Repubblica — 08 dicembre 1985: NAUSEA DEL MATTONE

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00giovedì 24 aprile 2008 17:17
1985: analisi del mercato immobiliare di GIUSEPPE TURANI

E ORA LA BORSA BATTE IL MATTONE
Repubblica — 08 dicembre 1985 pagina 1 sezione: AFFARI & FINANZA

Nausea del mattone.

"L MERCATO della casa è fiacco e non gira. Il Censis è arrivato a parlare di "nausea del mattone" ed è possibile che abbia ragione."

Senno di poi ..

"Chi avesse investito cento milioni in un' abitazione nel gennaio del 1983 oggi avrebbe in mano, in sostanza, lo stesso capitale di allora (102,4 milioni). Poichè l' inflazione è andata su del 32,6 per cento, se ne ricava che chi è stato così abile da investire in case tre anni fa adesso si trova ad aver perso il 30 per cento del suo capitale. Non è proprio quello che si può dire un affare. Nello stesso periodo, peraltro, sono spuntate (o erano già presenti sul mercato) altre possibilità di investimento, assai meno complesse di quello immobiliare e assai più redditizie. Praticamente, si può dire che qualsiasi cosa uno avesse deciso di fare, nel gennaio del 1983, del proprio denaro sarebbe stato meglio dell' investimento in abitazioni. I titoli di Stato, ad esempio, sono andati forte. Chi vi avesse messo sopra 100 milioni allora, oggi si ritroverebbe con circa 160 milioni. Anche tenendo conto del fatto che l' inflazione se n' è comunque mangiati 30, ne restano pur sempre 30 di guadagno netto (esentasse) mentre chi ha messo i soldi nei mattoni ne ha persi 30. Come si vede, questa è una buonissima ragione per aver distolto tanta gente dall' andarsi a infilare nel giro delle case. Ma c' è stata anche la Borsa. E qui le cifre sono da capogiro. Chi avesse investito in piazza degli Affari 100 milioni nel gennaio del 1983, oggi si ritroverebbe con in mano un capitale di 233 milioni. Anche tenendo conto dell' inflazione, si tratta pur sempre di un quasi-raddoppio del capitale iniziale. Tutto ciò accompagnato, inoltre, dalla grande facilità dell' investimento in azioni e titoli di Stato: tutto quello che c' è da fare è telefonare al proprio banchiere o al proprio agente di cambio per trasmettere l' ordine. E quando uno è stufo, o è convinto di aver guadagnato abbastanza, o vuole andare al mare, basta un' altra telefonata per liquidare tutto e ritrovarsi il proprio patrimonio accreditato sul conto corrente, in lire immediatamente spendibili. Mentre per le case bisogna passare la vita dai notai a firmare carte su carte, bisogna andarle a vedere, bisogna andare a discutere con gli inquilini, ecc. Non meraviglia, quindi, che il mercato delle case sia fiacco."

Troppe case.

" Dall' analisi del Censis, però, sembra di capire che sia successo qualcos' altro. Di case in questo paese se ne sono fatte molte. Al punto che un "problema alloggi" esiste probabilmente soltanto nelle grandi aree metropolitane."

... direi che oggi il problema degli alloggi non esiste nemmeno nelle aree metropolitane

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