Come accade il disastro

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
marco---
00venerdì 10 agosto 2007 09:58
Fonte: Effedieffe.com - Maurizio Blondet - 01/08/2007

Come accade il disastro

Come preannunciato, pubblichiamo un'analisi di Blondet sull'economia americana e sulla crisi delle famiglie americane, che non riescono più a sostenere i debiti contratti. Gli Usa, per sopravvivere, hanno alimentato, le due guerre mondiali, hanno conquistato prima l'Europa, ora tutto il resto del mondo. Ma ora non dobbiamo permettere che ci trascinino nel loro crollo finanziario. Nel 1929 l'Italia riuscì a reggere l'urto del crollo delle borse Usa, ma gli Stati Uniti si rifecero occupando e spremendo l'Europa. Ora dobbiamo render loro il conto: lasciamoli affondare e riprendiamoci la nostra sovranità. È giunta l'ora di affondare Wall Street e gli Usa insieme. Ellezeta.

Milano - Le azioni di una grande ditta specializzata in mutui, la American Home Mortgage, hanno perso l’87 %. L’ancora più grande Countrywide Financial ammette che i suoi «debitori di alta solvibilità» (i migliori), che avevano acceso una seconda ipoteca sulla loro casa (così gli americani, negli ultimi anni, hanno trovato i soldi per consumare) stanno facendo «default». Di conseguenza, la IKB Deutsche Industriebank, che fornisce fidi alle medie industrie tedesche, ha annunciato che i suoi investimenti americani sono gravemente degradati.

Così la patologia speculativa USA sta infettando il mondo.
A lungo gli storici studieranno come mai una tale follia speculativa - i prestiti a debitori noti per loro precedenti insolvenze - abbia potuto essere lasciata arrivare al punto di irresponsabilità da provocare un nuovo ‘29. Si può spiegare con il rincaro ventennale degli immobili.

Le case aumentavano tanto e così sicuramente, che il rischio di fare il mutuo ad un insolvente appariva più che compensato dalla possibilità di rivendere l’immobile, in ogni momento, facendo profitto.

La facilità con cui si concedevano i prestiti aumentava la domanda e dunque i prezzi immobiliari, creando un circolo creduto virtuoso… Ma da dove venivano i soldi che le banche prestavano così alla leggera?

Dal credito frazionale, la truffa primaria delle banche, in primo luogo. Le banche moltiplicano così per dieci e per venti l’ammontare del debito contratto dagli Stati che prendono prestiti a rotta di collo dalla propria Banca Centrale, indebitandosi (ciò che è oggi «stampare moneta»).

Ma La situazione è stato aggravata dai bassissimi interessi - un minimo storico - pagati ai risparmiatori. Le banche prestatrici prendevano denaro a basso costo e lo davano ai contrattori di mutui ad alto interesse.

Il «carry trade» ha agito come potente fattore moltiplicatore aggravante. Il Giappone, per uscire dalla decennale deflazione, «stampava moneta» ossia inondava la sua economia di prestiti all’1%. Gli speculatori globali (le grandi banche d’affari USA in primo luogo) si indebitavano dunque in yen all’1%, e davano a prestito quel denaro ai loro debitori col mutuo al 5 o più. Una pacchia. Perché non è durata?

Perché tutti hanno esagerato: le banche prestando perdutamente e troppo facilmente (tanto, gli immobili di garanzia del debito rincaravano), e i debitori indebitandosi oltre il loro reddito e la realistica possibilità di far fronte ai ratei. Quando i tassi mondiali hanno cominciato a salire, la macchina del «boom economico» di carta s’è rotta.

Perché gli interessi hanno cominciato a salire? L’eccessiva liquidità mondiale ha finito per investire sempre più in materie prime, che salivano astronomicamente perché la Cina, in boom rovente, le compra a qualunque prezzo. Nello stesso tempo, la finanza che «investe» in speculazione, non ha investito abbastanza nel settore minerario - nella più basilare economia reale - sicchè le materie prime sono scarse rispetto alla domanda.

