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Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale

Ultimo Aggiornamento: 13/06/2015 21:34
05/03/2012 11:47
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 3/5/2012 11:12 AM:

Concordo quasi su tutto.... la speculazione fa schizzare (apparentemente) alle stelle l'economia (nelle aree in cui la liquidità è convogliata ovviamente) e poi lascia le macerie dietro, perchè la cura alle distorsioni che crea è dura. Ciò in cui divergiamo secondo me è che io penso che la cura sia necessaria per uscirne (e il brutto è che non vedo altre vie d'uscita), tu (e non solo) no, arrivando a proporre anche il ripudio del debito creato dal benessere precedente (anche se apparente o artificiale o quel che si vuole).

Secondo me, andrebbe fatta più "prevenzione" (prima di far gonfiare bubboni enormi, andarci cauti) per il futuro, ma non credo ciò avverrà, perchè c'è di mezzo l'avidità umana.

Non riesco proprio a credere che il debito sia stato generato dal benessere, intendo quello reale, materiale, i soldi immessi nel sistema non creano ricchezza, la ricchezza è creata unicamente dal lavoro. Per il resto concordo perfettamente, sia sul fatto che eliminare le distorsioni sia estremamente difficile, ma soprattutto concordo con quanto evidenziato nel tuo post.
Con la premessa che personalmente da sempre mi schiero contro ogni forma di violenza, scusate il mio pessimismo ma non intravedo molte vie d'uscita che non transitino attraverso disordini di vario tipo, penso alla Grecia come sorta di "anteprima" di quello che accadrà in altri Stati.

Marco
05/03/2012 12:33
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
marco---, 3/5/2012 11:47 AM:

Non riesco proprio a credere che il debito sia stato generato dal benessere, intendo quello reale, materiale,



Non mi sembra di aver detto questo e se si capiva questo mi spiego meglio. I soldi immessi nel sistema sono stati un volano per l'economia nei settori in cui sono confluiti. Apparentemente ciò ha creato benessere, ma in realtà dietro l'apparente benessere c'erano forti distorsioni. Se prendiamo come esempio lampante il mercato immobiliare il quadro credo sia chiaro: apparentemente tutti erano più ricchi (il famoso fattore psicologico del sentirsi economicamente più forti se si vive in una casa che oggi vale più di ieri ad esempio), ma nella realtà ciò crea dei disagi a tutti, perchè per soddisfare un bisogno primario occorre immobilizzare ingenti risorse proprio a causa del "troppo benessere" (= troppa inflazione) che si è "creato" nel settore. Non credo occorra dire cosa sarebbe meglio in realtà [SM=g6957]


marco---, 3/5/2012 11:47 AM:



i soldi immessi nel sistema non creano ricchezza, la ricchezza è creata unicamente dal lavoro. Per il resto concordo perfettamente, sia sul fatto che eliminare le distorsioni sia estremamente difficile, ma soprattutto concordo con quanto evidenziato nel tuo post.




La vedo esattamente allo stesso modo [SM=g1750483]

marco---, 3/5/2012 11:47 AM:



Con la premessa che personalmente da sempre mi schiero contro ogni forma di violenza, scusate il mio pessimismo ma non intravedo molte vie d'uscita che non transitino attraverso disordini di vario tipo, penso alla Grecia come sorta di "anteprima" di quello che accadrà in altri Stati.

Marco




Non credo accadrà nulla di tutto ciò.

Aggiungo un elemento di discussione: l'Irlanda ed il suo popolo hanno accettato in maniera composta (senza disordini) le misure di austerità imposte dalla congiuntura economica e non molto tempo fa mi sembra di aver letto che ne stanno venendo fuori, al di là del fatto che i prezzi degli immobili continuano a scendere inesorabilmente.
[Modificato da dgambera 05/03/2012 12:34]
05/03/2012 13:50
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
dgambera, 3/5/2012 12:33 PM:

Non mi sembra di aver detto questo e se si capiva questo mi spiego meglio...

In effetti non lo hai scritto, ero indeciso se fare questa osservazione poi alla fine ho scritto, può tuttavia essere utile per chiarire meglio alcuni concetti, semplici ma non scontati, a chi ci legge. Violenza e disordini sarebbero da evitare in ogni caso, spesso, purtroppo, ci rimette chi di colpe non ne ha.

Marco
06/03/2012 15:16
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
Ciao dgambera,

Il problema è fondamentalmente di redistribuzione, non tanto come afferma la scuola austriaca di meccanismi automatici di travaso monetario.

In sostanza la scuola austriaca vede l'economia in modo meccanicistico, come se i rapporti interni alle strutture economiche e sociali non esistessero, come se ad esempio tutti i goldman sachs boys non fossero nei governi di mezzo mondo a comandare a bacchetta ma facessero parte di un'ectoplasma chiamato "mercato".

Tù dici che ne azzeccano, mi dispiace contraddirti ma in verità non ne hanno azzeccato mai una e manco per sbaglio, in compenso hanno sempre paraculato proprio quelle strutture di potere che hanno ridotto i popoli con le pezze nel sedere.

Il problema è redistributivo, parola totalmente sconosciuta alla scuola viennese, perchè quando un'intero sistema economico mondiale lavora solo per riempire le tasche di poche centinaia di plutocrati c'è un problema.

