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Lombardia - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2016 09:12
12/10/2010 14:26
 
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Immobili, la voglia c'è ma oggi comprare casa fa paura (Fonte: ilgiorno.it - di Paoloemilio Bonzio - 12/10/2010)

Brescia, 12 ottobre 2010 - «Il desiderio di comprare casa c’è, ma la paura della gente sta frenando i segnali di ripresa che si manifestano nel settore». Anna Sina Montini, presidente del Comitato che redige il listino della Borsa Immobiliare per la Camera di commercio, traccia un bilancio con luci e ombre della situazione attuale. Mentre sta per essere licenziato l’ultimo listino semestrale (aprile-ottobre) la crisi continua a pesare sul mercato del mattone. Ma se nel 2008 il calo di transazioni a livello generale (residenziale, uffici, produttivo) era del 19%, nel 2009 il decremento si è assestato sul 14,4%. Segnali di ripresa che all’inizio di quest’anno riguardavano il residenziale, e che non hanno però trovato conferme nei mesi successivi.
«Nel primo trimestre 2010 — continua Montini — abbiamo registrato un +2,3% di transazioni ma già nel secondo trimestre si è scesi all’1% e per il terzo trimestre è atteso un calo ulteriore».
Intanto le quotazioni del prossimo listino immobiliare dovrebbero «ritoccare al ribasso l’usato dai 16 ai 40 anni mentre il prezzo del nuovo sarà sostanzialmente invariato, per via dei maggiori costi di costruzione che ormai si avvalgono delle più moderne infrastrutture antisismiche». E se è vero che l’offerta supera la domanda, «il mercato offre soprattutto immobili di livello medio-popolare come condomini di 40 o più anni mentre per gli immobili di pregio c’è poca offerta».
Per gli immobili commerciali e direzionali invece è ancora notte fonda: «Il mercato è fermo e in centro trovare il negozio giusto di piccole metrature è difficile, non c’è offerta». Per acquistare comunque non è un brutto momento, secondo gli analisti le condizioni sarebbero idonee per fare buoni affari ma a tirare il freno sono i compratori stessi: «L’intenzione di acquistare si scontra con la realtà dei prezzi che non corrispondono alle capacità reddituali degli acquirenti, o con le garanzie richieste dalle banche per accendere un mutuo». E allora ecco le quotazioni degli immobili in città secondo l’ultimo listino licenziato da Probrixia (l’azienda speciale della Cemera di commercio che si occupa della Borsa Immobiliare).
In centro, come prevedibile, si trovano i valori più alti per il nuovo o ristrutturato (5.100 euro al metro quadro nel quadrilatero piazza Duomo-via Musei-corso Zanardelli-piazza Brusato) mentre il valore più basso della circoscrizione è a porta Milano con 2.200 euro. Sempre in centro, per gli immobili recenti (fino a 16 anni) si va da un massimo di 2.250 euro (i palazzi che si affacciano sul ring) al minimo di porta Milano dove bastano 1.600 euro al metro quadro. Altre zone di pregio della città si trovano soprattutto nelle circoscrizioni est e nord dove i valori più alti per il nuovo o ristrutturato sono rispettivamente a Caionvico (2.650 euro al metro quadro) e Mompiano (3.200 euro). Decisamente più abbordabili gli immobili delle circoscrizioni ovest e sud, a Folzano ad esempio la quotazione massima per comprare una casa nuova si aggira sui 2mila euro, ma prezzi massimi del tutto simili si trovano anche in altri quartieri popolari come San Polo e Buffalora (circoscrizione est).
Tra i casi più rilevanti di appartamenti invenduti (circa 250 in città secondo Sina Montini) il complesso futura di via Triumplina, la torre progettata da Fuksas in via Duca d’Aosta, le palazzine di via Tirandi e, per il direzionale, il complesso Tre Torri (una delle opere più chiacchierate della città) che sarà destinato alla vendita pezzo per pezzo da Gabetti Immobiliare.
[Modificato da marco--- 12/10/2010 14:27]
13/10/2010 10:06
 
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L'edilizia prova a ripartire dalle macerie

"Il 2010, in provincia di Brescia, sara' ricordato come un anno nero per il settore. In questi dieci mesi ogni giorno ha chiuso una azienda e, negli ultimi due anni, si e' passati da 20mila a 16mila lavoratori attivi."
[Modificato da (sylvestro) 13/10/2010 10:08]
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23/10/2010 08:49
 
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"Immobiliare, serve sostegno per non sgonfiare la ripresina"

TECNOBORSA. Dai dati della società consortile per il settore un quadro ancora preoccupante
Bettoni: qualcosa si sta muovendo vanno intercettati altri acquirenti Mattinzoli: pronti a contrastare una politica di tagli, senza sviluppo

