Fallimenti immobiliari

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
stelafe
00domenica 25 gennaio 2009 20:02
Vista la situazione attuale del mercato credo che sia opportuno raccogliere più informazioni sui fallimenti immobiliari, in modo da evitare grossi rischi per gli acquirenti. Mi sembra che questo sito contenga molte notizie in merito e sia ben aggiornato.

Fallimenti immobiliari: costretti a ricomprare casa propria all'asta
(…)Disapplicata una legge del 2005 che tutela i soldi versati dagli acquirenti di case in costruzione: oltre sessantamila famiglie perdono soldi e immobile.(…)

www.nannimagazine.it/articolo/Fallimenti+immobiliari%3A+costretti+a+ricomprare+casa+propria+al...

Fallimenti immobiliari: Ance, "Non ci sono dati scientifici sulle irregolarità"
Quante sono le imprese edili?
"Se guardiamo l'Istat credo che siano 400mila".

(…)Sempre secondo l'Istat falliscono intorno alle 1.500 imprese all'anno. Come giudica questo dato?
"L'istituto di ricerca considera di tutto e di più, dagli artigiani a salire".
Quali sono le motivazioni principali per cui le imprese falliscono?
"Se falliscono è perché ci sono dei problemi di natura economica. Quindi possono essere condizioni legate alla liquidità, alla situazione finanziaria dell’impresa, a cui magari, in un momento di crisi del mercato, si va ad aggiungere il problema che non si vendono le case. Per cui uno ha fatto delle spese prima e non è in grado di far fronte mediante gli incassi".
Quindi, in base anche a questa situazione di crisi, si può prevedere che in futuro falliranno più imprese rispetto al passato?
"In un momento in cui c'è crisi di mercato e di liquidità, probabilmente c'è un rischio di un aumento delle procedure di liquidazione di imprese. Il rischio c'è, però io non ho oggi dei numeri con cui le posso dire che rispetto a un anno fa è aumentato del 2, del 3 o del 4 per cento. Indubbiamente la crisi del mercato e la crisi del credito fanno si che le possibilità di fallimenti di imprese aumentino. Sia di imprese che di cooperative".(…)

www.nannimagazine.it/articolo/Fallimenti+immobiliari%3A+Ance%2C+%22Non+ci+sono+dati+scientifici+sulle+irregolar...


Fallimenti immobiliari: "Case di carta" in libreria

www.nannimagazine.it/articolo/Fallimenti+immobiliari%3A+%22Case+di+carta%22+in+...
marco---
00domenica 25 gennaio 2009 22:13
Re:
stelafe, 1/25/2009 8:02 PM:

Vista la situazione attuale del mercato credo che sia opportuno raccogliere più informazioni sui fallimenti immobiliari, in modo da evitare grossi rischi per gli acquirenti. Mi sembra che questo sito contenga molte notizie in merito e sia ben aggiornato.

Fallimenti immobiliari: costretti a ricomprare casa propria all'asta
(…)Disapplicata una legge del 2005 che tutela i soldi versati dagli acquirenti di case in costruzione: oltre sessantamila famiglie perdono soldi e immobile.(…)

www.nannimagazine.it/articolo/Fallimenti+immobiliari%3A+costretti+a+ricomprare+casa+propria+al...

...

Interessante questo passo:

...Per tutelare le vittime di questi fallimenti nell'estate del 2005 il Governo ha emanato il Decreto Legislativo 122, che impone al costruttore di rilasciare una fideiussione sui soldi anticipati dall'acquirente: attraverso questo meccanismo un terzo soggetto, in genere una banca, garantisce di risarcire, in caso di fallimento, tutti i soldi versati. Una legge che impedirebbe alle famiglie di perdere tutti i loro risparmi, se fosse applicata. "Purtroppo dobbiamo constatare - dice Rita Battaglia, vicepresidente di Federconsumatori - che questa legge è ampiamente disapplicata, perché priva di un sistema sanzionatorio e perché non è conosciuta dagli acquirenti". Secondo un rapporto di Scenari Immobiliari a tre anni di distanza dall'approvazione, il livello medio di applicazione della legge è pari al 20 per cento...

