Global bubbles

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(sylvestro)
00giovedì 28 aprile 2011 22:34
"Ogni bolla scoppia" (cit.)
Prezzi case, non si fermano le difficoltà in Nuova Zelanda

Giovedì, 28 Aprile 2011.

Mutui e immobiliare

Tra criticità ambientali e altri elementi di interesse, più volte ci siamo recentemente occupati di quanto sta accadendo nel mercato immobiliare neozelandese negli ultimi tempi, all’interno dei nostri consueti approfondimenti del real estate internazionale. Torniamo oggi ad occuparci di quanto sta avvenendo a Wellington e nelle altre principali città della nazione, dove le flessioni dei prezzi delle case non sembrano volersi arrestare.


Stando a una ricerca condotta all’interno dei confini del Paese oceanico, infatti, i prezzi delle case stanno subendo delle nuove contrazioni su base annua, con una media che appare essere del 2% nei primi tre mesi del 2011, rispetto all’identico periodo dello scorso anno.

In termini assoluti, il prezzo di una casa in Nuova Zelanda sta precipitando gradualmente al di sotto dei 400 mila dollari, con una contrazione su base annua di oltre 11 mila dollari.

Ma cosa attenderci dal futuro? E’ probabile che – come già avvenuto nel recente passato – l’andamento delle quotazioni delle case sul mercato immobiliare neozelandese possa essere caratterizzato da una forte eterogeneità. Per il trimestre in corso, tuttavia, è possibile e lecito attendersi nuove contrazioni dei valori commerciali, in linea con quelle già avvertite a inizio anno.
(sylvestro)
00sabato 30 aprile 2011 00:17
Il mattone scricchiola ancora

In Usa i prezzi sono ancora bassi e le banche negano i prestiti. In Inghilterra i valori non coincidono con la situazione del mercato.

Marco Caprotti
29-04-11

Gli investitori non si fidano ancora del mercato immobiliare. L’indice Msci del settore a livello mondiale nell’ultimo mese (fino al 28 aprile e calcolato in euro) ha guadagnato lo 0,7%, mentre la performance da inizio anno è negativa per quasi il 4%. Dal mercato del mattone, del resto, non arrivano buone notizie.

In Usa prezzi sempre più giù
Le ultime rilevazioni sull’andamento dei prezzi nelle case negli Stati Uniti indicano un calo di circa il 3%. In pratica i valori degli immobili residenziali stanno toccando i minimi dell’aprile 2009. Deludente resta anche l’andamento delle nuove costruzioni. “Uno scenario del genere sarebbe ideale per acquistare”, spiega una nota di Morningstar. “Tuttavia si notano un po’ di resistenze da parte delle banche a concedere i prestiti necessari”. Una parte del problema sono i tassi di interesse Usa ai minimi storici e con poche possibilità (almeno a sentire la Federal Reserve) di essere alzati nel futuro prossimo. Già in questo modo sarebbe poco remunerativo concedere mutui. “A questo va aggiunto che la situazione della disoccupazione è ancora difficile”, continua la nota. “Questo significa che se si concede un prestito a una famiglia, questa potrebbe non essere in grado di restituirlo. E ai prezzi attuali degli immobili, alla banca non conviene nemmeno rifarsi pignorando l’abitazione”.

Occhio ai valori Uk
In Europa, intanto, qualcuno sembra farsi travolgere dall’entusiasmo. Secondo i dati della società di consulenza immobiliare Rigthmove i prezzi delle case ad aprile sono cresciuti mediamente dell’1,7% rispetto al mese precedente. Il balzo maggiore si è registrato a Londra che, tuttavia, rappresenta un segmento di mercato a parte, condizionato com’è dalla presenza di operatori finanziari i cui guadagni variano a seconda degli andamenti delle Borse. Gli operatori, peraltro, avvertono che una crescita dei prezzi di quel tipo nel Regno Unito non è sostenibile in un momento in cui l’economia dell’isola stenta a ripartire e l’offerta di abitazioni continua a superare la domanda. Un allarme condiviso, peraltro, dalla Bank of England secondo cui il numero di case ancora disponibili sul mercato indica che il real estate di Sua Maestà potrebbe metterci più tempo degli altri a recuperare terreno in caso di ripresa del settore.

Cina sempre sotto la lente
In Asia l’osservata speciale resta la Cina. Gli analisti dell'agenzia di rating Moody’s hanno infatti rivisto al ribasso l’outlook sul mattone dell’ex celeste impero, portandolo a negativo da stabile. “Gli operatori del mattone cinese stanno affrontando una serie di difficoltà operative guidate soprattutto dall’aumento dei tassi di interesse, dall’inasprimento delle misure regolamentari, dalla diminuzione dei prestiti bancari e dall’aumento della domanda”, spiega una nota della società Usa di analisi. Uno scenario che, secondo gli operatori, condurrà inevitabilmente al rallentamento delle vendite e ad una pressione sui margini di profitto e sulla liquidità dei bilanci.
(sylvestro)
00domenica 1 maggio 2011 22:47
(sylvestro)
00giovedì 5 maggio 2011 18:34
Hong Kong: crollano prezzi e volumi compravendite

05/05/2011



- E’ un vero crollo quello del mercato immobiliare di Hong Kong, che risponde così alla politica monetaria austera, messa a punto dalle autorità per frenare l'eccessivo aumento dei prezzi.

I dati emersi dal catasto mostrano ad aprile un crollo del 38% delle transazioni immobiliari, arrivate a 7635 unità.

Il confronto con il mese precedente mostra un calo dei prezzi del 27%.

