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Diario della crisi economica

Ultimo Aggiornamento: 12/05/2020 11:31
26/12/2014 09:22
 
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Allarme rosso, “Nel 2015 Venezia rischia il default” (Fonte: online-news.it - 26/12/2014)

«La situazione è drammatica. Nel 2015 rischiamo di non fare il bilancio, e i sacrifici saranno ancora più pesanti...
29/12/2014 11:55
 
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La Grecia va a votare, salta l’elezione del presidente della Repubblica. Borsa crolla a -10% (Fonte: ilsole24ore.com - di Vittorio Da Rold - 29/12/2014)

ATENE - La Grecia non è riuscita ad eleggere il presidente della Republica. L'ex commissario europeo, Stavros Dimas, un tecnico candidato del premier conservatore Antonis Samaras e dal vice premier Evangelos Venizelos del Pasok, non ha ottenuto i 180 voti necessari, ma solo 168 così il Parlamento sarà sciolto automaticamente ed il Paese andrà ad elezioni anticipate che, secondo gli ultimi sondaggi, vedono al momento favorita la sinistra radicale di Syriza guidata da Alexis Tsipras...

...Insomma ora i giochi si aprono verso una prossima tornata elettorale che si profila mozzafiato non solo per la Grecia, abituata ai colpi di scena, ma per tutta l'Europa con la sinistra anti-Troika di Syriza in testa nei sondaggi. Ad Atene passa il destino dell'Europa che deve decidere se diventare più solidale con una politica fiscale comune e gli euro-bond o di poter vedere qualcuno uscire dal club della moneta unica: due ipotesi entrambe da evitare.
30/12/2014 08:37
 
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Re:
marco---, 12/29/2014 11:55 AM:

La Grecia va a votare, salta l’elezione del presidente della Repubblica. Borsa crolla a -10% (Fonte: ilsole24ore.com - di Vittorio Da Rold - 29/12/2014)

ATENE - La Grecia non è riuscita ad eleggere il presidente della Republica. L'ex commissario europeo, Stavros Dimas, un tecnico candidato del premier conservatore Antonis Samaras e dal vice premier Evangelos Venizelos del Pasok, non ha ottenuto i 180 voti necessari, ma solo 168 così il Parlamento sarà sciolto automaticamente ed il Paese andrà ad elezioni anticipate che, secondo gli ultimi sondaggi, vedono al momento favorita la sinistra radicale di Syriza guidata da Alexis Tsipras...

...Insomma ora i giochi si aprono verso una prossima tornata elettorale che si profila mozzafiato non solo per la Grecia, abituata ai colpi di scena, ma per tutta l'Europa con la sinistra anti-Troika di Syriza in testa nei sondaggi. Ad Atene passa il destino dell'Europa che deve decidere se diventare più solidale con una politica fiscale comune e gli euro-bond o di poter vedere qualcuno uscire dal club della moneta unica: due ipotesi entrambe da evitare.



attenzione che Syriza e' la leccona della Kommissione ue,
a parole tuoni e fulmini e poi sfoderano la lingua da lecca.

gli unici a non essersi accorti della sola Syriza sono i greci e gli italiani, stessa razza a quanto pare, mentre la Kommissione ha detto a chiare lettere che c'e' ammmooore....

Syriza, slurp slarp,
leccano tanto da strozzarsi:


Juncker :"Preoccupa la destra non Tsipras"


ciaooo


[Modificato da ziomaoziomao 30/12/2014 08:39]

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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
30/12/2014 10:26
 
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Re: Re:
ziomaoziomao, 30/12/2014 08:37:

attenzione che Syriza e' la leccona della Kommissione ue,
a parole tuoni e fulmini e poi sfoderano la lingua da lecca.

gli unici a non essersi accorti della sola Syriza sono i greci e gli italiani, stessa razza a quanto pare, mentre la Kommissione ha detto a chiare lettere che c'e' ammmooore....

Syriza, slurp slarp,
leccano tanto da strozzarsi:


Juncker :"Preoccupa la destra non Tsipras"


ciaooo

In effetti la premessa di Syriza è che, comunque, la Grecia non uscirà dall'Euro, aggiungo che è praticamente impossibile che, anche ne avesse le reali intenzioni, possa cambiare da solo i diktat della Troika.
31/12/2014 03:35
 
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Re: Re: Re:
marco---, 12/30/2014 10:26 AM:

In effetti la premessa di Syriza è che, comunque, la Grecia non uscirà dall'Euro, aggiungo che è praticamente impossibile che, anche ne avesse le reali intenzioni, possa cambiare da solo i diktat della Troika.



eh si', sono d'accordo con te'.
Qualunque partito "democratico" oramai e' solo un tarzanello appeso al fondoschiena di quella mostruosita' di kommissione ue.

l'unico modo di uscirne e' per via non democratica, un colpo di stato militare che credo impossibile visto lo stato di debosciaggine e corrutela dei cari soldatini o un sano dittatore, in ogni alcuni moriranno e pazienza... per fare la frittata qualche uova va' anche rotta.

nel frattempo gli euro schiavi saranno condannati a decenni di recessione e distruzione dello stato sociale ed economico, ad una decrescita non troppo felice che fara' contenti solo i ritardati mentali di sinistra e del 0,1% che si riempie per bene le tasche con questo sistema ue.

forza e coraggio che il peggio deve ancora venire.
ciao





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31/12/2014 09:08
 
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Purtroppo è così, se qualcosa non cambia in maniera radicale siamo condannati ad una recessione e distruzione dello stato sociale per molti anni. Quando terminerà non saprei proprio, forse nel momento in cui avremo svenduto la maggior parte dei nostri beni reali come reti, porti, ospedali, infrastrutture etc. e, soprattutto, svenduto i nostri diritti, a quel punto forse riapriranno i rubinetti del credito. Tutto è ciclico, del resto la storia puntualmente si ripete da tempo immemorabile, non facciamoci trarre in inganno, oggi nonostante le stupidaggini tecnologiche, assenti nel passato, non sta accadendo nulla di nuovo: Tutto cambia ma nulla cambia - Crisi del debito: il crollo dell’Impero Romano

Ricordate: alle banche non interessano i nostri soldi, quelli li possono stampare a piacimento, interessano invece i nostri beni reali, ossia il frutto del nostro lavoro.

Per finire un paio di celebri aforismi, in entrambi i casi l'autore non è il primo cretino che passa per strada o il primo cybernauta cazzaggiante di Facebook, dovrebbe fare riflettere e non poco. Che lo si voglia ammettere o meno siamo schiavi, il peggio è che non potendo individuare il padrone in un soggetto avente un nome e un cognome restiamo schiavi inconsapevoli, che non è un'attenuante ma un aggravante. Fintanto che la consapevolezza non raggiungerà una "massa critica" di persone non potremo individuare la soluzione e la via di uscita.

Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e mi infischierò di chi ne fa le leggi.
Mayer Anselm Rothschild

E' un bene che il popolo non comprenda il funzionamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina.
Henry Ford
[Modificato da marco--- 31/12/2014 09:13]
01/01/2015 09:56
 
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La sfida greca (Fonte: laregione.ch - 31/12/2014)

Ci risiamo. Si torna a parlare della Grecia, il brutto anatroccolo della zona euro. Sono bastati l’annuncio di elezioni anticipate per il 25 gennaio e la possibilità di una vittoria del partito di sinistra Syriza, per far tremare l’Europa e soprattutto i mercati finanziari mondiali, che hanno subito punito l’indisciplina greca, portando i tassi d’interesse a oltre il 10% sui titoli decennali.
Perché fa così tanta paura la possibilità di un successo di Syriza? Per molti validi motivi. Il primo è che se Alexis Tsipras dovesse arrivare a governare il Paese – cosa tutt’altro che scontata – chiederebbe una rinegoziazione del debito in mano alla Bce e al Fondo monetario internazionale per un equivalente di 303 miliardi di euro. Non sarebbe poi da escludere un’uscita dalla moneta comune.
Ma perché dopo sei anni dallo scoppio della crisi la Grecia continua a far tremare i mercati? Semplice, le politiche di austerità e i vari piani imposti a tutti i Paesi in difficoltà non solo si sono rivelati inefficaci, ma addirittura hanno peggiorato la situazione. Nel 2010 il debito pubblico greco “in difficoltà” – cioè in scadenza con impegni difficili da sostenere per il Paese – ammontava a circa novanta miliardi. Oggi la situazione è ben peggiore. Le strategie imposte dalla Troika hanno portato i tassi di disoccupazione giovanile al 50% e in generale attorno al 25%, i redditi sono scesi, la tredicesima è ormai un sogno, gli investimenti pubblici inesistenti. Il rigore di bilancio imposto dalla Germania – anche per salvare le banche private tedesche – non ha portato benefici economici, non solo in Grecia, ma anche in tutti i Paesi finiti sotto la scure della Troika.
In realtà, le soluzioni volute da Berlino si stanno rivelando un flagello per tutta l’Europa, Germania compresa, come dimostrano i dati macroeconomici più recenti.
Eppure, nonostante la realtà sia sotto gli occhi di tutti, nessuna correzione di rotta si prospetta all’orizzonte. Oltre a un deciso cambiamento della politica economica sarebbe necessario pensare a una profonda riforma del sistema finanziario che ha continuato a operare come se nulla fosse, pur essendo stato la causa principale della crisi del 2008. Ma se gli Stati sono intervenuti con ingenti provvedimenti pubblici per salvare le imprese “troppo grandi per fallire”, nulla è stato fatto per migliorare la situazione economica di milioni di persone.
Mentre il volume dei prodotti derivati scambiati ogni giorno è passato dai 700 miliardi del 2007 ai 2’300 di oggi, le condizioni di lavoro di milioni di persone continuano a peggiorare non solo in Grecia, ma anche in Paesi “floridi” come la stessa Germania, dove il salario minimo ha subito una contrazione, come pure il salario medio in termini reali.
Il 25 gennaio i greci hanno la possibilità di lanciare un messaggio chiaro: vogliono cambiare rotta e, se necessario, abbandonare la moneta unica e i diktat di Berlino e Bruxelles. Difficile dire quali potrebbero essere le conseguenze, ma ben difficilmente potranno essere peggiori della situazione attuale.
02/01/2015 10:53
 
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Re:
marco---, 1/1/2015 9:56 AM:

La sfida greca (Fonte: laregione.ch - 31/12/2014)

Ci risiamo. Si torna a parlare della Grecia, il brutto anatroccolo della zona euro. Sono bastati l’annuncio di elezioni anticipate per il 25 gennaio e la possibilità di una vittoria del partito di sinistra Syriza, per far tremare l’Europa e soprattutto i mercati finanziari mondiali, che hanno subito punito l’indisciplina greca, portando i tassi d’interesse a oltre il 10% sui titoli decennali.
Perché fa così tanta paura la possibilità di un successo di Syriza? Per molti validi motivi. Il primo è che se Alexis Tsipras dovesse arrivare a governare il Paese – cosa tutt’altro che scontata – chiederebbe una rinegoziazione del debito in mano alla Bce e al Fondo monetario internazionale per un equivalente di 303 miliardi di euro. Non sarebbe poi da escludere un’uscita dalla moneta comune.
Ma perché dopo sei anni dallo scoppio della crisi la Grecia continua a far tremare i mercati? Semplice, le politiche di austerità e i vari piani imposti a tutti i Paesi in difficoltà non solo si sono rivelati inefficaci, ma addirittura hanno peggiorato la situazione. Nel 2010 il debito pubblico greco “in difficoltà” – cioè in scadenza con impegni difficili da sostenere per il Paese – ammontava a circa novanta miliardi. Oggi la situazione è ben peggiore. Le strategie imposte dalla Troika hanno portato i tassi di disoccupazione giovanile al 50% e in generale attorno al 25%, i redditi sono scesi, la tredicesima è ormai un sogno, gli investimenti pubblici inesistenti. Il rigore di bilancio imposto dalla Germania – anche per salvare le banche private tedesche – non ha portato benefici economici, non solo in Grecia, ma anche in tutti i Paesi finiti sotto la scure della Troika.
In realtà, le soluzioni volute da Berlino si stanno rivelando un flagello per tutta l’Europa, Germania compresa, come dimostrano i dati macroeconomici più recenti.
Eppure, nonostante la realtà sia sotto gli occhi di tutti, nessuna correzione di rotta si prospetta all’orizzonte. Oltre a un deciso cambiamento della politica economica sarebbe necessario pensare a una profonda riforma del sistema finanziario che ha continuato a operare come se nulla fosse, pur essendo stato la causa principale della crisi del 2008. Ma se gli Stati sono intervenuti con ingenti provvedimenti pubblici per salvare le imprese “troppo grandi per fallire”, nulla è stato fatto per migliorare la situazione economica di milioni di persone.
Mentre il volume dei prodotti derivati scambiati ogni giorno è passato dai 700 miliardi del 2007 ai 2’300 di oggi, le condizioni di lavoro di milioni di persone continuano a peggiorare non solo in Grecia, ma anche in Paesi “floridi” come la stessa Germania, dove il salario minimo ha subito una contrazione, come pure il salario medio in termini reali.
Il 25 gennaio i greci hanno la possibilità di lanciare un messaggio chiaro: vogliono cambiare rotta e, se necessario, abbandonare la moneta unica e i diktat di Berlino e Bruxelles. Difficile dire quali potrebbero essere le conseguenze, ma ben difficilmente potranno essere peggiori della situazione attuale.



tranquillo che i greci non "lanceranno" nulla, al massimo si lanceranno sotto il treno della troika.

si accettano scommesse.

ciaooo


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02/01/2015 15:05
 
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Re: Re:
ziomaoziomao, 02/01/2015 10:53:

tranquillo che i greci non "lanceranno" nulla, al massimo si lanceranno sotto il treno della troika.

si accettano scommesse.

ciaooo

Beh, aspettiamo perché se si riconferma nea dimokratia non si esce nemmeno un minuto da sotto il treno della troika, non partiamo nemmeno con le scommesse e ce ne stiamo tutti buoni buoni... [SM=g1750865]
02/01/2015 15:21
 
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Tutti i debiti che la Germania non ha mai pagato
Gli smemorati di Berlino (tutti i debiti che la Germania non ha mai pagato) (Fonte: nocensura.com - di Roberto Schena - 07/07/2014)

La Germania, che fa tanto la moralizzatrice con gli altri Paesi europei, è andata in default due volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre mondiali per consentirle di riprendersi. Fra i Paesi che le hanno condonato i debiti, la Grecia, prima di tutto, che pure era molto povera, e l'Italia.

