Le imprese pronte a non pagare le tasse

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labottegadelfuturo
00giovedì 14 maggio 2009 16:40
E dopo un pò di anni...l'Argentina...è quiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Una bomba ad orologeria sui conti pubblici

... «La scarsa liquidità a disposizione degli imprenditori potrebbe spingerli a disertare l’appuntamento con il Fisco - dice a l’Occidentale il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Claudio Siciliotti – Questo non vuol dire evasione, visto che la denuncia dei redditi viene regolarmente presentata, ma astensione dai versamenti».

Le imprese sarebbero pronte a non pagare le tasse anche perché la sanzione a cui andrebbero incontro è davvero minima. La legge consente infatti di utilizzare lo strumento del ravvedimento operoso che consiste in una sorta di “mea culpa” a cui fa seguito l’automatica assoluzione da parte del Fisco. «Se la situazione viene sanata entro un anno, la sanzione da pagare per il mancato versamento è stata ridotta dal decreto anti crisi n. 185/2008 dal 6 al 3% dell’imposta dovuta, a cui bisogna aggiungere un altro 3% a titolo di interessi - spiega Siciliotti - Ad esempio, un’impresa che a giugno dovrebbe pagare 100 mila euro di tasse potrebbe decidere di rinviare all’anno successivo questo esborso, in attesa di tempi migliori, pagando tra dodici mesi 106 mila euro cioè seimila euro in più».


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Il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ha già registrato una calo di circa 4 miliardi delle entrate fiscali nei primi due mesi del 2009 (-6,6% su base annua). L’Ires, l’imposta sul reddito delle società, è crollata del 64,2%, mentre l’Ire (persone fisiche) è diminuita del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2008. La crisi si è abbattuta su tutte le voci, dall’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (-4,5%) all’imposta di consumo sul gas metano (-9,5%), dall’imposta di registro (-14,9%), a quella di bollo (-8,2%). Le speranze di invertire il trend negativo sono abbastanza deboli, mentre anche i dati su deficit/pil e debito pubblico si fanno preoccupanti. Ecco perché al ministero dell’Economia vige lo stato di massima allerta.
grella
00venerdì 15 maggio 2009 20:18
Re: E dopo un pò di anni...l'Argentina...è quiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
labottegadelfuturo, 14/05/2009 16.40:

Una bomba ad orologeria sui conti pubblici

... «La scarsa liquidità a disposizione degli imprenditori potrebbe spingerli a disertare l’appuntamento con il Fisco - dice a l’Occidentale il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Claudio Siciliotti – Questo non vuol dire evasione, visto che la denuncia dei redditi viene regolarmente presentata, ma astensione dai versamenti».

Le imprese sarebbero pronte a non pagare le tasse anche perché la sanzione a cui andrebbero incontro è davvero minima. La legge consente infatti di utilizzare lo strumento del ravvedimento operoso che consiste in una sorta di “mea culpa” a cui fa seguito l’automatica assoluzione da parte del Fisco. «Se la situazione viene sanata entro un anno, la sanzione da pagare per il mancato versamento è stata ridotta dal decreto anti crisi n. 185/2008 dal 6 al 3% dell’imposta dovuta, a cui bisogna aggiungere un altro 3% a titolo di interessi - spiega Siciliotti - Ad esempio, un’impresa che a giugno dovrebbe pagare 100 mila euro di tasse potrebbe decidere di rinviare all’anno successivo questo esborso, in attesa di tempi migliori, pagando tra dodici mesi 106 mila euro cioè seimila euro in più».


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Il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ha già registrato una calo di circa 4 miliardi delle entrate fiscali nei primi due mesi del 2009 (-6,6% su base annua). L’Ires, l’imposta sul reddito delle società, è crollata del 64,2%, mentre l’Ire (persone fisiche) è diminuita del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2008. La crisi si è abbattuta su tutte le voci, dall’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (-4,5%) all’imposta di consumo sul gas metano (-9,5%), dall’imposta di registro (-14,9%), a quella di bollo (-8,2%). Le speranze di invertire il trend negativo sono abbastanza deboli, mentre anche i dati su deficit/pil e debito pubblico si fanno preoccupanti. Ecco perché al ministero dell’Economia vige lo stato di massima allerta.



Siamo passati dalla fase di distribuzione in cui l'impresa morente veniva sostituita da una nuova iscrizione ...........ad una fase .............. SI CHIUDE ARRIVEDERCI E GRAZIE..............!! [SM=g1749697] [SM=g10416]






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