E la politica dove è finita?

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jago76
00sabato 23 agosto 2008 12:38
Introduco questa nuova discussione per evidenziare una delle grandi cause, spesso sottovalutate, della bolla immobiliare e cioè l'assenza di una polita per la casa in Italia da molti anni, precisando che per "politica della casa" intendo, detto brutalmente, l'azione politica che costruisce e vende o affitta alloggi pubblici a prezzi fortemente calmierati a talune categorie di cittadini che posseggono determinati requisiti di reddito.
Andando con ordine, per capire l'enorme danno che l'assenza di tale politica ha determinato per l'Italia, premetto sinteticamente i principali aspetti dell'attuale situazione:
1) i prezzi sono esplosi negli ultimi anni e, salva la ciclicità del mercato e delle varie crisi che si sono succedute nel tempo (vedi anni 70, vedi primi anni 90 ecc...), dopo l'introduzione dell'Euro, la corsa, fino ad oggi, non si è più fermata e il livello è oramai insostenibile. (Vi ricordate che negli anni 80 e nei primi anni 90 con il famoso "miliardo di lire" ci compravi una villa e neppure piccola???)

2) ho già detto, in un altro post, che l'annunciata immissione sul mercato della vendita di tot case pubbliche attualmente detenute in locazione non so in quale misura potrà influenzare/accellerare l'attuale crisi. Si tratta infatti di immobili che, stando a quanto è successo finora, vengono sì venduti, ma di solito sono coloro che già ci abitano che li comprano. Questo determina che il numero effettivo di immobili immessi sul mercato a prezzi calmierati è molto inferiore al numero totale degli immobili dismessi. E' pur vero che gli inquini che acquistano l'immobile già occupato da loro sono persone che, di conseguenza, NON SI RIVOLGERANNO MAI AL MERCATO e quindi creeranno un effetto di mancata domanda più che di domanda a prezzi inferiori. Anche questo, in parte, può far scoppiare la bolla.

3) il vero crollo sarà determinato dalla gente che, semplicemente, non compra più perchè non ha soldi. Punto e basta. Tanto più aumenterà la massa di invenduto, tanto più scenderanno i prezzi.
Ci tengo a precisare che in una situazione come quella attuale, compratori e venditori non sono sullo stesso piano (il famoso "libero mercato"..tutte balle...): le persone che DEVONO comprare a tutti i costi (sfrattati, nuove famiglie, ecc) e che quindi possono ancora essere "strangolati", sono un numero decisamente inferiore a chi DEVE o VUOLE vendere. Intendo dire che, salvo esigenze particolari, molta gente che magari un tetto l'ha già, può tranquillamente rinviare l'acquisto della casa mentre quelli che vendono, di solito, lo fanno non per sport (non si svegliano alla mattina e dicono "che faccio oggi? Gita al lago o metto in vendita la casa"?)e COMUNQUE tenere un immobile invenduto e non affittato è fonte di costi non indifferenti (ICI elevata-visto che di solito non sono prime case-, spese condominiali, oneri straordinari ecc.., manutenzione...) che, dopo anni di mancata vendita, ne erodono il valore.

4) finche si potevano ottenere mutui ingenti (visti i tassi bassi che determinavano una"rata" di rimborso altrettanto bassa e quindi una magiore erogabilità), tutti avevano più soldi a disposizione e accettavano prezzi assurdi.
La riprova di ciò: negli anni 80, con i tassi al 10/12% quasi NESSUNO prendeva a mutuo 300.000.000 di lire, la rata di rimborso sarebbe stata assurdamente alta: chi aveva un tale redditto, ha fatto un'altra cosa: E' STATO IN AFFITTO AD EQUO CANONE PER ANNI (fate bene attenzione: l'equo canone è finito con la legge del 1998 e da allora sono pian piano esauriti i vecchi affitti...vedete come i tempi coincidono), ha accumulato il denaro e poi ha comprato con la liquidità messa da parte e/o con piccoli mutui. Conseguenza: i prezzi delle case sono restati bassi. Ma vi immaginate un bilocale nel 1988 a 350.000.000 di lire...????

