Reggio Emilia - situazione del mercato immobiliare

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marco---
00martedì 22 aprile 2008 14:21
Fonte: Gazzetta di Reggio - 22/04/2008

Casa, calano i prezzi e le compravendite

A Modena il record del ribasso: -5,2%. Mattone in crisi anche a Ferrara e Reggio...
Pegasus@
00mercoledì 28 gennaio 2009 18:40
E alla fine i nodi vengono al pettine...a parlare è Giuseppe Iannò , Presidente Provinciale della Fiaip Titolare dell'Ononima Agenzia Immobiliare , credo quindi non avrebbe alcuno interesse a rappresentare una realtà non veritiera :



"Ma quante case invendute ? Un'Infinità"

"A Reggio Emilia il 30-40% di quanto realizzato negli ultimi 3 anni attende un proprietario."

"Negli ultimi due anni però il mercato immobiliare si è praticamente bloccato. L'offerta è eccessiva."

"Zero soldi , poche richieste e mercato quasi fermo. L'auto intanto sfila a due passi da un cartello stradale :Benvenuti a Reggio , "Città del Tricolore". E delle Case Vuote."



Pega
Vedi anche:

Il 'mattone' in crisi nera: domanda crollata del 20-30% in Emilia-Romagna
Il sole 24 ore : Emilia romagna , invendute 55 mila nuove case
Mercato Immobiliare a Ravenna e Provincia
(sylvestro)
00martedì 18 maggio 2010 20:35
In città seimila alloggi invenduti

Forte frenata dell'edilizia dopo l'eccesso di costruzioni e la crisi che ha tolto reddito alle famiglie. In centro storico i grandi proprietari preferiscono affittare posti letto piuttosto che ristrutturare le case.

Da un lato la crisi ciclica, provocata da un eccesso di costruzioni nell'ultimo decennio, dall'altro la crisi globale, che ha tolto reddito alle famiglie e ha visto le banche chiudere i rubinetti dei finanziamenti: la situazione dell'edilizia è pesante nella città di Reggio. I permessi di costruzione nel 2004 sono stati 501, nel 2007 erano 453, nel 2010 si stima che non saranno più di 170. Di pari passo il calo degli oneri di urbanizzazione pagati al Comune: nel 2004 erano 28,6 milioni, nel 2007 23,5, nel 2010 crolleranno a poco più di 12 milioni.

Se langue il mercato della nuova edilizia, non sta meglio però quello delle ristrutturazioni. Il piano casa del governo ha prodotto solo 15 interventi. Anche i proprietari di immobili nel centro storico sono poco propensi ad aprire cantieri di ristrutturazione. L'edilizia è finita nell'occhio del ciclone per il sospetto di infiltrazioni della 'ndrangheta. "Il rischio c'è - dice Ugo Ferrari assessore comunale all'urbanistica - ma il contesto locale ha sempre respinto questi tentativi".

di GIAN PIERO DEL MONTE
serafin.
00martedì 18 maggio 2010 21:51
Re:
(sylvestro), 18/05/2010 20.35:

In città seimila alloggi invenduti

Forte frenata dell'edilizia dopo l'eccesso di costruzioni e la crisi che ha tolto reddito alle famiglie. In centro storico i grandi proprietari preferiscono affittare posti letto piuttosto che ristrutturare le case.

Da un lato la crisi ciclica, provocata da un eccesso di costruzioni nell'ultimo decennio, dall'altro la crisi globale, che ha tolto reddito alle famiglie e ha visto le banche chiudere i rubinetti dei finanziamenti: la situazione dell'edilizia è pesante nella città di Reggio. I permessi di costruzione nel 2004 sono stati 501, nel 2007 erano 453, nel 2010 si stima che non saranno più di 170. Di pari passo il calo degli oneri di urbanizzazione pagati al Comune: nel 2004 erano 28,6 milioni, nel 2007 23,5, nel 2010 crolleranno a poco più di 12 milioni.

Se langue il mercato della nuova edilizia, non sta meglio però quello delle ristrutturazioni. Il piano casa del governo ha prodotto solo 15 interventi. Anche i proprietari di immobili nel centro storico sono poco propensi ad aprire cantieri di ristrutturazione. L'edilizia è finita nell'occhio del ciclone per il sospetto di infiltrazioni della 'ndrangheta. "Il rischio c'è - dice Ugo Ferrari assessore comunale all'urbanistica - ma il contesto locale ha sempre respinto questi tentativi".

di GIAN PIERO DEL MONTE






[SM=g1749711] nel mio paesello reggiano è tutto un Vendesi Affittasi
na mareaaaaaaa


un appartamento non male di fornte al mio palazzo è finito all'asta so che il proprietario è sommerso dai debiti ... poracciooooo








