Ciclo Boom\Bust

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labottegadelfuturo
00mercoledì 8 aprile 2009 12:57
spiegato ad un bambino :P
andiamo a esaminare l'ipotetica economia di un'isola composta di 100 persone, in cui l'unico bene di consumo sono i rotolini di sushi.

L'isola comincia in un equilibrio iniziale indefinitamente sostenibile. Ogni giorno, 25 persone portano delle barche al largo e usano delle reti per pescare. Altri 25 isolani si recano alle risaie per raccogliere il riso. Ancora altri 25 prendono il riso ed i pesci (raccolti durante il giorno precedente, naturalmente) e fanno allettanti rotolini di sushi. Per concludere, i 25 isolani rimasti dedicano i loro giorni alla manutenzione delle barche e delle reti. In questo modo, giornalmente sono prodotti complessivamente (diciamo) 500 rotolini di sushi, che permettono ad ogni isolano di mangiare 5 rotolini al giorno, ogni giorno. Non una brutta vita, davvero, soprattutto considerando la vista sull'oceano e l'assenza di Jim Cramer.

Ma ahimè, un bel giorno Paul Krugman approda sulla spiaggia. Dopo esser stato rianimato, egli esamina l'umile economia e comincia a consigliare gli isolani su come alzare il loro tenore di vita ai livelli americani. Mostra loro il motore fuoribordo (ancora pieno di carburante) del suo relitto, ed essi sono intrigati. Non avendo preparazione economica, trovano i suoi argomenti irresistibili ed acconsentono a seguire le sue raccomandazioni.

Di conseguenza, lo schieramento originale e sostenibile dei lavoratori dell'isola è alterato. Sotto il programma di Krugman per la prosperità, 30 isolani prendono le barche (una con un motore) e le reti per andare a pescare. Altri 30 raccolgono riso nelle risaie. I terzi 30 usano i pesci ed il riso per fare i rotolini di sushi. E ancora, 5 degli isolani setacciano l'isola in cerca dei materiali necessari per la manutenzione del motore; dopo tutto, ogni giorno brucia benzina e il suo olio diventa più sporco. Ma naturalmente, tutto ciò lascia soltanto 5 isolani per manutenere le barche e le reti, cosa che continuano a fare ogni giorno (se il lettore è curioso, Krugman non lavora nella produzione di sushi. Passa i suoi giorni su un'amaca, vergando saggi che danno la colpa della povertà degli isolani alla spilorceria degli alberi di cocco.)

Per alcuni mesi, gli isolani sono convinti che il Premio Nobel dal viso pallido sia un genio. 606 rotolini di sushi sono prodotti giornalmente, il che significa che tutti (Krugman compreso) possono mangiare 6 rotolini al giorno, anziché i 5 a cui erano abituati. Gli isolani credono che questo aumento sia dovuto all'uso del motore, ma in realtà è dovuto principalmente alla riorganizzazione delle mansioni. Prima, soltanto 25 persone si dedicavano alla pesca, alla raccolta del riso ed alla preparazione del sushi. Ma ora, 30 persone si dedicano a ciascuna di queste attività. Così, anche senza il motore, la produzione totale quotidiana di sushi sarebbe aumentata del 20%, presupponendo che gli isolani fossero ugualmente capaci nei vari lavori e che ci fosse abbondanza di pesce e riso forniti dalla natura (infatti, il contributo del motore è in realtà soltanto i 6 rotolini supplementari necessari per nutrire Krugman).

Ma ahimè, alla fine la riduzione della manutenzione delle barche e delle reti comincia ad incidere sulla produzione. Con soltanto 5 isolani dedicati a questa operazione, anziché i 25 originali, qualcosa deve succedere. Le reti sono sempre più sfilacciate col passare del tempo e nelle barche si aprono piccole falle. Ciò significa che i 30 pescatori non ritornano ogni giorno con altrettanti pesci, perché il loro equipaggiamento non è buono quanto usava essere. I 30 isolani che producono i sushi sono allora in difficoltà, perché ora hanno uno squilibrio fra riso e pesci. Cominciano a truffare, mettendo pezzi di pesce più piccoli in ogni rotolino. Gli isolani continuano ad ottenere 6 rotolini al giorno, ma ora ogni rotolino contiene meno pesce. Gli isolani sono furiosi – tranne quelli che sono disgustati dall'idea di ingerire pesce crudo.

