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Sovranità Nazionali a rischio identità.

Ultimo Aggiornamento: 21/08/2014 22:10
21/06/2007 16:03
 
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Attacco a tenaglia contro la Nuova Bretton Woods
dichiarazione di Paolo Raimondi, presidente del Movimento Internazionale per i diritti civili  Solidarietà


Roma 24 gennaio  La recente nomina di Mario Draghi a governatore della Banca dItalia rappresenta la capitolazione delle istituzioni economiche e politiche italiane agli interessi della grande speculazione internazionale e ai dettami di un liberismo economico-finanziario sempre più selvaggio, ma anche sempre più in bancarotta.
Con Draghi in Via Nazionale è partita la fase del Britannia 2! Le banche internazionali e i fondi speculativi hanno ottenuto il disco verde per una nuova avanzata, per dare la caccia a nuove imprese da fagocitare e ai 140 miliardi di risparmio nazionale, e si preparano a fare bottino con la privatizzazione delle pensioni.
È la prima volta, nella storia della Banca dItalia, che il governatore non è stato scelto tra i suoi membri più rappresentativi, ma è stato direttamente catapultato, con grande fanfara, dalla centrale delle finanza internazionale, dalla Goldman Sachs. Perché?
Chi cerca una risposta nelle beghe interne italiane non capirà niente e in cambio invece riceverà in regalo un pacchetto ben confezionato di manipolazioni.
Draghi rappresenta un atto di guerra preventiva nel campo strategico della crisi finanziaria.
Il sistema finanziario internazionale è in bancarotta. Le banche centrali hanno finora gestito in coordinazione tra loro la crisi, al servizio degli interessi della grande finanza privata. Ma questa gestione non basta più né potrà reggere gli sconvolgimenti che si prospettano nellimmediato futuro. La bolla speculativa è stata ingigantita a livelli inimmaginabili attraverso le speculazioni immobiliari e soprattutto quella dei prodotti derivati. Basti pensare che una sola banca americana, la JP Morgan Chase, ha ben oltre 50.000 miliardi di dollari in contratti derivati OTC, piu di 5 volte il PIL degli USA! Leconomia reale sottostante è stata ovunque distrutta, a cominciare dal cosiddetto settore avanzato, cioè lEuropa e il Nordamerica. Ciò che si sta verificando è un vero e proprio crollo. Fenomeni come quello di LTCM possono ripresentarsi in ogni momento. La paralisi produttiva imposta dalle regole di Maastricht è la garanzia di un terremoto finanziario e bancario.
La grande finanza internazionale sa bene che, ferme restando le regole della grande speculazione e del liberismo, non ha via duscita dalla bancarotta, ma non vuole, ne può, cambiare rotta in quanto questo liberismo selvaggio è la sua anima, la sua essenza. Sa anche che i settori delleconomia reale non possono convivere allinfinito con una crescita cancerogena del debito speculativo. Questo è il motivo per cui ora essa teme la crescente domanda di riorganizzazione del sistema, di una Nuova Bretton Woods, come proposta dalleconomista americano Lyndon LaRouche e dal nostro Movimento: una riorganizzazione per bancarotta dellintero sistema monetario e finanziario internazionale, che reintroduca un sistema di tassi di cambio fissi, che emetta nuovi crediti per grandi investimenti infrastrutturali che rimettano in moto leconomia produttiva e che introduca misure di contenimento e di abolizione delle speculazione. Teme la rivolta di settori statali, industriali, sindacali che possono dire basta alla distruzione delleconomia reale e della società civile produttiva. Teme un ritorno di Franklin D. Roosevelt e del suo New Deal su scala planetaria.
Ecco, Draghi rappresenta la mossa preventiva contro questa possibilità. E una mossa globale, non un segnale italiano, bensì sistemico.
La finanza internazionale fa così sapere di essere pronta ad unaccelerazione del processo di globalizzazione. Purtroppo molti allocchi nostrani, un po di tutte le tendenze, hanno volutamente scambiato lappoggio dato a Draghi dal Financial Time, dal Wall Street Journal e simili con un benevolo reportage turistico sulla bella Italia. LItalia non ha i mezzi per opporre resistenza e si è lasciata subito convincere che i grandi speculatori internazionali sono meglio dei maneggioni delleconomia nostrani.
Infine, Draghi è luomo dei salotti buoni e dei panfili di lusso.
Mario Draghi è il Mr. Britannia. Il 2 giugno 1992 , il Ciampis boy, allora Direttore Generale del Ministero del Tesoro, guidò il drappello di dirigenti delle Partecipazioni Statali sul Britannia, il panfilo della regina Elisabetta II dInghilterra, per un incontro con i grandi finanzieri della City di Londra e di Wall Street per svendere lindustria di stato italiana, o per modernizzarla, come usavano dire.
Poi a settembre lattacco speculativo delle stesse finanziarie, coordinate da George Soros, contro il Sistema Monetario Europeo fece svalutare la lira del 30%, regalando ben 15.000 miliardi di lire agli acquirenti-speculatori che acquistavano in dollari. La chiamammo una svendita a prezzi stracciati a cui certi settori della vecchia Democrazia Cristiana e del PSI di Craxi cercarono di opporsi. Invano. In quegli stessi giorni le mani pulite realizzarono il grande massacro politico che aprì la porta al neoliberismo selvaggio e al neoconservatorismo di marca americana.
Il «Movimento internazionale per i diritti civili  Solidarietà», fu il primo a denunciare queste sporche operazioni con un ampio memorandum del 14 gennaio 1993. E poi, con un esposto alla magistratura nel 1995, chiedemmo unindagine sullattacco alla lira e sullincontro del Britannia. Le nostre denunce ebbero anche vasta risonanza nei mezzi dinformazione.
Negli anni successivi, diventato il regista delle privatizzazioni, Draghi ha trasformato il panorama economico nazionale in un intreccio incestuoso tra banche e imprese. Se si indaga un poco viene subito alla luce che una delle finanziarie favorite nel processo di privatizzazione è stata la Goldman Sachs.
Inoltre, uno dei Draghis Boys, Alberto Giovannini, membro del comitato di esperti del Ministero del Tesoro dallinizio degli anni Novanta, venne mandato nella dirigenza del fondo LTCM, che fallì clamorosamente nel 1997-8 a causa delle perdite accumulate soprattutto su contratti finanziari derivati. A quelle sue speculazioni internazionali aveva partecipato persino lUfficio Italiano Cambi! Lo stesso Giovannini nel 1997 illustrò alla Commissione Europea i vantaggi di aprire i mercati ai derivati.
Nel 2001 Draghi lasciò il Ministero del Tesoro per passare alla vice presidenza di Goldman Sachs, una finanziaria che ricopre un ruolo decisionale centrale nella globalizzazione finanziaria mondiale.
Perché la magistratura, così solerte in certune circostanze, non ha mai avuto il coraggio di indagare sul ruolo della Goldman Sachs e sul ruolo svolto da Draghi nei passati 15 anni di privatizzazioni?
Parallelamente alloperazione Draghi, occorre tenere bene in conto un secondo assalto condotto attraverso il banchiere americano Felix Rohatyn, della Lazard Freres, la controparte democratica della grande speculazione. Il compito di questo secondo braccio della tenaglia è mettere in campo proposte e idee che suonano molto simili alla nostra proposta per una Nuova Bretton Woods, ma che in realtà intendono confondere e neutralizzare quelle forze che vorrebbero e dovrebbero coalizzarsi contro la grande speculazione. In questo Rohatyn opera in tandem con George Soros, il promotore della liberalizzazione della droga.
Secondo Rohatyn dovrebbero essere le stesse banche e finanziarie a farsi promotrici delle riforme del sistema monetario e finanziario, mentre al tempo stesso continuerebbero le loro operazioni speculative. Secondo lui gli stati, i parlamenti e le autorità governative dovrebbero essere tenute fuori dalla riorganizzazione. È come dire che bisognerebbe lasciare che la mafia, indubbiamente esperta nel crimine organizzato, detti le regole di sicurezza, lasciando fuori lo stato e le forze di polizia.
In Italia Rohatyn e co. fanno perno su De Benedetti e i suoi addentellati anche nella sinistra, mentre la destra politica e liberista esalta la saggezza del libero mercato speculativo finanziario.
Fonte:www.movisol.org