(sylvestro)
00martedì 18 maggio 2010 21:59
Re: Re:
serafin., 18/05/2010 21.51:






[SM=g1749711] nel mio paesello reggiano è tutto un Vendesi Affittasi
na mareaaaaaaa


un appartamento non male di fornte al mio palazzo è finito all'asta so che il proprietario è sommerso dai debiti ... poracciooooo











C'e' tempo, c'e' tempo [SM=g6942] . Lascia depositare la polvere, [SM=g1749711] compreremo con calma quello che ci piacera' [SM=g1750826]
(sylvestro)
00giovedì 27 maggio 2010 09:51
Case fantasma? A Reggio 1.200

clicca per ingrandire


(sylvestro)
00venerdì 28 maggio 2010 15:26
Tante case non finite per colpa della crisi

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(sylvestro)
00venerdì 28 maggio 2010 15:27
(segue) Tante case non finite per colpa della crisi



clicca per ingrandire


(sylvestro)
00lunedì 8 novembre 2010 16:32
Reggio Emilia, svendesi in blocco 7000 appartamenti

E' la proposta fatta al Comune dai costruttori edili. Che con la scusa di dare chiavi in mano case da assegnare come alloggi popolari tentano di scrollarsi di dosso una fila di appartamenti da anni invenduti

REGGIO EMILIA, 5 NOV. 2010 – Privatizzare i guadagni e collettivizzare le perdite. E' il desiderio di tanti imprenditori italiani. Ad esserne stati contagiati sono ora gli edili di Reggio Emilia che hanno chiesto al Comune di comprare le loro case (settemila appartamenti) rimaste invendute da qualche anno a questa parte. Precisamente dai tempi in cui in diverse aree della prima periferia cittadina si è iniziato a costruire a più non posso, con interi quartieri che sono sorti nell'incredulità dei passanti. “Siamo cresciuti così tanto?”, si domandavano gli automobilisti scorrendo dinanzi a foreste di gru.

Ma la colpa dell'invenduto, secondo gli imprenditori edili locali, che per affrontare il problema hanno formato un'associazione (la Aier), è sempre quella: la crisi. Che per loro ora significa crisi di liquidità. L'offerta fatta all'amministrazione comunale sarebbe a prezzo di costo. Un modo, per il Comune, di avere a disposizione subito alloggi popolari evitando al contempo di consumare altro territorio per costruire nuovi edifici destinate alle graduatorie di chi ha diritto a un tetto. Come dire, in un baleno gli edili, dopo aver approfittato di piani regolatori a dir poco aggressivi per il territorio, si trasformano in ecologisti. E dopo aver provato a vendere a cifre esorbitanti gli appartamenti, ora si preoccupano del problema casa per i meno abbienti. Addirittura ci sarebbe già un'assegnazione la liquidità in arrivo se l'operazione andasse in porto: investire nel ripristino dei palazzi del centro storico, che non si possono certo lasciare andare nell'incuria. Una via, quella del recupero, per i costruttori praticamente obbligata, visto che difficilmente, si spera, verranno altri anni di cementificazione sfrenata.

Dalle facciate dei nobili edifici alla sfacciataggine degli edili il passo è breve. E non finisce lì. Per lunedì 15 novembre, i signori del mattone in mente di organizzare un sit in dinanzi all'Agenzia delle entrate. Perché a loro avviso non è giusto che il fisco vada a guardare col lanternino come si sono svolti i contratti di vendita delle abitazioni nel triennio 2005-2007. Secondo l'Agenzia i rogiti stipulati sono di importo inferiore ai mutui erogati. Ma il parere dell'Aier è che la differenza vada cercata nei conti correnti degli acquirenti e non in quelli della cerchia dei familiari dei costruttori. I quali, in molti casi, sono di origini calabresi, ed è risaputo che su questo punto, sul toccare la “famigghia”, ci sentano molto.
serafin.
00lunedì 8 novembre 2010 17:46
Re:
(sylvestro), 08/11/2010 16.32:

Reggio Emilia, svendesi in blocco 7000 appartamenti

E' la proposta fatta al Comune dai costruttori edili. Che con la scusa di dare chiavi in mano case da assegnare come alloggi popolari tentano di scrollarsi di dosso una fila di appartamenti da anni invenduti

REGGIO EMILIA, 5 NOV. 2010 – Privatizzare i guadagni e collettivizzare le perdite. E' il desiderio di tanti imprenditori italiani. Ad esserne stati contagiati sono ora gli edili di Reggio Emilia che hanno chiesto al Comune di comprare le loro case (settemila appartamenti) rimaste invendute da qualche anno a questa parte. Precisamente dai tempi in cui in diverse aree della prima periferia cittadina si è iniziato a costruire a più non posso, con interi quartieri che sono sorti nell'incredulità dei passanti. “Siamo cresciuti così tanto?”, si domandavano gli automobilisti scorrendo dinanzi a foreste di gru.