Essendo un economista esperto, Krugman sa cosa fare. Suggerisce che 2 dei lavoratori del riso e 2 dei rotolini di sushi si imbarchino per aiutare i pescatori. Ora, con 34 operai, gli isolani possono pescare quasi tanti pesci al giorno dei mesi precedenti, anche se ora utilizzano delle reti stracciate e delle barche in sfacelo. Krugman – essendo molto acuto con i numeri – ha spostato appena tanti operai da far coincidere perfettamente i pesci pescati dai 34 isolani con il riso raccolto dai rimanenti 28 isolani che vanno alle risaie giornalmente. Con questa quantità di pesci e di riso, i 28 operai impegnati nell'arrotolamento possono produrre 556 rotolini di sushi al giorno. Ciò permette che tutti consumino circa 5 rotolini e mezzo al giorno, con un rotolino come bonus per Krugman.

Gli isolani sono un po' preoccupati. Quando hanno seguito la prima volta il consiglio di Krugman, il loro consumo è balzato da 5 a 6 rotolini al giorno. Poi, quando le cose sembravano essersi incasinate, Krugman è riuscito a rimediare al peggio della cattiva coordinazione, ma nonostante ciò il consumo è caduto a 5,5 rotolini al giorno. Krugman ha ricordato loro che 5,5 è meglio di 5. Infine ha convinto la folla a disperdersi parlando delle “funzioni di produzione Cobb-Douglas” e disegnando le curve IS-LM nella sabbia.

Siccome questo è un sito per famiglie, finiremo la nostra storia qui. Inutile a dirsi, ad un certo punto i 5 isolani dedicati alla produzione di barche e reti decideranno che devono tagliare le loro perdite. Piuttosto che provare a mantenere l'originale flotta di barche e l'originale scorta di reti con soltanto 5 operai anziché 25, concentreranno invece i loro sforzi sul migliore 20% di barche e reti e le manterranno in ottime condizioni. A quel punto, per gli isolani sarà fisicamente impossibile aumentare la produzione quotidiana di sushi. Per tornare semplicemente al loro livello originale e sostenibile di 5 rotolini di sushi al giorno per persona, gli isolani dovranno soffrire un periodo di privazione in cui molti di loro si dedicheranno alla produzione di reti e barche (possiamo solo sperare che nel frattempo il professor Krugman venga salvato dagli svedesi).

Le 5 persone che cercano il sistema di sintetizzare l'olio motore e la benzina dovranno abbandonare quell'attività, perché non è mai stata adeguata alla primitiva struttura del capitale degli isolani. Gli isolani naturalmente scarteranno il motore portato sull'isola da Krugman una volta finito il carburante.

Per concludere, prevediamo che, durante il periodo di transizione, alcuni isolani non avranno niente da fare. Dopo tutto, ce ne saranno già il massimo necessario per pescare con le barche e le reti disponibili e ci sarà già il numero corrispondente di isolani dedicati alla raccolta del riso e all'arrotolamento del sushi, data la piccola quantità quotidiana di pesci. Non avrebbe senso aggiungere degli isolani supplementari alla produzione di barche e di reti, perché allora terminerebbero la costruzione di più di quanto potrebbe essere sostenuto a lungo termine. Quindi, gli anziani turnano 10 persone ogni giorno, alle quali è permesso di bighellonare. Potrebbero naturalmente provare a pescare a mani nude, o a raccogliere del riso da mangiare da solo, ma tutti decidono che sarebbe una perdita di tempo. Data la situazione, viene deciso che durante la transizione, 10 persone ottengono un giorno libero, anche se tutti hanno fame. Ecco quanto è stato dannoso il consiglio di Krugman.

