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Grecia - situazione della crisi economica

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 26/09/2011 12:18
    Re: Grecia: stipendi -7,6% primo trimestre
    pax2you, 9/26/2011 10:06 AM:

    (ANSA) - ATENE, 26 SET - Gli stipendi in Grecia sono diminuiti del 7,6% nel primo trimestre di quest'anno - per la prima volta da quattro anni - come si evince dai dati diffusi dall'Istituto di statistica ellenico Elstat. Nel settore manifatturiero il calo e' stato dell'11,3% mentre i contributi alla previdenza sociale sono calati del 16,5%. Di recente Olli Rehn, commissario dell'Ue per gli Affari economici, ha sostenuto la necessita' di un'ulteriore diminuzione degli stipendi greci per migliorare la competitivita'.

    [SM=g7840]

    www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2011/09/26/visualizza_new.html_698428...




    Hai capito come tengono i valori degli immobili poi? Con l'iperinflazione [SM=g6942]
  • dgambera
    Utente anonimo
    00 26/09/2011 17:52
    Hai capito cosa si fa quando c'è l'iperinflazione? Ci si piega e si compra ai prezzi di ricarico di chi scarica l'Iva maggiorata sul cliente finale. Sì... come no. Me le immagino già le barche di albanesi che vengono a venderci mutande di contrabbando

    I greci vanno a far spesa fuori confine

    dal nostro inviato Vittorio Da Rold 26 settembre 2011


    ATENE - In attesa che domani il premier greco Giorgio Papandreou incontri il cancelliere tedesco Angela Merkel a Berlino e sempre domani inizi la maratona parlamentare per approvare le nuove misure di austerità su salari, pensioni e licenziamenti di 30mila statali, i greci cercano di sopravvivere.

    Da un anno a questa parte, a causa della pesante crisi economica che la Grecia sta attraversando, aumentano in continuazione (sono ormai oltre 600 mila ogni mese) i cittadini greci che - per risparmiare sulla spesa quotidiana e abbigliamento, benzina e persino cure dentistiche - vanno a fare acquisti oltre frontiera e che negli ultimi 12 mesi hanno speso oltre 500 milioni di euro.

    Spesso si organizzano pullman che si dirigono verso la Bulgaria o la Turchia, paese fuori dall'eurozona dove i prezzi sono più bassi che in Grecia. In Bulgaria i negozi hanno scritte anche in greco visto che la maggioranza dei clienti sono ellenici.

    Inoltre, nello stesso periodo, più di 1.500 aziende del settore manifatturiero e dei servizi si sono trasferite nei Paesi confinanti, soprattutto Bulgaria dove il settore tessile greco ha trovato rifugio. La situazione è evidenziata in un rapporto redatto dalla Confederazione nazionale del Commercio greco (Esee) secondo cui questo fenomeno rappresenta «un'emorragia incontrollabile» per il mercato ellenico.

    In base allo stesso studio, un'azienda greca su quattro fra quelle situate presso la frontiera ha già chiuso mentre numerosi imprenditori stanno considerando la possibilità di trasferire la loro attività all'estero, di delocalizzare. Secondo la Esee, la rigida politica di austerity messa in atto dal governo socialista del premier Giorgio Papandreou «non solo non migliorerà la situazione fiscale del Paese ma allo stesso tempo sta portando alla distruzione della ricchezza del ceto medio che produce».

    L'Esee nota inoltre che traffici illegali e contrabbando stanno danneggiando duramente l'economia della Grecia del Nord e delle aree di confine come Macedonia e Tracia e le isole dell'Egeo e del Dodecaneso i cui abitanti hanno speso più di mezzo miliardo di euro nell'ultimo anno per fare spese in Bulgaria, nell'ex repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom) e in Turchia. In particolare gli acquisti hanno riguardato articoli di abbigliamento, calzature, tabacchi, carburanti, assistenza medico-dentistica e ricambi auto ma molti greci hanno anche preso l'abitudine di andare a fare la spesa settimanale di generi alimentari come formaggi, frutta e verdura.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA



    Nel frattempo, siccom il giochino gli è piaciuto, forniscono nuovi aiuti.

    Nuovi aiuti alla Grecia, l'Europa rinvia ancora

    a cura di Stefano Natoli. All'interno articolo di V. Da Rold 26 settembre 2011


    La decisione sulla stesta tranche di aiuti alla Grecia (8 miliardi di euro), attesa per l'Ecofin del 3-4 ottobre, slitta ancora: lo ha detto oggi Amadeu Altafaj Tardio - portavoce del commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn - specificando che «la troika sta ancora verificando l'attuazione di tutti gli impegni da parte del governo greco» e che ciò «difficilmente potrà avvenire entro le riunioni di Lussemburgo».

    «Sicuramente - ha precisato il portavoce - il 3 ottobre a Lussemburgo i ministri delle Finanze della zona euro discuteranno dell'argomento, ma non è mai stata fissata quella scadenza per decidere della prossima tranche di aiuti alla Grecia». Prima è, infatti, necessario che la missione della troika (Bce/Ue/Fmi) torni ad Atene e questo avverrà «presto ma non è ancora stata fissata una data». I problemi non sono di ordine politico ma tecnico, e il lavoro «sta procedendo anche in queste ore ad Atene». Una volta conclusa la missione, un «compliance report» dovrà essere distribuito dalla troika a tutti gli Stati dell'Eurozona. Dovrà essere «un rapporto solido, completo, senza zone grigie» e per questo è necessario «che ci sia chiarezza su tutte le misure del governo greco», da quelle di risanamento dei conti 2011/2012 alle riforme strutturali al piano di privatizzazioni. «Gli obiettivi non sono cambiati, ma bisogna che la Grecia li raggiunga completamente. È l'ultima possibilità prima del collasso dell'economia: i criteri devono essere pienamente rispettati perchè mettiamo a disposizione i fondi per far fronte alle scadenze del debito».

    Incontro Merkel-Papandreou
    Domani sera, intanto, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro greco George Papandreou discuteranno in un incontro a Berlino delle riforme che Atene deve attuare per ottenere gli aiuti. Sarà «uno scambio importante sulla situazione economica - ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert - con un Paese di cui si sta occupando tutta L'Europa».

    La cancelliera tedesca: «Necessario prendere tempo»
    Ieri, nel corso di un'intervista al canale televisivo Ard, il cancelliere tedesco ha ribadito che «l'Europa vale ogni sforzo» e che è necessario «prendere tempo per la Grecia e altri Paesi, affinchè l'euro resti stabile. Dobbiamo andare a piccoli passi e poi controllare. Io ascolto i consigli di tutti, ma poi devo decidere e rispondere delle decisioni prese. Ciò che non possiamo fare, è distruggere la fiducia degli investitori, che non metterebbero più il loro denaro in Europa». La stessa Merkel, in un'altra intervista rilasciata venerdì all'emittente televisiva Cnbc, aveva detto che un default della Grecia «non é un'opzione» che può essere presa in considerazione, perché «determinerebbe un effetto domino incontrollato».

    In settimana Atene potrebbe annunciare privatizzazioni
    Dal canto suo, il governo greco potrebbe annunciare la privatizzazione di alcuni asset già questa settimana. l sottosegretario al ministro delle Finanze, con delega alle privatizzazioni, George Christodoulakis, ha parlato alla radio di stato Net un accordo «per tre contratti». Tali contratti potrebbero riguardare l'estensione della concessione sull'aeroporto internazionale di Atene, una concessione per i giochi gestiti dai monopoli di stato e la vendita di licenze per le videolotterie. Il governo greco ha in programma di privatizzare asset per un equivalente di 50 miliardi di euro, tra compagnie statali e immobili, entro il 2015

    Reh, stiamo studiando il rafforzamento dell'Efsf
    Relativamente al Fondo salva-stati (Efsf), Olli Rehn ha dichiarato oggi che i leader europei ne stanno studiando il rafforzamento attraverso la dotazione di strumenti supplementari rispetto a quelli stabiliti a luglio. «Stiamo ragionando sulla possibilità di dotare l'Efsf di un effetto leva più importante per dargli più forza», ha spiegato il Commissario Ue in un'intervista al quotidiano tedesco Die Welt. Le decisioni sul fondo, stabilite dai dirigenti Ue il 21 luglio, sono in corso di approvazione da parte dei paesi della zona euro.

    Giovedì 29 un apputamento particolarmente importante: il parlamento tedesco sarà infatti chiamato alla ratifica del rafforzamento dei meccanismi anti crisi europei.

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    00 26/09/2011 22:27
    tra le righe...

    ...si leggono a volte sfacciate verita'


    fonte: repubblica

    CRISI

    L'Unione europea frena sugli aiuti alla Grecia

    Gli 8 miliardi di aiuti necessari per salvare lo stato ellenico non arriveranno entro il 3 ottobre. I soldi per pagare gli stipendi degli statali bastano fino a metà mese. La Germania però sembra non voler aumentare anche il fondo-salvastati, mentre il presidente Usa afferma preoccupato che "L'Europa non sta agendo abbastanza in fretta".

    di ETTORE LIVINI


    ...

    La prudenza dell’Europa e di Washington ha una spiegazione semplice: il ritardo di Atene nel tradurre in pratica le riforme annunciate. Le privatizzazioni (erano previste vendite per 5 miliardi entro fine settembre) sono al palo. La riorganizzazione del settore pubblico viaggia a scartamento ridotto. Il malumore dei paesi più euroscettici – Olanda, Finlandia e Germania in particolare – ha convinto così gli organismi internazionali ad adottare la linea dura per tenere alta la pressione su Papandreou. Il premier ellenico, tra l’altro, ha già le sue belle gatte da pelare sul fronte domestico. Più di un membro del partito di governo, i socialisti del Pasok, ha espresso
    malumore sul piano d’austerity lacrime e sangue annunciato la scorsa settimana. Un giro di vite che prevede la messa in mobilità di 30mila dipendenti pubblici, un taglio alle pensioni oltre i 1.200 euro e alle baby-pensioni e una patrimoniale sul mattone. L’esecutivo ha una maggioranza risicata in Parlamento (154 seggi su 300) e per evitare un voto di sfiducia che rischia di portare il paese dritto dritto verso il crac, ha deciso di prendere tempo. Giovedì dovrebbe venire approvata (salvo sorprese) la nuova tassa sugli immobili, la misura più soft.

    ...

    (26 settembre 2011)



    [SM=g1747522]

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    00 27/09/2011 17:19
    Re: tra le righe...
    laplace77, 26/09/2011 22.27:


    ...si leggono a volte sfacciate verita'


    fonte: repubblica

    CRISI

    L'Unione europea frena sugli aiuti alla Grecia

    Gli 8 miliardi di aiuti necessari per salvare lo stato ellenico non arriveranno entro il 3 ottobre. I soldi per pagare gli stipendi degli statali bastano fino a metà mese. La Germania però sembra non voler aumentare anche il fondo-salvastati, mentre il presidente Usa afferma preoccupato che "L'Europa non sta agendo abbastanza in fretta".

    di ETTORE LIVINI


    ...

