Effetto Imu: crolla del 20% il valore degli immobili

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marco---
00mercoledì 18 aprile 2012 21:33
Ringraziando pax2you per questa segnalazione

Effetto Imu: crolla del 20% il valore degli immobili (Fonte: romatg24.it - 18/04/2012)

ROMA, 18 Aprile – Il Censis lo dichiara: “ Per far fronte alla nuova tassazione le famiglie venderanno le seconde case”, entro la fine dell’anno i valori delle case saranno ridotti del 20% con picchi fino al 50%. Il dato è stato comunicato dal direttore generale Censis Giuseppe Roma, durante la presentazione dell’Outlook, le famiglie italiane, quindi prima di dicembre mese in cui inizieremo a pagare l’Imu cominceranno a liberarsi prima di tutto delle seconde case, prima di andare ad intaccare le loro ricchezze.
Roma nel corso dell’incontro ha aggiunto: “l’Imu insieme alla rivalutazione del 60% degli estimi, sono i veri problemi che peseranno sulle tasche delle famiglie italiane le quali, per far fronte all’ulteriore pressione fiscale, prima di intaccare i risparmi ricorreranno alla messa in vendita delle seconde case e questo farà crollare per la prima volta dopo i decenni il prezzo degli immobili”. Continua definendo “un’idrovora” la necessità di risorse chieste dallo Stato e dalla pubblica amministrazione mentre le famiglie si stanno trasformando “da soggetto consumatore a soggetto benefattore che fa fronte alle molte mancanze dello stato sociale. Non si può continuare perennemente in questo modo, occorre ridurre la pressione fiscale altrimenti l’asino con troppi pesi sulla schiena finirà per schiantarsi”.
A febbraio 2012, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la produzione nelle costruzioni è già crollata del 20,3%. Viene comunicato dall’Istat precisando che il calo è ancora peggiore pari al -23%.

Effetto IMU la fine del sogno del mattone (Apprescindere - Rai 3 03/05/2012 ore 11:00)


Vedi anche: Adoc: "per effetto Imu entro dicembre case svalutate del 35%" (Fonte: monitorimmobiliare.it - 20/04/2012)
laplace77
00giovedì 19 aprile 2012 14:40
Re: Entro la fine dell’anno i valori delle case saranno ridotti del 20% con picchi fino al 50%...
marco---, 18/04/2012 21.33:

Ringraziando pax2you per questa segnalazione

Effetto Imu: crolla del 20% il valore degli immobili (Fonte: romatg24.it - 18/04/2012)

ROMA, 18 Aprile – Il Censis lo dichiara: “ Per far fronte alla nuova tassazione le famiglie venderanno le seconde case”, entro la fine dell’anno i valori delle case saranno ridotti del 20% con picchi fino al 50%. Il dato è stato comunicato dal direttore generale Censis Giuseppe Roma, durante la presentazione dell’Outlook, le famiglie italiane, quindi prima di dicembre mese in cui inizieremo a pagare l’Imu cominceranno a liberarsi prima di tutto delle seconde case, prima di andare ad intaccare le loro ricchezze.
Roma nel corso dell’incontro ha aggiunto: “l’Imu insieme alla rivalutazione del 60% degli estimi, sono i veri problemi che peseranno sulle tasche delle famiglie italiane le quali, per far fronte all’ulteriore pressione fiscale, prima di intaccare i risparmi ricorreranno alla messa in vendita delle seconde case e questo farà crollare per la prima volta dopo i decenni il prezzo degli immobili”. Continua definendo “un’idrovora” la necessità di risorse chieste dallo Stato e dalla pubblica amministrazione mentre le famiglie si stanno trasformando “da soggetto consumatore a soggetto benefattore che fa fronte alle molte mancanze dello stato sociale. Non si può continuare perennemente in questo modo, occorre ridurre la pressione fiscale altrimenti l’asino con troppi pesi sulla schiena finirà per schiantarsi”.
A febbraio 2012, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, la produzione nelle costruzioni è già crollata del 20,3%. Viene comunicato dall’Istat precisando che il calo è ancora peggiore pari al -23%.




beh, confcommercio non dovrebbe essere un amico del mattone, per
- gli affitti che pagano per i negozi
- il calo di consumi causa rate da pagare (oltre a quello per la crisi)
quindi potrebbero aver esagerato, ma sicuramente sono tra i pochi che non hanno vantaggi/obblighi a taroccare i dati.

l'IMU e' cmq piu' che altro un trigger psicologico,
per un paese che era fino a ieri un paradiso fiscale per il mattone,
e in cui pur di non pagare le tasse si fa di tutto...

[SM=g1750163]

vi ricordate le polizze vita?
sono una forma di investimento come tante...
io mi ricordo che le pubblicizzavano cosi':
"rendimento garantito del 19% minimo
(scaricate dalle tasse il 19% del premio versato)"


al link si dice:


Perchè la detrazione fiscale delle polizze vita è uno specchietto per le allodole?
Spesso la gente mantiene in essere vecchie polizze vita, soprattutto quelle sottoscritte prima del 31/12/2000, perchè ritiene vantaggioso il fatto di poter "scaricare" dalle tasse il 19% del premio versato, fino al vecchio tetto di £ 2.500.000 (oggi 1291,14 €).

In realtà pochi sanno che tale beneficio diminuisce mano a mano che passa il tempo, per effetto dell'incidenza delle commissioni di gestione che si applicano alla somma dei premi complessivamente versati, che nel tempo tendono ad annullare e addirittura a superare l'importo del beneficio stesso.



non so se capite il nesso, l'analogia...

[SM=g2594223]



PS: l'hanno postato/riportato su FOL/idealista?
si sono scatenati i soliti flame??

[SM=g9128]


dgambera
00giovedì 19 aprile 2012 14:51
Ed ecco un parere che condivido in pieno

Immobiliare Italia, i guru e i Maya

Riceviamo dal collega Carlo Hammer e pubblichiamo per dovere di cronaca:


"Ci risiamo. Il settore immobiliare è in crisi, questo lo sanno tutti, ma proprio tutti. La crisi picchia sul morale e (dicono i maligni) pure sulla lucidità di analisi. E i risultati si vedono: in un giorno, mercoledì 18 aprile, anno domini 2012, si rincorrono e si accavallano due dichiarazioni sul mercato immobiliare di opposto segno, entrambe di autorevoli e blasonati guru, entrambe (ahimé) sbagliate, anzi come si dice in Lombardia clamorosamente "cannate".


