Europa, torna lo spettro dei subprime. Dal Sudafrica
22/10/2010
Le obbligazioni sui mutui subprime, strumenti finanziari derivati corresponsabili del crollo della finanza globale negli ultimi due anni, tentano di tornare alla ribalta. La banca sudafricana Investec, infatti, proverà a rivitalizzare il mercato con un’offerta di bond “top-rated” pari ad un valore di 130 milioni di sterline.
L’istituto di credito già un mese fa aveva fatto sapere di voler tentare l’operazione, sebbene immaginasse una riapertura in più grande stile, con 250 milioni di sterline (il ridimensionamento è dipeso dalla mancanza di sufficienti collaterali a supporto dell’offerta). E già nei prossimi giorni dovrebbe concretizzare la decisione, in Gran Bretagna, ovvero mercato nel quale la banca è più presente al di fuori del Paese di origine. Si tratta - osserva il Financial Times - di una “prova” per i mercati, dal momento che tali strumenti finanziari sono stati per anni (fino alla recente crisi) un importante metodo di finanziamento per le banche. Quella proposta dall’istituto sudafricano è una classica “securitisation”, che consiste nel prendere una serie di mutui e trasformarli in titoli garantiti dal rimborso dei prestiti originali.
In questo caso la maggior parte dei mutui utilizzati da Investec sono i cosiddetti “non-conforming”, definizione con la quale si indica una vasta gamma di prestiti: da quelli concessi a persone che non sono in grado di dimostrare appieno le proprie capacità di restituzione del credito (ad esempio alcuni lavoratori autonomi) ai veri e propri subprime, nel senso “americano” del termine, ovvero contratti da debitori ad alto rischio.