    La prudenza dell’Europa e di Washington ha una spiegazione semplice: il ritardo di Atene nel tradurre in pratica le riforme annunciate. Le privatizzazioni (erano previste vendite per 5 miliardi entro fine settembre) sono al palo. La riorganizzazione del settore pubblico viaggia a scartamento ridotto. Il malumore dei paesi più euroscettici – Olanda, Finlandia e Germania in particolare – ha convinto così gli organismi internazionali ad adottare la linea dura per tenere alta la pressione su Papandreou. Il premier ellenico, tra l’altro, ha già le sue belle gatte da pelare sul fronte domestico. Più di un membro del partito di governo, i socialisti del Pasok, ha espresso
    malumore sul piano d’austerity lacrime e sangue annunciato la scorsa settimana. Un giro di vite che prevede la messa in mobilità di 30mila dipendenti pubblici, un taglio alle pensioni oltre i 1.200 euro e alle baby-pensioni e una patrimoniale sul mattone. L’esecutivo ha una maggioranza risicata in Parlamento (154 seggi su 300) e per evitare un voto di sfiducia che rischia di portare il paese dritto dritto verso il crac, ha deciso di prendere tempo. Giovedì dovrebbe venire approvata (salvo sorprese) la nuova tassa sugli immobili, la misura più soft.

    ...

    (26 settembre 2011)



    [SM=g1747522]




    Qui i numeri non danno scampo. Se questi saltano a favore di una crisi di governo aspettiamoci il peggio:

    www.lettera43.it/economia/macro/26822/i-nuovi-poveri-di-a... [SM=j7568]

    LE TASSE DEI POVERI. L’ultima condanna da cui i greci cercano di sfilarsi è la patrimoniale dei poveri: una tassa sugli immobili varata da un governo che ha già raschiato il fondo del barile e oggi fa cassa senza potersi permettere il lusso di distinguere.
    Chiunque abbia una casa di proprietà, non importa quanto piccola, deve contribuire a risanare i conti pubblici: per 80 metri quadrati semiperiferici, l’importo è di 600 euro. Quanto uno stipendio mensile.
    L’alternativa diventa insomma comprare da mangiare e rimpinguare le casse dello Stato. E nessuno ha dubbi su quale sia la priorità. Persino il rappresentante locale del Fondo monetario internazionale, Bob Traa, lo ha detto: «L’introduzione di nuove tasse è diventata impensabile».

    Se il sillogismo è vero allora forse, qui da noi, sarebbe meglio cominciare da queste tasse, che i poveri son altri! [SM=g1747522] altrimenti, bon appetit [SM=g2564972]

    [Modificato da FraMI 27/09/2011 17:21]
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    00 29/09/2011 11:48
    news...

    e mentre la germania decide sull'EFSF e in grecia si occupano i ministeri, per l'italietta viene pubblicata la lettera della BCE...


    interessante, per il mercato romano in particolare, la "richiesta" relativa al pubblico impiego:

    3) Andrebbe valutata una riduzione dei costi del pubblico impiego, "rafforzando le regole per il turn over e, se necessario, riducendo gli stipendi".

    la cosa in grassetto e' stata fatta in grecia, insieme ad altre iniziative (vedere post sopra), forse ci arriveremo anche noi...

    [SM=g2594223]
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    00 29/09/2011 22:22
    Com'era la storia del bene rifugio in caso di default?

    Immobiliari greche a pensante sconto in Borsa

    di Maria Adelaide Marchesoni 29 settembre 2011


    Quando lo sconto e' elevato i prezzi diventano un'opportunita' e gli acquisti di solito non mancano. Ma non sempre e' cosi e nell'attuale situazione anche se i prezzi hanno raggiunto valori molto bassi non rappresentano per gli investitori opportunita' di acquisto. Se analizziamo ad esempio il livello raggiunto dalle quotazioni dei gruppi a immobiliari greci lo sconto rispetto ai prezzi di mercato e' decisamente molto ampio. A soffrire maggiormente anche le società immobiliari quotate che operano o hanno un'esposizione consistente nei cosiddetti Piigs (Grecia, Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda).

    L'effetto «periferici», secondo quanto indicato dagli esperti della banca d'affari Kempen & Co. si e' riflesso in misura sostenuta sul Nav che ha determinato, per le società quotate nei Piigs uno sconto medio del 48% rispetto all'11-13% dei gruppi quotati nel Regno Unito o in Svezia.

    Per i titoli del real estate greco lo sconto piu' elevato rispetto agli attuali prezzi di mercato e' evidenziato dalla societa' Pasal Devolpment una small cap che viene trattata a 0,19 euro rispetto a un nav pari a 4,7 euro (- 96% rispetto alle quotazioni del 26 settembre). Lo sconto rimane elevato anche considerando il triple Nav che e' pari a 54,1 milioni di euro ovvero 3,62 euro per azione, e si confronta con un valore a fine 2010 piu' elevato e pari a 61,9 milioni corrispondente a 4,13 euro per azione.

    La riduzione del Nav e' dovuta agli effetti delle rettifiche a fair value degli investimenti immobiliari, dinamica che riflette il continuo calo dei valori del mercato immobiliare e la crisi del settore finanziario. Il valore del portafoglio immobiliare a fine giugno ammontava infatti a 178,3 milioni rispetto a 184,9 milioni di fine 2010 con un calo del 3,6%. Il gruppo presentava a fine giugno un indebitamento finanziario netto pari a 131,6 milioni con un LTV in aumento al 60,8% dal 58,5% di fine 2010. Il peggioramento dell'indice LTV e' dato dal minor valore delle proprieta' immobiliari.
    Sconto sostenuto (-81%) anche per Babis Vovos che presenta un Nav pari a 2 euro e un prezzo di mercato pari a 0,38 euro. Tuttavia il valore del Nav e' aumentato del 16% circa rispetto a Nav di fine 2010 in seguito alle riprese di valore sugli investimenti immobiliari per 22,7 milioni. Il portafoglio immobiliare a fine giugno 2011 presentava un valore pari a 853 milioni in crescita del 2,8% rispetto a fine 2010 in seguito alla valutazione di mercato effettuata da Proprius SA, membro di Cushman & Wakefield Alliance.

    Tra le big cap, Eurobank Properties REIC presenta uno sconto su valori piu' "moderati" e pari al 64%. A fine giugno il gruppo ha riportato i conti in nero per 8,2 milioni (perdita pari a 3,31 milioni nel periodo corrispondente). Il significativo incremento dell'utile netto è dovuto principalmente alla riduzione delle perdite da valutazione al fair value degli investimenti immobiliari rispetto al primo semestre 2010 (11,8 rispetto a 18,8 milioni euro) in seguito principalmente alla stabilizzazione dei valori di investimento delle proprietà all'estero situate prevalentemente in Ucraina, Romania e Serbia. Il gruppo presenta un LTV decisamente contenuto, pari al 14%, e nel periodo ha completato l'acquisizione di alcune proprieta' situate a Atene concesse in leasing a EFG Eurobank Ergasias e a Lamda Development, rispettivamente azionista di controllo con il 55,56% e socio al 14,76%. Il prezzo di acquisto è stato di 6,57 milioni, mentre il fair value è pari a 6,75 milioni di euro. Il rendimento dell'investimento dovrebbe essere pari al 7,75% annuo. Sostenuto anche lo sconto (-76%) rispetto alle quotazioni per il gruppo Lamda Development, che ha in portafoglio il 6,8% di azioni proprie e possiede investimenti immobiliari per 861,6 milioni per il 61% a destinazione retail situato prevalentemente in Grecia (85%) e il 12% in Serbia.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 30/09/2011 23:36
    Grecia, ad Atene bloccato l'ufficio di statistica, niente dati alla Troika

    di Vittorio Da Rold 30 settembre 2011


    Sei edifici pubblici tra cui l'ufficio di statistica sono bloccati da manifestanti che impediscono ai funzionari di entrare. Così il direttore dell'ufficio di statistica greco non ha potuto entrare nell'ufficio con il suo staff per completare l'opera di radiografia e fornire gli ultimissimi dati economici sul bilancio statale alla troika, i funzionari Bce, Ue e Fmi.

    Dati economici aggiornati necessari per dare il via libera alla sesta tranche da 8 miliardi di euro. Ora la mancanza di questi aggiornamenti sul deficit con le ultime misure approvate potrebbero ritardare le procedure per la concessione del prestito. Le entrate fiscali di Atene da gennaio-agosto sono state pari a 30,68 miliardi di euro (-5,3% anno su anno) mentre le spese sono state pari a 47,40 miliardi (+8,1% anno su anno).

    Su questi dati fuori rotta la troika aveva sbattuto la porta, lasciato Atene e chiesto nuove misure di austerità senza le quali aveva minacciato di bloccare la sesta rata da 8 miliardi di euro. Ora lo sciopero selvaggio all'ufficio statistico greco impedisce alla troika di avere i dati per l'esame finale e rischia di ritardare la rata del prestito nessarioa pagare pensioni e stipendi.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 02/10/2011 18:51
    Grecia verso un pesante piano di licenziamento dei dipendenti pubblici

    Con un'analisi di Vittorio Da Rold 2 ottobre 2011


    Potrebbe essere presentato oggi il piano della Grecia per l'avvio dei pesanti licenziamenti - oltre al taglio di salari e benefit - dei dipendenti pubblici: la parte più complicata del pacchetto di riforme chiesto da Unione europea e Fondo monetario internazionale per liberare i nuovi aiuti ed evitare la bancarotta. Per convincere la troika, Atene ha promesso di introdurre nuove tasse, ridurre i salari dei dipendenti pubblici e il numero degli statali di un quinto entro il 2015. La decisione è attesa questa sera durante la riunione straordinaria del Consiglio dei ministri. La richiesta di Ue e Fmi non è molto diversa da quanto la Bce chiede all'Italia nella lettera inviata al nostro Governo il 4 agosto scorso.

    Il piano
    Circa 30mila lavoratori del settore pubblico greco rischiano di essere messi in mobilità e di vedersi decurtato lo stipendio del 40% per un
    intero anno per poi essere pensionati. L'annuncio del nuovo piano greco per evitare il fallimento del Paese potrebbe arrivare in giornata a conclusione del meeting di governo previsto alle 17. «Siamo vicini a un accordo sulla mobilità» hanno detto ieri fonti dell'esecutivo. «Vogliamo
    concludere un accordo e annunciarlo entro domani». Ieri ad Atene il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos, ha incontrato gli ispettori della troika Ue-Fmi-Bce che stanno facendo pressioni per tagli nel settore pubblico. Venizelos, a fine della riunione, si è mostrato
    ottimista: la sesta tranche di aiuti alla Grecia da parte di Ue e Fmi, ha detto, è «assicurata».

    Un aiuto da 8 miliardi
    La nuova tranche di aiuti da parte della troika è di 8 miliardi di dollari, una somma che potrebbe evitare alla Grecia il fallimento e la possibile uscita dell'Eurozona. La decisione sui nuovi aiuti sarà annunciata il 13 ottobre. Cruciale per le decisioni della comunità internazionale sul paese europeo
    sarà anche il vertice tra il cancelliere tedesco, Angela Merkel e il presidente francese, Nicolas Sarkozy, in programma il prossimo 9 ottobre a Berlino.

