Siena - cambia la musica nel ballo del mattone

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(sylvestro)
00martedì 16 novembre 2010 19:22
Rivoluzione nel mercato immobiliare
Case: il ‘ballo del mattone’ diventa un lento


Rivoluzione nel mercato immobiliare: gli affari di un tempo lasciano spazio solo all'utilità di oggi

Come è cambiato il settore delle compravendite immobiliari? Lascia un commento o racconta la tua storia

Siena, 16 novembre 2010 - Dall’acquisto emotivo e speculativo, a quello razionale e utile. In sintesi ecco la rivoluzione nel mercato immobiliare senese, che magari a suo modo rispetto allo scenario nazionale, ha risentito della crisi economica con ‘ferite’ che forse non si riemargineranno più. Una rivoluzione, vedremo, non solo nei numeri, ma anche nei modi di acquisto, nei tempi e negli obiettivi: il ‘ballo del mattone’ ne esce con un ritmo nuovo.



Ecco dunque tutte le mosse, viste attraverso gli occhi di Fiaip Siena, federazione agenti immobiliari professionali. "Oggi l’agente immobiliare è anche consulente d’affari, deve saper consigliare l’acquirente e indirizzarlo verso il miglior affare, anzi il più cauto", inizia così, con l’indicazione di Gianpaolo Rabazzi, consulente editoria Fiaip, il viaggio nel mercato immobiliare alla luce dei grandi cambiamenti. "A Siena è un mercato sui generis ed è difficile dare un quadro unico e esaustivo. A grandi linee possiamo darne una ‘fotografia’, coscienti però delle tante eccezioni", specifica Massimo Ulivieri, presidente di Fiaip Siena.



Dunque negli anni Duemila, fino al 2007, si è avuto il boom del mercato, con case che andavano e venivano, anche in fase di preliminari; c’era chi acquistava anche pacchetti di immobili puntando all’immancabile rialzo. "La domanda tipica del cliente era, dopo il prezzo dell’immobile, quanto ne avrebbe potuto guadagnare rivendendola", dice, rendendo il meccanismo, Gianpaolo Rabazzi. Arriva poi la crisi, il 2008, con la ‘profezia (il mercato si fermerà) che si autoavvera’ e lo scenario muta radicalmente: "Oltre al prezzo dell’immobile, il cliente inizia a chiedere a quale ribasso andrà incontro in caso di vendita — dice ancora Rabazzi —. Più che la crisi poi incidono i meccanismi del finanziamento: Basilea implica la tracciabilità di ogni movimento di denaro, le banche sono più caute con i mutui". "Se fino al 2007 una casa si vendeva in tre mesi, oggi ce ne vogliono sei per un’immobile in città, dai 9 ai 12 mesi per uno in periferia", aggiunge Ulivieri.



Se i tempi dell’affare si dilatano, mutano con questi anche le modalità della trattativa: "Il mercato di oggi è più lento — spiega Ulivieri —. Si vende per riacquistare un’altra abitazione e a risultarne premiata è la qualità dell’immobile: insomma la soluzione sui generis o scadente si fa fatica a piazzarla".
Venendo al dettaglio, se fino al 2007 un appartamento di cento metriquadri in centro si vendeva, mediamente e salvo eccezionalità, a 7/800mila euro, oggi va via con 550mila euro e deve avere date caratteristiche e trovarsi in una data posizione. "Chi acquista oggi valuta oltre alla casa anche il contesto: se è facilmente raggiungibile, se c’è possibilità di parcheggio nelle vicinanze — sottolinea Rabazzi —. Le zone che vanno per la maggiore sono quelle che garantiscono il confort". Mercato dunque al ribasso? "Non è il termine giusto — dice Ulivieri —. Certo c’è stato un riallineamento dei prezzi. La diminuzione è, in media, intorno al 10 per cento, con oscillazioni però molto significative: dal -5 per cento circa del centro storico di Siena, al -20 per cento di alcune zone della provincia, che magari soffrivano anche prima".



Tornando agli acquisti, chi compera è oggi chi deve cambiare casa e chi deve acquistare la prima, con maggiori difficoltà per i secondi (vista la difficoltà nell’avere un credito e un capitale di base), con le persone di una certa età che sono quelle con maggiori disponibilità. Se gli immobili di minor valore (sotto i 300mila euro) vanno comunque a destinazione, trovando sempre acquirenti con disponibilità limitate e se gli acquisti di pregio, oltre il milione di euro non conoscono mai crisi, è forse la fascia medio-alta quella oggi più penalizzata: prima di spendere da 500 a 800mila euro per un appartamento ci si pensa più di una volta.



Valutando le richieste, il centro così come l’oggetto di pregio, sono quelli che vanno sempre: l’80 per cento di chi cerca casa chiede centro e semicentro, andando incontro a valutazioni che vanno da 4 a 5,5mila euro al metroquadro (in buone condizioni) per centro e da 3 a 4,5mila euro per semicentro. Le zone che vanno per la maggiore sono anche quelle meglio servite, dunque in città la fascia che va dal Duomo, lungo via di Città, verso la direttrice Camollia; al di fuori delle mura è più richiesta la zona nord che quella sud, ovvero l’asse da Camollia in poi, con viale Cavour, Mentana e zona di collegamento alla viabilità nord. Il discorso cambia allontanandosi dalla città e considerando che per il senese stare all’Arbia, come a San Rocco o Castelnuovo è troppo lontano: e così solo il 20 per cento del totale delle intermediazioni riguardano queste località. E, parlando di cifre, le valutazioni al metroquadro vanno da 2,8 a 3,5mila euro per la periferia, fino a 2 e 3mila euro per l’estrema periferia.