Apre le ostilità il Censis, che prevede entro fine anno un crollo dei prezzi del 20%, con punte oltre il 50%. Come si vede son numeroni, scenari degni di "2012", film catastrofistico sulla fine del mondo secondo la profezia Maya. Proseguendo nelle dichiarazioni di Giuseppe Roma, direttore del Censis, ci si imbatte poi in una perla: "Nonostante la crisi i prezzi delle case finora hanno tenuto: l’Agenzia del territorio indica che nel periodo 2004-2008 i valori hanno registrato un aumento del 28%; dal 2008 al 2011 si sono mantenuti stabili o in leggera flessione (-3%) nonostante i volumi delle transazioni in forte calo".


Non faccio in tempo a riprendermi da questo 1-2, che arriva la smentita di Giuseppe Breglia di Scenari Immobiliari: "Sicuramente non si avranno cali dei prezzi, se non per piccole percentuali". Insomma, Breglia si collocherebbe nella schiera dei "ritocchisti", quelli del ritocco, lieve calo, aggiustamento, plafonamento dei prezzi. La banda degli occhiali rosa insomma: tutto va bene, solo un piccolo assestamento, tranquilli che alla fine arriva il Settimo Cavalleggeri degli investitori stranieri che salveranno il mercato comprando il mattone-Italia a mani basse.


Sbagliano entrambi: Breglia che fa il giap sull''isola deserta, "i prezzi non caleranno, lunga vita all''Imperatore"; Roma del Censis invece parte dalla bufala catastale che dal 2008 a oggi i valori abbian perso un misero 3%, e allora certo che poi prevede cali di almeno il 20%. In realtà il calo dei valori dal 2007 ad oggi è già stato del 30% almeno, incorporando e derubricando ad illusione ottica la sua apocalittica previsione. Meravigliosa la chicca finale del Censis, "si tornerà ai valori del 2005": cavolo, i proprietari lo fanno santo subito. Peccato che non è vero: mio cugino ha saputo dalla sua portinaia che si tornerà ai livelli di prezzo del 2002-2003"
.
marco---
00giovedì 19 aprile 2012 14:58
Verso la Bancarotta: Gli Evasori Fiscali Italiani Smettono di Comprare il Bilocale (-20% l’Indice delle Costruzioni) (Fonte: oknotizie.virgilio.it - 19/04/2012)

Pare dunque che gli Evasori Fiscali Italiani abbiano smesso di riciclare i soldi neri (nerissimi!) nel mattone. Essi si sono messi tutti d’accordo e con un colpo di mano hanno cominciato a riciclare soldi neri ed evadere le tasse in tutto il Nord Europa. I tedeschi, come ben potete immaginare, sono preoccupatissimi del flusso di capitali (neri) che proviene dall’italia.
E’ uno scandalo, un complotto, una montatura.
Gli effetti sul settore delle costruzioni non si sono fatti attendere ecco alcuni grafici che visualizzano l’evento (legenda più in fondo):
Partiamo dall’indice sintetico creato dall’ISTAT con base 100 nel 2005. Tradotto significa che se nel 2005 si spendeva 100 per costruire, a febbraio 2012 abbiamo speso 76!!!



Ora andiamo a vedere gli indici congiunturali e tendenziali:




Dati corretti per gli effetti di calendario: dati depurati, tramite apposite tecniche statistiche, della componente attribuibile agli effetti del diverso numero di giorni di lavoro presenti nei singoli periodi dell’anno (mesi o trimestri), della presenza di festività mobili (festività pasquali) e dell’anno bisestile. Tali dati si utilizzano in particolare per calcolare le variazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (variazioni tendenziali). Tuttavia, essi possono fornire indicazioni di un qualche interesse anche nella comparazione tra medie annue.

Dati destagionalizzati: dati depurati, tramite apposite tecniche statistiche, della componente stagionale; questa è costituita dalle fluttuazioni che si ripetono di anno in anno con sufficiente regolarità e che dipendono da condizioni climatiche, consuetudini sociali (quali quelle relative al concentrarsi delle ferie in particolari periodi dell’anno) o specifiche pratiche istituzionali e amministrative. Questa trasformazione dei dati è la più idonea a cogliere l’evoluzione congiunturale di un indicatore.

Giorni lavorativi di calendario: giorni di calendario del mese diminuiti dei sabati, domeniche e festività civili e religiose nazionali.
Indice della produzione nelle costruzioni: numero indice che misura la variazione nel tempo della produzione del settore.

Variazione congiunturale: variazione percentuale rispetto al mese o periodo precedente.

Variazione tendenziale: variazione percentuale rispetto allo stesso mese o periodo dell’anno precedente.

Considerazione finale

Come ha ben evidenziato Giovanni Baudo nei commenti al suo ottimo post sui dati previsionali Censis (da -20% a -50% i prezzi degli immobili nel 2012), le notizie non arrivano al grande pubblico per caso. Temo che come si dice a Napoli, chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto.
Tradotto chi ha venduto gli immobili che poteva vendere è salvo, chi se li è tenuti è fottuto. Si prepari a farsi spennare dal governo e vedersi crollare in faccia il prezzo dell’amato mattone. Il gioco del cerino è finito.
Può darsi che sia ancora possibile piazzare qualche vendita a prezzi “alti”, cioè a prezzi già ribassati ma abbastanza simili a quelli di un paio di anni fa. Io se ancora avessi uno sgabuzzino in eccesso andrei di corsa dall’agenzia immobiliare e per buon peso andrei in chiesa ad accendere un paio di ceri al Santo di turno.
dgambera
00giovedì 19 aprile 2012 16:24
Eccolo il post di Giovanni Baudo... lo condivido pienamente .... e consiglio di leggere anche i commenti

L’immobiliare: RC è sempre un passo avanti!

Oggi è stata data una notizia al TG1. Vi chiederete: è veramente riuscito a dare una notizia il TG1? No, effettivamente riporta appena quanto detto dal Censis, i cui studi prevedono un crollo dei prezzi degli immobili del 20% con punte del 50%.

Questo è l’articolo che trovate su internet e citato senza cambiare una virgola con tanto di grafica dal TG più importante del Nostro Paese:



Fermo restando che quanto dice il presidente del Censis, Giuseppe Roma, è stato scritto e riscritto decine di volte su Rischio Calcolato e su molti altri blog non sussidiati. Dove, a differenza del TG1, la verità arriva prima e senza ritocchi di makeup.