    La riunione, convocata d'urgenza dal primo ministro greco, George Papandreou, serve a discutere del bilancio del 2012 che domani, lunedì, sarà sottoposto al giudizio del Parlamento di Atene. Secondo il ministero delle Finanze, gli incontri con gli ispettori di Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale - la cosiddetta «troika» - sono stati «positivi e costruttivi» anche se i rappresentanti dei creditori della Grecia resteranno ad Atene fino al 7 ottobre per completare il loro lavoro.

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    Castellina in Chianti
    00 03/10/2011 08:14
    Re:
    l'ansa parla anche di decurtazione del 20% di tutti gli stipendi nella PA.

    Atene ha incassato il via libera della Troika (la delegazione composta da Bce, Fmi e Ue) al piano che prevede, oltre al taglio del 20% dei salari e dei dipendenti della P.A. entro il 2015, il licenziamento di 30.000 statali, condizione fondamentale per lo sblocco della sesta tranche di aiuti: un pacchetto da 8 miliardi di euro senza i quali la Grecia si sarebbe trovata senza i fondi per pagare gli stipendi già da ottobre.

    ansa

  • dgambera
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    00 10/10/2011 13:47
    Che pena

    In Grecia la crisi mina anche la salute pubblica. E per curarsi si va nelle cliniche delle ong

    di Chiara Beghelli 10 ottobre 2011


    Atene, 10 ottobre 2011: mentre la troika dei creditori incontra per l'ennesima volta il ministro delle Finanze Venizelos per convincerlo ad essere ancora più drastico sui disastrati conti della Grecia, al 12 di via Sapfous i medici e i volontari della delegazione greca di Médecins du Monde si organizzano per un'altra settimana di visite gratuite nelle strade della città. A rivolgersi ai loro centri finora erano stati gli immigrati poveri, provenienti soprattutto da Iraq, Afghanistan, Bangladesh e Africa. Ma con la tremenda crisi nazionale, i volti dei loro pazienti sono diventati più familiari. Nikitis Kanakis è un dentista ed è il capo di MdM in Grecia: «La situazione nell'ultimo anno è peggiorata: di 30mila pazienti che abbiamo assitito, circa il 35% sono cittadini greci, in aumento del 10% rispetto al 2010», ha detto all'euobserver.com.

    Situazione preoccupante, ma che non poteva essere diversa, con uno Stato che ha stabilito tagli del 40% alla sanità pubblica, e che probabilmente peggiorerà ancora, come denuncia uno studio dell'Università di Cambridge pubblicato dalla rivista britannica The Lancet. Analizzando le risposte a circa 26mila questionari, report di istituti di ricerca, aziende sanitarie e ong fra 2007 e 2009, lo stato della salute pubblica della Grecia è risultato essere una copia di quello delle sue finanze: le persone ad essersi rivolte agli ospedali pubblici per vari disturbi sono aumentate del 24% nel 2010 rispetto al 2009, e di un ulteriore 8% nei primi sei mesi del 2011. Le ammissioni agli ospedali privati, invece, sono calate del 25-30%. Della stessa percentuale, in linea con il dato fornito da Kanakis, è l'aumento del ricorso a centri medici delle Ong, che prima della crisi si limitava al 3-4 per cento.

    Il dato sui suicidi, poi, trova conferma in quelli già tristemente noti: coloro che hanno fatto la stessa scelta di quel piccolo imprenditore del settore retail che si è impiccato a un ponte, lasciando una nota con scritto «non cercate altre ragioni, la crisi mi ci ha portato», sono aumentati del 25% nel 2010 rispetto all'anno prima, e sembrano in aumento del 40% nel primo semestre 2011. L'impoverimento progressivo, scrive Lancet, ha condotto anche a un aumento dell'abuso di droghe, eroina in testa con un +20% nel 2009, e a un parallelo aumento dei casi di Hiv da scambio di siringhe infette di un incredibile 52% rispetto al 2010.

    «L'esperienza della Grecia ci avverte dei rischi di tagli alla sanità in tempi di recessione», ha detto a Reuters uno dei partecipanti alla ricerca, Martin McKee, della London School of Hygiene and Tropical Medicine. E chi sta pagando il prezzo più alto della crisi, non solo in termini di occupazione, reddito, sicurezza, ma anche in salute, dice Lancet, è la «ordinary people», la gente comune. Per questo, si legge in chiusura dell'articolo, «è necessaria la massima attenzione alla salute e all'accesso alla sanità per assicurare che la crisi non metta a repentaglio la primaria fonte di ricchezza della Grecia: la sua gente».

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  • dgambera
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    00 11/10/2011 16:50
    Juncker: possibili perdite fino al 60% per i creditori della Grecia. Allo studio la ristrutturazione "strong"

    di Andrea Franceschi 11 ottobre 2011


    Una ristrutturazione radicale del debito greco attraverso un haircut, cioè un taglio consistente del valore nominale dei titoli in possesso dei creditori. La ha evocata nei giorni scorsi l'ex numero uno della Fed Alan Greenspan. Ma ora ne ha parla anche un'esponente di spicco delle autorità dell'eurozona: Jean Claude Juncker.

    In un'intervista alla rete televisiva austriaca ORF il presidente dell'Eurogruppo ha infatti fatto capire che detentori di titoli di Stato della Grecia potrebbero subire perdite anche superiori al 60 per cento rispetto al valore nominale dei bond. Alla domanda se l'Unione europea stia discutendo di un "haircut" del debito greco compreso tra il 50 e il 60%, Juncker ha infatti replicato: «Discutiamo di una cifra superiore».

    Ci troveremmo insomma di fronte a una ristrutturazione ben più dolorosa rispetto a quella dell'accordo di luglio. Il compromesso su Atene prevedeva infatti un coinvolgimento "volontario" dei privati attraverso il cosiddetto rollover del debito che comportava un "haircut" del 21% dei bond greci.

    In giornata Guy Schuller, portavoce di Juncker, ha gettato acqua sul fuoco parlando di un «un malinteso». Tuttavia fonti governative europee, citate da France Presse, confermano che si sta discutendo di un haircut del 50 per cento per i titoli di Atene.

    Juncker peraltro continua a sostenere che, anche con un taglio sul valore dei bond della Grecia superiore al 60 per cento, non ci si troverebbe in una situazione di fallimento. «Bisogna fare di tutto per evitare una bancarotta di un paese dell'area euro», ha detto.

    Resta quindi l'equivoco di fondo sul coinvolgimento dei privati nel salvataggio di Atene. È un fallimento o no? Sì secondo le agenzie di rating che da subito hanno bollato da subito questa operazione come una ristrutturazione mascherata. No per le autorità europee che si fanno scudo della "volontarietà" dell'adesione dei creditori al piano per sostenere che, quella di Atene, non è una bancarotta vera e propria.

    Resta irrisolto poi il nodo sui credit default swap, i derivati che assicurano sul rischio fallimento. Se fosse default le banche emittenti di Cds sarebbero costrette a pagare corposi risarcimenti. Chi però decide se per Atene è scattato il crack o meno non sono le agenzie di rating, nè tantomeno le autorità europee ma le banche stesse (in palese conflitto di interesse ndr.) attraverso la Isda. L'associazione internazionale su swap e derivati riunisce tutti gli operatori del settore (825 tra banche, fondi e società finanziarie in tutto il mondo) ha sempre sostenuto che l'accordo dello scorso luglio (che prevede il cosiddetto rollover del debito ndr.) non farebbe scattare l'obbligo di risarcire i titolari di cds.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 14/10/2011 20:00
    Greece’s house price falls continue, amidst economic woes

    Oct 03, 2011

    Residential property prices in Greece continue to fall, with the Greek economy enduring one of its worst crises in its history.



    The average price of apartments in Greece fell by 4.5% y-o-y to Q2 2011, according to the Bank of Greece. Over the same period, the price of old apartments (5 years or older) fell 5.5%, while prices of newer apartments fell 3%.

    The bigger the city, the higher the price falls:

    * In Athens, average house prices fell 6.71% y-o-y to end-Q2 2011
    * In Thessaloniki (the second largest city) prices fell 4.7% over the same period
    * In “all other cities”, house prices dropped 3.5% y-o-y in Q2 2011
    * In “all other areas”, prices fell 1% over the same period


    Residential real estate transactions fell in number, volume, and value. In the second quarter of 2011, residential real estate transactions were down 39.1% from a year earlier.

    Tax increases, spending cuts, privatization and other crucial economic reforms are part of the conditions of the €110 billion EU-IMF bailout loan approved in May 2010. Other reforms include strengthening laws against rampant tax evasion, liberalizing the labour market and selling state assets. The sale of 6,000 Greek islands, reported by The Guardian (and alas, quoted by this site) was not part of the privatization program.

    In September 2011, the government unveiled new austerity measures to affirm its commitment to meet its budget targets and to secure the release of a €8 billion aid tranche in October 2011. These include the following:

    * Slashing pensions, especially for high-income retirees
    * Taxing low-income earners. The taxable income threshold would be reduced to EUR5,000 from EUR8,000
    * Placing about 30,000 public workers in labor reserve
    * The government also affirms its commitment to stay in euro


    These fresh austerity measures are expected to ignite more popular protests.

    Greece’s 2010 fiscal deficit was 9.4% of GDP, down from 13.6% in 2009. A further reduction to 6.5% of GDP in 2012 is demanded by troika. The national debt is expected to be roughly 150% of GDP in 2011, up from 142.5% in 2010 and 126.8% in 2009.

    Grinding to a halt



    Greece’s housing market ground to a halt in 2007 and 2008 due to the global credit crunch and recession.

    After registering strong annual price increases of averaging 13% in 2005 and 2006, dwellings prices in “Other Urban” areas rose by a mere 3.8% in 2007 and 2.6% in 2008. In 2009, the average price dropped by around 1.8%.

    In Athens, house price rose 8.7% in 2005 and 11.2% in 2006. Price growth slowed down to 6.2 in 2007 and barely moved (0.9%) in 2008. In 2009, Athens prices fell by 4.6% y-o-y on the average.

    Strong growth in property prices were experienced in Greece after the 2004 Athens Olympics
    . There was an increase in demand for second-homes and holiday villas in Greece’s southernmost and biggest island, Crete. Northern Europeans love the long, hot summers and wonderful beaches. Also popular among tourists are the ruins of the ancient Minoan civilization.

    Sharp price increases had been observed in Crete. Real estate agents reported 30% to 40% annual price rises in the past for properties near the sea. The boom was also facilitated by improvements in local infrastructure and building quality.

    Similar to Spain, the house price boom in Greece ended because of the global crisis. Financing for house purchases of foreigners dried up with the credit crunch due to the global financial meltdown. Economic recession in UK, Germany and other countries also forced homeowners to sell their properties; this led to a huge oversupply that dampened house prices.


    Mountain of debt and deficit



    Greece’s debt problem is deeply rooted and, unfortunately, there is no easy way out. When the euro was first introduced in 1999, Greece was left out because of its high budget deficit and inflation. Embarrassed by the isolation, Greece appeared to clean up its act and fixed its finances and macroeconomic fundamentals. By January 2001, it was able to adopt the euro as official currency.

