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IL PESO DEL MATTONE
Repubblica — 21 aprile 1997 pagina 1 sezione: AFFARI & FINANZA
"Il grande crollo è finito.
La rovinosa caduta delle quotazioni degli immobili fra il 1992 e oggi, che ha bruciato il 30 per cento del valore di case, uffici e negozi, si è fermata. Il giudizio degli esperti è unanime, ma non lenisce le ferite di chi ha visto sfumare una parte importante del proprio patrimonio"
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Non sarà più come prima la rosea aspettativa, peraltro sempre soddisfatta dalla realtà, che qualunque ammasso di mattoni e cemento possa rivalutarsi più dei titoli di Stato o anche soltanto più dell' inflazione. Non sarà più come prima l' idea, che sembrava far parte del patrimonio genetico degli italiani, che comunque convenga acquistare un immobile invece che investire i propri soldi in altro modo e andare in affitto."
"Il cambiamento epocale che ci sta di fronte si può riassumere in una semplice, banale domanda che si sentirà sempre più risuonare nelle stanze in cui si trattano le compravendite da parte di operatori e famiglie: "Quanto rende?". Mentre prima si chiedeva: "Quanto costa?". "In passato - spiega Roberto Mostacci, direttore del Cresme, uno dei più accreditati istituti di ricerca immobiliare - le cose funzionavano così: chi comprava per investimento si accontentava di rendimenti stracciati del 2-3 per cento, tanto l' affare era assicurato dalle rivalutazioni in conto capitale.
Oggi chi investe guarda prima di tutto al rendimento, che deve essere almeno del 6-8 per cento. Il prezzo è dunque diventato una variabile dipendente". Sono bastati quattro anni per far cambiare fisionomia al mercato, che forse non ha ancora trovato una nuova stabilità, ma che certo non è più quello di prima"
"Una tenaglia con due morse, da una parte la pressione fiscale dall' altra la possibilità di spuntare buoni rendimenti dopo decenni di equo canone, ha schiacciato i proprietari e li ha costretti a uscire allo scoperto.
Molti immobili sono stati immessi sul mercato della vendita e dell' affitto proprio mentre le condizioni generali del paese cambiavano e si entrava in un periodo di bassi consumi, alta disoccupazione, crisi del commercio e del terziario."
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Chi aveva comprato immobili per rivenderli è rimasto con il classico cerino acceso in mano ed è fallito, trascinando nelle difficoltà anche le banche, le quali avevano prestato soldi con garanzie "reali", basate cioè sul mattone. "
"Fin qui il passato. Ma il futuro?
E mai possibile che i prezzi non cresceranno più? E se accadrà, quando sarà? La risposta degli esperti è unanime: sì, certo, prima o poi i prezzi risaliranno, forse fra due o tre anni, ma
nulla sarà più come prima. Quei boom sfrenati del passato verrannno sostituiti da moderate crescite. Non si comprerà più tutto quello che c' è ma la domanda resterà molto selettiva e mirata, com' è del resto già oggi: soltanto immobili che danno buone garanzie di reddito e quindi a prezzo equo, soltanto beni posti in aree strategiche."
... Questa volta è diverso: sarà molto peggio!
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[Modificato da guido.zip 21/07/2008 00:18]