Marco
stelafe
00lunedì 26 gennaio 2009 13:18
I fallimenti raddoppiano

Fallimenti, soffrono i "piccoli"

Ma qual è l'identikit dell'impresa che fallisce? «Si tratta – risponde Alessandro Vardanega, presidente degli industriali di Treviso – per lo più di piccole imprese contoterziste e prive di brand, che come tali sono le più esposte alla congiuntura».
«Gran parte delle aziende che sono fallite nel trevigiano – aggiunge Federico Tessari, imprenditore e presidente di Unioncamere Veneto – sono riconducibili al settore dell'edilizia e, in misura minore, al manifatturiero. Ma, alla fine, l'incidenza dei fallimenti a Treviso è solo [SM=g1752723] dello 0,2% sulle 94mila aziende della provincia».

rassegnastampa.formez.it/rassegnaStampaView2.php?id=124854
stelafe
00sabato 14 marzo 2009 12:28
Fallimenti senza rete
Fallimenti senza rete
Sole 24 Ore-Di Michele Chiara

Acquistare sulla carta. Il preoccupante fenomeno dei crac tra i costruttori prima dell’ultimazione dei lavori :fino a 380 casi l’anno.


rassegnastampa.formez.it/rassegnaStampaView2.php?id=134523
Roberto Ponziani
00sabato 14 marzo 2009 12:58
Attenzione, il fenomeno del crac dei costruttori è un fenomeno costante, l'aumento di questo periodo è anche dato dal fatto ch emolti "costruttori" sono gente improvvisatasi investitore edile nel periodo di bolla.

Molti piccoli medi industriali con reddito da "sistemare" e roba simile.

I grossi hanno reagito svendendo grosse fette e cantieri a prezzi di costo.

I piccoli che hanno osato troppo comprando terreni fuori prezzo o con permute al 30% ora annaspano.

Adesso sono le cooperative a farla da padrone, complici il sistemza fiscale che le agevola.

UN po come i circoli che fanno i ristoranti, per capirsi.
stelafe
00lunedì 5 ottobre 2009 06:18
Fallimenti immobiliari, la disperazione di 82 famiglie

Tutto e' cominciato il 2 aprile 2008, quando il Tribunale di Lucca ha dichiarato il fallimento dell'imprenditore edile.


www.noitv.it/notizie/2009/NL135895
stelafe
00lunedì 5 ottobre 2009 11:13

I fallimenti sono aumentati in tutti i settori della nostra economia, con tassi particolarmente alti tra le società attive nelle costruzioni (+41% nel periodo marzo 2008 – marzo 2009 sull’anno precedente),nelle attività immobiliari


pagina 9

www.cerved.com/xportal/web/@extsrc/@ita/@focus/I%20fallimenti%20in%20Italia%20e%20in%20Eu...



www.lince.it/news/comunicatostampa/EdiliziaTerritorio2009...

stelafe
00martedì 20 ottobre 2009 14:41
Banca privilegiata se fallisce il costruttore
È quanto sancito dalle Sezioni unite civili della Corte di cassazione nella sentenza 21045, depositata il i° ottobre 2009, conviene sposata la tesi delle banche operando un radicale dietrofront rispetto alla sentenza 17197 del 14 novembre 2003, quando la Suprema Corte aveva sostenuto l'esatto contrario.


rassegnastampa.mef.gov.it/mefeconomica/PDF/2009/2009-10-20/200910201398...
(sylvestro)
00mercoledì 23 dicembre 2009 13:08
fabio_c
00domenica 25 aprile 2010 22:09
Re:
(sylvestro), 23/12/2009 13.08:



Due notizie dal sito de: "Il Giornale di Vicenza":

Send, un buco di 25 milioni

«TRIBUNALE. Il fallimento della società che ha realizzato a Settecà il grande centro commerciale-direzionale. Il "rosso" si aggira sui 51 milioni e l'attivo non dovrebbe superare i 25. Indagini sono in corso su un finanziamento di 49,5 milioni»
22/04/2010