Quindi la notizia in se stessa non deve sconvolgerci, è nè più nè meno di quanto previsto sulle pagine di RC. Quello che invece deve farci riflettere è il fatto che se la notizia è arrivata al TG1, ossia al grande pubblico, ossia al “parco buoi”, significa che gran parte (se non tutti) i cerini che dovevano passare di mano sono oggi nelle mani di chi si deve bruciare (ustionare) le dita.

Credo che nel prossimo futuro vedremo fiumi di annunci/spot come questo sui media sussidiati. Quando il parco buoi preso dal panico venderà di tutto a 2 lire, ops 2 euro, sarà il momento di prendere una prima, seconda e terza casa a sconto. Ma non spingete, c’è tempo, c’è molto tempo. Deve palparsi la disperazione attraverso il vostro schermo LCD, quindi accomodatevi e buona visione.

Alla prossima!
marco---
00venerdì 20 aprile 2012 00:05
Re:
dgambera, 4/19/2012 4:24 PM:

...Quindi la notizia in se stessa non deve sconvolgerci, è nè più nè meno di quanto previsto sulle pagine di RC. Quello che invece deve farci riflettere è il fatto che se la notizia è arrivata al TG1, ossia al grande pubblico, ossia al “parco buoi”, significa che gran parte (se non tutti) i cerini che dovevano passare di mano sono oggi nelle mani di chi si deve bruciare (ustionare) le dita.

Credo che nel prossimo futuro vedremo fiumi di annunci/spot come questo sui media sussidiati. Quando il parco buoi preso dal panico venderà di tutto a 2 lire, ops 2 euro, sarà il momento di prendere una prima, seconda e terza casa a sconto. Ma non spingete, c’è tempo, c’è molto tempo. Deve palparsi la disperazione attraverso il vostro schermo LCD, quindi accomodatevi e buona visione.

Alla prossima!

Quoto in particolare quanto evidenziato, una verità del tutto evidente ossia lo sgonfiamento totale della bolla immobiliare, ora non vi sono dubbi! [SM=g6963]
(sylvestro)
00venerdì 20 aprile 2012 17:02
ci si mette anche l'Adoc [SM=g1750865]
(con la sua percentuale personalizzata [SM=g6942]



Adoc: “per effetto Imu entro dicembre case svalutate del 35%"

20/04/2012

Continua la scia di previsioni in negativo sull’effetto che l’ Imu potrà avere sul valore degli immobili.

Dopo i dati Censis sul deprezzamento degli immobili, anche l’Adoc- Associazione difesa e orientamento dei consumatori evidenzia come la nuova tassa sulla casa potrebbe incidere in negativo sul mercato immobiliare.


“L'effetto Imu - afferma il presidente dell'Adoc, Carlo Pileri (foto)- potrebbe portare ad una svalutazione del 18% degli immobili per abitazione e del 30% degli immobili per usi commerciali a partire da giugno, mentre a dicembre si prevede una svalutazione, rispetto al 2011, del 35% delle abitazioni e del 40% degli immobili commerciali”.

“L'Imu – continua Pileri -avrà un effetto devastante per le famiglie che hanno investito i propri risparmi nella casa, perdendo una fetta importante di risparmio ma ancora più grave sarà la situazione per tutti coloro che hanno contratto mutui, dato che continueranno a pagare le rate per un valore complessivo dell'immobile fortemente deprezzato rispetto al valore originario”.

Secondo l'Adoc la situazione sarà preoccupante anche per le banche e gli istituti di credito: “Il tanto forte quanto prevedibile deprezzamento degli immobili -continua l'associazione- comporterà il rischio, se i mutui non saranno pagati a causa del peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie, di trovarsi immobili da vendere ad un prezzo inferiore al capitale che le banche hanno anticipato.

Questa situazione sarebbe parallela a quella che nel 2010 ha portato al crack finanziario negli Usa”.

L'Adoc rimarca, quindi che “una delle conseguenze possibili potrebbe essere un aumento dell'8% delle insolvenze nel 2013» e pertanto l'associazione chiede all'Abi di convocare con urgenza un tavolo di confronto al fine di individuare soluzioni idonee di sostegno alle famiglie e alle imprese in difficoltà economica conclude”.
marco---
00venerdì 20 aprile 2012 17:19
Ottimo... ma che piacere! [SM=g1750865]
L'impatto di un TG nazionale è notevole, sul fronte prezzi nei prossimi mesi sarà un vero e proprio massacro, poi alcune notizie fanno tanto bene al nostro forum, di seguito gli accessi negli ultimi 2 mesi! [SM=g6957]

dgambera
00venerdì 20 aprile 2012 17:34
Re:
marco---, 4/20/2012 5:19 PM:

Ottimo... ma che piacere! [SM=g1750865]
L'impatto di un TG nazionale è notevole, sul fronte prezzi nei prossimi mesi sarà un vero e proprio massacro, poi alcune notizie fanno tanto bene al nostro forum, di seguito gli accessi negli ultimi 2 mesi! [SM=g6957]





Sì... c'è stata un'impennata pazzesca ovunque... secondo me la gente si mette a cercare su internet appena sente le notizie in TV, segno che ormai il vero mainstream è il web. [SM=g1749711]
marco---
00venerdì 20 aprile 2012 18:29
Re: Re:
dgambera, 4/20/2012 5:34 PM:

Sì... c'è stata un'impennata pazzesca ovunque... secondo me la gente si mette a cercare su internet appena sente le notizie in TV, segno che ormai il vero mainstream è il web. [SM=g1749711]

Esattamente, digitando le sole parole "calo prezzi" notare Google cosa suggerisce in terza posizione... [SM=g6963]

marco---
00domenica 22 aprile 2012 10:31
Fiaip: la previsione del Censis con il crollo dei prezzi al 50% è una “boutade” (Fonte: bologna.fiaip.it - 19/04/2012)

Righi: "Il mercato della casa è un mercato sicuro, non vi è alcun rischio subprime"

Così Paolo Righi, Presidente Nazionale Fiaip intervenendo oggi su TgCom 24 nel corso di uno speciale di approfondimento sul mercato immobiliare intitolato “Crolla la Casa”...