22/10/2010

Per la prima volta, dopo tre anni, torna positivo il segno del mercato immobiliare italiano, con qualche segnale anche in provincia. Il volume delle compravendite nel 2010 aumenta rispetto a quelli precedenti, segnando un più 5,5% nei dati a settembre e con la prospettiva di chiudere l'esercizio con 640mila unità scambiate: +4,5% su base annua.
IL QUADRO emerge dal report di Tecnoborsa (aggiornato al mese scorso) frutto del Csei, Centro studi economia immobiliare, illustrato in Camera di commercio dal presidente, Franco Bettoni, e da Enrico Mattinzoli, presidente dell'Associazione Artigiani di Brescia, entrato nel Cda della società consortile per azioni, di emanazione delle Cdc, fondata per contribuire allo sviluppo, alla regolazione, alla trasparenza del mercato immobiliare italiano. «Tecnoborsa ha avviato una nuova fase di monitoraggio che non si sovrapporrà con la Borsa immobiliare bresciana: anzi sarà punto di riferimento anche per la stesura del bollettino trimestrale sull'andamento del mercato», chiarisce Bettoni. Nonostante i dati incoraggianti, rimangono parecchie perplessità. La ripresa del settore si concretizza dopo un 2009, anno peggiore del secolo, ma solo per il residenziale. Le cifre, approfondite al secondo semestre, evidenziano un mercato a due velocità: a giugno per le transazioni di abitazioni civili una crescita del 4,5%, a fronte di un crollo degli uffici (-14,1%), dei negozi (-4,1%), dei capannoni (-4,2%). E i tempi di vendita sono a sei mesi.
IL RESIDENZIALE, pur in ripresa, non è privo di ombre, iniziando dall'andamento dei prezzi, scesi del 9%. Inoltre, rimane un grande parco invenduto. Stime precise non esistono, tuttavia solo a Brescia ci sarebbero 4mila alloggi giacenti. L'offerta, a livello nazionale, sale del 25% solo quest'anno, ma la domanda, in tre anni, registra un -30%: sul mercato mancano giovani e immigrati, le richieste sono di fascia alta. I mutui crescono del 13%, ma a comprare sono lavoratori autonomi (il 12%), oppure occupati a tempo indeterminato (il 75%). L'importo medio erogato è di 134mila euro. «Forse qualcosa sta cambiando nel mondo del credito, anche in provincia i grandi gruppi sembrano capire la necessità, per un rilancio definitivo, di concentrarsi anche su altre categorie di potenziali acquirenti», auspica Bettoni. Come detto, però, non mancano motivi di preoccupazione: nella prima metà dell'anno l'andamento delle compravendite è positivo, ma non omogeneo a livello territoriale: +11,6% al Centro, +6,9% al Sud e solo +0,5% al Nord. Roma evidenzia un +23%, Milano un + 3.3%. «E Brescia si colloca in questa fascia bassa, con l'aggravante che a crescere sono i capoluoghi, in media +8%, non gli altri comuni, in media + 2,9%», spiega Mattinzoli.
UNA SITUAZIONE preoccupante, che può alimentare anche proteste clamorose contro la politica del Governo, «tutta tagli, niente sviluppo. Siamo pronti a scendere in piazza - annuncia Mattinzoli - perché regna l'incertezza, la disoccupazione galoppa, il mercato interno non decolla, nessuno stimolo viene dato dall'Esecutivo, unico in Europa, alla ripresa della domanda». E guardando all'edilizia, da sempre traino per l'economia, «è necessario tornare a investire nel mattone, invece che nell'oro», sottolinea Bettoni evidenziando come «in autunno la 'ripresina' si è affievolita: se sopravviviamo è solo con l'export». Le ricette per il settore? «Il piano casa è fallito, la cedolare secca sugli affitti darà benefici fra anni. Serve una robusta spinta per evitare di ingessare il comparto immobiliare anche tutto il 2011».M.B.
[Modificato da (sylvestro) 23/10/2010 08:49]
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05/11/2010 11:37
 
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Milano
Domanda ed offerta non si incontrano piu'

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[Modificato da marco--- 07/09/2012 08:55]
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10/12/2010 12:12
 
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Mercato immobiliare fermo dopo il crollo del biennio 08-09
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10/12/2010 12:14
 
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Il mattone e' ancora bene rifugio ma e' sempre meno conveniente
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19/12/2010 13:44
 
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Non capisco perché si sostenga che non sia preoccupante la forte esposizione bancaria verso gli investimenti nel settore immobiliare, resta comunque il fatto, a mio giudizio, che in un contesto economico di questo tipo una ripresa del settore immobiliare non sia nemmeno lontanamente ipotizzabile.

Marco
Famiglie bresciane, boom di debiti: + 25% (Fonte: bresciaoggi.it - di Massimo Tedeschi - 19/12/2010)

LO SPECCHIO DELLA CRISI. L'Ufficio studi della Cgia di Mestre ha monitorato l'indebitamento familiare negli ultimi due anni: per la Leonessa è allarme rosso
In media ogni nucleo è esposto per 23.874 euro: siamo in 12esima posizione assoluta in Italia Dal 2008 il balzo è stato esattamente del 25,9% Sofferenze al 3,4%, in linea con la media nazionale