    In November 2004, however, Greece admitted that it had fudged its figures to gain entry into the Eurozone. Its budget deficit had not been never within the EU limit of 3% of GDP since 1999. It was also revealed in early 2010 that Greece had paid Goldman Sachs and other banks to hide the true amount of its debt and borrowing.

    Euro adoption by Greece led to a cycle of debt-financed growth and deficit-spending. Access to cheap funds allowed it to continually pump-prime the economy, leading to higher growth.

    With higher growth, government officials found it right to reward themselves with higher incomes and pensions and generous leave credits and bonuses. The bureaucracy is also bloated and overstaffed.


    The increase in spending pushed the national debt from €141 billion in 2000, to €273.4 billion in 2009, a massive 94% increase, or from 103.7% of GDP in 2001 to 115% of GDP in 2009. The national debt is expected to rise to 125% in 2010, the highest in the EU.

    Political and economic costs

    When it was clear that the spending spree was unsustainable, creditors and the EU together with other international institutions such as the IMF demanded that Greece cut its spending, including wages and pensions. This was met with severe public resistance, manifested in public protests and rioting.

    One of the biggest casualties of the crisis was the ruling government. Seeking a fresh mandate to deal with the crisis, the New Democracy Party called for a snap election, two years earlier than required, and was soundly defeated by the Pan-Hellenic Socialist Movement (PASOK) headed by George Papandreou, now the prime minister.

    After assuming office in October 2009, Papandreou revealed that the deficit was much higher than the previous government had claimed. His response to the crisis included austerity measures: spending cuts and tax increases. He also vowed to reduce the public sector and fight rampant tax evasion.

    In May 2010, European leaders and the International Monetary Fund (IMF) agreed to a three-year, €110 billion bailout for Greece which was tied to additional austerity measures through cuts in the public spending (civil servants´ salaries, freezing pensions, raising the retirement age) and hikes in taxes and fuel duty. The general sales tax was raised from 19% to 21%. These moves are expected to lead to a 4% economic contraction in 2010.

    However, the crisis persists because of the adverse public reaction to the austerity measures and the perception that the government’s moves are insufficient. The deficit is expected to remain at around 8% of GDP in 2010 and 2011.


    Frozen mortgage market



    Outstanding housing loans grew by an average of 30% annually from 2001 to 2007; rising from €11.3 billion in 2000 to €69.4 billion in 2007. As percentage of GDP, the mortgage market expanded from 8.3% of GDP in 2000, to 30.3% of GDP in 2007.

    The credit crunch slowed down the expansion of the mortgage market to 4% in 2009. By the end of 2009, outstanding housing loans reached €80.56 billion, around 34% of GDP. There was a significant decline in the volume of new housing loans, from €15.4 billion in 2006, to €8 billion in 2009.




    The Greek crisis froze the already weak mortgage market. Outstanding housing loans dropped from €81. 173 billion in March to €81. 125 billion in April 2010. It was the first time housing loan volume dropped since mortgage data was collected. In May, the decline continued to €81. 11 billion.

    Mortgage rates in Greece are also inching up even if ECB’s key rate remain unchanged at 1% since May 2009. The mortgage rate for loans with initial rate fixation (IRF) of up to one year rose to 3.36% in May 2010 from 3.05% in January. For loans with IRF between 1 and 5 years, the average mortgage rate moved from 4.6% in January to 4.84% in April before sliding to 4.73% in May 2010.



    The housing market remain vulnerable to interest rate movements, majority of housing loans in Greece have IRF of up to one year only. Since 2H 2009, 70% or more of new housing loans have interest rates that are adjusted annually at the minimum.


    Low yields

    Rapid residential property price increases in the past, minimal real rental increases and the popularity of owner-occupancy led to low rental yields in Greece. In August 2009, rental yields for apartments in central Athens range from 2.5% to 2.7%. Properties within the suburbs of Athens earn slightly higher yields, 3% - 3.8% for apartments and 2.7% - 3.4% for houses.

    For villas in Crete, rental yields range from 3.4% to 4.9%. Smaller properties tend to earn higher yields.

    Homeownership rate in Greece was relatively high at 74% in 2004. The rental market comprised 20% of the dwelling stock in 2004, down from 24% in 1991.

    Rapid urbanization has led to a sharp dichotomy between urban and rural areas. A report in 2001 revealed that around 34% of the housing stock is vacant, mostly in rural areas. These units are typically dilapidated, or in need of total rehabilitation.

    On the other hand, dwellings units in urban areas are among the most crowded in Europe. Most children continue to live with their parents after they enter adulthood. The reduction of notary fees from 1.2% to 1% of the real estate’s value was clearly insufficient in reducing the high transaction cost, which adds to the burdens of first-time homebuyers.

    Oversupply and overhang



    It is quite unusual that construction activity in Greece peaked in 2005, a year after the Athens Olympics. Almost 200,000 dwellings were completed in 2005, significantly higher compared to the 120,000 completions in 2003 and 2004. Since 2005, however, dwellings completed dropped drastically, down to 61,490 units in 2009.

    Building permits also dropped significantly.
    From 2004 to 2007, local governments issued around 70,000 to 80,000 residential building permits annually. The number of building permits dropped to 65,474 in 2008 and to 56,205 in 2009.

    The drop in building permits continued in Q1 2010. Only 12,690 permits were issued from January to March 2010, 2.8% lower compared to the same period in 2009.
    Despite the drop in completions, a huge amount of housing units remain unsold. An article by the Wall Street Journal estimates the overhang at about 250,000 new homes in 2009. Greek construction firms expect the continued drop in construction activity until 2011.

    Recession has just begun




    While other countries in Europe started to register recoveries in 2009, Greece’s recession only started that year. The economy contracted by around 2% and is expected to contract further by around 4% in 2010.

    Average annual GDP growth from 2000 to 2007 was 4.2%, among the highest in the EU and OECD. Economic growth slowed down to 2% in 2008.

    The average wage dropped for the first time in 35 years in 2010 as a result of the cutbacks and anticipated private sector increases just below inflation. Nominal wages are expected to be reduced by 0.9% and 3.8 percent in real terms, according to the Bank of Greece. This wage cuts are clearly insufficient to offset the excessive increases of the past.

    The unemployment rate is also expected to rise to 12% by the end of 2010 and13% in 2011, from 9.4% in 2009. This offsets gains in the past when the rate was successfully reduced from 10.5% in 2004 to 7.65% in 2008.

    Tourism, which accounts for almost one fifth of the Greek economy and was seen as the best hope for economic recovery, was badly hit by recurring images of rioting protesters, burning buildings and debilitating strikes.

  • dgambera
    Utente anonimo
    00 14/10/2011 22:04
    Grecia: accertata evasione per 37 miliardi di euro. Gogna mediatica per 15mila evasori

    di Vittorio Da Rold 14 ottobre 2011


    I greci, con un debito pubblico di 357 miliardi di euro, pari al 165% del Pil, devono allo Stato circa 37 miliardi di euro. Non sono stime sull'economia nera del paese ma dati certi e ufficiali sull'evasione fiscale diffusi oggi dal ministro delle Finanze Evangelos Venizelos. Il responsabile delle Finanze elleniche ha detto che farà di più: ha previsto di «rendere pubblici» i nomi degli evasori. Una sorta di lista della vergogna, un gogna mediatica per 15mila persone, ha aggiunto il ministro che spera così di convincere i suoi recalcitranti cittadini a pagare le tasse, un obbligo visto con scarso senso civico a quelle latitudini.

    Il governo Papandreou ha ridotto il limite di esenzione fiscale da 12mila euro a 8mila e infine a 5mile euro, su consiglio della troika che vuole ridurre l'evasione fiscale.

    Il fallimento greco ha due facce: la prima quella di un sistema che vede l'80% delle spese statali destinate a salari e pensioni del settore pubblico; la seconda, meno nota ma altrettanto devastante dal punto di vista dell'equità sociale, un mancato gettito per evasione fiscale calcolata dal premier George Papandreou in 30 miliardi di euro l'anno, su un Pil di appena 280 miliardi.

    La diagnosi del Brookings Institution è impietosa: c'è un'economia sommersa pari al 27% del Pil e una corruzione pari all'8 per cento. Non solo. Secondo l'Fmi «il 75% dei lavoratori autonomi greci dichiarava fino al 2010 meno di 12mila euro, limite sotto il quale scatta l'esenzione fiscale». Una evasione di massa, spudorata, che genera a sua volta corruzione e mancanza di senso dello Stato. Il fisco greco sembra un groviera tanto è pieno di buchi e scappatoie.

    Ma ora il governo Papandreou ha deciso di cambiar musica (su pressione di Ue e Fmi) e tornare ai vecchi sistemi di caccia all'evasore sul campo. Così nei giorni scorsi il ministero delle Finanze ha multato sei medici ateniesi per 1,9 milioni di euro per evasione fiscale e per quattro di loro ha fatto scattare l'inchiesta penale. Altri cinque medici sono stati multati per frode fiscale per un totale di 2,5 milioni di euro.

    Per dodici ortopedici è scattata anche l'accusa di aver riscosso bustarelle dalla DePuy, società della Johnson&Johnson, per favorire l'acquisto di forniture della società americana. I controlli bancari hanno rivelato che i redditi dei dodici medici sono stati pari a 12 milioni di euro dal 2001 al 2008 mentre il totale dei loro depositi nello stesso periodo è ammontato a 31 milioni di euro (trasferimenti all'estero compresi).

    Negoziati con la Svizzera. Svizzera e Grecia avvieranno inoltre prossimamente discussioni in vista della possibile apertura di un negoziato per la conclusione di un accordo fiscale. Un primo incontro tra esponenti dei due paesi si svolgerà tra una decina di giorni nella Confederazione elvetica.

    Atene aveva già espresso nei mesi scorsi l'intenzione di concludere con la Svizzera un accordo fiscale sul modello di quelli raggiunti con Germania e Gran Bretagna, nell'ottica di combattere con maggiore efficacia l'evasione fiscale, un fenomeno che danneggia profondamente i conti pubblici greci già ampiamente disastrati.

    Da parte elvetica, tuttavia, si manifesta prudenza: pur confermando i prossimi colloqui, infatti, le autoritá di Berna hanno fatto sapere che negoziati concreti tra i due paesi non sono per il momento previsti.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 19/10/2011 11:47
    Grecia, tutti in sciopero contro l'austerity, Atene rischia il tilt

    di Stefano Natoli 19 ottobre 2011


    Grecia paralizzata, sotto il peso della protesta di diverse categorie di lavoratori contro le misure di austerity decise dal governo per uscire dalla crisi. Oggi e domani i sindacati hanno convocato due giorni di sciopero generale, con il rischio di mandare in tilt Atene. Lo sciopero interesserá i trasporti pubblici - dalle ferrovie, alla metro ai collegamenti marittimi -ma anche taxi e servizi aeroportuali. Uffici chiusi anche alle dogane, con il possibile impatto sulla fornitura di cibo e carburante. Stop anche dei benzinai, delle banche e braccia conserte infine per i dirigenti dell'ufficio fiscale, magistrati, professori, medici, farmacisti e dentisti. A tenere le saracinesche abbassate saranno anche per le panetterie. Sono in programma manifestazioni e raduni in diverse zone della capitale, ormai invasa da migliaia di tonnellate di rifiuti accumulatesi a causa dello sciopero degli addetti comunali alla raccolta dei rifiuti.