...Ad una domanda sulle compravendite immobiliari [SM=g1749697] Righi ha sottolineato come: “ i cittadini debbono valutare con grande attenzione l’investimento immobiliare perché nel corso degli anni il mattone ha sempre garantito un vero risparmio per molte famiglie italiane e l’investimento è stato sempre premiato nel corso degli anni. Viceversa, ha ribadito il presidente Fiaip , coloro che hanno investito nel settore finanziario, senza una adeguata conoscenza, si sono ritrovati spesso coinvolti in veri e propri fallimenti, come ad esempio nel caso di Parmalat, Cirio o dei bond argentini”...

La dichiarazione del Censis ha fatto tremare i polsi a molti soggetti e così, eccoli pronti a smentire tutto e pronti a proporre questa volta sì la vera bufala, e cioè che il mattone non tradisce mai. E' del tutto evidente come il signor Righi abbia trovato alcune difficoltà nel tranquillizzare le persone di fronte al grafico relativo alle compravendite immobiliari... [SM=g6963]

Vedi anche:
L'immobiliare che tradisce
I cicli del mercato immobiliare - dati e grafici

marco---
00lunedì 23 aprile 2012 15:02
Imu e bolla immobiliare è la fine del mattone? (Fonte: repubblica.it - di Adriano Bonafede e Marco Panara - 23/04/2012)

Con la crisi del mattone se ne va forse l’ultima illusione degli italiani. Quella di avere un approdo sicuro per i propri risparmi, un rifugio contro qualsiasi tempesta. Dopo il calo dei redditi reali, ora anche la casa, tra Imu e fine della "bolla", comincia a diventare fonte di preoccupazione. La colpa viene adesso addossata all’Imu, un’imposta molto più pesante (soprattutto sulle seconde case) della precedente Ici. Imu che, secondo il direttore del Censis Giuseppe Roma, potrebbe portare a un calo dei prezzi del 20 e in alcuni casi del 50 per cento. Un’affermazione azzardata si sono subito affrettati a controbattere un po’ tutti gli operatori e non suffragata da dati scientifici. Ma forse Roma voleva solo lanciare un allarme, avvertire sulle possibili conseguenze di una nuova tassa che va a colpire un settore già in grave affanno per conto suo.
E certo, a guardare i dati elaborati dall’Ance, l’associazione dei costruttori, non c’è da stare allegri. Gli investimenti in abitazioni in Italia sono precipitosamente scesi a partire dalla fine del 2007 e sono adesso tornati ai livelli che avevano nel 2000; in cinque anni (2008-2012) il livello degli investimenti in costruzioni (tutti i comparti) "si è ridotto del 40,4 per cento in termini reali". Segno meno a due cifre per ogni segmento: abitazioni 18,6, nuove case 40,4, non residenziale 29,5, con la parte privata che vede un 23,3 e quella pubblica 37,2 per cento.
L’unico segmento che ancora si salva (forse grazie alla detrazione fiscale del 36 per cento) è quello della manutenzione straordinaria (più 6,3 per cento negli ultimi cinque anni), che però è il segno tangibile di una ritirata nell’ultima trincea rimasta, quella della propria abitazione.
Il numero di compravendite, dopo aver raggiunto il picco di 869 mila, è rapidamente sceso di oltre il 30 per cento e nel 2012, secondo l’Ance, dovrebbe attestarsi sotto la fatidica soglia dei 600 mila. Di fatto siamo tornati ai livelli di quattordici anni fa, prima dell’inizio del boom.
Di fronte a questa crisi generale di investimenti e compravendite, i prezzi, finora, hanno resistito abbastanza bene. Non c’è stata nessuna brusca caduta, come in altri paesi dove la bolla immobiliare era stata ben più pronunciata come in Spagna e in Irlanda. Rispetto ai picchi di prezzo raggiunti nel primo semestre del 2008, "nelle grandi città si legge nell’ultima nota dell’Ance la riduzione media dei prezzi delle abitazioni è stata dell’8,6 per cento". Non molto, anche se per la verità in termini reali siamo già a un meno 14 per cento. Poi, naturalmente, le situazioni sul territorio italiano sono molto variegate. «Le grandi città dice Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme hanno resistito meglio delle aree di provincia. Il Sud in generale è andato peggio del Nord».
Ma il punto è un altro. Anche in passato ci sono state crisi immobiliari. La domanda che però aleggia in questo momento nel nostro paese è però un’altra: stavolta sarà diverso? È cambiato o cambierà qualcosa in modo strutturale? Difficile dare una risposta. Ma una chiave di lettura la dà Bellicini: «Il motore del cambiamento è la perdita strutturale della capacità di produrre reddito nel paese. Guardiamo a cosa è accaduto negli ultimi 1820 anni. Fino al 1995, secondo i dati della Banca d’Italia, l’indebitamento delle famiglie per l’acquisto della casa era molto basso. Nella fase successiva, quella del boom, il reddito ha continuato a crescere poco ma c’è stata una grande disponibilità di credito facile, che ha innescato un ciclo immobiliare molto positivo. In quella fase chiunque comprasse qualsiasi immobile vedeva rivalutarselo sotto gli occhi. Poi, a partire dalla seconda metà del 2006 le cose si sono progressivamente deteriorate. Non è strano che il mercato immobiliare, che è quello che nello scorso decennio è cresciuto di più, è anche quello che adesso soffre di più».
Un grafico (pubblicato in pagina) mostra chiaramente come i prezzi delle abitazioni siano aumentati, a partire dal 2001, ben più sia dei salari sia del pil sia dell’inflazione. Detto in altre parole, i prezzi delle case a un certo punto sono partiti per la tangente. Ma dal nulla non si crea nulla, almeno secondo la fisica tradizionale. Il che vuol dire che quel boom dei prezzi dovrà essere riassorbito con un lento movimento discendente che riavvicini i valori al pil e ai salari. La discesa è iniziata nel 2007 ma non sembra ancora finita. Anche perché, in questa fase, il reddito disponibile tende a scendere per effetto delle correzioni in atto nei conti pubblici, che portano un forte aumento della pressione fiscale.
A preoccupare gli operatori è il fatto che non s’intraveda in questo momento alcuna via di fuga. Tutti i fattori negativi ruotano insieme in un vortice depressionario. «La situazione è molto complessa dice Valter Mainetti, fondatore e amministratore delegato di Sorgente, un’sgr specializzata in fondi immobiliari per investitori istituzionali Sono sempre stato molto ottimista ma stavolta lo sono meno. Certo, prima o poi questo vento di tempesta passerà, ma chissà fra quanto. Ora sono troppi gli elementi che per una serie di circostanze operano tutti contro una ripresa del mattone: gli immobili sono tartassati; le famiglie vedono ridursi il reddito; mancano gli acquirenti istituzionali: gli enti di previdenza, che finora sono stati tra i principali investitori, sono al centro di una tempesta giudiziaria e forse di una possibile riforma; gli stranieri se ne sono andati; una serie di riforme con effetto retroattivo, prima di Tremonti ma avvalorate poi anche da Monti, hanno disorientato gli operatori.
Tanto per far capire, noi adesso stiamo raccogliendo denaro estero su estero con le nostre sgr londinese e lussemburghese. In Italia staremo fermi per almeno un anno».
Il crollo del mattone preoccupa non soltanto i costruttori e le famiglie, che potrebbero veder ridurre il valore della propria ricchezza, ma molti altri soggetti economici, in effetto "demoltiplicativo" di vasta portata nell’economia italiana. «Le costruzioni dice Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance hanno la filiera produttiva più lunga: ha a che fare con l’80 per cento dei settori economici italiani: dal cemento e dal calcestruzzo ai laterizi, dalla tecnologia (caldaie, climatizzazione, domotica) al legno e all’arredamento. C’è inoltre un’importante filiera, quella dell’efficienza energetica, che punta a usare tecniche progettuali avanzate. Né bisogna dimenticare la progettistica. È per questo che si è sempre detto che se l’edilizia va, tutto va. Del resto, è proprio nelle costruzioni che si ha un effetto sull’indotto più alto: ogni miliardo di investimenti in questo settore genera una ricaduta sugli altri settori pari a 3,37 miliardi».
La crisi della casa è accentuata anche dalle banche, che oggi preferiscono centellinare i mutui perché non hanno sufficiente raccolta a medio lungotermine. Ma ciò, da un altro punto di vista, le impoverisce, perché i redditi ricavabili dai mutui scendono. Inoltre, le banche sono state le prime a essere colpite dalla crisi del mattone, esplosa inizialmente con la rovinosa caduta degli immobiliaristi come Zunino, Coppola, Statuto, Ricucci, e si sono dovute accollare in un modo o nell’altro buona parte dei loro beni.
Come si vede in questo momento la ruota della fortuna gioca per il mattone in senso contrario. E poi, il governo ha messo un ulteriore carico sulla casa con l’Imu. L’effetto sarà così disastroso come preconizza il Censis? «Non credo dice Valerio Angeletti, presidente della Fimaa, la federazione degli agenti immobiliari. Certo, non è una tassa che incoraggi gli investimenti ma chi può credere che tutti si metteranno a vendere perché devono pagarla? Manca però qualsiasi politica a favore della casa e gli operatori soffrono tutti. Per noi il calo degli affari è stato in media del 30 per cento».
Ma c’è chi sostiene che l’Imu fa bene, anzi che avrebbe dovuto essere più alta. «In Italia dice Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università di Trento le imposte sono spostate troppo sul reddito e poco sul patrimonio. Il governo Monti avrebbe dovuto alzare ancora le aliquote e con il maggior reddito finanziare uno sgravio fiscale per i redditi più bassi».