Quando un marchionne prende quanto 6.400 operai non contando le stock options, con residenza fiscale in svizzera... c'è un problema

www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=marchionne%20salario%20operai&source=web&cd=1&ved=0CCgQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ilgiornale.it%2Finterni%2Fquestanno_marchionne_100_milioni_e_troppo%2F07-01-2011%2Farticolo-id%3D497961-page%3D0-comments%3D1&ei=jxVWT5LwILGTiQfaw6zgCA&usg=AFQjCNHW5GxeCuS-7ZJfXW1Z5ZXrc-jjwg...

Quando una apple senza vendere uno straccio di computerino "vale" quanto tutto il belgio solo perchè è un'azienda paraculata dai soliti noti banksters, senza che questo abbia portato nessuna richezza in suolo americano visto che le carabattole sono made in china e tutto finisce nelle copiose tasche dei managers....

ebbene al bando gli esempi e per farla breve quando interi paesi decidono che lo scopo ultimo della loro esistenza non è la crescita e il miglioramento della popolazione ma l'arricchimento vergognoso di pochi unti dal signore tramite : delocalizzazioni, aumenti di debiti pubblici che finiscono in panza alle banche e ai loro managers, recessioni ( altro che austerità ! ) pianificate per distruggere i salari e favorire le privatizzazioni dei beni statali ....

ebbene quando interi paesi fanno una simile scelta i problemi non sono più problemi meccanicistici come la scuola di vienna vuole far credere ma sono una scelta politica costruita a tavolino per avvantaggiare i soliti noti.

per questo la scuola di vienna non vale un'emerita sega, perchè parla di "economia" dimenticando che questa è la più sociale delle scienze perchè è fatta da uomini per altri uomini come ben sapevano gli economisti CLASSICI :K.Marx, Keynes, Riccardo, Galbraith, Adam Smith, Pietro Verri, M. Weber ... insomma dei totem che hanno scritto la storia dell'occidente mica loffette insignificanti alla von mises una patacca della storia economica uscito dal cilindro di una fondazione bancaria.

ebbene quando negli ultimi 30 anni c'è stato un travaso enorme, immenso, incredibile di ricchezza dai popoli a pochi plutocrati grazie all'azione della politica, è questo il problema di fondo altro che decrescite felici e deliri viennesi.

tutto nasce da qui, la stessa globalizzazione o enti sovranazionali come l'ue, fmi, banca mondiale ... sono strumenti fatti per la felicità di questi signori, l'economia non è una teoria astratta ma ha nomi e cognomi.

Il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale, questo te lo dice la scuola di vienna ?

www.lescienze.it/news/2006/12/06/news/la_distribuzione_della_ricchezza_mondiale...

ebbene vuoi risolvere la situazione ?
Basta mettere a pecora questi signori, redistribuire le ricchezze e far funzionare la politica non per far arricchire questi parassiti sociali ma per un benessere diffuso del popolo.

e allora addio a globalizzazioni e delocalizzazioni, non c'è bisogno di delocalizzare per far felice il marchionne di turno, addio alle super speculazioni finanziarie, addio alle banche too big to fail, addio alla moneta gestita da privati e imprestata (!) ai governi...

come vedi le soluzioni ci sono, finchè non si perde tempo a guardare alle scuole viennesi o ai grillini, ai decrescionisti che preferiscono averlo moscio, agli adoratori del mago thelma ... o a chissà che cosa.

e ricorda che l'economia non sono forumulette o cretinate bocconiane, ma sei tè, sono io e tutti quelli che ci stanno intorno perchè l'economia è un fatto sociale e come tale deve essere pensato.

ciao
Mao
[Modificato da ziomaoziomao 06/03/2012 15:25]

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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
11/03/2012 18:15
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re:
ziomaoziomao, 06/03/2012 15:16:

Ciao dgambera,

Il problema è fondamentalmente di redistribuzione, non tanto come afferma la scuola austriaca di meccanismi automatici di travaso monetario.

In sostanza la scuola austriaca vede l'economia in modo meccanicistico, come se i rapporti interni alle strutture economiche e sociali non esistessero, come se ad esempio tutti i goldman sachs boys non fossero nei governi di mezzo mondo a comandare a bacchetta ma facessero parte di un'ectoplasma chiamato "mercato".

Tù dici che ne azzeccano, mi dispiace contraddirti ma in verità non ne hanno azzeccato mai una e manco per sbaglio, in compenso hanno sempre paraculato proprio quelle strutture di potere che hanno ridotto i popoli con le pezze nel sedere.

Il problema è redistributivo, parola totalmente sconosciuta alla scuola viennese, perchè quando un'intero sistema economico mondiale lavora solo per riempire le tasche di poche centinaia di plutocrati c'è un problema.

Quando un marchionne prende quanto 6.400 operai non contando le stock options, con residenza fiscale in svizzera... c'è un problema

www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=marchionne%20salario%20operai&source=web&cd=1&ved=0CCgQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.ilgiornale.it%2Finterni%2Fquestanno_marchionne_100_milioni_e_troppo%2F07-01-2011%2Farticolo-id%3D497961-page%3D0-comments%3D1&ei=jxVWT5LwILGTiQfaw6zgCA&usg=AFQjCNHW5GxeCuS-7ZJfXW1Z5ZXrc-jjwg...

