenti pubblici e il congelamento degli stipendi del settore privato, è Technomarket, il grande centro commerciale a ridosso del confine greco-bulgaro, 25 chilometri più a sud di Sandanski.

Nostalgia per la dracma
È l'effetto crisi che affligge i consumatori greci che in massa rimpiangono i bei tempi della vecchia dracma e i prezzi stracciati ai mercati rionali sotto casa di Plaka e Monastiraki. «La notte del changeover nel 2001 - ricorda l'operaio Yannis - è ancora oggi un incubo, una notte di tragedia dove i prezzi raddoppiarono di un colpo, senza nessun controllo dal parte del governo». I bulgari, invece, se la ridono a vedere i torpedoni stracolmi di greci, turisti della spesa, con borse e taniche a tracolla, passare la frontiera a caccia, come segugi, di buone occasioni e saldi nei negozi.

Tutto a metà prezzo
Ogni fine settimna da Serres e Drama, paesi vicini alla frontiera con la Bulgaria, ma anche da Salonicco, partono due-tremila persone in pullman per andare a fare la spesa oltreconfine. Senza contare le automobili private. Sandanski è la città più gettonata da questi viaggi dai forzati dello shopping ma molti si fermano a Petrich, detta anche città della convenienza (tutto costa la metà che in Grecia) come ormai l'hanno ribattezzata i greci che lì ormai la fanno da padroni. I prezzi sono europei ma gli stipendi ora, dopo le misure di austerità decise dal Governo Papandreou, sono inferiori a quelli Ue. Così i greci, gente intraprendente, percorrono i 70 chilometri che separano Serres da Sandanski e ogni week end fanno la spesa per tutta la settimana.

Il pieno con le taniche
Alcuni dividono il costo della benzina e così aumentano il vantaggio. Il quotidiano di Sofia ‘Standard' racconta di George Ephtimios, un contadino del piccolo villaggio greco di Vironia, che fa il pieno della macchina di taniche e poi le riporta piene di carburante, per sè e i parenti. Alcuni greci addirittura si sono trasferiti a Petrich, prendendo in affitto un piccolo appartamento o una casa. Si prodigano di consigli verso i loro concittadini o si trasformano addirittura in guide turistiche. «Accolgono gruppi interi e fanno loro visitare la regione», racconta sempre a "Standard" Nikola Chopov, che abita a Petrich. «Segnalano loro i migliori affari, le boutiques e i ristoranti che praticano sconti per i greci. In cambio ricevono una piccola percentuale».

I bulgari ricchi a caccia di affari
Non solo. Anche da Alexandrupolis e dintorni (nella Tracia ellenica ai confini con la regione di Istanbul) partono i pullman dello shopping forzato verso la Turchia, anch'essa meno cara rispetto all'Ellade. Per colmo di sventura c'è anche un flusso controcorrente di denaro portato in Grecia dai nuovi ricchi bulgari. Comprano ville e hotel in Calcidia, oppure fanno shopping di lusso nei negozi di Salonicco. Per i bulgari prima della caduta della Cortina di ferro, Salonicco equivaleva a un grande sogno: venire a ‘Solun', come la chiamano, con la sua Torre Bianca, significava vedere il mare, assaporare l'odore della libertà e dei grandi spazi mediterranei. Ora, anche grazie alla nostra crisi, quel sogno lo possono realizzare.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Pensate agli albanesi ed agli slavi che vengono a comprarsi le nostre case coi nostri stessi soldi ;)
01/06/2010 10:23
 
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La montagna di debiti dell'Italia
italiadallestero.info/archives/9547
07/03/2011 12:48
 
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Grecia nel mirino di Moody's: rating scende a "B1" al livello di Bolivia e Bielorussia

Finanzaonline.com - 7.3.11/12:03

Una nuova tegola cade sulla testa della Grecia. Questa mattina gli analisti di Moody's hanno ridotto il rating sul Paese ellenico di tre livelli, a "B1" dal precedente "Ba1", assegnando un outlook negativo. Il merito di credito ora assegnato ad Atene è uguale a quello attribuito a Bielorussia e Bolivia.

La bocciatura è stata presa guardando alle misure fiscali di consolidamento e le riforme strutturali che sono necessarie per stabilizzare il debito del Paese ma che "rimangono molto ambiziose e sono soggette a significativi rischi nonostante i progressi fatti fino a questo momento". Tra le motivazioni di questo declassamento anche il fatto che "il Paese continua ad affrontare considerevoli difficoltà nella raccolta delle risorse". La reazione da parte del Governo greco non è tardata ad arrivare. George Papandreou, ministero delle Finanze ellenico, ha definito "totalmente ingiustificato" il declassamento di Moody's.

L'avvertimento era arrivato sul finire dello scorso anno, quando l'agenzia di rating Moody's aveva annunciato di avere messo sotto osservazione il rating sul debito pubblico in valuta locale ed estera della Grecia, attualmente pari a "Ba1", in vista di un possibile downgrade.