marco---
00mercoledì 25 aprile 2012 17:04
Immobiliare: esperti bocciamo previsioni Censis (MF) (Fonte: borsaitaliana.it - 25/04/2012)

MILANO (MF-DJ)Gli esperti [SM=g1749697] bocciano come inconsistenti, generiche e antistoriche le cupe previsioni sul futuro del mercato immobiliare fatte dal Censis, che prevede un autentico crollo dei prezzi motivato dalla generalizzata revisione degli estimi catastali.
Cio', scrive MF, molto pesante la tassazione, cui i proprietari saranno soggetti d'ora in avanti. "Il valore degli immobili crollera'", ha affermato il presidente del Censis Giuseppe Roma alla presentazione dell'outlook sui consumi di Censis-Confcommercio, rincarando la dose con un drastico, "prevedo un calo dei prezzi del 20% con punte superiori al 50%", aggiungendo che dall'indagine del Censis sulla fiducia delle famiglie, in risposta a una domanda sulla nuova Imu, e' emerso che "il 41% del campione ha indicato un calo delle quotazioni degli immobili". Certo, la nuova imposta si prospetta estremamente onerosa per i proprietari, a dir poco arrabbiati. "Ma le dinamiche di mercato sono un'altra cosa e seguono ben altri principi", spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. "In primo luogo l'esperienza degli ultimi 30-40 anni dimostra che se il mattone si avvantaggia molto delle misure fiscali favorevoli, ignora o quasi quelle contrarie. Inoltre, in questo momento le quotazioni delle case evidenziano una buona tenuta in tutta Europa, con una netta ripresa in Francia e un mercato tonico in Gran Bretagna, mentre in Germania si e' quasi in una bolla immobiliare. La stessa esperienza indica che i prezzi crollano la' dove c'e' un eccesso di costruzioni, come in Spagna. E in Italia, salvo zone limitate nella parte meridionale della costa adriatica e in alcune localita' montane di minor pregio, l'eccesso di costruzioni non si e' verificato".
marco---
00sabato 28 aprile 2012 14:58
Il mattone finito in trappola (Fonte: Milano Finanza - di Lucio Sironi - 28/04/2012)