La «mano invisibile del mercato», che secondo il dogma liberista doveva far proprio questo, ha clamorosamente fallito. La mano invisibile ha prestato ad insolventi anziché pagare salari operai e produrre beni fisici reali.

Alla fine, il rincaro delle materie prime è salito al punto che l’effetto «cinese» (merci a prezzi bassi per il consumo) è finito: la Cina oggi è aggravata da inflazione e le sue carabattole costano sempre di più.

Ciò durerà per anni. Nel mercato unico globale, l’inflazione cinese ha inondato il mondo. Le economie occidentali hanno subìto l’inflazione, e di conseguenza il rialzo dei tassi d’interesse.

In USA i tassi primari, pari all’1% nel 2005, sono oggi al 5,25%. In Europa dal 2% di novembre 2005 sono oggi al 4%. I debitori di scarso credito, che hanno contratto mutui americani all’1%, e già facevano fatica, figurarsi quanto riescono a pagare al 5-8%.

Massicce sospensioni di pagamenti, dilaganti sequestri di immobili, rimessi sul mercato, e quindi, calo dei prezzi immobiliari in USA. Il circolo virtuoso apparente s’è rovesciato nel circolo vizioso reale. Rapidissimo.

O meglio: da mesi i segnali d’allarme si moltiplicano. Ma i geniali finanzieri gestori di fondi, i creativi inventori di derivati, si sono sentiti infallibili e invincibili.

Tutto il loro genio che ha fruttato loro miliardi poggiava sulla credenza che i tassi giapponesi sarebbero rimasti bassissimi e lo yen debolissimo. Appena lo yen ha cominciato a salire, i genii si sono trovati nella condizione degli insolventi americani col mutuo: il loro debito ha cominciato a crescere.

I geniali terrorizzati, sono corsi ad alleggerirsi dei loro debiti contratti in Giappone, ciò che ha creato la prematura fine del «carry trade» e di fatto una riduzione rapida e planetaria della liquidità. Di qui anche l’uscita di molti dal mercato azionario e la stretta sui fidi e sui mutui, prima facili ed ora difficilissimi. Gli hedge funds hanno innescato il disastro. Perché sono essi stessi indebitatissimi (leveraged) onde «aumentare la propria esposizione al mercato» e di conseguenza «ai profitti».

Ma quando la tendenza al boom e all’euforia si rovescia, allora anche l’effetto leva si rovescia: se prima ci si indebitava per moltiplicare i profitti, ora il debito moltiplica le perdite di vari multipli. Così gli hedge funds si trovano di colpo a secco, prosciugati fino all’ultimo dollaro. E' successo in USA. Ovviamente, è successo in Italia: Italease, coi suoi genii azzerati dalla Banca d’Italia con criminoso ritardo.

L’effetto finale quale sarà? Uno shock che scuote tutto il sistema - un terremoto sistemico - consistente in questo: il rischio di ogni singolo titolo, cambiale, buono e obbligazione risulta di colpo sottovalutato, e deve essere ricalcolato. Ovviamente al ribasso.

La carta che valeva AAA+ oggi vale BBB-. Il più alto livello di rischio percepito provoca ovviamente che chiedere denaro a prestito costerà di più. Il che aggraverà il rischio di fatto: aziende che possono ancora prosperare pagando sui fidi interessi del 16% (come in Italia) falliscono quando la banca chiede il 25% o peggio, il rientro immediato (come sta succedendo). La folle euforia dei grandi usurai globali e locali si tramuta in depressione; l’ardimento demente diventa paura da pecore e da conigli, e questa congela l’economia reale: economia finanziaria è economia maniaco-depressiva. C’è un rimedio possibile?