Dopo la Grande Guerra, John Maynard Keynes sostenne che il conto salato chiesto dai Paesi vincitori agli sconfitti avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la rinascita. L'ammontare del debito di guerra equivaleva, in effetti, al 100% del Pil tedesco. Fatalmemte, nel 1923 si arrivò al grande default tedesco, con l'iperinflazione che distrusse la repubblica di Weimar. Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa, con una seconda guerra, ben peggiore, in seguito alla quale a Berlino si richiese un secondo, enorme quantitativo di denaro da parte di numerosi Paesi. L'ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora!)
La Germania sconfitta non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre, peraltro da essa stessa provocate.


Mentre i sovietici pretesero e ottennero il pagamento della somma loro spettante, fino all'ultimo centesimo, ottenuta anche facendo lavorare a costo zero migliaia di civili e prigionieri, il 24 agosto 1953 ben 21 Paesi, Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia, con un trattato firmato a Londra le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c'era di fatto. L'altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l'eventuale riunificazione delle due Germanie, ma nel 1990 l'allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell'accordo, che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto.

Nell'ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro.

Senza l'accordo di Londra che l'ha favorita come pochi, la Germania dovrebbe rimborsare debiti per altri 50 anni. E non ci sarebbe stata la forte crescita del secondo dopoguerra dell'economia tedesca, né Berlino avrebbe potuto entrare nella Banca Mondiale, nel Fondo Monetario Internazionale e nell'Organizzazione Mondiale del Commercio.


Quindi: che cos'ha da lamentare la Merkel, dal momento che il suo Paese ha subito e procurato difficoltà ben maggiori e che proprio dall'Italia e dalla Grecia ha ottenuto il dimezzamento delle somme dovute per i disastri provocati con la prima e la seconda guerra mondiale? La Grecia nel 1953 era molto povera, aveva un grande bisogno di quei soldi, e ne aveva sicuramente diritto, perché aggredita dalla Germania. Eppure... Perché nessun politico italiano ricorda ai tedeschi il debito non esigito?
[Modificato da marco--- 02/01/2015 15:21]
03/01/2015 00:07
 
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Re: Re:
ziomaoziomao, 02/01/2015 10:53:



tranquillo che i greci non "lanceranno" nulla, al massimo si lanceranno sotto il treno della troika.

si accettano scommesse.

ciaooo




Su questo la penso anch'io così - i Greci sono "cotti" e Tsipras farà finta di fare il duro poi accetterà tutti i compromessi a suo vantaggio.

03/01/2015 22:00
 
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Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
Grecia fuori dall'euro, per Der Spiegel "Berlino avrebbe cambiato idea" (Fonte: tgcom24.mediaset.it - 03/01/2014)

Secondo il settimanale tedesco la cancelliera Angela Merkel non temerebbe più ripercussioni gravi e considererebbe ipotizzabile quest'ipotesi. Si attendono le elezioni greche del 25 gennaio...

...Se dopo le elezioni del 25 gennaio la Grecia, con una vittoria della sinistra di Alexis Tsipras deciderà di metter fine alla politica di risparmi e cancellare il debito, l'uscita del Paese dalla moneta unica sarà inevitabile. Né la cancelleria né il ministero delle Finanze hanno voluto commentare le informazioni del settimanale...
03/01/2015 22:23
 
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Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
marco---, 03/01/2015 22:00:

Grecia fuori dall'euro, per Der Spiegel "Berlino avrebbe cambiato idea" (Fonte: tgcom24.mediaset.it - 03/01/2014)

Secondo il settimanale tedesco la cancelliera Angela Merkel non temerebbe più ripercussioni gravi e considererebbe ipotizzabile quest'ipotesi. Si attendono le elezioni greche del 25 gennaio...

...Se dopo le elezioni del 25 gennaio la Grecia, con una vittoria della sinistra di Alexis Tsipras deciderà di metter fine alla politica di risparmi e cancellare il debito, l'uscita del Paese dalla moneta unica sarà inevitabile. Né la cancelleria né il ministero delle Finanze hanno voluto commentare le informazioni del settimanale...



Si certo, come no, alla Buba non gliene frega niente se perdono tutti i crediti che hanno con la Grecia.... Se non gliene fregasse niente come mai esternano ? Se fossero così sicuri che comunque vada un Grexit non sarebbe un problema starebbero zitti, no? E come mai Tsipras è diventato improvvisamente il politico greco più invitato a Brussels? È che se la fanno addosso e cercano di comprarselo con tutti i mezzi perché se per caso resiste ed il popolo greco avrà le palle di rivoltarsi al compromesso, per gli Eurocrati sarà un bel problema che creerà un precedente ed aprirà un nuovo scenario in questa Europa tenuta insieme dal debito finanziario creato per sostenere una lobby di elite finanziario-mafiosa a scapito della classe media di questa parte del mondo.
03/01/2015 23:23
 
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Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
fede49, 03/01/2015 22:23:

Si certo, come no, alla Buba non gliene frega niente se perdono tutti i crediti che hanno con la Grecia.... Se non gliene fregasse niente come mai esternano ? Se fossero così sicuri che comunque vada un Grexit non sarebbe un problema starebbero zitti, no? E come mai Tsipras è diventato improvvisamente il politico greco più invitato a Brussels? È che se la fanno addosso e cercano di comprarselo con tutti i mezzi perché se per caso resiste ed il popolo greco avrà le palle di rivoltarsi al compromesso, per gli Eurocrati sarà un bel problema che creerà un precedente ed aprirà un nuovo scenario in questa Europa tenuta insieme dal debito finanziario creato per sostenere una lobby di elite finanziario-mafiosa a scapito della classe media di questa parte del mondo.

Quoto al 100%! [SM=g1750826]
Infatti lo scopo, ancora una volta, così come qualche anno fa, è quello di fare permanere la Grecia nell'Euro, agitando il solito spauracchio, dovessero non bastare le intimazioni, ancora una volta, al solito ci si riuscirà a colpi di spread.

E' sempre lo stesso copione... sempre, sempre lo stesso, e quasi certamente funzionerà anche questa volta! [SM=g7576]
[Modificato da marco--- 03/01/2015 23:24]
03/01/2015 23:56
 
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Re: Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
marco---, 03/01/2015 23:23:

Quoto al 100%! [SM=g1750826]
Infatti lo scopo, ancora una volta, così come qualche anno fa, è quello di fare permanere la Grecia nell'Euro, agitando il solito spauracchio, dovessero non bastare le intimazioni, ancora una volta, al solito ci si riuscirà a colpi di spread.

