Irish property

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(sylvestro)
00lunedì 2 novembre 2009 11:58

Rate of Decline Increases in Q3 in Irish Commercial Property

"London, 29th October 2009: Total returns once again accelerated in Q3 2009 with an all property total return of -6.7% for the quarter, down from -6.1% in Q2. The fall in values for the three months to September was -8.5% while the return from rental income brought up total returns by 1.9%. The cumulative fall in capital values since
the peak in September 2007 now stands at -53.0%.

The worst performing market sector was Office, with a total return of -6.8% for the quarter, seeing a fall in market values of -8.7%. Industrials saw a total return of -6.4% and a capital decline of -8.5%, while Retail saw a total return of -6.5% compared to -8.3% in Q2 making it the only sector to see a deceleration in negative
returns."
(sylvestro)
00lunedì 2 novembre 2009 12:01
(sylvestro)
00mercoledì 11 novembre 2009 11:12

No end in sight for Irish house price falls

Ireland is experiencing its worst recession in history, and yet house prices continue to plummet, creating a dangerous downward spiral.

















(sylvestro)
00venerdì 15 gennaio 2010 11:42
Prezzi case, in Irlanda previsto forte calo nel 2010

Pubblicato da Roberto in Prestito Casa.
Venerdì, 15 Gennaio 2010.

Un sondaggio condotto da Bloomberg su un gruppo di analisi internazionali rivela previsioni piuttosto pessimistiche circa il futuro dei valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Irlanda. Il media americano sostiene infatti che i prezzi delle case dovrebbero calare ancora nel 2010, per il quarto anno consecutivo di decremento dei valori del real estate abitativo. La flessione dell’anno in corso dovrebbe assestarsi intorno al 9%.

Come riscontrato dalla società Irish Life & Permanent Plc., i prezzi delle case irlandesi sono già diminuiti del 27% rispetto al picco massimo toccato a inizio del 2007.

L’economia irlandese dovrebbe invece aver concluso il 2009 con una contrazione della produzione interna lorda pari al 7,5%, e per una performance che è peggiore del doppio rispetto alla media dell’euro-regione.

Nel 2010, il Pil è previsto in lieve flessione, al di sotto di un decremento di un punto percentuale.
(sylvestro)
00giovedì 19 agosto 2010 12:21
LE VITTIME DEL COLLASSO ECONOMICO IRLANDESE

Giovedì, 19 agosto

DI PATRICK BARKHAM
guardian.co.uk

L’Irlanda durante gli anni del boom era chiamata “la tigre celtica”. Ma ora il governo ha dovuto introdurre pesanti tagli per coprire il deficit del bilancio. Ecco come la gente comune ne è rimasta condizionata.

Quando Anne Moore è tornata per fare colazione insieme alla sua famiglia dopo un turno notturno di 12 ore in una casa di cura, ha trovato la polizia in assetto antisommossa e l’ufficiale giudiziario fuori quella che da 16 anni è stata casa sua. Lei insieme a suo marito Christy e i loro tre figli sono stati sfrattati. Nonostante fosse arrivata sul tetto della casa con una scala ed esserci rimasta per sei ore, alla fine è stata convinta a scendere per essere portata in ospedale. Alla sua casa nei sobborghi a sud di Dublino sono stati prontamente apposti i sigilli.

I Moore erano in forte ritardo con le quote e dovevano al council 10,000 euro. Per 8 anni Ann ha pagato altri 50 euro oltre ai 100 di affitto settimanale. Ma in un paese dove 300,000 case rimangono vuote, le autorità hanno deciso di lasciare i Moore senza un tetto e punirli per la loro apparente irresponsabilità. Invece sono i politici, i banchieri e i costruttori in Irlanda ad essere stati degli incapaci.

L’Irlanda ha il debito procapite più alto nella UE. Il deficit di bilancio del 14.3% è addirittura più elevato di quello greco. Per un decennio l’economia della “tigre celtica” è stata il fiore all’occhiello della globalizzazione del libero mercato. Ora questo malconcio randagio che è l’economia irlandese è diventato l’esempio neoliberista di come tagliare la strada alla ripresa. Il governo irlandese ha colpito il settore pubblico spendendo quest’anno il 7.5% del PIL con una serie di tagli drastici: il sussidio di disoccupazione del 4.1%. Altri 3 miliardi verranno tagliati l’anno prossimo, per un totale del 10% del PIL in tre anni: è come se il governo britannico avesse fatto tagli al bilancio non di 6.25 miliardi di sterline così come pianificato da George Osborne nel 2010, ma di un’incomprensibilmente enorme cifra di 150 miliardi.