Quando una apple senza vendere uno straccio di computerino "vale" quanto tutto il belgio solo perchè è un'azienda paraculata dai soliti noti banksters, senza che questo abbia portato nessuna richezza in suolo americano visto che le carabattole sono made in china e tutto finisce nelle copiose tasche dei managers....

ebbene al bando gli esempi e per farla breve quando interi paesi decidono che lo scopo ultimo della loro esistenza non è la crescita e il miglioramento della popolazione ma l'arricchimento vergognoso di pochi unti dal signore tramite : delocalizzazioni, aumenti di debiti pubblici che finiscono in panza alle banche e ai loro managers, recessioni ( altro che austerità ! ) pianificate per distruggere i salari e favorire le privatizzazioni dei beni statali ....

ebbene quando interi paesi fanno una simile scelta i problemi non sono più problemi meccanicistici come la scuola di vienna vuole far credere ma sono una scelta politica costruita a tavolino per avvantaggiare i soliti noti.

per questo la scuola di vienna non vale un'emerita sega, perchè parla di "economia" dimenticando che questa è la più sociale delle scienze perchè è fatta da uomini per altri uomini come ben sapevano gli economisti CLASSICI :K.Marx, Keynes, Riccardo, Galbraith, Adam Smith, Pietro Verri, M. Weber ... insomma dei totem che hanno scritto la storia dell'occidente mica loffette insignificanti alla von mises una patacca della storia economica uscito dal cilindro di una fondazione bancaria.

ebbene quando negli ultimi 30 anni c'è stato un travaso enorme, immenso, incredibile di ricchezza dai popoli a pochi plutocrati grazie all'azione della politica, è questo il problema di fondo altro che decrescite felici e deliri viennesi.

tutto nasce da qui, la stessa globalizzazione o enti sovranazionali come l'ue, fmi, banca mondiale ... sono strumenti fatti per la felicità di questi signori, l'economia non è una teoria astratta ma ha nomi e cognomi.

Il 2% della popolazione adulta del mondo possiede oltre la metà di tutta la ricchezza mondiale, questo te lo dice la scuola di vienna ?

www.lescienze.it/news/2006/12/06/news/la_distribuzione_della_ricchezza_mondiale...

ebbene vuoi risolvere la situazione ?
Basta mettere a pecora questi signori, redistribuire le ricchezze e far funzionare la politica non per far arricchire questi parassiti sociali ma per un benessere diffuso del popolo.

e allora addio a globalizzazioni e delocalizzazioni, non c'è bisogno di delocalizzare per far felice il marchionne di turno, addio alle super speculazioni finanziarie, addio alle banche too big to fail, addio alla moneta gestita da privati e imprestata (!) ai governi...

come vedi le soluzioni ci sono, finchè non si perde tempo a guardare alle scuole viennesi o ai grillini, ai decrescionisti che preferiscono averlo moscio, agli adoratori del mago thelma ... o a chissà che cosa.

e ricorda che l'economia non sono forumulette o cretinate bocconiane, ma sei tè, sono io e tutti quelli che ci stanno intorno perchè l'economia è un fatto sociale e come tale deve essere pensato.

ciao
Mao


Mi fa piacere vedere che c'è ancora gente che si sappia incazzare.
+1 per tutto il tuo post.

26/04/2012 13:01
 
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Hordur e la rivoluzione silenziosa

[Modificato da marco--- 05/09/2012 22:02]
09/05/2012 16:40
 
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Spagna come l'Islanda, "non paghiamo gli errori delle banche" (Fonte: it.ibtimes.com - Di David Pascucci - 09/05/2012)

Mentre la Spagna si appresta a salvare Bankia con un'iniezione di liquidità tra i 7 e i 10 miliardi di euro, gli spagnoli non vogliono salvare le banche che hanno messo in ginocchio il paese con la svalutazione degli asset immobiliari. Bankia, vittima della crisi immobiliare che sta attanagliando il paese, necessita assolutamente una ricapitalizzazione che si rivela molto costosa per lo Stato che dovrà affrontare una spesa quasi doppia a quella riservata all'istruzione e alla salute, 5 miliardi di euro contro i 7-10 stanziati per salvare Bankia. I cittadini spagnoli non vogliono pagare questo salvataggio. Su twitter, con l'hashtag #hagamoscomoislandia , si può notare il sentiment avverso nei confronti del salvataggio di Bankia, terzo istituto di credito spagnolo. "Facciamo come l'Islanda" è l'hashtag di twitter, e sembra proprio che per il 12 maggio sia prevista una manifestazione nazionale di protesta per chiedere la nascita di una vera democrazia, contro i soprusi del sistema bancario, come è successo per l'Islanda.
17/05/2012 11:42
 
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Mutui, il miracolo islandese (Fonte: tuttonews.net - 16/05/2012)

In Islanda lo Stato ha deciso di aiutare i cittadini in difficoltà pagando loro il mutuo. Ecco, la notizia che mentre ci lascia a bocca aperta, ci riempie anche di “sana” invidia, va data così: in modo diretto e senza fronzoli.

