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Le fasi del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 17/01/2012 07:18
06/04/2007 09:08
 
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Nel 2005 trovai in internet questo testo che spiega in maniera a mio giudizio chiara e semplice l'alternanza delle fasi del mercato immobiliare, questo documento successivamente scomparve dalla rete. Lo ripropongo ora integralmente, nel rispetto di chi lo ha scritto, con la premessa che l'autore è sconosciuto.

Vedi anche: I cicli del mercato immobiliare - dati e grafici

Marco
LE FASI DEL MERCATO IMMOBILIARE

Come ogni mercato, anche quello immobiliare si presenta con diverse fasi che si susseguono nel corso del tempo; ci sono fasi che sono favorevoli ai compratori, altre ai venditori. Complessivamente, si possono distinguere 2 grandi tipologie di ciclo di mercato, ognuno dei quali, a sua volta, presenta due distinte situazioni, per un totale di quattro fasi.

Mercato del venditore - fase 1
Si tratta di una fase in cui la domanda è molto sostenuta e si avvicina rapidamente al punto di picco, fino a raggiungerlo. I prezzi salgono, così come gli affitti, gli immobili si vendono in breve tempo, mentre la disoccupazione nell'area è molto bassa.
Sebbene a prima vista questa situazione sembrerebbe non essere perfetta per acquistare, in realtà essa è una delle migliori fasi. I prezzi sono ancora in fase ascendente e se sei un investitore puoi avvantaggiarti dell'opportunità di affittare a lungo termine in un momento in cui i canoni sono elevati.
Inoltre non bisogna sottovalutare il fatto che, essendo la domanda sostenuta, si può spesso riuscire ad affittare e vendere anche senza l'intermediazione delle agenzie immobiliari (più difficile acquistare), mentre la vivacità del mercato attira l'attenzione anche di coloro che si occupano dei servizi legali/fiscali collegati all'immobiliare, consentendo agli investitori di beneficiare di una maggior concorrenza (sempre che di concorrenza si possa parlare in questi settori) e minori parcelle.
Infine gli operatori finanziari in questa fase combattono per conquistare quote di mercato ed attirare i compratori più solidi che offrono più garanzie. In questa fase, valutando bene le proposte di finanziamento, si possono sottoscrivere contratti e formule alle migliori condizioni.
Restando vicini a noi, questa fase di mercato può essere riscontrata in Italia nelle città universitarie di provincia, nelle aree diverse dalle principali metropoli e capoluoghi e, con tutta probabilità, in Croazia (anche se conosco questo mercato solo indirettamente).

Mercato del venditore - fase 2
E' la fase in cui la sopravvalutazione delle proprietà, o addirittura la bolla, e nel suo pieno. Le caratteristiche di questa fase sono un aumento della disoccupazione nell'area, la domanda è ancora elevata a livello assoluto ma inizia la sua fase discendente mentre l'offerta tocca il suo picco. E' la fase più rischiosa di mercato.
In questa fase, gli speculatori più attenti che attendevano la fase di picco capiscono che essa è arrivata ed iniziano a vendere. Le agenzie immobiliari, le quali osservano continuamente il mercato, comprendono la stessa cosa e vendono con più fretta accettando (e facendo accettare ai loro clienti) riduzioni di prezzo. L'aspetto fondamentale di questa fase non è tanto la riduzione dei prezzi che è solo all'inizio ma la scarsità delle vendite e dei contratti conclusi. Infatti, da una parte solo pochi venditori realizzano che il vento è cambiato e cercano di piazzare i loro immobili ai prezzi massimi, mentre dall'altra i compratori o non hanno i fondi per affrontare l'acquisto (per via degli alti prezzi e dell'elevata disoccupazione) o hanno iniziato ad accorgersi dei ribassi e attendono ulteriori riduzioni o chiedono elevati sconti.
La strategia migliore in questa fase è liberarsi delle proprietà di cui si dispone (accettando anche di fare sconti) o, se si intende acquistare, attendere ulteriormente le riduzioni di prezzo o riuscire a ricevere sconti sostanziali sui prezzi medi ed evitando di indebitarsi troppo.
Questa fase è riscontrabile attualmente nelle principali metropoli mondiali (Londra, Parigi, Roma, New York, ecc.) e in buona parte del mercato americano, soprattutto nelle aree della California e della Florida.

