Crisi del settore edile nel Fermano

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stelafe
00mercoledì 15 aprile 2009 17:31
Crisi del settore edile nel Fermano: operai in fila in cerca di un lavoro
Il settore edile del Fermano è in ginocchio: “Siamo di fronte ad un disastro. Ma il peggio deve ancora arrivare”. I nuovi cantieri di edilizia privata sono completamente fermi. Quei pochi già avviati negli anni passati procedono a rilento e con enormi difficoltà. Una situazione simile anche per l’edilizia industriale: in tutta la provincia di Fermo sono solo tre gli opifici in costruzione, contro una media di 40 stabilimenti l’anno di qualche tempo fa. Si salvano solo quelle aziende impegnate nell’esecuzione di appalti pubblici, che si contano sulle dita di una mano. Per il resto è desolazione totale. Ogni giorno sono centinaia gli operai che si ritrovano senza lavoro. Loro, gli imprenditori, cercano di combattere e darsi da fare. Fino ad oggi nessun proclama sulla stampa e nessuna richiesta di aiuto alle istituzioni. Un silenzio ancora più preoccupante. Se infatti gran parte delle attenzioni sono concentrate verso la crisi del settore calzaturiero, sono in pochi a rendersi conto che un settore come quello edile, rappresenta di fatto l’ago della bilancia per il futuro sviluppo di un territorio destinato a diventare Provincia. Qualche anno fa erano in molti a prevedere il boom del mattone nel territorio fermano: nessuno poteva immaginare che un mercato dalle potenzialità enormi potesse ritrovarsi in ginocchio. I primi dati arrivano dagli uffici dell’Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Fermo. Basta controllare le richieste di permesso a costruire per rendersi conto che il calo è evidente. Si parla di un 20 per cento abbondante nella sola città di Fermo, e di oltre il 50 per cento in tutti gli altri comuni. Illustriamo questi numeri a Marco Gentili, segretario della sezione edili di Confindustria Fermo. “Sono numeri ottimisti - ci spiega- la realtà è ben peggiore, soprattutto per le piccole aziende”. Così abbiamo chiamato in causa i diretti interessati: gli amministratori delle imprese edili del territorio. Da tutti la conferma: “Siamo disperati”. A fare un’analisi approfondita della situazione è Lamberto Pettinari, titolare del gruppo di costruzioni generali Pema, una delle poche isole felici in quanto aggiudicatrice di importanti appalti pubblici a livello regionale. Prima ancora dell’analisi della situazione ci lascia sconcertati una sua dichiarazione: “Ogni pomeriggio dalle 15 e 30 alle 18 sotto la sede della mia impresa c’è la fila di operai che vengono a cercare lavoro. Per quanti ne sono a volte devo dichiararmi irreperibile o diventerebbe impossibile gestire la cosa”. A parlare poi sono i numeri. Su circa mille aziende edili ( incluse anche le realtà più piccole formate da uno o due elementi) che sono collocate nel territorio della Provincia di Fermo più della metà sta chiudendo. “Il problema centrale è che la gente non compra più immobili - prosegue Pettinari - se fino a poco fa il mattone era considerato come uno dei pochi investimenti sicuri ora non lo è più. I potenziali clienti arrivano, chiedono i prezzi, e poi dicono di voler aspettare qualche mese. Aspettano il calo del costo d’acquisto”. Chiediamo a Pettinari se la possibilità di un crollo dei prezzi del mattone è effettivamente concreta: “Purtroppo credo di si, non voglio essere pessimista, ma sono i fatti a parlare. Proprio basandomi sui fatti posso dire che dobbiamo ancora toccare il fondo”. A salvarsi sono solo le imprese di grandi dimensioni, come appunto la Pema ed altre poche realtà territoriali, che, con oltre 50 anni di esperienza, hanno maturato una competitività e un’organigramma che gli permette di lavorare nel campo degli appalti pubblici, al momento l’unica garanzia di sopravvivenza riservata però solo a chi possiede tutte le certificazioni ed i requisiti per operare in questo ambito. Non vanno meglio le cose per il settore industriale. Non si costruiscono più nuove fabbriche da ormai 6 mesi. Paolo Paoletti

Il recupero? Non arriverà prima del 2011, se tutto va bene. E’ questo il risultato di uno studio commissionato poco più di un anno fa al Politecnico di Ancona in materia di sviluppo edilizio nelle Marche e nel Fermano. “Sono dati - ha spiegato Marco Gentili di Confindustria - che già prima della crisi parlavano di un calo significativo proprio per il settore dell’edilizia”. Con la crisi dunque, tutte previsioni fatte, dovranno essere almeno raddoppiate. Se a livello di edilizia privata tutto è ormai congelato, non vanno meglio le cose per l’edilizia industriale. “In tutta la Provincia di Fermo - ci spiega Pettinari - sono solo 3 le grandi strutture in costruzione. Un opificio a Montegranaro nell’area del Villaggio del Lavoro, uno a Campiglione e l’altro nella zona industriale di Valmir di Petritoli”. Di pari passo a questa situazione preoccupante, caratterizzata da chiusure a domino delle realtà minori, c’è il grave aumento dei licenziamenti. Sono centinaia gli stranieri e non solo che trovano infatti un’ancora di salvezza per ricevere uno stipendio proprio nel comparto dell’edilizia. Per loro si prepara un futuro fatto di punti interrogativi. Il trend al quale stiamo assistendo è quello della migrazione verso le grandi imprese di costruzione ‘sicure’, che però ormai sono subissate dalle richieste da parte dei disoccupati. Paolo Paoletti
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