Ovviamente, non c’è nulla di divino. I miracoli, quelli veri, non avvengono mai con lo schiocco delle dita, ma si costruiscono con il tempo e la consapevolezza dei propri diritti. E uno di questi è il diritto a una vita dignitosa. Il popolo islandese ha acquisito da tempo questa consapevolezza. Perciò non ha esitato ad opporsi ai banchieri che gli volevano far pagare una crisi di cui non avevano colpa. Come? Decidendo di non pagare di tasca loro il debito estero contratto da politici e banchieri. I cittadini islandesi con questa ribellione hanno evitato di sottostare a decenni di pesantissima austerity. Davanti a tanta determinazione, il governo non poteva fare altro che stare dalla loro parte. Con grande senso di responsabilità, ha capito che il peso del mutuo sul bilancio familiare era divenuto davvero insostenibile, anche in considerazione del fatto che in Islanda la stragrande maggioranza dei mutui era stata contratta in valute straniere e, a causa della svalutazione della “Corona islandese”. E così, è stato deciso di cancellare i mutui ipotecari dei cittadini in difficoltà, un’operazione che riguarda un islandese su quattro. Per questa operazione il governo ha investito il 13% del PIL nazionale (come se il governo italiano stanziasse circa 250 miliardi di euro).

Una decisione coraggiosa, dunque, forse anche rischiosa ma che di sicuro ha pagato. Se lo stato islandese avesse scelto di pagare il debito seguendo il volere delle istituzioni sovranazionali (BCE, FMI), dell’Inghilterra e dell’Olanda, probabilmente adesso si ritroverebbe nelle stesse condizioni della Grecia. Per fortuna, invece, adottando questa misura non solo è stata salvata la casa di migliaia di famiglie, ma è stata data anche una grossa spinta alla ripresa del Paese.

Vedi anche: In Islanda lo Stato paga i mutui. E continuano le indagini sul crack (Fonte: ilcambiamento.it - 02/03/2012)
17/05/2012 11:50
 
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Re:
marco---, 17/05/2012 11.42:

Mutui, il miracolo islandese (Fonte: tuttonews.net - 16/05/2012)

... è stato deciso di cancellare i mutui ipotecari dei cittadini in difficoltà, un’operazione che riguarda un islandese su quattro. Per questa operazione il governo ha investito il 13% del PIL nazionale (come se il governo italiano stanziasse circa 250 miliardi di euro).



Qualcuno ha dato un'occhiata alla bilancia commerciale dell'Islanda?

17/05/2012 12:29
 
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Re: Re:
Loziodigekko, 5/17/2012 11:50 AM:

Qualcuno ha dato un'occhiata alla bilancia commerciale dell'Islanda?

Io ho voluto sottolineare come sia ingiusto che i debiti creati da pochi soggetti si scarichino sull'intera popolazione, per questo mi sento di condividere la loro scelta, il fatto che di poco più di 300 mila persone in una sperduta isola del nord Europa non disponga di grandi risorse naturali è un dato di fatto, tuttavia la loro situazione è migliorata. Il fatto che in questo periodo anche gli Islandesi accusino difficoltà non mi meraviglia, penso alla Grecia "tutelata" dall'Euro, questo è il primo paese a ritrovarsi in forte difficoltà, sarà l'ultimo?
L’Islanda e il dollaro canadese (Fonte: ilpost.it - 10/03/2012)

...Tuttavia, l’Islanda ha saputo reagire nella crisi anche per aver avuto una valuta tutta sua. Deprezzando la króna, l’Islanda è riuscita ad aumentare le esportazioni: dal deficit della bilancia commerciale del 28 per cento del PIL nel 2008, l’Islanda è passata a un surplus del 3 per cento. L’economia nel 2011 ha ripreso a crescere e la disoccupazione a calare (ora è al 6,5 per cento). Il problema è che la valuta da allora non è più stabile come un tempo e l’inflazione è da anni molto alta (ora è scesa al 5 per cento). Secondo alcuni economisti, in queste condizioni, sarebbe conveniente entrare a far parte di una moneta comune. È per questo che il governo islandese spinge per adottare l’euro, per cui i negoziati sono già in corso da tempo ma dovranno essere ratificati in futuro, in ogni caso, da un referendum.
Secondo Gunnlaugsson e gli altri, invece, la futura valuta comune dell’Islanda non deve essere l’euro, ma il dollaro canadese, perché l’eurozona ha un debito troppo alto e attraversa una grande crisi economica e politica...
[Modificato da marco--- 17/05/2012 12:30]
17/05/2012 12:39
 
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posso fare il guastafeste ?
Le bufale sulla rivoluzione islandese nascono in Italia

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Complottismo? No, Grazie!!!
17/05/2012 12:58
 
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Re: posso fare il guastafeste ?
labottegadelfuturo, 17/05/2012 12.39:




L'utilita' dei guastafeste e' notoriamente sottostimata. [SM=g1750483]

Quello che intendevo e' che si sono attribuiti la soluzione del default dell'Islanda e la sua "rivoluzione" a meriti del popolo islandese a mio avviso inesistenti.

Il paese e' composto da 300 mila anime.

Le importazioni ammontano a 4,5 miliardi di dollari (*).
Le esportazioni ammontano a 5,3 miliardi di dollari, al 70% costituite dal settore primario (40% pesce e crostacei e al 30% alluminio).

Direi che con un avanzo di 800 milioni di dollari per 300 mila anime prodotto da circa il 5% della popolazione (che equivarrebbe per la Grecia a 32 miliardi) non e' poi così difficile fare programmi sociali e tappare buchi.

Faccio notare che secondo Wikipedia le entrate statali per il 2011 ammontano a $6.011 milioni, cifra che tolte le spese pari a $6.862 milioni fa "casualmente" proprio gli 800 milioni di differenza dell'import/export.

Altro che "sconfitta del malvagio sistema mondiale" ad opera di un popolo consapevole.

Questi devono ringraziare il fatto di avere il c__o seduto su un tesoro naturale (come tra l'altro, anche se in misura minore, l'Argentina).


