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Finanza islamica

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2015 14:09
13/01/2015 14:33
 
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Divieto di guadagnare sugli interessi, obbligo di investire in modo socialmente responsabile
Finanza islamica (wikipedia)

La finanza islamica è basata su alcune interpretazioni del Corano. I suoi due pilastri centrali consistono nel fatto che non si possono ottenere interessi sui prestiti (divieto del ribā) e che bisogna effettuare investimenti socialmente responsabili.

Caratteristiche

La differenza fondamentale dalla finanza tradizionale è il divieto di guadagnare sugli interessi ( ribā ), dato che l'obbligo di investire in modo socialmente responsabile non è diverso da quelli presenti in varie altre religioni.

L'interesse non è legittimato come titolo di risarcimento per chi immobilizza del denaro per un certo periodo per tenerlo a disposizione del debitore. L'interesse risk-free è considerato usura, indipendentemente dall'entità dell'interesse applicato. Per il principio del gharār, è immorale qualunque interesse legato a una presenza di rischio e incertezza, quindi ricorrere o prestare denaro a persone fisiche e giuridiche che praticano la leva finanziaria, il carry trade, e altre forme di speculazione e l'arbitraggio.

Ad esempio, i fondi di investimento islamici escludono per statuto le società che hanno un rapporto superiore del 30% fra debiti e capitale sociale, fra le quali potrebbero esservi società che ricorrono alla leva finanziaria per fare profitti. L'interesse è riconosciuto come premio di rischio legato a una qualche forma di investimento.

Questi principi penalizzano alcuni ambiti dell'attività bancaria, che non generano profitti e quindi nessuna remunerazione del capitale prestato. Il credito al consumo, i mutui ipotecari e immobiliari per l'acquisto della prima casa sono impieghi "legittimi" del denaro per il diritto islamico, ma non consentono al creditore il guadagno nella forma di una partecipazione ai profitti. Il risultato è quello di orientare i prestiti agli investimenti produttivi, gli unici che permettono una remunerazione, compatibile con il diritto islamico. Per il credito immobiliare e al consumo non è riconosciuto il costo-opportunità del denaro, pari a un interesse risk-free, ovvero quanto avrebbe potuto guadagnare il creditore se avesse investito altrimenti, tenendo conto che la garanzia del bene elimina il rischio del prestito.

Il Corano, il libro sacro dell'Islam, vieta l'usura, il ribā, cioè gli interessi [1].Molte delle peculiarità della finanza islamica, specialmente dell'attività bancaria islamica, vertono intorno a questo principio.

Ad esempio le banche islamiche devono possedere quote di proprietà delle case piuttosto che stipulare una comune ipoteca. Altri esempi includono essenzialmente piani di spartizione di guadagni (profit and loss sharing - PLS), affitti e piani di riacquisto. Questi sistemi permettono alle istituzioni finanziarie di fare affari senza contravvenire al principio che vieta gli interessi.

La seconda differenza tra la finanza islamica e quella tradizionale è l'enfasi sugli investimenti socialmente responsabili. Mentre secondo la tradizione occidentale è semplicemente possibile investire in modo responsabile per l'Islam ciò è strettamente obbligatorio.[senza fonte]

Questo include l'obbligo di assicurarsi che i propri soldi non siano utilizzati per scopi non etici, come ad esempio droghe, armi, alcol, pornografia e terrorismo.

Attualmente, anche nel mondo occidentale, molte istituzioni finanziarie offrono prodotti e servizi finanziari in accordo con le regole della finanza islamica. Fra i principali gruppi di diritto islamico: Dallah Albaraka Group (Arabia Saudita), Dar al Maal al Islami Trust (Arabia Saudita), Alrahj Group (Arabia Saudita) The Islamic Investor (Kuwait). L'UaB, Unione della banche Arabe, è la maggiore organizzazione degli istituti di credito di diritto islamico.
13/01/2015 14:37
 
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La finanza islamica sarà il futuro dei mercati: da Goldman Sachs al Regno Unito ne sono tutti sicuri. Ecco perchè (Fonte: forexinfo.it - di Alessandro Iacopini - 08/09/2014)

La banca d'affari si prepara a lanciare il suo primo bond islamico mentre Londra vuole diventare l'hub di tutta la finanza mediorientale e l'Expo di Dubai del 2020 promette guadagni stellari.