I prezzi delle proprietà hanno fatto un balzo del 24% nel 2010 e del 30% nel 2009. Per questo motivo le autorità monetarie di Hong Kong hanno posto un freno all'attività creditizia.
(sylvestro)
00domenica 8 maggio 2011 14:35
Australia: prezzi case in calo del 19%

Written by antonio Economia mag 4, 2011

Dopo i risultati poco confortati provenienti dagli Stati Uniti e relativi al settore immobiliare, anche dall’Australia arrivano i timori verso un comparto che non riesce a lasciarsi alle spalle la recente crisi finanziaria. La banca centrale locale, annuncia dati in calo rispetto agli ultimi mesi ma su livelli, per almeno per il momento non destano preoccupazioni.

La Reserve Bank of Australia (RBA) annuncia che nell’ultimo trimestre (gennaio-marzo), i prezzi delle case hanno registrato un incremento del 5,8% rispetto all’ultimo trimestre delle scorso anno, ma in flessione di ben il 19% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, cioè i primi 3 mesi del 2010.

A pesare sul settore, la violenta accelerazione dell’inflazione, che ha indotto la banca centrale ad innalzare i tassi a più riprese. A partire dal settembre 2009 i tassi sono stati innalzati dal 3 al 4,75%, in un contesto internazionale caratterizzato dall’adozione di politiche monetarie restrittive. Le azioni sono state rese necessarie dopo che il tasso di inflazione ha accarezzato quota 5%

Le autorità locali non sono preoccupate dalla contrazione del mercato in atto e ritengono che a piccoli passi, nei prossimi mesi il trend possa invertire, tornando a segnare livelli di crescita. Tra gli elementi portanti dell’economia Australiana e che hanno contribuito in maniera determinante alla crescita nell’ultimo periodo, il forte apprezzamento delle materie prime.
(sylvestro)
00sabato 14 maggio 2011 16:44
India, vita da slum

Nelle baraccopoli di Mumbai dove vivono 9 milioni di persone.

di Eva Perasso

da Mumbai

L'iperbole dei prezzi delle case di Mumbai è cominciata a ridiscendere solo ora, dopo due anni di prezzi esorbitanti. Nel primo trimestre del 2011, il calo del mercato immobiliare è stato del 27%.
Oggi acquistare un appartamento di lusso in uno dei nuovi complessi residenziali che stanno nascendo come funghi in tutta la città costa circa 150 euro a piede quadro, che equivale a 0,09 metri quadrati. Poco meno di 10 mila rupie indiane, un mese di stipendio per un impiegato a inizio carriera o per un autista quasi in pensione.

...

Sabato, 14 Maggio 2011
(sylvestro)
00domenica 15 maggio 2011 11:19
Emaar apartment sales plunge 81% in first quarter

Sunday, 15 May 2011 11:29 AM

Emaar Properties, the United Arab Emirates’ biggest developer by market value, said revenue from apartment sales declined 81 percent in the first quarter and from villa sales 50 percent amid weak property demand.

Income from apartment sales dropped to AED375m ($102m) and from villas to AED60m, according to Emaar’s earnings statement posted on the Dubai Financial Market Sunday. Overall revenue fell 31 percent to AED1.98bn in the first quarter and profit fell 45 percent to AED421m. Emaar reported first-quarter earnings on April 24 and provided a breakdown of revenue today.

The company, the developer of the world’s tallest tower in Dubai, was hurt by a more than 60 percent slump in property prices in its home market as speculative demand waned and banks tightened lending since mid-2008.

Emaar’s UAE sales contributed 79 percent of revenue in the first quarter compared with 96 percent a year earlier, according to today’s statement.

Sales of commercial units, plots of land and others rose 16-fold to AED704m, while revenue from the hospitality business advanced 41 percent to AED335.8m, the statement said.

Rental income from leased properties like shopping malls gained 8.5 percent to AED507.5m.
javipampa
00martedì 17 maggio 2011 11:56
ma solo in italia ci vogliono decine di anni?
(sylvestro)
00martedì 17 maggio 2011 20:50
May 11, 2011

House prices decrease in Panama, but investment booming

Residential property prices have fallen in Panama, and are still expected to adjust downwards, as demand shifts from upscale and luxury apartments to middle- and low-income smaller apartments. Residential property prices now reach as low as US$1,050 to US$1,200 per square metre, down from US$1,350 to US$1,500 square metre before the downturnn. Commercial property prices, on the other hand, are steadily rising as more foreign investments pour in.

Despite the recent economic downturn, investment interest in the country has not wavered. Many developments are being built, spreading to the outskirts of Panama City, and to the East and West of the country as well. Both apartments and stand-alone homes are being built.
(sylvestro)
00venerdì 20 maggio 2011 19:14
Libano: crollano vendite immobili (-21,7%)

20/05/2011

- Forte crisi del settore immobiliare in Libano, dove l'attività ha subito un drastico rallentamento nei primi mesi del 2011 dopo 4 anni di crescita senza precedenti.

Nel primo trimestre dell'anno, secondo l'ufficio Ice (Istituto commercio estero) con sede nella capitale Beirut (foto), le vendite di immobili sono diminuite del 21,2%, con un totale di 17.373 transazioni.

Una contrazione dovuta al clima di sfiducia sul mercato interno, ma anche al calo della domanda estera, in particolare da parte dei Paesi arabi.

Nel periodo preso in considerazione le vendite agli stranieri, che rappresentano oltre un terzo del totale, sono diminuite del 31,8% rispetto allo stesso periodo del 2010.

In compenso i prezzi degli immobili sono aumentati e così il valore delle vendite è diminuito di solo il 14,5%, per attestarsi a 1,8 miliardi di dollari.
(sylvestro)
00martedì 31 maggio 2011 17:19
Il mattone fa fatica a ripartire

Le debolezza degli emergenti si sente anche nel real estate. In America i dati negativi indicano che si potrebbe essere vicini al punto di svolta.