«Vicenza. Il passivo del fallimento Send, la società impegnata nella costruzione di un comlesso commerciale-direzionale a Settecà, si aggira sui 51 milioni di euro. Sul fronte dell'attivo c'è il complesso immobiliare che dovrà essere valutato da un perito. Difficilmente, comunque, tenuto conto delle difficili condizioni del mercato, per gli addetti ai lavori dovrebbe superare i 25 milioni di euro.
Il buco, costituito dalla differenza tra passivo e attivo, pertanto si annuncia ingente.
Non è un caso che da settimane la procura ha acceso i fari investigativi per capire che cos'è accaduto e perché un'operazione che aveva una sua ragione d'essere è naufragata, coinvolgendo parecchie persone che sono alla finestra per comprende che cosa succederà.
...
Per capire il mutato orientamento del sistema bancario c'è da ricordare che sul caso Send sono saltate le teste di importanti funzionari di banca per avere creduto in un progetto dai piedi d'argilla che ha esposto pesantemente gli istituti. Anche perché il dissesto ha avuto un effetto domino coinvolgendo anche la società Gecon, braccio costruttivo di Send, alle prese con l'omologa del concordato preventivo.»

Ivano Tolettini



«Il complesso commerciale-direzionale edificato dalla società Send a Settecà. COLORFOTO ARTIGIANA»

---

Parco Città, 7 avvisi per il buco da 14 milioni

«L'INCHIESTA. Chiuse le indagini preliminari sul crac della società che ha costruito il grande complesso residenziale e commerciale di via Quadri. Ipotesi di bancarotta fraudolenta. Nei guai i fratelli Dalla Via e Filosofo, i commercialisti Calvi e Grandi, e l'impresario Rossi.»
24/04/2010

«Vicenza. Un buco che si aggira sui 14 milioni di euro patito dal sistema bancario per il crac della "Gamma Tre srl". L'inchiesta sul fallimento della società che ha gestito la parte terminale della costruzione del grande complesso residenziale e commerciale denominato "Parco Città" di via Quadri, valutato in 150 milioni di euro, porta in dote a vario titolo a sette persone l'avviso di conclusione delle indagini preliminari per l'ipotesi di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e semplice.
...
IL CASO ESEDRA. I numeri che delineano il crac sono i seguenti. Il passivo di Gamma Tre fin qui calcolato dal curatore Peretto è di 23-24 milioni di euro. L'attivo realizzato mediante la cessioni di immobili è stato di 6 milioni e dev'essere ancora venduta la cosiddetta "Esedra". È un palazzo che avrebbe dovuto essere destinato ad albergo e che una perizia di stima del 2005 valutava in 10 milioni di euro. Dopo 14 aste andate deserte il bene sarà battuto a ottobre a una base di 3,8 milioni. Fatti due conti si comprende perché lo sbilancio tra passivo e attivo è sui 14 milioni di euro. Un'enormità.
...»

Ivano Tolettini



«L’Esedra di Parco Città è all’asta: stimata 10 milioni, è battuta a 3,8»

fabio
fabio_c
00sabato 8 maggio 2010 21:56

Dal sito de "La Repubblica" Edizione di Bari:

Barialto, a rischio 38 ville già vendute
di GABRIELLA DE MATTEIS e GIULIANO FOSCHINI
(08 maggio 2010)

«Hanno già versato un acconto e firmato i preliminari di vendita eppure rischiano di non poter mai entrare nelle ville. E´ uno dei possibili scenari del caso delle procedure di fallimento della Irese, la società nata dopo la messa in liquidazione della Barialto. La nuova proposta per accedere al concordato prevede infatti lo scioglimento dei preliminari già firmati»



fabio
fabio_c
00venerdì 1 aprile 2011 13:56
"Com'è triste Pomezia"

Sembra appena il mese scorso...

COMUNICATO STAMPA: Pomezia: il mercato immobiliare in fermento ne fa il principale polo attrattivo dell’area Pontina
Di gazzolini
Roma, 16 marzo 2011
«... per conto di Frimm che recentemente ha ottenuto dal fondo Raetia SGR l’incarico di mediazione per una parte di “Parco della Minerva”, complesso in costruzione a Pomezia che, con le sue 1250 unità abitative, diventerà un vero e proprio nuovo quartiere alle porte della Capitale. ... Da una piccola indagine svolta su un campione di agenzie appartenenti al nostro network, poi, abbiamo verificato che sono stati principalmente single e giovani coppie a prendere casa – soprattutto trilocali – nella cittadina laziale nel corso dell’ultimo anno. Per questo punteremo soprattutto su queste tipologie di acquirente per piazzare gli immobili del Parco della Minerva”.»