Ma la colpa dell'invenduto, secondo gli imprenditori edili locali, che per affrontare il problema hanno formato un'associazione (la Aier), è sempre quella: la crisi. Che per loro ora significa crisi di liquidità. L'offerta fatta all'amministrazione comunale sarebbe a prezzo di costo. Un modo, per il Comune, di avere a disposizione subito alloggi popolari evitando al contempo di consumare altro territorio per costruire nuovi edifici destinate alle graduatorie di chi ha diritto a un tetto. Come dire, in un baleno gli edili, dopo aver approfittato di piani regolatori a dir poco aggressivi per il territorio, si trasformano in ecologisti. E dopo aver provato a vendere a cifre esorbitanti gli appartamenti, ora si preoccupano del problema casa per i meno abbienti. Addirittura ci sarebbe già un'assegnazione la liquidità in arrivo se l'operazione andasse in porto: investire nel ripristino dei palazzi del centro storico, che non si possono certo lasciare andare nell'incuria. Una via, quella del recupero, per i costruttori praticamente obbligata, visto che difficilmente, si spera, verranno altri anni di cementificazione sfrenata.

Dalle facciate dei nobili edifici alla sfacciataggine degli edili il passo è breve. E non finisce lì. Per lunedì 15 novembre, i signori del mattone in mente di organizzare un sit in dinanzi all'Agenzia delle entrate. Perché a loro avviso non è giusto che il fisco vada a guardare col lanternino come si sono svolti i contratti di vendita delle abitazioni nel triennio 2005-2007. Secondo l'Agenzia i rogiti stipulati sono di importo inferiore ai mutui erogati. Ma il parere dell'Aier è che la differenza vada cercata nei conti correnti degli acquirenti e non in quelli della cerchia dei familiari dei costruttori. I quali, in molti casi, sono di origini calabresi, ed è risaputo che su questo punto, sul toccare la “famigghia”, ci sentano molto.




[SM=g9128]


[SM=g7574]
(sylvestro)
00martedì 9 novembre 2010 16:55
Grazie a newco

IL COMUNE RISPONDE PICCHE

(Er) casa reggio. Sassi: impraticabile proposta costruttori "no ad acquisto da privati degli alloggi invenduti"

(Dire) reggio emilia, 9 nov. - L'assessore comunale alla casa di reggio emilia matteo sassi chiude la porta alla proposta degli imprenditori edili dell'associazione aier per risolvere il problema dell'emergenza abitativa in città. I costruttori privati hanno lanciato nei giorni scorsi al comune l'idea di acquistare i propri immobili invenduti. Una soluzione però per sassi "impraticabile in una fase di grave crisi fiscale per gli enti locali".
L'assessore rincara poi la dose e dice: "penso che in primo luogo il mondo imprenditoriale debba avanzare una riflessione critica su uno sviluppo quantitativo che non ha creato benefici per nessuno e in primo luogo per le aziende".
(sylvestro)
00martedì 9 novembre 2010 17:00
... anche sull'Unita'

Edilizia privata Imprenditori al Comune «Comprate i nostri alloggi»
di Stefano Morselli