"Le implicazioni non sono tantissime, il mercato si attendeva già questa mossa", commenta Luca Mezzomo, responsabile ricerca macro di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che "in realtà va a confermare un´opinione diffusa sul mercato secondo cui con questo piano la Grecia non evita un piano di ristrutturazione". Non solo, secondo Mezzomo la mossa di Moody´s mette al muro anche l´Europa chiamata nelle prossime settimane a rinegoziare, in maniera informale, i termini sul programma di sostegno di Grecia e Irlanda. In particolare, il Governo di Atene punterebbe a un´estensione dei termini in scadenza nel 2013.
Ma gli ostacoli sulla strada greca non mancano. Si è già messa di traverso la Germania, sia per bocca della cancelliera Merkel sia di alcuni consulenti, che ha già dichiarato la sua contrarietà a una riduzione degli interessi pagati.

Ma sotto i riflettori in questi giorni è finita anche l´Irlanda a poco più di una settimana dalla vittoria di Fine Gael, il partito centrista di opposizione irlandese. Proprio ieri, in tempi davvero serrati, il Fine Gael, di centrodestra, e il Labour Party, di centrosinistra, hanno siglato un accordo per formare un governo di coalizione. "Il Nuovo Governo nasce su una posizione delicata, con una coalizione inusuale", ha commentato Luca Mezzomo, responsabile ricerca macro di Intesa.
08/03/2011 15:18
 
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L'Europa frena sulla paura Grecia. Atene paga caro il successo dell'asta. Spread ai massimi

Finanzaonline.com - 8.3.11/14:44

E' di nuovo gelido il vento che soffia sulla Periferia d'Europa. Con il ritorno delle forti tensioni sui titoli di Stato greci, le Borse europee frenano il loro andamento: Piazza Affari è rimasta tra le poche vicine al pareggio, ma comunque cede con l'Ftse Mib lo 0,06%. L'indice Stxe 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, è negativo di circa mezzo punto percentuale, ma Atene scivola del 2,64%. In mattinata si è ampliato il rialzo il rendimento dei titoli di Stato della Grecia, raggiungendo i massimi dai tempi dell'introduzione dell'euro. Il tasso dei bond decennali ellenici è salito al 12,79%. Si tratta del livello più alto dal 1999 a questa parte, ossia dall'introduzione dell'euro. Lo spread, ossia il differenziale di rendimento, rispetto al bund tedesco si è allargato a 950 punti, vicino al record di 974 punti toccato il 7 gennaio scorso.

E il bello o il brutto, a seconda dei punti di vista, è che Atene non è un caso isolato. Ieri i rendimenti sul debito portoghese hanno raggiunto nuovi record dall'introduzione dell'euro. E oggi si replica: tassi e gli spread dei titoli di Portogallo, insieme a quelli di Spagna e Irlanda salgono sempre più su. "La periferia ha avuto un discreto tentennamento ieri e si potrebbe continuare ancora così: il Portogallo non può essere molto lontano dalla richiesta di salvataggio", osserva un trader. Dall'altra parte le notizie che arrivano da Lisbona sembrano confermare un epilogo che il mercato ritiene ormai quasi inevitabile. A febbraio c'è stato un nuovo aumento dei finanziamenti della Bce alle banche del Portogallo: si è registrata una crescita dello 0,2%, il terzo rialzo mensile di fila, a 41,078 miliardi di euro dai 41,008 miliardi di gennaio. Lo ha comunicato la Banca centrale portoghese, sottolineando che il picco massimo dei finanziamenti Bce era stato raggiunto ad agosto con 49,1 miliardi.

E' una considerazione che lascia l'amaro in bocca. Di certo, sarà fondamentale per il mercato del reddito fisso l'esito del vertice di venerdì prossimo, in cui i leader europei dovranno discutere le misure e le riforme da adottare per tentare il superamento della crisi debitoria. Per i Btp invece l'aumento rimane piuttosto contenuto con rendimenti al 4,94% e spread a 165,2. La mattinata è stata contrassegnata dall'emissione via sindacato di un nuovo titolo spagnolo a 15 anni e, per quanto riguarda l'Italia dalla consegna del future sul Btp che determina "flussi di rollover e chiusure di posizioni". "L'Italia perde un po' ma è in range. La Spagna allarga un po' di più ma non vediamo effetti eclatanti dall'arrivo del nuovo 15 anni", commenta un operatore.

La domanda per l'emissione spagnola ha raggiunto i 5 miliardi secondo Ifr, in linea all'estremo superiore della forchetta cui punta il Tesoro iberico per il taglio del bond. "Il vero allargamento sui 10 anni si è avuto per la Grecia che ha perso tra 25 e 30 punti base, ma Atene è ormai un outsider", prosegue. Questa mattina all'ombra del Partenone si è tenuto un test importante. La Grecia ha collocato 1,625 miliardi di euro di titoli di Stato a sei mesi, ma ha dovuto pagare rendimenti più alti, all'indomani del taglio del rating su Atene deciso da Moody's. Il tasso è salito al 4,75% dal 4,64% dell'ultima asta analoga di un mese fa. In rallentamento la domanda che ha superato l'offerta di 3,59 volte contro le 4,54 volte dell'asta dell'8 febbraio scorso.

