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Dead men working

Ultimo Aggiornamento: 31/08/2015 08:57
26/11/2008 10:39
 
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Taglia che ti passa

postate qui tutti i tagli che riguardano il ridente paese "pizza mandolino mamma", come se fosse il muro del pianto...


cominciamo con i pezzi da 90:

Telecom taglia 5000 posti entro il 2010

Fiat Prevede 10.000 tagli al personale nel mondo... ...In Italia saranno tagliati fino a 1.000 posti


poi ci sarebbero da aggiungere i tagli nella PA (scuola, sanita', enti locali, ecc) e nelle medie imprese...

...senza contare le piccole imprese, che possono tagliare senza neanche dirlo...



che succedera' alle grosse citta', tipo Roma e Milano, storicamente prese d'assalto da "immigranti" per lavoro, tenderanno a "svuotarsi"?

che senso ha stare a roma o a milano se il lavoro non ce l'hai piu'?

e che fine faranno le case comprate o in affitto?


[SM=g7601]

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26/11/2008 10:42
 
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Crisi del settore elettrodomestici, a partire dalla ex azienda simbolo Merloni:

www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/05/merloni-cassa.shtml?uuid=7f289e70-1ccb-11dd-aa21-00000e25108c&DocRulesVie...

In crisi il distretto industriale ciociaro, 3000 i posti a rischio solo a Sora:

www.ultimissime.net/Ciociaria/Economia/Page-6.html

Chiude la Mivar (!!!), chiude la fabbrica di televisori italo-indiana di Anagni, chiude la storica Winchester di Anagni, in crisi profonda la Meccano Aeronautica di Littoria, chiude la Motorola di Torino, licenzia la Ericcsson di Roma, in crisi la Sistemi Compositi di Cassino, in difficoltà la Panapesca surgelati di Gaeta...

www.televisione.ilcannocchiale.it/?tag=crisi%20crash%20licenziamenti%20andrew...
26/11/2008 19:10
 
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Auto in crisi, stop agli impianti per Volkswagen e Bmw

25 novembre 2008

Stop forzato alla produzione di auto per la casa automobilistica Volkswagen e per Porsche, sua futura proprietaria, a causa della crisi di vendite. Alla Volkswagen, numero uno dell'auto in Europa, la produzione si fermerà per tre settimane: dal 18 dicembre all'11 gennaio nel principale sito produttivo di Wolfsburg e alcuni settori resteranno fermi anche il 5 dicembre. La produzione giornaliera è di 2mila auto e la misura, previo accordo con i sindacati, riguarda circa 16mila dipendenti. Stop per tre settimane dall'8 dicembre anche per la fabbrica Volkswagen in Brasile. Porsche ha, invece, annunciato, sette giornate di stop produttivo da qui alla fine di gennaio nella fabbrica di Zuffenhausen, oltre a quello già attuato lo scorso venerdì. Anche Opel (gruppo Gm) e Daimler (Mercedes-Benz) hanno annunciato misure simili. Alla Bmw il lavoro si fermerà tra il 15 dicembre e il 6 gennaio anche per gli ingegneri e il personale dell'amministrazione con il taglio di 500 posti di lavoro a tempo determinato a Lipsia oltre agli 8.100 già previsti in tutto il mondo.
26/11/2008 21:05
 
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Cina, migliaia di operai in piazza contro i licenziamenti

PECHINO - Migliaia di operai licenziati dalle fabbriche del sud della Cina in seguito alla crisi economica internazionale hanno dato vita questa settimana a proteste che in alcuni casi sono sfociate nella violenza. Nel tentativo di contenere le conseguenze del crollo delle esportazioni di manufatti, che negli anni passati hanno innescato un boom senza precedenti dell'economia, le autorità hanno varato all'inizio di novembre un pacchetto di interventi di sostegno alla domanda interna di quasi 600 miliardi di dollari mentre la Banca del Popolo della Cina, la banca centrale, ha abbassato per quattro volte - l'ultima delle quali oggi - i tassi d'interesse sui prestiti e sui depositi. Ieri centinaia di operai hanno attaccato gli uffici dell'impresa che li ha licenziati e i poliziotti che li proteggevano a Dongguan, uno dei centri dell'industria manifatturiera cinese. La Kaida Toys Corporation ha annunciato all'inizio della settimana il licenziamento di 328 operai, sugli 8000 che occupa, e ha anticipato altri licenziamenti per le prossime settimane. I lavoratori, hanno riferito testimoni, si sono dati alla violenza bruciando auto e motociclette dei mille poliziotti che si erano schierati a difesa degli uffici della Kaida, che erano stati messi sotto assedio. La polizia ha reagito e almeno cinque operai sono stati feriti. Ai licenziati é stata offerta una liquidazione pari ad un mese di salario, cioé poco più di cento euro. In ottobre, un'analoga protesta si era verificata in un'altra fabbrica di giocattoli sempre a Dongguan, che si trova nella provincia del Guangdong.

Una clamorosa protesta degli operai licenziati si è verificata anche nella vicina provincia del Jiangxi, dove 300 operai hanno bloccato la strada davanti ad una fabbrica di compressori a Jingdezhen. Il sindaco Xu Zongcheng di Shenzhen, la nuova città industriale sorta a ridosso di Hong Kong, ha dichiarato ricevendo un gruppo di giornalisti che nella città hanno perso il lavoro 50mila operai a causa del fallimento di 682 imprese. Xu ha affermato di essere "fiducioso" che Shenzhen possa raggiungere la crescita programmata per il 2008 del 12 per cento ma ha ammesso che l'edilizia sta vivendo una grave crisi, che ha visto una riduzione dei prezzi degli immobili del 25 per cento. Un altro sintomo della gravità della crisi in Cina è costituito dalle proteste dei tassisti contro il rialzo dei prezzi del carburante e contro la diffusione di mezzi alternativi e più economici di trasporto (come i "tre ruote") che si sono verificati nelle metropoli di Chongqing e Guangzhou. La crescita economica della Cina ha subito un forte rallentamento nel terzo trimestre del 2008, scendendo al 9,9 per cento dall'11,9 del 2007. Le prospettive per il 2009 sono di un ulteriore calo che porterà il tasso al 7,5 per cento, secondo le previsioni della Banca Mondiale. Si tratta di un tasso che rimane alto ma, avvertono gli economisti, anche della prima volta che l'economia cinese mostra un andamento ciclico dalla prima metà degli anni novanta.