Mercato del compratore - fase 1
Rappresenta forse la fase più difficile del mercato. La disoccupazione
nell'area è elevata, l'offerta è ampia perché di fronte alla stagnazione o discesa dei prezzi i venditori vogliono liquidare il prima possibile le loro proprietà. La caratteristica di questa fase è che gli immobili restano sul mercato per molto tempo. Molti pensano che questa fase sia una delle migliori per acquistare ed è vero, a patto di non aver fretta di vedere il tuo immobile rivalutarsi. Infatti, il fatto di trovarsi in questa fase non significa che essa stia per finire. Il mercato immobiliare ha cicli più lunghi del mercato azionario e questa fase potrebbe durare anche diversi anni. Se acquisti, questo può essere un buon periodo per i lotti da ristrutturare in quanto è probabile che in questa fase anche i costi di ristrutturazione subiscano progressive riduzioni. E' molto importante capire quando questa fase sta per terminare e passare al "mercato compratore - fase 2". Valuta se l'occupazione salirà nell'area e ci saranno prossime "migrazioni" di persone (ad esempio, situazioni interessanti possono essere l'apertura di un distaccamento di una sede universitaria, l'apertura di un centro commerciale, iniziative concrete per lo sviluppo del turismo se si tratta di una zona costiera o di montagna, ecc.)
L'Inghilterra e l'Australia si trovano, attualmente, in questa fase.

Mercato del compratore - fase 2
La fase 1 è terminata e i prezzi hanno smesso di scendere. Se si è in grado di identificare bene l'inizio di questa fase, questo diventa il "mercato per milionari". I guadagni ottenibili sono enormi.
Gli affitti iniziano a crescere e l'occupazione è in ripresa. Con il progredire di questa fase, i prezzi salgono in continuazione e velocemente.
La caratteristica di questa fase è un generico atteggiamento pessimista dei venditori che avendo sperimentato un lungo periodo di prezzi calanti o stazionari guardano a mercati diversi rispetto a quelli immobiliare. Aprono poche nuove agenzie o addirittura continuano a chiudere quelle esistenti.
In questa fase, una volta individuata, l'obiettivo è di acquistare rapidamente. Non significa passare poco tempo a valutare il prezzo e le condizioni contrattuali, ma non chiedere troppi sconti e non procrastinare l'investimento in attesa di ulteriori riduzioni dei prezzi. Non ci saranno.
Una situazione come questa si è avuta in America ed Europa durante la fine degli anni '90, quando tutti guardavano alla tecnologia. Attualmente una delle zone che sono maggiormente candidate ad entrare in questa fase è la Germania, la quale non ha visto grandi aumenti dei prezzi degli immobili negli ultimi 5 anni.
Primo avvertimento: quando si parla di prezzi degli immobili, è opportuno ragionare in termini reali. Saranno in molti a dire che gli immobili, in particolare in Italia, salgono sempre. Ma se c'è una rivalutazione dell'1% annuo contro un aumento delle retribuzioni del 5% annuo, di fatto è come se il prezzo si fosse ridotto (in pratica, avrei avuto bisogno di un numero minore di anni di stipendio per acquistare).
Un buon metodo, è di ragionare in termini di rapporto tra prezzo di un immobile medio e retribuzione media.
Secondo avvertimento: considera che il mercato immobiliare, sebbene sia fortemente influenzato da fattori macroeconomici e globali (primo tra tutti l'andamento dei tassi di interesse), è essenzialmente un mercato locale. Pertanto, anche in un area con prezzi elevati, ci possono essere "paesi", quartieri o aree metropolitane sottovalutate e destinate, per vari motivi, a diventare un "mercato del compratore".
Identificare le fasi di mercato immobiliare è fondamentale per chi vuol investire o semplicemente decidere quando comprare o vendere. Conserva questo messaggio e rileggilo quando ti troverai a prendere questo tipo di decisione...
[Modificato da marco--- 05/08/2010 08:43]
06/04/2007 13:55
 
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Ne ho fatto un PDF da scaricare, stampare e mettere nel proprio archivio personale.