    Lo sciopero generale - il secondo di 48 ore dopo quello messo in atto lo scorso 5 ottobre - è stato indetto dai due maggiori sindacati del Paese, l'Adedy e la Gsee (che rappresentano rispettivamente i dipendenti statali e quelli del settore privato) contro l'ultima manovra aggiuntiva varata dal governo per incassare gli otto miliardi di euro della sesta tranche di aiuti dalla comunita' internazionale. Manovra che il Parlamento voterà giovedì.

    «La Grecia è tenuta in ostaggio da scioperi e proteste che non aiutano il Paese», ha dichiarato ieri il premier George Papandreou in un intervento rivolto ai deputati del Pasok. Nel corso dell'intervento Papandreou ha assicurato che «il governo sta lottando per salvare il Paese dal default» sottolineando come ci sia «ancora molto lavoro da fare». Lunedì scorso lo stesso premier aveva invitato i 154 parlamentari del Pasok a votare uniti il pacchetto di riforme strutturali che domani dovrebbero dare il via libera alla sesta tranche di aiuti da 8 miliardi di euro.

    Nel frattempo, Francia e Germania avrebbero trovato un'intesa per portare a duemila miliardi di euro la capacità effettiva dell'Efsf, il fondo salva-stati europeo (attualmente a 440 miliardi). L'accordo - secondo quanto riporta il quotidiano britannico "The Guardian" - prevederebbe, fra l'altro, un maggior coinvolgimento dei privati in un nuovo piano di aiuti alla Grecia.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 27/10/2011 22:22
    la grecia si ribella contro le imposte immobiliari

    Mercoledì, 26 ottobre, 2011 - 08:23

    disobbedienza civile. è questa la via che hanno scelto i greci di fronte alle nuove imposte immobiliari approvate dal governo, per risanare i conti malmessi dello stato. con la complicità degli stessi intermediari, ecco come i vicini ellenici stanno aggirando le nuove norme sulla tassazione degli immobili

    per prima cosa, come già vi avevamo raccontato le scorse settimane, in grecia non esiste un vero e proprio catasto, che sarà in funzione solo dal 2016. per questo il governo, la settimana scorsa, ha approvato una misura che prevede un escamotage: l'imposta sulla proprietà immobiliare, del tutto simile all'ici, si paga con la bolletta elettrica

    nel caso in cui l'intestatario della bolletta sia un inquilino, e non il proprietario, questi è tenuto a comunicarlo e si evita un pagamento ingiusto a chi non compete. ma la forma di pagamento trovata pare che non sia molto efficace

    moltissimi greci hanno semplicemente disdetto la domicializione della bolletta della luce sul conto corrente bancario e hanno cominciato a recarsi direttamente alla società elettrica per pagare le bollette. ma solo della luce, senza la differenza. e hanno trovato degli alleati: gli stessi dipendenti delle società elettriche

    questi infatti non stanno inviando al governo, così come richiesto, i dati dei proprietari di casa. il movimento di disobbedienza si chiama den plirono e significa "non pago". negli ulti due anni ha già portato avanti altre battaglie, tra cui quella contro il pedaggio introdotto nella tangenziale di atene: gruppi di cittadini hanno rotto le barriere per evitare il pagamento

    si calcola che due milioni di auto siano passate nel frattempo senza pagare il pedaggio. il primo ministro greco, papandreu, è praticamente disperato, perché con la disobbedienza civile contro le tasse si aggrava la situazione dei conti e rischia di peggiorare ulteriormente le cose
  • dgambera
    Utente anonimo
    00 02/11/2011 19:03
    Bond greci al 96,7%. Per i mercati ormai Atene è fuori

    di Vito Lops 02 novembre 2011


    Vola al record storico del 96,70% il rendimento dei titoli di Stato ellenici a due anni sui timori di un probabile default della Grecia dopo l'annuncio di Atene di indire un referendum sulle misure anticrisi. E lo spread tra i bond ellenici a 10 anni e l'equivalente bund tedesco schizza a 2.362 punti, e l'interesse sale al 25,47%.

    Le indicazioni sulla breve scadenza, a 2 anni appunto, indicano senza mezze misure che per i mercati la Grecia è ormai in default (incapace di rimborsare i debiti a breve) e ragionevolmente fuori dall'area euro (opzione che in caso di via libera definitivo al referendum potrebbe essere scelta dagli stessi cittadini greci).

    L'annuncio del probabile referendum ha accelerato le vendite sui titoli ellenici. Se prevalesse il no al referendum (sull'accettazione degli aiuti europei nel secondo piano di salvataggio) sarebbe in dubbio l'esercizio dell'hair cut (taglio del 50% del valore nominale su alcune scadenze) concordato in occasione dell'ultimo vertice europeo.

    Banche vanno avanti con hair cut nonostante referendum
    Intanto l'Istituto di finanza internazionale, che raggruppa le principali banche mondiali, è pronto ad andare avanti con il piano di riduzione del debito greco che prevede una sforbiciata del 50% per gli investimenti dei medesimi istituti (contro il precedente 21%) nonostante la decisione di Atene di indire un referendum popolare. In un comunicato, l'Iif, ha «riaffermato la propria intenzione di andare avanti con l'accordo trovato il 26-27 ottobre a Bruxelles con i capi di Stato e di Governo dell'Eurozona per ridurre del 50% il valore nominale delle obbligazioni di stato greche detenute dal settore privato».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

  • dgambera
    Utente anonimo
    00 06/11/2011 16:05
    Atene fa le prove di grande coalizione

    di Vittorio Da Rold 6 novembre 2011


    Greci indebitati fino al collo mentre i partitti politici non trovano un accordo per un governo di coalizione voluto ad ogni costo dai socialisti di George Papandreou,(idea sostenuta dal 52% dei greci contro il 37% che vuole andare al voto secondo un sondaggio odierno del quotidiano Proto Thema).

    Ma i conservatori di Antonis Samaras si riuftano di andare al governo e chiedono elezioni anticipate aumentando il caos politico. "Gli europei non si fidano più di noi, ci butteranno fuori dall'euro" dice Tassos Pagonis, 48 anni, tassista ad Atene. "Spero di non dover vedere il ritorno alla dracma" La situazione sociale è grave, quella politica peggio.




    Ma come? Nessuno spiega ai greci che battere moneta propria significa alta inflazione e che ciò è una manna per chi ha un mutuo? Che ignoranti


    I greci si preparano al piano B, l'uscita dall'euro perché il vertice del 26 ottobre sul punto del salvataggio della Grecia ha lasciato troppi lati oscuri. Il comunicato finale del Consiglio europeo non è chiarissimo. Sicuri sono 30 miliardi di euro che saranno messi a disposizione dai Governi dell'Eurozona come garanzia per le banche che accetteranno lo swap tra i loro bond greci e i nuovi bond da emettere, con un haircut del 50%. Meno certi sono i 100 miliardi che il comunicato cita come aiuti alla Grecia, in arrivo da Governi e istituzioni internazionali. Secondo alcuni, ma non c'è certezza sul punto, si sommerebbero ai 30 miliardi portando il pacchetto di aiuti a 130 miliardi. In ogni caso, se anche quei 100 miliardi fossero aggiuntivi, non è specificato a chi andranno (governo greco, banche) e in quale misura.

    Di sicuro c'è che il governo greco deve approvare le misure di austerità, impopolari, altrimenti non arriverrà niente e i soldi devono arrivare entro il 15 dicembre, dopo non c'è più ninete in cassa. E i greci si chiedono se ne vale la pena o non sarebbe meglio tornare alla vecchia dracma, svalutare magari del 60% e farla finita con questa lenta agonia. I greci non possono trasformarsi in tedeschi in pochi mesi. Per questo i giovani pensano ad emigrare mentre i greci che si sono trasferiti per lavoro in Germania sono aumentati del 6% rispetto all'anno scorso raggiungendo quota 90mila complessivi. Tutta gente che ha detto addio al sole per le brume del nord Europa. Qui ormai i giovani hanno capito che per un decennio non c'è futuro.per loro.La Ue dà soldi al governo per pagre i debiti ma non crea lavoro.




    Ma va. Niente ottimismo? Niente ristoranti pieni? Ma dai, che pessimisti



    Intanto secondo la Federazione Bancaria Europea l'ammontare medio dei mutui procapite accesi dai greci supera quello dei loro depositi.
    L'anno scorso, ogni cittadino greco era debitore alle banche di una media di 22.842 euro a fronte di una media di deposito in banca pari a 18.504 euro procapite. Secondo la Bce, la riduzione del reddito disponibile dei greci, divenuta molto evidente l'anno scorso quanto è sceso a 163,5 miliardi di euro dai 172,6 miliardi del 2009, è destinata ad aggravarsi quest'anno. I negozi chiudono e l'insicurezza sociale, la microcriminalità aumenta nella strade. Aumenta anche la rabbia e la protesta di gruppi anti-sistema che vedono nella crisi un'opportunità per tornare alla ribalta.



    Ma che nazione assurda. Non sanno neanche che la casa possono venderla e tamponare gli impatti del default. E poi, quali impatti? Il default è una manna, visto che si smette di pagare il debito.

    Inoltre, strano caso al mondo, all'improvviso si scopre che i greci sono troppo indebitati coi mutui.


    NAZIONALIZZAZIONE.
    Il comunicato finale del vertice europeo chiede la ricapitalizzazione delle banche sistemiche in modo da portare il core tier 1 al 9%. Si prevede in via prioritaria il ricorso al capitale proprio, poi si potrà battere cassa agli Stati e in fine si potrà chiedere l'intervento dell'Efsf (con i suoi problemi di risorse) se lo Stato in questione non ha la capacità di far fronte alle richieste. Nulla si dice però sul meccanismo da seguire per chiedere l'intervento del fondo salva-Stati né sul modo in cui le risorse saranno eventualmente erogate. L'Authority bancaria europea ha stilato l'elenco delle banche interessate, con tanto di risorse da reperire. In tutto servono 106 miliardi. Ma lo sforzo maggiore è chiesto alle banche dei Paesi del sud Europa, mentre quelle del Nord se la caveranno con poco, anche quelle già portate al fallimento dai loro investimenti speculativi su asset poi rivelatisi tossici.

    Così alcune delle maggiori banche greche potrebbero rischiare la nazionalizzazione dopo la ristrutturazione del debito al 50% del valore nominale. Parola del premier George Papandreou dopo il vertice del Consiglio europeo del 26 ottobre a Bruxelles. Le banche elleniche sono ostaggio per circa 45 miliardi di euro di debito pubblico i cui valori sono superiori del 40-50%, a seconda della scadenza, ai prezzi di mercato. Valori ridotti che pesano sui loro bilanci mark-to market così che il loro destino è inestricabilmente legato al risultato della crisi, ora diretto a una ristrutturazione pilotata.