La banca centrale della Cina ha annunciato un nuovo ribasso del tasso d' interesse di 1,08 punti percentuali che sarà operativo da domani. Lo afferma in un breve dispaccio l' agenzia Nuova Cina. Si tratta dell' ennesimo tentativo da parte della autorità di rivitalizzare l' economia cinese, che sta risentendo della recessione nei Paesi occidentali. All' inizio di novembre Pechino ha annunciato un piano di investimenti pubblici di quasi sei miliardi di dollari per stimolare i consumi.
26/11/2008 21:38
 
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La Cgil stima in 400000 i precari che perderanno il posto entro la fine dell'anno, più gli altri a seguire...

www.businessonline.it/news/8084/Licenziamenti-lavoratori-a-progetto-e-precari-400-mila-entro-Dicembre-Genn...
27/11/2008 00:35
 
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vi siete dati da fare...

...pare proprio che ci sia grossa crisi...

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delocalizza, globalizza...

20:26 - India: serie di sparatorie a Mumbai, decine di morti

Probabili attacchi di matrice terroristica

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Un numero ancora impreciso di
persone e' rimasto ucciso oggi a Mumbai (la ex Bombay), in
India, in una serie di sparatorie e di esplosioni avvenute
in diverse parti della citta'. Non e' chiara la matrice degli
attacchi, ma la pista terroristica e' la piu' probabile. La
Cnn parla di 18 morti, l'agenzia Dow Jones di 25, mentre
altre fonti indiane parlano addirittura di 80 vittime. Una
delle sparatorie e' avvenuta nella zona dei grandi alberghi
turistici.



ad ogni azione di un corpo A su un altro corpo B corrisponde una reazione uguale e contraria del corpo B sul corpo A.

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27/11/2008 16:25
 
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zoccolo duro?


16:20 - Crisi mercati: Sacconi, limitare ingressi lavoratori extracomunitari

Imprese non riducano forza lavoro che servira' alla ripresa

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 27 nov - "Chiediamo agli
imprenditori di non ridurre immediatamente la forza lavoro,
visto che servira' per quando iniziera' la ripresa". Cosi'
Maurizio Sacconi, ministro del Welfare, lancia il suo
appello dalle colonne di Panorama, domani in edicola. "Con
il ministro dell'Interno, Roberto Maroni - dice Sacconi a
proposito degli ingressi in Italia di extracomunitari -
abbiamo deciso di limitarli ad alte professionalita',
personale di cura per la famiglia, come le badanti e gli
stagionali nei settori agricolo e turistico".


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27/11/2008 19:59
 
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Acciaio, Arcelor Mittal annuncia il taglio di 9mila posti

Il gigante dell'acciaio ArcelorMittal, numero uno mondiale del settore con base in Lussemburgo, per far fronte alla crisi, annuncia un piano che prevede di tagliare fino a 9mila posti di lavoro, ossia circa il 3% dei dipendenti del gruppo. Il taglio al personale sarà «su base volontaria» e permetterá al gruppo di ridurre i suoi costi «di circa un miliardo di euro».

Questo piano, che riguarderà i lavoratori che non sono legati alla produzione ma riguardano vendite e amministrazione, entrerà in vigore in «stretta collaborazione con i nostri partner e in accordo con le legislazioni sociali dei paesi interessati».

«È una decisione molto difficile da prendere. Purtroppo - ha sottolineato Bernard Fontana, vicepresidente esecutivo e membro del comitato di direzione di ArcelorMittal - la realtà economica mondiale rende necessario adottare misure di questo tipo. La nostra prioritá adesso è di incontrare tutti i nostri partner per spiegare le ragioni della nostra decisione e assicurarli che questi piani entreranno in vigore prendendo in considerazione tutti gli aspetti sociali. Siamo molto riconoscenti ai nostri dipendenti per la loro professionalità che ha avuto un ruolo importante nella costruzione del gruppo».

ArcelorMittal, nata dalla fusione del 2006 tra la franco-lussemburghese Arcelor e l'indiana Mittal eè guidata da un industriale anglo-indiano, il 58enne Lakshmi Mittal. Il gruppo ha comunicato lo scorso 5 novembre un taglio della produzione superiore al 30% per fare fronte al rallentamento dell'economia mondiale che incide soprattutto sulla domanda da parte dei costruttori di automobili e del settore immobiliare. La domanda di acciaio è attesa in calo nel 2009 e per quanto riguarda ArcelorMittal si prevede un conseguente calo dei profitti del 48% a 2,5 miliardi di dollari già nel quarto trimestre di quest'anno.
28/11/2008 13:59
 
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Fiat, ferme le fabbriche campane fino al 12 gennaio

