Le imprese bolognesi non prevedono ancora nessuna ripresa

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stelafe
00mercoledì 29 aprile 2009 15:18
Fonte: sabatoseraonline.it - 29/04/2009

Le imprese bolognesi non prevedono ancora nessuna ripresa

Bologna. Resta ancora molto alta la febbre della crisi nelle imprese bolognesi e nei prossimi tre mesi la temperatura è destinata a salire ulteriormente: due imprese bolognesi su tre prevedono una diminuzione del loro fatturato, il 59% si vedrà costretta a rinunciare ad investimenti già programmati, un'azienda su quattro si vedrà costretta a ridurre l'organico. Lo dicono le aziende, appartenenti a tutti i settori economici, che hanno risposto alla seconda rilevazione del “termometro della crisi” effettuata da Cna Bologna.Dunque gli imprenditori bolognesi per il momento non vedono ancora nessuna luce in fondo al tunnel della crisi. Non solo: rispetto al primo “termometro della crisi” di tre mesi fa, le imprese dimostrano di essere ancora più pessimiste per quanto riguarda le prospettive su fatturato e sviluppo.Cna Bologna ha poi messo la lente di ingrandimento su un settore molto importante per l'economia bolognese, quello dell'edilizia. Da un focus group con le aziende del settore, arriva un grido d'allarme: a ottobre l'edilizia bolognese rischia di fermarsi completamente. Perché a quella data si ultimeranno i cantieri già previsti e non ce ne sono di nuovi in programma.Cna dunque chiede con forza alle Istituzioni misure che possano dare ossigeno al comparto edile: via libera al più presto al “Piano Casa”, a tutte le opere cantierabili sia di grandi che di piccole dimensioni, a piani di manutenzione e ristrutturazione del patrimonio pubblico e privato.
Preoccupano la sfiducia, la mancanza di ordini, le insolvenze Ancora bocciati dalle imprese Governo ed Enti locali La Cna in aprile ha realizzato la seconda rilevazione del suo “termometro della crisi”: un campione di 800 imprese associate a Cna e appartenenti a diversi settori economici ha risposto ad un questionario dell'associazione. L'obetttivo è quello di rilevare e analizzare in tempo reale andamenti, aspettative e grado di fiducia delle imprese bolognesi. La rilevazione viene ripetuta ogni tre mesi.Per quanto riguarda le prospettive per i prossimi tre mesi, il 68% delle imprese prevede un calo del fatturato, solo il 5% pensa che potrà aumentare. Sul fronte investimenti, il 58% dichiara che con molta probabilità cancellerà o rinvierà investimenti che aveva programmato, è comunque confortante che un 40% vuole continuare ad investire.
Sul capitolo occupazione, il 24% delle imprese pensa di dover ridurre il personale: come si può notare il dato, seppur preoccupante, è molto inferiore rispetto a quello del fatturato e conferma una tendenza della piccola e media impresa, la propensione a conservare la forza lavoro.
Quali sono gli aspetti della crisi che minacciano maggiormente gli imprenditori? Il clima di sfiducia generale è la minaccia più grave/insormontabile per il 64% delle imprese, segue la diminuzione degli ordini e degli acquisti (56%), il rallentamento e la programmazione a breve di commesse (51%), l'insolvenza dei clienti (37%). Il problema di ottenere credito dalle banche viene giudicato grave/insormontabile solo dal 22% degli imprenditori: questo dato è spiegabile con l'efficacia degli strumenti “consorzi fidi” delle associazioni che, grazie alle loro garanzie, consentono ad un elevato numero di imprese di ottenere credito. E anche grazie alle recenti politiche di Regione e Camera di commercio che hanno destinato risorse per potenziare i consorzi fidi.
Stabilito che la crisi c'è e che ci vorrà ancora tempo prima di vedere la luce della ripresa, in questo inizio di 2009 la situazione per le imprese bolognesi è migliorata o peggiorata? Confrontando le due rilevazioni del “termometro della crisi”, quella di gennaio con quella di oggi, per le imprese la situazione è peggiorata: peggiora il fatturato (a gennaio era diminuito per il 49% delle aziende, adesso è diminuito per il 67%); peggiorano le previsioni sull'occupazione e sull'utilizzo degli ammortizzatori sociali; peggiorano tutti gli aspetti che provocano la crisi (sfiducia-insolvenza-ordini); restano stabili il credito e gli investimenti, per le ragioni elencate prima.
Infine, come vengono giudicate dalle imprese gli attori impegnati nel contrastare la crisi? Gli imprenditori come tre mesi fa bocciano Governo ed Enti Locali per la loro incapacità di mettere in campo vere misure anticicliche, molto severi i giudizi sulle Banche, migliorano i giudizi sulla Camera di Commercio e la Cna, già promossi nella precedente rilevazione, questa volta anche con voti più alti.

