USA_POVERTA'_E_DEMOGRAFIA.

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grella
00sabato 27 febbraio 2010 23:28
Nemesi Storica: " Le colpe dei padri cadranno sui figli"
C’è scritto, nella Genesi, che “le colpe dei padri cadranno sui figli fino alla quarta generazione”.
Si tratta della cosiddetta nemesi storica, fenomeno conosciuto e ripreso in letteratura anche da grandi autori.

Il tasso ufficiale di povertà nel 2008 era del 13,2 percento, in crescita dal 12,5 per cento nel 2007. Questo è stato il primo statisticamente significativo aumento annuo del tasso di povertà dal 2004, quando la povertà è aumentata al 12,7 per cento dal 12,5 per cento nel 2003.
• Nel 2008, 39,8 milioni di persone erano in condizioni di povertà, rispetto ai 37,3 milioni nel 2007 - il secondo consecutivo aumento annuale del numero di persone in condizioni di povertà.
• Nel 2008, il tasso di povertà è aumentata per i non-bianchi non ispanici (8,6 per cento nel 2008 - rispetto al 8,2 per cento nel 2007), asiatici (11,8 per cento nel 2008 - rispetto al 10,2 per cento nel 2007) e gli ispanici (23,2 per cento nel 2008 -- - dal 21,5 per cento nel 2007). Tassi di povertà nel 2008 erano statisticamente invariato per Blacks (24,7 per cento).
• Il tasso di povertà nel 2008 (13,2 per cento) è stato il più alto tasso di povertà dal 1997, ma era 9,2 punti percentuali in meno rispetto al 1959, il primo anno per il quale le stime della povertà sono disponibili.
• Dal 1960, il numero di persone al di sotto della povertà non ha superato la cifra 2008 di 39.8 milioni di persone. [1]
• Il tasso di aumento della povertà per i minori di 18 anni (19,0 per cento nel 2008 - rispetto al 18,0 per cento nel 2007) e persone 18 a 64 anni (11,7 per cento nel 2008 - fino al 10,9 per cento nel 2007), mentre è rimasta statisticamente invariato per i 65 anni e oltre (9,7 per cento).

Ma veniamo nello specifico:

popolazione USA:

301,621,157 2008
281,421,906 2000
151,325,798 1990
76,212,168 1950

1966-2008 214% 42 anni 5,10% annuo
1950-2008 296% 58 anni = 5,10% annuo
1990- 2008 85,97% 18 anni= 4,78% annuo
2000-2008 7,18% 8 anni = 0,90% annuo


Poveri 2008 38mln
2000-2008 31,581mln 20,33% 2,54% annuo
1990– 2008 33,585mln 13,15 % 0,73% annuo
1966-2008 28,510mln 33,29% 0,79% annuo

Persone oltre 65 anni 2008 3,556mln

2000-2008 3,323mln 7,01% 0,88% annuo
1990– 2008 3,658mln -2,79% -0,16%annuo ( pop. + 97.72% )
1966-2008 5,114mln -30,47% -0,73%annuo (+ 3,2% sul tot.popolazione dal 9,2 al 12,4)

Persone 18-64 anni 20,396mln

2000-2008 16,671mln 22,34% 2,79% annuo
1990– 2008 16,496mln 23,64% 1,31% annuo (pop + 103,73%)
1966-2008 11,007mln 85,30% 2,03% annuo ( +7,7 % sul tot pop. Dal 52,3 al 60)

Bambini sotto 18 anni 13,324mln

2000-2008 11,587mln 14,99% 1,87%annuo
1990– 2008 13,431mln -0,80% -0,04% annuo (pop. + 89,66%)
1966-2008 12,389 mln 7,55% 0,18% annuo (-10,9% sul tot pop. Dal 38,4 al 27,5)


Come vedete dal 2000 al 2008 le percentuali di povertà sono salite vertiginosamente, ma non in maniera uniforme:

Per i bambini sotto i 18 anni aumentati (di numero) dell' 89,66% dal 1990 ma diminuiti del 10,9% sul tot. popol. dal 1966, la povertà è esplosa dal 2000 al 2008= 14,99%.

Per la fascia 18-64 anni aumentati del 103,73% dal 1990 e 7,7% dal 1966, la povertà è esplosa dal 2000 del 22,34% (2,79% annuo)

Per la fascia over 65, aumentati del 97,72% dal 1990 e 3,2% sul tot. popolaz. dal 1966, hanno diminuito la povertà del -2,79% dal 1990 ,ed è aumentata solo del 7,01% dal 2000.