Rientreranno lunedì prossimo, ma solo per una settimana, le tute blu dello stabilimento Fiat Auto di Pomigliano d'Arco. Poi per tutti sarà di nuovo cassa integrazione ordinaria e festività anticipate. Torneranno in fabbrica il 12 gennaio. Una situazione che diventa sempre più tesa, anche perché i lavoratori chiedono da tempo certezze sul futuro dello stabilimento e in particolare i dettagli sulle future missioni produttive. Un timore acuito proprio dalla cassa integrazione e dall'incertezza.
Le Rsu da tempo sono in allarme. «Nonostante i nostri sacrifici – spiegano - e i risultati raggiunti dallo stabilimento nei mesi che lo hanno riportato a standard qualitativi positivi, non vediamo un futuro per questa fabbrica. Invano chiediamo dettagli sulle missioni produttive, dettagli che tardano ad arrivare». In realtà la Fiat ha fatto sapere che in dicembre l'a.d. Sergio Marchionne incontrerà i sindacati per presentare il piano industriale e, quindi, anche le missioni produttive stabilimento per stabilimento. E conferma che per ora, nonostante quello che è accaduto sul mercato, nulla è cambiato nella posizione del Lingotto. Anche se l'incontro sui programmi futuri potrebbe poi subire strada facendo modifiche, proprio a causa delle difficoltà di mercato.
Una rassicurazione che però ai lavoratori non basta. «Mentre in tutte le altre realtà Fiat c'è un piano produttivo per il futuro – spiegano le Rsu – Pomigliano rischia il tracollo vero e proprio». Sulle missioni produttive per Pomigliano non c'è ancora nulla di certo. La conferma arriva anche dall'Unione degli industriali di Napoli, da Luigi Porcelli: «Finora stiamo soltanto gestendo la Cig ordinaria, peraltro provocata da una crisi internazionale del mercato auto.
Per altri discorsi, come quello delle missioni produttive, allo stato attuale non abbiamo alcun elemento». Non è comunque solo la Cig che preoccupa i lavoratori. «Possiamo anche tirare la cinghia per qualche mese – spiegano alcuni dipendenti del reparto di montaggio – ma ciò che ci preoccupa è il non avere certezze per il dopo cassa integrazione. Su questo vorremmo maggiori rassicurazioni».
«Le difficoltà salariali dei lavoratori – afferma Giovanni Sgambati, segretario generale Uilm Campania – sono ulteriormente aggravate dal continuo ricorso alla cassa integrazione. Ed è questo ad acuire la tensione rendendo impossibile la sopravvivenza per le famiglie dei lavoratori in un contesto produttivo già del tutto precario».
Gli fa eco Giuseppe Terracciano, segretario generale Fim Napoli, secondo il quale «il perdurare della crisi finanziaria sui mercati mondiali sta accentuando un terrorismo psicologico di grande preoccupazione per il futuro produttivo e occupazionale degli stabilimenti della Fiat di Pomigliano e dell'intera area napoletana e del Paese».
Identica la situazione alla Fma di Pratola Serra, dove si producono i motori Fiat. Qui la Cig è scattata il 15 novembre e proseguirà fino al 12 gennaio. Non sta certo meglio l'indotto, costretto di pari passo con lo stabilimento di Pomigliano a ricorrere alla cassa integrazione. Ma secondo voci ben informate sembra che proprio le aziende dell'indotto Fiat stiano adottando le contromisure, iniziando a spostare le proprie attività nelle vicinanze dello stabilimento Fiat di Cassino, dove però la situazione nelle ultime settimane è peggiorata. Anche se proprio il sito produttivo di Cassino potrebbe essere l'unico ad avere già la certezza della produzione di un modello nuovo. Tuttavia in questo caso manca l'ufficialità. Si chiama Alfa 149 ed è il veicolo che andrà a sostituire la 147 realizzata attualmente a Pomigliano.
Certo è che sui tempi di annuncio e di lancio pende comunque la situazione attuale del mercato. Anche a Cassino le tute blu sono in "cassa" e torneranno a lavorare per una settimana dal 15 al 22 dicembre, per poi riprendere come la totalità degli stabilimenti del gruppo il 12 gennaio. Le vendite delle autovetture che si producono nella fabbrica cassinate continuano a registrare cali preoccupanti ed ora si punta alla ripresa del mercato nei primi mesi dell'anno, tradizionalmente più favorevoli per questo settore. Ma il vero dramma che si profila all'orizzonte riguarda i lavoratori delle fabbriche dell'indotto. Specie per quelle più piccole il fermo produttivo causato dalla mancanza di commesse da parte della Fiat potrebbe provocare riflessi occupazionali molto preoccupanti.
Qui la Fiom sta promuovendo una raccolta di firme tra i lavoratori per sostenere la richiesta del sindacato al Governo di aumentare l'indennità di cassa integrazione, attualmente pari al 60% del salario ordinario, fino all'80%. Una richiesta che è stata fatta anche in Campania da tutte e tre le sigle confederali che unitariamente hanno proposto una serie di interventi per scongiurare la perdita di centinaia di posti di lavoro nel settore.
30/11/2008 02:13
 
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Castelletto sul Ticino
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Cassa intgegrazione Como e Provincia..................


La crisi tessile travolge la Ratti
In cassa integrazione 567 addetti

La crisi dei mercati finanziari sta pesando anche sull'industruia comasca. La Ratti, azienda quotata in Borsa, ha annunciato il ricorsso alla cassa integrazione per 567 addetti, coinvolti sia operai che impiegati. Per l'azienda un crollo del giro d'affari del 30%.
www.laprovinciadicomo.it

Olgiate e Bassa Comasca indietro
Parker Itr, nuova crisi
in cassa integrazoni 410 addetti

L'azienda di Veniano ha annunciato a sorpresa il fermo della produzine per un crollo degli ordinativi. Intanto sul territorio sono già 89 le imprese con aperta l'integrazione salariale. In mobilità 1.100 lavoratori.
www.laprovinciadicomo.it