La Commedia
di Dante Alighieri:
INFERNO - Canto III

87 Non isperate mai veder lo cielo:
i' vegno per menarvi a l'altra riva
ne le tenebre etterne, in caldo e 'n gelo.

(non sperate mai di pervenire alle celesti sfere. Per vostra scelta io vengo per menarvi all'altra riva dove inizierete un'altra esistenza in caldo e in gelo.)

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22/07/2007 18:09
 
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La globalizzazione provoca l'ingovernabilità in Europa...
A quanto pare anche LaRouche la pensa così:

Come più volte sottolineato da LaRouche, la globalizzazione è solo un altro nome dell'imperialismo britannico, che mira deliberatamente a distruggere gli stati nazionali in modo da lasciare il terreno libero al saccheggio economico sfrenato. Tra queste misure di globalizzazione, che comprendono la distruzione delle monete nazionali europee, ci sono quelle sostenuti dal movimento ecologista che hanno generalmente ottenuto la precedenza nei programmi dei governi europei. L'unico antidoto a questa ingovernabilità è il ritorno ad un sistema di stati nazionali in cui i governi siano risoluti ad agire in difesa delle rispettive popolazioni con misure di sviluppo economico, invece di consegnarsi supinamente al “mercato”.
Fonte:www.movisol.org

Secondo la mia opinione però non si può dare una Nazionalità all'Imperialismo sfrenato che,oggi più che mai è Multinazionale.
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25/01/2008 03:39
 
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Cossiga parla di Draghi e...........................