(*) en.wikipedia.org/wiki/Economy_of_Iceland

[Modificato da Loziodigekko 17/05/2012 13:54]
17/05/2012 16:00
 
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Re: posso fare il guastafeste ?
labottegadelfuturo, 5/17/2012 12:39 PM:


Nell'articolo che hai proposto si legge:

...I cittadini islandesi in realtà si sono opposti "solo" al rimborso dei debiti della banca (privata) Icesave nei confronti dei clienti esteri, principalmente olandesi e britannici. Il ragionamento sottostante a questo rifiuto è che quegli investitori sapevano di rischiare, visto che erano loro offerti interessi stellari, e che se proprio qualcuno li deve rimborsare tocca ai rispettivi governi...

Beh, mi sembra piuttosto di parte come visione, l'uso del termine "solo" nei confronti del debito estero, inclusi 8 miliardi di dollari nei confronti di UK e Olanda è quantomeno riduttivo se si considera che il PIL islandese si aggira attorno ai 12 miliardi di dollari (link) e dunque, come si legge nell'articolo che segue, la scelta del presidente islandese fu quella di non addebitare il costo di quella speculazione ai contribuenti che, diversamente, sarebbero stati vessati per anni da ingiuste tasse.

Al di là delle errate ricostruzioni che riguardarono l'Islanda i fatti, comunque, restano, nel riportarli di seguito sottolineo ancora una volta il messaggio:

La risposta islandese alle speculazioni è stata un secco "NO, non pago"

E dunque, ancora una volta, è dimostrato che "la verità sta nel mezzo". Spesso il buonsenso dà questo suggerimento.


Could Iceland be a model for debt-ridden Europe? (Fonte: news.bbc.co.uk - di Justin Rowlatt - 30/07/2011)

Nearly three years after the Icelandic economy imploded, the country appears to be recovering, and some believe its approach may offer a possible solution to Europe's debt problems.

Iceland does not seem like a country in the grip of a crisis.
On my first day the sun was shining brightly and out in Reykjavik's main shopping area the shops and boutiques, the cafes and restaurants were busy. Indeed, Reykjavik seemed pretty much like any other prosperous northern European city.
Yet Iceland was hit hardest by the credit crunch in 2008. Its current recovery is why Iceland is being held up as the model for an alternative way to deal with the debt that plagues so many economies.
That is because when Iceland's banks went spectacularly bust, instead of pouring in billions of taxpayers' money to shore them up, Iceland just closed them down.
Their debts were so huge that, in truth, the country had little choice. Nevertheless, it was a radical strategy. Iceland effectively said "stuff you" to the banks' creditors.
Foreign debts were written off - including $8bn (£4.9bn) of deposits from savers in the UK and Holland. "Bankrupting your way to recovery," it has been called.

Iceland's president is certainly convinced the strategy is working. Olafur Ragnar Grimsson reels off a series of impressive economic statistics when I meet him in his stark mansion on a forbidding spit of land jutting out into the bay outside Reykjavik.
He tells me how the economy is now growing faster than that of most other European countries and with a lower public sector deficit. Unemployment is falling and Iceland has just raised a billion dollars at favourable rates on the international market.
But Iceland's approach is about much more than just getting its banking sector in order, the president tells me. It is also about affirming the will of the people over the financial institutions.
"In Europe there is a conflict between the democratic will of the people and the interests of the financial markets," he tells me earnestly, leaning forward over his antique desk.
He believes if Europe is not about democracy then the European project means nothing.
Iceland ignored the dire warnings of disaster from the ratings agencies and other institutions, says the Icelandic president, and the country is doing OK.
The implication is clear - other countries should follow the Icelandic example.
But Iceland had a key weapon in its armoury that is not open to the indebted eurozone nations - Iceland had its own currency, the krona. And, when the banks collapsed, the krona did too.
That is a key reason why Reykjavik is now so busy. Prices have effectively halved for most tourists. From being one of the most expensive cities on earth, Reykjavik has become, well, just a bit pricey.
But, as Gunnar, the taxi driver who drove me back from the presidential mansion explained, the collapse in the krona has cost many Icelanders dear.
Virtually everything here is imported and when the currency devalued, prices for everything from cars, to building materials, to food, soared. And at the same time wages fell.
It has been a very painful squeeze, Gunnar says, made considerably worse by the fact that during the boom years many Icelanders were encouraged to take loans in foreign currencies and now they have doubled - sometimes even tripled - in value too.
"I'll never pay my loans back," Gunnar tells me. "Better just to walk away from it - let them have my house."

Debt trap

Gunnar seems resigned to the loss but he is just one of thousands of Icelanders in a similar situation. In a modest office on the outskirts of Reykjavik I met another of them, Guomundur Andri Skulason.
Guomundur Andri Skulason
Mr Skulason believes Iceland's financial problems are far from over
He is much less sanguine than Gunnar. He set up an Association of Debtors to fight for debtors' rights.
Mr Skulason quotes central bank figures showing that 25,000 households are in arrears on their debts - that is nearly a quarter of all households in Iceland. Last March the minister of finance put the figure at more like 40% of households, he tells me.
Mortgages and other loans are a huge part of the assets of the new banks that Iceland formed out of the wreckage of the old.
Mr Skulason believes that when the Icelandic people realise that they can never pay off their debts they will - like Gunnar - just walk away from them. Then the real reckoning will come.
"Don't believe that Iceland has escaped its problems," he says. "This country and its banks are still bankrupt."
Back in town I wander up a windswept hill in the centre of Reykjavik to look at the magnificent statue of Ingolfur Arnarson, Iceland's first settler. He stands tall in full Viking regalia up against the prow of his longship, a huge sword by his side.
Once he would have had a clear view away over the fierce waters of the north Atlantic, out towards the coast of Greenland. Not any more.
The mighty Viking now stares down upon a square black fortress of an office block. This ugly building houses the Icelandic central bank.
It seems that, despite Iceland's best efforts, there is no easy way to escape the debt trap. Ingolfur's Viking vigil over the central bank is, I reflect, perhaps more appropriate than it first seems.
[Modificato da marco--- 17/05/2012 16:52]
17/05/2012 16:16
 