E' sempre lo stesso copione... sempre, sempre lo stesso, e quasi certamente funzionerà anche questa volta! [SM=g7576]



Mah, magari funzionerà per la Grecia perché quel popolo è stremato e quindi più manovrabile, tuttavia credo che nel 2015 o al massimo nel 2016 salterà il coperchio a questa iperbolla finanziaria perché ci sono per aria 500 trilioni (non quei simpatici pesci con i baffi ) ma 500 miliardi di miliardi di derivati = DEBITO DELLE BANCHE ($ 500.000.000.000.000.000.000) che dovranno rientrare e che faranno fallire banche a cascata, Deutsche in primis (vai a cercare l'ammontare del debito di questa banca e ti spaventi), ecco qualcuno mi deve spiegare come si può immaginare di stampare altra moneta da aria fresca e farli poi rientrare con gli interessi, con il mondo in palese contrazione produttiva dimostrata dal crollo delle commodities dell'energia (petrolio e gas) e della costruzione (ferro, rame) che sono scese del 50% anche e soprattutto per un calo dei consumi. Facciamola finita con le palle dei governi e delle banche che sperano di mantenere a galla un sistema pieno di falle tappandole con danaro finto. Parlavo in questi giorni con un amico ingegnere (i tecnici sono sempre i più sinceri) che torna fresco dalla Cina e mi ha detto che la ci sono CITTÀ INTERE VUOTE costruite per pura speculazione di pochi con parte di quei 500 trilioni che ora dovranno venire a Canossa. Ne vedremo delle belle. Consiglio di informarsi su dove mettere al sicuro i risparmi, ma non nel senso di dove ti danno più interessi, nel senso di dove poi trovi ancore del valore intrinseco.

PS. Intanto i Greci, visto che da lì è partita questa discussione da novembre hanno ritirato dai bancomat 2.5 miliardi di Euro... e già quelli la Troika non li becca più ... Poi si legge che in Turchia, giusto accanto nel mese di dicembre le importazioni di oro sono aumentate del SEICENTO PER CENTO per un importo pari a 2 miliardi, ma che caso... I greci non saranno più le aquile dei tempi di Achille ma neppure dei pirla... [SM=g1749713] www.brotherjohnf.com/archives/361328
[Modificato da fede49 04/01/2015 00:20]
04/01/2015 00:32
 
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Fede, penso che tu abbia perfettamente ragione, ho ben presente anche la situazione della Bundesbank, vero, ci sono numeri da paura, tu stesso parlasti per primo del problema, poi io evidenziai i numeri: link

Valide anche le considerazioni generali sui derivati, non è una bomba atomica, se quel problema esplode è come la deflagrazione di una supernova... del resto nella storia i "reset di sistema" in economia sono la prassi, qualche post fa evidenziai infatti Tutto cambia ma nulla cambia - Crisi del debito: il crollo dell’Impero Romano
[Modificato da marco--- 04/01/2015 00:35]
05/01/2015 10:15
 
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Re: Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
marco---, 03/01/2015 23:23:

Quoto al 100%! [SM=g1750826]
Infatti lo scopo, ancora una volta, così come qualche anno fa, è quello di fare permanere la Grecia nell'Euro, agitando il solito spauracchio, dovessero non bastare le intimazioni, ancora una volta, al solito ci si riuscirà a colpi di spread.

E' sempre lo stesso copione... sempre, sempre lo stesso, e quasi certamente funzionerà anche questa volta! [SM=g7576]

Merkel smentisce lo Spiegel, mai cambiato idea sulla Grecia (Fonte: online-news.it - 04/01/2015)

Il governo tedesco ha smentito di avere cambiato posizione circa una possibile uscita della Grecia dall’euro, come ha scritto ieri lo Spiegel. “Non c’è nessun cambio di rotta”, ha detto all’agenzia Dpa il vice portavoce Georg Streiter. Sulle anticipazioni di Spiegel, lo stesso portavoce si era precedentemente limitato a dire che la “Grecia in passato aveva sempre rispettato i suoi impegni” e che Berlino confida che Atene “continui a rispettare i suoi impegni”. Secondo Spiegel, che cita fonti governative, la cancelliera Angela Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble considererebbero fattibile un’uscita della Grecia dall’euro. Scenario questo ritenuto realistico in caso di vittoria della sinistra radicale alle elezioni greche il 25 gennaio.
05/01/2015 10:59
 
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Re: Re: Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
marco---, 05/01/2015 10:15:

Merkel smentisce lo Spiegel, mai cambiato idea sulla Grecia (Fonte: online-news.it - 04/01/2015)

Il governo tedesco ha smentito di avere cambiato posizione circa una possibile uscita della Grecia dall’euro, come ha scritto ieri lo Spiegel. “Non c’è nessun cambio di rotta”, ha detto all’agenzia Dpa il vice portavoce Georg Streiter. Sulle anticipazioni di Spiegel, lo stesso portavoce si era precedentemente limitato a dire che la “Grecia in passato aveva sempre rispettato i suoi impegni” e che Berlino confida che Atene “continui a rispettare i suoi impegni”. Secondo Spiegel, che cita fonti governative, la cancelliera Angela Merkel e il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble considererebbero fattibile un’uscita della Grecia dall’euro. Scenario questo ritenuto realistico in caso di vittoria della sinistra radicale alle elezioni greche il 25 gennaio.



Ora il mondo finanziario incomincia a farsela sotto. Leggi qui da MarketWatch dove pochi giorni fa la fanfara mainstream proclamava che "tanto la Grecia non conta un cazzo, può anche fallire" goo.gl/4lPO70 - Ora invece quelli che marginano da un castello di carte molto instabile creato in anni di finanza creativa e cretina (io dico mafiosa) sanno perfettamente che l'equilbrio del sistema è cos' instabile che basta un piccolo scossone che viene giù tutto. Il Dollaro è altissimo, vero, ma siccome il 80% del debito USA è all'estero proprio nei paesi che sii sono visti le loro valute svalutate, il rientro di questo debito è sempre più a rischio e il giocattolo meraviglioso si avvicina sempre più all'orlo del precipizio. A proposito interessante questo articolo sul Dollar Standard: scenarieconomici.it/dollar-standard/ Vedrete nei prossimi giorni quanti dobermann a Atene sotto casa di Tsipras e quanta propaganda per mettere a paura i poveri Greci per convincerli a votare per anestesia perpetua e morte lenta.


[Modificato da fede49 05/01/2015 11:00]
05/01/2015 12:04
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
fede49, 05/01/2015 10:59:

...Vedrete nei prossimi giorni quanti dobermann a Atene sotto casa di Tsipras e quanta propaganda per mettere a paura i poveri Greci per convincerli a votare per anestesia perpetua e morte lenta.

Su questo non vi sono dubbi, anche quello che hai aggiunto è vero, il sistema è fragilissimo. Mettendo da parte catastrofi naturali come per esempio asteroidi che dovessero colpire il nostro pianeta, ricordiamoci che tutto il resto è opera dell'uomo, dunque dunque affermare di "combattere" la crisi economica è una corbelleria, ma cosa caspita dobbiamo combattere?

La crisi non è stata provocata gli alieni, non è un flagello inflitto da una qualche divinità ostile all'umanità, le attuali regole sulla finanza che ci siamo dati permettono speculazioni, crisi e quanto ne consegue.

Quando un sistema non funziona correttamente lo si cambia, si cambiano le regole, non si tenta di adattare la realtà a regole sbagliate.