L'edilizia in autunno rischia di bloccarsi del tutto
Dopo aver approfondito nei mesi scorsi l'analisi sulla meccanica e il Made in Italy, ora la Cna ha messo la lente di ingrandimento sull'edilizia (costruzioni e impianti), un comparto che in Cna conta oltre 4.000 imprese associate, soprattutto di piccole dimensioni. Nel focus group con un campione rappresentativo di aziende realizzato qualche giorno fa, è venuto un grido d'allarme: nel prossimo autunno l'edilizia bolognese tirerà completamente il freno.Le ragioni di questa analisi pessimistica sono presto spiegate: a ottobre è previsto che si concluderanno i cantieri attualmente aperti e di nuovo in programma c'è poco o niente, quindi in autunno l'edilizia rischia di fermarsi completamente. Non c'è solo un problema di mancanza di cantieri, ma le imprese esitano ad aprirne di nuovi, anche laddove hanno terreni e licenze, sia per la preoccupazione sulla liquidità (il credito nell'edilizia è più difficile che negli altri settori), che per il rallentamento del mercato immobiliare e l'elevata quantità di invenduto Entrando ancora più nel dettaglio sui vari segmenti dell'edilizia: per quanto riguarda le infrastrutture, come è tristemente noto, a Bologna non è partito nulla. Non solo: quel poco che era in programma è stato bloccato dal cosiddetto “patto di stabilità” deciso dal Governo, che ha dato uno stop agli Enti locali. Sull'edilizia industriale è confermato un rallentamento. Sull'edilizia residenziale le previsioni sono fosche: quella pubblica prevede cantieri ma fra 3/5 anni, quella privata è in profonda crisi dovuta al calo dei consumi, alla sfiducia del mercato e alla diminuzione nelle richieste dei mutui casa. Quelli che potranno resistere un po' di più sono le piccole imprese edili, affini all'edilizia e impiantisti (muratori, elettricisti, idraulici, pavimentatori, manutentori caldaie ecc.). Resiste infatti il mercato della ristrutturazione delle abitazioni private, grazie anche agli incentivi fiscali del 36% sulle ristrutturazioni e del 55% sull'energia, non a caso da sempre “cavalli di battaglia” delle politiche di Cna. Ma è un mercato che da solo non può essere sufficiente. Con un problema in più: oggi c'è grande interesse da parte di cittadini ed Enti locali sugli impianti per il risparmio energetico, un mercato che potrebbe interessare le nostre piccole imprese. Peccato che il costo d'acquisto dei materiali (ad esempio i pannelli solari) sia molto elevato, vanno pagati con forte anticipo, le aziende edili al contrario vengono pagate con forte ritardo, le banche concedono loro credito con molta difficoltà.
La Cna per dare respiro a questo strategico comparto economico (in provincia di Bologna sono oltre 13.000 le imprese di costruzione), avanza una serie di richieste precise a Governo ed Enti locali:
- va tempestivamente approvato e messo in funzione il “Piano casa”, con tutti gli incentivi per la sostenibilità ambientale, uno strumento che può muovere il mercato delle manutenzioni e ristrutturazioni
- vanno accelerate tutte le opere pubbliche cantierabili sia di grandi che di piccoli dimensioni
- vanno assolutamente allentati i vincoli di bilancio previsti dal patto di stabilità
- vanno realizzati con urgenza progetti per la manutenzione del patrimonio pubblico e privato
- per quanto riguarda gli appalti, vanno evitate le norme di assegnazione che danno troppa rilevanza al massimo ribasso, a scapito della qualità
- va utilizzata la facoltà del ricorso alla procedura negoziata (ex trattativa privata senza bando) per gli appalti pubblici di importo fino a 500.000 euro, valorizzando il rapporto con le imprese del territorio, salvaguardando ovviamente la trasparenza e la concorrenzialità fra le cinque imprese invitate a partecipare. Cna si sta adoperando all'interno della Cassa Edile bolognese affinchè questo organismo metta a disposizione un fondo che garantisca alle imprese edili, attraverso il consorzio fidi, la possibilità di ottenere prestiti sul credito d'esercizio: in sostanza per pagare stipendi ed imposte, superando così momenti di difficoltà, restando sul mercato.
Vedi anche: I cantieri quasi fermi Cna invoca il “Piano casa” (Fonte: L’Unità Bologna - di Cardone Antonella - 29/04/2009)
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