Per acquistare 350 alloggi già realizzati da privati, anche al solo prezzo di costo, servirebbero varie centinaia di milioni di euro. Tra tagli ai trasferimenti, vincoli del patto di stabilità e calo delle entrate, rischiamo di non avere nemmeno i soldi per riparare le buche nelle strade. Figuriamoci finanziare una operazione del genere». Agli imprenditori edili che bussano alla porta del Municipio, per offrire almeno una parte dei tanti alloggi che hanno costruito e che restano malinconicamente invenduti, l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Ugo Ferrari chiarisce subito che l’ipotesi è impraticabile e irrealizzabile, quanto meno nella formulazione che le è stata data. «Invece di realizzare nuovi interventi di edilizia pubblica – chiede in sostanza l’Aier, associazione di categoria nata recentemente per iniziative di imprenditori calabresi che vivono e operano a Reggio – comprate da noi le case le case già pronte. Siamo disposti a venderle senza guadagnarci». Proposta che la dice lunga sulla perdurante gravità della crisi immobiliare - migliaia di appartamenti vuoti solo nel territorio cittadino – e sulle difficoltà economiche in cui si sono venuti a trovare molti costruttori per il mancato rientro degli investimenti. Il paradosso è che, a fronte di questo patrimonio inutilizzato, c’è una forte domanda di alloggi a canone sociale da parte delle fasce economicamente più deboli, ma anche una crescente difficoltà a sopportare gli affitti elevatissimi del mercato privato da parte delle famiglie a medio reddito. E allora, l’assessore Ferrari non chiude completamente la porta. «Non escludo che qualcosa si possa fare all’interno dei piani di intervento pubblico, che per altro puntano principalmente sul recupero e sulla riqualificazione dell’esistente, o per le quote di edilizia sociale dei piani particolareggiati. Ma dovremmo ragionare di affitto a canone calmierato, non di acquisto. E, comunque, non per un numero così grande di alloggi». Non sembra la soluzione auspicata dall’Aier. L’assessore allarga le braccia: «Allora bisognerà chiedere che le banche non tolgano l’ossigeno alle imprese e attendere che il mercato assorba nel tempo l’eccedenza. Per altro non era obbligatorio costruire tanto. Anzi, da anni il Comune persegue una politica di contenimento, spesso criticata dagli stessi che adesso ci rappresentano queste difficoltà». REGGIO EMILIA emiliaromagna@unita.it
6 novembre 2010 pubblicato nell'edizione di Bologna (pagina 8)
(sylvestro)
00martedì 9 novembre 2010 18:10
Re:
(sylvestro), 08/11/2010 16.32:





serafin.
00martedì 9 novembre 2010 18:19
Re:
(sylvestro), 09/11/2010 17.00:

... anche sull'Unita'

Edilizia privata Imprenditori al Comune «Comprate i nostri alloggi»
di Stefano Morselli

Per acquistare 350 alloggi già realizzati da privati, anche al solo prezzo di costo, servirebbero varie centinaia di milioni di euro. Tra tagli ai trasferimenti, vincoli del patto di stabilità e calo delle entrate, rischiamo di non avere nemmeno i soldi per riparare le buche nelle strade. Figuriamoci finanziare una operazione del genere». Agli imprenditori edili che bussano alla porta del Municipio, per offrire almeno una parte dei tanti alloggi che hanno costruito e che restano malinconicamente invenduti, l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici Ugo Ferrari chiarisce subito che l’ipotesi è impraticabile e irrealizzabile, quanto meno nella formulazione che le è stata data. «Invece di realizzare nuovi interventi di edilizia pubblica – chiede in sostanza l’Aier, associazione di categoria nata recentemente per iniziative di imprenditori calabresi che vivono e operano a Reggio – comprate da noi le case le case già pronte. Siamo disposti a venderle senza guadagnarci». Proposta che la dice lunga sulla perdurante gravità della crisi immobiliare - migliaia di appartamenti vuoti solo nel territorio cittadino – e sulle difficoltà economiche in cui si sono venuti a trovare molti costruttori per il mancato rientro degli investimenti. Il paradosso è che, a fronte di questo patrimonio inutilizzato, c’è una forte domanda di alloggi a canone sociale da parte delle fasce economicamente più deboli, ma anche una crescente difficoltà a sopportare gli affitti elevatissimi del mercato privato da parte delle famiglie a medio reddito. E allora, l’assessore Ferrari non chiude completamente la porta. «Non escludo che qualcosa si possa fare all’interno dei piani di intervento pubblico, che per altro puntano principalmente sul recupero e sulla riqualificazione dell’esistente, o per le quote di edilizia sociale dei piani particolareggiati. Ma dovremmo ragionare di affitto a canone calmierato, non di acquisto. E, comunque, non per un numero così grande di alloggi». Non sembra la soluzione auspicata dall’Aier. L’assessore allarga le braccia: «Allora bisognerà chiedere che le banche non tolgano l’ossigeno alle imprese e attendere che il mercato assorba nel tempo l’eccedenza. Per altro non era obbligatorio costruire tanto. Anzi, da anni il Comune persegue una politica di contenimento, spesso criticata dagli stessi che adesso ci rappresentano queste difficoltà». REGGIO EMILIA emiliaromagna@unita.it
6 novembre 2010 pubblicato nell'edizione di Bologna (pagina 8)




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(sylvestro)
00venerdì 24 dicembre 2010 08:50
(sylvestro)
00venerdì 21 gennaio 2011 16:06
da indifesadelmattone

18/01/2011
Il mercato reale

Domani si riunisce il Comitato Consultivo dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare presso l'Agenzia del Territorio di Reggio Emilia per esaminare l'andamento del mercato nel secondo semestre; a chi scrive ed agli altri membri del Comitato Consultivo i dati sono già noti, perciò questo post è titolato il mercato reale, che differisce dal mercato immaginario creato artificialmente ancora nel mese di Dicembre da alcuni giornalisti locali, meglio provinciali, che hanno riempito paginoni descrivendo un crollo delle vendite inesistente.