Conclusione

Come ha illustrato la nostra semplice storia, nelle economie moderne i lavoratori usano i beni d'investimento per aumentare il loro lavoro mentre trasformano i doni della natura in beni di consumo. A causa della struttura temporale della produzione, è possibile amplificare temporaneamenteil consumo di tutti, ma soltanto a scapito del mantenimento dei beni d'investimento (le barche e le reti), che vengono così “consumati.” Ad un certo punto, la costruzione della realtà fa la sua comparsa, e nessuna politica di “stimolo” può impedire una sensibile diminuzione nel consumo.

Anche se la storia dell'economia sushi era semplicistica, spero che abbia illustrato le caratteristiche essenziali di un ciclo boom-bust. Quando gli isolani hanno inizialmente messo in pratica il consiglio di Krugman, tutti si sono sentiti più ricchi. Dopo tutto, stavano davvero mangiando 6 rotolini al giorno anziché 5; non c'è discussione con i risultati. E nemmeno avrebbero avuto motivo di sospettare una ristrutturazione insostenibile: dopo tutto, stavano utilizzando un nuovo motore fuoribordo. Questo è analogo alle discussioni sulla “Nuova Economia” durante il boom delle dot com, o alla fiducia riposta nei nuovi strumenti finanziari utilizzati durante il boom immobiliare. Durante ogni boom, la gente può sempre trovare le ragioni per cui “questa volta è differente.”

Nell'economia del sushi, questa prosperità iniziale era illusoria. Anche se c'erano effettivamente benefici portati dalla nuova tecnologia, la massa del consumo supplementare veniva finanziata attraverso il consumo del capitale, ovvero permettendo che le barche e le reti si deteriorassero. Questo è analogo all'enorme quantità di beni di consumo importate che gli americani hanno consumato durante il boom immobiliare, perché pensavano erroneamente che il valore crescente delle loro case l'avrebbe più che compensata. In altre parole, se gli americani si fossero resi conto che i loro valori immobili sarebbero calati in pochi anni, non avrebbero consumato così tanto. Stavano consumando il capitale senza capirlo, proprio come gli isolani non hanno non avevano capito che il loro consumo supplementare di sushi era finanziato in gran parte dall'incuria delle loro barche e reti.

Notate anche che questo aspetto della storia risponde all'obiezione di Cowen: la gente consuma di più durante il boom – ovvero, i paesani mangiano più sushi al giorno – persino mentre vengono intrapresi nuovi, insostenibili progetti d'investimento (nella nostra economia sushi, il progetto insostenibile era la ricerca della benzina per lo stravagante motore fuoribordo). Cowen ha ragione quando dice che un allungamento sostenibile della struttura del capitale inizialmente richiede una riduzione del consumo; quello che accade è che gli investitori rinunciano al consumo e mettono il loro risparmio nei nuovi progetti. Ma durante un boom indotto dalla banca centrale, non c'è stato un risparmio reale per finanziare i nuovi investimenti. È per questo che il boom è insostenibile, ma spiega inoltre perché allo stesso tempo il consumo aumenti. È vero che questo è impossibile a lungo termine, ma a breve scadenza è possibile aumentare l'investimento nei nuovi progetti ed aumentare il consumo al contempo. Quello che fate è tagliare la manutenzione dei cruciali beni intermedi, proprio come hanno fatto i nostri isolani per tirare avanti per pochi mesi. Un'economia moderna è molto complessa e possono passare diversi anni prima che una struttura insostenibile venga riconosciuta come tale.

Infine, la nostra economia sushi ha mostrato perché la disoccupazione aumenta durante la riduzione. Alla gente non piace lavorare; preferisce rilassarsi. Perché sia interessante rinunciare allo svago, il profitto del lavoro dev'essere abbastanza alto. Durante il periodo di “recessione„” quando gli isolani hanno dovuto tagliare la produzione dai “settori” del pesce, del riso e del sushi, non c'erano 100 compiti diversi che valesse la pena di eseguire. Nella nostra storia, abbiamo stipulato che soltanto 90 persone potrebbero essere utilmente integrate nella struttura della produzione, almeno finché la flotta delle barche e la scorta di reti cominciano ad essere ristabilite, permettendo che più isolani “disoccupati” abbiano di nuovo qualcosa di utile da fare.