La previsione con cui il Censis ha gettato nello sconforto milioni di proprietari di immobili, ipotizzando un calo del loro valore dal 20 al 50% causa introduzione dell’imu, è stata, confutata dagli operatori di settore ma ha senz’altro costretto a qualche riflessione su ciò che sta diventando l’investimento nel mattone con l’arrivo della nuova imposta. Gli italiani per retaggio culturale, guardano alla casa e in generale all’investimento immobiliare come la scelta di maggior sicurezza, quella che non tradisce perché i prezzi degli immobili non possono che salire. L’esperienza degli ultimi anni ci ha fatto ricredere riguardo a quest’affermazione, già smentita in occasione di precedenti bolle immobiliari. Lo stesso presidente di RefMax Italia, Dario Castiglia, nel prendere le distanze dalle stime dei Censis ha precisato che l’impatto dell'Imu «non porterà a un crollo così drastico», ma solo in quanto «gli effetti della contrazione dei mercato si sono già manifestati sul valore di realizzo dalla vendita di immobili, che dal 2008 a oggi è già calato dei 20-30%». Una precisazione, insomma, che finisce per confermare la sostanza dei ragionamento. Inutile farsi illusioni, i cosiddetti beni rifugio funzionano se sono costanti gli altri fattori nel contesto che li circonda. Se cambiano, la regola non vale più. Ed è il caso in questione: un’economia che cade in recessione a livello mondiale, aggravata da un sistema come quello italiano dei tutto inadatto per far ripartire il ciclo, per via delle sue elevate inefficienze, del mondo del lavoro ingessato, dello strapotere delle caste, dei suoi privilegi, della scarsa penetrazione dei criteri meritocratici. E poi uno stock di debito pubblico che impone al Governo, per far quadrare i conti, di seppellirci di tasse ottenendo un ulteriore effetto depressivo sull’economia, allo scopo precipuo di pagare gli interessi su quasi 2 mila miliardi di titoli di Stato (onere di poco inferiore a 100 miliardi l’anno). A farne le spese gli immobili, su cui si calcola una tassazione media più che raddoppiata rispetto ai tempi dell’Ici. Mario Monti ha spiegato che l’esenzione della prima casa introdotta dal governo Berlusconi nel 2008 era un lusso che l’Italia non si poteva permettere. Ma qui si è andati ben oltre ed è il caso che su questo l’attuale esecutivo si renda conto che una rettifica si impone, pena il blocco dell’industria delle costruzioni. Ci si rende conto che per sostenere un investimento immobiliare di 200 mila euro in una casa per le vacanze una famiglia rischia di spendere l’equivalente di un soggiorno in hotel? Tale sarebbe la tassa sul solo possesso. Mentre chi possiede immobili sa bene che la manutenzione dello stabile rappresenta già una spesa costante e spesso non indifferente, oltre a una costante fonte di preoccupazioni. A che proviene ora da chiedersi? Perché infilarsi in questo tunnel quando con una fatica pari a zero si possono acquistare Btp e Cct che oggi rendono ottimamente, causa il rialzo degli spread, perfino assoggettati a un’aliquota fiscale mantenuta al 12,5% rispetto al 20% degli altri investimenti mobiliari? In realtà la domanda di fondo è: può reggere un sistema di questo tipo, che indirizza il denaro a sostegno di un debito sempre più vasto e che inchioda il Paese a una crescita sottozero? II caso dell’immobiliare è l’emblema di una crisi generata da un’altra crisi che la sovrasta. Il Censis adombra il timore di una fuga dal mattone e conseguente crollo dei prezzi. II rischio c’è, se detenere un immobile diventerà un lusso insostenibile. Anche se il colpo di freno maggiore si avrà sugli acquisti, ora fortemente disincentivati. Strano: ci si lamenta dei fatto che gli italiani non risparmiano più come una volta. Ma potrebbe essere diversamente? Se al taglio dei redditi a cui si è assistito negli ultimi anni si affianca ora una penalizzazione degli investimenti come quella che sta colpendo il mattone, qualcuno spera di poter invertire la tendenza?
marco---
00domenica 29 aprile 2012 17:36
Allarme di Assoedilizia all’incontro con i cittadini di Sesto San Giovanni. (Fonte: mnews.it - 29/04/2012)

Fisco Immobili – Allarme Assoediliz​ia – Frenata Opere Edilizie e Transazion​i Commercial​i. Colombo Clerici: “Tasse sulla casa, riduzioni del PIL di 30 miliardi”.

Milano 29 Aprile 2012. “Assoedilizia registra con preoccupazione l’atteggiamento che i proprietari immobiliari stanno assumendo in conseguenza alle misure fiscali varate dal Governo a carico degli immobili (Imu, Imu bis-tassa di scopo, addizionali, riduzione della deduzione forfetaria per spese manutentive, riforma del catasto). L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Associazione dei proprietari immobiliari Assoedilizia Achille Colombo Clerici.“E , si badi bene, non a seguito della applicazione delle stesse, essendo questa procrastinata nel tempo; ma sulla base di una reazione psicologica legata al semplice varo di quelle misure. “Se si voleva l’effetto immediato del blocco di tutto il settore immobiliare privato, dalle opere edili alle compravendite, lo si e’ ottenuto pienamente. “Sospensione immediata di tutti i lavori edilizi di manutenzione e di nuova costruzione non strettamente necessari e blocco delle transazioni riguardanti il comparto delle compravendite: dunque, settore immobiliare e relativo indotto in decisa frenata. “Assoedilizia stima in via prudenziale che solo a causa dell’immediata sospensione delle opere di manutenzione ordinaria, entro la fine dell’anno ci potra’ essere una conseguente riduzione del Pil di oltre 30 miliardi. Se consideriamo anche le opere di ristrutturazione e le nuove costruzioni che si fermano la cifra sale notevolmente. “Riduzione drastica di lavoro per piccole e medie imprese, artigiani e professionisti : problemi economici sul piano dell’attivita’ e minore capacita’ di spesa sul piano personale. “Muratori,idraulici, carpentieri, imbianchini, marmisti, posatori e lucidatori, elettricisti e impiantisti, stuccatori e decoratori, ferramentisti, vetrai,noleggiatori di macchine e ponteggi, falegnami e mobilieri, arredatori, tappezzieri, disegnatori e restauratori di interni, restauratori di facciate, architetti geometri e progettisti vari, addetti alla pulizia, portieri, giardinieri e vivaisti; insomma tutti gli addetti ai lavori negli immobili, sono a rischio di sofferenza e di posto di lavoro. “Qualche giorno addietro sono circolate valutazioni degli effetti delle nuove misure fiscali a carico degli immobili, basate su una erronea concezione della psicologia dei proprietari immobiliari: i quali, a fronte dell’inasprimento fiscale non corrono, come si e’ detto, per prima cosa a vendere le seconde case, ma riducono viceversa drasticamente le spese manutentive non strettamente necessarie ed i nuovi investimenti; secondariamente attingono ai risparmi in banca se ed in quanto sussistenti, e solo alla fine ricorrono alla vendita degli immobili”. L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Associazione dei proprietari immobiliari Assoedilizia Achille Colombo Clerici durante un incontro, particolarmente affollato, con i cittadini di Sesto San Giovanni, storica città alle porte di Milano, organizzato a Villa Puricelli Guerra.
marco---
00lunedì 30 aprile 2012 12:18
I prezzi scenderanno Non solo per l'Imu (Fonte: Corriere Economia - di Gino Pagliuca - 30/04/2012)

Le previsioni di Luca Dondi (Nomisma): il calo ci sarà, ma graduale. Le difficoltà economiche e la scarsità di acquirenti allontanano i tempi della risalita.