Sempre più in difficoltà a far quadrare entrate e uscite. Sempre più in affanno a pagare mutui, mantenere i figli a scuola, salvaguardare il tenore di vita del passato. Insomma sempre più indebitate.
È questa la condizione delle famiglie italiane, da due anni alle prese con una crisi che non lascia tregua. Una condizione a cui quelle bresciane non si sottraggono. Anzi.
UNO STUDIO della Cgia di Mestre (l'associazione veneziana di Artigiani e piccole imprese dotata di un effervescente ufficio studi) ha fotografato le condizioni dei nuclei familiari italiani guardando ai prestiti sottoscritti per l'acquisto della casa e di beni mobili, per il consumo e la ristrutturazione dei beni immobili.
L'immagine che ne esce è preoccupante e rivela gli effetti profondi della crisi, che vanno a incidere su scelte e prospettive di vita.
Oggi ogni nucleo familiare italiano è indebitato, mediamente, per oltre 19mila euro e le sofferenze sono al 3,5%. Ma il dato più impressionante è la crescita che l'indebitamento familiare ha avuto dal settembre 2008 a oggi, ovvero da quando la crisi è esplosa: il balzo è stato del +28,7%.
In questo quadro le famiglie bresciane risultano fra le più indebitate: siamo - per l'esattezza - in dodicesima posizione assoluta, con una media di 23.874 euro per ogni nucleo, largamente al di sopra della media nazionale.
La somma colossale che ne deriva è di 12 miliardi e 435 milioni di euro di indebitamento delle famiglie bresciane: siamo la sesta provincia lombarda (dopo Milano, Lodi, Como, Varese e Bergamo) ma ci collochiamo comunque sotto la media regionale (che è di 25.484 euro per nucleo familiare, record regionale italiano).
Brescia è invece posizionata leggermente meglio della media nazionale (3,5%) per quanto riguarda le sofferenze, valore che ci colloca invece in linea con la media regionale lombarda: 3,4%.
QUANTO ALL'INCREMENTO subito dall'indebitamento familiare negli ultimi anni, la media nazionale è del +28,7%. Agli estremi opposti stanno le province di Grosseto (+48,8%) e di Sondrio (+ 13,4%).
La Leonessa si colloca a metà strada: con il +25,9% è infatti la 58esima provincia ad aver conosciuto la crescita maggiore. Oltre alla provincia maremmana, le altre con il maggior incremento percentuale sono state Livorno (+47,5%), Asti (+42,3%), Foggia (+41,7%) e Arezzo (+41%).
COME INTERPRETARE questi dati? «Innanzitutto - sostiene il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che ha curato la ricerca - le province più indebitate sono anche quelle che registrano i livelli di reddito più elevati. È chiaro che tra queste famiglie vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia la forte esposizione bancaria di queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti in questi ultimi anni nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente».
Più allarmante, secondo Bortolussi, «è il risultato che emerge dalla lettura dei dati riferiti all'incidenza percentuale delle sofferenze sull'erogato. In questo caso notiamo che nelle prime posizioni troviamo tutte le realtà territoriali del mezzogiorno, a dimostrazione che la crisi ha colpito soprattutto le famiglie delle aree economicamente più arretrate del Paese».
[Modificato da marco--- 19/12/2010 13:45]
02/02/2011 12:59
 
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Hanno sbagliato il tempo del verbo nel titolo, ma questi sono dettagli [SM=g9058]

19/07/2011 11:29
 
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[Modificato da (sylvestro) 19/07/2011 11:30]
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27/10/2011 22:19
 
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Ringraziando stelafe per questa segnalazione.

Una città fantasma di 30 mila alloggi vuoti (Fonte: brescia.corriere.it - 26/10/2011)

Una città fantasma. È quella delle 30 mila case vuote e invendute presenti a Brescia e provincia. Abitazioni vere, di cemento e mattoni, che teoricamente potrebbero essere abitate da oltre 100 mila persone. Che restano appunto fantasmi. Un capitale "immobile" superiore ai 3 miliardi di euro che grava sulle spalle delle imprese edili, molte delle quali sono ormai sul baratro.
I dati sulla città invisibile sono confermati da Giuliano Campana, presidente del Collegi costruttori di Brescia. Dati che dovrebbero far riflettere molte amministrazioni comunali (quella di Brescia in primis) sull'opportunità di prevedere altre zone residenziali nei redigendi piani di governi del territorio.
«È difficile avere una cifra esatta sul numero di abitazioni invendute - esordisce Campana - ma il dato di 30 mila unità è una stima molto vicina al reale, un dato che risulta anche al Collegio costruttori. Un dato per certi versi drammatico, che racconta di una situazione disastrosa per molte imprese edili. Vedo purtroppo tanti costruttori disperati nel nostro settore, ma non credo che il superamento della crisi sia dietro l'angolo. Il problema è che la politica non sta facendo nulla per aiutare le famiglie italiane ad acquistare la prima casa».
Campana ripercorre i punti principali e noti dello zavorramento del mercato immobiliare bresciano, a cominciare dall'irrigidimento delle banche nella concessione dei mutui, con tassi che vanno al galoppo. «Il problema è che fiscalmente questo governo non ha fatto nulla per incentivare il mercato della casa, se si esclude la cedolare secca - prosegue Campana -. La gente in questo momento ha paura ad acquistare un'abitazione. Teme la perdita del posto di lavoro, teme di non riuscire a pagare il mutuo e pensa che gli immobili possano svalutarsi, anche se di questi tempi è molto più conveniente investire nel mattone che mettere soldi nel mercato azionario».
Come riuscire a vendere parte di quelle 30 mila abitazioni fantasma? «Non bisogna inventarsi nulla, basta copiare Francia o Spagna - chiude il presidente del Collegio costruttori-. In Francia le vendite di prime case sono aumentate del 21% grazie a mutui a tasso zero e detrazioni fiscali. La Spagna ha dimezzato l'Iva. Qui non si è fatto nulla».
04/01/2012 09:40
 