Marco Caprotti
31-05-11

Per il mattone sono ancora tempi duri. L’indice Msci del settore a livello mondiale nell’ultimo mese (fino al 30 maggio e calcolato in dollari) ha perso l’1,7%. “Il primo trimestre del settore immobiliare non sarà certamente ricordato come uno dei periodi migliori del settore”, spiega una nota di Morningstar. “Il comparto, a livello mondiale sta pagando la debolezza dei mercati emergenti che si riflette anche nelle quotazioni immobiliari di quelle zone. A questo va aggiunto, purtroppo, l’effetto terremoto in Giappone che ha pesato sui valori delle case nipponiche”.

Gli Usa aspettano la ripresa
Gli occhi degli operatori restano puntati sugli Stati Uniti. Le ultime notizie arrivate a una prima lettura non sono confortanti. Nel primo trimestre di quest’anno i prezzi delle abitazioni sono scesi del 3% rispetto al periodo precedente. Si tratta del peggior calo trimestrale dal 2008. Per il mese di marzo l’indice elaborato da S&P/Case-Shiller ha mostrato un abbassamento dei prezzi del 3,6% in venti città Usa rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “A uno sguardo superficiale queste discese possono apparire come l’inizio di un nuovo ciclo discendente visto che da aprile 2009 fino all’estate dell’anno scorso i valori erano saliti per poi avere un andamento ondivago ma tutto sommato positivo”, continua lo studio. “In realtà, si trattava di una ripresa drogata dal fatto che gli acquirenti di prime case avevano avuto più facilità ad ottenere mutui. I rubinetti erano stati aperti dalle banche nella speranza di creare nuova domanda per il mattone. Questo ha spinto chi avrebbe acquistato comunque ad anticipare i tempi”.

I dati trimestrali, pur essendo una cattiva notizia nel breve per i venditori, potrebbero però segnalare che le cose stanno per migliorare. “E’ vero che i valori degli immobili sono scesi, ma l’attività in generale del settore sta migliorando”, continua il report. Le vendite di case nuove sono cresciute del 3,7%, mentre il Pending Home Sales Index (che misura l’andamento dei contratti di compravendita che si stanno per chiudere) è salito del 5,1% su base mensile.

L’Inghilterra viaggia a due velocità
Il mercato immobiliare del Regno Unito, intanto (che di solito anticipa di un anno e mezzo le tendenze del resto d’Europa), si sta muovendo su due strade diverse. Da una parte, secondo i dati rilasciati dalla società di brokeraggio Knight Frank, sta registrando un aumento dei prezzi (+1,4%) degli immobili di lusso che non vedeva da un anno. E’ uno degli effetti della cosiddetta Primavera araba: molte famiglie ricche di quelle aree, infatti, hanno deciso di investire nelle zone più belle (soprattutto a Londra) per mettere al sicuro una parte del patrimonio approfittando anche del calo della sterlina.

Continuano a scendere, invece, i valori degli immobili residenziali normali. Secondo i dati del Land Registry i prezzi sono scesi del 3,2% in Inghilterra e Galles mentre sono calati dello 0,8% nella zona di Londra. Colpa del calo della domanda seguito alle misure di austerità decise dal governo per far fronte alla crisi che hanno diminuito la ricchezza personale e delle restrizioni ai mutui attuate dalle banche.
(sylvestro)
00lunedì 6 giugno 2011 19:43
Crisi edilizia in Canada: -21,1% m/m permessi costruzione ad aprile

06/06/2011

- L’indice canadese che misura l’andamento dei permessi di costruzione ad aprile ha registrato uno scivolone del 21,1% rispetto al mese precedente.

Il dato precedente, riferito quindi a marzo, aveva messo a segno un +16,8%.

Gli analisti per aprile avevano pronosticato una contrazione dei permessi, ma non più alta del - 6%.

(sylvestro)
00martedì 21 giugno 2011 18:36
Israele: rischio aumento costo degli immobili

Martedì 21 Giugno 2011 13:53

Il prezzo delle case in Israele «potrebbe raddoppiare nei prossimi cinque anni». Ieri il governatore della Banca d’Israele, Stanley Fischer, ha suonato con decisione un campanello d’allarme: nel corso del forum economico di Caesarea, ha messo in evidenza i rischi che derivano dall’aumento esponenziale dei costi degli immobili, che in Israele stanno salendo in media del 16 per cento all’anno.

Non è la prima volta che Fischer punta i riflettori sulla bolla immobiliare israeliana; una volta di più ha ricordato: «La storia insegna che molte crisi economico-finanziarie sono iniziate proprio dal mercato immobiliare», travolto dalle speculazioni. «Tutto questo deve fermarsi – ha affermato il governatore –, i prezzi delle case hanno ormai superato quelli degli Stati Uniti e dell’Irlanda» prima del crollo. «La questione ora è capire se la bolla si sgonfierà in modo da non danneggiare l’economia». Fischer ha poi commentato i tassi di crescita nazionali. «Cresciamo velocemente», ha dichiarato, specificando: «Dobbiamo ricordarci che non siamo la Cina, e che le entrate annuali medie sono di 30mila dollari a persona. Siamo stati molto sorpresi dalla percentuale del 4.7 per 2010, e le previsioni per il 2012 indicano un tasso di crescita conservativo del 4%». «Quello che emerge dai dati sulla disoccupazione è straordinario – ha proseguito Fischer –, ci aspettavamo che toccasse il 9% a causa della recessione internazionale, ma invece non ha mai raggiunto nemmeno l’8% e anzi, da allora, è andata diminuendo, scendendo sotto il 6%. Un record assoluto per Israele. Siamo vicini al totale impiego». Ma malgrado la cifre snocciolate, molto positive, Fischer ha espresso preoccupazione per due settori specifici della comunità israeliana: gli ebrei ultra-ortodossi e gli arabo-israeliani. «Questa parte della popolazione – ha detto – è cresciuta, ma lavora poco o non lavora: una situazione che non può continuare. Se non facciamo in modo che queste due comunità cambino il loro atteggiamento rispetto al mercato del lavoro, potremmo trovarci a dover fronteggiare un serio problema».
(sylvestro)
00mercoledì 29 giugno 2011 18:26
Libano: vendite immobili – 32,1% primi 5 mesi 2011


29/06/2011

- In Libano rallentano le compravendite immobiliari dall'inizio dell'anno, secondo i dati forniti dall'ente per i beni immobili riportati dall'Ice (Istituto commercio estero) di Beirut (foto).