Cossiga parla di Draghi e.............

www.video.mediaset.it

ripete concetti a noi non del tutto sconosciuti.........

21/06/2007 16.03

grella


Attacco a tenaglia contro la Nuova Bretton Woods
dichiarazione di Paolo Raimondi, presidente del Movimento Internazionale per i diritti civili Solidarietà

Roma 24 gennaio La recente nomina di Mario Draghi a governatore della Banca d'Italia rappresenta la capitolazione delle istituzioni economiche e politiche italiane agli interessi della grande speculazione internazionale e ai dettami di un liberismo economico-finanziario sempre più selvaggio, ma anche sempre più in bancarotta.
Con Draghi in Via Nazionale è partita la fase del Britannia 2! Le banche internazionali e i fondi speculativi hanno ottenuto il disco verde per una nuova avanzata, per dare la caccia a nuove imprese da fagocitare e ai 140 miliardi di risparmio nazionale, e si preparano a fare bottino con la privatizzazione delle pensioni.
È la prima volta, nella storia della Banca d'Italia, che il governatore non è stato scelto tra i suoi membri più rappresentativi, ma è stato direttamente catapultato, con grande fanfara, dalla centrale delle finanza internazionale, dalla Goldman Sachs.




[Modificato da grella 25/01/2008 03:40]
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30/01/2008 00:30
 
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Serve un governo politico per affrontare il crollo del sistema finanziario internazionale

27 gennaio 2008 – Dopo la caduta dell’esecutivo guidato da Romano Prodi, l’Italia si trova senza governo in mezzo ad una crisi finanziaria che minaccia le fondamenta dell’economia mondiale. Come il Movimento Solidarietà ha ampiamente documentato negli ultimi anni, l’economia reale è stata progressivamente sventrata da una serie di bolle speculative all’insegna di un dirigismo all’inverso: più speculazione, e meno produzione. Ora la crisi dei mutui subprime ha messo a nudo la condizione di bancarotta del sistema bancario internazionale, che cerca disperatamente di nascondere i centinaia di miliardi di dollari di perdite che hanno accumulato le banche con il miracolo dell”innovazione finanziaria”. E nel frattempo le rate dei mutui aumentano in modo vertiginoso, le famiglie non arrivano a fine mese, e le imprese si trovano schiacciate da una crisi che chiude i rubinetti del credito necessario per l’economia produttiva.

In questa situazione, è meglio non scordare le immagini più drammatiche degli ultimi mesi, che potrebbero ben estendersi si non ci sarà una brusca virata da parte delle autorità politiche e monetarie: le code davanti agli sportelli della banca inglese “Northern Rock”, coinvolta (come tutte le banche) nella l’orgia speculativa degli ultimi anni. Così la domanda “quale sarebbe il migliore governo in questo momento”, ci porta ad un altro interrogativo: “Chi preferisci avere al governo se la tua banca fallisce?”. Sicuramente non un banchiere, e neppure un tecnico di quelli che davanti ai banchieri scattano sull’attenti. Vorresti avere al governo una persona che abbia al cuore l’interesse generale, uno che tra i soldi dei risparmiatori e quelli degli hedge funds salverebbe i primi e non si preoccuperebbe dei secondi.

Avete qualche nome da proporre per risolvere il quesito finale?
Speriamo nei marziani................ [SM=g7667] [SM=g7777]