Come temevo, ecco l'epilogo:

Di Mario, fallimento da 500 milioni
1 aprile 2011

«(Corriere della Sera) Plusvalenze da milioni di euro ma circa mille edili senza lavoro dall’oggi al domani. Sino a qualche mese fa Raffaele Di Mario era noto per essere il costruttore spuntato dal nulla capace di comperare palazzo don Sturzo, la ex storica sede della Democrazia Cristiana all’Eur.
Adesso però l’imprenditore immobiliare con proprietà in tutta Italia e soprattutto nella Capitale, tra Pomezia, l’Infernetto, il Torrino e la Bufalotta, è coinvolto in un sorprendente crac da centinaia di milioni di euro. Ieri mattina «il tribunale di Roma ha dichiarato il fallimento -è l’annuncio che viene da un comunicato stampa della Cgil del litorale – della Di. Ma. costruzioni» impegnata nella realizzazione di «parco della Minerva» , un’edificazione residenziale nelle vicinanze di Torvaianica sbandierato dall’impresa come «quartiere modello» , 1800 appartamenti, un centro commerciale, impianti sportivi, perfino un piccolo ospedale.
Che il gruppo edile fosse in difficoltà era noto: stipendi sempre ritardo e ripetute proteste delle maestranze. Nessuno però immaginava il crac. Ora Rino Aversa, segretario della Fillea Castelli/Pomezia, pensa soltanto ai circa 120 dipendenti, tra edili e amministrativi, «rimasti senza lavoro e all’indotto di circa 1000 lavoratori che si troverà in pesantissime difficoltà» .
La ricaduta di questo fallimento «sul piano occupazionale è devastante -prosegue il sindacalista -. Dovremo concentrarci unicamente sulle procedure per la cassa integrazione e la mobilità» »


DI.MA., IL TRIBUNALE DICHIARA IL FALLIMENTO
Scritto da Direttore Il 31 - marzo - 2011

«Il concordato fallimentare proposto un mese fa non era stato accettato dall’imprenditore pometino Raffaele Di Mario ed adesso la Di.Ma. Costruzioni non esiste praticamente più. Il Tribunale di Roma ha infatti decretato, il 29 Marzo, il fallimento della società.
La notizia è stata divulgata solo oggi, gettando nel panico gli operai che adesso, oltre senza gli stipendi arretrati, non avranno neanche quelli futuri, dal momento che hanno perso il loro posto di lavoro. A parlare della situazione la CGIL.
“Ribadiamo lo stesso concetto a più riprese già espresso – ha dichiarato il segretario FILLEA CGIL Pomezia e Castelli Rino Aversa – l’imprenditore Raffaele Di Mario è degno rappresentante dell’attuale classe politica e dirigenziale del Paese Italia. La “leggerezza” ed il mancato senso di responsabilità hanno portato al tracollo la Ditta e lo stato di fallimento provocherà la chiusura di tante piccole imprese che della DIMA Costruzioni era subappaltatrici.
La ricaduta sul tessuto economico-sociale di Pomezia sarà devastante: basti pensare che complessivamente in quel piano di zona operavano circa un migliaio di lavoratori e decine di piccole imprese!”. La notizia arriva proprio il giorno in cui il professor Antonio Sessa ha presentato, davanti ai più alti esponenti sindacali locali, provinciali e nazionali, il libro “Pomezia città del lavoro”. Nel corso della presentazione si è parlato anche della situazione vissuta dagli operai della Di.Ma., che fino a qualche giorno fa hanno manifestato le loro preoccupazioni salendo sulle gru del cantiere del Parco della Minerva.
“Per quello che ci riguarda – ha proseguito Aversa – come FILLEA CGIL Pomezia e Castelli, ci stiamo attivando per offrire a tutti i lavoratori l’assistenza adeguata per il riconoscimento di tutti i loro diritti derivanti dal rapporto di lavoro subordinato. In ugual misura, ci stiamo adoperando nei confronti del Curatore Fallimentare, Andrea Maria Azzaro, per l’avvio delle procedure per la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs) e la contestuale apertura delle Procedure per la Mobilità”.
La situazione degli operai e di tutti i dipendenti del Gruppo Di Mario è ora davvero preoccupante, perché in un periodo in cui le aziende pometine sembrano risentire della crisi in modo più pesante rispetto alla media nazionale, riuscire a ricollocarsi in tempi brevi non sarà di certo facile.»