Eppure nonostante i tagli, descritti come masochistici dal Financial Times, il debito dell’Irlanda continua a crescere grazie ai disperati salvataggi delle sue banche. I critici irlandesi temono che questa spirale di morte possa portare a un decennio di austerità opprimente, una generazione persa di disoccupati e, peggio ancora, il ritorno di uno spettro che perseguita l’Irlanda da due secoli: l’emigrazione di massa.

A prima vista, gli irlandesi sembrano opporsi alla situazione con uno spirito di autocommiserazione e anche un sottile orgoglio. “ Non ci abbiamo mai creduto nel boom. Durante il periodo della tigre celtica noi ci dicevamo che non sarebbe mai durata” afferma Lorcan, padre di due figli di Limerick dove la Dell ha chiuso la sede delle operazioni con la relativa perdita di 5,000 posti. “ La gente in Irlanda era abituata a case fatiscenti, a pessima educazione e pessimi ospedali. In Inghilterra c'è una cultura di cose che funzionano, cosa che non c'è in Irlanda. Il gene dell’auto flagellazione in Irlanda è molto forte – ‘fateci pure a pezzi perché siamo abituati a essere la vittima oppressa’. Ci fa sentire quasi meglio.”

Pat Ingoldsby, un poeta di strada di Dublino, sostiene che lui può farcela senza quello che ora è un sussidio pubblico decimato. “Ogni giorno io giro per la mia città con un trolley e una scatola di cartone piena di sogni e sento dei lavori che si perdono intorno a me. Il mio bene più prezioso è che non ho niente da perdere.” Ma la crisi taglia pesantemente per quasi tutti. Mentre consorzi fantasma di nuovi appartamenti invendibili rimangono vuoti per il paese, 170,000 persone si trovano nella situazione di negative equity. L’Irlanda è al quarto posto in Europa per tasso di disoccupazione ( 13,4%) e ha 432,500 persone che ricevono sussidi. Un terzo della popolazione sotto i 30 anni è disoccupata. E la disoccupazione sarebbe anche peggiore se non fosse tornata l’emigrazione.
v L’Irlanda è lacerata dai ricordi del mezzo milione che scapparono negli anni 50 e le centinaia di migliaia – molti dei quali altamente istruiti – che abbandonarono il paese negli anni 80. La perdita di una gioventù dinamica ha contribuito alla stagnazione economica per decenni. Ma i critici sostengono che la fuga è stata anche uno strumento usato dai governi per contenere la disoccupazione e mandare fuori l’opposizione all’establishment irlandese. Circa 20 mila irlandesi sono emigrati tra aprile 2008 e aprile 2009 e le stime indicano che altre 100 mila lasceranno tra quest’anno e il prossimo.

Siamo diventati un grande Surrey

Con le biciclette a noleggio per i turisti parcheggiate sotto gli alberi di lime piantati da poco lungo l’area di passeggio sul fiume, su Dublino splende ancora la luce della recente prosperità. Nelle librerie c'è un mini boom di narrativa dai titoli laceranti: Il collasso della Tigre Celtica; I banchieri – Come le banche hanno messo in ginocchio l’Irlanda; Banksters – Come una potente élite ha dissipato la ricchezza irlandese. “ Nella sua crescita e caduta, l’Irlanda ha fatto sembrare Icaro come noiosamente stabile” scrive Fintan O’Toole nel suo recente libro Ship Of Fools.

Negli anni 90 l’economia di un’agricoltura stagnante si era trasformata in un terreno post-industriale altamente qualificato. I lavori nel campo tecnologico e farmaceutico erano complementati da un potente settore edilizio. Nel 1986 il PIL irlandese procapite era due terzi di quello medio europeo; nel 1999 era il 111% rispetto a quello medio e significativamente superiore a quello inglese. Tra il 1985 e il 2006, i prezzi delle case in Irlanda è cresciuto di circa il 250%, molto più che nel Regno Unito. L’emigrazione diventava immigrazione, con i polacchi e altri accorsi a dividere il sogno irlandese di una nazione euro-atlantica fiduciosa in se stessa, emancipata dalle briglie del cattolicesimo e del colonialismo. O, come afferma l’economista David McWilliams: “Siamo diventati una grossa e antiquata versione del Surrey(Contea inglese che negli anni 80 ha iniziato un forte sviluppo legato alla tecnologia e ai servizi nel settore finanziario - ndt).”