www.movisol.org


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21/03/2008 02:15
 
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USA:PAULSON, CON FONDI ABU DHABI E SINGAPORE REGOLE CONDOTTA
(ANSA) - NEW YORK, 20 MAR - Nessun investimento a fine politico, no a protezionismo, sì a pratiche di governance simili a quelle del settore privato. Gli Stati Uniti, Abu Dhabi e Singapore provano a definire i principi base degli investimenti dei fondi sovrani, quelli cioé che fanno capo ai governi e che hanno assunto un crescente peso negli investimenti nel settore privato, a maggior ragione con i salvataggi delle banche dopo la crisi dai mutui subprime. Il segretario al Tesoro americano, Henry Paulson, il ministro delle Finanze di Singapore, Tharman Shanmugaratnam, e Hareb Massud Al-Darmaki, direttore esecutivo del Abu Dhabi Investment Authority (Adia), hanno raggiunto un'intesa sui principi che vogliono rafforzare gli sforzi multilaterali in corso da parte di Ocse e Fmi, che domani riunisce il Board sull'argomento. "I principi che abbiamo concordato sono un rafforzamento ulteriore di questi sforzi", commenta Paulson in una nota. Il codice di condotta indirizza i più pressanti timori sui fondi gestiti che, ad esempio, potrebbero essere utilizzati più per fini politici che per motivi di business. La dichiarazione congiunta rimarca che i gestori dei fondi dovrebbero fare una dichiarazione formale spiegando che "le decisioni di investimento devono essere basate esclusivamente su motivi commerciali, piuttosto che sulla spinta, diretta o indiretta, geopolitica dei governi che li controllano". In più, i fondi sovrani devono seguire standard di corporate governance come quelli del settore privato, oltre a rispettare le leggi locali. I paesi beneficiari degli investimenti, per altro verso, non devono alzare barriere protezionistiche o discriminare i fondi, secondo i principi. (ANSA).

www.wallstreetitalia.com


Allora riepiloghiamo, dei fondi governativi dovrebbero, dopo esser stati regolamentati, scorazzare liberamente per il mondo senza una minima influenza da parte dei governi?..........non sò perchè ma qualcosa non mi torna!!!




[Modificato da grella 21/03/2008 16:59]
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27/12/2008 22:45
 
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Oligarchia finanziaria globale al contrattacco ................
LaRouche: senza Tremonti, Berlusconi è spacciato

26 dicembre 2008 (MoviSol) - Informato delle pressioni esercitate sul Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per estromettere il ministro dell'Economia Giulio Tremonti dal governo, il leader politico americano Lyndon LaRouche ha commentato che, se licenzia Tremonti, Berlusconi è finito.

Il 24 dicembre, il quotidiano Il Riformista ha scritto che "ai livelli più autorevoli dell'esecutivo" c'è chi "ha suggerito a Berlusconi di prepararsi a un nuovo cambio in corsa all'Economia, come nel 2004", quando Tremonti pagò con le dimissioni lo scontro con la Banca d'Italia. Le indiscrezioni del Riformista sono state pubblicate all'indomani di una accesa riunione della "cabina di regia" del Popolo della Libertà, in cui Tremonti sarebbe stato messo sotto attacco da Renato Brunetta e Claudio Scajola.

All'origine delle pressioni su Berlusconi c'è la rabbia della fazione del "Britannia", capeggiata dal governatore di Bankitalia e capo del Financial Stability Forum Mario Draghi e rappresentata da squallidi individui come Francesco Giavazzi, che il 23 dicembre ha chiesto dalle colonne del Corriere della Sera che Berlusconi prenda una decisione su Tremonti.

La fazione del Britannia vede in Tremonti, assieme al Presidente francese Sarkozy e a LaRouche, un punto di riferimento delle forze internazionali che stanno sfidando il potere dell'oligarchia finanziaria filo-britannica e propongono un nuovo sistema economico rooseveltiano. L'ultimo atto di questo scontro si è consumato nella settimana precedente al Natale, quando LaRouche ha tuonato, a Strasburgo, contro la "folle" politica delle banche centrali, che vogliono salvare il sistema a tutti i costi. Due giorni dopo Tremonti, a Parigi, ha chiamato "demenziale" il prestare ascolto a chi, come Draghi e il FSF, "non hanno capito niente della crisi".

"Se Berlusconi si piega alle pressioni e sostituisce Tremonti, il suo governo è spacciato", ha commentato LaRouche lapidario.


www.movisol.org







[Modificato da grella 27/12/2008 22:46]
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16/09/2013 21:48
 
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La sovranità dei popoli europei - Nigel Farage