Le Banche Centrali dovrebbero, di concerto, ridurre i tassi per contrastare con liquidità il gelo recessivo. Ma la cura è peggiore del male, dato che la liquidità oggi andrebbe non alle imprese reali e ai salari, ma ai giocatori speculativi della roulette globale, che sono la causa della rovina. In ogni caso, la Federal Reserve tenterà di fare proprio questo; ma è ostacolata dal rischio che i suoi creditori esteri si liberino di Buoni del Tesoro che rendono meno, e già si squagliano come gelati al sole a causa del calo del cambio del dollaro. La Banca Centrale Europea, che non capisce mai nulla (è governata da cloni robotici del robot Padoa Schioppa) manterrà alti i suoi interessi, sarà l’ultima ad abbassarli, e solo su ordine USA e naturalmente «meno» degli USA, il che manterrà lo svantaggio europeo dell’euro forte. Insomma i cretini monetari centrali aggraveranno il male, perchè non hanno una teoria adatta alla nuova situazione, e così volano col pilota automatico.

Tanto, a loro gli stipendi non mancheranno. Per noi comuni mortali, la loro «scelta» significherà disoccupazione, riduzione dei consumi, e nemmeno deflazione, perché le materie prime rincarano.

Peggio ancora che nel ‘29.

Maurizio Blondet
|Macchese|
00lunedì 20 agosto 2007 16:13
Non condivido.
Personalmente non ho mai condiviso le opinioni di Blondet...

Saluti

Macs
marco---
00lunedì 20 agosto 2007 16:54
Re:
|Macchese|, 20/08/2007 16:13:

Non condivido.
Personalmente non ho mai condiviso le opinioni di Blondet...

Saluti

Macs

Io non sono in grado di giudicare, ammetto di non saperne abbastanza di economia, a prescindere quindi dai contenuti l'unica cosa che mi sembra evidente è che in tutti i suoi articoli è un po' troppo catastrofista.

Marco
grella
00martedì 21 agosto 2007 22:40
Il tracollo finanziario procede come da copione
21 agosto 2007 – Il 17 agosto Lyndon LaRouche ha commentato la decisione della Federal Reserve USA di abbassare il tasso di sconto spiegando che i vertici del mondo bancario si sono rimangiati i propri propositi e hanno deciso di rifinanziare quei potentati bancari che chiedevano il salvataggio. Si tratta di una scelta che sostanzialmente non cambia nulla e che i banchieri centrali hanno negato di considerare fino al momento in cui l'hanno presa. Il grippaggio finanziario procede come previsto: da una parte con lo yen carry trade in fase di collasso accelerato e dall'altra con il rapido prosciugamento dei prestiti bancari.
Ferme restando le tendenze attuali, per LaRouche il collasso completo dovrebbe verificarsi nel periodo di settembre-ottobre. L'unica possibilità di cambiare le carte in tavola, sostiene sempre lo statista democratico americano, sta nelle sue proposte: la Nuova Bretton Woods e la ricostruzione mondiale che abbia come nocciolo il progetto del Ponte di sviluppo eurasiatico.
Negli sviluppi della settimana scorsa vi sono principalmente due elementi che prospettano nuovi problemi. I titoli “commercial paper” a breve, noti come ABPC, che sono principalmente in mano alle banche, hedge fund, ed altri investitori, ammontano a 1500 miliardi di dollari e in larga misura sono stati rifinanziati tra il 13 ed il 17 agosto, ma non tutti. Il secondo punto riguarda la capacità degli hedge fund di continuare a funzionare. Molti di essi hanno esposizioni notevoli nello yen carry trade, ed ora sono costretti a liquidare posizioni per tappare le falle nei crediti in yen, prima che diventino delle voragini. Il grande pubblico difficilmente potrà sottrarsi alle conseguenze delle perdite dei grandi hedge fund, visto che fondi pensioni, amministrazioni locali e altri hanno investito sempre di più negli hedge fund, attirati dalle promesse dei dividendi e in barba ai rischi evidenti.
L'immissione di nuova liquidità nel sistema non può risolvere questi problemi perché non fa altro che creare nuovo debito a cui non corrisponde nessuna attività produttiva. L'unica soluzione passa quindi per una riorganizzazione fallimentare a cui facciano seguito accordi per costruire un nuovo sistema con cambi fissi, tale da consentire l'emissione, con le garanzie dello stato, di crediti a bassi tassi d'interesse destinati a progetti di ricostruzione.