Per quanto riguarda le dimensioni e lo stato dell’immobile, circa il 70 per cento cerca una casa in buono stato, ovvero da rimetterci mano meno possibile, e le due o tre stanze, quindi da 60 a 90 metri quadri. "Considerando — specifica Ulivieri — che gli spazi di oggi sono razionalizzati e non più quelli di ieri: la camera matrimoniale di 16/18 metri è diventata di 12 massimo e la camerina di 9. Per finire, se c’è ancora chi preferisce l’indipendenza, quindi il terratetto seppur su diversi piani, sempre più sono quelli che optano per la comodità e l’unico piano per tutta la casa". Dunque mercato in ripresa o no? "Per il 2011 ci si aspetta che non cali — dice ancora Ulivieri —, la stabilità sarebbe già un buon obiettivo".

Paola Tomassoni
marco---
00martedì 16 novembre 2010 20:00
Vedi anche: Toscana mercato immobiliare prezzi giugno 2000 (Fonte: Il Tirreno - di Rosa Serrano - 11/06/2000)

Marco
marco---
00venerdì 3 dicembre 2010 13:39
Il mattone va in frantumi - Persi posti di lavoro (Fonte: lanazione.it - Paola Tomassoni - 03/12/2010)

I dati allarmanti dell’Associazione nazionale costruttori edili di un settore in profonda crisi

Siena, 3 dicembre 2010 - Qualche settimana fa avevamo parlato del ‘ballo del mattone’ divenuto un lento, a sentire i protagonisti dell’intermediazione immobiliare; oggi siamo andati alla fonte, interpellando i costruttori edili. Ma da una parte all’altra della ‘sala da ballo’ il ritmo non cambia: il movimento è poco frizzante.
La fotografia scattata inquadra un settore che rappresenta il 30% del Pil provinciale, che dà lavoro ad oltre 10mila addetti, ma che in soli 4 anni ha perso 29 miliardi di euro.
Sono grandi numeri e purtroppo, vedremo presto, tutti in discesa: 9,25% è il calo dei posti di lavoro negli ultimi due anni, con il 7,67% in meno di imprese. Entriamo ora nel dettaglio poco felice, attraverso i dati senesi dell’Associazione nazionale costruttori edili. Dunque nel 2010 gli investimenti in costruzioni sono diminuiti del 6,4% e un’ulteriore flessione, pari a -2,4% si prevede per il 2011. Se a questo si aggiungono il -7,75 del 2009 e il -2,8 del 2008, si arriva a un calo complessivo, dal 2008 al 2011, del 17,8%, ovvero degli annunciati 29 miliardi di euro persi.
A soffrire di più è il comparto delle nuove abitazioni che in quattro anni perde il 34,2%. Nel solo 2010 la riduzione di investimenti nel nuovo raggiunge il -12,4%. A mitigare questo effetto il risultato degli investimenti nel recupero abitativo, che sono aumentati dello 0,5%, facendo segnare per il comparto, nel suo complesso, un -4,9% nel 2010. Per i lavori pubblici invece la flessione è in atto dal 2005 e nell’arco di sette anni (2004-2011) gli investimenti risulteranno diminuiti di quasi il 32%. E non c’è da sperare in meglio: le previsioni per il 2011, sempre di Ance, sono orientate verso un’ulteriore flessione degli investimenti, pari al 2,4%. Il settore abitativo registrerà un calo dell’1,2%, ma a calare saranno soprattutto le nuove abitazioni (-4%) mentre si registra un lieve aumento delle ristrutturazioni (+0,5%).
Dopo aver perso circa il 28% tra il 2007 e il 2009, il mercato immobiliare residenziale interrompe la lunga serie di segni meno e nel prime semestre del 2010 torna a crescere con un +4,4%. Ciononostante il livello delle compravendite è comunque inferiore a quello di dieci anni fa. La crescita più cospicua è nei comuni capoluogo, dove il tasso di crescita sfiora il 9%, mentre negli altri centri - in cui si concentra il 70% degli scambi - rimane nell’ordine del 2,5%. Dietro ai numeri e a giustificazione di questi ci sono i problemi del settore. A partire dalla stretta creditizia: un imprenditore senese su tre dichiara forti difficoltà ad accedere ai finanziamenti e a soffrire di più sono le piccole imprese, con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro. E il problema di liquidità sconta anche la difficoltà di vedere soddisfatti i propri crediti verso la pubblica amministrazione: il sistematico ritardo nei pagamenti ha sottratto liquidità alle imprese di costruzione impegnate nella realizzazione delle opere pubbliche. Quasi la metà delle imprese Ance denuncia ritardi medi che superano i 4 mesi oltre i termini contrattuali, con punte di ritardo che toccano i 2 anni.
Un altro elemento di difficoltà è dato dal progressivo disimpegno dello Stato nella realizzazione delle opere pubbliche, testimoniato dal calo di risorse stanziate per nuove infrastrutture: dall’analisi del disegno di legge di stabilità 2011 emerge una riduzione del 14% rispetto all’anno precedente. La diminuzione degli stanziamenti per nuove infrastrutture a livello nazionale si accompagna naturalmente a una progressiva riduzione degli investimenti locali: la riduzione negli investimenti dei Comuni sarà di circa 3,3 miliardi, il 30% in meno da destinare alle opere pubbliche.
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