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Crollo delle compravendite e case ferme per 6 mesi - è l'anno nero del mattone (Fonte: la Repubblica ed. Milano - di Alessandra Corica - 04/01/2012)

06/02/2012 19:01
 
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Case in Lombardia: solo a Milano 84mila vani invenduti

06/02/2012



“Sono 84 mila i vani invenduti a Milano, 58 mila a Bergamo e 56 mila a Brescia”.

I dati sono stati divulgati dall'Assessore al Territorio della Regione Lombardia, il leghista Daniele Belotti, durante una conferenza stampa al Pirellone.

“Secondo una ricerca del Politecnico di Milano - ha aggiunto l'assessore - per il 2018 è previsto un incremento dei vani invenduti: 135 mila a Bergamo, 107 mila a Brescia e 85 mila a Milano”.

“Per questo - ha spiegato il capogruppo della Lega nord in Consiglio regionale, Stefano Galli - abbiamo deciso di presentare una mozione per il sostegno della casa in Lombardia.

L'obiettivo è agevolare i cittadini lombardi all'acquisto della casa e sostenere il settore edilizio in forte crisi.

Nel 2011 sono state 40 mila le famiglie che hanno subito una procedura di esecuzione di sfratto o pignoramento, e sono almeno 300 mila quelle che si trovano a rischio d'insolvenza e di pignoramenti”.
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19/02/2012 07:47
 
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Immobiliare Milano, deludente andamento delle compravendite

Di Roberto

18/02/2012



La crisi del mercato immobiliare italiano non risparmia neppure le aree metropolitane. Stando a quanto emerge da una recente ricerca realizzata dalla Camera di Commercio di Milano attraverso l’azienda speciale Osmi Borsa Immobiliare, infatti, la crisi economica avrebbe generato un crollo del 26,4% delle compravendite immobiliari a Milano, portate in deprezzamento del 36,7% nelle rimanenti località della stessa provincia del capoluogo lombardo.

La riduzione delle compravendite milanesi sarebbe comunque più lieve rispetto a quanto riscontrato nella media nazionale (pari al 32,9%), e mostrerebbe i suoi riflessi negativi anche sul fronte dei prezzi, con valori commerciali degli immobili residenziali nuovi (o con classe energetica A, B, o C) in città, in sviluppo di 1,4 punti percentuali su base annua, ben al di sotto della crescita del tasso dell’inflazione (+ 3,3 punti percentuali).

Lo sviluppo dei prezzi delle case risulta essere notevolmente più tiepido in provincia, con un incremento di 0,1 punti percentuali su base annua nelle aree centrali, e 0,3 punti percentuali nelle zone periferiche.

Sul fronte dei mutui, tra il primo semestre del 2010 e il primo semestre del 2011 crescita di 3,3 punti percentuali dei mutui per le famiglie nell’intera Lombardia, con un crollo di 9,2 punti percentuali nel mercato non residenziale e del 18,4% per l’edilizia residenziale.

Tornando all’interno dei confini milanesi, crescita sostenuta dei prezzi nella zona Bastioni (+ 3,3 punti percentuali a 7.906 euro al metro quadro), zona Solari – Napoli (+ 4,3 punti percentuali a 5.050 euro al metro quadro), mentre in centro, in Circonvallazione e in periferia l’incremento dei valori commerciali si mantiene ben al di sotto della crescita dell’inflazione nazionale (rispettivamente pari a 1,7 punti percentuali, 1,3 punti percentuali e 0,4 punti percentuali). Andamento incerto stimato anche per i prossimi trimestri e per l’intero 2012.
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19/02/2012 18:20
 
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Il flop del mattone Garlasco non è più l’oasi dei milanesi


«Mai visto un periodo così nero, ormai siamo fermi» I valori crollano di un altro 8 per cento in un solo anno

di Fabrizio Guerrini

GARLASCO



Metter su casa non è più un affare, anche a Garlasco. Gli immobiliaristi della zona concordano sulla diagnosi. C’è ormai un’altra zona della provincia di Pavia colpita dalla recessione del mattone: «Crisi nera: il nuovo e il vecchio alla fine valgono lo stesso. Tanto è difficile venderli entrambi». Sempre più annunci, sempre meno acquirenti.

«A Garlasco vendesi grande complesso residenziale a 15 minuti dalla metropolitana di Assago»: prezzo 720mila euro per 6mila metri quadrati di terreni e immobili. L’annuncio immobiliare sul web sembra arrivare da un passato neppure troppo lontano quando il mattone era un investimento più che sicuro.