Ieri Moody's ha ridotto di tre gradini il merito di credito della Repubblica Ellenica allontanandolo ulteriormente dalla soglia che separa i rating investment grade da quelli speculativi. Prima era appena sotto. L'agenzia di rating, abbassando di tre livelli la valutazione sull'affidabilità del debito della Grecia, ha collocato Atene sullo stesso livello di Bielorussia e Bolivia, ritenendo che sono aumentate le probabilità di default del Paese. Immediata la reazione del governo di Atene secondo cui il taglio del rating deciso da Moody's è completamente ingiustificato perchè non riflette un'obiettiva e bilanciata valutazione delle condizioni a cui il Paese sta facendo fronte.

"L'asta è andata bene, in linea con il trend usuale delle aste di T-bill e nonostante il downgrade di Moody's del Paese da Ba1 a B1, a causa del rischio di ristrutturazione post 2013", osserva Chiara Cremonesi, fixed income strategist di UniCredit Research, che segnala che il prossimo appuntamento importante per la Periferia d'Europa è in calendario domani, quando il Portogallo venderà tra 0,75 e un miliardo di euro di PGB Sep 2012. Giovedì sarà invece la volta dell'Italia con una nuova emissione di Bot mentre venerdì il Tesoro piazzerà BTP a cinque e quindici anni.
28/04/2011 10:42
 
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grecia, quello che ci aspetta: molto peggio della prima crisi (Fonte: idealista.it - 28/04/2011)

la grecia, sembra ormai quasi chiaro, non ce la farà a restituire al fondo monetario il denaro che ha preso in prestito un anno fa per non andare in banca rotta. e la discussione europea gira intorno alle conseguenze di un possibile default di uno dei tre paesi periferici che non riuscisse a sdebitarsi. ma cosa succederebbe davvero se questo avvenisse e chi paga?

secondo quanto ha affermato uno degli esponenti direttivi della banca centrale europea, juergen stark, "una ristrutturazione del debito greco avrebbe vita breve e porterebbe a considerevoli svantaggi". o detto in parole povere, la ristrutturazione di uno qualsiasi dei debiti sovrani nell'eurozona farebbe precipitare l'intera area in una crisi bancaria peggiore di quella seguita al crack di lehman brothers

quindi quale sarebbe la solzione? secondo stark la migliore sarebbe la sospensione del pagamento dei debiti da parte della grecia, anche se non risolverebbe il problema della grecia. e a questo proposito dice l'esponente della bce, il governo di turno dovrebbe chiedere un pacchetto addizionale di aiuti, visto che nel caso della sospensione il pericolo sarebbe l'effetto domino sulle banche degli altri paesi dell'eurozona

ma a parte gli effetti diretti sulle banche, se l'europa concedesse una sospensione alla grecia, questo aprirebbe alla probabile sospensione per tutti i paesi in difficoltà e di conseguenza tutte le banche esposte al debito di questi ultimi, anche le più ricche come francia e germania, cadrebbero in una recessione peggiore di quella in cui l'europa è entrata nel 2007
28/04/2011 21:48
 
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Grecia: gli impiegati pubblici lavoreranno 2,5 ore di più a settimana

Il nuovo disegno di legge che sarà approvato entro l'estate punta anche a tagliare 200 mila posti di lavoro

LE RIFORME STRUTTURALI PER AFFRONTARE LA CRISI

Grecia: gli impiegati pubblici lavoreranno 2,5 ore di più a settimana

Il nuovo disegno di legge che sarà approvato entro l'estate punta anche a tagliare 200 mila posti di lavoro

MILANO - Due ore in mezzo in più di lavoro alla settimana. Per gli impiegati pubblici greci. È quanto prevede un nuovo disegno di legge presentato in Parlamento dal ministro dell'Interno Giannis Ragusis, nell'ambito delle riforme strutturali decise dal governo e previste dal Memorandum firmato con Fondo monetario internazionale, Unione europea e Banca centrale europea per ottenere l'aiuto di 110 miliardi di euro contro la crisi economica. I dipendenti greci del settore pubblico e delle società a partecipazione statale dall'autunno prossimo saranno quindi chiamati a lavorare 40 ore settimanali invece che le 37,5 attuali.

MODERNIZZAZIONI - Il disegno di legge che sarà approvato dal Parlamento entro l'estate, oltre che al nuovo orario di lavoro, punta secondo il ministero a combattere la corruzione e la burocrazia nel settore e a ridurre il numero dei lavoratori del settore di 200.000 unità rispetto al 2009 e dei costi del 25%. Infatti con la nuova legge, secondo il ministero, i cittadini potranno utilizzare i propri computer da casa per ottenere diversi documenti come certificati di nascita oppure pagare le bollette senza andare a fare le file negli uffici governativi. Inoltre, con l'entrata in vigore della nuova legge, è previsto che nelle giornate «di punta» come lunedì e mercoledì alcuni uffici statali restino aperti al pubblico anche il pomeriggio. (Fonte: Ansa).


28 aprile 2011
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