Trascrizione

Assolutamente no! Nessuno l'ha mai votato, non può essere rimosso, è il presidente di mezzo miliardo di persone, il suo stipendio è più alto di quello di Obama e nessuno, ma proprio nessuno, ha mai sentito parlare di lui al di fuori delle élite politiche quando è stato nominato e il primo giorno in cui si è presentato qui, per la grande cerimonia di presentazione di questo eccezionale uomo nuovo, e ci hanno detto che il primo presidente dell’Europa sarebbe stato una tale gigantesca figura globale, che avrebbe arrestato il traffico a Washington e Pechino, e io ho evidenziato nel mio discorso di benvenuto che non lo ritenevo in grado di fermare tale traffico neanche a Bruxelles, il mio intervento mi ha creato enormi problemi, perché avevo detto che non aveva alcuna autorità, legittimazione e che era ben lontano dall’essere quella gigantesca figura globale, che fondamentalmente era insignificante, sciatto e privo di carisma e tutti si sono arrabbiati, centinaia di membri del Parlamento europeo hanno cominciato a gridare contro di me. Il giorno successivo sono stato convocato nell’ufficio del Presidente del Parlamento Europeo e mi è stato comunicato che, se non mi fossi scusato, mi avrebbero inflitto la massima multa che il Parlamento Europeo può imporre a uno dei suoi membri. A meno che non mi fossi scusato… Ho detto che non avevo alcuna intenzione di scusarmi, il parlamento deve, o dovrebbe, ospitare dibattiti accesi, non maleducati, ma accesi, e il presidente del Parlamento Europeo ha affermato: "Sig. Farage, non può criticare il sig. Van Rompuy, perché non è un membro eletto e io ho affermato che lo sapevo, che era esattamente quello che volevo dire; il sig. Van Rompuy ed io non ci siamo mai visti faccia a faccia da quando ricopre il suo ruolo, ma posso dire questo: non lasciatevi ingannare dal suo aspetto o dalle sue maniere, o dal suo modo di parlare! Il suo unico e solo obiettivo è lavorare per l'abolizione degli stati nazionali in Europa, per ridurre i parlamenti nazionali a meri numeri! Vuole che la vita di mezzo miliardo di persone sia governata dalla burocrazia non eletta di Bruxelles ed è uno degli uomini più pericolosi che abbiamo mai visto in Europa da tanti anni. Se avessi rilasciato questa intervista cinque anni fa, e avessi detto che persone come Van Rompuy a Bruxelles sarebbero diventate così potenti da essere in grado di rimuovere i primi ministri dei paesi, sarei stato liquidato come pazzo, cospirazionista, mi avrebbero estromesso dall'Istituzione, ma è quello che è successo: in Grecia, dove il sig. Papandreu ha affermato che il popolo Greco avrebbe dovuto esprimersi in un referendum sulla propria volontà di restare o meno in Europa ed è stato esautorato e sostituito da un fantoccio. E in Italia, un grande paese con sessanta milioni di persone, e certamente si potrebbe affermare che il sig. Berlusconi era davvero datato, fuori tempo, ma era comunque il primo ministro italiano eletto dalla gente, aveva commentato con scetticismo la posizione dell’Italia nella zona euro e Van Rompuy su tutti lo ha destituito dal suo ruolo e l’ha sostituito con Mario Monti, uno degli architetti dell’euro, uno dei responsabili dell’attuazione di un tale fallimento, che sta rovinando le vite di decine di miliardi di persone in tutta la zona del Mediterraneo e nell’Europa meridionale. Monti è divenuto il primo ministro italiano e ha nominato un gabinetto di ministri, nessuno dei quali aveva legittimazioni democratiche di sorta e francamente ritengo che quanto è successo in Italia sia assolutamente disgustoso. È come se avessimo riportato indietro l’orologio di settant’anni, in un’Europa totalitaria. Devo dire che quando Monti è venuto al Parlamento europeo ero sconvolto, c’è stata una standing ovation, da persone di destra, persone di sinistra che acclamavano il grande Monti, che avrebbe risolto tutti i mali dell’Italia e la democrazia non contava niente, perché Monti era il salvatore. Vi dico una cosa: io non mi sono alzato ad applaudire, l'ho contestato ed è una cosa che andava fatta, milioni di italiani devono pensarci seriamente e sospetto che è proprio su questo sfondo che il movimento di Beppe Grillo ha ottenuto risultati così sorprendenti, perché francamente tutti noi in Europa rischiamo di perdere le nostre democrazie e se guardiamo a quello che è accaduto in Italia, sembra che a voi sia già successo. L’Europa è stata istituita negli anni ’50, questa Europa istituita negli anni ’50 da Jean Monnet, un grande burocrate, un uomo che realmente ha indebolito la democrazia parlamentare. Persone come Monnet ritengono di sapere cosa sia meglio per la gente comune e hanno grandiosi piani, nell’Unione sovietica i piani erano solo quinquennali, Bruxelles ha piani ventennali o cinquantennali e il sistema istituito negli anni ’50 e consolidato dalla Costituzione europea, poi divenuta Trattato di Lisbona, era questo: persone con il diritto esclusivo di legiferare in Europa e con il diritto esclusivo di abrogare le leggi costituiscono la Commissione europea, pertanto la burocrazia non eletta ha il diritto di proporre leggi e la parte eletta del parlamento può solo limitarsi a ritardare o modificare le cose. Questo sistema non può essere riformato, è stato scritto e progettato nei trattati proprio per non essere riformato e se ritenete, come me, che quello che vogliamo è un’Europa in cui possiamo commerciare insieme, essere amici, cooperare, non possiamo farlo con le attuali strutture dell’Unione europea, il tutto deve essere sostituito da qualcosa di completamente diverso. Provare a riformarla è francamente inutile. Chi vuole gli Stati Uniti d’Europa? Tu vuoi gli Stati Uniti d’Europa? Ti hanno mai chiesto se vuoi gli Stati Uniti d’Europa? A me no, non voglio gli Stati Uniti d’Europa e ovunque io vada, qui, in Belgio, in Francia, in Portogallo in vacanza, in Danimarca, nessuna delle persone che ho incontrato vuole gli Stati Uniti d’Europa. A dire il vero non è esattamente così, magari i sondaggi mostrano che circa l'8 - 9 percento delle persone ritiene che gli Stati Uniti d’Europa siano una buona idea, ma questo va davvero al cuore di quello che questo progetto realmente significa: ci siamo tutti uniti in qualcosa che pensavamo fosse cooperazione commerciale, che adesso si è trasformato in un progetto pensato come unione politica per creare gli Stati Uniti d'Europa. Nei