C’era una volta Garlasco, che muoveva il business del divertimento (avendo in pratica il monopolio delle movide 12 mesi all’anno ) e che sfoderava d’estate un impianto natatorio di tendenza. La città cresceva ed è cresciuta almeno fino al 2005. Funzionava l’essere posta in posizione baricentrica tra Pavia e Vigevano, ma soprattutto a 15-20 minuti dalla prima linea della metroplitana milanese grazie al casello della Milano-Genova.

Dopo il 2005, come altrove in provincia, il mercato della casa ha iniziato il declino, sempre più veloce. Il tramonto di un’era, di un’intera economia. L’ultima rilevazione parla di un crollo dell’8,93 per cento del valore medio di un immobile. Il prezzo medio è sotto del 5,53 per cento (e già era in ribasso nel 2011, così come lo era nel 2010). Risultato? Si vende, ma non c’è chi compra. Le foto di villine a schiera, ville più importanti, grandi ville allungano l’elenco, di volta in volta, pubblicato anche sul web.

I prezzi sono trattabili, sempre più trattabili. Per 290 mila euro ecco così proposta una villa su due piani da 170 metri quadrati, con box, taverna e tanto di piscina privata. Si vende. O meglio si prova a farlo.

«E’ sicuramente il periodo più brutto che abbiamo vissuto nel nostro settore da anni – afferma mestamente un’impiegata dell’agenzia “Lomellina Case”di via della Bozzola – le vendite sono in costante calo e i mutui non vengono concessi dalle banche, le persone cercano sicuramente di più di sistemarsi con gli affitti che però a Garlasco sono effettivamente alti».

Compreso tra 1200 e 1800 euro il costo medio delle abitazioni nuove a metro quadro: «Abbiamo diverse ville in vendita in questa zona, ma si fatica a “piazzarle” perché chiaramente i costi sono maggiori rispetto a villette e appartamenti – prosegue l’impiegata – probabilmente è inutile puntare il dito contro qualcuno ma sono le banche a tenere tutto fermo, il mercato del nuovo è completamente bloccato perché i mutui sono fermi, abbiamo tante offerte ma gli acquirenti mancano completamente».

Secondo altri venditori impiegati nel settore ilquadro reso stagnante della mancanza di nuove costruzioni crea un circolo vizioso dal quale difficilmente si vede una via di uscita: «Le imprese edili non riescono a vendere il nuovo e cosi evitano di costruire, mentre la gente chiede costi bassi che in questo momento sono impossibili da trovare – prosegue il responsabile – le realtà di Dorno e di Garlasco sono un po’ più movimentate ma il problema del settore affligge tutta la provincia, l’unica nota positiva di Gropello sono gli acquirenti milanesi, che prendono in considerazione in questa zona proprio per il collegamento autostradale».

(ha collab. Maria Pia Brentan)
17 febbraio 2012
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08/03/2012 08:09
 
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Case invendute, abbassiamo i prezzi (Fonte: laprovinciapavese.gelocal.it - di Fabrizio Guerrini - 08/03/2012)

Il Collegio dei geometri: «Per muovere il mercato servono i saldi». I mediatori replicano: «Lo stiamo già facendo»