Mentre i miliardari del boom hanno goduto di una libertà sfrenata di costruire e prendere prestiti, O’Toole sostiene che la prosperità irlandese degli anni 90 non era semplicemente il trionfo del libero mercato. Per gran parte del ventesimo secolo, quasi nessuna nazione ha avuto una così lenta crescita nazionale. Gli anni 90 hanno visto uno scatto con cui l’Irlanda ha finalmente recuperato lo svantaggio. E il boom globale di quegli anni vide una crescita senza precedenti negli investimenti esteri degli Stati Uniti: gran parte dei quali arrivò in Irlanda, dati la comune lingua e le origini irlandesi di molti investitori americani e dati anche gli attraenti tassi d’interesse, molto bassi. Il socialismo europeo diede una mano: l’Irlanda incassò 8.6 miliardi di sterline irlandesi dai fondi strutturali della UE tra il 1987 e il 1998. Cosa è andato storto? Quasi tutti in Irlanda puntano il dito contro la profana trinità di politici, banchieri e costruttori per aver trasformato il boom in un flop. Il governo ha fatto scoppiare una demenziale bolla edilizia offrendo immensi tagli alle imposte per le nuove edificazioni. Il settore delle costruzioni si era gonfiato fino a contare per un quinto nell’economia del paese. I prezzi, i mutui, i compensi e i costi aumentarono. Banche sregolate si sfrenarono nel concedere prestiti. Quando giunse il collasso bancario globale, le banche irlandesi accumularono un impressionante debito (nel 2008 la Anglo Irish Bank aveva 73 miliardi di euro in prestiti, metà del PIL dell’Irlanda) e il paese è stato il primo nella eurozona a entrare in recessione.

La gente “ sta accusando uno o due banchieri ma non sono loro gli unici” afferma McWilliams. “ Dobbiamo guardare a un’intera classe di professionisti – agenti immobiliari, legislatori, revisori dei conti, investitori, politici complici – che sono rimasti intossicati dall’ambizione. Non hanno sentito il campanello d’allarme perché avevano gli orecchi otturati dal denaro.”

Secondo O’Toole, niente e nessuno in Irlanda ha mai detto “basta”. Gli elettori non hanno detto ai politici di fermarsi e i politici non hanno stabilito limiti per gli costruttori o per le banche. Ora, scrive ancora, la questione è capire se gli Irlandesi “ siano arrabbiati costruttivamente al punto giusto da spazzare via un sistema che li ha portati al fallimento e crearne uno nuovo per se stessi”.

Fin dall’indipendenza all’inizio del secolo scorso, l’Irlanda è stata dominata da due partiti di destra: Fianna Fáil e Fine Gael. Fianna Fáil ha governato per gli ultimi 13 anni (ora ha stretto un’improbabile alleanza coi verdi) e molti si dicono furiosi con un governo che non possono mandare a casa per altri due anni. Ma, come sottolineato dalle classi dirigenti irlandesi con certo orgoglio, gli irlandesi non sono come i greci o francesi, neanche come la gente dell’Islanda, dove le proteste popolari hanno portato i governi locali a rassegnare le dimissioni. Non ci sono state rivolte per le strade di Dublino.

Qualche tempo fa, si era verificato un piccolo tafferuglio alle porte del Dáil, il parlamento irlandese. Una settimana dopo, sotto una pioggia battente, mille persone si sono riunite nello stesso posto per una marcia educatamente chiamata “marcia per il diritto al lavoro”. James O’Toole dice che i greci sono molto più ribelli. “Gli irlandesi sono i bambini buoni dell’Europa, si prendono le bacchettate senza lamentarsi e alla fine sono contenti perché tutti hanno ricevuto qualche caramella”. Perché così poche proteste? “ La rabbia è un fatto privato nel nostro paese; è lì ma nessuno la esprime in pubblico” ammette Ben O’Neill, un manifestante che porta un badge con la scritta “Fuck Nama”. Nama è la “banca cattiva” creata dal governo per rimuovere i titoli tossici dall’economia. Costa al contribuente e alle generazioni a venire, una fortuna (finora 73 miliardi di denaro pubblico sono andati alle banche).

Un dimostrante vestito da Maria Antonietta distribuisce tartine tra la folla. “Fuori la mafia del Fianna Fáil!” dice uno dei manifesti. “È un brutto gioco di parole sulla mafia” sottolinea qualcuno. Ci sono i soliti studenti e i lavoratori socialisti incappucciati ma anche gente che non assomiglia a un manifestante tipico, come Ray e Phyllis Carroll da Shankhill. “I tagli hanno colpito tutti” dice Phyllis mentre un costoso elicottero della Garda gira sopra di noi. “ I poveri. I disabili, i ciechi, le aiutanti. I più vulnerabili nella società.” Lei punta il dito verso il Dáil: “ Loro sono gli unici a non soffrire”.

I Carroll vivono dei loro risparmi e aiutano il loro figlio più giovane con l’università. Il sussidio di disabile di Ray non copre i loro bisogni essenziali. “ La cassa è vuota. I risparmi di anni sono andati. Ci hanno preso in giro” dice Ray. “ Ora stiamo toccando il fondo e loro ci lasciano morire”.