Possibile che la gente non ci arrivi?
[Modificato da marco--- 05/01/2015 12:06]
05/01/2015 12:39
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
marco---, 05/01/2015 12:04:

Su questo non vi sono dubbi, anche quello che hai aggiunto è vero, il sistema è fragilissimo. Mettendo da parte catastrofi naturali come per esempio asteroidi che dovessero colpire il nostro pianeta, ricordiamoci che tutto il resto è opera dell'uomo, dunque dunque affermare di "combattere" la crisi economica è una corbelleria, ma cosa caspita dobbiamo combattere?

La crisi non è stata provocata gli alieni, non è un flagello inflitto da una qualche divinità ostile all'umanità, le attuali regole sulla finanza che ci siamo dati permettono speculazioni, crisi e quanto ne consegue.

Quando un sistema non funziona correttamente lo si cambia, si cambiano le regole, non si tenta di adattare la realtà a regole sbagliate.

Possibile che la gente non ci arrivi?



.... e a corollario sulla Grecia: icebergfinanza.finanza.com/2015/01/05/grecia-il-grande-...

però, per quanto riguarda i NOSTRI problemi interni, condivido al 100% questo articolo di Marco Travaglio, quindi, Euro o non Euro, Europa o non Europa, se gli Italiani non cambiano registro (e non cambieranno) saremo sempre il paese più bello del mondo ma saremo anche sempre mela merda:

L’Italia è il Paese europeo col maggior numero di leggi e col più alto tasso di illegalità. È prima in Europa, nel G7 e nell’intero Occidente per corruzione percepita, al 69° posto fra le nazioni più virtuose (fonte Transparency International). La corruzione si mangia il 40% di ogni grande opera: solo l’alta velocità ferroviaria costa da noi una media di 61 milioni a km contro i 10,2 della Parigi-Lione, i 9,8 della Madrid-Siviglia e i 9,3 della Tokyo-Osaka (Commissione Ue). Abbiamo i cantieri più lenti d’Europa, con tempi allungati di un terzo negli ultimi cinque anni (Dps-Uver): ogni opera sopra i 100 milioni dura in media 14 anni. La nostra evasione fiscale è la più alta d’Europa (la terza nel mondo, subito dopo Turchia e Messico), come pure la pressione fiscale (44%, la quarta dell’Eurozona, la prima per il suo aumento in base al Pil nell’ultimo decennio: nel 2002 era al 40,5).

Ogni italiano evade in media 38 euro ogni 100: merito dei 10-11 milioni di evasori su 40 milioni di contribuenti, per almeno 180 miliardi sottratti ogni anno al fisco (Ocse-Corte dei conti). Un italiano su due dichiara meno di 15 mila euro, il 50% dell’Irpef la paga il 10% dei contribuenti e gli imprenditori risultano più poveri dei loro dipendenti. Il 40% delle imposte evase in tutt’Europa è made in Italy. Primato mondiale per il sommerso: l’economia in nero è il 21% di quella legale, 340 miliardi l’anno. Ma niente paura: secondo l’Institut de criminologie et de droit penal, nel 2011 avevamo appena 156 detenuti per crimini economici e fiscali, contro gli 8.601 della Germania (55 volte in più): la media europea è 10 volte la nostra, col 4,1% di colletti bianchi in galera contro lo 0,4 dei nostri. Che sono 1/6 degli olandesi, 1/10 degli svedesi, inglesi e norvegesi, 1/11 dei finlandesi, 1/15 degli spagnoli, 1/22 dei turchi. E ci umiliano persino i paradisi fiscali di Montecarlo (23%) e Liechtenstein (38,6%). Abbiamo servizi fra i più scadenti, ma siamo secondi in Europa per i rincari delle bollette: +19,1% nel 2014 (+324 pro capite). Ci batte solo la Spagna, ma l’anno prossimo vinciamo noi (la Cgia di Mestre prevede aumenti di acqua, trasporti, sanità e rifiuti per 677 euro a testa). Nei costi dei conti correnti bancari non ci supera nessuno: 350 euro l’anno contro i 114 della media dell’Unione europea. Illegale il Paese, illegale lo Stato: l’Italia è prima in Europa per procedure d’infrazione Ue (ben 99), multe per trasposizione tardiva delle norme europee (36), reclami all’Ue di cittadini italiani contro il loro Stato (438) e frodi comunitarie. Siamo invece ultimi per aumento di turisti stranieri: cresciuti in tutta Europa (persino in Grecia e Lettonia), da noi sono calati dello 0,5% (-4,6 calcolando anche il crollo del turismo nazionale): il tutto, con il maggior patrimonio artistico e culturale del mondo. Siamo ben piazzati anche sull’economia. In 20 anni abbiamo perso rispetto alla Germania 14 punti di Pil, che nel 2014 è sceso dello 0,4% (il Def di Renzi prevedeva un +0,8). Il debito pubblico, sotto il governo Renzi, è cresciuto di 80 miliardi in 10 mesi toccando i 2.140 miliardi (131,6% del Pil). Il deficit (che doveva scendere, nelle previsioni del premier, al 2,3%), è salito al 2,9. La produzione industriale è precipitata dell’1,2%. Intanto abbiamo smarrito altri 600 mila posti di lavoro: la disoccupazione, che Renzi aveva preso al 12,7%, ora è al 13,2 (quella giovanile è balzata dal 42,3 al 43,3). E meno male che siamo il paese più vecchio dell’Ocse (l’unico con più di un abitante su cinque over 65 e meno di uno su quattro under 25), col secondo peggior tasso di natalità d’Europa (8,5 bambini su mille abitanti, secondi solo al Portogallo) e con le peggiori politiche per le famiglie e le giovani coppie: sennò saremmo ancor più rovinati. Fortuna poi che molti giovani se ne vanno: 94.126 espatri solo nel 2013 (+ 28%).