PAVIA. «Si vendono meno case, ma i prezzi non scendono. O , perlomeno, non al punto da rimettere in movimento il mercato pavese. Perché non si cambia rotta?» Lo chiede Giancarlo Genta, presidente del Collegio dei geometri e geometri laureati della Provincia. I saldi per le case come per i vestiti? Si parte da questa analisi: «Premesso – dice Genta – che non voglio minimamente prevaricare gli Agenti Immobiliari che sicuramente meglio di me hanno il polso del mercato, voglio solo far notare che in tutte le strade vediamo cartelli "vendesi". Ci sono tanti cantieri non finiti e nel mercato sono moltissimi gli immobili non venduti, sia nuovi che vecchi. Ma è il nuovo soprattutto ad essere fermo perché chi ha fabbricati quasi alla fine ma non riesce a vendere, non ne inizia altri». Il rischio è di città ferme. Genta lancia la sua visione di cosa è oggi Pavia. «Stiamo tornando alla città dormitorio da quando abbiamo perso tutte le industrie. A Pavia, solo Policlinico e Università sono le uniche realtà che ci permettono di vivere. Qui facciamo ormai solo terziario; non c'è più industria né artigianato. Tutto questo secondo me è frutto di piani regolatori fatti in modo che la città restasse sempre chiusa. Certamente ci hanno dato la possibilità di essere una tra le città lombarde più vivibili, che non è poco, ma il vantaggio finisce qui». La situazione economica non aiuta. Genta conferma: «Se prima una famiglia in cui entravano due stipendi, riusciva a pagare il mutuo, adesso con un solo introito, come fa a pagarlo? E le banche lo concedono solo se hai i soldi, quindi il mercato si ferma». Mercato fermo ed è qui che il presidente dei Geometri scatena il dibattito. «Gli immobiliaristi – osserva– hanno tante pagine di proposte di vendita sui giornali e sul web, ma i prezzi degli immobili non si abbassano. Mi chiedo perchè. Sono forse in attesa che la situazione del mercato cambi? Non potrebbe essere invece utile immettere prodotti a un prezzo inferiore, permettendo la ripresa? Così invece non si cambia e il 2012 resterà un altro anno in stand-by». Abbassare i prezzi, perchè il 2012, per Genta sarà più duro del 2001: «Quest'anno ci sarà ancora crisi, ma si potrebbe dare un segnale abbassando i prezzi, ma non dell'1 o del 3 percento. Qualcosa di ben più pesante. Inoltre dovrebbe diminuire la pressione fiscale sugli immobili, altrimenti non cambierà nulla». I dati di partenza richiesti per il mercato sono i seguenti secondo l’osservatorio dei Geometri: fra i 4-5 mila euro per immobili di pregio del centro storico di Pavia e 2000-2500 euro per la periferia cittadina. «La situazione – aggiunge Genta – cambia in Oltrepo da Stradella a Varzi, a Broni a Voghera; vanno verificate da luogo a luogo: per esempio in città come Voghera i prezzi mediamente vanno da 1.800 a 2.500 euro per immobili del centro, 1.400 / 1.900 euro per il semicentro, 1200 /1350 euro per la periferia; a Vigevano costa meno e si va da 1600 a 2500 euro per il centro mentre le periferie sono molto variegate e la forbice si assesta fra i 1200 e i 1600 euro». In questo contesto, per il presidente dei Geometri, un brusco abbassamento globale dei prezzi potrebbe servire. Perchè gli immobiliaristi non ci pensano? «Ci pensiamo eccome, se la riflessione riguarda noi mi viene da sorridere. Siamo i primi ad essere interessati ad abbassare i prezzi»: replica Fabio Bianco, presidente provinciale della Federazione immobiliare mediatori agenti d’Affari, l’ente che da tempo cerca di portare trasparenza e regole certe nel settore. »Non siamo certo noi a non voler abbattere le quotazioni – aggiunge – e lo si vedrà dai dati che riporteremo nel nostro nuovo Borsino del mercato che sarà presto divulgato. Il Borsino è proprio un tentativo di venire incontro al mercato». Ma i prezzi perchè non scendono? «I prezzi non si abbassano di molto. è vero. Sono d’accordo solo in linea generale con Genta: fatto salvo, come detto, di come gli agenti immobiliari non decidano i prezzi degli immobili. Ma non va dimenticato come, in sede di trattativa, i prezzi scendono eccome rispetto alle quotazioni di partenza. Gli intermediari svolgono un ruolo decisivo nel suggerire ai venditori di limare un poco le loro pretese. La crisi, d’altra parte, spinge a difendere più che in passato i patrimoni familiari».

Il nodo dei prezzi riguarda anche le aree edificabili i cui valori non sono oscillati verso il basso, ma resistano sui valori degli anni scorsi. Sul fronte case, è Pavia l’oasi felice (o meno infelice) della provincia. Qui i prezzi, soprattutto in centro, restano oltre il 60-80 per cento in più rispetto alla media dei capoluoghi più importanti della provincia. «Il caso Pavia – dice Bianco – sarà al centro del nostro confronto sul borsino immobiliare. Prezzi troppo alti? Ne parleremo. Di certo il mercato ha bisogno di una scossa. Magari potrebbe partire proprio da Pavia».

Mi viene da sorridere quando gli immobiliaristi sostengono, come in questo articolo, che non possono essere loro ad abbassare i prezzi. Dunque, se così fosse, a cosa servirebbe la valutazione di un immobile da parte di un esperto in materia? Il ruolo di un mediatore è solamente quello di rintracciare un acquirente? Certamente no, io penso che se di fronte ad una richiesta palesemente assurda da parte del proprietario l'agente immobiliare rifiutasse il mandato di vendita, allora qualcosa di positivo accadrebbe. Se da un lato l'avidità umana porta ad accettare qualunque mandato a qualunque prezzo, dall'altro occorrerebbe quantomeno essere coerenti, ossia evitare di lamentarsi, evitare inutili piagnistei perché il mercato immobiliare è e resta ingessato da oltre 3 anni.
Ricordo che negli "anni d'oro" gli agenti immobiliari si strappavano i clienti ritoccando verso l'alto le valutazioni, quindi "drogando" il mercato immobiliare, e dunque oggi ci ritroviamo in questa difficile situazione.
Vedi: Il mercato immobiliare è drogato da alcune agenzie (Fonte: la Repubblica.it - 03/01/2003 - di Franca Selvatici)

Marco
[Modificato da marco--- 09/03/2012 10:49]
22/03/2012 09:36
 
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Casa, prezzi ancora in calo E i terreni costano meno (Fonte: laprovinciapavese.gelocal.it - di Anna Ghezzi - 21/03/2012)

È del 15% il divario tra le richieste di chi vende e la disponibilità di chi compra Vigevano più cara di Voghera. I mediatori: «La classe energetica fa la differenza»

PAVIA. Prezzi delle case in calo del 10 per cento nel 2011 rispetto al 2010: resiste Pavia, soffrono i paesi dell’hinterland cresciuti in fretta. E se Vigevano mantiene i prezzi più alti di Voghera, in Oltrepo è ancora Stradella a non cedere. Calano anche i prezzi dei terreni: meno 20% rispetto all’anno scorso. «Tutti un passo indietro per permettere al mercato immobiliare di ripartire»: è il messaggio della Federazione italiana mediatori agenti d’affari che oggi presenterà all’associazione Commercianti a Palazzo Bottigella il tredicesimo Scenario immobiliare 2011. Una fotografia del mercato in provincia di Pavia basata sulle compravendite di immobili tramite agenzia – circa il 50 per cento del totale – attraverso la raccolta dei dati e l’elaborazione zona per zona.