FILLATTICE, SÌ ALLA CASSA INTEGRAZIONE:
Capriate San Gervasio - Fillattice, accolte le richieste dei sindacati. E' stato infatti firmato la mattina di giovedì 21 luglio - nella sede dell' Agenzia Regionale per il Lavoro a Milano - l'accordo tra sindacati, Rsu della Fillattice, azienda e Unione Industriali di Bergamo e Como.
www.bergamosette.it


Sisme si trasferisce all'estero
Tagliati 130 posti di lavoro

E' iniziato il trasferimento in Slovacchia delle quattro linee produttive della Sisme di Olgiate Comasco. L'annuncio dell'azienda è stato accompagnato anche dal piano di riduzione del personale: 130 dipendenti perderanno il posto.
www.laprovinciadicomo.it


Como, recessione su 55 aziende
Licenziati 143 lavoratori

Il vento della recessione soffia anche sul distretto tessile, settore già pesantemente in crisi. A Como dall'inizio dell'anno sono state 67 le aziende che sono ricorse alla cassa integrazione, 55 sono ancora in corso, con oltre 4.280 lavoratori coinvolti. Undici le aziende che hanno ristrutturato, quattro hanno poi cessato l'attività.
www.laprovinciadicomo.it










[Modificato da grella 30/11/2008 02:23]
--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
01/12/2008 13:28
 
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Banche: l'inverno difficile dei precari

Gli effetti occupazionali della crisi non potevano mancare di farsi sentire anche nel settore che del terremoto è stato l'epicentro. Per migliaia di dipendenti bancari con contratti diversi da quello a tempo indeterminato sarà un inverno di ansia. L'Associazione bancaria italiana non rileva nulla di ciò e nessuno tra gli istituti lo ha ancora reso noto ufficialmente, ma i sindacati si dicono certi che la stangata sui precari è già in corso. Centinaia di lavoratori con contratti a tempo determinato, d'apprendistato, inserimento, somministrazione e a progetto hanno già ricevuto comunicazione che non otterranno il rinnovo. Altre centinaia temono che possa arrivare il loro turno. Cifre limitate a fronte dei 338.500 dipendenti del settore, ma che segnano un'inversione di tendenza epocale. Perché da anni in banca non si licenziava.

«Il settore non produce disoccupazione» diceva chiaro e tondo l'Abi il 7 novembre 2007 in un'audizione alla commissione Lavoro della Camera. Per l'associazione «le imprese bancarie, a fronte del versamento della contribuzione contro la disoccupazione (1,31%), non ricevono alcuna controprestazione in termini di indennità ordinaria di disoccupazione. I dipendenti interessati da esodi anticipati usufruiscono del Fondo di solidarietà del settore, totalmente autofinanziato».

Ancora l'8 maggio scorso, quando la crisi era già in corso da un anno, alla due giorni Abi "Human Resources 2008" il presidente Corrado Faissola dichiarava che «l'andamento non brillante dell'economia italiana di questi anni e le recenti previsioni sulla bassa crescita nel 2008 non frenano la capacità del settore bancario di favorire una tenuta dei livelli occupazionali», ricordando che «le banche hanno saputo offrire lavoro ad alta professionalità a un numero crescente di lavoratori anche di fronte a un contesto di continuo cambiamento dovuto a concentrazioni, ristrutturazioni ed esodi anticipati». Concetti contenuti anche nell'ultimo rinnovo del contratto nazionale di categoria, che ha aperto a forme di flessibilità con tutele per evitare che divenissero sinonimo di precarietà.

Ora però non è più così, almeno per i dipendenti con contratto interrompibile. Secondo numerose e distinte fonti sindacali sono migliaia i lavoratori che, magari dopo 20 o 30 mesi di contratti a termine, rischiano la disdetta del rapporto di lavoro. Il caso più eclatante è quello di Ubi Banca: il 4 novembre una nota del coordinamento del Banco di Brescia (DirCredito/Fd, Fabi, Fiba/Cisl, Fisac/Cgil, Ugl e Uilca) protestava contro «impensabili riduzioni di organico con la mancata conferma dei lavoratori con contratti precari». L'11 novembre il grido di "dividendo confermato, lavoratore licenziato" è stato scandito «dal coordinamento unitario del Banco di Brescia sotto le finestre della sede bresciana di Ubi Banca, mentre si teneva il consiglio di gestione del gruppo, per manifestare la ferma opposizione dei sindacati alle politiche di riduzione dei costi attuate sempre sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici». Secondo fonti sindacali, dei 1.786 dipendenti precari presenti in Ubi al 30 settembre attualmente ne restano poco più di 1.200: gli altri sono già stati allontanati.

Altro fronte caldo è quello di UniCredit, in particolare per la divisione retail che comprende UcBanca, Uc Banca di Roma e Banco di Sicilia. Secondo i sindacati il prossimo 19 dicembre l'azienda comunicherà il mancaro rinnovo del contratto a circa 450 dipendenti a tempo determinato. Ma non c'è solo la questione dei rinnovi, c'è anche il mancato recupero del turnover.
Il 3 agosto 2007 in UniCredit è stato siglato l'accordo di gruppo sugli esuberi e la trattativa sul piano industriale 2008-10 prevede 5.900 uscite che, sommate a quelle del 2007, portano il totale a 7.300 circa per il solo "perimetro Italia". Dati che l'azienda ritiene "sostenibili" e che anche recentemente ha nuovamente confermato ai sindacati.
Il fronte dei precari è caldo e tiene all'erta anche i sindacati degli altri maggiori gruppi nazionali quali Intesa Sanpaolo, Banco Popolare e Monte dei Paschi di Siena. Le prossime settimane saranno cruciali.
01/12/2008 13:30
 
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I bancari a rischio

(Contratti non a tempo indeterminato; dati al 30 settembre 2008)