Anche nel mondo reale accade questo: durante la recessione dopo il periodo del boom artificiale, le risorse devono essere riorganizzate; determinati progetti devono essere abbandonati (come la ricerca della benzina nell'economia del sushi); e i cruciali beni intermedi (come le barche e le reti) devono essere riprodotti dal momento che durante il boom sono stati ignorati. Ci vuole tempo perché tutti i milioni e di diversi materiali, attrezzi e attrezzature tornino disponibili per riprendere lo sviluppo normale. Durante quella transizione, il contributo del lavoro di qualche persona è così basso che non vale la pena di impiegarlo (in particolare con le leggi del salario minimo ed altre regolazioni).

Il difetto elementare nell'obiezione di Krugman è che ignora la struttura temporale della produzione. Quando gli operai vengono licenziati nelle industrie che producono beni d'investimento, non possono passare semplicemente a sfornare TV e pasti a base di bistecca. Questo perché la produzione di TV e di pasti a base di bistecca dipendono da beni d'investimento che devono già essere prodotti. Nella nostra economia del sushi, gli isolani disoccupati non avrebbero potuto passare all'arrotolamento del sushi, perché non c'erano ancora abbastanza pesci già pescati. E non avrebbero potuto passare alla produzione di pesci, perché non c'erano abbastanza barche e reti per rendere utili i loro sforzi. E in conclusione, non avrebbero potuto passare alla produzione di barche e reti, perché c'erano già abbastanza isolani che lavoravano in quel campo per riportare la flotta e la scorta di reti di nuovo al loro livello sostenibile di lungo termine.

Dei laureandi a volte mi chiedono perché mi occupo di una scuola di pensiero “obsoleta.” Non mi metto a citare il soggettivismo, la teoria monetaria, o persino l'attività imprenditoriale, benché queste siano tutti campi in cui la scuola austriaca è superiore alla corrente neoclassica. No, dico sempre, “la loro teoria del capitale e la teoria del ciclo economico sono il meglio che abbia trovato.” La nostra attuale crisi economica – e il fatto che i Premi Nobel non capiscono neppure cosa sta succedendo – indica che ho scelto saggiamente.

Fonte
www.usemlab.com
dgambera
00mercoledì 8 aprile 2009 14:26
Bel post.

Una cosa che aggiungerei e che mi sembra non è evidenziata è che siffatti sistemi portano a produrre e consumare ciò che in realtà non servirebbe. Infatti, nell'esempio dell'economia sushi, gli isolani stavano bene con 5 involtini al giorno: non erano sottonutriti.
Probabilmente, in seguito, consumavano tutta la produzione, ma non è detto che ciò fosse necessario.
Anche la sovrapproduzione è indice di economia poco sostenibile a mio parere e in questi anni ci abbiamo dato davvero dentro a livello globale IMHO.
iandy73
00mercoledì 8 aprile 2009 14:30
Re:
dgambera, 08/04/2009 14.26:

Bel post.

Una cosa che aggiungerei e che mi sembra non è evidenziata è che siffatti sistemi portano a produrre e consumare ciò che in realtà non servirebbe. Infatti, nell'esempio dell'economia sushi, gli isolani stavano bene con 5 involtini al giorno: non erano sottonutriti.
Probabilmente, in seguito, consumavano tutta la produzione, ma non è detto che ciò fosse necessario.
Anche la sovrapproduzione è indice di economia poco sostenibile a mio parere e in questi anni ci abbiamo dato davvero dentro a livello globale IMHO.




...che vordì IMHO? [SM=g7802]
dgambera
00mercoledì 8 aprile 2009 14:34
Re: Re:
iandy73, 08/04/2009 14.30:




...che vordì IMHO? [SM=g7802]




it.wikipedia.org/wiki/IMHO
iandy73
00mercoledì 8 aprile 2009 14:39
Re: Re: Re:
dgambera, 08/04/2009 14.34:





..adesso ho capito! [SM=g1747529]
labottegadelfuturo
00mercoledì 8 aprile 2009 15:11
Re: Re:
iandy73, 08/04/2009 14.30:




...che vordì IMHO? [SM=g7802]




si vede che non sei nerd :P
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