«Si tratta della situazione “di fatto” del 2011 – spiega il presidente Fabio Bianco –. I prezzi richiesti da chi vende sono rimasti più o meno gli stessi di due anni fa, ma quello che è cambiato è il prezzo a cui sono disposti a comprare gli acquirenti. Noi, per il nostro borsino, abbiamo scelto di considerare i numeri di chiusura delle trattative, per mandare un messaggio a tutti coloro che operano nel settore. Il rischio, se non si riduce la forbice tra i prezzi desiderati dal lato di domanda e offerta di case, è che gli immobili restino invenduti». «La “forbice” tra i due prezzi è in media del 15 per cento – spiega il consigliere Fimaa Vincenzo Ghisalberti di Atena immobiliare – con punte registrate nei paesi come San Genesio, San Martino, Borgarello, Cava Manara e Siziano che avevano conosciuto una crescita forte negli anni scorsi».

I prezzi degli immobili, in discesa dal 2008 quasi ovunque con l’eccezione, ad esempio, del centro storico di Pavia, risultano in calo dal 5 al 10%, declinata a seconda della zona, epoca e città: in Borgo il nuovo si vende a 2500 euro al metro quadro, appartamenti da ristrutturare si trovano fino a un minimo di 800 euro. Ma se il Policlinico (3500 euro il prezzo massimo al metro quadro nella zona) resta una delle zone più care fuori dal centro come Ticinello, le occasioni “usate” si trovano a San Pietro in Verzolo (450 euro il prezzo minimo) o a Mirabello (500 euro).

A Voghera il nuovo si acquista dai 2000 -1450 euro del centro, ai 1100-1500 del semicentro ai 1000-1100 della periferia. A Vigevano di nuovo un salto tra i 1300-2200 euro del centro agli 800-1500 delle periferie che variano da quartiere a quartiere, il meno caro è il quartiere Brughiera, con una forbice che va da 1100 euro per un appartamento nuovo a 400 per un usato da ristrutturare. Variegati i prezzi degli immobili in Oltrepò: Stradella mantiene il primato con prezzi degli immobili nuovi che vanno dai 1.400 ai 1.800 euro, con valutazioni più alte limitate al centro storico. «Sulle nuove costruzioni – afferma Fabio Bianco – cresce la domanda di edifici in classe energetica alta: quelli in classe a o A+ hanno valori al metro quadro incrementati dal 10 al 12 per cento, che diventa 8 per cento su classe B e 5 per cento su classe C. Ma quanti sono i cantieri in classe A in provincia? Una decina, dicono gli immobiliari. «Mentre tutti quelli partiti negli ultimi 18 mesi sono in classe B o C», ragiona Bisi.

Stamattina alle 9.30 gli operatori del settore saranno all’Ascom per la presentazione del rapporto: «Forse resteranno delusi dai prezzi che abbiamo indicato – affermano i vertici Fimaa – ma è importante mantenersi ancorati al mercato reale, impostare il rapporto col cliente sulla massima trasparenza e determinare un prezzo corrispondente alle possibilità del mercato».
[Modificato da marco--- 22/03/2012 09:44]
22/03/2012 20:59
 
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Pignoramento immobiliare: è boom a Brescia, numeri impietosi (Fonte: mutui.blogosfere.it - 25/03/2012)

Il numero di pignoramenti a Brescia è altissimo. Come evitarlo? Ecco cosa dice l'articolo 40 in merito alla questione.

La crisi economica continua a rendere la vita difficile agli italiani. Questa volta puntiamo l'occhio su Brescia, dove è boom di pignoramenti degli immobili. Stesso discorso per le rate del credito al consumo non onorate, dei prestiti chirografari non restituiti e dei leasing sull'auto.

I dati dell'Adusbef parlano chiaro: pagare le rate del mutuo è sempre più dura. Nella città bresciana sono 1.205 gli espropri forzati di case e altri beni immobiliari. In pratica si contano quattro pignoramenti al giorno.

Per consentire alle banche di recuperare i soldi prestati sono già stati messi all'asta oltre 1.297 immobili.

Numeri da vicino: 591 sono nella fascia di prezzo fino a 100mila euro, 421 quelli tra 100 e 200mila euro, 116 tra 200 e 300mila euro, 75 tra 300 e 400mila euro, 30 tra 400 e 500mila euro, 13 tra 500 e 600mila euro. Il resto supera i 600mila euro.

Come evitare il pignoramento? Vi ricordiamo che l'articolo 40 del testo unico bancario permette un ritardo dei pagamento di una rata dai 30 ai 180 giorni. Insomma, avete 6 mesi di tempo per risolvere la situazione.
26/03/2012 09:22
 
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Re:
marco---, 26/03/2012 09.07:



Come evitare il pignoramento? Vi ricordiamo che l'articolo 40 del testo unico bancario permette un ritardo dei pagamento di una rata dai 30 ai 180 giorni. Insomma, avete 6 mesi di tempo per risolvere la situazione.