    Il 21 luglio i creditori privati, incluse le banche greche, avevano accettato di prendere un 21% di "haircut" - una perdita sul valore nominale del debito in loro possesso - come parte di un secondo piano di salvataggio da 109 miliardi di euro concordato tra la Grecia e i suoi prestatori internazionali. Poi il 26 ottobre a Bruxelles si è convenuto un haircut del 50% e un piano di aiuti di 130 miliardi complessivi per reggere il carico di 353 miliardi di euro di debito, di cui 200 detenuti dai privati. Con questo secondo piano il debito greco tornerebbe al 120% del Pil entro il 2020.
    L'impatto sulle banche greche di un default sarebbe pesante al punto che gli istituti di credito dovrebbero rivolgersi a un Fondo statale greco per la stabilità finanziaria (FSF) o al EFSF europeo ed essere nazionalizzate per evitare il collasso.

    «Le banche si troverebbero nella necessità di essere immediatamente ricapitalizzata e ovviamente nazionalizzate perché gli azionisti non sarebbero in grado di integrare il capitale fresco», ha dichiarato Yannis Papantoniou, ex ministro delle Finanze greco e l'architetto dell'ingresso della Grecia nell'euro. Ingresso oggi messo sotto accusa del presidente francese Nicolas Sarkozy che ora ne parla come un errore.

    FUGA DI CAPITALI.
    Colpite dalla fuga di depositi (i depositi a luglio 2011 erano scesi a 187 miliardi, 50,3 miliardi di euro in meno rispetto all'inizio del 2010, pari al 21,2% di perdite) dall'aumento dei prestiti in sofferenza a causa di una prolungata recessione, le banche greche stanno riducendo i costi per proteggere i propri bilanci e soddisfare il 10% minimo dell rapporto patrimonio core richiesto dalla banche centrale.

    Se le banche greche dovranno come pare certo affrontare un haircut del 50% su 45 miliardi di euro di titoli di Stato, ciò significherebbe una svalutazione al netto delle imposte di circa 16 miliardi di euro. Sottraendo questo svalutazione da un aggregato di capitale core Tier 1 di circa 24 miliardi per le cinque top bank questo le lascerebbe con soli 8 miliardi di euro di patrimonio netto. Troppo poco.

    Gli analisti dicono che, rispetto ai 200 miliardi di attività di rischio, il patrimonio netto residuo si tradurrebbe in una capital ratio di appena il 4%, ben al di sotto del 10% minimo richiesto dalla banca centrale.
    Per tornare al rapporto minimo, le cinque banche maggiori del paese necessiterebbero di raccogliere almeno 12 miliardi quando la loro capitalizzazione di mercato è solo 4,3 miliardi di euro, prospettiva impossibile in un mercato così volatile.

    Le cinque banche maggiori - National Bank, Eurobank, Alpha, Piraeus e Hellenic Postbank avevano già messo in bilancio 4,3 miliardi di euro di perdite per l'adesione allo swap del debito al 21%, che Atene ora deve alzare al 50% e concludere entro fine anno.

    Inoltre le azioni delle banche greche hanno perso il 72% del valore rispetto agli ultimi 12 mesi. Una volta le azioni bancarie erano la locomotiva della borsa di Atene mentre ora sono nettamente in perdita.
    Per le cinque big il calo del valore di mercato nell'ultimo anno è stato pari a 10,7 miliardi di euro, quasi il 5% del PIL, un importo che potrebbe essere recuperato solo se le banche si rivolgessero allo Stato.
    I soldi necessari a ricapitalizzare diluirebbero il valore delle azioni e annullerebero il valore degli attuali proprietari. Data la quantità necessaria di ricapitalizzazione l'unica soluzione sarebbe rivolgersi al Fondo publico FSF e quindi naz ionalizzarsi o rivolgersi all'EFSF europeo.
    La FSF (Financial stability Fund) ha già 10 miliardi di euro pronti per ricapitalizzare e in gran parte nazionalizzare il sistema bancario greco. L'importo è cresciuto a 30 miliardi ora che i parlamenti dell'eurozona hanno ratificato la rete di sicurezza dell'EFSF, il fondo europeo creato per prevenire il contagio in altri paesi.

    Il piano di salvataggio delle banche greche prevede l'intervento del Fondo statale greco FSF a cui le banche riserverebbe nuove azioni con diritto di voto, che l'FSF acquisterebbe, dando la maggioranza allo Stato. Le azioni sarebbero acquistate a prezzi nettamente inferiori ai prezzi di mercato in modo che i contribuenti avrebbero la possibilità di fare una plusvalenza quando l'economia tornerà a crescere e il governo privatizzerà di nuovo le banche.

    Atene userebbe un sorta di piano TARP come quello usato dagli Stati Uniti in seguito al collasso di Lehman Brothers nel 2008 e alla nazionalizzazione di due banche in Svezia avvenuta nei primi anni 90, episodio a lungo citato dagli economisti come una delle operazioni di salvataggio bancario di maggior successo della storia moderna.
    Alternative alla nazionalizzaione? Alfa e Eurobank hanno presentato un accordo di fusione in agosto che prevede un aumento di capitale da parte dell'azionista Qatar Alpha Paramount, che immette mezzo miliardo di euro attraverso un prestito obbligazionario convertibile. Ma altri investitori esteri preferirebbero aspettare tempi migliori e prezzi stracciati.
    Ce la farà la Grecia a superare tutti questi ostacoli? Solo un governo di unità nazionale guidato da una personalaità di indiscusso prestigio può riuscire nell'opera. Altrimenti sarà la fine del sogno europeo.

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    Sofferenze in aumento? Capitano queste cose in una nazione ad alte % di proprietari di case?

    Fughe dei depositi? Capitano queste cose in una nazione che sta per fare default e smettere di pagare i propri debiti? Mah, SPQG
  • dgambera
    Utente anonimo
    00 14/11/2011 21:23
    Grecia: Papademos, in arrivo un nuovo piano di aggiustamento dei conti pubblici

    Finanzaonline.com - 14.11.11/19:44

    Abbiamo bisogno di un nuovo piano di aggiustamento. A dirlo è il neo premier greco, Lucas Papademos. Secondo Papademos restare nell´euro è "l´unica scelta possibile" e per quanto riguarda le politiche del nuovo esecutivo, "le privatizzazioni continueranno come già pianificato" e le riforme strutturali andranno fatte in maniera "veloce ed efficiente". Secondo le stime dell´esecutivo il rapporto deficit/Pil a fine 2011 si attesterà al 9%.
  • dgambera
    Utente anonimo
    00 29/11/2011 16:09
    Grecia: riforma settore pubblico, 30mila in mobilità

    29 novembre 2011


    E' iniziata in Grecia la controversa ma necessaria riforma del settore pubblico, con l'applicazione della contestata normativa che prevede la sospensione dal lavoro, definitiva o temporanea, per più di trentamila dipendenti del settore pubblico composto da 760mila dipendenti, entro la fine del 2013.

    Circa 4mila dipendenti andranno immediatamente in pensione avendo i requisiti necessari, mentre dodicimila saranno messi in uno status particolare di mobilità fino alla fine del 2013, con il 60% dello stipendio e la possibilità di essere trasferiti. In più, oltre quindicimila dipendenti delle imprese a partecipazione statale, saranno messi in cassa integrazione, in base all'attuazione delle misure di austerità decise con la troika composta da funzionari Ue, Bce, Fmi, che prevede la chiusura oppure la fusione di enti statali inutili.

    Si tratta di una misura che riduce l'esborso per le casse dello stato. Inoltre, secondo gli esperti del settore, si tratta di un'impresa necessaria a causa delle inefficienze dell'Amministrazione pubblica del Paese. Infatti, secondo un rapporto dell'Ocse, l' Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo con sede a Parigi, per il disbrigo di un documento, all'interno di un ministero greco, ci vogliono almeno venti giorni.

    Proteste in corso
    I lavoratori dei mezzi d'informazione pubblici riprendono da lunedì la loro protesta - contro la sospensione temporanea dal lavoro decisa dal governo nell'ambito dell'attuazione del programma di risanamento dell'economia greca - con l'astensione dal lavoro dalle 12.00 alle 16.00 e dalle 17.00 alle 24.00, mentre alle 13.00, hanno in programma un'assemblea generale nella sede della Televisione pubblica ERT.

    Inoltre i Consigli Direttivi degli organi sindacali dei lavoratori della radiofonia pubblica e privata, hanno deciso uno sciopero di 24 ore, a partire dalle 06.00 di lunedì fino alla stessa ora di martedì, per protesta contro «l'ondata dei licenziamenti e di violazioni degli accordi collettivi di lavoro, da parte degli imprenditori e del governo», e chiedono il ritiro di tutti i licenziamenti, il mantenimento di tutti i posti di lavoro e l' applicazione degli accordi collettivi.

    Anche i lavoratori dell'Aviazione Civile, hanno occupato lunedì, dalle 07.30, gli uffici della compagnia, per protesta contro la misura della sospensione temporanea dal lavoro, iniziata proprio lunedì.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 29/11/2011 22:03
    Grecia: Ok Eurogruppo A Assegnazione Prestito Da 8 Miliardi

    di: WSI Pubblicato il 29 novembre 2011| Ora 21:10

    (AGI) Bruxelles - Via libera dell'Eurogruppo alla concessione della sesta tranche di prestiti internazionali da 8 miliardi di euro alla Grecia. Lo rivela un diplomatico dell'Unione europea. Senza questo prestito il paese avrebbe rischiato la bancarotta. "L'Eurogruppo ha approvato la sesta tranche" rivela il diplomatico.
  • dgambera
    Utente anonimo
    00 08/12/2011 00:58
    La Grecia approva la finanziaria dei sacrifici per il 2012

    all'interno analisi di Vittorio Da Rold 7 dicembre 2011


    Il Parlamento greco ha approvato la finanziaria del 2012, che contiene misure di drastica austerity. Il bilancio sarà caratterizzato da un forte calo del disavanzo pubblico e dal quinto anno consecutivo di recessione: un segnale della determinazione di Atene a restare nell'euro e rispettare le promesse fatte ai suoi creditori.
    Per riuscire a realizzare un'eccedenza primaria dell'1,1% nel 2012, obiettivo ambizioso vista la recessione profonda che attanaglia il Paese, la Grecia deve essere "determinata" e "sistematica" nel suo sforzo, altrimenti "la storia" non la "perdonerà", ha dichiarato il nuovo primo ministro, Lucas Papademos, di fronte ai deputati. Il governo di coalizione (socialisti, destra, estrema destra) - che poteva teoricamente contare su 255 voti sui 300 del Parlamento greco - ha ottenuto 258 voti favorevoli alla finanziaria su 299 complessivi, mentre 41 deputati hanno votato contro, secondo il bilancio ufficiale. Il bilancio 2012, criticato nelle proteste di piazza, comporta in particolare nuovi aumenti di imposte, riduzioni dei salari dei funzionari e riduzioni del numero di lavoratori dipendenti nel settore pubblico.

    "La nostra posizione in Europa non è negoziabile", ha affermato Papademos, che deve fronteggiare scelte draconiane per evitare un fallimento finanziario del Paese, mentre l'eurozona si batte parallelamente per tentare di preservare la sua integrità. "La Grecia è e resterà una parte dell'Europa unita e dell'euro", ha aggiunto il primo ministro, ex vicepresidente della Banca centrale europea (Bce), sottolineando che questa "partecipazione" implica degli "obblighi". In questo quadro eccezionale, "il futuro del Paese non è deciso soltanto per il 2012, ma per tutto il decennio a venire", ha sottolineato il primo ministro ai deputati.
    Il bilancio 2012 della Grecia prevede una riduzione del deficit pubblico al 5,4 per cento del pil, rispetto al 9% del pil atteso nel 2011, cioè uno sforzo gigantesco in materia di riduzione della spesa e aumento delle entrate fiscali.