Il numero delle transazioni si sono ridotte del 19,1% nei primi 5 mesi del 2011, rispetto al medesimo periodo del 2010, raggiungendo le 30.460 transazioni.

Tensioni politiche interne alla formazione del nuovo governo hanno influito sugli investitori stranieri, con una diminuzione del 32,1% delle loro transazioni, dato sempre riferito ai primi 5 mesi dell'anno.

In calo anche il valore globale delle transazioni, con 3,166 miliardi di dollari (-17,1% sul maggio 2010), mentre il valore medio delle singole transazioni è invece aumentato del 2,5%.
(sylvestro)
00sabato 16 luglio 2011 20:16
Settore immobiliare

Australia, le banche temono il calo dell'immobiliare


In Australia si teme per lo stato di salute del comparto immobiliare: e, di conseguenza, per la solidità finanziaria delle banche. Lo dimostra un'analisi di Deutsche Bank, riportata dall'agenzia Bloomberg.

I mutui rappresentano circa il 60% del volume di prestiti accordati dai quattro principali istituti di credito del Paese (Commonwealth Bank of Australia, Australia & New Zealand Banking Group, National Australia Bank e Westpac Banking Group). Ma i prezzi delle case nelle otto maggiori città ad aprile hanno perso un altro 0,3%, dopo il -1,5% registrato nell'anno terminato il 30 aprile.
Nel frattempo aumentano le insolvenze e il numero di proprietà in vendita.
In sintesi, se le condizioni generali fanno escludere la possibilità di un vero e proprio tracollo, di sicuro l'immobiliare non gode di perfetta salute. E non c'è dubbio sul fatto che le perdite, per le banche, arriveranno: ora si cerca di stimarle. Nel migliore dei casi (+1% del tasso di default e -10% nei prezzi delle case) esse potrebbero ammontare a 64 milioni di dollari in un anno; nel peggiore (+15% del tasso di default e -60% dei prezzi) a 44 miliardi.
Una previsione “intermedia”, con un -30% dei prezzi immobiliari e un +9% del tasso d'insolvenza, si tradurrebbe in una perdita di 7,5 miliardi di dollari in un anno.

Una situazione che gli analisti tengono sotto controllo soprattutto perché si avvicina il momento in cui entrerà in vigore il nuovo sistema di Basilea III. Che prevede, tra le altre cose, un nuovo requisito di liquidità denominato net stable funding ratio, che mette a confronto le componenti meno liquide dell'attivo con il totale delle fonti di provvista con scadenza residua entro l'anno e della quota ritenuta “stabile” dei depositi a vista. E per raggiungere tale obiettivo i quattro istituti di credito analizzati, insieme a Macquarie Bank, si troverebbero di fronte ad un “buco” che complessivamente ammonta a 235 miliardi di dollari.

12 Luglio 2011
(sylvestro)
00domenica 31 luglio 2011 12:21
Israele: migliaia di indignati in piazza contro il carovita

31/07 01:23 CET

Cresce il movimento degli indignati in Israele.

La protesta, contro il carovita e per chiedere giustizia sociale, ha fatto riversare oltre 120 mila persone nelle strade in dieci città del paese. I tagli allo stato sociale, uniti alle ineguaglianze hanno fatto scoppiare la rabbia di cittadini che sull’onda delle iniziative in Spagna hanno scelto scendere in piazza.

“La gente -dice un manifestante – contribuisce a sostenere lo stato, si arruola nell’esercito, combatte, paga tasse esorbitanti e non riesce a far quadrare nemmeno i propri conti. Addirittura non può permettersi un semplice appartamento o un monolocale”.

Il movimento comincia a preoccupare il governo Netanyahu che ha annunciato una riforma urgente del mercato immobiliare. Ma la protesta intanto si allarga, fino a coinvolgere la minoranza araba nel paese, mentre l’87% degli israeliani sostiene i nuovi indignati.

Copyright © 2011 euronews
(sylvestro)
00venerdì 9 settembre 2011 20:58
Last Updated: Aug 31, 2011

Malta's property prices falling


Property prices in Malta are falling, after a short-lived surge in the first half of 2010. Malta’s overall house price index dropped by 2.61% over the year to Q1 2011, according to the Central Bank of Malta. When adjusted for inflation, house prices actually fell 5.04% over the same period.

The start of 2011 has been rough for some property owners in Malta:
• Apartments saw a 1% nominal price increase over the year to Q1 2011 but their prices actually fell by 1.5% when adjusted for inflation.
• Maisonettes dropped by 0.2% (-2.7% in real terms) during the year to Q1 2010.
• Terraced houses fell in value by 6.1% (-8.5% in real terms) over the year to Q1 2011.
• “Other houses”, which consisted of townhouses, houses of character and villas, experienced the largest price drop of 12.8% (-15% in real terms) over the year to Q1 2011.

The situation looks somewhat troubling from a residential investor’s perspective – there’s been overbuilding, there are a lot of empty dwellings, and gross rental yields are low (between 3.3% and 3.9%).

In 2010, the total number of new dwelling permits rose by 20.8% to 1,499, according to the Malta Environment and Planning Authority. Yet in 2010, the economy grew by 3.65%, and in 2011 real GDP growth is expected to be 2.5%.

From 2000 to 2007, Malta’s overall house price index rose by 78.9% (53.4% in real terms). Over the same period:
• Terraced houses saw the largest price increase of 105.3% (76% in real terms)
• Apartment prices rose by 83.3% (57.1% in real terms)
• The prices of maisonettes increased by 81.4% (55.5% in real terms)
• The prices of townhouses and villas rose by 71.9% (47.4% in real terms)

However, property prices started to fall in 2008 due to the global financial meltdown. The overall price index dropped by 2.7% (-7.1% in real terms) in 2008 and by 5% (-6.7% in real terms) in 2009 before rising slightly by 1.1% (-0.9% in real terms) in 2010.

