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Mutui, ovvero dilettanti allo sbaraglio - segnalato da fabriz84

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2007 22:51
19/09/2007 22:45
 
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Fonte: petrolio.blogosfere.it - 19/09/2007 - Pubblicato da Debora Billi alle 14:57 in Current Affairs
Ringraziando fabriz84 per la segnalazione.

Mutui, ovvero dilettanti allo sbaraglio

Pubblico un intervento di Pietro Cambi, l'ingegnere-geologo che spesso ci illumina col suo pensiero "laterale". Visto che i mutui sono in prima pagina, e che la questione economico-finanziaria è strettamente collegata alla crisi energetica (e la peggiora...), diventa impellente discuterne. Buona lettura.

Dilettanti allo sbaraglio di Pietro Cambi

Parliamo di un'altra rognetta di questi giorni: i mutui subprime.
In sintesi mutui dati, ad alti interessi, a persone/famiglie/aziende non molto affidabili.
Perché una banca dovrebbe concedere questi mutui? Ma per i tassi altissimi che può praticare, ovvio.
I rischi poi, vengono "cartolarizzati", trasformati cioè in qualcosa che si può spalmare su altri istituti. Le banche fanno valere i mutui come se fossero soldi veri (sono garantiti da un bene, no?) e quindi investono questo denaro in varie attività più o meno redditizie, in buoni del tesoro (?) in borsa... in ulteriori prestiti...
Ma poi il prezzo delle case nuove si ferma.
E comincia a calare.
Allora le banche chiedono alle famiglie di ricontrattare i mutui essendo mutate le condizioni (ovvero il valore del bene-casa messo come garanzia). Le rate si alzano, i mutui si allungano.
Quando le aziende/famiglie/persone non riescono a pagarli che succede?
Succede che il castello di carte crolla.
La banca si prende il bene e lo rivende a razzo sul mercato (i prezzi sono in calo, più aspetta e più perde) e quindi il mercato scende ancora più velocemente. Una reazione a catena devastante di cui abbiamo visto solo l'inizio. Si valuta che ci vorranno almeno sei mesi per stabilizzare (ma non si sa a che livello) la cosa.
Ma perché tutto questo e' successo?
Perché "qualcuno", PER FAR RIPARTIRE l'economia, aveva abbassato i prime rate, ecco perché'.

Parliamo di un tipo che è stato osannato per un decennio come un guru dell'alta finanza mondiale, colui da cui dipendeva la recessione o la crescita economica del mondo intero.
Insomma di Greenspan.
Beh, lui, ha ammesso candidamente: non si era accorto del guaio in cui si stava cacciando il sistema. Non se ne è accorto finché non è andato in pensione, forse perché a mente fresca si ragiona meglio o semplicemente perché finalmente ha avuto il tempo per leggere i giornali. In ogni caso, come in altri casi, ho la sensazione che anche lassù, in cima alla scala, abbiamo in realtà dei dilettanti allo sbaraglio, che non hanno grandi idee su come vada il mondo economico che LORO dovrebbero guidare.
Nelle parole di Greenspan stesso:

"While I was aware a lot of these practices were going on, I had no notion of how significant they had become until very late I really didn't get it until very late in 2005 and 2006,"

"Benché fossi consapevole che un sacco di pratiche del genere stessero andando avanti, non avevo nozione di quanto significative fossero diventate fino a molto tardi nel 2005 e nel 2006."

Beh, ma allora a cosa pensava mentre abbassava il costo del denaro quasi a zero intrappolando cosi milioni di suoi concittadini in un micidiale trabocchetto chiamato mutui a tasso variabile?

Tra parentesi, senza ulteriori commenti, vorrei darvi un dato che mi ha riportato il direttore della mia banca, un mesetto fa: il 75% dei mutui italiani sono a tasso variabile. La durata media è trentennale. Ora ragioniamo su un punto semplice semplice: abbiamo interessi dei mutui a tasso variabile che solo tre mesi fa erano intorno al 4.8 %, ora sono al 5.8 e sono in rapida crescita.
Fate da soli una verifica

Se gli interessi fossero 0% io pagherei la mia casa al ritmo di circa il 3.3% all'anno con un mutuo trentennale, giusto?
Se gli interessi sono intorno al 2% per pagarla dovrò aggiungere anche (all'ingrosso, non è cosi, si va a scalare ma per capirsi) questo 2%, giusto? Quindi, all'inizio io dovrei in realtà pagare circa il 5% del costo della casa per ripagare un mutuo trentennale.
Bene.

Ma se gli interessi fossero al 7, ovvero fossero saliti del 5%? Succederebbe, che dovrei pagare rate più pesanti e non di poco. Più probabilmente contratterò con la banca un nuovo mutuo in cui pagherò le stesse rate di prima ma in più tempo.
Bene.
Ma se io pago il 5% all'anno questa volta io non pago NEANCHE GLI INTERESSI . Continuerò a pagare per sempre, a meno che, prima o poi , magari in un ventennio, i tassi riscendano.
A quel punto sarà come ripartire da capo, anzi avrò accumulato un ulteriore debito (per gli interessi cumulati e non del tutto liquidati).
Insomma, in una situazione del genere in realtà la casa l'ho già persa. I tassi al 2% sono stati una realtà, per un breve tempo, un paio di anni fa. Ora siamo intorno al 5%.
Nel discorso di prima siamo già vicinissimi al limite in cui chi ha sottoscritto il mutuo a tasso variabile due anni fa sta pagando, in realtà, solo gli interessi sul mutuo, qualora, come è altissimamente probabile, non possa assolutamente permettersi rate più alte (il direttore diceva che i parametri tipici che gli chiedono sono: il mutuo più lungo e la rata più bassa possibile, che poi corrisponde a quella più alta che sono in grado di pagare).

Tutto questo sproloquio per dirvi che molto presto, dopo gli USA , l'Inghilterra e la Spagna, la bolla immobiliare comincerà a collassare anche da noi ed i mutui in sofferenza genereranno orrendi malditesta ai nostri governatori.
Anche perché, come si dice in questi giorni, la Banca D'Italia è la prestatrice di ultima istanza.
In realtà se lo scenario visto negli Usa ed in Inghilterra si ripete, le banche che si sono baloccate con quel bel giochino dopo aver portato via la casa ai cittadini, collassato il castello di carte e scopertesi con i forzieri vuoti, gli porteranno via anche qualche soldo (questa volta alla totalità dei cittadini) grazie al "prestatore di ultima istanza".
Credo che, in questa circostanza andrebbero prima di tutto tutelati i cittadini che sono, tanto per cambiare, il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro.
Cosa c'entra con il petrolio?
C'entra, eccome!
Se l'economia va in recessione i consumi rallentano e la tensione sul mercato petrolifero si allenta.
Insomma i prezzi calano.
Per meglio dire, vista la situazione attuale, non crescono con la velocità assassina che potrebbero prendere altrimenti.
E magari non si invade un altro paese ricco di petrolio, con una scusa o con un'altra.

Pietro C.


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Allungare la durata del mutuo, in alcuni casi, potrebbe quindi rivelarsi una scelta inappropriata e particolarmente pericolosa.

Marco

[Modificato da marco--- 19/09/2007 22:51]
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