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Re: Re: posso fare il guastafeste ?
marco---, 5/17/2012 4:00 PM:

Nell'articolo che hai proposto si legge:

...I cittadini islandesi in realtà si sono opposti "solo" al rimborso dei debiti della banca (privata) Icesave nei confronti dei clienti esteri, principalmente olandesi e britannici. Il ragionamento sottostante a questo rifiuto è che quegli investitori sapevano di rischiare, visto che erano loro offerti interessi stellari, e che se proprio qualcuno li deve rimborsare tocca ai rispettivi governi...

Beh, mi sembra piuttosto di parte come visione, l'uso del termine "solo" nei confronti del debito estero, inclusi 8 miliardi di dollari nei confronti di UK e Olanda è quantomeno riduttivo se si considera che il PIL islandese si aggira attorno ai 12 miliardi di dollari (link) e dunque, come si legge nell'articolo che segue, la scelta del presidente islandese fu quella di non addebitare il costo di quella speculazione ai contribuenti che, diversamente, sarebbero stati vessati per anni da ingiuste tasse.

Al di là delle errate ricostruzioni che riguardarono l'Islanda i fatti, comunque, restano, nel riportarli di seguito sottolineo ancora una volta il messaggio:

La risposta islandese alle speculazioni è stata un secco "NO, non pago"

E dunque, ancora una volta, è dimostrato che "la verità sta nel mezzo". Spesso il buonsenso dà questo suggerimento.


Could Iceland be a model for debt-ridden Europe? (Fonte: news.bbc.co.uk - di Justin Rowlatt - 30/07/2011)

Nearly three years after the Icelandic economy imploded, the country appears to be recovering, and some believe its approach may offer a possible solution to Europe's debt problems.

Iceland does not seem like a country in the grip of a crisis.
On my first day the sun was shining brightly and out in Reykjavik's main shopping area the shops and boutiques, the cafes and restaurants were busy. Indeed, Reykjavik seemed pretty much like any other prosperous northern European city.
Yet Iceland was hit hardest by the credit crunch in 2008. Its current recovery is why Iceland is being held up as the model for an alternative way to deal with the debt that plagues so many economies.
That is because when Iceland's banks went spectacularly bust, instead of pouring in billions of taxpayers' money to shore them up, Iceland just closed them down.
Their debts were so huge that, in truth, the country had little choice. Nevertheless, it was a radical strategy. Iceland effectively said "stuff you" to the banks' creditors.
Foreign debts were written off - including $8bn (£4.9bn) of deposits from savers in the UK and Holland. "Bankrupting your way to recovery," it has been called.

Iceland's president is certainly convinced the strategy is working. Olafur Ragnar Grimsson reels off a series of impressive economic statistics when I meet him in his stark mansion on a forbidding spit of land jutting out into the bay outside Reykjavik.
He tells me how the economy is now growing faster than that of most other European countries and with a lower public sector deficit. Unemployment is falling and Iceland has just raised a billion dollars at favourable rates on the international market.
But Iceland's approach is about much more than just getting its banking sector in order, the president tells me. It is also about affirming the will of the people over the financial institutions.
"In Europe there is a conflict between the democratic will of the people and the interests of the financial markets," he tells me earnestly, leaning forward over his antique desk.
He believes if Europe is not about democracy then the European project means nothing.
Iceland ignored the dire warnings of disaster from the ratings agencies and other institutions, says the Icelandic president, and the country is doing OK.
The implication is clear - other countries should follow the Icelandic example.
But Iceland had a key weapon in its armoury that is not open to the indebted eurozone nations - Iceland had its own currency, the krona. And, when the banks collapsed, the krona did too.
That is a key reason why Reykjavik is now so busy. Prices have effectively halved for most tourists. From being one of the most expensive cities on earth, Reykjavik has become, well, just a bit pricey.
But, as Gunnar, the taxi driver who drove me back from the presidential mansion explained, the collapse in the krona has cost many Icelanders dear.
Virtually everything here is imported and when the currency devalued, prices for everything from cars, to building materials, to food, soared. And at the same time wages fell.
It has been a very painful squeeze, Gunnar says, made considerably worse by the fact that during the boom years many Icelanders were encouraged to take loans in foreign currencies and now they have doubled - sometimes even tripled - in value too.
"I'll never pay my loans back," Gunnar tells me. "Better just to walk away from it - let them have my house."

