Re: Re: Re: Re:
iverson1, 05/06/2008 19.12:
si e tu i conti li fai con l'istat??
Certo. Se vuoi, sempre utilizzando dati ISTAT, posso calcolare quanto sarebbero valsi nel 2000 i 150 milioni del 1985, rivalutati in base a parametri diversi dall'inflazione, per esempio il PIL procapite.
Nelle colonne della tabella sono riportati:
1) grandezza misurata
2) valore procapite nel 1985 convertito in euro
3) valore procapite nel 2000 convertito in euro
4) rapporto PIL2000/PIL1985
5) milioni di lire 2000 corrispondenti a 150 milioni nel 1985
indirizzo immagine:
img389.imageshack.us/img389/8421/screenshot032ax3.png
Capisco i motivi che indurrebbero un istituto centrale di statistica come l'ISTAT a sottostimare l'inflazione, ma
gli stessi motivi dovrebbero indurlo a ritoccare al rialzo altri parametri come la crescita del PIL o l'aumento dei consumi. Quindi se facciamo una bella media di tutte le righe della tabella si dovrebbe riuscire a filtrare l'eventuale "effetto tarocco".
Facendo la media si ottengono 372 milioni di lire (192k euro) che sono più o meno il prezzo 2000 di un appartamento medio alla periferia di Roma.
Quindi erano sì tanti soldi, ma sempre 1/3 di quello che chiedono oggi.
iverson1, 05/06/2008 19.12:
allora del 2000 a oggi il coeficiente è 1.16 ... ti sembra veritiero!?
Anche se non escludo che l'inflazione possa essere taroccata di qualche decimo di punto (giocando sulla definizione di inflazione), invito tutti a riflettere sugli aspetti seguenti.
1) Il paniere è variabile. Se per esempio le vongole aumentano da 10 a 20 euro/kg, e tutti quelli che mangiavano spaghetti alle vongole si mettono a mangiare spaghetti con le cozze (che nel frattempo sono anch'esse aumentate da 3 a 6 euro/kg), l'ISTAT registra che "vanno di moda le cozze", cambia il paniere e registra una diminuzione del costo della vita (da 10 euro/kg a 6 euro/kg per un chilo di "molluschi del tipo consumato con maggiore frequenza"). In un periodo di redditi che crescono poco e di consumi che si modificano in fretta per far fronte agli insufficienti aumenti di reddito, la differenza non è da poco. Quindi questo +16% registrato dall'ISTAT per il periodo 2000-2008 magari è un +40% di aumento di prezzi a paniere costante (dato inventato da me) corretto da un -18% dovuto al cambiamento della struttura dei consumi.
2) L'inflazione é una media. Per banalizzare, il 40% del punto precedente viene da una media di beni aumentati del 100% (che purtroppo ci sono) e altri beni diminuiti del 20% (che se ci riflettete sono tanti). Per di più è una media nazionale, e quindi se il dato generale è 3.6% in alcuni contesti può essere del 2% e in altri del 6%. Inoltre, dove è al 6% per alcune strutture di consumi può essere anche più alta. Quindi se uno insiste a portare i propri esempi personali vuol dire che non ha capito cosa è una media.
3) I media tendono spesso ad enfatizzare troppo le cose. Per esempio prendo due cose che secondo i media sarebbero aumentate in maniera spropositata. La benzina nel 2000 costava 2145 lire al litro (1.11 euro), oggi 1.50 euro. L'aumento è del 35% in otto anni, Un pacco di pasta Barilla costava 1200 lire nel 2000, oggi costa da 60 ai 70 centesimi. Non mi pare che ci sia da strapparsi i capelli. Poi sicuramente è vero che sono in corso forti aumenti delle materie prime, ma per ora gli effetti sul costo della vita non mi sembrano siano enormi.
4) Effetto psicologico.Se le zucchine aumentano da 2000 lire a 2 euro o più la cosa viene vissuta come un vergognoso sopruso e rimane scolpita nella memoria per decenni. Quando poi tornano da 2 euro a 1 euro non ci si fa nemmeno caso.
5) Passaggio lira-euro. Nel passaggio sono stati giustamente ignorati gli aumenti speculativi destinati a rientrare a breve. Questo ha dato un colpo mortale all'immagine dell'ISTAT. Però secondo me si sono comportati in maniera corretta, perché altrimenti avrebbero amplificato gli effetti delle speculazioni, e gli aumenti da transitori sarebbero diventati strutturali.
Mi rendo conto (soprattutto a causa del punto 5) che oggi difendere i dati ISTAT sull'inflazione senza suscitare sorrisetti e ammiccatine (o accuse di difendere chissà che interessi) è una impresa improba.
Però quello dell'inflazione è un dato fondamentale per fare qualsiasi valutazione economica, e non ci si può affidare a stime caserecce basate sulle tariffe degli idraulici o sui prezzi delle fragole a natale.
Questo lo dico non perché voglia difendere l'ISTAT, ma perché penso che
proprio una errata percezione dell'inflazione (anche favorita dai media) ha portato tante persone negli anni passati a comprare case a prezzi folli con la convinzione che fosse il modo migliore di difendere i propri risparmi da una inflazione galoppante stile anni 70 (abilmente mascherata dall'ISTAT), oppure
con la convinzione di fare il grande affare della vita prendendo un mutuo gigantesco con un tasso di interesse più basso dell'"inflazione vera".
Per finire questa filippica, invito chi considera l'euro al pari della carta straccia a ricordare che l'euro è il marco allargato, e a dare ogni tanto un'occhiata qui.
www.properties-in-germany.de/Condos.htm
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