Un grazie a Marco, da oggi moderatore di questa sezione

Macs
[Modificato da |Macchese| 06/04/2007 13:57]
Di questi tempi è più facile trovare una buona moglie che un trilocale a un buon prezzo
26/01/2008 21:08
 
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Re:
marco---, 06/04/2007 9.08:

Nel 2005 trovai in internet questo testo che spiega in maniera a mio giudizio chiara e semplice l'alternanza delle fasi del mercato immobiliare, questo documento successivamente scomparve dalla rete.
Lo ripropongo ora integralmente, nel rispetto di chi lo ha scritto, con la premessa che lautore è sconosciuto.


LE FASI DEL MERCATO IMMOBILIARE

Come ogni mercato, anche quello immobiliare si presenta con diverse fasi
che si susseguono nel corso del tempo; ci sono fasi che sono favorevoli
ai compratori, altre ai venditori. Complessivamente, si possono
distinguere 2 grandi tipologie di ciclo di mercato, ognuno dei quali, a
sua volta, presenta due distinte situazioni, per un totale di quattro
fasi.


Mercato del venditore - fase 1

Si tratta di una fase in cui la domanda è molto sostenuta e si avvicina
rapidamente al punto di picco, fino a raggiungerlo. I prezzi salgono,
così come gli affitti, gli immobili si vendono in breve tempo, mentre la
disoccupazione nell'area è molto bassa.

Sebbene a prima vista questa situazione sembrerebbe non essere perfetta
per acquistare, in realtà essa è una delle migliori fasi. I prezzi sono
ancora in fase ascendente e se sei un investitore puoi avvantaggiarti
dell'opportunità di affittare a lungo termine in un momento in cui i
canoni sono elevati.

Inoltre non bisogna sottovalutare il fatto che, essendo la domanda
sostenuta, si può spesso riuscire ad affittare e vendere anche senza
l'intermediazione delle agenzie immobiliari (più difficile acquistare),
mentre la vivacità del mercato attira l'attenzione anche di coloro che
si occupano dei servizi legali/fiscali collegati all'immobiliare,
consentendo agli investitori di beneficiare di una maggior concorrenza
(sempre che di concorrenza si possa parlare in questi settori) e minori
parcelle.

Infine gli operatori finanziari in questa fase combattono per
conquistare quote di mercato ed attirare i compratori più solidi che
offrono più garanzie. In questa fase, valutando bene le proposte di
finanziamento, si possono sottoscrivere contratti e formule alle
migliori condizioni.

Restando vicini a noi, questa fase di mercato può essere riscontrata in
Italia nelle città universitarie di provincia, nelle aree diverse dalle
principali metropoli e capoluoghi e, con tutta probabilità, in Croazia
(anche se conosco questo mercato solo indirettamente).


Mercato del venditore - fase 2

E' la fase in cui la sopravvalutazione delle proprietà, o addirittura la
bolla, e nel suo pieno. Le caratteristiche di questa fase sono un
aumento della disoccupazione nell'area, la domanda è ancora elevata a
livello assoluto ma inizia la sua fase discendente mentre l'offerta
tocca il suo picco. E' la fase più rischiosa di mercato.

In questa fase, gli speculatori più attenti che attendevano la fase di
picco capiscono che essa è arrivata ed iniziano a vendere. Le agenzie
immobiliari, le quali osservano continuamente il mercato, comprendono la
stessa cosa e vendono con più fretta accettando (e facendo accettare ai
loro clienti) riduzioni di prezzo. L'aspetto fondamentale di questa fase
non è tanto la riduzione dei prezzi che è solo all'inizio ma la scarsità
delle vendite e dei contratti conclusi. Infatti, da una parte solo pochi
venditori realizzano che il vento è cambiato e cercano di piazzare i
loro immobili ai prezzi massimi, mentre dall'altra i compratori o non
hanno i fondi per affrontare l'acquisto (per via degli alti prezzi e
dell'elevata disoccupazione) o hanno iniziato ad accorgersi dei ribassi
e attendono ulteriori riduzioni o chiedono elevati sconti.