There are many restrictions on property ownership in Malta. Foreign nationals and EU citizens can only buy one property in Malta, and usually only for owner-occupancy. But they can buy more properties in ‘specially designated areas’ such as Tigne Point, Portomaso, Cottoenra, Manoel Island, and Chambray.

Properties owned by foreigners can be rented out only if the property is valued over €233,000, it has a swimming pool, and it is registered with the Hotel and Catering Establishments Board. Foreign-owned properties can only be rented out for short-term lease agreements.
(sylvestro)
00lunedì 16 gennaio 2012 08:23
LA CRISI DEI PIGNORAMENTI DIVENTA GLOBALE

Postato il Domenica, 15 gennaio @ 16:20:59 CST di supervice

Economia Altri 11 milioni di pignoramenti negli Stati Uniti?

di MIKE WHITNEY
Counterpunch

Sebbene il comparto immobiliare statunitense sia in uno stato di forma disastroso, non è per nulla paragonabile a quanto accade in Irlanda. Il valore dei beni immobili irlandesi è in caduta libera. I prezzi sono crollati del 60% in tutto il paese, e del 65% a Dublino. Le misure di austerity hanno portato alla forte crescita del tasso di disoccupazione (18%) e al ristagno del mercato immobiliare. Secondo il Guardian, i prezzi hanno subito una flessione dell'8% nell'ultimo trimestre, "la più grande caduta di prezzi trimestrale mai avuta nel mercato immobiliare irlandese". (“Ireland’s house prices at lowest levels since 2000″, The Guardian)

E la situazione non è così calda nemmeno nella vicina Spagna, dove i prezzi delle case sono crollati del 7,4% su base annuale nel terzo trimestre, "il quattordicesimo trimestre consecutivo di perdite" (Reuters). Le macerie della bolla immobiliare spagnola sono visibili ovunque, dall'inefficiente e boccheggiante sistema bancario, all'altissimo tasso di disoccupazione (22%), alle entrate fiscali in calo. Le lugubri finanze del paese hanno portato all'espulsione del Primo Ministro Josè Luis Rodriguez Zapatero e del suo governo socialista a favore dell'integralista di destra Mariano Rajoy. (Rajoy promette profondi tagli sulla spesa pubblica dove sia possibile, anche se ciò significa l’interruzione di programmi sociali apprezzati). Altre informazioni sulla bolla immobiliare spagnola tratte da Reuters:

I prezzi delle case hanno subito un calo attorno al 24% espresso in termini reali dal picco del 2007, e ci si attende un decremento tra il 35 e il 40% su base decennale, con la domanda frenata dall'alto tasso di disoccupazione e da un basso livello di crescita". (“Spain housing prices fall 7.4 pct in long slump”, Reuters)

Negli Stati Uniti i proprietari di case hanno visto il proprio capitale svanire nell'arco di pochi anni. Secondo i riferimenti offerti dall’S&P/Case-Shiller Home Price Index, i prezzi del settore casa sono scivolati del 32% dal picco avutosi nel 2006, gettando alle ortiche circa 8 trilioni di dollari in capitale immobiliare. L'inversione di tendenza dei prezzi ha provocato un repentino declino nella spesa al consumo, dal momento che furono prelevati 500 miliardi di dollari all'anno dagli Home Equity Withdrawals (HEW) [Linea di prestito con garanzia ipotecaria, ndt] negli anni della bolla.

Così, quanto a lungo proseguirà questa caduta dei prezzi negli Stati Uniti e c'è qualche possibilità che gli USA seguano la strada dell'Irlanda e che gettino via un altro 30% o qualcosa di simile?

Sembra improbabile, soprattutto perché sembra che le grandi banche stiano lavorando con la Fed per frenare l'ammontare dell'offerta. Così, ad esempio, (secondo Calculated Risk) "l'offerta di immobili è calata del 18% su base annuale in dicembre" (2011), tuttavia l'"offerta fantasma" di case si scosta appena. Questa è la definizione di "offerta fantasma" fornita da Calculated Risk:

Offerta di unità abitative che attualmente non sono sul mercato, ma che si prevede siano quotate nei prossimi anni. L'offerta fantasma può includere proprietà appartenenti a banche (REO: Real Estate Owned), proprietà sotto processo di pignoramento, altre proprietà su cui sono accesi delle ipoteche non estinte (con periodo di grave inadempienza di oltre 90 giorni, o meno gravi), condomini convertiti in appartamenti (e che saranno riconvertiti ancora), immobili a reddito di proprietà di investitori e proprietari di casa "in attesa di un periodo migliore” e poche altre categorie - fintanto che le proprietà non sono poste in lista di vendita.

Così, mentre l'offerta di immobili è rientrata attorno ai livelli del 2005 (2,5 milioni di unità), l'offerta fantasma aggiunge a tale somma altri tre milioni di unità. Se tale offerta nascosta fosse improvvisamente introdotta nel mercato, i prezzi cadrebbero a picco. Così, la mia supposizione è che i "Big Boys" stiano colludendo con i nostri amici della Fed per sostenere i prezzi attraverso la vendita scaglionata degli arretrati. Nonostante ciò, la tendenza al ribasso dei prezzi è impressionante. Per esempio, le banche hanno ridotto l'offerta di circa il 18% su base annua, ma ciò malgrado i prezzi hanno anche visto un decremento del 4%! Normalmente si potrebbe pensare che, se un’offerta così forte venisse omessa dal mercato, i prezzi dovrebbero salire, ma questo non è il caso. Ciò mostra come l'approccio al possesso di una casa sia cambiato in maniera drammatica. Anche con tassi di interesse al minimo storico, un gran numero di persone si sta tenendo lontana dall’acquisto di una casa.

