«brutto segnale»

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stelafe
00giovedì 4 settembre 2008 15:34
«Basta con gli aumenti, così si crea povertà»
Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica in Cattolica, vede un «brutto segnale» nell'analisi sul mercato immobiliare
«Nuovi aumenti sui prezzi delle case sarebbero un problema. Negli altri Paesi sono stati introdotti meccanismi di correzione al ribasso mentre noi, al più, ci stiamo fermando ». Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica e prorettore della Cattolica, vede un «brutto segnale» nell'analisi delle quotazioni immobiliari. Rischio povertà? «Già le famiglie sono indebitate, soffrono i rincari dei beni di prima necessità. Ecco, finiranno per comprimere le altre spese».
In compenso i valori medi delle abitazioni si sono fermati o sono in calo.
«Senta: il dato su cui bisogna riflettere è quello che gli americani chiamano affordability index: la misura di quanto un lavoratore medio possa permettersi l'acquisto di una casa».
Ragioniamoci.
«Secondo l'ultima indagine della Banca d'Italia servono dodici anni per comprare un immobile di cento metri quadrati. Nel 1995 ne bastavano otto».
Quindi l'indice è negativo, giusto?
«Purtroppo sì. Si registra un forte e serio squilibrio fra i prezzi dei beni immobili e i redditi da lavoro dipendente, che ristagnano. Se il mattone può ancora crescere, mentre crolla dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, ecco, non è una buona notizia».
Ci siamo già passati, però: un ciclo analogo si verificò nella prima metà degli anni Novanta.
«Era una situazione molto diversa. Allora l'impennata fu bilanciata e corretta dall'aumento dell'inflazione. Al netto, e a poco a poco, i prezzi delle case tornarono su valori ragionevoli. È a partire dal 2001-2002 che il mercato ha iniziato a galoppare».
Il risultato?
«Lo ripeto. I redditi sono ormai sproporzionati rispetto ai costi di mercato e i margini di "aggiustamento" sono esigui. Le dico un'altra cosa, però...».
Prego.
«Se solo il 10 per cento dei proprietari volesse vendere le abitazioni per avere liquidità, allora i prezzi crollerebbero davvero».
Perché non ci sono acquirenti?
«Esatto. Quella ricchezza immobiliare, in realtà, non è più liquida. Il mercato verrebbe completamente destabilizzato».
A. St.
03 settembre 2008


www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/09_Settembre/03/intervista_campiglio_rischio_povert%C3%...


Prof. Luigi Campiglio ....
La sua attività di ricerca ha riguardato temi teorici e applicati dell’economia; in particolare la distribuzione del reddito, lo Stato sociale, l’economia della famiglia, l’inflazione e la misurazione dei prezzi, l’incertezza nelle decisioni economiche, il rapporto fra economia e sistema politico.

www3.unicatt.it/pls/unicatt/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=176&id_...
ocy2001
00giovedì 4 settembre 2008 19:02
Re:
stelafe, 04/09/2008 15.34:

«Basta con gli aumenti, così si crea povertà»
Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica in Cattolica, vede un «brutto segnale» nell'analisi sul mercato immobiliare
«Nuovi aumenti sui prezzi delle case sarebbero un problema. Negli altri Paesi sono stati introdotti meccanismi di correzione al ribasso mentre noi, al più, ci stiamo fermando ». Luigi Campiglio, ordinario di Politica economica e prorettore della Cattolica, vede un «brutto segnale» nell'analisi delle quotazioni immobiliari. Rischio povertà? «Già le famiglie sono indebitate, soffrono i rincari dei beni di prima necessità. Ecco, finiranno per comprimere le altre spese».
In compenso i valori medi delle abitazioni si sono fermati o sono in calo.
«Senta: il dato su cui bisogna riflettere è quello che gli americani chiamano affordability index: la misura di quanto un lavoratore medio possa permettersi l'acquisto di una casa».
Ragioniamoci.
«Secondo l'ultima indagine della Banca d'Italia servono dodici anni per comprare un immobile di cento metri quadrati. Nel 1995 ne bastavano otto».
Quindi l'indice è negativo, giusto?
«Purtroppo sì. Si registra un forte e serio squilibrio fra i prezzi dei beni immobili e i redditi da lavoro dipendente, che ristagnano. Se il mattone può ancora crescere, mentre crolla dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, ecco, non è una buona notizia».
Ci siamo già passati, però: un ciclo analogo si verificò nella prima metà degli anni Novanta.
«Era una situazione molto diversa. Allora l'impennata fu bilanciata e corretta dall'aumento dell'inflazione. Al netto, e a poco a poco, i prezzi delle case tornarono su valori ragionevoli. È a partire dal 2001-2002 che il mercato ha iniziato a galoppare».
Il risultato?
«Lo ripeto. I redditi sono ormai sproporzionati rispetto ai costi di mercato e i margini di "aggiustamento" sono esigui. Le dico un'altra cosa, però...».
Prego.
«Se solo il 10 per cento dei proprietari volesse vendere le abitazioni per avere liquidità, allora i prezzi crollerebbero davvero».
Perché non ci sono acquirenti?
«Esatto. Quella ricchezza immobiliare, in realtà, non è più liquida. Il mercato verrebbe completamente destabilizzato».
A. St.
03 settembre 2008


www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/09_Settembre/03/intervista_campiglio_rischio_povert%C3%...


Prof. Luigi Campiglio ....
La sua attività di ricerca ha riguardato temi teorici e applicati dell’economia; in particolare la distribuzione del reddito, lo Stato sociale, l’economia della famiglia, l’inflazione e la misurazione dei prezzi, l’incertezza nelle decisioni economiche, il rapporto fra economia e sistema politico.

www3.unicatt.it/pls/unicatt/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=176&id_...



Bè, mi pare che abbia corretto il tiro rspetto all'altro articolo di qualche giorno fa in cui si diceva che un ribasso dei prezzi avrebbe inciso negativamente sui bilanci di coloro che si erano indebitati per comprare casa. E che ne sarebbero stati amareggiati....

Per caso gli hanno risposto GMP, dgambera o Pegasus!?!? [SM=g7576]
E così s'e' ravveduto?! AH Ah! [SM=g7576]





ocy2001
00giovedì 4 settembre 2008 19:08
Re:
stelafe, 04/09/2008 15.34:




Perchè non lo posti pure su finanza online?


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