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Le Tre Torri ancora disabitate «L'unico mistero è il mercato» (Fonte: bresciaoggi.it - di Luciano Cabrioli - 01/12/2009)
IL CASO. I grattacieli di via Labirinto sono finiti da tempo, ma vuoti. Così sono fiorite tante leggende metropolitane
Morgante Srl: «La dichiarazione di agibilità è arrivata a ottobre Trattative per la vendita in blocco entro l'anno, poi anche frazionata»
«Desidererei lasciare il segno con qualcosa di bello, di simbolico. Per esempio, con un bel grattacielo. Sono un sognatore...». Il sognatore è l'impresario edile Santo Galeazzi che, oltre alle visioni poetiche, si fregia - leggendo un'intervista pubblicata sul sito internet dell'omonimo gruppo - di «una tradizione di genialità imprenditoriale».
«La verità è che devi sempre tener conto del mercato; se il mercato non c'è non puoi inventarlo - sostiene sempre Galeazzi -. Un tempo lavoravi sul venduto, costruivi un palazzo e non avevi nemmeno terminato i lavori che già ogni cosa era venduta. Oggi, costruisci e basta. Il problema principale è quello di vendere».
La riflessione non è per niente banale, anzi suggerisce di indagare più a fondo le logiche che stanno muovendo gli assetti urbanistici della Brescia del futuro e le ragioni che spingono i costruttori a compiere operazioni immobiliari con prospettive a lungo termine, aggiungendo in tal modo ancora più offerta in un mercato asfittico nella domanda.
E' il caso delle Tre Torri gemelle che svettano solitarie tra via Flero e via Labirinto, l'ipertecnologico centro direzionale della Morgante Immobiliare srl dei gruppi Galeazzi e Lonati? Per quali motivi sono state realizzate, perché sono tuttora vuote e quale futuro avranno?
Progettate dagli architetti Pippo Cantarelli e Lucio Moro, sono alte ciascuna 75 metri, 14 i piani fuori terra, 26 mila i metri quadrati di superficie commerciale, 1029 posti auto sotterranei, 200 posti auto pubblici, 27 mila metri quadrati di verde attrezzato dal comune di Brescia, circa 100 milioni di euro investiti, 55 dei quali elargiti nell'agosto 2005 dal San Paolo Imi.
La storia di questi edifici parte però un po' più da lontano. L'area sulla quale sorgono, dimenticata dagli imprenditori edili e per anni abusivamente occupata dai nomadi, passò di mano in mano, da Mario Dora a Giovanni Montresor, da Riccardo Conti fino a Santo Galeazzi e alla società Morgante.
GALEAZZI, alla fine degli anni '90, aveva idee molto chiare su come sfruttare quella striscia di terra: desiderava, infatti, insediarvi un centro commerciale simile al «Triangolo», costruito qualche anno prima a Mazzano. Ma l'amministrazione comunale, guidata dall'allora sindaco Martinazzoli, si oppose strenuamente per ragioni legate agli intensi volumi di traffico che l'ipermercato avrebbe prodotto in quella zona della città. Nel successivo Prg di Bernardo Secchi, sindaco Paolo Corsini, la destinazione d'uso del sito varia da commerciale a direzionale, il che consentirà a Galeazzi di erigere le torri nel contesto di una sequenza urbana di elementi alti.
E' qui che la scansione degli eventi comincia ad intrecciarsi con la volontà della Provincia di Brescia di accorpare, in un unico immobile, i propri uffici dislocati sul territorio cittadino. Dopo i tentativi dell'amministrazione Lepidi di collocare la sede in un'area di via Duca degli Abruzzi, il 2 dicembre 2002 il Broletto, presidente Cavalli, emette un bando per l'acquisto di un edificio da adibire a sede della Provincia, postando a bilancio una previsione di spesa di 77,5 milioni di euro.
Le caratteristiche del complesso immobiliare stabilite dal bando sembrano combaciare, persino nei numeri, con le torri che in seguito sorgeranno.
«E' vero. In quegli anni - spiega Giuseppe Sellini, responsabile Marketing e Vendite della Morgante srl - eravamo molto vicini alle esigenze della Provincia e le torri nascono sostanzialmente con quella logica, almeno nel progetto iniziale. Poi, un'attenta analisi della situazione ha determinato una modifica radicale del progetto, più sganciato rispetto ai bisogni dell'ente pubblico, che ha reso il complesso più moderno e di respiro europeo, pur mantenendo aperto il rapporto con l'amministrazione provinciale. Ci siamo, quindi orientati verso la clientela privata, ragione principale per cui non abbiamo partecipato al bando di gara emesso dal Broletto nel 2006».
ATTORNO alle Tre Torri crescono, in questi anni, curiosità, interesse e qualche «leggenda metropolitana» di troppo, solo per il fatto di vederle sempre vuote: e non poteva essere altrimenti in una città che appalesa venature provinciali.
«In questi anni ne abbiamo sentite di tutti i colori - sorride Sellini -: prima dell'acquisto da parte di un big della finanza bresciana, poi di una fantomatica società russa, adesso che non sono a norma di legge… Chiariamo subito, allora, alcuni importanti aspetti: il completamento dei lavori e delle finiture interne risale a tre mesi fa, e la dichiarazione di agibilità dell'intero complesso direzionale, firmata dal Comune di Brescia, è del 12 ottobre scorso. Certo, viste dall'esterno le torri da due anni sembrano apparentemente finite, ma senza la conclusione definitiva delle opere non avremmo potuto rogitare nemmeno un ufficio. Insomma, la vox populi è più veloce delle autorizzazioni». Ma ora sembrano anche maturi i tempi per una loro vendita, in blocco o frazionata, nonostante il periodo drammatico del mercato immobiliare odierno, profondamente diverso da quello di pochi anni fa.
«SONO IN FASE molto avanzata due rilevanti trattative - afferma Giuseppe Sellini -. La Morgante si è data la scadenza di fine anno per concludere l'operazione della vendita in blocco o torre per torre, prima di intraprendere da gennaio 2010 la possibilità di una vendita frazionata, almeno di un palazzo. Su questo versante abbiamo ricevuto moltissime richieste provenienti dall'estero di importanti Fondi internazionali. Su Brescia, invece, i riscontri sono molto scarsi. Anche se resta in piedi, non sappiamo peraltro con quali esiti, un'offerta di affitto per una torre a fronte di una richiesta recentemente avanzata dalla Provincia di Brescia». Già, la Provincia di Brescia, dove l'indebitamento galoppa... |