Fonte: morningstar.it - 08/06/2009
Mattone, prezzi uguali al 2002
Negli Usa il valore delle case calare ancora. Per una vera ripresa ci vorrà altro tempo.
I segnali di ripresa del real estate non sono convincenti. A dare l’avvertimento sono gli analisti quando guardano i grafici del comparto. L’indice Msci di settore, a livello globale, nell’ultimo mese (fino all’8 giugno e calcolato in euro) ha guadagnato il 3,9%. Ma, letto così, potrebbe essere un dato fuorviante. Il paniere mondiale, infatti, ha beneficiato soprattutto dello scatto segnato nello stesso periodo dal benchmark regionale del Giappone (+12%) dove alcune grandi banche d’affari stanno investendo nel comparto immobiliare.
“Ma non si tratta di abitazioni o uffici”, spiega una nota di Morningstar. “Per il momento stanno acquistando terreni che potrebbero essere utilizzati per costruire parchi a tema e campi da golf, oppure rivenduti per fare cassa”. Poi c’è da aggiungere un po’ di clima di fiducia che, nonostante tutto, si respira sui mercati a livello mondiale e che può aver tonificato anche il mattone. La scenario dipinto dai numeri altrove è ancora difficile. Il sottopaniere relativo all’Europa, ad esempio, in un mese ha fatto decisi passi indietro (-8,6%).
Ma a far vedere nero sono soprattutto i dati che continuano ad arrivare dagli Stati Uniti, ossia dal Paese in cui secondo gli operatori dovrà iniziare la ripresa del settore che si farà sentire nel resto del mondo. Non fosse altro perché da lì è iniziata la tempesta. E’ vero che la National Association of Realtors ha comunicato, per aprile, un aumento della vendita di case esistenti del 2,9% rispetto al mese precedente. Il problema, però, sono i prezzi. L’indice S&P Case-Shiller, che monitora il valore di mercato delle case in 20 aree metropolitane, in 12 mesi ha perso il 18,7%: peggio rispetto al -18,4% atteso dagli economisti. A livello trimestrale, un declino così non si vedeva da quando il paniere è stato creato 21 anni fa.
Tradotto in prezzi delle case, vuol dire che negli Usa sono in linea con quelli del 2002 e più bassi del 32,2% rispetto al picco toccato nel secondo trimestre del 2006. C’è poi da considerare l’effetto (ancora sconosciuto) che potrebbero avere i cosiddetti option adjustable rate mortages (mutui a tasso variabile a cui sono legate delle opzioni agganciate all’andamento dei mercati e che molti considerano uno strumento peggiore dei famigerati subprime). La maggior parte di questi sono stati sottoscritti fra il 2005 e l’inizio del 2008. Il timore è che, a breve, con una ripresa delle Borse si possa arrivare a una raffica di confische di immobili come quella che ha caratterizzato la crisi degli ultimi due anni.
Molto tempo fa parlammo del
negative equity, un importante concetto poco conosciuto e legato alla perdita di valore delle abitazioni, nella sostanza significa che il ricavato dalla eventuale vendita dell'immobile non è sufficiente per estinguere il mutuo che resta da pagare, in questi casi infatti, in caso di vendita (per esempio perché le rate sono divenute insostenibili) si perderebbe la casa e si continuerebbe a pagare il residuo del mutuo non coperto dal ricavato. Alcuni dati aggiornati sono mostrati nell'articolo che segue.
MINSKY MOMENT! LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA (Fonte: icebergfinanza.splinder.com - 21/05/2009)
...Interessante inoltre dare un'occhiata a quanto sta accadendo sul versante delle possibili potenziali foreclosures future, città per città proposta da CNBC . Si tratta ovviamente di tutte quelle situazioni che evidenziano le cosidette ipoteche " Underwater " dove ormai il valore delle abitazioni è inferiore al residuo mutuo, al valore delle garanzie!
Marco