Forma contrattuale Dipendenti

Intesa Sanpaolo
A tempo determinato 1.221
C. di inserimento 297
C. di apprendistato 2.096
Totale 3.614

UniCredito
A tempo determinato 1.000 circa
C. di apprendistato 250 circa
C. a progetto (inserim.) 875 circa
Totale 2.125 circa

Ubi Banca
A tempo determinato 951
Interinali 835
Totale 1.786

Banco Popolare
C. di apprendistato 457
C. di inserimento 422
C. di somministrazione 280
A tempo determinato 191
Totale 1.350

Mps-Bam
C. di apprendistato 500 circa
C. di inserimento 7
C. di formazione 1
Totale 500 circa

Banca popolare di Milano
A tempo determinato 24
Interninali 21
Totale 45

TOTALE 9.400

01/12/2008 13:37
 
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BayernLb taglia 5.600 posti di lavoro: chiude filiale di Milano

La banca pubblica tedesca BayernLb, che serve come snodo di regolamento per le Casse di risparmio del Land della Baviera, ha annunciato un vasto piano di riorganizzazione per fronteggiare la crisi finanziaria. Il piano prevede un radicale ridimensionamento delle attività all'estero e il taglio, entro il 2013, di 5.600 posti di lavoro, pari a oltre il 25% dei 19.200 dipendenti in tutto il mondo. La banca bavarese ha inoltre chiesto, e ottenuto, garanzie pubbliche su prestiti per oltre 15 miliardi. La filiale di Milano sarà chiusa, quelle a New York e Londra saranno nettamente ridimensionate e l'attività in Asia sarà abbandonata.

01/12/2008 13:38
 
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Ubi Banca / Fabi avverte: il Piano industriale 2007/10 non si tocca

No alla revisione del piano industriale 2007-10 e alla sua comunicazione "a mezzo stampa", alla volontà aziendale di non confermare gli interinali e alla riduzione di organico, soprattutto mentre i lavoratori assistono «indignati alla distribuzione di stock-option milionarie». Questi i passaggi centrali della nota con cui la Fabi ha reso noti gli esiti della riunione della Segreteria del coordinamento del gruppo Ubi Banca che si è tenuta il 19 novembre a Roma alla presenza del segretario generale aggiunto Lando Maria Sileoni.

La Fabi ricorda all'azienda di aver «stipulato il protocollo di intesa sindacale del 14 agosto 2007» che «il gruppo non può permettersi di disattendere unilateralmente, nemmeno in parte, perché la Fabi ne pretende la totale e precisa applicazione e lo difenderà con ogni mezzo, non escludendo anche iniziative legali». La Fabi, poi, «constata anche il fallimento di certi sistemi incentivanti non condivisi e ribadisce il proprio “no” alle pressioni commerciali ancora presenti». Mentre prepara iniziative che coinvolgeranno i lavoratori di Banca regionale europea, Banco di Brescia, Ubi e Ubi Sistemi e servizi, la Fabi si dice «certa di trovare la condivisione e l'unità delle altre cinque organizzazioni sindacali che compongono il primo tavolo sindacale del gruppo».

02/12/2008 01:36
 
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JpMorgan Chase annuncia 9.200 tagli in Washington Mutual

JpMorgan Chase ha annunciato che taglierà 9.200 posti di lavoro tra i dipendenti di Washington Mutual, la banca che era stata rilevata lo scorso 25 settembre.
WaMu era stata la prima grande banca americana a cadere sulla scia della crisi del credito. Secondo quanto reso noto da un portavoce di JpMorgan, 4.000 persone smetteranno di lavorare entro la fine di gennaio, mentre le restanti 5.200 resteranno in azienda per un periodo di transizione, ma saranno infine licenziate entro la fine del 2009. Questi ultimi riceveranno stipendio doppio retroattivamente dall'1 ottobre fino al loro ultimo giorno di lavoro.

WaMu contava tra i 41.500 e i 42.000 dipendenti in tutti gli Stati Uniti quando è stata rilevata da JpMorgan, che ha acquistato la maggior parte degli asset della banca rivale dalle autorità di regolamentazione federali, dopo che WaMu aveva avviato le pratiche fallimentari.
A determinare il fallimento di WaMu era stata l'esposizione al mercato dei mutui, ovvero il settore dell'economia americana maggiormente colpito dalla crisi dalla metà del 2007 a oggi.
Quando nel 2007 i casi di mancato rimborso dei mutui hanno cominciato a moltiplicarsi, WaMu aveva dovuto mettere da parte miliardi di dollari per coprire le perdite.
02/12/2008 02:51
 
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e per fortuna che il bagno di sangue...

...doveva essere per gli homeless...

...scusate la battutaccia, ma...

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Laplace77 :: Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. (Horacio Verbitsky)

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02/12/2008 12:46
 
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Allarme Cisl, nei prossimi due anni sono 900 mila i posti a rischio

«Gli effetti della crisi finanziaria stanno duramente colpendo il tessuto produttivo nazionale» e, in mancanza di misure anticicliche efficaci, «nei prossimi due anni sono a rischio, nell'industria manifatturiera e nelle costruzioni, circa 900mila posti di lavoro». È la stima della Cisl contenuta nel Rapporto Industria 2008. Negli ultimi due mesi crisi e ristrutturazioni aziendali hanno coinvolto 179.552 lavoratori contro i 20-25mila che si stimavano a giugno a rischio occupazione.