Tutto ciò premesso, la grande colpa della politica è stata quella di non costruire più nulla o poco.
Sarebbe bastato determinare per legge che una quota complessiva del totale delle licenze edilizie concesse (esempio il 20 o il 30%) fosse di edilizia pubblica o privata convenzionata da destinare a determinate categorie di reddito.
Questo avrebbe deteriminato un naturale calmiere sul mercato, COME E' AVVENUTO IN GERMANIA, che, detto tra noi, non mi sembra certo un PAESE COMUNISTA...ma semplicemente uno stato che pensa di più al bene comune ed ai propri cittadini, visto che la casa E' UN BENE FONDAMENTALE, come il pane e l'acqua.
Anche in questo caso, faccio un esempio pratico.
Se prendete 10 coppie di giovani di reddito normale/medio (che, in Italia significa un complessivo netto di 2500 € in due al mese QUANDO VA MOLTO BENE e quindi un reddito netto annuale 30.000 €, sempre che non si tratti di precari o simili) se invece di farsi strozzinare da 10 venditori e da 10 mutui, almeno 3 o 4 di queste coppie avessero potuto accedere ad edilizia pubblica o convenzionata con costi bassi e mutui molto leggeri, solo i restanti 6 si sarebbero dovuti rivolgere al "libero mercato", con l'ovvia conseguenza che se ci sono solo 6 compratori ma ci sono 10 venditori, il compratore può giocare al ribasso, il venditore difficilmente può giocare al rialzo.
Io ho visto personalmente (in una delle poche iniziative di edilizia convenzionata a Bergamo di qualche anno fa) acquirenti che andavano in agenzie immobiliari e chiedevano il prezzo di appartamenti.
A fronte delle richeste già spropositate di allora, molti rispondevano "beh, ma allora vado a far domanda per il complesso qui di fronte in edilizia convenzionata".
Risultato: nel giro di 4 mesi, prezzi degli immobili nella zona ribassati del 30% (parlo per esperienza familiare diretta)SENZA NESSUNA BOLLA IMMOBILIARE SCOPPIATA. Poi, ovviamente, esauriti gli alloggi pubblici (peraltro molto curati e ben rifiniti), i prezzi delle case attorno sono tornati a risalire.

Anche in tali casi, per evitare speculazioni, basterebbe introdurre per legge un divieto di vendita sugli appartamenti acquistati in edilizia convenzioanta più rigido: esempio entro i primi tot anni si può rivendere, ma solo al medesimo prezzo di acquisto aumentato dell'inflazione.
Ovviamente, come sempre in Italia, si troverebbe il modo di farla franca, ma se solo ci fossero dei controlli seri...

Quindi, in sintesi, dove manca l'iniziativa di costruzione pubblica, i prezzi, gestiti esclusivamente da interessi privati (che, per definizione sono gli interssi di CHI VENDE, visto che difficilmente i compratori riescono a mettersi d'accordo e fare cartello) aumenteranno fino a scoppiare.
Al contrario, se la politica avesse gestito decentemente questo problema, il mercato si sarebbe dovuto adeguare: o almeno, molte persone avrebbero avuto la casa che oggi non possono permettersi.
Ed infatti è questo il vero nodo del problema: la politica deve valutare che quando un bene fondamentale come la casa AUMENTA SPROPOSITATAMENTE rispetto al reddito mensile, è ora di intervenire immettendo case ad un prezzo politico (ovviamente solo per le fasce più deboli). Il mercato resta libero -per i più ricchi- ma l'interesse pubblico è maggiormente tutelato.

Chiudo con una battuta, ma neppure tanto "battuta": se nei prossimi mesi ci saranno inziative politiche A FAVORE DEI VENDITORI / COSTRUTTORI / SPECULATORI /IMPRESARI VARI...è la volta buona che vado in piazza e non a mani nude...
Purtroppo credo che sarà così.
dgambera
00sabato 23 agosto 2008 18:53
Re:
jago76, 23/08/2008 12.38:

Introduco questa nuova discussione per evidenziare una delle grandi cause, spesso sottovalutate, della bolla immobiliare e cioè l'assenza di una polita per la casa in Italia da molti anni, precisando che per "politica della casa" intendo, detto brutalmente, l'azione politica che costruisce e vende o affitta alloggi pubblici a prezzi fortemente calmierati a talune categorie di cittadini che posseggono determinati requisiti di reddito.
Andando con ordine, per capire l'enorme danno che l'assenza di tale politica ha determinato per l'Italia, premetto sinteticamente i principali aspetti dell'attuale situazione:
1) i prezzi sono esplosi negli ultimi anni e, salva la ciclicità del mercato e delle varie crisi che si sono succedute nel tempo (vedi anni 70, vedi primi anni 90 ecc...), dopo l'introduzione dell'Euro, la corsa, fino ad oggi, non si è più fermata e il livello è oramai insostenibile. (Vi ricordate che negli anni 80 e nei primi anni 90 con il famoso "miliardo di lire" ci compravi una villa e neppure piccola???)