Nonostante i 100 mila manifestanti dopo i tagli al bilancio a dicembre, non ci sono state proteste primaverili o estive. Richard Boyd Barrett, un consulente di People Before Profit, è infuriato con i dirigenti sindacali. “ Hanno speso gran parte degli ultimi vent’anni a mangiare panini insieme a membri del governo” afferma. “Hanno assunto uno stile di vita simile a quello dei datori di lavoro con cui impiegano il loro tempo a discutere”.

Ora i sindacati sono ignorati. David Begg, rappresentante dell’ Irish Congress of Trade Unions, è diventato critico del governo a partire da alcuni mesi. “La partecipazione e l’influenza che avevamo non ci sono più” ci dice senza giri di parole. “ I motivi del collasso sono che il governo non ha ricordato i termini di 22 anni di partnership, abbandonata dal governo e dai datori di lavoro al primo cenno di difficoltà”.
v In questa terra di disoccupati, i lavoratori combattono per proteggere i loro posti. Un impiegato di Quinn Insurance, impresa nata dal boom e da poco in amministrazione controllata, ha troppa paura di dare il suo nome perché si è iscritto a un sindacato. Ha saputo che l’azienda sta cercando di mandare in cassa integrazione 900 impiegati, più di un terzo della loro forza lavoro. “ C'è da impazzire se si pensa alla situazione economica” ci dice. “ Sto rischiando il posto e sento che mi è stato intimidato di non iscrivermi al sindacato. È davvero frustrante. Mi aspetterei molta più rabbia ora”. Lui ha cercato di incoraggiare i suoi depressi e stoici colleghi a iscriversi ma senza risultati. “ Alcuni hanno paura, altri pensano che non possono farci niente.”

C'è anche chi è d’accordo con la strategia masochista del governo. “ I soldi sono diventati il nostro dio durante gli anni della tigre celtica” dice un tassista, che ora deve lavorare 7 giorni alla settimana per poter pagare il mutuo ed è indietro coi pagamenti di tre mesi. “ Tutti noi siamo in parte colpevoli”. Lui accetta i tagli. La gente sensata sa che l’ultima cosa che potevamo desiderare per questo paese è l’intervento del FMI. Perché significa non avere un governo – è il FMI a dirigere il paese”.

All’interno del governo, i consiglieri ammettono segretamente che Fianna Fáil verrà “spolpata” alle prossime elezioni. “Il governo è estremamente impopolare in questo momento.Devono fare la cosa giusta.” dice una fonte che vede questo come un governo liberato con nulla da perdere e per questo in grado di prendere decisioni dure. Sul piano internazionale, gli irlandesi ricevono applausi dalla destra: i rappresentanti del British Treasury hanno discusso con le loro controparti irlandesi sulla maniera più efficace per operare i tagli e il ministro delle finanze irlandese, Brian Lenihan (che ora combatte contro un cancro al pancreas) è stato elogiato dalla stampa finanziaria. Anche se Lenihan ha detto che il comportamento dei banchieri è stato “davvero scioccante”, il governo rimane asservito al libero mercato globale. Il boom era stato creato dal neoliberismo e lo sarà di nuovo. “ Abbiamo visto che ha funzionato 20 anni fa. Vediamo se funzionerà ancora.” sostiene un economista governativo.

Pur sedendosi su un desk circondato da migliaia di metri quadrati di uffici vuoti nella zona intorno al fiume, John FitzGerald, economista presso l’Economic and Social Research Institute, un think-tank indipendente, è molto più ottimista della UE riguardo le prospettive dell’Irlanda. Studioso che non dice nemmeno che suo padre era un primo ministro, lui prevede che ci sarà una crescita fino al 5% tra il 2012 e il 2015, prima di tornare a quelli che lui chiama i “noiosi livelli europei”.

L’Irlanda ha dovuto rivalutare la propria economia per tornare ad essere globalmente competitiva, sostiene FitzGerald. I prezzi negli affitti e nel settore privato sono caduti in seguito ai tagli drastici dei prezzi del settore pubblico. La forza del paese e la sua debolezza, è che più della metà del suo impiego e ben oltre la metà della sua manifattura viene da aziende straniere. Con la ripresa dell’economia globale c'è anche la ripresa di quella irlandese che con i servizi nel settore tecnologico, con il software e la salute sta dando vita a una nuova ‘smart economy’. FitzGerald pensa che il governo abbia fatto un’ “opera miserabile sulle banche” ma ora ha capito quali tagli fare. “ Sono stati avveduti, hanno saputo portare la popolazione ad assorbire un grande dolore. Se siamo nel giusto, sorprenderanno gli irlandesi nel 2013 comunicando la fine dei tagli”.