La credenza che il mattone garantisca sempre guadagni fa parte quasi della mitologia finanziaria. Dati come quelli dell’analisi di CorrierEconomia dimostrano che in realtà l’immobiliare è un investimento che ha una sua ciclicità e che può avere anche performance meno interessanti di altri strumenti di risparmio, con l’handicap oltretutto di una minore liquidabilità. I numeri mostrano anche quali sono le sue caratteristiche positive e in particolare la minore volatilità rispetto ad altri forme di impiego dei risparmio». Luca Dondi è il responsabile dell’Osservatorio immobiliare di Nomisma, i dati forniti dal suo istituto sono stati la base di calco lo dei total return del mattone della nostra ricerca. Dai dati grezzi, proprio su sua indicazione, abbiamo detratto dalla performance Immobiliare il 3% all’anno; perché? Per tenere conto delle imposte e delle spese necessarie perché l’immobile possa mantener si nello stato in cui era a inizio locazione. Il 3% all’anno è una stima realistica fatta però con il presupposto che non vi siano periodi di sfitto». Se però parliamo di prima casa i conti sarebbero diversi; chi la abita pone al suo attivo anche i canoni di affitto risparmiati, e sono soldi su cui non si pagano tasse...E’ vero ma la prima casa è un bene indisponibile, non rientra a pieno titolo nell’ambito dei beni di investimento. Quando è possibile comprarla è bene farlo, le azioni o i BOT non sono un’alternativa a un tetto da mettere sopra la propria testa». Quale quota di un portafoglio importante andrebbe desti nata all’immobiliare? «Esclusa la prima casa, per quanto dicevamo sopra, dipende dagli obiettivi di investimento; tenendo conto della spiccata illiquidità dei mattone direi in torno al 15-20%». Per chi vuole entrare nel mattone con mezzi limitati ci sarebbero i fondi immobiliari... «Fa bene a usare il condizionale. Non credo che se ne proporranno ancora per il pubblico indifferenziato dei risparmiatori mentre quelli quotati veleggiano con sconti sul Nav attorno al 50%». Comprare le quote sul mercato secondario potrebbe essere un bell’affare? «Se non lo stanno facendo in molti evidentemente non c’è una grande fiducia che gli immobili si potranno vendere al prezzo di carico. Comunque la situazione è paradossale: i fondi immobiliari retail dovevano essere un strumento a lunga scadenza per cassettisti oggi invece sono un investimento opportunistico». C’è un problema dl valutazione degli asset? «C’è soprattutto un problema di tempi di liquidazione dei portafogli che, data la fase di mercato, viene giudicato una grave criticità ». Per finire, lei da tempo sostiene che i prezzi delle abitazioni dovranno scendere ancora. E’ quindi d’accordo con le analisi del Censis che prevede un calo dei 20% di qui a fine anno? «L’entità è credibile, non sono però d’accordo né sui tempi, perché occorrerà ancora qualche anno e non pochi mesi né sulle ragioni. L’Imu di per sé non può portare a vendere al ribasso, le difficoltà economiche e l’impossibilità di trovare acquirenti ai prezzi richiesti oggi invece sì».
marco---
00lunedì 30 aprile 2012 16:05
Ringraziando Sylvestro per questa segnalazione.

Censis: a fine anno prezzi giù del 20% (Fonte: Gazzetta dell'Economia - 04/05/2012)

Effetto imu sui prezzi delle case che potrebbero a fine anno registrare un crollo dei 20% secondo i) Censis, con punte superiori al 50%. “Per far fronte alla nuova tassazione — ha spiegato il Direttore Generale del Censis, Giuseppe Roma — prima di mettere ma no ai risparmi, le famiglie metteranno in vendita le seconde case”. Tutto il settore edilizio è comunque pesantemente toccato dalla crisi: a febbraio l’istat certifica un crollo delle costruzioni del 203% rispetto a un anno fa, mentre su gennaio il calo sfiora il 10%. “Seppure in una congiuntura da tempo negativa — segnala l’istituto Nazionale di Statistica con una nota — la produzione del settore ha mostrato a febbraio un netto peggioramento rispetto ai mesi precedenti. Di fatto, il peggiore dal gennaio 2009, quando si registrò un tonfo del 23,3%”. “Oggi il 41% delle famiglie segnala già una flessione in atto del prezzo degli immobili — ha spiegato ancora Roma nel corso di un dibattito tenutosi nei giorni scorsi per commenta re i dati dell’Osservatorio Censis-Conf commercio — perché nel giugno 2011 erano ii 25%”. Si tratterebbe del primo calo del mercato dopo il biennio compreso fra il 1992 ed il 1993, quando però il crollo toccò ad dirittura punte del 60%. Nono stante la crisi i prezzi delle case finora hanno tenuto: l’Agenzia del territorio indica che nel quadriennio 2004-2008 i valori hanno registrato un aumento del 28%. Dal 2008 al 2011 invece si sono mantenuti stabili o in leggera flessione (-3%) nono stante i volumi delle transazioni in forte calo. “Fin quando tutto sommato le famiglie hanno resistito — ha continuato il Direttore Generale del Censis — nessuno ha venduto e i valori sono rimasti stabili, ma ora i fattori di trauma sono molteplici. Una causa può essere attribuita alla maggiore quota di reddito assorbita da spese extramercato; l’altra può essere indicata nella ricerca al risparmio. L’aumento della tassazione avviene con introduzione dell’imu sulla prima casa, e la botta sulle seconde case (con l’incremento del 60% delle rendite). La seconda casa pagava già l’imposta Comunale sugli immobili (Ici), ma oggi avrà una rivalutazione del 60%. E ancora è raddoppiato il numero delle famiglia in forte difficoltà a pagare il mutuo (dal 10,5% nel 2011 fino al 22,6% del 2012). Ci sono tutte le condizioni — spiega il Censis in un comunicato — perché le famiglie da compratrici possano avere la necessità di vendere”. Le previsioni dico no che si potrebbe ritornare ai livelli di prezzo del 2005. Le flessioni di valore maggiori potrebbero essere subite dalle seconde case in località che non tira no più, in zone periferiche o nel Mezzogiorno. Diverso il parere di Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari (istituto in dipendente di studi e ricerche). “L’introduzione dell’imu sta riducendo il reddito disponibile delle famiglie e colpisce la loro possibilità di indebitamento. Ma questo non significa crollo del mercato immobiliare o dei prezzi, salvo che per gli immobili in cattive condizioni. Ci sarà un leggero incremento dell’offerta di seconde case in località non pregiate. Sicuramente non si avranno, invece, cali dei prezzi, se non per piccole percentuali”, Intanto, secondo la CGIA di Mestre, il problema di versare il saldo dell’IMU entro metà dicembre (la scadenza del pagamento della prima rata, invece, è prevista per il prossimo 18 giugno) si complicherà enormemente nel caso in cui i Comuni modificassero nei prossimi mesi l’aliquota ordinaria del 7,6 per mille. infatti, la nuova imposta prevede che il gettito delle seconde case e dei beni strumentali (capannoni, negozi, uffici, etc.) andrà per il 50% ai Comuni e per l’altro 50% all’Erario.
marco---
00mercoledì 2 maggio 2012 09:26
Effetto Imu: sarà crollo o tenuta del mercato immobiliare? (Fonte: migliorblog.it - 01/05/2012)