Nei primi 8 mesi del 2008 la Cig ordinaria, inoltre, è aumentata del 24,7% rispetto allo stesso periodo del 2007 e quella straordinaria dello 0,7% tendenziale. Complessivamente, rileva la Cisl, le ore di cassa «aumentano del 7,9% con una variazione più che doppia di quella registrata a giugno». Tessile, abbigliamento, trasformazione minerali, legno, pelli e cuoio e meccanico sono i settori più coinvolti dalla crisi mentre tra le regioni spiccano Piemonte, Lazio, Campania, Basilicata, Sardegna per maggior intensità di crisi strutturali irrisolte rispetto al tessuto produttivo regionale.

L'impatto della manovra anticrisi varata dal governo italiano sulla congiuntura rischia di essere «modesto», rileva la Cisl nel suo Rapporto Industria 2008. «È ancora difficile stabilire l'impatto delle misure sulla congiuntura, anche perchè gli 80 miliardi del Fas erano già stanziati e si tratta di accelerare le procedure di spesa. In ogni caso - si legge nel rapporto - l'impatto dovrebbe essere modesto, in quanto i provvedimenti non modificano gli obiettivi della Finanziaria e rientrano in una cornice di ortodossia rispetto al patto di stabilità ».

Il sindacato mette sul piatto anche la sua ricetta anticrisi: Eurobond e «maggiore pragmatismo e flessibilità nel valutare sforamenti e tempi di rientro nei parametri di Maastricht». Questa la ricetta anticrisi, sollecitata alla Ue, illustrata oggi dalla Cisl nell'ambito del "rapporto industria 2008". La Cisl non lo esplicita ma la sua idea é uno sforamento dell'1% nel rapporto deficit-Pil «se si tratta di spese anticicliche con interventi mirati come investimenti pubblici, sostegno al reddito e all'occupazione».

In caso contrario, segnala la confederazione, «per noi i prezzi della crisi saranno fra i più alti in Europa». A Bruxelles, l'organizzazone guidata da Raffaele Bonanni chiede anche la creazione di nuovi strumenti monetari europei, come gli eurobond, per finanziare con nuovo capitale netto la realizzazioni di grandi opere e infrastrutture tecnologiche.

Al governo italiano, la Cisl segnala di aver già chiesto e in parte ottenuto misure per il sostegno ai redditi medio-bassi e per l'adeguamento degli ammortizzatori sociali mentre in tema di politica industriale tra "le cose da fare subito" segnala: il sostegno al finanziamento delle Pmi; l'avvio di una nuova politica per l'energia e di una nuova politica industriale.
03/12/2008 08:20
 
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ancora Telecom...

08:05 - Telecom: tagliera' altri 4mila posti oltre 5mila attesi entro 2010 (RCO)

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Londra, 03 dic - Il piano
industriale 2009-2011 di Telecom Italia prevede un
"ulteriore intervento di riduzione degli organici sul
perimetro domestico" di 4mila unita', oltre alla gia'
prevista riduzione di 5mila risorse entro il 2010. Lo
annuncia la societa' in vista della presentazione del piano
alla comunita' finanziaria.



[SM=g7601]

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03/12/2008 11:56
 
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gm

11:00 - Gm: intende tagliare 31.500 posti al 2012

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - New York, 03 dic - Il gruppo
automobilistico Usa General Motors intende portare il numero
dei dipendenti da qui al 2012 a 65-75.000 mila persone, vale
a dire un taglio di 31.500 posti di lavoro rispetto al
2008
. Il netto ridimensionamento della forza lavoro e' una
delle misure che il numero uno americano dell'auto ha
presentato per far fronte alla crisi del settore
all'interno del piano a lungo termine necessario per poter
beneficiare degli aiuti che il Governo Usa intende mettere
in campo per sostenere il comparto. General Motors ha
ricordato nel piano che per il gruppo "e' assolutamente
necessario ottenere 4 miliardi di dollari entro la fine del
mese".


[SM=g7601]



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04/12/2008 14:01
 
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Re: e per fortuna che il bagno di sangue...
laplace77, 02/12/2008 2.51:


...doveva essere per gli homeless...

...scusate la battutaccia, ma...




Lo status di "homeless" non ti garantisce uno stipendio e quindi è inequivocabile che sò pure stracacchi nostri..............nessuno escluso!!!! [SM=j7568] [SM=j7568]




--- $ 100 WILL BUY THIS CAR MUST HAVE CASH LOST ALL ON THE SOTCK MARKET---
04/12/2008 14:46
 
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dead cat bounce?

a giudicare dalla media mobile si direbbe di si...

...cmq le oscillazioni (e quindi i rimbalzi) ci sono sempre, anche all'interno di un trend ben definito


14:41 - Usa: -21mila a 509mila richieste settimanali sussidi disoccupazione (RCO)

Le attese erano per +11 mila

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 04 dic - Le
richieste di sussidi di disoccupazione negli Usa sono calate
inaspettatamente nella settimana al 29 novembre (che include
il Thanksgiving) di 21 mila unita' a un totale di 509 mila.
Gli analisti si aspettavano invece un incremento di 11 mila
unita' dalle 530 mila della settimana precedente (dato
rivisto dal precedente 529 mila). La media mobile delle
ultime 4 settimane vede la cifra in aumento di 6.250 a
524mila, livello record dal 18 dicembre del 1982.


[SM=g7628]

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05/12/2008 12:51
 
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05/12/2008 13:57
 
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Grandi disoccupati?
F1, Honda vende il team e si ritira. "Un mese per trovare l'acquirente"

LONDRA - La Honda lascia la Formula 1: nell'anno della crisi finanziaria e industriale, la casa giapponese si è data tempo un mese per trovare un acquirente per il suo team. L'alternativa è chiudere il paddock e lasciare senza monoposto Jenson Button e Rubens Barrichello, peraltro ancora non confermati al volante della Honda. Domani mattina, potrebbe giungere l'annuncio ufficiale della messa in vendita del team di Brackley.