Più sorprendentemente, lui ritiene che l’idea diffusa che la gente stia pagando per gli errori di una élite di intoccabili è sbagliata e il bilancio masochista è stato “probabilmente il più redistributivo degli ultimi 20 anni, anche se per sbaglio”. Secondo la ricerca dell’istituto, il bilancio ha toccato il 20% delle entrate delle famiglie per il 6%, mentre il 40% in fondo hanno visto aumenti fino al 2%. “I ricchi hanno pagato un prezzo molto più elevato rispetto ai poveri. Ma tutti stanno peggio” riconosce Fitzgerald.

È ora di abbandonare l’euro?

“Avevi ragione, vero?” fa il conducente del treno per Limerick a David McWilliams. È difficile immaginare un altro paese dove un economista viene riconosicuto da un passante, ma tutti sono economisti ora in Irlanda. Mc Williams, un anticonformista che aveva previsto l’incombente conflagrazione economica, ora gira per il paese con un monologo comico sull’economia.

“Pochi di noi durante il boom hanno suggerito che quel che stava accadendo non aveva senso. In Irlanda se sei contro il consenso, la prima fase è essere ridicolizzati, poi c'è una violenta opposizione e la terza fase e la verità universale - dove tutti pretendono di essere stati d’accordo con te da sempre” dice McWilliams sorridendo.

Lui ha due soluzioni populiste e radicali: lasciamo crollare le banche e abbandoniamo l’euro. I conti correnti individuali sarebbero garantiti mentre i detentori di titoli privati perderebbero tutto, ma i mercati non avrebbero nulla da temere, anzi, guarderebbero all’economia irlandese con rinnovato interesse perché il denaro prima impegnato nel salvataggio delle banche potrebbe essere investito nella ripresa. Salvare l’Anglo Irish Bank è da economia sovietica” dice. “Gettare tutte le tue risorse per un’entità simbolica dimostra al mondo che sei un fanatico”.

McWilliams sostiene anche che l’attaccamento all’euro e alla UE nasce dalla volontà dell’establishment tradizionale di evitare i britannici che sono ancora i maggiori partner commerciali dell’Irlanda. Se l’Irlanda lasciasse l’euro tornando alla sterlina irlandese, la sua valuta avrebbe un colpo. E lasciamo che succeda, dice McWilliams: se perdesse il 40% i costi in Irlanda sarebbero del 40% più bassi di quelli dei competitori. Gli investimenti affluirebbero e le esportazioni diventerebbero estremamente competitive.

Voci più ortodosse da destra e sinistra non vorrebbero lasciar crollare le banche né abbandonare l’euro: “ Non puoi lasciar collassare una banca che è la metà del PIL del paese. Si porterebbe appresso l’intera economia” afferma un economista del governo. Fitzgerlad aggiunge: “ Se la banca centrale d’Irlanda dovesse uscire alla ricerca di decine di miliardi per sostituire l’euro è sicuro che non ce la farebbe. Ci sarebbe un crollo drammatico della valuta e una forte crescita dei tassi d’interesse e un totale crollo dell’economia. Abbandonare l’euro è un’idea da lunatici”.

Riguardo alle previsioni di FitzGerald sulla ripresa economica dell’anno prossimo, McWilliams dice: “ È un’idiozia. La visione dell’establishment è che abbiamo bisogno ancora della stessa ricetta. La cosa più importante di una crisi è che ti permette di cambiare”.

Gli irlandesi non hanno ancora individuato alternative plausibili al duopolio di Fianna Fáil e Fine Gael e, nonostante l’Irish Labour Party stia raggiungendo picchi storici nei sondaggi, McWilliams ritiene che molti stiano cercando qualcosa di diverso dalle forze tradizionali oramai screditate e che lo facciano anche nei dibattiti presso i teatri dove lui presenta il suo show. Magari questa crisi potrà sviluppare qualcosa di simile alla creatività sprigionata un secolo fa dalla lotta per l’indipendenza. “L’economia è come il resto delle cose, l’innovatore vince” dice McWilliams.

Al momento, più che lo spirito innovativo è la paura e la cupa mancanza di alternative politiche a pesare sui nuovi senzatetto Anne e Christy Moore che si sono rivolti alla corte per cercare di riavere la casa. Christy lavorava nel settore edilizio durante il boom, ora riceve il sussidio di disoccupazione. Due dei loro figli sono disoccupati, il terzo ha da poco iniziato un lavoro con contratto di 12 settimane.