Contrariamente a quanto scritto e detto da profeti di sciagure, nel 2010 il mercato ha segnato una lieve ripresa (+ 3%), più significativa nel secondo semestre (+ 5% circa); i prezzi delle nuove costruzioni sono rimasti fermi e quelli degli immobili di seconda mano hanno avuto una lieve flessione (4,5% circa).

Il numero delle compravendite nel periodo della crisi non ha avuto un tracollo verticale, ma solamente una flessione importante, infatti si è passati dai 22.894 rogiti del 2007, ai circa 20.000 del 2008, nel 2009 sono stati 16.874 e nel 2010 sono risaliti a 17.140; la flessione principale è nel periodo 2007-2009 ed è pari al 26,3%.

Possiamo considerare ormai finito il ciclo negativo ed avviata la ripresa, ancora timida e lenta; ci sarà ancora qualche contraccolpo ma nel 2011 si manterrà la tendenza all'aumento delle compravendite e riprenderà la dinamica positiva dei prezzi.



[SM=g7752]
(sylvestro)
00venerdì 1 aprile 2011 08:17
(sylvestro)
00sabato 7 maggio 2011 19:46



serafin.
00sabato 7 maggio 2011 22:29
Re:
(sylvestro), 07/05/2011 19.46:








ottimo Syl!

a parte il centro storico che è per diciamo "estimatori" e "cultori del genere" [SM=g1746735]... un po come tutti i centri storici emiliani 0 parcheggio 0 garage e altri problemini costruttivi in tutte le altre zone si registrano cali [SM=g6963]
(sylvestro)
00domenica 8 maggio 2011 10:35
Re: Re:
serafin., 07/05/2011 22.29:



ottimo Syl!
...
[SM=g6963]




Grazie [SM=g6963]



(sylvestro)
00sabato 14 maggio 2011 16:50
Continua la crisi dell’edilizia: prezzi in calo

13 maggio 2011

REGGIO. La crisi del mattone perdura. In città i prezzi degli immobili, in calo dal 2008, sono ulteriormente diminuiti del 3 o 4% rispetto al 2010. Nel centro storico le case di grande pregio possono arrivare a 4 o 5mila euro al metro quadro, ma quelle fatiscenti, nelle vie abitate da stranieri, sono offerte perfino a mille euro. La quotazione media, nell’intero territorio comunale, è di 2300 euro, con differenze rilevanti anche nelle stesse zone.

I dati, molto sommari e indicativi, sono forniti dall’osservatorio di Casa.it, il portale immobiliare che raccoglie oltre 700mila annunci. Stando ai risultati della sua indagine Reggio è, insieme a Forlì e Rimini, la città dell’Emilia-Romagna che ha fatto registrare la maggiore contrazione dei prezzi, mentre negli altri centri si riscontra un certo assestamento rispetto all’anno scorso, benchè a Bologna, sotto le due torri, le case in buono stato continuino a costare sui cinquemila euro.

Il primato negativo ha un riscontro anche nel mercato degli affitti. A Reggio, come a Ravenna e Forlì, bastano mediamente 550 euro per ottenere un appartamento in locazione. A Modena e Ferrara ne occorrono 600. A Parma e Piacenza se ne spendono 620 per un bilocale, a Bologna 720. In genere risultano più care le città di grande tradizione universitaria, dove rimane alta la domanda di immobili in affitto da parte degli studenti.

«Sono cifre - obietta Fabrizio Carretti, presidente della federazione degli agenti immobiliari reggiani - poco significative. Bisogna considerare i singoli casi, poichè i prezzi degli immobili variano molto a seconda dello stato di conservazione, della posizione e di altri fattori. La loro contrazione, incominciata tre anni fa, in qualche caso è arrivata al dieci per cento. Accade nel centro storico, dove però le compravendite sono pochissime. In periferia le case degli anni Sessanta o Settanta in buono stato si vendono a 1500-1600 euro al metro quadro. Prezzi analoghi si riscontrano nel centro per i condomini con riscaldamento centrale e senza garage». Il mercato immobiliare, nella nostra provincia, è molto legato all’andamento dell’industria e, quindi all’immigrazione. La crisi, ora, sta riducendo sensibilmente il numero dei lavoratori con uno stipendio fisso sufficiente per pagare un mutuo. (l.s.)
marco---
00giovedì 5 gennaio 2012 09:29
Fabrizio Carretti presidente di FIAIP Reggio Emilia
Ognuno tragga le proprie conclusioni sulle intenzioni che stanno dietro a certe dichiarazioni... [SM=g6963]