«2 Responses to “DI.MA., IL TRIBUNALE DICHIARA IL FALLIMENTO”»

Marco Aurelio scrive:
1 aprile 2011 alle 07:22
«è una notizia terribile, per tutti.. per tutti i pometini, ma che combinano questi imprenditori ? ed ora? i lavoratori e i manufatti lasciati cosi a metà? cimitero di cemento senza speranza…»

Renzo scrive:
1 aprile 2011 alle 09:13
«E’ un duro colpo per le piccole aziende che hanno, loro malgrado, ruotato intorno a Di Mario….
Questo però è un segnale inequivocabile che NON SERVE COSTRUIRE ANCORA CASE E PALAZZI…. Ristrutturassero quello che c’è !!!!!»


Vedere anche: PARCO LA BORGHESIANA su facebook.

fabio
fabio_c
00sabato 19 novembre 2011 17:40
Re: "Com'è triste Pomezia"
fabio_c, 01/04/2011 13.56:



Di Mario, fallimento da 500 milioni
1 aprile 2011

DI.MA., IL TRIBUNALE DICHIARA IL FALLIMENTO
Scritto da Direttore Il 31 - marzo - 2011

...


Breve aggiornamento sulla vicenda: il fallimento della Di.Ma. Costruzioni è stato revocato ed è stata chiesta l’amministrazione straordinaria della Prodi-bis.


Ecco in proposito l'articolo di Moira Di Mario tratto dal giornale "Il Caffè del Litorale" n. 230, 17-30 novembre 2011 (pagina 24):

Pomezia
«Le case le abbiamo pagate, fateci entrare»

«Gli acquirenti del complesso immobiliare 'Parco della Minerva' hanno costituito un comitato per avere finalmente le loro case»
«Si sono riuniti in Comitato gli acquirenti del complesso immobiliare "Parco della Minerva" di Pomezia, per cercare di ottenere finalmente le proprie abitazioni per le quali hanno versato congrui anticipi - fino a 180mila euro - e hanno sottoscritto la formula "Easy Home", un accordo che impegna il cliente a versare una rata mensile di circa 900 euro. ...»



Per ulteriori notizie sulla frega... ehm... formula "Easy Home":
Adusbef - easy home
Mi piacerebbe sapere...

fabio
marco---
00mercoledì 1 febbraio 2012 09:51
Fallimenti immobiliari, case pagate e mai consegnate (video) (Fonte: idealista.it - 01/02/2012)

Dove dovevano esserci nuove case, sorge un'impalcatura. nonostante i compromessi siano stati firmati nel 2009 e le abitazioni dovessero essere consegnate entro gennaio del 2010, questi abitanti di vigevano, in provincia di pavia, le case le stanno ancora aspettando. ecco la storia di uno dei fallimenti immobiliari d'italia, quelli che derivano dal crack delle imprese edili che oltre a lasciare senza casa coloro che già l'avevano pagata, lasciano per strada anche gli operai, nella migliore delle ipotesi in cassa integrazione

guarda il video del tg3

Ma c'è di più, se l'impresa di vigevano dovesse fallire davvero, le abitazioni non terminate andrebbero all'asta e gli acquirenti che hanno versato i loro anticipi perderebbero i loro soldi e perdono la casa.

Conosci altri esempi di fallimenti immobiliari? segnalaci la tua storia
articolo visto in rai.tv

fallimenti immobiliari
marco---
00domenica 17 giugno 2012 10:42
Fallisce la holding di ligresti, l'immobiliare non regge come garanzia (Fonte: idealista.it - 15/06/2012)

Dopo settimane di tensioni e di tentativi di salvataggio, la holding di salvatore ligresti è ufficialmente fallita. le banche non sono più disponibili a un rifinanziamento e il dissesto finanziario che lascia il gruppo è di 400 milioni di euro

le due holding dell’imprenditore, si legge nella sentenza dei giudici della seconda sezione, volevano superare la loro «crisi finanziaria» facendo «leva su "importanti plusvalenze implicite nelle proprietà immobiliari" ossia non su mezzi liquidi, ma su asset di non pronta e facile liquidazione», che dovevano essere «smobilizzati mediante il conferimento» nel fondo hines

imco e sinergia, le due holding private della famiglia ligresti, potrebbero presto essere portate in tribunale dai giudici di milano per bancarotta

le banche che hanno voltato le spalle alla famiglia sono unicredit esposta per 183,3 milioni, banco popolare (42,9 mln), popolare di milano (35,5 mln), general electric (30,8 mln), banca sai (21 mln), popolare di sondrio (6,7 mln) monte dei paschi (6,2 mln), cassa lombarda (3,9 mln) hypo (2,5 mln) e altri istituti per 1,2 milioni