Christy ora combatte la vergogna di perdere la sua casa: “Dovrei essere forte ma mi sento così giù – fatela finita con me, sparatemi in testa” dice. “E senti sempre che bisogna stringere la cinghia, ma questo è un insulto all’intelligenza. È la paura il vero motivo per cui la gente non si ribella. Ma non dobbiamo avere paura dei politici, banchieri e costruttori corrotti perché e proprio quello che loro vogliono”.

Patrick Brakham
Fonte: www.guardian.co.uk
Link: www.guardian.co.uk/world/2010/may/26/ireland-economic-...
26.05.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org cura di RENATO MONTINI
(sylvestro)
00giovedì 21 ottobre 2010 19:44
Irlanda: oltre 3mila i progetti residenziali non completati

21/10/2010

- Bilancio drammatico per il residenziale irlandese: secondo i dati appena divulgati dall'Ireland's National Housing Development Survey sono oltre 3mila i nuovi progetti residenziali partiti e poi interrotti a causa della crisi che ha colpito il Paese e il settore edilizio in particolare.
Trentatremila le case attualmente non occupate sul mercato immobiliare,10mila le residenze partite ma lasciate interrotte, a fronte delle 77 mila case completate e occupate
.


(sylvestro)
00venerdì 22 ottobre 2010 13:21
Irlanda, l’economia non ritrova ancora il motore del real-estate

22/10/2010

La speranza degli agenti immobiliari irlandesi è che la crisi del settore abbia già toccato il fondo. Ma non sono solo loro, nell’isola, ad incrociare le dita. Il real-estate e le costruzioni rivestono infatti un ruolo cruciale per l’economia intera, dal momento che contribuiscono al prodotto interno lordo per circa il 23%.

«Esiste un legame diretto tra l’evoluzione della ricchezza dell’Irlanda e i prezzi degli immobili», ha spiegato al quotidiano Le Monde Franck Doonan, direttore della rete di agenzie Era Ireland. E se si considera che la costruzione di nuove case ha toccato il suo picco nel 2006 con 95 mila unità, per crollare poi a meno di 10 mila nel 2009 e quest’anno, si comprende la portata della questione. La ripresa, inoltre, non sarà così semplice dal momento che il boom pre-crisi nel real-estate era stato alimentato in buona parte dall’arrivo di lavoratori migranti, principalmente dall’Europa dell’Est. Persone che a causa della grave recessione hanno deciso di tornare in patria al ritmo di 5 mila partenze lo scorso anno e ben 60 mila dal 1 gennaio del 2010. «Ad essi vanno aggiunti anche i giovani irlandesi che espatriano alla fine dei loro studi», ha sottolineato Doonan.

Il risultato è stato un calo dei prezzi del 5% nel 2007, del 15% nel 2008 e del 21% nel 2009. Complessivamente, dal suo picco il costo del mattone è sceso del 40% per gli immobili già esistenti e del 45% per quelli nuovi. A completare il quadro ci sono poi il tasso di disoccupazione (che ha toccato il 13%) e la magrezza dei redditi, oltreché le difficoltà del settore bancario, nonostante la creazione della National Asset Management Agency, che ha già assorbito asset tossici dagli istituti di credito per 75 miliardi di euro.
(sylvestro)
00martedì 9 novembre 2010 11:48
Irlanda a rischio default banche su mutui

09/11/2010

- Allarme mutui per l’Irlanda.
Lo spiega il Financial Times nella sua Lex Column, sottolineando il rischio di un'ondata di insolvenze sui mutui, che rischiano di far collassare il sistema bancario già vacillante.
I premi di rendimento irlandesi, oggi a 570 punti base, per ora importano poco, secondo il quotidiano finanziario britannico, visto che non ci sono necessità immediate di finanziamenti.
Ma “la coalizione di governo è sempre più instabile” scrive il Ft.
E soprattutto le stime governative di crescita all'1,75% nel 2011 appaiono ottimistiche.
Più probabile una crescita all'1%, che “solleva lo spettro di un default sui mutui - si legge nella Lex Column - i proprietari di case non sono ancora fuggiti dopo aver messo la chiave nella buca delle lettera ma potrebbe accadere: a partire da chi ha aderito ai progetti di sviluppo immobiliare finiti a metà che deturpano il Paese”.
Una prospettiva condivisa anche dal Wall Street Journal: “la bolla della proprietà commerciale ha messo le banche del Paese in ginocchio - scrive il giornale newyorchese - e ora gli istituti di credito si preparano per un altro colpo: enormi perdite sui prestiti ipotecari”.
laplace77
00martedì 9 novembre 2010 12:05
Re:
(sylvestro), 09/11/2010 11.48:

