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Veneto - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 08:49
13/09/2007 10:02
 
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Fonte: Corriere del Veneto edizione di Vicenza - 12/09/2007 - di Mauro Pigozzo

Casa, fine del boom: a Vicenza prezzi in calo

Tecnocasa: nel 2007 valori diminuiti del 2,4%. Gli agenti: mercato stagnante

VICENZA - Crollano i costi delle abitazioni a Vicenza. Nel primo semestre 2007, secondo l’ufficio studi Tecnocasa, il valore degli immobili segna un -2,4% a livello provinciale. Dopo anni di crescita, dunque, prima battuta di arresto nella corsa alla casa. Un dato in linea con quello dei mutui comunicato alcune settimane fa dal centro studi Kiros: a Vicenza, rispetto al primo trimestre 2005, si era segnalato un calo deciso dell’11%. Una flessione dei mutui che aveva gelato gli operatori del settore se consideriamo che nel primo trimestre del 2006 si era registrato un +28% rispetto all’anno precedente...

...IL QUADRO – A livello regionale, si registra una situazione molto altalenante. A far compagnia a Vicenza sotto il segno meno anche il Veneziano, dove i prezzi crollano (-5,8%). Segno positivo invece nelle province: a Padova e Verona il dato è di un 1,1% mentre a Rovigo ci si assesta su un +0,2%. Record positivo a Treviso (seconda del nord Italia) con un +6,4%...


Il dato sul calo della richiesta dei mutui trovo che sia davvero significativo.
Strano il dato relativo a Treviso (+6,4%) visto che esattamente un anno fa usci questo articolo: Alloggi, i prezzi precipitano: 8% in meno (Fonte: La tribuna di Treviso - 12 settembre 2006) il cui link all'articolo originale è stato purtroppo rimosso, fortunatamente disponiamo del testo integrale nella nostra "Rassegna stampa".

Marco
Vedi anche: Treviso - situazione del mercato immobiliare
[Modificato da marco--- 21/03/2013 10:08]
10/12/2008 22:59
 
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Fonte: Edilizia & Territorio Anno XIII n.43 - di Alessandro Arona

Il Veneto compra i nuovi alloggi

Esplode nell’edilizia residenziale di nuova costruzione il problema dell’invenduto. Secondo il Cresme già quest’anno potrebbero essere fino a 40mila gli alloggi che i costruttori non riusciranno a vendere. E la Regione Veneto, prima in Italia lancia un’iniziativa shock per il nostro paese, seconda solo a quella lanciata di recente dal presidente francese Nicolas Sarkozy: comprare case dalle imprese, a prezzi di saldo, per destinarle ad alloggi popolari...
_____________________________________________________________________

Se tuttavia il presidente dell’Ance Verona(…) dichiara che i costruttori sono pronti a vendere alla Regione 12mila alloggi, beh allora su scala nazionale le dimensioni del problema “invenduto” potrebbero essere ben più gravi dei 40mila alloggi del peggiore scenario Cresme.
[Modificato da marco--- 11/12/2008 09:28]
03/02/2009 12:59
 
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Riporto alcuni articoli tratti dalla Rassegna Stampa ANCE riguardanti la presentazione del Rapporto congiunturale dell'ANCE del 2009 per il settore delle costruzioni in Veneto.
Nella Rassegna Stampa FIAIP non ci sono.

Data 03-02-2009 IL GAZZETTINO Pag.15
UN PIANO CONTRO LO "SBOOM" DEL MATTONE (G.Pagan)

Data 03-02-2009 CORRIERE DEL VENETO Distribuito con Corriere Pag.10
COSTRUZIONI IN CADUTA LIBERA "VENETO LA REGIONE PEGGIORE"

Data 03-02-2009 MATTINO DI PADOVA E CATENA VENETA Pag.11
COSTRUZIONI, CROLLO DEGLI AFFARI "COSI' LE BANCHE CI SOFFOCANO"

Data 03-02-2009 L' ARENA Pag.39
NEL 2009 IN VENETO L'EDILIZIA A -9,6%

Data 03-02-2009 IL GIORNALE DI VICENZA Pag.13
EDILIZIA, VICENZA MAGLIA NERA

Quando ho tempo ricopio i testi.

fabio
03/02/2009 18:27
 
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UN PIANO CONTRO LO "SBOOM" DEL MATTONE (G.Pagan)
Da "IL GAZZETTINO" del 03-02-2009, pag.15