2) ho già detto, in un altro post, che l'annunciata immissione sul mercato della vendita di tot case pubbliche attualmente detenute in locazione non so in quale misura potrà influenzare/accellerare l'attuale crisi. Si tratta infatti di immobili che, stando a quanto è successo finora, vengono sì venduti, ma di solito sono coloro che già ci abitano che li comprano. Questo determina che il numero effettivo di immobili immessi sul mercato a prezzi calmierati è molto inferiore al numero totale degli immobili dismessi. E' pur vero che gli inquini che acquistano l'immobile già occupato da loro sono persone che, di conseguenza, NON SI RIVOLGERANNO MAI AL MERCATO e quindi creeranno un effetto di mancata domanda più che di domanda a prezzi inferiori. Anche questo, in parte, può far scoppiare la bolla.

3) il vero crollo sarà determinato dalla gente che, semplicemente, non compra più perchè non ha soldi. Punto e basta. Tanto più aumenterà la massa di invenduto, tanto più scenderanno i prezzi.
Ci tengo a precisare che in una situazione come quella attuale, compratori e venditori non sono sullo stesso piano (il famoso "libero mercato"..tutte balle...): le persone che DEVONO comprare a tutti i costi (sfrattati, nuove famiglie, ecc) e che quindi possono ancora essere "strangolati", sono un numero decisamente inferiore a chi DEVE o VUOLE vendere. Intendo dire che, salvo esigenze particolari, molta gente che magari un tetto l'ha già, può tranquillamente rinviare l'acquisto della casa mentre quelli che vendono, di solito, lo fanno non per sport (non si svegliano alla mattina e dicono "che faccio oggi? Gita al lago o metto in vendita la casa"?)e COMUNQUE tenere un immobile invenduto e non affittato è fonte di costi non indifferenti (ICI elevata-visto che di solito non sono prime case-, spese condominiali, oneri straordinari ecc.., manutenzione...) che, dopo anni di mancata vendita, ne erodono il valore.

4) finche si potevano ottenere mutui ingenti (visti i tassi bassi che determinavano una"rata" di rimborso altrettanto bassa e quindi una magiore erogabilità), tutti avevano più soldi a disposizione e accettavano prezzi assurdi.
La riprova di ciò: negli anni 80, con i tassi al 10/12% quasi NESSUNO prendeva a mutuo 300.000.000 di lire, la rata di rimborso sarebbe stata assurdamente alta: chi aveva un tale redditto, ha fatto un'altra cosa: E' STATO IN AFFITTO AD EQUO CANONE PER ANNI (fate bene attenzione: l'equo canone è finito con la legge del 1998 e da allora sono pian piano esauriti i vecchi affitti...vedete come i tempi coincidono), ha accumulato il denaro e poi ha comprato con la liquidità messa da parte e/o con piccoli mutui. Conseguenza: i prezzi delle case sono restati bassi. Ma vi immaginate un bilocale nel 1988 a 350.000.000 di lire...????

Tutto ciò premesso, la grande colpa della politica è stata quella di non costruire più nulla o poco.
Sarebbe bastato determinare per legge che una quota complessiva del totale delle licenze edilizie concesse (esempio il 20 o il 30%) fosse di edilizia pubblica o privata convenzionata da destinare a determinate categorie di reddito.
Questo avrebbe deteriminato un naturale calmiere sul mercato, COME E' AVVENUTO IN GERMANIA, che, detto tra noi, non mi sembra certo un PAESE COMUNISTA...ma semplicemente uno stato che pensa di più al bene comune ed ai propri cittadini, visto che la casa E' UN BENE FONDAMENTALE, come il pane e l'acqua.
Anche in questo caso, faccio un esempio pratico.
Se prendete 10 coppie di giovani di reddito normale/medio (che, in Italia significa un complessivo netto di 2500 € in due al mese QUANDO VA MOLTO BENE e quindi un reddito netto annuale 30.000 €, sempre che non si tratti di precari o simili) se invece di farsi strozzinare da 10 venditori e da 10 mutui, almeno 3 o 4 di queste coppie avessero potuto accedere ad edilizia pubblica o convenzionata con costi bassi e mutui molto leggeri, solo i restanti 6 si sarebbero dovuti rivolgere al "libero mercato", con l'ovvia conseguenza che se ci sono solo 6 compratori ma ci sono 10 venditori, il compratore può giocare al ribasso, il venditore difficilmente può giocare al rialzo.
Io ho visto personalmente (in una delle poche iniziative di edilizia convenzionata a Bergamo di qualche anno fa) acquirenti che andavano in agenzie immobiliari e chiedevano il prezzo di appartamenti.
A fronte delle richeste già spropositate di allora, molti rispondevano "beh, ma allora vado a far domanda per il complesso qui di fronte in edilizia convenzionata".
Risultato: nel giro di 4 mesi, prezzi degli immobili nella zona ribassati del 30% (parlo per esperienza familiare diretta)SENZA NESSUNA BOLLA IMMOBILIARE SCOPPIATA. Poi, ovviamente, esauriti gli alloggi pubblici (peraltro molto curati e ben rifiniti), i prezzi delle case attorno sono tornati a risalire.