Irlanda a rischio default banche su mutui

09/11/2010

- Allarme mutui per l’Irlanda.
Lo spiega il Financial Times nella sua Lex Column, sottolineando il rischio di un'ondata di insolvenze sui mutui, che rischiano di far collassare il sistema bancario già vacillante.
I premi di rendimento irlandesi, oggi a 570 punti base, per ora importano poco, secondo il quotidiano finanziario britannico, visto che non ci sono necessità immediate di finanziamenti.
Ma “la coalizione di governo è sempre più instabile” scrive il Ft.
E soprattutto le stime governative di crescita all'1,75% nel 2011 appaiono ottimistiche.
Più probabile una crescita all'1%, che “solleva lo spettro di un default sui mutui - si legge nella Lex Column - i proprietari di case non sono ancora fuggiti dopo aver messo la chiave nella buca delle lettera ma potrebbe accadere: a partire da chi ha aderito ai progetti di sviluppo immobiliare finiti a metà che deturpano il Paese”.
Una prospettiva condivisa anche dal Wall Street Journal: “la bolla della proprietà commerciale ha messo le banche del Paese in ginocchio - scrive il giornale newyorchese - e ora gli istituti di credito si preparano per un altro colpo: enormi perdite sui prestiti ipotecari”.




ti segnalo un'interessante sezione del Il Fatto Quotidiano: Economia e Lobby, oltre a un articolo sull'irlanda:

L’Irlanda verso il collasso. Fmi alle porte?

[SM=g1747536]

laplace77
00martedì 9 novembre 2010 12:05
Re:
(sylvestro), 09/11/2010 11.48:

Irlanda a rischio default banche su mutui

09/11/2010

- Allarme mutui per l’Irlanda.
Lo spiega il Financial Times nella sua Lex Column, sottolineando il rischio di un'ondata di insolvenze sui mutui, che rischiano di far collassare il sistema bancario già vacillante.
I premi di rendimento irlandesi, oggi a 570 punti base, per ora importano poco, secondo il quotidiano finanziario britannico, visto che non ci sono necessità immediate di finanziamenti.
Ma “la coalizione di governo è sempre più instabile” scrive il Ft.
E soprattutto le stime governative di crescita all'1,75% nel 2011 appaiono ottimistiche.
Più probabile una crescita all'1%, che “solleva lo spettro di un default sui mutui - si legge nella Lex Column - i proprietari di case non sono ancora fuggiti dopo aver messo la chiave nella buca delle lettera ma potrebbe accadere: a partire da chi ha aderito ai progetti di sviluppo immobiliare finiti a metà che deturpano il Paese”.
Una prospettiva condivisa anche dal Wall Street Journal: “la bolla della proprietà commerciale ha messo le banche del Paese in ginocchio - scrive il giornale newyorchese - e ora gli istituti di credito si preparano per un altro colpo: enormi perdite sui prestiti ipotecari”.




ti segnalo un'interessante sezione del Il Fatto Quotidiano: Economia e Lobby, oltre a un articolo sull'irlanda:

L’Irlanda verso il collasso. Fmi alle porte?

[SM=g1747536]

(sylvestro)
00martedì 9 novembre 2010 12:10
Re: Re:
laplace77, 09/11/2010 12.05:


...
ti segnalo un'interessante sezione del Il Fatto Quotidiano:
...
L’Irlanda verso il collasso. Fmi alle porte?

[SM=g1747536]





Sara' un 2011 lungo, lunghissimo ... [SM=g7591]
fabio_c
00giovedì 20 gennaio 2011 21:11

Quanto vale ora una casa: qualcuno lo sa?
("The Irish Times", giovedì 20 gennaio 2011)

Da noi è completamente diverso...[SM=g2233326]

fabio
(sylvestro)
00mercoledì 25 gennaio 2012 21:06
Irlanda, oggi le case valgono la metà rispetto al 2007

25 Gennaio 2012



La crisi che si è abbattuta sull’Irlanda negli ultimi anni è stata di proporzioni gigantesche. Per rendersene conto basta osservare l’andamento dei prezzi delle abitazioni: oggi acquistare una casa nell’isola anglofona può arrivare a costare ben oltre la metà rispetto al picco massimo registrato nel 2007, anno precedente all’esplosione della bolla.

A confermarlo sono state ieri le statistiche ufficiali pubblicate dalle autorità irlandesi, che hanno precisato come il dato sia oggi in media del 47% più basso rispetto a cinque anni fa. Similmente, anche per quanto riguarda gli affitti si continuano a registrare forti diminuzioni dei prezzi: nel 2011 il calo annuale è stato pari al 16,7%, dopo il -10,5% già segnato l’anno precedente. A guidare la discesa è la capitale Dublino, sul cui territorio il costo dell’acquisto delle ville è del 54% inferiore rispetto al 2007, mentre quello degli appartamenti è crollato del 58%.