Un piano contro lo "sboom" del mattone
I costruttori edili del Veneto chiedono di sospendere il patto di stabilità dei comuni
I cantieri sono fermi, la flessione del mercato nella Regione è più pesante della media nazionale

Terapia d'urto contro la crisi in tre mosse: sospensione per tutto quest'anno del patto di stabilità che vincola la spesa dei Comuni virtuosi, (per alcuni di quelli non virtuosi, come Roma, è già stato sospeso); garanzia della Regione sui mutui casa delle famiglie meno ambienti per rilanciare le compravendite di abitazioni; aprire i cantieri delle grandi e piccole infrastrutture. L'Ance, l'associazione dei costruttori edili del Veneto vede nero per il settore. Lo scenario è cambiato in due mesi. Sarà la psicosi della grande depressione, sta di fatto che nell'edilizia, nell'ultimo quadrimestre del 2008 l'umore è cambiato e gli effetti negativi si sconteranno nel 2009. «Nei primi nove mesi dell'anno scorso - spiega Antonio Gennari, direttore del Centro Studi dell'Ance, l'associazione dei costruttori edili - c'era stata una contrazione del volume di affari del settore, limitata al 2,3%. Nell'ultimo trimestre gli investimenti sono precipitati. Così l'anno si è concluso con un calo del 4,5% e le previsioni per il 2009 sono di un'ulteriore flessione del 9,6%». Svolta di 180 gradi anche nei rapporti tra imprese e banche. I risultati del sondaggio fatto dall'Ance tra gli iscritti è emblematico. A settembre, nel Veneto, solo il 31,9% degli imprenditori denunciava maggiori difficoltà nell'accesso al credito. Il 68% riteneva la situazione assolutamente normale. Un paio di mesi dopo i numeri si sono rovesciati: il 65% delle aziende la mentano un stretta nelle condizioni finanziarie, contro il 35% che giudica la situazione invariata. Sono i due mesi che hanno cambiato la finanza internazionale, a partire dal crack di Lehman Brothers.
Il sistema bancario ha vacillato sotto il peso dei titoli tossici Usa, il tasso interbancario, l'Euribor, è schizzato alle stelle, la stretta creditizia ha levato l'ossigeno alle imprese. Due mesi che hanno innescato lo sboom del mattone, nel Veneto più che nel resto d'Italia. «Dopo 10 anni di crescita continua - spiega Gennari - nel 2007 c'era stata una frenata dei prezzi delle abitazioni, ma la gelata è arrivata nel 2008 con cali record delle compravendite», A Padova i contratti sono diminuiti del 17%; a Treviso del 21,5%; a Venezia del 18,3%; a Vicenza del 27,4%.
Il crollo della domanda nel mercato abitativo privato se non ha ancora causato un secco ridimensionamento dei prezzi delle case, come invece è avvenuto in Spagna e in Inghilterra, ha avuto l'effetto di ridurre l'attività edile. E' un circolo vizioso: la domanda diminuisce, le aziende non trovano finanziamenti e di conseguenza tagliano i programmi. Anche qui i dati sono chiari. Gli investimenti in abitazioni scenderanno l'anno prossimo del 9,8%, le nuove costruzioni del 14% e gli interventi pubblici non bilanciano, anzi evidenziano una contrazione del 9,6%.
L'Ance mette sotto accusa il patto di stabilità interna che impedisce ai Comuni, quand'anche abbiano i fondi, di fare investimenti. Il patto prevede infatti che se un Comune l'anno scorso ha speso cento, quest'anno debba spendere 96, anche quando i suoi introiti fiscali gli consentirebbero di investire di più senza fare debiti.
Quanto alle grandi opere, le risorse stanziate dalla Finanziaria, 20 miliardi, sono insufficienti. Bisognerebbe fare come in Spagna - sostiene l'ufficio studi dell'Ance - dove nel novembre scorso il governo ha lanciato un piano da 8 miliardi per infrastrutture piccole e medie e il 31 gennaio, cioè in soli due mesi, sono stati individuati 15 mila opere da realizzare per un ammontare di 5,8 miliardi. Il confronto con i tempi della burocrazia italiana è umiliante.
Eppure al di là degli effetti anticiclici, un piano di interventi pubblici nella viabilità al Veneto serve proprio. A Venezia - spiega Gennari - entrano ogni giorno per lavoro 62 mila persone non residenti. E' come se si muovesse l'intero Comune di Cuneo. A Verona sono 56 mila gli spostamenti in entrata e 20 mila quelli in uscita. Solo queste cifre danno la misura di che interventi infrastrutturali servono alla Regione.
Giancarlo Pagan