Anche in tali casi, per evitare speculazioni, basterebbe introdurre per legge un divieto di vendita sugli appartamenti acquistati in edilizia convenzioanta più rigido: esempio entro i primi tot anni si può rivendere, ma solo al medesimo prezzo di acquisto aumentato dell'inflazione.
Ovviamente, come sempre in Italia, si troverebbe il modo di farla franca, ma se solo ci fossero dei controlli seri...

Quindi, in sintesi, dove manca l'iniziativa di costruzione pubblica, i prezzi, gestiti esclusivamente da interessi privati (che, per definizione sono gli interssi di CHI VENDE, visto che difficilmente i compratori riescono a mettersi d'accordo e fare cartello) aumenteranno fino a scoppiare.
Al contrario, se la politica avesse gestito decentemente questo problema, il mercato si sarebbe dovuto adeguare: o almeno, molte persone avrebbero avuto la casa che oggi non possono permettersi.
Ed infatti è questo il vero nodo del problema: la politica deve valutare che quando un bene fondamentale come la casa AUMENTA SPROPOSITATAMENTE rispetto al reddito mensile, è ora di intervenire immettendo case ad un prezzo politico (ovviamente solo per le fasce più deboli). Il mercato resta libero -per i più ricchi- ma l'interesse pubblico è maggiormente tutelato.

Chiudo con una battuta, ma neppure tanto "battuta": se nei prossimi mesi ci saranno inziative politiche A FAVORE DEI VENDITORI / COSTRUTTORI / SPECULATORI /IMPRESARI VARI...è la volta buona che vado in piazza e non a mani nude...
Purtroppo credo che sarà così.




Applausi!!!

Aggiungerei soltanto che i nostri cari politici hanno lasciato campo libero alle banche, le quali sono state corree nella più colossale truffa economica a danno di cittadini italiani: ora che cominciano i problemi cercano vie per salvare capra (banche) e cavoli (polli).

Alla tua soluzione ce n'è una alternativa: emigrare proprio nella nazione che hai citato, che dovrebbe essere la più civile in Europa e smettere di dare soldi a coloro che li usano nei modi peggiori.

A proposito. Io sto cercando in giro, ma non riesco a trovare qualcosa che descriva chiaramente qual è il sistema di agevolazioni statali della Germania per le abitazioni, soprattutto edilizia residenziale pubblica e regolamentazione dei contratti di affitto.
Te hai qualcosa?
marco---
00sabato 23 agosto 2008 21:54
Ottimo post jago76!
Concordo in particolare modo sui punti 3 e 4, sul finale, purtroppo, penso che tu abbia ragione, e se andrà così sarà semplicemente scandaloso.

Marco
giulioc2
00sabato 23 agosto 2008 22:54
è cosi lungo il post che non so se lo leggerò.
fpsoft
00domenica 24 agosto 2008 11:09
Re:
jago76, 23/08/2008 12.38:

Anche in tali casi, per evitare speculazioni, basterebbe introdurre per legge un divieto di vendita sugli appartamenti acquistati in edilizia convenzionata più rigido: esempio entro i primi tot anni si può rivendere, ma solo al medesimo prezzo di acquisto aumentato dell'inflazione.



Questi limiti gia' ci sono: tipicamente fanno parte della convenzione tra acquirente ed il comune. In alcuni casi i limiti durano 198 anni (99 + 99).


jago76
00domenica 24 agosto 2008 11:13
Re: Re:
Applausi!!!

Aggiungerei soltanto che i nostri cari politici hanno lasciato campo libero alle banche, le quali sono state corree nella più colossale truffa economica a danno di cittadini italiani: ora che cominciano i problemi cercano vie per salvare capra (banche) e cavoli (polli).

Alla tua soluzione ce n'è una alternativa: emigrare proprio nella nazione che hai citato, che dovrebbe essere la più civile in Europa e smettere di dare soldi a coloro che li usano nei modi peggiori.

A proposito. Io sto cercando in giro, ma non riesco a trovare qualcosa che descriva chiaramente qual è il sistema di agevolazioni statali della Germania per le abitazioni, soprattutto edilizia residenziale pubblica e regolamentazione dei contratti di affitto.
Te hai qualcosa?