L’introduzione dell’Imu da parte del governo guidato da Mario Monti provocherà, inevitabilmente, delle ripercussioni su tutto il mercato immobiliare. Il Censis, in uno studio, stima che da qui a fine anno per effetto della nuova imposta il valore delle case potrebbe subire una riduzione notevole.

Se le previsioni del centro studi si realizzassero veramente, si tratterebbe del primo calo dei prezzi registrato sul mercato a partire dal 1992-93, quando i costi degli immobili crollarono del 60%.

A provocare lo smottamento del mercato immobiliare, stando a quanto registrato dall’indagine, e’ la proverbiale prudenza degli italiani. I nuclei familiari dello Stivale, infatti, sarebbero pronti a mettere in vendita le seconde case pur di non vedere i propri risparmi intaccati dalla tassazione.

Ma i dati diramati dal Censis sono realistici? Non secondo tutti. Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari, non nega che l’Imu provocherà una riduzione del reddito disponibile delle famiglie italiane, ma afferma che questo non porterà ad un crollo del mercato immobiliare e dei prezzi delle case.

Quello che si prospetta, secondo i sostenitori di questa seconda ipotesi, è l’incremento dell’offerta di seconde case in località non pregiate, con i prezzi che subiranno un calo, ma solo di modeste proporzioni.
marco---
00sabato 12 maggio 2012 09:29
Crolla il mito della casa Addio guadagni, ci si perde (Fonte: laprovinciadivarese.it - 12/05/2012)

...Dalla cancellazione dell'Ici all'Imu: «Sarà una stangata che non ha precedenti - dice il segretario di Confedilizia Varese, Mario Bassani...
dgambera
00sabato 12 maggio 2012 12:13
dgambera
00sabato 12 maggio 2012 14:46
Arrivano tempi sempre più duri per i furbi de noantri..... quelli col pelo sullo stomaco invece avranno qualche sconto

Tocca ai sindaci la verifica sulle prime case di comodo

di Gianni Trovati 12 maggio 2012


MILANO - Tocca ai sindaci vigilare sulle effettive «dimore abituali» dei coniugi che per il Fisco vivono in due Comuni diversi, e che di conseguenza possono pagare su entrambe le loro case l'Imu per l'abitazione principale accompagnata dalla detrazione, invece della più pesante imposta ordinaria.

La disciplina Imu corretta dal decreto fiscale e interpretata dalla circolare allo studio del ministero dell'Economia tratta infatti con un occhio di riguardo le coppie sposate e separate solo dal punto di vista geografico. La norma (articolo 4, comma 5, lettera a del Dl 16/2012) compie in realtà solo la prima mossa, quando spiega che se i componenti del nucleo famigliare hanno residenza e dimora abituale in due immobili diversi nello stesso Comune, l'aliquota leggera e la detrazione collegate all'abitazione principale spettano solo per uno dei due immobili. Il secondo passo è quello effettuato dalla bozza di circolare anticipata nei giorni scorsi, che nei casi in cui gli immobili in questione siano in due Comuni diversi consente di applicare a entrambi il trattamento fiscale "agevolato".
A moltiplicare la platea interessata da queste regole sono stati i quattro anni di abolizione dell'Ici sull'abitazione principale, che ha generato molte residenze in case al mare o in montagna, luoghi di residenza per il Fisco ma solo di vacanza per la realtà. La manovra, naturalmente, era elusiva e quindi illegittima già ai tempi dell'Ici
, e sembrava destinata a tramontare definitivamente con la nuova imposta: l'intervento del correttivo, però, insieme al tassello aggiunto dalla bozza di circolare riaprono la partita. Non si tratta più di sfruttare un'esenzione, ma solo uno "sconto", tuttavia la convenienza c'è in ogni caso.

Le dinamiche dell'Ici, però, non possono essere trasportate automaticamente sul terreno dell'Imu, perché a impedirlo interviene un'importante novità portata dalle regole della nuova imposta. Per l'Imu, infatti, l'abitazione principale è quella in cui il contribuente ha la «residenza» e la «dimora abituale», e basta l'assenza di uno dei due requisiti a far scattare l'aliquota ordinaria e a cancellare la detrazione.
L'unificazione dei concetti di «residenza» e «dimora abituale» serve ovviamente a ostacolare le manovre di aggiramento del l'imposta, e dà ai Comuni un'arma normativa in più per controllare che la situazione dichiarata all'amministrazione finanziaria sia corrispondente con la realtà
. Negli anni scorsi, in generale, le verifiche non sono state serrate, perché in molti luoghi di vacanza l'eccesso di residenze poteva facilmente essere stanato con una controllata alle utenze o alla tassa rifiuti. La raffica di tagli operati sui conti comunali, insieme al maggiore peso specifico della nuova imposta, danno però ai sindaci ragioni aggiuntive di bilancio e di equità per guardare con maggiore attenzione alla geografia fiscale del proprio Comune.

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