Debt trap

Gunnar seems resigned to the loss but he is just one of thousands of Icelanders in a similar situation. In a modest office on the outskirts of Reykjavik I met another of them, Guomundur Andri Skulason.
Guomundur Andri Skulason
Mr Skulason believes Iceland's financial problems are far from over
He is much less sanguine than Gunnar. He set up an Association of Debtors to fight for debtors' rights.
Mr Skulason quotes central bank figures showing that 25,000 households are in arrears on their debts - that is nearly a quarter of all households in Iceland. Last March the minister of finance put the figure at more like 40% of households, he tells me.
Mortgages and other loans are a huge part of the assets of the new banks that Iceland formed out of the wreckage of the old.
Mr Skulason believes that when the Icelandic people realise that they can never pay off their debts they will - like Gunnar - just walk away from them. Then the real reckoning will come.
"Don't believe that Iceland has escaped its problems," he says. "This country and its banks are still bankrupt."
Back in town I wander up a windswept hill in the centre of Reykjavik to look at the magnificent statue of Ingolfur Arnarson, Iceland's first settler. He stands tall in full Viking regalia up against the prow of his longship, a huge sword by his side.
Once he would have had a clear view away over the fierce waters of the north Atlantic, out towards the coast of Greenland. Not any more.
The mighty Viking now stares down upon a square black fortress of an office block. This ugly building houses the Icelandic central bank.
It seems that, despite Iceland's best efforts, there is no easy way to escape the debt trap. Ingolfur's Viking vigil over the central bank is, I reflect, perhaps more appropriate than it first seems.




credo che il "solo" si riferisse al fatto che la leggenda metropolitana dice che gli islandesi hanno ripudiato il debito pubblico, mentre in realtà hanno ripudiato i debiti contratti da una banca in fallimento
17/05/2012 16:32
 
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Re: Re: Re: posso fare il guastafeste ?
dgambera, 5/17/2012 4:16 PM:

credo che il "solo" si riferisse al fatto che la leggenda metropolitana dice che gli islandesi hanno ripudiato il debito pubblico, mentre in realtà hanno ripudiato i debiti contratti da una banca in fallimento

Che comunque avrebbe dovuto pagare la popolazione.
17/05/2012 16:43
 
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Re: Re: Re: Re: posso fare il guastafeste ?
marco---, 5/17/2012 4:32 PM:

Che comunque avrebbe dovuto pagare la popolazione.




mi sfugge il perchè di questo supposto automatismo... il fallimento di LB e di tante altre banche in US lo hanno pagato correntisti ed investitori.... non mi sembra sia scritto da nessuna parte che quando fallisce una banca, allora lo Stato sia prestatore di ultima istanza o cavaliere bianco...
17/05/2012 16:50
 
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Re: Re: Re: Re: Re: posso fare il guastafeste ?
dgambera, 5/17/2012 4:43 PM:

mi sfugge il perchè di questo supposto automatismo... il fallimento di LB e di tante altre banche in US lo hanno pagato correntisti ed investitori.... non mi sembra sia scritto da nessuna parte che quando fallisce una banca, allora lo Stato sia prestatore di ultima istanza o cavaliere bianco...

Forse perché non sono fallite come invece è stato per LB, ma potrei aver scritto una sciocchezza, ho preso per buona questa asserzione sebbene ne ignori, per mia palese ignoranza, i meccanismi sottostanti.
[Modificato da marco--- 17/05/2012 16:51]
17/05/2012 17:59
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: posso fare il guastafeste ?
marco---, 5/17/2012 4:50 PM:

Forse perché non sono fallite come invece è stato per LB, ma potrei aver scritto una sciocchezza, ho preso per buona questa asserzione sebbene ne ignori, per mia palese ignoranza, i meccanismi sottostanti.




anche io... è per questo che ho detto "mi sfugge il perchè dell'automatismo" [SM=g6963]

Ma poi la Icesave non è fallita come LB?


La bolla immobiliare americana, il successivo fallimento di Lehman Brothers provocarono ripercussioni economiche a livello mondiale.

...

L'Islanda, che aveva ricevuto il sostegno finanziario del Fondo Monetario Internazionale (FMI), di stati europei e degli USA, rifiutò però la restituzione di quattro miliardi ai risparmiatori inglesi e olandesi colpiti dal fallimento della banca Icesave



Come al solito il mondo dell'informazione fa acqua da tutte le parti.... Internet è un mezzo potentissimo per diffondere informazioni, ma lo è altrettanto per diffondere bufale o false verità .... non sto dicendo che sia questo il caso (ancora non è chiaro cosa sia realmente accaduto), ma voglio dire che sarebbe abbastanza facile diffondere notizie infondate e farle diventare verità.... in fondo noi ne sappiamo qualcosa riguardo i miti del mattone
17/05/2012 20:32
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: posso fare il guastafeste ?
dgambera, 5/17/2012 5:59 PM:

...Come al solito il mondo dell'informazione fa acqua da tutte le parti.... Internet è un mezzo potentissimo per diffondere informazioni, ma lo è altrettanto per diffondere bufale o false verità .... non sto dicendo che sia questo il caso (ancora non è chiaro cosa sia realmente accaduto), ma voglio dire che sarebbe abbastanza facile diffondere notizie infondate e farle diventare verità.... in fondo noi ne sappiamo qualcosa riguardo i miti del mattone

Concordo perfettamente [SM=g1750826] in rete è facile sia informarsi che disinformarsi, questa breve discussione di oggi è stata particolarmente proficua, sicuramente, insieme, abbiamo fatto un buon passo in avanti nella direzione della chiarimento della questione islandese.
02/09/2012 21:39
 
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28/04/2013 09:47
 
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L'Islanda dimentica la crisi del 2008 (Fonte: lettera43.it - di Giovanna Faggionato - 26/04/2013)

Hanno rilanciato il Paese. E fermato la disoccupazione. Ma i socialdemocratici crollano nei sondaggi per colpa dell'Ue. L'Isola alla prova del voto: in vantaggio l'opposizione.