Mi sto documentando. tieni inoltre conto che in paesi come la Germania, la quota di case di proprietà è molto inferiore a quella italiana e l'affitto è molto più diffuso.
Inoltre (questo dato l'avevo sentito su una trasmissione di approfondimento, mi sembra Report di qualche mese fa), in alcune città, per ogni casa costruita e venduta privatamente, ne abbiamo una pubblica, di solito costruita e venduta (o affittata) dai comuni. Si parla quindi di un buon 45 / 50% di case "pubbliche". Cmq a breve spero di avere notizie più aggiornate.

jago76
00domenica 24 agosto 2008 11:23
Re: Re:
fpsoft, 24/08/2008 11.09:



Questi limiti gia' ci sono: tipicamente fanno parte della convenzione tra acquirente ed il comune. In alcuni casi i limiti durano 198 anni (99 + 99).




Attenzione a non fare confusione. Quello che tu menzioni è di solito riferito all'acquisto in diritto di superficie, con una durata della proprietà così acquistata (detta proprietà superficiaria) che dura 99 anni (o altra durata) e poi il tutto dovrebbe teoricamente tornare al comune (che, appunto, è rimasto proprietario del terreno).
Pero' tale situazione in Italia non si è mai verificata ed anzi, ad oggi, i comuni stanno invitando gli acquirenti a riscattare il diritto di superficie in piena proprietà per fare cassa. Il costo di una simile operazione si aggira circa sui 3-4000 € per un immobile del valore di 150.000 €.
Inoltre, salvo ulteriori limitazioni particolari, dopo tot anni, il bene acquistato in diritto di superficie è liberamente vendibile e al prezzo che vuoi, tanto l'acquirente sa che prima o poi potrà anche riscattarlo in piena proprietà.
Mi sembra che ci sia anche una legge specifica in materia che autorizza i comuni a farlo (non la ricordo a memoria adesso).
E' poi vero che, normalmente, insieme alle limitazioni poste dal diritto di superficie, ci sono anche limitazioni alla vendita.
Purtroppo sono a conoscenza della diffusa prassi che un venditore che costruisce in edilizia agevolata e con prezzi bloccati, si fa dare delle belle somme in nero(che è pure reato) per "agevolare" la pratica dell'acquirente.
Il problema, comunque, resta che le case per così dire "pubbliche" sono troppo poche.

fpsoft
00domenica 24 agosto 2008 15:30
Se si parla di edilizia convenzionata vale quanto scritto nella convenzione con il comune: tipicamente ci sono vincoli alla rivendita sia in caso di diritto di superficie che in caso di diritto di proprietà, altrimenti non sarebbe edilizia convenzionata.
fpsoft
00lunedì 25 agosto 2008 12:30
Re: Re: Re:
jago76, 24/08/2008 11.23:

Mi sembra che ci sia anche una legge specifica in materia che autorizza i comuni a farlo (non la ricordo a memoria adesso).



Legge 448/98 - Art.31 - Comma 45 (fa parte della Finanziaria 1999).

emmesselle
00lunedì 25 agosto 2008 14:10
La risposta della banca ...
Incredibile ma vero, guardate cosa ha detto il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Pietro Modiano:

www.borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=businessNews&storyID=2008-08-25T095915Z_01_LP596907_RTRIDST_0_OITBS-RISPARMIO-FAMIGLIE-MOD...

Siamo veramente alla follia.

Emmesselle
enx68
00lunedì 25 agosto 2008 14:47
Re: La risposta della banca ...
emmesselle, 25/08/2008 14.10:

Incredibile ma vero, guardate cosa ha detto il direttore generale di Intesa Sanpaolo, Pietro Modiano:

www.borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=businessNews&storyID=2008-08-25T095915Z_01_LP596907_RTRIDST_0_OITBS-RISPARMIO-FAMIGLIE-MOD...

Siamo veramente alla follia.

Emmesselle



CHE FENOMENO!!!!

Caro Dott. Modiano, (Direttore Gernerale di Intesa Sanpaolo)

il capo famiglia che conosco io NON è dotato di un'attività finanziaria, trattasi di un semplice dipendente da € 18.000 l'anno di reddito lordi ed è in possesso di un semplice diploma di scuola media superiore!!!!

E ricordi che di "molto sano" in un indebitamento non c'è proprio niente......

La mattina prima di prendere il caffè controlli se la quantità di grappa è superiore al normale consentito.....

[SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569]
emmesselle
00lunedì 25 agosto 2008 16:38
infatti ...
La borsa ha pagato bene queste dichiarazioni:

www.trend-online.com/?stran=izbira&p=irs&id=190094

Intressante, anche s equesto non è il topic giusto, vedere come Lufthansa sia interessata ad una accordo con Alitatlia; infatti oggi ha bruciato AF-KLM per Austrian Airlines.

Dopo Alitalia sta a FS, Toremar, ecc.

Emmesselle.
iverson1
00lunedì 25 agosto 2008 21:45
Re: Re: La risposta della banca ...
enx68, 25/08/2008 14.47:



CHE FENOMENO!!!!

Caro Dott. Modiano, (Direttore Gernerale di Intesa Sanpaolo)

il capo famiglia che conosco io NON è dotato di un'attività finanziaria, trattasi di un semplice dipendente da € 18.000 l'anno di reddito lordi ed è in possesso di un semplice diploma di scuola media superiore!!!!

E ricordi che di "molto sano" in un indebitamento non c'è proprio niente......

La mattina prima di prendere il caffè controlli se la quantità di grappa è superiore al normale consentito.....

[SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569] [SM=j7569]



è anche vero però che in termini assoluti qui non c'è paragone come debiti rispetto agli usa.
Gli unici debiti seri qui sono per la casa, e solo per chi l'ha acquistata dal 2002 in poi o è in procinto di acquistarla, e solo se si parla di città ... negli usa tanto per dirne una, solo per frequentare l'università sborsi senza tanti fronzoli non meno di 25000$ l'anno ...
nazionalsindacalista
00venerdì 29 agosto 2008 12:59
Caro Jago, purtroppo scopri l'acqua calda. Ovviamente condivido appieno. La Germania non è un paese comunista, ma un paese serio. La repubblica delle banane no. Qui gli oclocrati dell' Itagglia demmocratica antifacista nata dalla resistenza coincidono con i plutocrati, o ne sono i lacchè.
E' un dato di fatto incontestabile. A titolo di cronaca storica, sai chi ha fatto le case Popolari dello IACP e dell'ONC, i quartieri, allora per il popolo, della Grabatella e della Città Giardino a Roma?
E che architettura ragazzi! Mica le case popolari era come quelle tipo Corviale, splendido esempio di architettura sovietica fatto dal sindaco rosso Argan... già a suo tempo leccachiappe di Bottai.
I quartieri fatti in tutte le grandi città per operai, pubblici impiegati... perfino Le Corbusier, entusiasta dell'architettura littoria, chiese invano di poter partecipare alle progettazioni urbanistiche della nuova Italia (Italia, no Itagglia).
Interi poderi con case coloniche assegnati ai lavoratori nelle terre di bonifica: Littoria, Aprilia, Sabaudia, Pontinia, Pomezia, Carbonia, Mussolinia, in Libia e in Etiopia (anche per gli indigeni), in Sicilia, Puglia ecc. ecc. Sai chi aveva fatto la legge antesignana dell'equo canone (allora era un calmiere degli affitti, cui si aggiungeva la politica suddetta delle case popolari)? Indovina.
Queste sono cose che non vi dicono sui libri della vulgata resistenziale dell'Itagglia sedicente demmocratica. Ma è verità.
Rifletteteci, e scoprirete come il sitema si basi sulle menzogne fin dalla propria nascita. In fin dei conti questi sono i servi dello straniero, un'oligarchia asservita ma pagata con lo sfruttamento dei popoli oppressi.
ocy2001
00venerdì 29 agosto 2008 15:39
Re:
jago76, 23/08/2008 12.38:

Introduco questa nuova discussione per evidenziare una delle grandi cause, spesso sottovalutate, della bolla immobiliare e cioè l'assenza di una polita per la casa in Italia da molti anni, precisando che per "politica della casa" intendo, detto brutalmente, l'azione politica che costruisce e vende o affitta alloggi pubblici a prezzi fortemente calmierati a talune categorie di cittadini che posseggono determinati requisiti di reddito.
Andando con ordine, per capire l'enorme danno che l'assenza di tale politica ha determinato per l'Italia, premetto sinteticamente i principali aspetti dell'attuale situazione:
1) i prezzi sono esplosi negli ultimi anni e, salva la ciclicità del mercato e delle varie crisi che si sono succedute nel tempo (vedi anni 70, vedi primi anni 90 ecc...), dopo l'introduzione dell'Euro, la corsa, fino ad oggi, non si è più fermata e il livello è oramai insostenibile. (Vi ricordate che negli anni 80 e nei primi anni 90 con il famoso "miliardo di lire" ci compravi una villa e neppure piccola???)