loro sogni sarà la più grande potenza globale a livello economico e militare; a nessuno di noi è stato mai chiesto, e quando dovevamo redigere la Costituzione i francesi hanno detto di no, gli olandesi hanno detto di no e la maggior parte di noi avrebbe detto di no: che cosa hanno fatto? Le hanno dato una nuova immagine con il Trattato di Lisbona, con il vostro ex primo ministro Amato, che evidenziava che l’aspetto positivo di chiamarlo “Trattato di Lisbona” e non “Costituzione” era che non vi era la necessità di indire referendum; il messaggio è chiaro: non vogliamo gli Stati Uniti d’Europa, vogliamo un’Europa di singoli stati sovrani democratici che commerciano e lavorano insieme e questa è la visione per il 21esimo secolo. Onestamente non credo che l’Unione Europea sia stata un progetto posto in atto dalla Germania per dominare l’Europa. Non credo che i tedeschi vogliano una cosa simile, ma quello che è successo da quando la crisi ha colpito, nel 2008, è dovuto alla mancanza di legittimazione di Van Rompuy e Bruxelles, perché gli attori sulla scena pubblica sono pessimi e in questo vuoto si è fatto strada quello che probabilmente è il leader più competente di uno stato europeo: Angela Merkel. I tedeschi sono i tesorieri e adesso prendono le decisioni; viviamo in un’Europa dominata dalla Germania, il che è bizzarro, perché secondo la teoria degli anni ’50, legando la Germania in un’unione più stretta, essa non sarebbe più stata il potere dominante, pertanto l’obiettivo vero e proprio dell’Unione non è stato raggiunto in questo senso. Adesso la grande domanda è cosa fare a livello economico: al momento abbiamo stati nazionali singoli che prendono denaro in prestito tramite l’emissione di bond e per i primi dieci anni dell’euro tutti hanno pensato che il tasso di interesse sarebbe stato lo stesso ovunque perché tutti gli stati presentavano lo stesso grado di rischio, ma la BCE, in quanto banca centrale classica, come la banca d’Inghilterra o la FED, non agisce come ultima istanza, pertanto quello che abbiamo visto in questa crisi sono i differenziali spread dei bond, prevalentemente nell’Europa del nord e del sud e qualche genio ha detto “Ah, bene, facciamo emettere un bond per conto dell’Unione Europea e tutto andrà a posto”. Gli elettori in Finlandia, nei Paesi Bassi e in Germania non accetteranno e francamente sento che - ho quasi cinquant’anni e sono cresciuto in un’Europa divisa tra est e ovest dal muro di Berlino e la caduta del muro è stata una cosa fantastica - adesso sento che l’Europa è divisa in nord e sud e il nuovo muro di Berlino è di fatto l’euro, e il nord e il sud dell’Europa sono irriconciliabili nell’unione economica monetaria e posso prevedere questo: gli Eurobond sono politicamente impossibili. Quando sento che il MoVimento 5 stelle crede che si debba chiedere alle persone cosa pensino posso solo dire: “Urrà! Urrà! Bene!”. I nostri politici impongono il loro volere su di voi in Italia, e su di me nel Regno Unito e altrove e guarda che disastro hanno fatto, è tempo di parlare - e andiamo al cuore delle altre domande di cui abbiamo discusso in questa intervista: la mancanza di legittimità democratica della commissione, del signor Barroso in particolare, o del sig. Van Rompuy, la precipitosa creazione degli Stati Uniti d’Europa che nessuno ha chiesto; ritengo che l’idea di indire un referendum perché gli italiani possano determinare il loro futuro è assolutamente eccezionale ed è esattamente la stessa cosa che promuoviamo da anni nel Regno Unito. Ovviamente con 28 paesi i fattori possono variare, ma ritengo che il fattore principale per quanto riguarda il voto alle elezioni europee dell’anno prossimo, sarà il giudizio degli europei sull’euro. L’euro è stato un insuccesso? È evidente che è stato un fallimento e le elezioni europee offrono una fantastica opportunità alla gente per esprimere la propria opinione. È più difficile con le elezioni nazionali, ma con le elezioni europee sapete una cosa? È come un tiro in porta, puoi divertirti, essere un po’ cattivo, puoi dire quello che davvero pensi e c’è la possibilità che possiamo dare una svolta a questo parlamento. L’anno prossimo torneremo tutti dalle elezioni europee con un numero molto significativo di quelli che io chiamo MEP (membri della comunità europea) prodemocratici, pertanto persone che non si limiteranno a seguire il metodo della comunità, dei burocrati che gestiscono tutto e le persone vogliono i referendum per decidere del loro futuro, ma penso che le elezioni europee dell’anno prossimo saranno le più significative che abbiamo mai avuto e ci offriranno l’opportunità di comprendere cose importanti e magari creeranno grandi alleanze che si formeranno tra i MEP euro-scettici prodemocratici di tutta l’Unione europea, non vedo l’ora che arrivi maggio, penso che sarà entusiasmante. Ho questa sensazione: non credo che l’ampia maggioranza di noi, indipendentemente dal paese europeo di provenienza, voglia quella bandiera, quell’inno e Van Rompuy come presidente. Credo che qui a Bruxelles abbiano stravolto la natura dell’Europa, ritengono che si tratti di una bandiera, di un inno, di una valuta, di un esercito, della polizia e pensano che creeranno una nuova identità europea. Non riusciranno. Proprio come non siamo riusciti in Iugoslavia a dare a diversi paesi una nuova identità e una nuova bandiera tenendoli insieme con il comunismo che infine è collassato, tristemente, con tanta violenza. Questo progetto non funzionerà: siamo diversi, sono stato in affari per 7 anni, avevo un’agenzia commercial a Milano e mi piace operare in Italia, ma la cultura commerciale in Italia è completamente diversa da quella di Londra e, come ho sempre affermato, non penso che noi inglesi siamo migliori degli italiani o che siamo peggiori, ma Dio mio, siamo diversi e cosa c’è di sbagliato? Vive la différence! (Viva le differenze!) Costruiamo un’Europa di popoli diversi, stati nazionali diversi, vini, formaggi diversi, divertiamoci, siamo democratici e se lo faremo, se porteremo la democrazia al livello degli stati nazionali, non ci saranno muri in Europa, avremo un blocco commerciale felice e ci libereremo di Van Rompuy e della Commissione europea e trasformeremo questo palazzo in un’Università, risparmiando ai contribuenti europei molto denaro. Chi vuole quella bandiera? Tu vuoi quella bandiera? Chi…?
07/08/2014 21:05
 