Ma non è che chi lavora se la passi granché meglio: coi salari fra i più bassi d’Europa, un occupato italiano è più povero di un disoccupato tedesco (in Germania il sussidio ai senza lavoro con famiglia supera i 1.600 euro: il salario di gran parte dei nostri lavoratori). Avendo astutamente rinunciato alla banda larga, una famiglia su tre al Nord e una su due al Centro-Sud non ha ancora accesso a Internet: la nostra velocità media di navigazione è di 5 megabit contro gli 8 della Germania e i 12 dell’Olanda. Il che ci pone al 36° posto nell’Ict Developement Index su dotazioni e competenze digitali, dietro a Emirati, Qatar e Barbados. Quanto a velocità di download domestica, con 8,51 megabyte scaricabili al secondo siamo ultimi nel G8 (penultimo il Canada con 23,09) e nell’Ocse, penultimi in Europa: nel 2010 eravamo al 70° posto al mondo, ora siamo al 98°, tallonati dal Kenya. Peggio ancora la rapidità di upload: in cinque anni siamo precipitati dall’86° al 157° posto. Per non farci mancare nulla, siamo anche primi in classifica per ignoranza e disinformazione (Ignorance Index), su 14 paesi testati da Ipsos. Ma pure 64esimi al mondo per libertà d’informazione secondo Freedom House e 49esimi secondo Reporters Sans Frontières. E ultimi nell’Ocse per spesa nella scuola e nella ricerca in rapporto al Pil: solo un ricercatore precario su 100 viene stabilizzato. Per investimenti esteri siamo al 56° posto nel mondo e al 18° in Europa. Per competitività, 49esimi nell’Ocse. Per risolvere una lite commerciale, impieghiamo 1.185 giorni, il triplo dei grandi paesi europei. Nel ramo giustizia, a fronte della magistratura più produttiva d’Europa, abbiamo così tanti processi (5,2 pendenti e 4 milioni nuovi ogni anno nel civile, 3,4 pendenti e 3 nuovi nel penale) che durano in eterno. Le politiche di austerità, oltre a non risolvere nessuno dei guai sventolati per giustificarle, hanno aumentato diseguaglianze e ingiustizie sociali, raddoppiando il numero dei poveri: il 12,4% della popolazione (nel 2007 erano il 6,8). Intanto siamo affondati al 24° posto dell’Ue per capacità d’inclusione nella vita sociale e lavorativa: solo Ungheria, Bulgaria e Grecia stanno peggio. E al penultimo per giustizia intergenerazionale. Però siamo primi per la la Repubblica, che ora purtroppo ci lascia dopo appena nove anni. Grazie a tutti per averci salvati dal baratro, alla faccia dei gufi e dei rosiconi. Avanti così, mi raccomando. Ma con più ritmo. quota di “Neet”, cioè di giovani che non lavorano e non studiano (Fondazione Bertelsman). L’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi Confartigianato colloca l’Italia sotto la media europea in ben 42 indicatori economici e sociali su 50: oltre a quelli già detti, primeggiamo in peggio per tasso di abbandono scolastico, efficienza della spesa pubblica, costi dell’energia, tempi di procedure import-export, rapporti telematici con la PA, e così via. Il che produce un altro record: un tasso di pessimismo unico in Europa, con appena il 15% dei genitori che pronostica per i figli una vita migliore della propria. Dall’alto di questo medagliere olimpico, non possiamo che guardare con rinnovata fiducia al futuro e con profonda gratitudine a chi ci ha così ben governati, a cominciare dai vari premier e dal più longevo presidente della Repubblica, che ora purtroppo ci lascia dopo appena nove anni. Grazie a tutti per averci salvati dal baratro, alla faccia dei gufi e dei rosiconi. Avanti così, mi raccomando. Ma con più ritmo.
05/01/2015 18:01
 
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Euro irreversibile
Che vi dicevo, era tutta una sceneggiata... [SM=g7576]
...e se le cose non vanno a posto ci penseranno a colpi di spread... (e.g. Berlusconi, novembre 2011) [SM=g6963]

Milano crolla tra Grecia e Bce. Euro ai minimi da nove anni, petrolio sotto 50 dollari (Fonte: repubblica.it - di Raffaele Ricciardi - 05/01/2014)

La moneta unica passa di mano sotto 1,2 nei confronti del biglietto verde. Ad Atene parte la campagna elettorale lampo in vista delle elezioni del 25 gennaio. La Commissione Ue: "Euro irreversibile". Sullo sfondo Draghi è pronto a lanciare il quantitative easing. Ulteriore spinta all'azione dallo stallo dei prezzi tedeschi. Il nuovo crollo del greggiio pesa sui mercati, Piazza Affari perde il 5%...
...La Commissione Ue prova a rintuzzare la criticità ellenica indicando, per bocca di un portavoce, che il trattato Ue dice che la partecipazione all'area euro "è irreversibile"...
[Modificato da marco--- 05/01/2015 18:02]
06/01/2015 01:26
 
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Iniziano pressioni e moniti nei confronti degli elettori prima, e del governo poi...
fede49, 05/01/2015 12:39:


Interessante il grafico, le banche private sono al sicuro, gran bella idea la creazione del fondo salva stati, in caso di fallimento di uno Stato ci ha messo gli uni contro gli altri! [SM=g6963]



...Dei 36 miliardi di crediti bancari ben 21 miliardi sono ancora tuttora riconducibili alle banche tedesche. Il 60 % del debito greco invece è in pancia ai vari fondi salvastati foraggiati inconsapevolmente in buon parte dai contribuenti italiani, 12 sono del FMI e solo 8 in mano alla BCE, che immagino, non veda l’ora di lanciare il programma di quantitative easing soprattutto nei confronti dei titoli di stato greci...
[Modificato da marco--- 06/01/2015 01:27]
06/01/2015 11:39
 
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Il cinese sotto casa se ne torna in Cina, brutto segno
Milano Porta Venezia, negozio vendeditutto sotto casa, gestito da famiglia cinese da vent'anni. Questa mattina il titolare, padre di una serie di figli educatissimi che sin da piccoli nel doposcuola aiutavano in negozio, mi ha detto che non ce la fa più e che torna in Cina. Testualmente: "non ce la facciamo più, questo è un paese corrotto, le tasse ci portano via tutto il guadagno, la gente è incattivita con noi" - Ci sono rimasto male, perché questo negozio è una presenza utile nel quartiere, dove all'ultimo momento ed a qualsiasi ora trovi una pila, un accendino, una guarnizione, qualsiasi cosa che trent'anni fa trovavi nella merceria, cartoleria, che ora non trovi più non certo per colpa dei cinesi quanto piuttosto per colpa dei Carrefour, Auchan, Leroi Merlin che cinesi non sono e che hanno distrutto il tessuto dei piccoli negozi utili nella vita del quartiere. Il negzio cinese ha resistito alla strapotenza dei grandi supermarkets ed è stato utile per la vita del quartiere. Sono convinto che è stato utile anche per la sicurezza perché le sue vetrine sono aperte tutti i santi giorni della settimana e una lunga serie di occhi a mandorla ha sempre tenuto d'occhio i movimenti dei poco di buono, tant'è che nella via i furti di bicicletta sono praticamente inesistenti . Tra l'altro a me hanno sempre fatto la ricevuta, certo, alcuni prodotti probabilmente avevano il marchio CE contraffatto, ma per l'uso che ne ho fatto io, non mi hanno creato problemi, mentre nei lussuosi ed italianissimi bar di zona, dove paghi cappuccio e brioche 3 Euro, la ricevuta la devi estorcere con le pinze.... spero che il mio amico cinese resista e non vada via, perché se si arrende lui e la sua famiglia, che hanno dimostrato di aver molta più forza e voglia di fare di tantissimi italiani, sarebbe veramente un brutto segno.
06/01/2015 13:06
 
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Debito pubblico, estremi rimedi ?
Sull’impossibilità di rimborsare il nostro debito pubblico, in termini di potere d’acquisto, esiste probabilmente un universale consenso. Dunque la domanda diviene: come se ne esce?

Se su ciò che bisogna fare ci fosse certezza ed unanimità, da un lato non ci sarebbe la discussione, dall’altra – forse – la soluzione sarebbe già stata adottata. Poiché invece si naviga nell’incertezza, le ipotesi possono servire, se non a giungere ad una conclusione incontestabile, quanto meno a chiarirsi le idee.

Molti sembrano credere che si possa andare avanti pressoché indefinitamente ma conviene ricordare che, se una situazione va costantemente aggravandosi, come nel caso del nostro debito pubblico, o troviamo una soluzione noi o la trova da sé il tempo. Con la differenza che se, invece di aspettare che il default sia indotto da una crisi economica internazionale, lo dichiariamo volontariamente noi, quanto meno è l’Italia stessa che stabilisce il quando e il come.