Vedi anche: Ligresti, dichiarato il fallimento delle società immobiliari (Fonte: finance.yahoo.com - di Jacopo Barigazzi - 14/06/2012)
kemar71
00lunedì 25 giugno 2012 22:37
Crac da 300 milioni di euro , rinviato a giudizio Danilo Coppola
Nel processo, che inizierà il 16 novembre, coinvolte una trentina di persone. Tra i reati contestati bancarotta e riciclaggio

.........

BANCAROTTA E RICICLAGGIO - Associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, falso ideologico, riciclaggio e bancarotta fraudolenta i reati contestati agli imputati a seconda delle singole posizioni. La procura accusa, in particolare, Coppola di aver trasferito beni immobili tra società del suo gruppo a prezzi superiori a quelli di acquisto al fine di ottenere finanziamenti dagli istituti di credito.
Non solo: nel capo di imputazione si parla di sottrazione, dalla casse delle società venditrici, di risorse finanziarie; del trasferimento di quote sociali e di cariche amministrative delle società di Coppola a prestanome o a soggetti inesistenti; la messa in liquidazione o il trasferimento all'estero di alcune società al fine di ostacolare i tentativi di recupero dei crediti erariali e di evitare o ritardare il fallimento. L'inchiesta della procura ha riguardato il fallimento, tra l'altro, delle società Assa, Gen 5, Chiaravalle, Gabbiano Immobiliare, Immobiliare Le Mole, Immobiliare Valadier, Montenapoleone, Phoenix Real Estate, Promar e Spica Immobiliare.

LA DIFESA - «Non esiste alcun crack da 300 milioni nè da 100 nè da 50 attribuibile al Gruppo Coppola. Tutti i debiti tributari riguardanti le società del Gruppo Coppola per i quali il Gup del Tribunale di Roma ha rinviato a giudizio l'imprenditore Danilo Coppola sono stati integralmente pagati» si legge in una nota del gruppo. «Oggi Danilo Coppola è del resto tra i maggiori contribuenti del Paese visto che in relazione alla sua precedente attività ha già corrisposto all'Agenzia delle Entrate oltre 150 milioni di imposte ed è in fase di rinegoziazione per i restanti 42 milioni», spiega la nota.

link
(sylvestro)
00martedì 7 agosto 2012 14:37
Fallimenti edilizia: 30mila famiglie senza casa e senza rimborso

07/08/2012



Secondo una denuncia di Assocondomini sono ben 30mila in Italia le famiglie coinvolte, negli ultimi 5 anni, nelle 7mila procedure fallimentari di imprese edili.

Famiglie che ha causa della mancata applicazione della legge 210/04 di disciplina dei diritti patrimoniali degli immobili in costruzione si ritrovano senza casa e senza rimborso, privi in sostanza dei risparmi di una vita e della sicurezza abitativa.

La legge 210/04, nata per tutelare gli acquirenti di immobili in caso di fallimento dell’impresa edile viene applicata secondo Assocondomini solo nel 30% dei casi.

Il testo normativo prevede l'obbligo, per l'impresa di costruzione, di una fideiussione pari agli importi incassati a titolo di anticipo per l'acquisto di un'abitazione e l'obbligo di assicurare, con la cosiddetta polizza postuma decennale, gli immobili contro vizi e difetti di costruzione per i dieci anni successivi.

Imposizioni che, secondo l’associazione dei condomini, le società di costruzione eludono nella maggior parte dei casi con escamotage che passano (report 2011 Scenari Immobiliari) dall'evasione fiscale al rifiuto di adempiere all'obbligo fideiussorio.

Obbligo quest’ultimo eluso tramite l’offerta all’acquirente di migliorie aggiuntive (al posto delle fideiussione) o tramite la proposta di un prezzo maggiore in caso di fideiussione .