La strategia migliore in questa fase è liberarsi delle proprietà di cui
si dispone (accettando anche di fare sconti) o, se si intende
acquistare, attendere ulteriormente le riduzioni di prezzo o riuscire a
ricevere sconti sostanziali sui prezzi medi ed evitando di indebitarsi
troppo.

Questa fase è riscontrabile attualmente nelle principali metropoli
mondiali (Londra, Parigi, Roma, New York, ecc.) e in buona parte del
mercato americano, soprattutto nelle aree della California e della
Florida.


Mercato del compratore - fase 1

Rappresenta forse la fase più difficile del mercato. La disoccupazione
nell'area è elevata, l'offerta è ampia perché di fronte alla stagnazione
op discesa dei prezzi i venditori vogliono liquidare il prima possibile
le loro proprietà. La caratteristica di questa fase è che gli immobili
restano sul mercato per molto tempo. Molti pensano che questa fase sia
una delle migliori per acquistare ed è vero, a patto di non aver fretta
di vedere il tuo immobile rivalutarsi. Infatti, il fatto di trovarsi in
questa fase non significa che essa stia per finire. Il mercato
immobiliare ha cicli più lunghi del mercato azionario e questa fase
potrebbe durare anche diversi anni. Se acquisti, questo può essere un
buon periodo per i lotti da ristrutturare in quanto è probabile che in
questa fase anche i costi di ristrutturazione subiscano progressive
riduzioni. E' molto importante capire quando questa fase sta per
terminare e passare al "mercato compratore - fase 2". Valuta se
l'occupazione salirà nell'area e ci saranno prossime "migrazioni" di
persone (ad esempio, situazioni interessanti possono essere l'apertura
di un distaccamento di una sede universitaria, l'apertura di un centro
commerciale, iniziative concrete per lo sviluppo del turismo se si
tratta di una zona costiera o di montagna, ecc.)

L'Inghilterra e l'Australia si trovano, attualmente, in questa fase.


Mercato del compratore - fase 2

La fase 1 è terminata e i prezzi hanno smesso di scendere. Se si è in
grado di identificare bene l'inizio di questa fase, questo diventa il
"mercato per milionari". I guadagni ottenibili sono enormi.

Gli affitti iniziano a crescere e l'occupazione è in ripresa. Con il
progredire di questa fase, i prezzi salgono in continuazione e
velocemente.

La caratteristica di questa fase è un generico atteggiamento pessimista
dei venditori che avendo sperimentato un lungo periodo di prezzi calanti
o stazionari guardano a mercati diversi rispetto a quelli immobiliare.
Aprono poche nuove agenzie o addirittura continuano a chiudere quelle
esistenti.

In questa fase, una volta individuata, l'obiettivo è di acquistare
rapidamente. Non significa passare poco tempo a valutare il prezzo e le
condizioni contrattuali, ma non chiedere troppi sconti e non
procrastinare l'investimento in attesa di ulteriori riduzioni dei
prezzi. Non ci saranno.

Una situazione come questa si è avuta in America ed Europa durante la
fine degli anni '90, quando tutti guardavano alla tecnologia.
Attualmente una delle zone che sono maggiormente candidate ad entrare in
questa fase è la Germania, la quale non ha visto grandi aumenti dei
prezzi degli immobili negli ultimi 5 anni.

Primo avvertimento: quando si parla di prezzi degli immobili, è
opportuno ragionare in termini reali. Saranno in molti a dire che gli
immobili, in particolare in Italia, salgono sempre. Ma se c'è una
rivalutazione dell'1% annuo contro un aumento delle retribuzioni del 5%
annuo, di fatto è come se il prezzo si fosse ridotto (in pratica, avrei
avuto bisogno di un numero minore di anni di stipendio per acquistare).

Un buon metodo, è di ragionare in termini di rapporto tra prezzo di un
immobile medio e retribuzione media.

Secondo avvertimento: considera che il mercato immobiliare, sebbene sia
fortemente influenzato da fattori macroeconomici e globali (primo tra
tutti l'andamento dei tassi di interesse), è essenzialmente un mercato
locale. Pertanto, anche in un area con prezzi elevati, ci possono essere
"paesi", quartieri o aree metropolitane sottovalutate e destinate, per
vari motivi, a diventare un "mercato del compratore".

