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Uscire dall'Euro si deve, oggi!

Ultimo Aggiornamento: 08/08/2014 17:06
27/11/2012 09:32
 
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Uscendo dall’euro, svalutazione e altri vantaggi. Si può fare!
Uscendo dall’euro, svalutazione e altri vantaggi. Si può fare! (Fonte: pensareliberi.com - di Marco Cutolo - 12/05/2012)

Propongo ai lettori un resoconto pratico dello scenario di un’eventuale uscita dall’euro.

Una mia riflessione personale: molti esperti in economia disegnano grafici allarmanti nel caso un paese dovesse rinuciare all’euro e adottare una nuova moneta sovrana. Finita la fase dello spauracchio inizia prontamente l’arringa in difesa dell’euro e della sua stabilità (???). Non sono un economista, sono un medico, ma credo di avere gli strumenti per intercettare da solo le gravi incongruenze che ruotano intorno alla moneta unica europea, nonché le imbarazzanti contraddizioni dei suoi difensori.

La mia impressione è che tutte le analisi matematiche, economiche e finanziarie che gli esperti ci propinano, riguardino i settori delle grandi multinazionali e dei grandi sistemi di speculazione finanziaria. Non è forse il caso di misurare gli effetti sull’uomo dell’abbandono dell’euro? Non è il caso che la triste scienza (così viene definita l’economia) inizi ad applicare le sue teorie sul popolo e sulle famiglie?

Uscire dall’euro e adottare una nuova moneta sovrana? Si può, i conti a me tornano e a quanto pare non sono l’unico.

Buona lettura – Marco Cutolo pensareliberi.com

Da http://www.enricoberlinguer.it/qualcosadisinistra/2012/03/27/uscendo-dalleuro-la-svalutazione-uccidera-la-nostra-economia-non-e-cosi/

L’istituto finanziario Nomura, in un suo report pubblicato a fine 2011, ha analizzato le ricadute in materia di svalutazione ove vi fosse un crollo dell’euro ed un ritorno alle monete nazionali sovrane per i 17 dell’Eurozona. Sull’eventuale crollo dell’Euro si espresse anche il Ministro delle Finanze francese per gli Affari Europei, Jean Leonetti, il quale parlò proprio di una possibile esplosione dell’euro e disfacimento dell’Unione Europea.

Pubblicato su “Il Sole 24 Ore”, il report di Nomura riporta che la svalutazione più pesante ricadrebbe sulla nuova Dracma greca che si vedrebbe svalutata del 57,6%. Invece, per quanto concerne il Portogallo, la svalutazione si assesterebbe ad una percentuale pari al 47,2%, l’equivalente di 0,71 $. Per la Peseta spagnola, piazzata al 3° posto per ricadute svalutative, si verificherebbe una svalutazione pari al 35,5%. L’Irlanda, infine, si troverà con il 28,6% della sua moneta svalutata. Chi ne rimarrebbe svantaggiata è (guarda caso) la Germania.

E l’italia? Per quanto riguarda noi, l’istituto Nomura ha calcolato che la nuova Lira subirebbe una svalutazione del 27,3% portandosi ad un tasso di cambio con il dollaro pari a 0,97. Tale tasso di cambio è lo stesso che avemmo dal 2002 al 2003 circa, quando vi era un tasso di cambio di circa 1€ per un 1$.

Con questo gli slogan dei catastrofisti della svalutazione e del disastro economico degno da Zimbabwe, sono clamorosamente smentiti dai fatti (e non da chiacchiere).

C’è da dire che una svalutazione monetaria comporterebbe un boom dell’export italiano, che all’estero è molto richiesto (almeno fino all’entrata dell’euro il nostro export faceva paura ai tedeschi), con conseguente aumento di entrate in valuta estera con la quale pagare le importazioni dall’estero.
A tal proposito riporto un’esternazione dell’economista Bill Mitchell, docente al Centre for Full Employment and Equity alla University of Newcastle, Australia:

“La Germania insistette nell’inclusione delle sprecone Italia e Spagna nei 17 paesi dell’Eurozona per impedirgli di mantenere Lira e Pesetas, che Roma e Madrid avrebbero potuto svalutare competitivamente fregando il mercato metalmeccanico tedesco.”

Per aprire una piccola parentesi, l’Arabia Saudita (petrolio) e la Russia (gas), ma anche altri paesi fornitori di risorse energetiche e non solo, hanno già dichiarato che desiderano sempre meno pagamenti in euro.

Con un programma di Full Employment (Piena Occupazione), come la scuola di economia della Modern Money Theory propone, il nostro paese vedrebbe aumentare la sua produzione di beni e servizi, il che (avendo anche una moneta competitiva che potremmo tornare a svalutare responsabilmente e competitivamente) farebbe aumentare le nostre esportazioni e gli investimenti stranieri con conseguente aumento di entrate in valuta estera con la quale poter finanziare le nostre importazioni di risorse energetiche. I prezzi dei beni prodotti e consumati all’interno dell’Italia saranno prezzati in Lire così come i nostri redditi che saranno sostenuti attuando una politica economica di MMT: cioè di Piena Occupazione, Pieno Welfare State, Pieni Servizi e quindi Piena Democrazia. Quindi la svalutazione non si scaricherà su ogni bene in circolazione, in quanto solo una parte di essi viene dall’estero, quindi importata.

Tornare alla Lira significherebbe poter tornare ad avere una moneta sovrana, una moneta Fiat (cioè di proprietà dello Stato che la emette, con un tasso di cambio flessibile e non convertibile) che ci permetterebbe di tornare ad essere sovrani nella gestione della nostra economia e delle nostre politiche economiche, che oggi vengono gestite dalla UE che, con le sue politiche deflazionistiche e neoliberiste, sta portando al massacro milioni di persone. Con la nuova Lira sovrana potremmo realmente attuare, con gli strumenti economici della Modern Money Theory, una nuova rinascita del lavoro e della dignità del lavoro, dell’industria, dello Stato Sociale e del futuro del nostro paese e dei nostri figli.
[Modificato da marco--- 27/11/2012 09:55]
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