L'importante e' non sottovalutare mai la lettera della banca che ti dice che e' scaduto il termine ultimo. Bisogna assolutamente evitare che la pratica esca dalla filiale e vada all'ufficio legale, perche' a quel punto le cose si complicano enormemente e i margini di trattativa si riducono molto (oltre ad aumentare in maniera esponenziale i costi...).

In caso di problemi bisogna parlare con la banca prima che siano loro a venirti a cercare.


28/03/2012 20:28
 
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Quante case in Lombardia ma che fatica venderle (Fonte: Corriere della Sera MIlano - di Paolo Marelli - 13/04/2012)

In picchiata il mercato del mattone. Mantova, Lodi e Cremona maglia nera

MILANO — Si aggrava ‘il crollo del mattone. Cedono gli investimenti nelle costruzioni, con un calo del 4,6% lo scorso anno rispetto al 2010. Non si ferma l’emorragia di posti di lavoro: sono 44550 quelli persi in Lombardia nel periodo 2oo8-2o11. Giù anche le compravendite di Case: meno 2,7%. Si allungano invece fino a otto mesi i tempi di pagamento per i lavori pubblici. Da Sondrio a Mantova, da Pavia a Brescia, sono tante le imprese edili che stanno precipitando e che, come in un effetto domino, trascinano nella tempesta anche le aziende di comparti affini.
E’ una fotografia nera quella scattata dall’Ance Lombardia (Associazione nazionale costruttori edili), che ha presentato il Rapporto congiunturale dell’industria delle costruzioni nella nostra regione. Un quadro negativo per un settore che comunque resta strategico, considerato che l’edilizia costituisce l’8,4% del PIL regionale e conta circa l’8% complessivo degli occupati. Spiega Gianluigi Coghi, a capo del Centro studi di Ance Lombardia: «La crisi è più duratura del previsto. Le aspettative per il 2012 sono tutt’altro che rosee. Nel comparto tira una pessima aria, fra i costruttori ci sono più paure che speranze».
Come una fortezza: sotto assedio, il settore dell’edilizia in Lombardia combatte contro un nemico che ha più volti:
stretta dei credito, ritardi nei pagamenti, Patto di stabilità, tagli dei fondi pubblici, crisi economica. Lo scorso anno le banche hanno erogato il 7,1% in meno di mutui alle famiglie per l’acquisto di immobili così come sono diminuiti del 17,2% quelli alle aziende per investimenti in edilizia residenziale e sono scesi del 9% quelli per capannoni e negozi. Oltre alla chiusura dei rubinetti da parte degli istituti di credito, che ha frenato l’apertura di nuovi cantieri, a far tremare le imprese sono anche le amministrazioni pubbliche. I vincoli imposti dal Patto di stabilità congelano in Lombardia, stando ai dati della Corte dei conti, mezzo miliardo di euro nelle casse comunali. Ma soprattutto i ritardi dei pagamenti da parte degli enti locali spingono sul baratro numerose aziende: «I fornitori chiedono il rispetto dei contratti, le banche premono per rientrare dai crediti, la pressione fiscale non fa sconti — spiega Coghi —. Però le imprese che lavorano con il pubblico arrivano ad aspettare in media fino a 236 giorni per incassare i soldi, con punte che superano anche i due anni». E sempre sul fronte delle infrastrutture l’orizzonte è denso di nubi. «il taglio delle spese in conto capitale è pesante. Nel 2012 le risorse saranno abbassate del 12,1%», denuncia il vicepresidente dell’Ance regionale. Ma, anche se una boccata d’ossigeno arriva dalla realizzazione delle opere per l’Expo 2015, in Lombardia ci sono edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, che avrebbero bisogno di essere messi in sicurezza. Così come, sempre sul versante della sicurezza, ci sono opere anti dissesto idrogeologico in montagna che non possono più attendere. L’aggravarsi della crisi del mattone, certificata anche dal lievitare della cassa integrazione, che ha sfondato Il tetto dei 18 milioni di ore autorizzate nei 2011, si ripercuote anche sulla compravendita di immobili.
Tra il 2007 e il 2011 il mercato della casa ha registrato un crollo verticale del meno Lo scorso anno, in linea generale, la percentuale è stata al ribasso del 2,7%, con un picco dei 3,8% nei piccoli comuni delle dodici province lombarde, mentre Il mercato della casa tiene nelle città capoluogo facendo segnare un +0,9%. La maglia nera nei territori di Lodi (-9%), Mantova (-8,5%), Cremona (-7,4%), dove il numero dei vani vuoti è in continuo aumento. «Ma vuoti non vuol dire invenduti — tiene a precisare Coghi —. Perché le case che frenano le compravendite sono soprattutto quelle non ecosostenibili, dai grandi consumi energetici, quelle che usando un paragone automobilistico, si potrebbe denir1e euro zero».
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Crisi senza fine per l'edilizia Milano perde 11mila posti (Fonte: La Repubblica Ed. Milano - di Laura Fugnoli - 13/04/2012)

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