Identificare le fasi di mercato immobiliare è fondamentale per chi vuol
investire o semplicemente decidere quando comprare o vendere. Conserva
questo messaggio e rileggilo quando ti troverai a prendere questo tipo
di decisione...




Rispondo al post per rimettere in evidenza questo thread, che secondo me dà indicazioni utilissime a capire quale sia la situazione del mercato.
20/03/2009 12:23
 
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Ogni tanto un bell'up ci sta tutto: ritengo ciò che si dice qui FONDAMENTALE.
27/02/2010 14:51
 
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Ringraziando stelafe per la segnalazione di questo articolo

Il segreto: il modello dell'esagono (Fonte: piuchepuoi.it - di Emanuele Vallone - 26/02/2010)

Vi esorto a leggere i due post precedenti “Nozioni immobiliari 1 & 2” relativi alle categorie catastali e alla distinzione tra prezzo, costo, valore…

Spesso si sente parlare di “mercato che sale”, “mercato che scende”, “bolla speculativa”, i prezzi sono “gonfiati” … e ci portano a fare domande del tipo:
“ma il mercato immobiliare quanto salirà ancora?”
“Quanto scenderà?”
“Si riprenderà?”
“È ancora opportuno investire nel mercato immobiliare?” …
Il più delle volte si tratta di chiacchiere da bar, o informazioni prese qua e là per sentito dire, o magari cerchiamo una giustificazione ai nostri insuccessi negli investimenti, o semplicemente troviamo una scusa per non avvicinarci a questo settore… tutto questo senza sapere tante volte quale sia il “percorso” del mercato immobiliare.

Anni fa studiai su un paio di libri universitari la ciclicità del mercato immobiliare.
Senza volerci addentrare nello specifico vi voglio offrire uno schema semplice e chiaro per poter individuare punti di convergenza/divergenza con quello che sta accadendo oggi nel 2010.

Si tratta di uno schema noto come il “Modello dell’Esagono”.

Prima di “mostrarvelo” vi dò un paio di informazioni in più per poter comprendere l’andamento del mercato immobiliare partendo dall’analisi di:
1. Andamento dei prezzi al metro quadrato
2. Numero di transazioni
3. Sconto tra richiesta venditore e offerta dell’acquirente
4. Tempo medio di vendita dell’oggetto

1. Andamento dei prezzi al metro quadrato.
Oggi abbiamo a disposizione i data provider (come Scenari Immobiliari, Nomisma, Osservatorio Immobiliare…) che monitorano le città italiane fornendo le loro rilevazioni semestralmente o annualmente.
Indicano l’apprezzamento o il deprezzamento in percentuale dei valori immobiliari rispetto al periodo di osservazione precedente.

2. Numero di transazioni.
Vi chiederete: “Come è possibile tenere monitorato il numero complessivo delle vendite?”
Le compravendite immobiliari sono soggette ex art 1350 comma 1, codice civile, alla forma scritta e privata o pubblica per gli atti che dispongano di passaggio di proprietà: è possibile quindi avere una indicazione precisa su base nazionale o per area di interesse.
Andiamo tutti dal notaio per comprare e vendere una casa…no?
Questa indicazione risulta essere rilevante per avere consapevolezza della vivacità del mercato in un determinato periodo storico.

3. Sconto tra richiesta venditore e offerta dell’acquirente.
Questo dato è davvero rilevante soprattutto oggi nel 2010. Si tratta dell’analisi dello “scostamento” tra ciò che si aspetta il venditore come valore di mercato della sua proprietà rispetto a quello a cui l’acquirente è davvero disposto a “chiudere”.

4. Tempo medio di vendita dell’oggetto.
È un indicatore al pari del punto 2: infatti possiamo analizzare il dinamismo o meno del mercato immobiliare misurando e analizzando il tempo che intercorre tra la messa in vendita e l’effettiva manifestazione di interesse di un potenziale acquirente che si riveli concreta attraverso un eventuale compromesso o direttamente il rogito.