Seconda certezza: gli italiani non possono rimborsare (in termini di potere d’acquisto) il debito pubblico di cui hanno beneficiato i loro genitori e i loro nonni (due generazioni di incoscienti), perché ognuno dovrebbe versare circa trentacinquemila euro (210.000€ per una famiglia di sei persone) e non tutti li hanno. Dunque non val nemmeno la pena di discutere se sarebbe giusto chiederglielo.

Cercando altre soluzioni, pare evidente che, per avere la libertà di applicare una qualunque ricetta, bisogna avere la sovranità monetaria. Finché rimarremo nell’eurozona, non avremo più libertà di quanta ne abbiamo oggi, e dunque il primo passo è l’uscita dall’euro e il ritorno alla (nuova) lira. A questo punto, se i mercati non comprassero più i nostri titoli di Stato, saremmo al default e non ci sarebbe bisogno di una diversa soluzione. Se invece l’Italia resistesse al contraccolpo, potremmo stabilire una linea di condotta. Ma avremmo il problema leninista del “che fare?”

L’Italia, padrona della sua moneta, rimborsa tutti i titoli a mano a mano che scadono, creando nuove lire a tempesta, fino a provocare una mostruosa inflazione. Già soltanto di interessi, il primo anno stamperemmo l’equivalente di 70-80 miliardi di euro. I detentori di titoli di Stato, italiani e stranieri, si vedrebbero negare, in termini di potere d’acquisto, la maggior parte del loro credito e tuttavia ciò non basterebbe. Infatti, se non volesse vederli morire di fame, lo Stato dovrebbe anche aumentare le paghe dei suoi dipendenti e dei suoi pensionati. E anche questo contribuirebbe non poco all’inflazione. Il tutto mentre le “commodities” essenziali (petrolio, lana, cotone, caffè, ecc.) andrebbero comprate con valute forti come il dollaro o l’euro. Lo scenario fa spavento.

Immaginiamo allora che l’Italia esca dall’euro e dichiari che non rimborserà i titoli di Stato e non pagherà neppure gli interessi. Questa soluzione impedirebbe i disastri dell’iperinflazione ma non sarebbe priva di controindicazioni. Per cominciare, gli stranieri ci considererebbero un popolo di ladri: e a questo dopo tutto potremmo acconciarci. Ma fallirebbero le banche, che hanno somme enormi in titoli di Stato, improvvisamente divenuti carta straccia. Poi si porrebbe un enorme problema di eguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge. I risparmiatori che hanno comprato una casa avrebbero ancora quella casa, mentre i risparmiatori che si sono fidati dello Stato non avrebbero più niente. Chi avesse messo da parte qualcosa – per esempio per affrontare le spese del matrimonio della figlia – improvvisamente non avrebbe una lira, mentre, se avesse avuto l’accortezza di investire in valute diverse dall’euro, non perderebbe niente. I creditori dei privati non subirebbero nessun danno, mentre i creditori dello Stato sarebbero beffati. E soprattutto chi ha scialacquato ogni suo avere ed ha addirittura contratto debiti, non soltanto non si vedrebbe portar via niente, perché non c’è niente che gli si possa portar via, ma si vedrebbe fare un enorme sconto sui suoi debiti.

Forse la soluzione dell’inflazione è ancora la meno ingiusta. Non che non abbia difetti: le conseguenze sono opposte per i creditori e i debitori, per i lavoratori dipendenti e per i lavoratori autonomi, ma la legnata sarebbe comunque più egalitaria. Inoltre i titoli non scadrebbero tutti il primo anno, e dunque ci sarebbe modo di spalmare almeno l’inflazione su un certo numero di anni. È una soluzione che fa spavento anche questa, ma è sempre migliore di ciò che avverrebbe oggi, se le Borse si allarmassero e non comprassero più i nostri titoli. Infatti non potremmo pagarli né in lire, perché non hanno corso legale, né in euro, perché non li abbiamo.

Ora all’Italia e all’Europa non rimane che prendere nota delle mie decisioni :-).

Gianni Pardo, pardonuovo@myblog.it

5 gennaio 2015




07/01/2015 09:08
 
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I tre voti che fanno tremare Europa e mercati nel 2015
Grecia, Gran Bretagna, Spagna: i tre voti che fanno tremare Europa e mercati (Fonte: ilsole24ore.com - 31/12/2014)

Gli appuntamenti:

Grecia 25 gennaio
Inghilterra 7 maggio
Spagna tra ottobre e novembre
[Modificato da marco--- 07/01/2015 09:09]
15/01/2015 09:40
 
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Affermazioni di Moody's
Moody's: Grecia fuori dall'euro? Potrebbe crescere più di altri paesi Ue (Fonte: wallstreetitalia.com - 14/01/2015)

Pericolo di abbandono dell'euro è cresciuto, ma resta "relativamente basso". Chance più ridotte rispetto all'apice della crisi nel 2012.

NEW YORK (WSI) - Se si concretizzasse lo scenario Grexit, nell'immediato ci sarebbero "danni rilevanti" all'economia ellenica. E' quanto ha scritto l'agenzia di rating Moody's nel report odierno, con cui ha affermato che i rischi di contagio sarebbero decisamente più bassi rispetto a quelli dell'apice della crisi del 2012.

Non solo: "La crescita della Grecia potrebbe superare quella del resto dell'area euro". E semmai sarebbe questo slancio, conseguente all'abbandono della valuta condivisa, che potrebbe creare problemi, perché "potrebbe innescare dibattito su ulteriori fuoriuscite", afferma l'agenzia di rating in un rapporto di analisi.
________________

NEW YORK (WSI) - Gli eventi degli ultimi tempi hanno giocoforza aumentato il rischio che la Grecia abbandoni l'area euro, ma le probabilità sono ad ogni modo più basse rispetto all'apice della crisi nel 2012.

"Le recenti turbolenze politiche in Grecia e le elezioni anticipate greche" vengono citate dall'agenzia di rating Moody's come i fattori dietro all'aumento del rischio di un'uscita della Grecia dalla area dell'euro.

Tuttavia, dice l'agenzia Usa, "la probabilità di un'uscita della Grecia è più bassa rispetto al 2012, picco della crisi e rimane relativamente improbabile".

È questa in sintesi l'opinione espressa in un nuovo report da Moody's Investor Service, secondo cui ci potrebbero essere implicazioni negative di credito per altri stati membri del blocco a 18, ma anche il rischio contagio è inferiore rispetto al 2012.

Il debito ellenico è pari al 177% del Pil. Syriza, il partito dato in vantaggio di 3-10 punti nei sondaggi pre elettorali, vuole che il paese rimanga all'interno dell'unione monetaria, ma proverà ad abbattere parte dell'ingente passivo statale.

I governi dell'area euro, secondo Moody's, "si rifiuteranno di accettare la richiesta del nuovo esecutivo, in parte perché potrebbe creare un pericoloso precedente". Altri paesi indebitati potrebbero fare lo stesso in futuro e si raggiungerebbe un punto di non ritorno.