...Il 58% degli islandesi è contrario all'ingresso nell'Ue

Il caso di Cipro, isola lontana dal baricentro dell'Ue come l'Islanda, è stata solo l'ultima goccia. Nell'ultimo sondaggio effettuato da Gallup, il 18 aprile, i due partiti anti-europeisti, il Progressive party e il Partito per l'Indipendenza, sono dati rispettivamente al 27% e al 24%. I socialdemocratici si fermano al 15%. E i verdi, loro alleati, al 9%. All'inizio del mandato socialdemocratico solo il 38% degli islandesi era contrario all'ingresso in Europa. Oggi i contrari solo saliti al 58,5% e i favorevoli sono solo il 25%. LA SINISTRA? SOLO RADICALE. La crisi ha portato voti alla destra, mentre a sinistra i favori sono finiti ai partiti più radicali. Il Pirate party è dato all'8%, come il Bright future party (letteralmente il Partito del futuro luminoso), fondato da Jón Gnarr, il comico diventato sindaco di Reykjavík.
Il centrosinistra, invece, nonostante i risultati ottenuti, è stato soffocato dall'abbraccio mortale dell'Ue. Sono le alchimie della politica, difficili da comprendere, ma diffuse a ogni temperatura.
[Modificato da marco--- 28/04/2013 09:48]
28/04/2013 09:47
 
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Islanda, vince l'opposizione anti-Ue. Crollo del centrosinistra, sotto il 25% (Fonte: repubblica.it - 28/04/2013)

Il centrodestra islandese vince le elezioni e torna al governo dopo cinque anni di guida socialdemocratica. Il partito dell'Indipendenza (destra) e quello del Progresso (centro) otterrebbero 37 dei 63 seggi.

REYKJAVIK - L'opposizione di centrodestra, contraria all'adesione all'Ue, ha vinto le elezioni in Islanda: lo spoglio conferma sostanzialmente i dati delle prime proiezioni che vedono i Verdi e i Socialdemocratici nettamente sconfitti dopo 5 anni di governo...
13/06/2015 21:31
 
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Ringraziando fede49 per questa segnalazione.

Islanda ha lasciato fallire le banche: ora ha un Pil sopra i livelli pre crisi (Fonte: wallstreetitalia.com - 13/06/2015)

Banchieri e responsabili del caos finanziario del 2008 sono finiti in manette. Controlli capitale e ripresa "senza compromettere il welfare":

NEW YORK (WSI) - L'Islanda è diventato il primo paese europeo coinvolto nel caos finanziario del 2008 a registrare un Pil superiore ai livelli pre crisi.

Il paese ha adottato un approccio totalmente differente dagli altri.
Mentre il governo britannico ha nazionalizzato Lloyd e RBS con i soldi dei contribuenti e mentre gli Stati Uniti hanno comprato quote azionarie nelle banche di Wall Street ritenute 'too big to fail', Reykjavik ha lasciato che gli istituti di credito fallissero e ha messo in prigione i banchieri e gli altri responsabili della crisi.

Il procuratore capo Olafur Hauksson disse all'epoca dei fatti: "È pericoloso che ci sia qualcuno troppo importante per essere indagato e condannato - dà la sensazione di vivere in un porto sicuro".

Le autorità islandesi hanno inoltre imposto controlli di capitale per ridurre la libertà di azione della gente comune, da quel momento impossibilitata a disporre a piacimento dei propri soldi, una misura che i critici all'epoca hanno denunciato come una violazione dell'economia del libero mercato.

Il piano islandese ha funzionato. Eccome. Come si vede bene dai grafici in allegato, il paese ha subito un brutto colpo economico e finanziario, ma non particolarmente più pesante di quello accusato anche dagli altri paesi travolti dalla crisi.

I debiti stanno diventando sempre più gestibili e il Fondo Monetario Internazionale ha dichiarato che l'Islanda è riuscita a registrare una ripresa "senza compromettere il suo modello di welfare".

I livelli di disoccupazione non si discostano molto da quelli dei paesi che si sono rimessi in sesto meglio in questo frangente, come gli Stati Uniti, la prima potenza economica al mondo.
[ARTICLIMAGE]
Anziché tenere alto il valore della corona con metodi artificiali, il paese ha scelto di "accettare l'inflazione". Ciò ha spinto chiaramente in rialzo i prezzi domestici ma ha aiutato l'andamento delle esportazioni all'estero, al contrario di quanto avvenuto in tanti paesi dell'Eurozona, come l'Italia, che hanno dovuto combattere lo spettro della deflazione o comunque prezzi che hanno continuato a scendere su base annuale.

Con la riduzione progressiva dei controlli di capitale, il paese continua a fare progressi e ora con un Pil sopra i livelli pre crisi può dirsi uscito dalla crisi. "Oggi abbiamo raggiunto una pietra miliare che ci rende molto felici", ha detto al Guardian il ministro delle Finanze Njarni Benediktsson nell'annunciare una tassa del 39% sugli asset che vengono prelevati dai conti bancari degli istituti falliti.

Fonte: The Independent


[Modificato da marco--- 13/06/2015 21:34]
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