La crisi bancaria si aggrava in Germania

La crisi dei mutui USA colpisce particolarmente le banche tedesche, con ripercussioni evidenti sulla borsa di Francoforte dove dalla fine di luglio l'indice DAX ha perso il 10% e quello dei tecnologici TecDaz il 17%. Secondo gli analisti, il rischio maggiore è che le imprese tedesche finite nelle grinfie dei private equity fund potrebbero subire guai grossi nelle prossime settimane come conseguenza dell'assottigliamento del credito generato sulla speculazione.
Le banche più colpite per il momento sono:
1) Industriebank (IKB). È entrata in crisi il 30 luglio e le sue azioni sono state salvate dal tonfo finale grazie alla sospensione delle quotazioni e all'intervento di KfW con un credito di emergenza di 8,1 miliardi di euro. I problemi della IKB derivano dalla sua finanziaria americana Rhineland Funding esposta con crediti per 13,7 miliardi di dollari.
2) Landesbank Sachsen. Ha ottenuto un credito d'emergenza per 17,3 milioni di euro a seguito delle difficoltà provocate dal suo fondo negli USA, l'Ormond Quay, che ha emesso 17,5 miliardi di crediti garantiti da mutui.
3) Westdeutsche Landesbank. Ha problemi con il suo fondo USA Bridgewater.
4) Commerzbank, Deutsche Bank, HSBC, Allianz, West LB Mellon hanno tutte sospeso i fondi che trattano strumenti finanziari emessi a fronte di operazioni di cartolarizzazione di crediti (ABS).
5) Deutsche Bank. È stata colpita anche dal fallimento di due operazioni di subprime della Bear Stearns negli USA e dall'insolvenza di HomeBanc, sempre negli USA.
Sebbene gli addetti abbiano strafatto nel tentativo di soffocare l'allarme lanciato il 29 luglio da Jochen Sanio, direttore dell'organo di vigilanza BaFin, sul fatto che la Germania rischia “la prima grande crisi bancaria dal 1931”, è evidente che nel mondo bancario tedesco si stia diffondendo il panico: il grosso dei 212 miliardi di euro emessi tra il 2 e l'8 agosto dalla Banca Centrale Europea per l'emergenza sarebbe andato alle banche tedesche.
Mentre le banche tedesche si squagliano il Cancelliere Angela Merkel, presidente di turno del G-8, non ha trovato nulla di meglio da fare che andare in Groenlandia a vedere come si squagliano i ghiacciai.
www.movisol

www.borsamonitor.it


Inutile continuare a cercare paliativi per risolvere una situazione così drammatica.L'unica speranza è che la curva degli aggregati finanziari e dell'economia reale tendano pian piano a riavvicinarsi altrimenti la soluzione finale non potrà altro che essere traumatica.
Certo che una mancanza di monitoraggio probabilmente volontario della destinazione di nuova massa circolante non può far altro che aumentare l'indebitamento senza riscontri reali per un miglioramento dell'economia reale facendo divergere così ulteriormente le curve del grafico.Sono probabilmente iniezioni tappa-falla per gli errori commessi dalle grosse Banche signoraggiste in modo che non debbano subire più di tanto l'onta della negatività nelle prossime trimestrali.

br1zap
00venerdì 31 agosto 2007 18:44
guardando un po' + in micro c'è anche da dire che le famiglie Statunitensi sono indebitate al 90% anche grazie a tutti quei meccanismi di carte di credito che stanno iniziando ad arrivare anche nelle case anche degi italiani(attiva con una telefonata) etc etc...

In europa le famiglie non sono "ancora" a questi livelli.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 18:23.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com