In questi ultimi giorni i lettori potrebbero aver sentito delle voci riguardo il fatto che la Fed stia facendo delle pressioni a favore di un programma di riconversione di un imprecisato numero di case pignorate in immobili da reddito. Sfortunatamente, sembra essere solo un altro schema Ponzi che avrà un effetto marginale sulle vendite complessive. Lasciatemi catturare la vostra attenzione sul passaggio chiave dell'analisi di Reuters riguardo il programma proposto:

Il presidente della Fed Ben Bernanke, in una lettera con le proprie raccomandazioni, ha detto che la banca centrale statunitense sta dando risposta alle richieste di consulenza su ciò che andrebbe fatto per interrompere la spirale del crollo dei prezzi delle case e l'incremento dei pignoramenti.

Tra le raccomandazioni: permettere a Fannie Mae (FNMA.OB) e Freddie Mac (FMCC.OB) di rifinanziare mutui non garantiti. (“Fed says expand Fannie, Freddie role to aid housing”, Reuters)

La Fed vuole solo riuscire a rifinanziare i mutui ipotecari etichettati come spazzatura che sono nei bilanci delle banche, in modo che il conto finisca nelle mani del contribuente. Il discorso riguardante l'immobiliare da reddito è soltanto un diversivo, un'altra operazione di salvataggio.

Torniamo alle cose essenziali: "CoreLogic riporta che l'offerta fantasma da ottobre 2011 permane ai livelli di gennaio 2009".

Da Seeking Alpha:

Da ottobre 2011 l'offerta fantasma si è mantenuta su 1,6 milioni di unità, la metà dei tre milioni di proprietà attualmente gravemente insolventi, in pignoramento o in REO.

Di questi 1,6 milioni di proprietà attualmente in offerta fantasma, 770.000 unità sono gravemente insolventi, […] 430.000 sono in fase di pignoramento [...] e 370.000 sono già in REO" (Seeking Alpha).

Così, il numero di case che alla fine andranno sul mercato è circa il doppio rispetto a ciò che possiamo vedere nell'attuale offerta riportata. Ciò significa che i prezzi potrebbero cadere di un altro 32%?

Probabilmente no, ma sicuramente vedranno una caduta di un ulteriore 5 o 10%. Questo è inevitabile. Ma lo shock causato dai prezzi è solamente una piccola parte di un problema molto più serio. Un proprietario di casa su cinque si trova già “underwater” [con un valore della casa inferiore al mutuo residuo, ndt]. Se tale numero dovesse crescere, allo stesso modo crescerà il numero di pignoramenti, devastando la classe operaia che già si è vista togliere il terreno sotto i piedi un'infinità di volte dall’inizio della crisi. Sfortunatamente, seguendo l’attuale traiettoria, ci stiamo dirigendo verso il dirupo. Se la troupe di Obama non cambia l'attuale politica del non-fare e non prende decisioni forti nel mantenere le persone nelle proprie case, potremmo veder triplicare i pignoramenti prima che la crisi sia conclusa. Ecco uno scoop da Business Insider:

Un importante speculatore del mercato immobiliare, Laure Goodman della Amherst Securities, ha previsto il verificarsi dal 2009 di un ulteriore crash dell'immobiliare, in quanto le banche si trovano costrette a liquidare tonnellate di mutui a rischio.

Fino a 11 milioni di ipoteche sono a rischio default, secondo Goodman. Si tratta di un dato impressionante, visto che soltanto alcuni milioni di ipoteche sono state estinte da che la crisi ha avuto inizio. Quando ciò accadrà, il mercato sarà inondato di nuova offerta.

Goodman ha ottenuto il dato di 11 milioni attraverso la proiezione dei tassi di default relativi ai non-performing loans, re-performing loans e underwater loans (si controllino gli eccellenti grafici).

Nel frattempo le banche si stanno ritirando dalla liquidazione dei prestiti, nella speranza che tali prestiti negativi si tramutino in positivi. Perciò l'offerta fantasma si mantiene crescente". (“Laurie Goodman On Why Another 11 Million Mortgages Will Go Bad”, Business Insider)

Per coloro che pensano che dobbiamo "lasciare che il mercato segua il suo corso", si tenga a mente come siano stati applicati standard differenti verso le banche, ovvero verso coloro che non soltanto hanno perpetrato questa crisi, ma che ne sono stati i principali beneficiari attraverso il sovvenzionamento pubblico. (Un "assegno in bianco")

Non è tempo ora che si dia alle vittime la stessa considerazione?

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Fonte: Foreclosure Crisis Goes Global

07.01.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICHELE GARAU
princess76
00lunedì 16 gennaio 2012 14:18
non voglio aprire una polemica ma
...ci spero anche io non dico nello scoppio, ma in un ribasso dei prezzi...continuano a spararmi prezzi allucinanti e non vogliono nemmeno trattare!

mi dispiace, ma non credo che in Italia assisteremo ad un crollo...per lo meno non ora, nè tra un anno...nè tantomeno a ribassi...io non vedo nemmeno quelli...un pò di ribassi rispetto ad un anno fa si, ma non così evidenti.




(sylvestro)
00domenica 19 febbraio 2012 17:18
Slovacchia, prezzi degli immobili in calo per il quinto trimestre

Thursday, 16 February 2012 13:35



I prezzi degli immobili residenziali in Slovacchia sono scesi dell’1 per cento negli ultimi tre mesi del 2011, il quinto calo trimestrale di seguito. Le misure di consolidamento e austerità del Governo hanno colpito la domanda immobiliare, ha informato la Banca Centrale Slovacca, e il prezzo medio delle abitazioni è sceso a 1.236 euro per metro quadrato dai 1.248 euro del terzo trimestre. La diminuzione su base annua è del 2,7%.
Il mercato immobiliare residenziale sta faticando nei paesi dell’Europa orientale membri della Zona Euro, a causa del rallentamento dell’economia e delle misure governative che hanno depresso la domanda. Il prezzo medio di un’abitazione è ora del 20% in meno rispetto al picco raggiunto nel secondo trimestre del 2008.