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Mario Draghi chiede di cedere la sovranità nazionale! (Fonte: studiolegalemarcomori.it - 07/08/2014)

In data odierna Mario Draghi, il Governatore della banca centrale europea, ha pronunciato una dichiarazione a dir poco surreale. Draghi, cittadino italiano e come tale soggetto al rispetto delle leggi di questa nazione, ha espressamente invitato i paesi UE a cedere la loro sovranità per le riforme strutturali.

Ora come noto l’art. 11 Cost. recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Pertanto la cessione di sovranità, al contrario della mera limitazione, e’ un fatto palesemente illecito. Ma non solo, e’ un atto ostile contro la personalità dello Stato e dunque un reato.

L’art. 243 c.p. punisce: “Chiunque tiene intelligenze con lo straniero affinché uno Stato estero muova guerra o compia atti di ostilità contro lo Stato italiano, ovvero commette altri fatti diretti allo stesso scopo, è punito con la reclusione non inferiore a dieci anni. Se la guerra segue, si applica la pena di morte; se le ostilità si verificano, si applica l’ergastolo”.

Trattasi di disposizione normativa che mira a tutelare l’interesse del mantenimento della pace e dell’esclusione, nello svolgimento delle relazioni internazionali, di interferenze da parte di soggetti non autorizzati (ad esempio Mario Draghi), conniventi con lo straniero, capaci di compromettere i rapporti e la pacifica convivenza tra i popoli.

Il verificarsi dell’evento bellico non è elemento necessariamente richiesto per la consumazione del reato in parola per il quale è sufficiente l’avvenuta intelligenza con lo straniero a tale fine o a quello di compiere anche altri atti altrimenti ostili alla nazione che è proprio ciò che interessa in questa sede.

Tenere “intelligenze” significa semplicemente stringere un accordo con lo straniero (ovvero ciò che Draghi ha chiesto di fare oggi), accordo che ai fini del reato in parola può anche essere assolutamente palese e non già occulto.