Nei prossimi anni anni la finanza islamica farà registrare uno sviluppo senza precedenti.

Ne sono sicuri a Goldman Sachs, che si sta preparando a emettere il suo primo Sukuk - un bond islamico conforme alle leggi della sharia - e in Regno Unito, che si appresta a diventare l’hub di tutta la finanza mediorentale.

In particolare, secondo quanto iporta il Financial Times, GS immetterà sul mercato un obbligazione da 500 milioni di dollari destinata agli investitori del Qatar e degli Emirati Arabi Uniti.

La finanza Islamica
Rispetto alla finanza di marca occidentale, il sistema finanziario islamico presenta alcune, rilevanti, differenze.

Poiché si basa sui dettami del Corano, il finanziamento nel mondo islamico poggia su due pilastri fondamentali: il divieto del ribā – cioè l’assenza di interessi suoi prestiti – e la necessità di fare investimenti socialmente rilevanti.

Seguendo questi regole, all’interno dei meccanismi della finanza islamica è impossibile effettuare le operazioni ad alto tasso di speculazione proprie della finanza occidentale.


Per questo esistono dei prodotti finanziari appositi – i Sukuk appunto – che, a differenza obbligazioni, devono corrispondere a un progetto (spesso immobiliare o infrastrutturale).

Un settore in crescita
Secondo Moody’s nel 2014 le emissioni in essere in sukuk sono destinate sfiorare quota 300 miliardi di dollari, con più di un terzo emesse dagli stessi Stati.

In Europa ha cominciato il Regno Unito, emettendo lo scorso anno un sukuk da 200 milioni di euro, mentre il Sud Africa si è detto pronto a lanciare sul mercato un’emissione pensata per il mercato islamico.

Ma non solo, perché a breve si aspetta l’emissione di sukuk da parte dei governi di Hong Kong (rating tripla A) e Lussemburgo.

A guidare l’operazione saranno HSBC, Standard Chartered, CIMB Group Holdings e la National Bank di Abu Dhabi.

Nei prossimi anni, inoltre, si ci aspetta un’impennata degli investimenti in sukuk per finanziare l’Expo 2020 di Dubai..

L’interesse del Regno Unito
In Europa il Regno Unito è stato, come detto, il primo paese a lanciare un bond in “formato islamico”.

Non ha caso il cancelliere dello scacchiere di Londra George Osborne ( il ministro delle finanze) ha annunciato:

Londra vuole diventare l’hub occidentale della finanza islamica nell’ottica dell’obiettivo di lungo termine di fare della Gran Bretagna il centro indiscusso del sistema finanziario globale”.

Gli ha fatto eco anche il primo Ministro David Cameron:

la finanza islamica cresce a un ritmo superiore del 50% al settore bancario tradizionale e gli investimenti a livello globale cresceranno a 1.300 miliardi di sterline entro il 2014, e per questo vogliamo assicurarci che una grossa percentuale di questi nuovi investimenti siano qui in Gran Bretagna”.
16/01/2015 14:09
 
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Re: Divieto di guadagnare sugli interessi, obbligo di investire in modo socialmente responsabile
marco---, 1/13/2015 2:33 PM:

Finanza islamica (wikipedia)

....

Questo include l'obbligo di assicurarsi che i propri soldi non siano utilizzati per scopi non etici, come ad esempio droghe, armi, alcol, pornografia e terrorismo.

Attualmente, anche nel mondo occidentale, molte istituzioni finanziarie offrono prodotti e servizi finanziari in accordo con le regole della finanza islamica. Fra i principali gruppi di diritto islamico: Dallah Albaraka Group (Arabia Saudita), Dar al Maal al Islami Trust (Arabia Saudita), Alrahj Group (Arabia Saudita) The Islamic Investor (Kuwait). L'UaB, Unione della banche Arabe, è la maggiore organizzazione degli istituti di credito di diritto islamico.



guarda caso arabia saudita e kuwait i maggiori finanziatori dei tagliagole dell'isis.

mi sa' che fra le belle parole e i fatti ce ne passa...






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Comica e dannosa. In due parole, l’Unione Europea.
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