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    nobear
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    Utente semplice
    Attico
    00 09/12/2011 15:14
    Eccaaaalllà! :-( 5

    Si tratta per l'euro ma per Deutsche Bank il "malato" Grecia è spacciato e il ritorno alla dracma scontato

    http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-12-09/tratta-leuro-deutsche-bank-103430.shtml?uuid=Aabi5jSE
    [Modificato da nobear 09/12/2011 15:14]
    ___________________________________________
    To buy or not to buy, this is the question.
  • dgambera
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    00 13/12/2011 19:47
    Grecia: altri 150mila licenziamenti statali entro il 2015, stampa in sciopero fino a venerdì

    di Vittorio Da Rold 13 dicembre 2011


    Atene ancora in cura dimagrante. Il licenziamento di altri 150mila dipendenti statali entro il 2015 per ridurre drasticamente la spesa pubblica: è questo quanto la troika - Fondo monetario internazionale, Unione europea e Banca Centrale Europea - chiede al governo Papademos ad Atene, come riferiscono oggi i principali giornali greci, precisando che questa è solo una delle misure che i rappresentanti dei creditori internazionali hanno chiesto ieri durante il loro incontro con il ministro della Riforma amministrativa, Dimitris Reppas.

    Il ministro, sempre secondo i giornali, ha spiegato ai rappresentanti della troika - Matthias Mors, Mark Flamagan e Bob Traa - che la misura della sospensione temporanea dal lavoro del personale in eccedenza non ha dato i risultati desiderati, perché è stata applicata in fretta e senza la corretta valutazione del settore pubblico.

    In più, secondo un comunicato del ministero, Reppas li ha informati su una serie di riforme realizzate in Grecia dal 29 agosto, giorno dell'ultima visita della troika, sino ad oggi.

    STAMPA IN SCIOPERO - Prosegue intanto in Grecia l'agitazione dei dipendenti di tutti i mezzi d'informazione pubblici. A partire dalle 6.00 di oggi fino alla stessa ora di venerdi 16 dicembre, i dipendenti della Televisione, dell'Agenzia di stampa Ape-Mpe, delle stazioni radio delle autonomie locali e del canale tv del Parlamento, incrociano le braccia contro la politica governativa nel settore.

    Per giovedì 15 dicembre, giorno del dibattito in Parlamento sull'emendamento che riguarda i mezzi d'informazione, è in programma una manifestazione in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento.

    LO SWAP - Resta sempre da definire l'accordo sull'haircut con i privati per i 200 miliardi di debito ellenico e una perdita a carico delle banche di 100 miliardi di euro così da far arrivare gli altri soldi pari a 130 miliardi del secondo piano deciso il 26 ottobre a Bruxelles che così si aggiungeranno a quello del maggio 2010 da 110 miliardi di euro. Tutti oggi dicono dopo il vertice dell'Immacolata a Bruxelles (cancelliere tedesco Merkel compresa) che questa sarà la prima e l'ultima volta che i privati saranno chiamati a partecipare "volontariamente" alle perdite di default controllato. È stato un errore di Berlino iniziato una domenica al vertice a due franco-tedesco di Deauville, che ha portato a questo disastro. Colpire il moral hazard quando i buoi sono scappati non è stata una buona idea.

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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 16/12/2011 17:13
    Prezzi in calo e tasse sulla casa... interessante... vediamo come va a finire in un paese candidato al default

    Papademos fa centro: l'ici greca va oltre le aspettative - a chi non paga il taglio della corrente

    di Vittorio Da Rold 16 dicembre 2011


    La paura di perdere la luce e di vedersi tagliare i fili della corrente ha funzionato. Nonostante le proteste popolari che da giorni si sono registrate in tutta la Grecia contro l'Ici greca, la nuova tassa sulle proprietà immobiliari sembra sia stata una delle poche misure di successo varate dal governo. Anzi sia andata al di là delle aspettative. Grazie a questa imposta - come riferisce il quotidiano Kathimerini - nelle casse dello Stato dovrebbero entrare almeno due miliardi di euro entro la fine dell'anno, una cifra superiore all'1,7 miliardi di euro previsti inizialmente.

    La stima è stata fatta da esperti della Public Power Corporation (Ppc, l'azienda elettrica ellenica omologa della nostra Enel), che è stata incaricata tra mille polemiche anche dei sindacati interni alla stessa azienda pubblica della riscossione della nuova tassa inserendone il relativo importo nella bolletta mensile dei consumi di elettricità.

    Secondo gli esperti della Ppc, la percentuale di contribuenti che ha pagato la prima rata dell'imposta fa ritenere che l'obiettivo fissato dal governo Papademos di 1,7 miliardi di euro sarà ampiamente superato. Secondo gli ultimi dati disponibili, otto proprietari di casa su 10 hanno pagato l'imposta. In particolare, l'83% delle bollette inviate ai consumatori all'inizio di novembre è stato pagato portando 650 milioni di euro nelle casse statali. E' un successo senza precdenti in Grecia che vanta l'evasione più alta di tutta l'Europa con tassi del 30% di economia in nero.

  • dgambera
    Utente anonimo
    00 20/12/2011 17:32
    Grecia 2011, il Natale senza festa

    Con la crisi criminalità, disoccupazione e indigenza
    «Noi come nel 1965, mai stati così poveri»

    Dal nostro inviato BENEDETTA ARGENTIERI

    ATENE- La voce di Elvis che canta White Christmas rimbomba per tutta la strada a pochi giorni dal Natale. Di fianco le casse un bambino di sei anni si dimena in un piumino che è troppo grande per la sua età, con un dito indica lo scaffale di caramelle in un negozio che svende tutto. La madre gli accarezza la testa e guarda altrove. Questo non è il momento dei regali. Perché Atene non è in festa.

    UN SET DI UN FILM- La città affronta il periodo come se fosse un supplizio per non essere in grado di celebrare alcunché. L’ennesima umiliazione dopo essere stata strangolata dai debiti, dai tagli e dalle tasse. E dalle richieste della Troika. Il Comune prova a far dimenticare la crisi, le violenze, la povertà. Ha piantato un albero poco addobbato in mezzo a piazza Omonia, assediata da criminalità e prostituzione. Sotto, un presepe che di notte viene usato dai clochard come rifugio. Ha fissato le luminarie a Kolonnakis, quartiere dello shopping di lusso, ma tra i negozi vuoti, seppure con sconti che arrivano al 70 per cento, e quelli chiusi sembra il set di un film che racconta una vita che non c’è più. Migliaia di persone passeggiano, in quello che dovrebbe essere l’ultimo sabato di shopping prenatalizio, senza avere sacchetti in mano. Senza un sorriso. Non si fermano nemmeno davanti alle vetrine a indicare l’oggetto del desiderio. L’apparenza, così cara ai greci, non conta più. Affollano i caffé. Ma quello di sedersi a un tavolino a parlare della situazione economica, sembra oramai l’unico vero lusso che si possono permettere.

    I TAGLI DELLE FAMIGLIE- Gli altri si arrangiano come possono, fanno di tutto per far quadrare i conti. «I regali? Li ho fatti solo ai miei nipoti in un bazaar. Ho speso circa 70 euro». George, 59 anni tassista, sorride dietro ai folti baffi grigi, guardando nello specchietto retrovisore. Guadagna la metà rispetto al 2009 e intanto il costo della vita è raddoppiato. Ci sono sempre nuove tasse da pagare e aumenti inaspettati. Si taglia dove si può. Così la maggior parte dei palazzi ha spento il riscaldamento centralizzato perché «in troppi non pagavano». Le famiglie utilizzano stufe elettriche e fornelletti. La nuova trovata del governo è quella di inserire nelle bollette la quarta tassa sulla casa. E se non si paga staccano la luce. «E’ incostituzionale, per questo ci siamo rivolti a un giudice», spiega George Papadatos, libraio di Monastiraki. Indicando i 600 euro in più sul conto dell’elettricità. I lunghi capelli argentati gli incorniciano il viso. Stanco e provato. George colleziona volumi antichi e spulciando nel suo negozio si possono trovare vere rarità. «Non è proprio un mestiere con cui si diventa ricchi». In un giorno è riuscito a vendere 35 euro di merce. Lo spettro della rassegnazione adombra gli occhi che un tempo dovevano essere pieni di vita. «Mai mi sarei immaginato di trovarmi a 69 anni in questa situazione». Ogni mattina apre alle 8 e chiude alle 10 di sera. «Non si sa mai qualcuno volesse fare un regalo». Quattordici ore di lavoro che condivide con la moglie e il figlio di 23 anni. Ed è proprio parlando di lui che il tono della voce si fa ancora più grave:«Quella dei giovani è la tragedia della Grecia».

    «LA TRAGEDIA DEI GIOVANI» - Il 40 per cento dei ragazzi tra i 18 e 30 anni è disoccupato. In molti lavorano gratis. Cercano di arrotondare facendo, bene che vada, i camerieri. Chi può scappa, lascia il Paese. Si parte per la Germania, la Svezia. Davanti all’ambasciata australiana per giorni in centinaia si sono messi in coda: si cercano medici da “importare” a Sydney. Per chi rimane è la desolazione. “Vorrei abbandonare tutto ma mio padre sta male. E anche se non ho un lavoro, la mia famiglia mi ha chiesto di rimanere”. Pablo ha 23 anni, si è laureato con il massimo dei voti all’Università di Atene in Economia. “Farei qualsiasi cosa, non si trova nulla, nemmeno per le consegne a domicilio perché non c’è niente da consegnare”. Frustrazione e rabbia si mescolano in un cocktail che in molti ritengono possa diventare pericoloso. “Perché da qualche parte questa molla deve essere scaricata”.

    CRIMINALITA' E DISOCCUPAZIONE- Così sopravvivere da queste parti non è facile. «Almeno 30mila negozi hanno chiuso solo in centro. Per intenderci uno su tre. I suicidi sono aumentati del 40 per cento. Il 20 per cento delle persone ha perso il lavoro. Altrettante vivono sotto la soglia di povertà», Greg Chrisohidis, fotografo 39enne dai lunghi capelli corvini, snocciola le cifre che vengono ripetute sui giornali. I numeri possono essere asettici, «ma questa è macelleria sociale». E le ricadute si vedono dovunque, anche in Pireus street, dove migliaia di greci si mettono in fila per un pasto da portare via in un sacchetto azzurro. Si vedono camminare per le strade del centro che oramai è stato diviso tra bande e immigrati che pensavano di trovare lavoro in Europa. E invece sono costretti a rimanere in Grecia. Senza un lavoro. Si sono spartiti il territorio dello spaccio e della prostituzione. Una dose di eroina, così come qualche minuto in compagnia, costa cinque euro, la stessa cifra che si paga per due souvlaki (spiedini). E quando cala la sera non c’è greco che possa passare indenne da queste vie. La criminalità (al 9 per cento nel 2009) è raddoppiata in due anni. Le strade male illuminate rendono il centro poco papabile per turisti e uomini d’affari. Con il risultato che migliaia di compagnie hanno abbandonato i loro uffici e almeno 18 alberghi intorno a Omonia hanno chiuso. Il cuore di Atene ha smesso di battere con questo esodo.