I prezzi nel quarto trimestre 2011 variavano dai 634 euro al metro quadrato nella regione di Nitra ai 1.662 euro nella capitale Bratislava.
(sylvestro)
00domenica 19 febbraio 2012 17:23
14/02

Croazia
Economia

CROAZIA, CALO DEI PREZZI IMMOBILIARI A ZAGABRIA



Lo scorso novembre il prezzo medio di un appartamento a Zagabria ammontava a 1.746 euro per metro quadro, in calo del 3,9% rispetto al novembre del 2010 e in calo dello 0,6% rispetto all’ottobre del 2011. I prezzi degli immobili lungo la costa adriatica, invece, sono saliti del 2,2% rispetto al novembre del 2010.
Secondo i dati pubblicati dal portale Centarnekretnina.net, i prezzi degli appartamenti a Zagabria variano da 2.361 euro per mq in pieno centro a 1.241 euro per mq nella zona periferica a Sesvete.
Stando ai dati diffusi dall’Ente Nazionale Statistico, anche il valore totale dei lavori edili a Zagabriaè diminuito; nei primi nove mesi del 2011 è stato pari a 5,68 mlrd di kune ( ca. 0,76 mlrd di euro) ossia il 12,1% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno 2010.
Sempre stando ai dati diffusi dall’ISTAT croato le aziende edili hanno costruito nei primi 9 mesi del 2011 a Zagabria un totale di 539 appartamenti, il che rappresenta un calo del 55% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (nei primi 9 mesi del 2010 hanno costruito un totale di 1.192 appartamenti).
La notizia è riportata dall’ICE.
(sylvestro)
00sabato 3 marzo 2012 08:21
(sylvestro)
00mercoledì 7 marzo 2012 13:48
Libano: frena l’immobiliare dopo anni di boom. 7% di scambi in meno nel 2011

07/03/2012



Dopo anni di crescita tumultuosa, il settore immobiliare libanese ha subito una frenata nel 2011, risultando uno dei settori più colpiti, insieme con il turismo, dal rallentamento dell'economia dovuta soprattutto alla instabilità nella regione e alla crisi siriana.

Nel corso dell'anno passato il settore immobiliare ha conosciuto una flessione delle transazioni in valore del 7%, secondo quanto rileva il bollettino economico dell'ambasciata italiana a Beirut.

In calo anche il numero delle transazioni immobiliari da parte degli stranieri, con un meno 20,3%.

In particolare è risultata in contrazione la domanda da parte di acquirenti arabi.

La contrazione del mercato immobiliare è stata determinata, oltre che dalle incertezze nelle prospettive politiche nella regione, anche dagli elevati costi raggiunti dagli immobili negli anni precedenti.

Si è registrato anche un calo dell'offerta, poiché la diminuzione delle vendite ha spinto i costruttori a non avviare nuovi progetti, vista la saturazione del mercato.

Dai dati resi noti dall'ordine degli Ingegneri di Beirut e di Tripoli si deduce, nel 2011, una diminuzione del 6,2% dei permessi di costruzione rispetto al 2010.

Malgrado tale flessione, nel corso dell'anno passato sono stati concessi permessi di costruzioni per 16,4 milioni di metri quadrati, superficie di tutto rispetto se si considera che il Libano è un paese di limitata estensione.

Alla flessione registrata dal settore immobiliare, inoltre, non si è accompagnata una sostanziale diminuzione dei prezzi.

Ciò dipende da numerosi fattori, quali la disponibilità limitata di terreni edificabili all'interno di un piccolo Paese, la mancanza di domanda speculativa poiché la maggior parte degli acquisti di immobili risponde alle reali necessità degli utilizzatori finali e, da ultimo, la sostanziale mancanza di urgenza nel realizzare le vendite, da parte dei promotori immobiliari.
dgambera
00venerdì 9 marzo 2012 14:29
Capitali della crisi inizia il dopo bolla

8 marzo 2012 di Paola Dezza


Le capitali della crisi sono le città europee oppresse da una pesante situazione economica e dalla crisi immobiliare. In primis Atene, seguita a ruota da Lisbona, Dublino, Budapest e, infine, ma in condizioni lievemente migliori, Madrid.

In molte di queste capitali la crisi seguita allo scoppio della bolla speculativa nel mattone ha comportato cambiamenti strutturali nel mercato residenziale. A fianco di Nazioni che viaggiano in ripresa, come la Germania e i Paesi nordici, o che si trovano in fase di stabilità come la Francia, ci sono aree di decisa difficoltà con prezzi in pesante discesa. Ma quali sono le prospettive per il 2012 di Irlanda, Spagna, Grecia, Portogallo e Ungheria?

Il residenziale è stato il settore più duramente colpito dalla crisi economica in Spagna: si stima in oltre un milione il numero di abitazioni invendute, un dato che qualche mese fa spinse il Governo a un road show europeo in cerca di acquirenti. Ci vorranno parecchi anni prima che l'offerta in eccesso venga assorbita, anche se per il 2012 si prevede un lieve aumento delle transazioni.

In questo scenario depresso si prospettano opportunità di investimento: «Madrid e anche Barcellona vengono valutate per investimenti di lungo periodo ‐ spiega Paola Gianasso, responsabile dei mercati esteri per Scenari Immobiliari ‐. A causa del crollo delle contrattazioni i prezzi hanno perso in alcune zone anche il 50% del loro valore, mentre il segmento di pregio nelle top location ha ceduto solo il 10-15%. Per questo le zone di lusso della capitale hanno risentito molto meno della crisi, che peraltro ha pesato soprattutto sul mercato turistico spagnolo, solo oggi avviato verso la stabilità. Se le principali località della costa spagnola concentrano la larga maggioranza degli scambi, il 2011 consolida la crescita del turismo residenziale rurale, in linea con le tendenze di altri Paesi europei».