Proprio il crack del real-estate ha costituito la miccia che ha fatto esplodere l’intero sistema finanziario ed economico dell’Irlanda. Numerosi istituti di credito hanno visto negli anni scorsi esplodere il quantitativo di insolvenze sui mutui erogati, e si sono visti costretti a chiedere imponenti aiuti pubblici pur di evitare il tracollo. Conseguentemente, l’economia reale è stata spinta verso una pesante recessione. Un mix che ha fatto esplodere a sua volta il debito pubblico, costringendo il governo a chiedere un aiuto internazionale, all’Ue e al Fondo monetario, da decine di miliardi di euro.
(sylvestro)
00mercoledì 22 febbraio 2012 20:31
(sylvestro)
00mercoledì 2 maggio 2012 16:49
NEWS : PROPERTY

Irish house prices fall by 16.3% in the year to March 2012

By Finfacts Team
Apr 26, 2012 - 2:00 PM



In the year to March 2012, Irish house / residential property prices at a national level, fell by 16.3%. This compares with an annual rate of decline of 17.8% in February and a decline of 11.9% recorded in the twelve months to March 2011. Residential property prices remained unchanged in the month of March, according to the Central Statistics Office. This compares with a decline of 2.2% recorded in February and a decline of 1.7% recorded in March of last year.


In Dublin residential property prices rose by 0.7% in March and were 18.3% lower than a year ago. Dublin house prices increased by 0.7% in the month and were 18.4% lower compared to a year earlier. Dublin apartment prices were 18.9% lower when compared with the same month of 2011.

The price of residential properties in the Rest of Ireland (i.e. excluding Dublin) fell by 0.6% in March compared with a decline of 1.5% in March last year. Prices were 15.5% lower than in March 2011.

Overall Decline: House prices in Dublin are 55% lower than at their highest level in early 2007. Apartments in Dublin are 61% lower than they were in February 2007. Residential property prices in Dublin are 57% lower than at their highest level in February 2007. The fall in the price of residential properties in the Rest of Ireland is somewhat lower at 45%. Overall, the national index is 49% lower than its highest level in 2007.

Juliet Tennent, economist at Goodbody, commented:


Pace of Irish house prices falls slows in March with Dublin outperforming

Falls in the official index slow in March … - The official house price index from the CSO showed a slowing in the pace of decline in house prices in March. Residential prices were flat mom (month on month; -2.2% in February) while on a yoy (year on year) basis they fell 16.3% (from a 17.8% decline in February). This is the first slowing in the yoy rate of decline since July 2011 and means that nationally prices remain 49% below the peak.

…with prices in Dublin posting the first mom increase since May 2011 – On a mom basis, both Dublin houses and Dublin apartments saw prices increases of 0.7% and 2.3% respectively. This backs up recent survey data from Daft.ie and My home.ie which pointed to outperformance of the Dublin market relative to the rest of the country in Q1. This outperformance is likely to continue as recent census data showed that the vacancy rate in Dublin, at 8%, was lower than in 2006 and Daft.ie data showed that Dublin stock is at its lowest level since 2007. However, Dublin has experienced the most severe declines from the peak, down by 57% compared to a 47% decline for outside the capital, with Dublin apartments the worst performing category, down 62% from the peak.

Tight credit conditions will continue to weigh - In our recent report on the Irish housing market (What price is residential property really transacting for, 12 March 2012) we noted that, based on Allsop auction data, residential property is actually transacting at prices well below those suggested by the official data. Our analysis pointed to house prices falls of over 60% which translated into prices being close to long-term fair value. However, the limited access to mortgage credit will continue to weigh on prices.

David McNamara, economist at Davy, commented:

Residential property prices flat on the month

This follows a 2.2% decline in February, with prices down 16.3% on the year;
House prices fell 0.1%, while apartment prices increased 0.4% on February;
However, property prices in Dublin did increase by 0.7%, with apartment prices up 2.3% on the month;
Property prices fell 4.9% in Q1 overall, having declined 5.2% in Q4.
Today's data imply a peak-to-trough decline of 49.3%

House prices have fallen 47.8%, while apartment prices are 60.9% from peak;
In Dublin the peak-to-trough fall of residential property is 57.2%, with prices 45.5% from peak outside of the capital;
In reality, property prices are probably closer to 60% from peak due to the lag in the CSO index and the exclusion of cash purchases from the data.
House prices nearing sustainable levels, but will likely undershoot

As outlined in our recent report - Irish housing market - Affordability returns to sustainable levels, but credit constraints and uncertainty point to further declines, property prices will eventually fall 65-70% from peak;
Despite affordability metrics looking favourable, credit constraints,excess supply and economic uncertainty will weigh on property prices;
Whilst the flat index in March is a welcome reprieve, we expect property prices to continue to fall in the medium term.
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