Risparmi sicuri solo nel mattone (Fonte: L'informazione di Reggio Emilia - 05/01/2012)


Vedi anche:
Tra crisi e opportunità resta il rifugio del mattone (Fonte: L'informazione di Reggio Emilia - 05/01/2012)
Secondo gli "esperti", per una ragione o per l'altra, è sempre ora di comprare!
Case invendute e prezzi a picco addio al mattone come bene rifugio
marco---
00domenica 12 febbraio 2012 21:11
Edilizia a pezzi (Fonte: viaemilianet - 12/02/2012)

Nuova flessione nel 2011. Il volume d'attività è pari al 40 per cento rispetto agli anni del boom. Intanto la stretta sui mutui per la casa ha gelato la timida ripresa del mercato immobiliare.

Meno 17% rispetto al 2010, meno 61% rispetto al picco del triennio 2003-2005: il crollo del volume di attività del settore delle costruzioni sembra non avere fine. Dopo tre anni di violenta contrazione, il 2011 ha segnato una nuova, pesante flessione. Lo confermano le cifre sulle concessioni edilizie incassate dal Comune di Reggio: appena 9,4 milioni di euro, contro gli 11,4 del 2010. Fra il 2003 e il 2005 gli oneri di urbanizzazione avevano toccato il record di 25 milioni di euro. Anni di intensa cementificazione del territorio, che per fortuna Reggio si è lasciata alle spalle, ma che hanno ceduto il passo ad una crisi che sta spazzando via decine di imprese e migliaia di posti di lavoro.

Se l’edilizia piange, di certo gli operatori del mercato immobiliare non ridono. Fra il 2006 e il 2009 il settore è stato letteralmente dimezzato: a livello provinciale si è passati da quasi 10mila compravendite di immobili residenziali a 5mila. Il 2010 aveva segnato una timidissima inversione di tendenza, soprattutto nel comune capoluogo, dove le compravendite erano aumentate del 2,5%. Ma il 2011 ha gelato le speranze di una ripresa. Secondo l’Agenzia del Territorio, nel primo semestre dell’anno gli immobili residenziali venduti a livello provinciale sono stati solo 2.442, con un calo del 4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Su questa nuova frenata del mercato immobiliare ha inciso pesantemente la stretta creditizia: nel 2011 i mutui erogati dalle banche in provincia di Reggio sono diminuiti del 20%.
(sylvestro)
00domenica 11 marzo 2012 14:34
Cmr, piano per la salvezza

Mercato immobiliare: la Coop Muratori Reggiolo in crisi di liquidità valuta il ricorso al concordato

di Michela Scacchioli
10 marzo 2012


REGGIOLO

Il mercato immobiliare a Reggio è già inchiodato di suo. Ma se al mercato immobiliare inchiodato si aggiunge anche la partita Parco Ottavi, allora sì che la situazione diventa drammatica. E si scivola in una crisi di liquidità tale da rendere urgente un piano di salvataggio. Piano che potrebbe concretizzarsi nel ricorso al concordato preventivo in continuazione di attività. Dando vita, cioè, a una scissione tra “bad company” e “good company”.

E’ quel che sta accadendo alla Cooperativa Muratori di Reggiolo dove ieri pomeriggio un cda convocato ad hoc ha tentato di approntare un piano per uscire dalla crisi. Una nota dell’azienda diramata in tarda mattinata ha anticipato il vulnus sottolineando la «fase di grande difficoltà finanziaria» che oggi si ripercuote sulle possibilità di accesso al credito da parte delle imprese e sulle reali capacità di consumo da parte delle famiglie. Nel giro di quattro anni il mercato immobiliare, «che costituisce l’attività prevalente di Cmr, ha avuto una riduzione di oltre il 50% e nell’ultimo anno si è addirittura in una situazione di stallo. E’ venuto così a mancare quel polmone finanziario che da 105 anni a questa parte ha consentito alla cooperativa di consolidarsi e fare nuovi investimenti».