    C'È CHI TIFA PER IL DEFAULT - «Se continuiamo così nemmeno il turismo ci salverà», sottolinea Christos Zafeiropoulos. Le sue speranze sono riposte negli stranieri visto che ha deciso di aprire un ristorante sotto l’ombra del Partenone. «Non pago i dipendenti da due mesi. Ma continuiamo a lavorare tutti i giorni». Per rientrare dai costi dovrebbe fare almeno 40 coperti tra pranzo e cena. Se arriva a dieci è «fortunato». Tiene duro, «per la mia famiglia e per i lavoratori». Certo è che a pensare alle feste, la prima cosa che viene in mente è il 2012. L’annus horribilis. L’anno della svolta. Lui tifa per il default. «Torniamo alla Dracma per non essere più schiavi dei tedeschi». E come lui centinaia di giovani. «Chiunque dica una cosa del genere o è un pazzo o un giocatore d’azzardo». Stathis Anestis, segretario generale del sindacato Gsee, è seduto nel suo ufficio in un palazzo coperto da uova di vernice lanciate durante una manifestazione. Scuote la testa, mentre sfoglia il rapporto sul suo Paese. «Siamo tornati a vivere nelle stesse condizioni del ’65, non siamo mai stati così male». Eppure le avvisaglie c’erano. «Sì, ma non ci abbiamo creduto. Ora bisogna ricominciare a crescere. Perché il paracadute delle famiglie non può durare a lungo». In molti casi non funziona già più. Un gruppo di studenti fuorisede dell’Università di Atene canta nella speranza di strappare un sorriso ai passanti. E, neanche a dirlo, qualche spicciolo. Il cestino è quasi vuoto. E’ il Natale ai tempi della crisi. E’ il Natale 2011 ad Atene.

    bargentieri@corriere.it
    Twitter: @benargentieri20 dicembre 2011 | 13:35© RIPRODUZIONE RISERVATA

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    «Odio il mio Paese, voglio andare via»

    Vanessa, 26 anni, «la colpa è di tutti noi che siamo stati conniventi con un sistema che ci ha portati al default»

    il reportage

    «Odio il mio Paese, voglio andare via»

    Vanessa, 26 anni, «la colpa è di tutti noi che siamo stati conniventi con un sistema che ci ha portati al default»

    Dal nostro inviato BENEDETTA ARGENTIERI

    ATENE- Dal cappello nero, spuntano lunghi capelli castani. Un filo di trucco intorno agli occhi scuri. Occhi che non sorridono mai, neanche quando scherza. Vanessa, 26 anni è una delle «vittime» della crisi greca. Ma questo termine non le piace. «La responsabilità di questa situazione sono collettive. Noi tutti abbiamo colpe. Noi che abbiamo accettato corruzione per trovare un posto di lavoro. Noi che abbiamo chiuso gli occhi davanti all'evasione costante. Noi che abbiamo usufruito di un sistema che era chiaro ci avrebbe portato a ripiegarci su noi stessi».

    «IL NOSTRO FUTURO DISTRUTTO»- Il suo è un lungo curriculum con stage ed esperienze di lavoro all’estero. Una laurea in relazioni internazionali. Per circa un anno ha lavorato in una società di consulenza. Per dodici mesi non è stata pagata, con la promessa che non appena fossero arrivati dei soldi, lei sarebbe stata tra le prime a ricevere uno stipendio. Dopo poco le hanno chiesto di non tornare. Da sei mesi cerca disperatamente una maniera per andarsene. «E non tornare più. Odio il mio Paese. Lo odio per quello che ci ha fatto. Per averci distrutto le speranze di un futuro». Perché se Vanessa ha dovuto rivedere il suo stile di vita, pur venendo da un contesto agiato, intere famiglie sono state spazzate via dall’incertezza economica.

    «LA MIA VITA E' CAMBIATA»- E così si è dovuta dimenticare delle serate con le amiche, dei privilegi di una vita senza problemi economici. «Non usciamo più tutte le sere. C'era un tempo in cui potevamo permetterci di andare a mangiare al ristorante. Bere nei locali. Ora non è più possibile». E quando lo fanno «stiamo molto attenti a quanto beviamo, cosa mangiamo». Ma non solo. La sua famiglia viveva nel centro di Atene, ma «a causa della criminalità ci siamo trasferiti nella periferia nord». In molti hanno dovuto fare questa scelta: «Ogni sera venivamo aggrediti da bande. Derubati di portafogli e telefonini». Mentre racconta della sua vita di oggi, rigira le dita delle mani. Un nervosismo che traspare anche dalle smorfie del viso

    «STATE ATTENTI POTRESTE ESSERE I PROSSIMI» -In particolare anche quando racconta delle umiliazioni ricevute all'estero. «Frequentavo un corso a Bruxelles e un ragazzo olandese in classe ha cominciato ad umiliarmi: "Sei greca? Devi solo ringraziarmi, l'unico motivo per cui siete ancora nell'euro è perché vi abbiamo prestato dei soldi». C'è rimasta male, ha anche pensato di abbandonare il corso. Ma poi la docente e i compagni l'hanno difesa: «Se ne è andato lui». Ora cerca di scappare, ma «non trovo niente. Non c'è lavoro per noi all'estero». Forse farà un master. Chissà. Il futuro è incerto. «State attenti voi italiani, anche se non sembra la crisi dilaga. E voi potreste essere i prossimi».

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    (sylvestro)
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    Castellina in Chianti
    00 26/01/2012 07:00
    Secondo un commentatore di Class CNBC la data fatidica per la dichiarazione di fallimento della Grecia e' il 20 marzo (o comunque non oltre).


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    [Modificato da (sylvestro) 26/01/2012 07:01]
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    laplace77
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    00 04/02/2012 11:10
    reportage sulla grecia a servizio pubblico









    [Modificato da laplace77 04/02/2012 11:23]
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  • dgambera
    Utente anonimo
    00 05/02/2012 01:29
    pesante, molto pesante

    Grecia: il malato terminale e ” l’ ora della verità “


    I problemi però ci sono ancora sul taglio alla spesa e sul mercato del lavoro. I tagli dovrebbero concentrarsi sul taglio dei salari fino al 25%, della tredicesima e quattordicesima e il licenziamento di 150 mila impiegati statali entro il 2015.

  • dgambera
    Utente anonimo
    00 08/02/2012 13:15
    La Bce aiuta Atene: 11 miliardi di debito in meno

    di Vittorio Da Rold con analisi di Beda Romano 8 febbraio 2012


    La Banca Centrale Europea concederà uno "sconto" sul debito greco del valore di 11 miliardi di euro. Secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal online, infatti, la Bce ha convenuto di scambiare i bond greci acquistati sul mercato secondario nel corso del 2011 con i bond emessi dall'European Financial Stability Facility a un prezzo inferiore al loro valore nominale. L'operazione ridurrà il debito greco di una cifra che, secondo gli analisti, dovrebbe arrivare appunto a 11 miliardi di euro.

    Tuttavia, le singole banche centrali europee dell'Eurozona, che detengono nel proprio portafoglio bond greci per un valore complessivo di 12 miliardi di euro, non parteciperanno all'operazione, e dovranno quindi essere rimborsate per intero.

    Nel frattempo ad Atene i tre leader politici che sostengono l'Esecutivo tecnico del premier Lucas Papademos, ossia George Papandreou del Pasok (socialista), Antonis Samaras di Nea Dimokratia (centro destra) e Giorgos Karatzaferis di Laos (estrema destra) hanno deciso di riprendere oggi a mezzogiorno le trattative sulle misure di austerità chieste dalla troika e ottenere in cambio gli aiuti internazionali da 130 miliardi di euro senza i quali Atene non potrà rimborsare i 14,5 miliardi di obbligazioni in scadenza il 20 marzo.

    Oggi dovrebbero dunque riprendere i colloqui sul nuovo piano di tagli cui seguirà un Eurogruppo sul salvataggio della Grecia che potrebbe essere convocato domani per dare il via libera ai nuovi finanziamenti, forse attraverso l'escamotage di un fondo speciale europeo che dovrebbe garantire il pagamento degli interessi e del rimborso dei bond greci e la concessione dei fondi per pagare pensioni e stipendi solo quando le riforme strutturali saranno state realmente implementate (e non solo approvate).

    I rappresentanti della troika (Fmi, Ue e Bce) vogliono la firma delll'intesa quanto prima, in modo che al massimo entro lunedì prossimo 13 febbraio l'accordo possa essere ratificato dal Parlamento a tambur battente.
    Inoltre i rappresentanti della troika avrebbero chiesto ai tre leader politici e al premier di firmare un documento che impegnerà non soltanto i partiti e il Governo attuale ma anche quello successivo (visto che Atene andrà alle urne ad aprile in un crescente caos sociale) sulle misure di austerity, fra le quali la riduzione degli stipendi minimi nel settore privato del 20%, il taglio dei sussidi pensionistici e i licenziamenti di 150mila dipendenti in esubero nella pubblica amministrazione entro il 2015, di cui 15mila entro il 2012.

    Il Governo di Atene sta negoziando un taglio alla spesa pubblica pari all'1,5% del Pil (circa 3,3 miliardi di euro). Il 30% (1,1 miliardi di euro) dei tagli riguarderebbero la spesa sanitaria, mentre il programma di investimenti pubblici verrebbe ridotto di 300 milioni di euro, così come le spese della difesa.

    Un documento che in pratica darebbe il via libera allo scambio dei titoli di Stato in mano ai privati (Psi) che dovrebbe a sua volta permettere alla Grecia di ottenere una sforbiciata di 100 miliardi di dollari sui propri debiti e al tempo stesso di poter emettere nuovi titoli trentennali a un tasso molto basso, pari al 3,6% e un perdita complessiva pari al 70% del l'investimento.

    Un'intesa ormai a un passo poiché c'è troppo in gioco per potersi permettere un niente di fatto mentre ad Atene c'era l'ennesimo sciopero generale e centinaia di manifestanti hanno invaso la centralissima piazza Syntagma, ad Atene, per protestare contro le nuove misure di austerity attese dal Governo su richiesta dei creditori internazionali del Paese mentre risuonavano slogan come «Fuori i nazisti» e una bandiera tedesca è stata data alle fiamme.

    Anche l'Europa è divisa sul salvataggio greco, peraltro senza alternative. Ieri ha fatto scalpore una dichiarazione del commissario europeo all'Agenda digitale, l'olandese Neelie Kroes, secondo cui l'Eurozona può sopravvivere a un addio di Atene alla moneta unica. Dalla Commissione Ue hanno provveduto subito a gettare acqua sul fuoco. «Vogliamo che la Grecia resti nell'euro» ha affermato il portavoce Olivier Bailly.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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    grella
    Post: 3.291
    Sesso: Maschile
    Utente semplice
    Castelletto sul Ticino
    00 12/02/2012 21:13





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