La stipula di un trattato o un qualsiasi accordo internazionale è pacificamente un atto d’intelligenza con lo straniero.
La qualificazione giuridica meno immediata è invece quella che definisce appunto il concetto di “atto ostile”.
Atti di ostilità sono tutte le azioni d’inimicizia diverse dalla guerra stessa che risultino dannose per la personalità giuridica del paese, anche qualora non coercitivi o non violenti.

L’ordinamento democratico della Repubblica Italiana si basa ovviamente sulla nostra Costituzione che all’articolo 1 attribuisce espressamente la sovranità al popolo. Tale passaggio costituisce l’essenza di una democrazia nel senso proprio del termine.
Un atto d’intelligenza con lo straniero che comporta la sottrazione della sovranità e dell’indipendenza nazionale in violazione degli artt. 1 e 11 Cost. deve necessariamente qualificarsi come atto ostile a quel bene giuridico che si può definire personalità dello Stato Italiano.

Non vi è infatti azione più ostile nei confronti di una nazione di quella diretta a cancellarne la sovranità o a menomarne l’indipendenza.
Ogni evento bellico è per sua definizione il tentativo di sottomettere un altro Stato menomandone proprio la sua sovranità e la sua indipendenza.

La cessione di sovranità dell’Italia in favore di organismi stranieri rappresenta indiscutibilmente la fine dell’Italia quale nazione libera ed indipendente, ciò è esattamente quello che accadrebbe in caso di occupazione militare del paese. Siamo in presenza di un atto oggettivamente ostile alla personalità dello Stato.
Se si parla di interessi nazionali la valutazione dovrà quindi essere esclusivamente giuridica e non di mera opportunità.

Anche se si ritenesse che la cancellazione dell’Italia come Stato possa essere atto compiuto nell’interesse del popolo italiano stesso ciò non toglierebbe la qualifica di atto ostile ad un trattato che disponga suddetta cancellazione.
Ergo il carattere ostile di un atto è in re ipsa nella cessione di sovranità compiuta in violazione di principi fondamentali della nostra costituzione indipendentemente dal fatto che si possa pensare o meno che tale cessione migliorerà la qualità della vita nel nostro paese.

Dunque un discorso come quello di Mario Draghi di cui si è già detto ove si enfatizza il disegno di cedere la sovranità nazionale in favore dell’Europa dei mercati non può lasciare francamente indifferenti.

A questo punto e’ doveroso chiedere alla Procura di Roma quali siano le loro intenzioni perché l’inerzia stavolta sarebbe davvero inaccettabile anche alla luce del fatto che Matteo Renzi (ovvero il Presidente del Consiglio) si e’ detto d’accordo nel procedere con le cessioni di sovranità.
[Modificato da marco--- 21/08/2014 21:22]
21/08/2014 21:20
 
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Chiedo la misura cautelare per Matteo Renzi e Mario Draghi, ecco il perché (Fonte: studiolegalemarcomori.it - di Marco Mori - 11/08/2014)

Il 7 agosto ho pubblicato un articolo in merito alla richiesta fatta dal Governatore di BCE, Mario Draghi, di cedere la sovranità nazionale per le riforme strutturali.

Orbene la cessione della sovranità nazionale e la lesione dell’indipendenza sono pacificamente reati che lo scrivente ormai denuncia fin dall’avvento del Governo di Mario Monti, il primo dei tre consecutivamente imposti dalla finanza e nominati da un Parlamento composto in violazione delle norme costituzionali.

Dopo una breve riflessione ho compreso che la situazione nel paese è troppo grave per non agire con ancora più forza. Ed allora non si devono più avere peli sulla lingua e le cose vanno dette per come stanno. Non c’è più nulla da perdere.

Pubblico dunque in integrale una denuncia, molto più semplice di quelle già depositate presso la Procura di Roma (ciò al fine di darne la massima diffusione mediatica), inoltrata a mezzo posta in data odierna e spedita anche agli stessi Mario Draghi e Matteo Renzi. Con tale denuncia richiedo la misura cautelare per entrambi per aver commesso gravissimi reati contro la personalità dello Stato.

Ovviamente pubblicare tale atto costituisce pacificamente diffamazione aggravata qualora i fatti da me enunciati non corrispondessero al vero e qualora contro i denunciati non si aprisse un procedimento penale e ciò ai sensi e per gli effetti di cui agli artt. 595 e 596 c.p. Orbene sfido pubblicamente Matteo Renzi e Mario Draghi a denunciarmi per quanto affermo nella missiva che allego e che riceveranno nei prossimi giorni.


Ed ecco la versione in pdf -clicca qui-

Link Alternativo: Denuncia a Matteo Renzi e Mario Draghi cessione sovranità
[Modificato da marco--- 21/08/2014 21:52]
21/08/2014 22:08
 
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