2) ho già detto, in un altro post, che l'annunciata immissione sul mercato della vendita di tot case pubbliche attualmente detenute in locazione non so in quale misura potrà influenzare/accellerare l'attuale crisi. Si tratta infatti di immobili che, stando a quanto è successo finora, vengono sì venduti, ma di solito sono coloro che già ci abitano che li comprano. Questo determina che il numero effettivo di immobili immessi sul mercato a prezzi calmierati è molto inferiore al numero totale degli immobili dismessi. E' pur vero che gli inquini che acquistano l'immobile già occupato da loro sono persone che, di conseguenza, NON SI RIVOLGERANNO MAI AL MERCATO e quindi creeranno un effetto di mancata domanda più che di domanda a prezzi inferiori. Anche questo, in parte, può far scoppiare la bolla.

3) il vero crollo sarà determinato dalla gente che, semplicemente, non compra più perchè non ha soldi. Punto e basta. Tanto più aumenterà la massa di invenduto, tanto più scenderanno i prezzi.
Ci tengo a precisare che in una situazione come quella attuale, compratori e venditori non sono sullo stesso piano (il famoso "libero mercato"..tutte balle...): le persone che DEVONO comprare a tutti i costi (sfrattati, nuove famiglie, ecc) e che quindi possono ancora essere "strangolati", sono un numero decisamente inferiore a chi DEVE o VUOLE vendere. Intendo dire che, salvo esigenze particolari, molta gente che magari un tetto l'ha già, può tranquillamente rinviare l'acquisto della casa mentre quelli che vendono, di solito, lo fanno non per sport (non si svegliano alla mattina e dicono "che faccio oggi? Gita al lago o metto in vendita la casa"?)e COMUNQUE tenere un immobile invenduto e non affittato è fonte di costi non indifferenti (ICI elevata-visto che di solito non sono prime case-, spese condominiali, oneri straordinari ecc.., manutenzione...) che, dopo anni di mancata vendita, ne erodono il valore.

4) finche si potevano ottenere mutui ingenti (visti i tassi bassi che determinavano una"rata" di rimborso altrettanto bassa e quindi una magiore erogabilità), tutti avevano più soldi a disposizione e accettavano prezzi assurdi.
La riprova di ciò: negli anni 80, con i tassi al 10/12% quasi NESSUNO prendeva a mutuo 300.000.000 di lire, la rata di rimborso sarebbe stata assurdamente alta: chi aveva un tale redditto, ha fatto un'altra cosa: E' STATO IN AFFITTO AD EQUO CANONE PER ANNI (fate bene attenzione: l'equo canone è finito con la legge del 1998 e da allora sono pian piano esauriti i vecchi affitti...vedete come i tempi coincidono), ha accumulato il denaro e poi ha comprato con la liquidità messa da parte e/o con piccoli mutui. Conseguenza: i prezzi delle case sono restati bassi. Ma vi immaginate un bilocale nel 1988 a 350.000.000 di lire...????

Tutto ciò premesso, la grande colpa della politica è stata quella di non costruire più nulla o poco.
Sarebbe bastato determinare per legge che una quota complessiva del totale delle licenze edilizie concesse (esempio il 20 o il 30%) fosse di edilizia pubblica o privata convenzionata da destinare a determinate categorie di reddito.
Questo avrebbe deteriminato un naturale calmiere sul mercato, COME E' AVVENUTO IN GERMANIA, che, detto tra noi, non mi sembra certo un PAESE COMUNISTA...ma semplicemente uno stato che pensa di più al bene comune ed ai propri cittadini, visto che la casa E' UN BENE FONDAMENTALE, come il pane e l'acqua.
Anche in questo caso, faccio un esempio pratico.
Se prendete 10 coppie di giovani di reddito normale/medio (che, in Italia significa un complessivo netto di 2500 € in due al mese QUANDO VA MOLTO BENE e quindi un reddito netto annuale 30.000 €, sempre che non si tratti di precari o simili) se invece di farsi strozzinare da 10 venditori e da 10 mutui, almeno 3 o 4 di queste coppie avessero potuto accedere ad edilizia pubblica o convenzionata con costi bassi e mutui molto leggeri, solo i restanti 6 si sarebbero dovuti rivolgere al "libero mercato", con l'ovvia conseguenza che se ci sono solo 6 compratori ma ci sono 10 venditori, il compratore può giocare al ribasso, il venditore difficilmente può giocare al rialzo.
Io ho visto personalmente (in una delle poche iniziative di edilizia convenzionata a Bergamo di qualche anno fa) acquirenti che andavano in agenzie immobiliari e chiedevano il prezzo di appartamenti.
A fronte delle richeste già spropositate di allora, molti rispondevano "beh, ma allora vado a far domanda per il complesso qui di fronte in edilizia convenzionata".
Risultato: nel giro di 4 mesi, prezzi degli immobili nella zona ribassati del 30% (parlo per esperienza familiare diretta)SENZA NESSUNA BOLLA IMMOBILIARE SCOPPIATA. Poi, ovviamente, esauriti gli alloggi pubblici (peraltro molto curati e ben rifiniti), i prezzi delle case attorno sono tornati a risalire.

