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Immobiliare in crisi a Parigi e Londra

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2012 21:43
24/01/2008 23:19
 
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Fonte: B2B24.it - 23/01/2008 - di Gino Pagliuca
Ringraziando stelafe per la segnalazione.

Immobiliare in crisi a Parigi e Londra
Crollano soprattutto le transazioni degli uffici nel cuore della capitale francese e di quella inglese

L'ultimo segnale in ordine di tempo è il rapporto sul quarto trimestre 2007, reso noto da Atisreal: per l'industria del mattone europea ormai è crisi. A soffrire, secondo il rapporto della società immobiliare d'Oltralpe, sono soprattutto le ubicazioni di maggior pregio per gli investitori istituzionali: gli uffici “tripla A”, nel centro di Parigi e Londra. Netta la caduta delle transazioni in queste due città chiave: -20% a Parigi (520mila metri quadrati locati nel periodo considerato a fronte dei 643mila del 2006) e addirittura -40% nella City (205mila metri contro 329mila).

Due i fattori concomitanti nelle difficoltà dell'industria immobiliare: sul fronte della domanda, i segnali di recessione sempre più forti, sul fronte dell'offerta la crisi dei subprime Usa (e UK). In particolare, la mancanza di liquidità sta portando le banche a stringere i cordoni della borsa, rendendo più complicato (e comunque più costoso) l'accesso al credito, necessario come l'ossigeno alle iniziative immobiliari.

Come i subprime condizionano l'economia reale
La crisi degli uffici di Londra si accompagna alla caduta del mercato degli immobili commerciali in tutto il Regno Unito. Gli organi d'informazione economica hanno dato, a inizio 2008, ampio spazio alle notizie sul crollo in Borsa delle società di retailing, a partire da Marks & Spencer, per via della diminuzione dei consumi e quindi dei profitti. L'aggiornamento, a tutto il 2007, del FTSE commercial property index, indica una caduta dei rendimenti immobiliari in questo settore del 5% su base annua e del 7% su base trimestrale. I risultati, che arrivano dopo quasi 15 anni di crescita ininterrotta delle performance, è un indice inequivocabile, secondo gli analisti inglesi, del sentimento negativo sui consumi. D'altro canto, le possibilità d'acquisto di molte famiglie inglesi (come di molte italiane) sono fortemente limitate dalla crescita delle rate di mutui concessi con molta leggerezza.
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