A rivelarlo è stato una fonte qualificata di un team rivale, al termine di un incontro tra l'associazione dei team di Formula 1, la Fota (l'organismo che riunisce le scuderie del Circus), ha citato le affermazioni di Ross Brawn e Nicky Fry, i due responsabili della Honda. "Hanno tempo un mese per trovare un acquirente, altrimenti chiudono". Secondo la Bbc la scuderia si sarebbe anche ritirata dal mondiale 2009.

Oggi, sia Ross Brawn che Nick Fry sono volati in Giappone per partecipare ad una riunione presso la sede della casa automobilistica nipponica. Secondo quanto riferito da Autosport, il team verrebbe messo in vendita per 100 milioni di sterline, l'ultima data utile per l'acquisto, sostiene la rivista, è il 31 marzo 2009. Se entro quella data non dovesse trovarsi un acquirente potrebbero chiudersi per sempre le saracinese del garage del team.

Sempre secondo Autosport, la scuderia potrebbe anche essere ceduta a costo zero, con la fornitura per un anno dei motori giapponesi, oppure, per gli ottimi rapporti che legano ancora Ross Brawn alla Ferrari, la scuderia di Maranello potrebbe girargli i propulsori che facevano parte della fornitura alla Force India.
05/12/2008 14:39
 
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Re: dead cat bounce?
laplace77, 04/12/2008 14.46:


a giudicare dalla media mobile si direbbe di si...

...cmq le oscillazioni (e quindi i rimbalzi) ci sono sempre, anche all'interno di un trend ben definito


14:41 - Usa: -21mila a 509mila richieste settimanali sussidi disoccupazione (RCO)

Le attese erano per +11 mila

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 04 dic - Le
richieste di sussidi di disoccupazione negli Usa sono calate
inaspettatamente nella settimana al 29 novembre (che include
il Thanksgiving) di 21 mila unita' a un totale di 509 mila.
Gli analisti si aspettavano invece un incremento di 11 mila
unita' dalle 530 mila della settimana precedente (dato
rivisto dal precedente 529 mila). La media mobile delle
ultime 4 settimane vede la cifra in aumento di 6.250 a
524mila, livello record dal 18 dicembre del 1982.


[SM=g7628]





e infatti...



14:36 - Usa: in novembre persi 533.000 impieghi, disoccupazione al 6,7% (RCO)

E' la maggior perdita di posti di lavoro dal dicembre 1974

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 05 dic - In
novembre negli Stati Uniti sono stati persi 533.000 posti di
lavoro, la peggior performance dal dicembre 1974. Gli
analisti si aspettavano una perdita piu' contenuta, pari a
325.000 impieghi. Nel mese il tasso di disoccupazione si e'
invece assestato al 6,7% contro il 6,5% di ottobre. Gli
analisti si aspettavano un aumento piu' marcato, al 6,9%.



14:49 - Usa: in novembre persi 533.000 impieghi, disoccupazione al 6,7% -2-

Disoccupazione ai massimi dall'ottobre 1993

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Washington, 05 dic - I dati
resi noti dal dipartimento del Lavoro confermano come la
crisi in atto sia ormai di gravita' simile quanto meno a
quella del 1981-1982 e avallano le attese di chi prevede un
nuovo drastico taglio del costo del denaro da parte della
Fed il 14-15 dicembre. Al 6,7%, il tasso di disoccupazione e'
salito ai livelli piu' alti dall'ottobre 1993. Secondo gli
economisti, il tasso di disoccupazione e' destinato a salire
almeno fino all'8% prima che si registri un miglioramento
della congiuntura. Nell'arco degli ultimi 3 mesi, l'economia
ha perso oltre 1,2 milioni di posti di lavoro e il totale
sale a oltre 1,7 milioni per i primi undici mesi del 2008.
L'entita' della perdita di posti di lavoro accusata in
novembre lascia inoltre prevedere una pesante riduzione
della crescita nel quarto trimestre: gli analisti si
aspettano una riduzione del pil compresa tra il 4 e il 5 per
cento. A livello di settori, in novembre il settore
manifatturiero ha perso 85.000 impieghi con un meno 13.000
per l'industria dell'auto. Il settore delle costruzioni ha
ridotto i ranghi di 82.000 unita' mentre il settore retail ha
diminuito gli addetti di 91.000 unita'. Male anche il settore
del turismo e dell'ospitalita' che ha perso 76.000 posti di
lavoro. In calo, di 78.000 lavoratori, anche il lavoro
interinale. In controtendenza nel mese solo i settori della
sanita' e dell'educazioni (+52.000 complessivamente) con un
contributo positivo in arrivo anche dal governo (+7.000
assunzioni). I salari orari infine sono cresciuti nel mese
dello 0,4% a 18,30 dollari mentre la settimana di lavoro e'
calata di 0,1 ore a 33,5.



[SM=g7601] [SM=g7601] [SM=g7601]


[Modificato da laplace77 05/12/2008 15:32]
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05/12/2008 15:37
 
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Usa, perdita record di posti di lavoro a novembre

Il dato di 553mila impieghi perduti rappresenta un picco negativo da oltre trent'anni. La disoccupazione sale al 6,7%, massimo dal 1993


In novembre negli Stati Uniti sono stati persi 533mila posti di lavoro, la peggior performance dal dicembre 1974. Gli analisti si aspettavano una perdita più contenuta, pari a 325mila impieghi. Nel mese il tasso di disoccupazione si è invece assestato al 6,7% contro il 6,5% di ottobre. In questo caso si tratta del massimo dall'ottobre del 1993.