Anche in tali casi, per evitare speculazioni, basterebbe introdurre per legge un divieto di vendita sugli appartamenti acquistati in edilizia convenzioanta più rigido: esempio entro i primi tot anni si può rivendere, ma solo al medesimo prezzo di acquisto aumentato dell'inflazione.
Ovviamente, come sempre in Italia, si troverebbe il modo di farla franca, ma se solo ci fossero dei controlli seri...

Quindi, in sintesi, dove manca l'iniziativa di costruzione pubblica, i prezzi, gestiti esclusivamente da interessi privati (che, per definizione sono gli interssi di CHI VENDE, visto che difficilmente i compratori riescono a mettersi d'accordo e fare cartello) aumenteranno fino a scoppiare.
Al contrario, se la politica avesse gestito decentemente questo problema, il mercato si sarebbe dovuto adeguare: o almeno, molte persone avrebbero avuto la casa che oggi non possono permettersi.
Ed infatti è questo il vero nodo del problema: la politica deve valutare che quando un bene fondamentale come la casa AUMENTA SPROPOSITATAMENTE rispetto al reddito mensile, è ora di intervenire immettendo case ad un prezzo politico (ovviamente solo per le fasce più deboli). Il mercato resta libero -per i più ricchi- ma l'interesse pubblico è maggiormente tutelato.

Chiudo con una battuta, ma neppure tanto "battuta": se nei prossimi mesi ci saranno inziative politiche A FAVORE DEI VENDITORI / COSTRUTTORI / SPECULATORI /IMPRESARI VARI...è la volta buona che vado in piazza e non a mani nude...
Purtroppo credo che sarà così.



Tutto giusto. Ma l'assenza di una politica della casa non è stata casuale. Pochi che si spartiscono la torta!
Come nel turismo.......Secondo voi perchè l'offerta è così scarsa e poco diferenziata in Italia nonostante siamo il paese con un patrimonio culturale e paesaggistico che tutto il mondo ci invidia?!?
Come mai la Spagna ha 60 milioni di turisti all'anno, con una politica del turismo gestita unitariamente e l'Italie meno di 40 milioni?!?

Non vi dimenticate la connivenza tra politica e i più grandi contruttori!

Giusto un appunto al tuo punto 2!
In passato la svendita del patrimonio immobiliare degli enti pubblici (INPS, INPDAP, etc.) è servito per alimentare la speculazione!
Immobili comprati a 2 lire (in senso letterale) e poi rivendute a prezzi stellari!!!
Per non parlare dei criteri di assegnazione di questi immobili all'epoca e delle mazzette per ottenere questi affitti!
La "case popolari" non erano certo solo quelle del serpentone....ma tante anche a Prati, Aventino, Monteverde, etc!

Quindi, l'affittuario che acquista a prezzi stracciati poi alimenta il mercato "delle figurine" come è stato chiamato qui: vende per riacquistare, disposto a comprare a prezzi gonfiati perchè ha venduto a prezzi stratosferici!
Non credere, in molti casi questi appartamenti non erano affatto dati a persone bisognose, tutt'altro!




nazionalsindacalista
00venerdì 29 agosto 2008 16:19
Re: Re:
ocy2001, 29/08/2008 15.39:



La "case popolari" non erano certo solo quelle del serpentone....ma tante anche a Prati, Aventino, Monteverde, etc!




Queste però erano riservate agli oligarchi con relative clientele e parentele...



ocy2001
00venerdì 29 agosto 2008 16:51
Re: Re: Re:
nazionalsindacalista, 29/08/2008 16.19:



Queste però erano riservate agli oligarchi con relative clientele e parentele...







Esatto! Be', magari non sempre, qualche vecchietta ci sarà stata pure...pero' comunque la svendita di quelle case (ed erano tante!) ha contribuito alla bolla!
Se ti trovi con un capitale aumentato del 300% senza aver mosso dito, è ovvio che sei disposto a comprare a prezzi gonfiati!
Magari aggiungendoci sopra 50k-100k di mutuo a tasso basso!
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