La situazione di Lisbona è più grave perché peggiore è la crisi economica: lo stock di invenduto invece è più limitato. Lisbona però risente della mancanza degli investitori internazionali perché il Portogallo è visto come un Paese marginale nell'area europea.
E in Irlanda? «A Dublino e nel resto del Paese il crollo più forte dei prezzi immobiliari è avvenuto un paio di anni fa, con cali anche del 50-60% nelle quotazioni. La città subisce la concorrenza pesante di Londra, piazza più interessante sia in un'ottica speculativa che di lungo termine» spiega Gianasso.

L'Ungheria è stretta in una morsa tra crisi economica e situazione politica difficile come tutte le capitali dell'Est meno sviluppate, rispetto per esempio alla Repubblica Ceca. Si tratta di mercati non maturi, ad alto rischio. A Budapest in generale si è verificata una perdita del 30% per chi ha comperato negli anni del boom.
E Atene? In città i prezzi segnano crolli anche del 60%. Una situazione completamente diversa si registra nelle isole: qui comprano gli stranieri, con occasioni anche interessanti. Per fare un esempio, a Mykonos oggi si compra a partire da 900 euro al mq per arrivare a 3.500 per le soluzioni di livello elevato, mentre a Skopelos, nelle Sporadi, si parte da 500 euro al metro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA



In sintesi:
- quando c'è crisi economica il mattone tradisce eccome;
- si possono vedere anche cali pesanti;
- il pregio non è esente dagli storni;
- quando l'economia si stabilizza o si riprende non è detto che il mattone reagisca in maniera elastica.
FourCorners
00venerdì 9 marzo 2012 16:15
Le nuove bolle viste da Knight Frank


Report [Pdf]
(sylvestro)
00venerdì 9 marzo 2012 18:24
[SM=g1749704] mmmhhmmm ... un po pochino per l'Italia [SM=g1752717]
(sylvestro)
00giovedì 15 marzo 2012 07:44
(sylvestro)
00domenica 18 marzo 2012 20:16
Norvegia: si concretizza il rischio di una bolla immobiliare

16 03 2012
Raffaele Guerra

La Norvegia si sta dirigendo verso una bolla immobiliare, dal momento che la strategia della banca centrale di tagliare i tassi di interesse per indebolire la corona sprona la crescita del credito e contribuisce ad appesantire i valori delle proprietà.

Ieri il regolatore finanziario della Norvegia ha infatti dichiarato che la più grande minaccia interna per l’economia deriva da un surriscaldamento del mercato immobiliare, dal momento che i mutuatari scommettono che i tassi rimarranno bassi, il governatore della Norges Bank Oeystein Olsen il 14 marzo ha dimostrato che non permetterà ulteriori incrementi della corona, tagliando il principale tasso di interesse della banca di un quarto di punto percentuale, così da assicurarlo all’1,5%.

Il paese potrebbe già essere in una bolla immobiliare, secondo Robert Shiller, il co-creatore dell’indice dei prezzi delle case S&P / Case-Shiller (SPCS20), che ha predetto il crollo dei mutui subprime degli Stati Uniti. I responsabili politici dovrebbero "cominciare a preoccuparsi adesso", ha dichiarato Shiller in un’intervista a Copenaghen nel mese di gennaio. La Financial Supervisory Authority in Norvegia ha dichiarato questa settimana che le banche rafforzeranno le proprie riserve di capitale per prepararsi a perdite maggiori, dal momento che i tassi bassi delle banche centrali continuano ad alimentare gli squilibri del mercato del credito.
(sylvestro)
00martedì 20 marzo 2012 07:41
(sylvestro)
00martedì 20 marzo 2012 08:02
Last Updated: Mar 20, 2012

Dubai recovering, Abu Dhabi still struggling



There are already signs that Dubai property market is recovering while its neighboring Abu Dhabi, UAE’s capital, is still struggling.

“Dubai is close to the bottom. I don’t think Abu Dhabi has reached the bottom yet,” said Craig Plumb of Jones Lang LaSalle UAE.

The Dubai residential property price index (RPPI)—all residential, published by Reidin.com, rose by 7.5% in January 2012 from a year earlier. In contrast, the Abu Dhabi RPPI—all residential dropped 4.1% over the same period.

However, this conceals price movements for different property types. During the past several months, prices of villas have been rising while apartment prices continue to plunge. During the year to January 2012:

Reidin’s Dubai RPPI covers seven cities, eight main districts and four major developments. On the other hand, the Abu Dhabi RPPI covers seven cities and four main districts.

Dubai’s most desirable districts like Emirates Living, Downtown Dubai, Dubai Marina and Palm Jumeirah have experienced healthy house price rises in the past several months. In contrast, house prices continue to fall in less desirable areas like International City and Dubailand.

The total value of property transactions in Dubai rose by 14% to AED142.9 billion (US$38.9 billion) in 2011, according to the Dubai Land Department. Property sales in Abu Dhabi rose by 5% to AED4.3 billion (US$1.2 billion) in 2011, according to property website Bayut.com.

In Dubai, about 23,000 new housing units are expected to enter the market in 2012, according to Jones Lang LaSalle MENA. In addition, around 24,000 dwelling units are expected to be completed in Abu Dhabi in 2012, according to property consultant Asteco.

The huge increase in supply will inevitably have an impact on property prices in 2012. In addition, the regional political unrest and the Eurozone debt crisis aren’t helping the UAE’s housing market.

Abu Dhabi house prices are predicted to fall by about 10% in 2012, while house prices in some of the most desirable places in Dubai are expected to remain stable or rise modestly this year, according to local property analysts.

To help Dubai’s housing market and boost investor confidence, the government recently announced that foreign property buyers in Dubai will be given a visa for three years instead of just six months.
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