Fonte - Il Sole 24 Ore
Vertice a quattro: a Londra tavolo anti-crisi
LONDRA - La dirompente vicenda di Société Générale darà al vertice oggi a Londra dei quattro primi ministri e capi di Stato europei di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna e del presidente della Ue, José Manuel Barroso, un carattere di urgenza ancora maggiore alla ricerca di una riforma dei mercati finanziari mondiali, travolti dalla crisi di liquidità. In questo senso il presidente francese Nicholas Sarkozy è stato chiaro, affermando ieri che «faremo delle proposte per assicurare trasparenza e moralità al capitalismo finanziario», aggiungendo che «
in giro c'è un atteggiamento troppo speculativo che va a detrimento della salute delle imprese ».
Un vertice che è stato preparato settimane fa dagli inglesi è andato così assumendo con il passare degli ultimi giorni i connotati di una riunione di emergenza, anche se è difficile prevedere che coniglio uscirà dal cappello dei cinque leader politici. Per quanto ieri Downing Street ha detto che «ci attendiamo un comunicato congiunto alla fine dei lavori», che si concluderanno nella tarda serata nella residenza del premier inglese, il portavoce del Governo tedesco Ulrich Wilhelm ha gettato acqua sul fuoco di eccessive aspettative affermando che «non ci attendiamo alla fine dell'incontro delle decisioni specifiche».
É un fatto però che i capi di Stato e di Governo si presentano all'appuntamento piuttosto acciaccati: Romano Prodi, l'unico che può vantare di non avere accusato il colpo di una crisi bancaria, è dimissionario.
Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha alle spalle il salvataggio della Ikb Bank, scivolata sulla crisi dei mutui subprime, mentre
il premier Gordon Brown è alle prese con la crisi di Northern Rock, vittima della stretta alla liquidità. Quanto a
Sarkozy, il presidente francese pare trovarsi di fronte alla prova più difficile dei quattro leader dopo il buco da 4,9 miliardi di euro scavato nei conti di Société Générale dal giovane trader Jerome Kerviel.
Nei giorni scorsi, a più riprese, sia Brown sia il cancelliere britannico, Alistair Darling, avevano anticipato i temi di cui volevano discutere, come la necessità di definire meglio il ruolo delle agenzie di rating, di
mettere in atto procedure più stringenti per fare fronte a problemi d'insolvenza o crisi di liquidità delle banche e l'imposizione di chiari criteri di valutazione di rischio nei confronti dei prodotti strutturati. Oltre a un profondo ripensamento del ruolo delle grandi istituzioni finanziarie internazionali come il Fondo monetario e la Banca mondiale. Venerdì da Davos Brown aveva nuovamente messo in chiaro l'importanza « di fare chiarezza sui prodotti sofisticati confezionati e venduti dal sistema finanziario».
Con l'andare del tempo e il peggiorare della situazione i temi paiono essere divenuti più generici, forse per dare più mano libera ai capi di Stato e Governo. Ieri, da Roma, ambienti di Palazzo Chigi hanno anticipato temi più ampi come l'interazione della crisi dei mercati finanziari con i nodi dell'economia mondiale ed europea e i
rischi di riduzione dei livelli dei consumi e dunque di un rallentamento economico. A ciò si aggiungerà la discussione sulla "governance" con particolare attenzione al ruolo degli organismi finanziari internazionali e l'esigenza di riformarli.
Dietro la facciata di compattezza tra i leader europei vi sono peraltro divergenze d'opinioni e di interessi. Temi comei cambi non verranno toccati, mentre, come è noto,
vi è una spaccatura tra tedeschi e inglesi da un lato e francesi e italiani dall'altro sulla sorveglianza, con i primi che vogliono salvaguardare le autonomie nazionali e i secondi che vogliono almeno creare una serie di regole stringenti e condivise. Un tema che non ha avuto grande seguito al meeting del 17 gennaio scorso a Parigi tra ministri dell'Economia dei 4 Paesi europei. Come pure il ruolo delle agenzie di rating sul quale tutti concordavano per una revisione ma con diverse tonalità. La riunione di oggi, un vero "work in progress" data la forte volatilità di una crisi che ogni giorno assume connotati diversi, sarà peraltro propedeutica al G7 di Tokyo del 9 febbraio prossimo. Da qui ad allora c'è da augurarsi che non emergano nuove preoccupanti sorprese.
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Solo l'Italia è ancora tranquilla, o il contraccolpo lo sentiremo dopo e con maggiore intensità?