Questi quattro punti sono elementi essenziali per poter comprendere l’andamento del mercato immobiliare e capire in quale step del percorso si è al fine di procedere o meno con l’investimento o semplicemente per sapere se è il momento opportuno per vendere o acquistare.

Ecco allora che il Modello dell’Esagono ci aiuta a comprendere visivamente l’andamento del mercato:



1. Step
I prezzi sono stabili ma il numero delle transazioni cominciano a crescere perché c’è liquidità ma quest’ultima non ha influenzato ancora i prezzi che rimangono stabili.

2. Step
I prezzi e il numero delle transazioni sono in crescita: vi sono più compratori che venditori!
Chiunque si affacci in questa fase con intenti speculativi anche di breve periodo (comprare e rivendere nell’arco di sei mesi!) ha ottime possibilità.
Chi si ricorda dal 2001 al 2006?

3. Step
I followers sono i protagonisti: tutti coloro che si rendono conto che il mercato “tira” entrano e anche senza esperienza comprano perché spinti dall’euforia.

4. Step
La festa è finita. I prezzi non aumentano e il numero delle transazioni comincia a diminuire.

5. Step
È la fase negativa del mercato: i prezzi rilevati dai data provider sono negativi così come il numero delle transazioni. In questa fase i protagonisti sono i grossi investitori istituzionali e/o grosse società di investimento che comprano a “sconto” quegli stessi immobili compravenduti nel 3° step da acquirenti che sono ricorsi ad un alto tasso di indebitamento come mutui, finanziamenti, leasing… con percentuali fino al 90% o addirittura al 100%.

6. Step
I prezzi sono in picchiata. Qui si muovono i grossi fondi, assicurazioni e società d’investimento immobiliare catturando ottime opportunità e ridando respiro al mercato.
Il numero delle transazioni ricomincia ad aumentare facendo ripartire il mercato.

Questo vuole essere uno schema per capire e per avere uno strumento di analisi in più: come tutti i modelli vuole essere solo una chiave di lettura.

Spero possa essere uno strumento in più per far luce su un settore sempre in evoluzione, con una sua ciclicità…

…CONOSCERE PER AGIRE! ;-)
[Modificato da marco--- 28/02/2010 09:39]
27/02/2010 16:13
 
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[Modificato da marco--- 27/02/2010 21:24]
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Breve sintesi su genesi e sviluppo della crisi.

di Francesco Buoro | 15 gennaio 2012 | In: Quaderno n.18 / 2012

“It’s a crisis if everybody calls it a crisis”.
Morgan Downey – managing director, LaSalle Global Fund Services Europe, 2007.