Le elezioni generali si terranno il 25 gennaio, tre giorni dopo la riunione mensile della Bce. Ieri il leader del partito di sinistra Alexis Tsipras ha avvertito che l'avanzamento della Grecia è ostacolato dalla "tortura fiscale".
[Modificato da marco--- 15/01/2015 09:47]
15/01/2015 14:40
 
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La banca centrale svizzera spiazza i mercati, maxi-rialzo del franco (Fonte: ilsole24ore.com - di Andrea Franceschi - 15/01/2015)

La banca centrale svizzera ha deciso di porre fine alla politica di difesa del tasso di cambio di 1,20 franchi per euro che manteneva da tre anni a questa parte. La decisione, annunciata questa mattina, ha provocato un brusco calo del cambio euro-franco...
22/01/2015 23:37
 
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QE, la Bce scarica tutti i rischi sulle casse italiane (vuote). Allora torniamo alla lira (Fonte: imolaoggi.it - di Max Parisi - 22/01/2015)

Francoforte – Il presidente della Bce ha annunciato oggi azioni specifiche della Bce per contrastare sia la deflazione che la crisi economica che si riassumono in due principali punti.

Il primo: la Bce varerà un programma di acquisto di titoli di stato delle nazioni dell’eurozona per l’importo di 60 miliardi di euro al mese fino al 2016 come minimo, ma anche dopo se non ci saranno miglioramenti. Il totale complessivo dell’operazione è di mille e cento miliardi di euro al minimo, di più in maniera indefinita se il quantitative easing dovesse continuare oltre il 2016.

Il secondo: il rischio sull’acquisto sarà solo marginalmente della Bce, cioè condiviso fra tutti gli stati che usano l’euro, il rischio principale è a carico delle singole banche centrali nazionali, con una percentuale dell’80% a carico di queste ultime e solo il 20% a carico della Bce. Questo significa che la “copertura” del valore dei titoli acquistati tramite questa colossale operazione di quantitative easing sarà per l’80% a carico delle nazioni i cui titoli di stato sono stati acquistati.

Bene, anzi. Malissimo.

E del tutto evidente che le decisioni della Bce sono state completamente assoggettate alla volontà della Germania, la quale non vuole per nessuna ragione condividere il rischio del QE con le altre nazioni che pur usano come lei l’euro.

In secondo luogo, che per quel che riguarda l’Italia è certamente primo e fondamentale, questa mossa della Bce scarica sul Tesoro italiano (dalle casse semi vuote) l’80% del rischio di utilizzare il QE, perchè per ogni acquisto di Btp o altri titoli al fine di monetizzarli, l’80% della “copertura” sarà a carico di Banca d’Italia, che dovrà attingere alle proprie riserve per garantirli. Una follia.


L’aspetto davvero drammatico della decisione della Bce consiste nella frammentazione dell’euro, non più valuta unica europea, ma valuta assoggettata alle singole banche nazionali, che si assumono in prima persona il rischio di rendere liquidi – proprio in euro! – i rispettivi titoli di stato.

L’euro con la mossa della Bce, diventa una valuta asimmetrica, ma prima ancora, c’è da domandarsi: per quale motivo l’Italia deve continuare ad usarlo, visto che quando si stratta di rispettare le regole – volute dalla Bce – del Fiscal Compact e della vigilanza sul sistema bancario nazionale passato a Francoforte, l’Italia deve obbligatoriamente seguire le regole anche con costi altissimi, quando invece si tratta di ottenere liquidità dai propri titoli di stato, la Bce si chiama fuori e l’Italia se vuole se li deve comprare – praticamente – con i propri soldi?

Draghi, e con lui la Germania che si staglia potente alle sue spalle e ha imposto questo QE capestro, hanno di fatto offerto un motivo formidabile all’Italia per uscire dall’euro e non solo all’Italia, a tutti gli stati che avrebbero dovuto – finalmente – trarre vantaggi da questa operazione e invece si sono trovati con in mano un pugno di mosche.

Inoltre, per capire ancora di più quanto causi frammentazione la decisione della Bce presa oggi, basta aggiungere quanto Draghi ha spiegato al riguardo della Grecia: il quantitative easing varato oggi la Grecia lo potrà usare solo se rispetterà il diktat della Troika. Pazzesco. Questa non è una banca, è una piovra politico finanziaria che vuole dominare l’Europa obbligando i popoli a fare quel che la Troika impone loro di fare. La fine dell’euro non è mai stata così vicina come oggi.

Vedi anche:
La Bce batte le attese: maxi-Qe da oltre 1.000 miliardi. Ma l’80% dei rischi è a carico dei Paesi (Fonte: ilsole24ore.com - 22/01/2015)
Nella zona Euro continua a non esservi un prestatore di ultima istanza
[Modificato da marco--- 23/01/2015 09:23]
24/01/2015 15:11
 
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Ma certo come no, a meno di 24 ore dalle elezioni in German... pardon, volevo dire in Grecia... [SM=g1750865] ...
...massima correttezza da parte di tutte le istituzioni, nessunissima interferenza! [SM=g7576]
Grecia, Juncker: «Il nuovo governo rispetti gli impegni presi» (Fonte: lettera43.it - 22/01/2015)

Il presidente della Commissione Ue: «Ma non vogliamo interferire nel dibattito elettorale del Paese».



Grecia, Schaeuble: «Se rifiuta il programma fuori dal Quantitative easing» (Fonte: lettera43.it - 23/01/2015)

[Modificato da marco--- 24/01/2015 15:13]
05/02/2015 08:54
 
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La mia opinione sul QE deciso da BCE
Va ricordato che il costo del denaro per gli Stati si trova già a livelli veramente bassi, eventuali discese sarebbero microscopiche limature, i BOT a 1 anno di metà gennaio 2015 hanno una rendita lorda inferiore allo 0,25% (emissione 99,754) i BTP a 10 anni oggi rendono poco più dell'1,5% lordo, capite?
In aggiunta, i vincoli di bilancio imposti dalla UE bloccano di fatto la possibilità di aumentare l'indebitamento degli Stati, il QE sarebbe stato eccezionalmente utile nel 2011-2012, quando gli Stati dovevano sborsare fior di quattrini per approvvigionarsi di denaro dai mercati.
Penso che oggi il QE non avrà sostanzialmente effetti se non quello, psicologico, di conferire maggiore sicurezza alla tenuta dell'area euro. Sì, questo potrebbe attirare investitori stranieri, ma nulla di più, nessuna pioggia di miliardi in più, nessun "effetto bazooka" di Draghi.
Sottolineo ancora una volta, Draghi avrebbe dovuto usare il QE quando serviva veramente, ora saremmo messi decisamente meglio perché di fatto si sarebbe messo un efficace freno alla speculazione, purtroppo la Germania era contraria.

Stalla chiusa, ma buoi già scappati.

Per la verità il QE a qualcosa servirà, cioè a discriminare i paesi che si sottometteranno ai diktat UE rispetto a quelli che non si sottometteranno che verranno sbranati dai mercati, la solita vecchia storia dello spread. Stamattina la BCE ha appena ricattato la Grecia, il nuovo governo greco o si sottometterà o avrà vita corta, oppure, e sarebbe quello che spererei, consapevole che si tratta di una quasi utopia, dovrebbe uscire dall’euro.
[Modificato da marco--- 05/02/2015 08:57]
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