Da notare dal 1966:

Sotto 18 povertà +7,55%

Tra 18-64 povertà +85,30%

Over 64 -30,47%

La generazione del dopoguerra (1930-50), sta presentando il conto alle generazioni future.........
Vi dirò una cosa oltremodo curiosa, più si scende di età, più la povertà aumenta, vale a dire 18 anni, 6 anni , 2 anni, ecc.
Pare che i neonati siano tutti o quasi figli di poveri o poverissimi.
Sti vecchi miliardari avranno almeno un discendente nella categoria 18-64?........mah sarebbe interessante una casistica........
Buffet ha figli?..... [SM=g10303]


[SM=g1970854]












(sylvestro)
00lunedì 11 ottobre 2010 21:39
Re: Nemesi Storica: " Le colpe dei padri cadranno sui figli"
grella, 27/02/2010 23.28:


...
Poveri 2008 38mln
...



Percentuale di poveri al massimo dal 1994

di Eliana Pelucchi 11-10-2010 13:00

Negli Stati Uniti la povertà è in aumento. Nel 2009, con l’America che affrontava la più grave recessione dagli anni ’30, la percentuale dei poveri è salita al 14,3%, il massimo dal 1994.

Significa che 43,6 milioni di persone vivono in stato di indigenza, un americano su sette. Sono gli ultimi dati diffusi dall’ufficio del Censo statunitense. La percentuale dei poveri è cresciuta a causa della crisi economica, con il tasso di disoccupazione che l’anno scorso ha superato il 10 per cento. Nel 2008, i poveri erano 39,8 milioni, il 13,2% della popolazione statunitense. Moltissimi hanno perso il lavoro, e con l’impiego hanno perduto anche l’assicurazione medica. Il numero dei non assicurati è salito a 50,7 milioni, dai 46,3 milioni del 2008. Mentre il numero di poveri in età lavorativa ha toccato il massimo dal 1965. Si tratta del maggior aumento annuale da quando il governo ha iniziato a calcolare le cifre sulla povertà nel 1959. Il precedente record è stato registrato nel 1980, quando il tasso balzò dell’1,3%, al 13%, in piena crisi energetica. I problemi per i cittadini a stelle e strisce, però, non finiscono qui. Secondo i dati della Federal Reserve, il patrimonio netto delle famiglie americane è sceso del 2,8% a 53.500 miliardi di dollari (circa 182.000 dollari a persona), determinato in particolare dal calo del valore degli investimenti azionari.
(sylvestro)
00mercoledì 2 maggio 2012 14:44
Il Messico è la nuova frontiera

Nuova tendenza migratoria: dal nord al sud




WASHINGTON – Secondo il Pew Research Center, il mutamento nei modelli migratori che coinvolgono Stati Uniti e Messico è ormai compiuto. Un flusso durato oltre 40 anni è ormai terminato dato che si è raggiunta la parità tra messicani che entrano negli Stati Uniti e messicani che li lasciano per tornare in patria. L’inversione di tendenza è dovuta a molti fattori economici e sociali: difficoltà di trovare lavori dignitosi in un mercato inflazionato e fermo, crisi del mercato immobiliare non ancora risolta, inasprimento dei controlli di frontiera e, ultimo ma non meno importante, un drastico calo della natalità in Messico.

Le conseguenza per gli Stati Uniti non sono indolori. I settori che risentiranno maggiormente del calo di manodopera saranno il settore agricolo e delle costruzioni. Gran parte della manodopera messicana, infatti, veniva impiegata in questi settori, da sempre centrali nell’economia nordamericana. Con il sogno americano che è venuto meno ed è crollato senza possibilità di essere ricostruito, ormai molti immigrati scelgono di riprendere la via di casa soprattutto ora che il Messico sta intraprendendo la strada dello sviluppo economico grazie agli investimenti del governo e delle aziende straniere, settore automotive in testa.

La crisi economica ha inoltre aggravato la posizione di molti immigrati illegali che si sono trovati senza lavoro, senza casa e senza permesso di soggiorno negli Stati Uniti e non hanno potuto fare altro che ritornare a casa. L’inversione promette di avere anche ricadute politiche, soprattutto in periodo di campagna elettorale per le presidenziali dato che, se da un lato sia Democratici che Repubblicani si dichiarano apertamente contro l’immigrazione, dall’altro lato sono a caccia dei voti provenienti dai latino – americani, voti che potrebbero spostare le percentuali a favore di uno o dell’altro candidato alla presidenza.
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