Parole pesanti come pietre. Perché quel che manca alla Muratori di Reggiolo oggi sono le risorse finanziarie. Da qui, la necessità di correre ai ripari. Ma in che modo? «Occorre affrontare la straordinaria situazione» che si è venuta a creare - si legge ancora nella nota - «mediante un percorso che il cda della Cmr sta valutando in queste ore, che consenta di garantire l’occupazione degli oltre 150 soci lavoratori, e nella maniera più adeguata possibile le richieste di soci prestatori, fornitori e istituti di credito. Si tratta di una straordinaria operazione di messa in sicurezza, affrontata con il pieno e convinto sostegno del movimento cooperativo reggiano». Concordato preventivo, dunque, l’ipotesi più accreditata per uscire dall’impasse. Che non ha nulla a che vedere con la solidità patrimoniale - ci sarebbero circa 180 milioni di euro immobilizzati - né col portafoglio lavori. Ma con le risorse finanziarie che languono in maniera evidente. Da qui il piano per la salvezza: la costituzione di una “Cmr edile” (la good company) che si prenderebbe in carico tutto ciò che di buono la Cmr Sc ha da conferire. Centocinquanta dipendenti compresi. A costituirla, gli stessi soci della Cmr Sc più alcuni soggetti finanziari. Giova ricordare che sui lavoratori le tensioni emersero già due anni fa, quando i dipendenti erano 600 e la coop aveva necessità di tornare a produrre utili: 450 furono esternalizzati grazie a due spin off (uno sul welfare, l’altro sull’industriale legato agli inerti) e dunque messe in sicurezza. «Si tratta - dice la coop - di un ingente sforzo che garantisca la buona reputazione e il patrimonio di fiducia che Cmr ha saputo costruire attraverso tante generazioni dal 1907 a oggi confidando di superare nel medio periodo questa fase delicata».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
marco---
00venerdì 30 marzo 2012 21:22
(sylvestro)
00mercoledì 11 luglio 2012 10:45
click per ingrandire

marco---
00mercoledì 3 luglio 2013 09:01
Prezzi -30% e oltre
Case, in un anno dimezzate le vendite (Fonte: gazzettadireggio.gelocal.it - di Stefano Di Donato - 02/07/2013)

Il mercato di compravendita di abitazioni dell'Emilia Romagna è in ginocchio. L'allarme è lanciato dall'osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con gli uffici della regione. Reggio è maglia nera in Regione: si piazza al primo posto tra le province che hanno subito flessioni nel settore: -41%. Questo il dato senza appello relativo alla nostra provincia, in relazione ai dati del secondo semestre del 2012, confrontati con quelli dello stesso periodo del 2011.

Chi vorrebbe comprare non dispone dei crediti sufficienti, chi vorrebbe vendere non lo fa, essendo questo il periodo peggiore per trovare acquirenti, oppure si accontenta di cifre ben al di sotto del valore di mercato dell'abitazione.

L'attuale crisi economica ha ulteriormente gettato nella recessione un settore già profondamente ridimensionato negli ultimi anni. Lo sanno bene gli intermediari delle compravendite, le agenzie immobiliari, che a Reggio stano affrontando un periodo di profonda difficoltà.

«Il mercato va molto peggio - dice Daniela, titolare di Immobiliare Timavo - la gente non può investire e, potendo, ne ha paura, non essendoci garanzie. Addebito la responsabilità di questa situazione agli istituti di credito: non concedono più finanziamenti a chi non ha contratti a tempo indeterminato e, in una contingenza come quella attuale, significa che quasi nessuno ha accesso ai mutui. Questo crea un circolo vizioso, di cui noi siamo una delle vittime. I clienti nel corso dell'ultimo anno - conclude mestamente - sono stati pochissimi». Anche i colleghi non navigano in migliori acque, come raccontano all'Euroimmobiliare, agenzia di viale Umberto I. «Il calo delle vendite ha coinvolto ogni tipologia di abitazione - spiega la titolare - resistono in minima parte solo le vendite di mini-appartamenti. Data la mancanza di acquirenti, il prezzo di vendita si abbassa, e non mancano i casi di taglio drastico del prezzo, fino al 30% e oltre. Per intenderci - spiega la titolare - un appartamento che fino a pochi anni fa avremmo venduto a 150.000 euro, ora difficilmente sale oltre i 100.000». L'agenzia di viale Umberto I, che si occupa anche di affitti, attua politiche tariffarie attente alle necessità e alle precarie condizioni economiche ormai di molte famiglie reggiane. Per esempio, come ci ricorda lo stesso personale, l'agenzia pone un calmiere sulle quote mensili, rendendole di fatto più accessibili specialmente a chi ha contratti di lavoro a scadenza breve. La solidarietà è un fattore sempre più incidente nei rapporti fra proprietari e inquilini; i primi si rendono conto del fatto che la crisi economica rende spesso difficile, se non impossibile, corrispondere le cifre intere dell'affitto, così non sono pochi i casi di padroni di casa che abbassano i prezzi dell'affitto, spesso per non perdere un affittuario di fiducia, con cui magari hanno stabilito un rapporto di amicizia. C'è poi chi, tra gli operatori del settore immobiliare, parla di una realtà ancora più allarmante di quella tracciata dai dati sul mercato. «Meno 41%? Mi sembrano cifre davvero ottimistiche» afferma la madre del titolare di La Maison in via Petrolini, Simonpietro Simonelli. «Dall'inizio dell'anno non abbiamo venduto quasi nulla. La gente è in cerca di affari ad un prezzo sempre più basso. E'un momento di grande fatica, che non lascia scampo».
marco---
00lunedì 20 aprile 2015 21:34
Le case ormai si vendono solo con le aste immobiliari (Fonte: gazzettadireggio.gelocal.it - di Massimo Sesena - 20/04/2015)

