Perché una bad bank italiana è cosa buona e giusta
Finalmente è arrivato l’imprimatur della Banca d’Italia alla creazione di una bad bank in cui conferire i crediti difficilmente esigibili degli istituti di credito del Paese. Nel consueto discorso alla 20ma assise dell’Assiom Forex, quest’anno di scena a Roma, il governatore Ignazio Visco ha espresso apprezzamento per gli interventi «quali quelli in corso presso alcune banche, volti a razionalizzare la gestione dei crediti deteriorati con la creazione di strutture dedicate in grado di aumentare l'efficienza delle procedure e la trasparenza di questi attivi».
D’altronde, nel testo del discorso recitato dal successore di Mario Draghi si legge con chiarezza che, sebbene allo scorso settembre i crediti non più recuperabili (sofferenze) abbiano smesso di crescere nei conti delle banche, «il rapporto tra i crediti in sofferenza e il totale dei prestiti ha raggiunto il 9,1 per cento lo scorso dicembre, quasi 7 punti percentuali in più rispetto alla fine del 2008. Per i prestiti alle imprese, il rapporto è passato dal 3 al 13 per cento».
A noi che abbiamo tentennato per anni raccontando come sono solide le nostre banche nessuno darà un euro e dovremo cavarcela con qualche soluzione nostrana (alla CDP fischiano già le orecchie). In questi anni si sapeva che ABI stava lavorando a un progetto segreto, così segreto che non è mai uscito e Banca d’Italia storceva la bocca pubblicamente quando se ne parlava, probabilmente perché sapeva molte cose che noi non possiamo sapere.
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I dati di worldbank parlano addirittura del 15,1% di nonperformingloan dell'Italia contro il picco del solo 5% in usa.
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Indovinate cosa gestisce la CDP?
CDP è l’emittente del Risparmio postale, Buoni Fruttiferi Postali e Libretti di Risparmio Postale, collocati da Poste Italiane attraverso gli oltre 14 mila sportelli dislocati su tutto il territorio nazionale.
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[Modificato da pax2you 27/06/2014 15:02]