I dati resi noti dal dipartimento del Lavoro americano confermano come la crisi in atto sia ormai di gravità simile quanto meno a quella del 1981-1982 e avallano le attese di chi prevede un nuovo drastico taglio del costo del denaro nella prossima riunione da parte della Fed. Secondo glieconomisti, il tasso di disoccupazione è destinato a salire almeno fino all'8% prima che si registri un miglioramento della congiuntura. Nell'arco degli ultimi 3 mesi, l'economia Usa ha perso oltre 1,2 milioni di posti di lavoro e il totale sale a oltre 1,7 milioni per i primi undici mesi del 2008. L'entità della perdita di posti di lavoro accusata in novembre lascia inoltre prevedere una pesante riduzione della crescita nel quarto trimestre: gli analisti si aspettano una riduzione del Pil compresa tra il 4 e il 5 per cento.

A livello di settori, in novembre il settore manifatturiero ha perso 85mila impieghi con un meno 13mila per l'industria dell'auto. Le costruzioni hanno ridotto i ranghi di 82.000 unità mentre il settore retail ha diminuito gli addetti di 91.000 unità. Male anche il turismo che ha perso 76mila posti di lavoro. In calo, di 78mila impieghi anche il lavoro interinale. In controtendenza nel mese solo i settori della sanità e dell'istruzione (+52mila complessivamente) con un contributo positivo in arrivo anche dal governo (+7mila assunzioni). I salari orari infine sono cresciuti nel mese dello 0,4% a 18,30 dollari.

L'euro è balzato sopra 1,27 dollari dopo il dato sulla disoccupazione americana. A New York il prezzo del petrolio Wti scende sotto 43 dollari, mentre a Londra il. Brent è sceso sotto la soglia di 41 dollari al barile Per il greggio si tratta dei livelli più bassi da inizio gennaio 2005.
05/12/2008 17:07
 
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cassaintegrazione...

occhio ai dati e alle date...


16:56 - Crisi mercati: Cgil,in 11 mesi cassa integrazione per 362mila lavoratori

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 05 dic - Da gennaio a
novembre sono almeno 362mila i lavoratori che risultano in
cassa integrazione. I dati emergono da uno studio elaborato
dal dipartimento settori produttivi della Cgil. In
particolare, piu' di 200mila sono i lavoratori in cassa
integrazione ordinaria, oltre 90mila sono in cassa
integrazione straordinaria e oltre 52mila quelli coinvolti
in cassa integrazione in deroga in ragione d'anno. Le
imprese coinvolte dalla crisi sono non meno di 10mila nei
settori dell'industria, dell'artigianato e dei servizi. Fra
le grandi imprese, rileva la Cgil, c'e' "la Fiat che ha
deciso la chiusura di tutti gli stabilimenti per un mese,
dal 15 dicembre al 10 gennaio, da Mirafiori a Termini
Imerese, compresi gli stabilimenti Sevel, Iveco, Magneti
Marelli, per 58mila lavoratori coinvolti dalla cassa
integrazione ordinaria". E poi l'Ilva di Taranto, il
distretto della ceramica di Sassuolo, le acciaierie di
Piombino, il distretto del mobile imbottito tra Matera e
Bari, il Lanificio Cerutti 1881, Carefur Gs, la chimica di
Porto Torres, Alitalia, Gabetti e Telecom.



che succedera', adesso che la crisi si aggrava?

[SM=g7601]

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Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
05/12/2008 17:43
 
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Re: cassaintegrazione...
laplace77, 05/12/2008 17.07:


occhio ai dati e alle date...


che succedera', adesso che la crisi si aggrava?

[SM=g7601]




Tra tanti dati ben esposti permettetemi una considerazione personale:
Molte ditte ora stanno ancora producendo ed eseguendo ordini risalenti a prima di Agosto.........il gravissimo quesito da porsi attualmente sarebbe dato dalla drammatica situazione odierna dove il tutto si è fermato o quasi.
Facendo un calcolo temporale..........che fine faranno queste ditte tra primavera e l'estate prossima?.............. [SM=g7601] [SM=g7600]





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06/12/2008 10:51
 
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Re: Re: cassaintegrazione...
grella, 05/12/2008 17.43:



Tra tanti dati ben esposti permettetemi una considerazione personale:
Molte ditte ora stanno ancora producendo ed eseguendo ordini risalenti a prima di Agosto.........il gravissimo quesito da porsi attualmente sarebbe dato dalla drammatica situazione odierna dove il tutto si è fermato o quasi.
Facendo un calcolo temporale..........che fine faranno queste ditte tra primavera e l'estate prossima?.............. [SM=g7601] [SM=g7600]









C'è anche il caso di ditte, come la mia, che hanno contratti di manutenzione con canone mensile, ma con pagamento delle fatture a 120 giorni (se va bene).
In particolare noi lavoriamo per Alitalia, che, vi assicuro, 120 giorni fa pagava ancora come un orologio. Da quando a Settembre si è insediato Fantozzi, Alitalia non paga più un canone, ma non solamente quelli da Settembre a oggi, pure quelli che erano maturati nei 4 mesi prima di settembre.
In definitiva la mia ditta non prende soldi da Alitalia per lavori regolarmente svolti da Aprile di quest'anno. A oggi sono 9 mesi insoluti, ma i cui corrispondenti stipendi ai nostri dipendenti sono stati erogati. Praticamente facciamo da Banca alla compagnia di bandiera, avendole prestato (e speriamo non regalato) 250000 euro!
Temo che questo possa sfociare in una bella crisetta aziendale...
Purtroppo l'avere i pagamenti differiti a 4 mesi, non ci ha certo aiutato da un lato a prevenire la fregatura in tempo e dall'altro nemmeno a prendere una posizione netta nei confronti di Alitala (in sostanza nonce ne siamo andati e siamo rimasti al nostro posto eroicamente gratis!), nella speranza di recuperare il più possibile!
Doppia sòla!
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