Nel caso della sottoscrizione della polizza postuma decennale, l’uso corrente, agevolato da una mancanza di punti legislativi di riferimento, è l’adozione di una garanzia di base solo per i gravi difetti strutturali, variando di fatto i costi della polizza a seconda di quello che si vuole coprire.

In caso di mancata stipula della polizza non c’è l’obbligo da parte dei notai di bloccare il rogito: tutto viene lasciato alla discrezionalità e buona fede dei costruttori.

L’esigenza percepita e richiesta è quella di una maggior tutela degli acquirenti, si attende un inasprimento delle sanzioni per i costruttori in malafede.

I tempi però sembrano ancora lunghi, di recente un emendamento alla legge 210/04 firmato dai parlamentari Lussana e Brugger è stato bocciato dalle commissioni riunite VI e X della Camera con la giustificazione, riporta Corriere.it, di “dover rimandare il tutto ad una legge delega senza avvitare ulteriormente il rapporto banca-impresa”.

L’emendamento proposto inaspriva le sanzioni per le imprese edili che non presentavano la garanzia fideiussoria e la polizza decennale, demandando ai notai il compito di segnalare l'elusione ai comuni.
marco---
00martedì 18 marzo 2014 08:38
Fallimento Sarfys (gruppo Franco Costruzioni)
Il crac dell'edilizia (Fonte: nichelino.com - 17/03/2014)

Edilizia ferma, mercato immobiliare in stallo e una domanda nell’aria. Come faranno i costruttori a sostenere le spese di così tanti di alloggi nuovi, rimasti vuoti e invenduti? Si accumulano investimenti non rientrati, manutenzioni e costi organizzativi; incalzano l’Imu e altre tasse. Tutte voci passive in grado di mettere in ginocchio anche imprese ritenute solide, reduci da trent’anni di boom dell’edilizia e con le spalle coperte da immensi patrimoni.

E’ di questi giorni la notizia del fallimento della Sarfys, ammiraglia del gruppo Franco Costruzioni al quale fa capo una rete di altre società. Stando alle dichiarazioni alla stampa dei vertici del gruppo, la responsabilità del crac della Sarfys sarebbe da attribuire all’amministratore Hugo Galeote Semprun. Secondo le prime stime il buco ammonterebbe a 100 milioni di euro, ma per avere un quadro più completo occorrerà attendere l’esito della complessa procedura fallimentare.

Negli ultimi decenni la Franco Costruzioni è stata protagonista indiscussa dell’edilizia nell’area torinese. L’avventura del “re del mattone” era partita proprio da Nichelino. Fondatori del regno: Giuseppe Franco, geometra arrivato dalla Calabria, e la moglie Michelia Marchiaro di famiglia nichelinese. La sede operativa venne appunto impiantata nel ristrutturato “palazzotto Marchiaro”, in via San Francesco d’Assisi, dove il padre della signora Michelia aveva un negozio di vini. La costruzione dell’impero decollò all’inizio degli anni ’80 con la costruzione del condominio Central Park in via XXV Aprile; fecero seguito il Prestige con affaccio sulla “piazza rossa” di Nichelino, il Royal Palace e poi altri palazzi, palazzine e villette a schiera in quantità. Grande utilizzo di paramano, terrazzi dalle linee ondeggianti, ultimi piani mansardati: lo “stile Franco” ha caratterizzato diversi quartieri della città.

“Non è che qui si stanno costruendo un po’ troppe case?”, si chiese una volta ai Franco in un intervista di questo giornale. La signora Michelia fulminò il cronista: “Noi facciamo il nostro mestiere, i piani regolatori li approva la politica”.

La parabola del “re del mattone” si allarga a Moncalieri e a tutto l’hinterland torinese; la residenza di famiglia si trasferisce in una prestigiosa villa in collina. Alla fine degli anni Novanta è all’apogeo. La pubblicità di Franco Costruzioni campeggia ovunque con pagine intere sui principali quotidiani, spot televisivi, famosi testimonial e cantieri che aprono in continuazione. Sbarca poi in grande stile a Torino per i nuovi insediamenti della Spina; qui Giuseppe e Michelia tengono testa a insigni urbanisti che azzardano qualche critica sulle tipologie costruttive e sull’architettura dei loro edidifici. Non manca il gossip: la figlia Francesca sposa in prime nozze Gregoire Stourdza Ullens De Schoden, erede dei principi di Moldavia e Valacchia, discendente di quel Vlad che ispirò la storia del Conte Dracula. Per un po’ di giorni i rotocalchi di mezza Europa non parleranno d’altro.