L’attuale crisi economica e finanziaria trae di base origine da una bolla immobiliare. A causa di diversi fattori, nei primi anni del 2000 l’interesse di famiglie e speculatori ha iniziato a concentrarsi sugli investimenti in immobili, per il conseguimento di una “casa di proprietà”, o di un “investimento sicuro che non perde mai di valore”. Il prezzo di questa attività è progressivamente aumentato, gonfiandosi oltre i fondamentali, per effetto di una eccessiva offerta di credito (a sua volta riconducibile a squilibri di sistema, a politiche monetarie “extremely accommodative”, all’innovazione finanziaria, a una regolamentazione e vigilanza permissive), di fattori di tipo psicologico (propensione al consumo, sottovalutazione del rischio, eccessiva fiducia, irrational exuberance) e di altro tipo (atteggiamento favorevole delle autorità di governo; incentivazione di tipo fiscale). Progressivamente, data la stagnazione dei salari e il contemporaneo incremento del valore degli immobili, fasce crescenti di popolazione hanno iniziato a utilizzare la propria abitazione come collaterale per indebitarsi, anche oltre il mutuo originariamente contratto, al fine di incrementare i propri consumi. Nel 2005 l’”Household Savings Rate” è divenuto negativo per la prima volta dalla depressione degli anni ‘30, riflettendo comunque una media tra i valori delle fasce ricche della popolazione (che tesaurizzavano) e quelle medie e povere (che evidentemente avevano un indice di risparmio fortemente negativo anche se differenziato, a parità di reddito, in funzione di diverse variabili), con esiti favorevoli, ancorché effimeri, sulla crescita economica (l’incidenza delle “Personal Consumption Expenditures” oscilla attorno al 70% del PIL6).
Una percentuale molto elevata del PIL si presentava come riconnessa al settore immobiliare7. Tuttavia questa situazione si reggeva sul presupposto di un indeterminato aumento di valore degli immobili, che nel periodo 01/1996-01/2006 avevano conseguito incrementi gonfiati (nel periodo citato del 190,57% secondo lo US S&P/Case-Shiller HPI – 10 city composite8) e slegati da dinamiche reali fondamentali.
A metà 2006 il sistema ha iniziato a presentare problemi. I prezzi hanno iniziato a rallentare e a flettere e contestualmente si è manifestato un sensibile incremento delle insolvenze, in particolare nell’ambito dei mutui subprime (a qualità secondaria). Progressivamente, un numero crescente di mutuatari si è trovata con un valore residuo del mutuo da pagare superiore al valore dell’immobile di proprietà e, in forza della caratteristica non recourse della stragrande maggioranza dei mutui americani (per la quale i mutuanti, nell’eventualità di un’insolvenza, possono rivalersi solo sulla casa), ha iniziato a cedere la casa ai finanziatori, accentuando il fenomeno in atto. Inoltre, le insolvenze hanno cominciato ad avere riscontri nell’ampio sistema di derivati che faceva capo alle cartolarizzazioni, la cui valutazione scontava una sottostima del rischio. Tali riscontri sono emersi secondo un processo inizialmente sottovalutato, fino alla prima ondata di svalutazioni del luglio 2007. Questa, assieme al contestuale default di due hedge fund di Bear Stearns ha innescato un circolo vizioso, che è esploso a settembre 2008, con esiti di crollo nel valore degli strumenti finanziari e crisi di liquidità. Tale situazione può essere sintetizzata dalla seguente immagine.

Figura : Circolo vizioso innescato dalla crisi dei mutui.

Fonte: Baily M. N., Elmendorf D. W. e Litan R. E. (2008), p. 51.

All’innescarsi del panico, i titoli da cartolarizzazione hanno iniziato a non avere più mercato e ad essere rifiutati anche come collaterale di operazioni di finanziamento. Il costo del denaro ha iniziato ad aumentare, riflettendo rischi di liquidità e credito. Gli intermediari, la cui leva finanziaria era costantemente aumentata negli ultimi anni (in particolare mediante debito a breve) hanno subìto forti ripercussioni in termini di liquidità. Si è assistito a crescenti problematiche di rinnovo del debito. La liquidazione degli attivi sul mercato ha alimentato la sfiducia e depresso i valori degli strumenti finanziari e il mercato dei derivati ha amplificato le problematiche in atto.
Progressivamente, ci si è trovati di fronte non solo ad una crisi finanziaria, ma anche ad una crisi economica. I contraccolpi hanno interessato in primo luogo il settore dell’edilizia e il settore immobiliare commerciale, tuttavia la riduzione della domanda causata dalla minor capacità di debito e anche di reddito (ad. es. per aumento della disoccupazione) ha avuto un effetto generale. L’indebolimento della domanda e il congelamento del credito hanno influenzato il ciclo delle scorte, con aziende che hanno ridotto al minimo le giacenze e, nel momento in cui la crisi si è propagata all’estero, ulteriori effetti si sono avuti in termini di esportazioni. Le insolvenze in ogni tipo di finanziamento hanno iniziato un processo di incremento che le avrebbe portate a toccare picchi senza precedenti.
La fase di criticità crescenti, ma non esplosive (erano ancora molti a minimizzare, in particolare le autorità politiche e monetarie) si è trascinata per oltre un anno, fino all’evento clamoroso, rappresentato dal default di Lehman Brothers, avvenuto il 15 settembre 2008. Questo ha dato avvio al momento culminate della crisi e ha aperto la strada a politiche di intervento straordinarie, nonché alla sospensione dello IAS 39 sulla valutazione mark to market dei prodotti finanziari.
Dato questo quadro di riferimento, di seguito si considereranno il ruolo del settore finanziario e del settore immobiliare.
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