Record a Reggio Emilia: quaranta appartamenti venduti ogni mese attraverso l’Istituto vendite giudiziarie del tribunale

REGGIO EMILIA. C’è a Reggio una agenzia immobiliare che non sembra risentire in alcun modo della crisi che ancora attanaglia l’edilizia. Lo dicono i numeri. E lo dice anche il fatto che non si tratta propriamente di una agenzia immobiliare, anche se negli ultimi anni, la somiglianza è sensibilmente aumentata.

E’ il tribunale di Reggio Emilia che - secondo gli ultimi dati forniti dalla Corte d’Appello di Bologna sulle procedure concorsuali e sulle esecuzioni immobiliari - è al primo posto in regione. Davanti persino a Bologna.

Ogni mese, a Reggio, vengono venduti circa 40 immobili, per arrivare a fine anno a circa 450 decreti di trasferimento (il documento che in pratica è la consegna “chiavi in mano” dell’immobile) che corrispondono ad altrettanti affari conclusi.

Invero - particolare non di poco conto - il primato riguarda sia il numero degli immobili che ogni settimana vengono venduti (le aste immobiliari si svolgono il martedì e il venerdì all’Istituto Vendite Giudiziarie di via Saragat, con il solo intervallo nel mese di agosto), sia anche i casi di estinzione del debito. Secondo Rocco Russo, direttore dell’Istituto Vendite Giudiziarie di Reggio, questo dato si spiega con un’altra caratteristica di questa agenzia immobiliare sui generis che è diventato, in questi anni, il tribunale di Reggio.

«Il messaggio che passa - spiega Russo - è che le case vengono vendute e anche in poco tempo. Così capita che, chi ha perso la casa, qualche volta si attrezzi per riprendersela saldando il debito prima che finisca in mani altrui».

Certo, la crisi dell’edilizia ha indubbiamente contribuito ad accrescere il lavoro degli uffici giudiziari addetti alle esecuzioni, ma questo non ha appesantito il carico: «Abbiamo adottato - spiega Russo - anche grazie al dinamismo di giovani e preparati magistrati un vero e proprio processo esecutivo corto, che ci permette di arrivare in tempi decisamente rapidi a definire la vendita». Anche in questo caso, Reggio è messa molto meglio di altre città, se è vero che altrove i tempi che passano dal pignoramento alla vendita oscillano tra i 5 e i 10 anni. Con le case e gli appartamenti che nel frattempo si deteriorano, costringendo anche a rivedere il prezzo inizialmente fissato per l’asta di questo o quell’immobile.

Tuttavia, sbaglierebbe chi pensasse che si vendono tante case perché in realtà, alle aste del tribunale queste vengono “svendute” e non vendute: il pensiero corre immediatamente alla cronaca di queste settimane, al “caso via Turri”, con la notizia di molte case acquistate all’asta a prezzi concorrenziali persino nei confronti di un garage.

«Il caso di via Turri - chiarisce Russo - è assolutamente l’eccezione. Normalmente gli immobili vengono venduti al loro prezzo di mercato, in alcuni casi anche a prezzi più alti». Ed è anche decisamente recondito il rischio che alla fine si vendano immobili che, aspettando l’aggiudicazione, hanno subito le ingiurie del tempo. Il segreto è sempre quello: la rapidità con cui si arriva alla vendita.

«Oggi - spiega il direttore dell’Ivg di Reggio - stiamo mettendo all’asta immobili pignorati nel 2013 e persino quelli pignorati l’anno scorso». Una spinta ulteriore a questo genere di vendite l’hanno data recentemente anche le banche. L’Abi ha infatti siglato un accordo nazionale per la stipula di mutui ad hoc per chi vuole acquistare gli immobili all’asta in modo da consentire l’accesso a questo tipo di vendite anche a chi non ha la liquidità necessaria per partecipare. «Anche molti istituti di credito hanno aderito a questa intesa - racconta Russo - creando prodotti specifici che consentono a tutti di accedere a queste aste».
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