I Franco si trasferiscono a Montecarlo. Ancora qualche anno sulla breccia, finché anche nel settore edilizio si affaccia la crisi. L’attività rallenta; i progetti si bloccano. Arriviamo ai giorni nostri. A Nichelino si inchioda, in via Moncenisio a pochi metri dalla sede storica di Franco Costruzioni, un nuovo intervento edilizio e al suo posto resta un isolato di vecchie costruzioni fatiscenti. Il segnale che l’ingranaggio si è inceppato. Si tenta una sortita con “l’articolo 18”: qualche centinaio di alloggi tra via Torino e via Pateri. Ma anche qui non se ne fa nulla e il Comune ritira il tutto.

Si teme ora un “effetto domino” del fallimento Sarfys su ditte e artigiani che operano nel settore edilizio già in estremo affanno. Un quadro a tinte fosche, mentre a Nichelino si rincorrono le voci di altri imminenti crac.
marco---
00domenica 22 giugno 2014 23:17
Forti dubbi sul completamento dell'opera
Cantieri fermi a Carugo Si allunga la crisi immobiliare (Fonte: laprovinciadicomo.it - 22/06/2014)

Carugo (Como)

I lavori sono fermi da sei mesi e adesso si inizia seriamente a temere per il futuro del cantiere di iniziativa privata di via Magenta dove sono state avviate due palazzine da dieci piani l’una.

Di questi, un condominio è quasi finito, mentre dell’altro è stata eretta la struttura portante e poi ci si è bloccati. La cosa inquieta gli amministratori comunali perché allo stato non si vedono all’orizzonte segnali di ripresa delle attività.

Intervento residenziale

E per questo l’assessore all’urbanistica, Luigi Proserpio, è molto preoccupato: «Si tratta di un intervento residenziale e commerciale importante per Carugo - dichiara -, non fosse altro per il motivo che sta ridisegnando lo skyline del paese, viste le altezze degli immobili. Scendendo dalla Novedratese, arrivando da Mariano, la gru delle palazzine si vede da lontano. La nostra paura è che l’operazione non si completi lasciando una situazione di degrado in una zona strategica di Carugo in quanto ci troviamo a due passi dalla stazione delle Ferrovie Nord. Immaginiamoci che bel biglietto da visita potrebbe diventare se il cantiere dovesse essere abbandonato».

A dare rassicurazioni che questa è un’ipotesi che non si verificherà, è l’architetto Alberto Somaschini, direttore dei lavori per conto dell’Immobiliare San Zeno, titolare dell’operazione partita nel 2009 che punta a recuperare gli spazi dismessi dell’ex Trancia Mauri: «Il cantiere ha rallentato per i noti problemi della crisi che ha colpito pesantemente il settore delle costruzioni - dice - Situazioni come queste ce ne sono in giro parecchie e si verificano perché si fatica a vendere nuove case». Di contro, quindi, i costruttori comprensibilmente tirano i remi in barca per non esporsi finanziariamente in maniera pericolosa, rimanendo in attesa di tempi migliori. Che forse a Carugo stanno arrivando perché l’architetto assicura: «Sono fiducioso sul fatto che a breve possano subentrare delle novità che facciano riprendere le attività. Diciamo che si stanno valutando delle opportunità di cui preferisco non anticipare nulla. Ora posso solo dire che i motivi del fermo del cantiere sono quelli che ho spiegato e che non ci sono altre ragioni alle spalle o qualcosa di nascosto».

Sarà, ma la preoccupazione all’assessore resta: «Stiamo parlando di un intervento davvero importante – conferma Proserpio – perché il permesso rilasciato in base al piano integrato di intervento permette di realizzare quattro condomini da 10 piani». Ovvero da 35 metri di altezza perché sulla carta sono previsti circa 27 mila metri cubi, di cui 1.091 metri quadri destinati agli spazi commerciali e il resto alle residenze dove si pensava di realizzare circa 90 appartamenti.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:10.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com