L'ACCUSA
Pelliciari «Le banche hanno chiuso i rubinetti»
VENEZIA - Banche sotto accusa. «Se un pizzicagnolo non vende frutta e verdura, deve chiudere. Se le banche non danno credito, invece rafforzano i coefficienti patrimoniali».
Stefano Pelliciari presidente dell'Ance, i costruttori, del Veneto, punta il dito contro il sistema creditizio che da settembre ottobre sta stringendo poderosamente i freni. I dati sono chiari, nel tentetivo di alzare il Core Tier 1, ossia il rapporto patrimonio - prestiti erogati, gli istituti stanno riducendo questi secondi in modo da risultare più capitalizzati. «Un'operazione devastante - denuncia Pelliciari - significa mettere in ginocchio un comparto che nel Veneto rappresenta il 9% degli occupati e più dell'11% del prodotto interno lordo. Le imprese rischiano di morire per anossia. E una volta distrutto il comparto, non lo si può ricostruire a tavolino in pochi mesi». Secondo Pelliciari il comportamento del sistema bancario non è giustificabile. «Nel periodo gennaio - settembre 2008 nel Veneto si è registrato un calo del 17,8% dei finanziamenti al comparto non residenziale. I mutui erogati alle famiglie sono scesi del 3,6% e solo nel terzo trimestre la contrazione è stata del 20,2%». Per dare più fiducia al mercato e rimettere in moto il volano dell'edilizia il presidente dell'Ance Veneto chiede che la Regione garantisca in parte il pagamento degli interessi sui prestiti alle famiglie meno abbienti. «Il fabbisogno abitativo resta alto - avverte Pelliciari - la popolazione residente nel Veneto tra il 2001 e il 2007 è aumentata del 6,7%, un tasso di incremento da anni '60».
03/02/2009 18:28
 
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COSTRUZIONI IN CADUTA LIBERA "VENETO LA REGIONE PEGGIORE"
Dal "CORRIERE DEL VENETO" Distribuito con Corriere del 03-02-2009, pag.10

Costruzioni in caduta libera «Veneto la regione peggiore»
L'Ance: frenata 2009 degli investimenti, a rischio 24mila posti di lavoro «Crisi aggravata da banche e Comuni inadempienti sui lavori pubblici»

Duecento imprese hanno fatto ricorso alla cassa integrazione e non riapriranno prima di maggio
VENEZIA — Frena l'edilizia del Veneto, frena più che nel resto d'Italia, il settore delle costruzioni, secondo l'Ance, registrerà nel 2009 un calo di investimenti del 9,6%: il dato peggiore tra tutte le regioni (a livello nazionale la diminuzione media stimata è del 6,8%). Significa un miliardo di euro in meno nei cantieri del Veneto, con 24 mila addetti che rischiano il posto di lavoro. Si ferma l'edilizia abitativa delle case e degli uffici, come quella dei capannoni industriali e delle infrastrutture. Nella regione duecento imprese edili hanno chiesto la cassa integrazione per i propri operai e non riapriranno fino a maggio.
«L'edilizia non si solleverà se la crisi durerà oltre maggio - lancia l'allarme Stefano Pelliciari, presidente Ance Veneto - la Regione deve farsi garante dei mutui per le famiglie, potrebbe essere un mezzo per dare fiducia al mercato: il 10% delle duemila imprese edili venete è fermo. Le banche concedono mutui e finanziamenti difficilmente, lo spread è ancora alto e poco conveniente, inoltre si chiedono più garanzie agli imprenditori ma si concede meno tempo per rientrare con gli investimenti».
La fotografia, dai contorni preoccupanti, è emersa dal rapporto congiunturale sul settore che l'Ance Veneto ha presentato ieri mattina. Il mercato del mattone è in stallo, i prezzi delle case cedono (anche se non crollano del tutto) mentre le vendite vanno al rallentatore perché i mutui si concedono con il contagocce: quelli concessi alle famiglie venete nel terzo trimestre del 2008, ad esempio, sono calati del 20%.
Le conseguenze sull'edilizia residenziale sono evidenti: si prevede che le case di nuova fabbricazione caleranno nel 2009 del 14%, come per gli uffici e capannoni in calo del 9% e per le ristrutturazioni, che scenderanno del 10%.
Le imprese, poi, non riescono ad accedere al credito perché le banche aumentano gli spread sui nuovi affidamenti, annullando o smorzando gli effetti benefici dell'euribor (il tasso di riferimento per il mercato del denaro in Europa) che ormai viaggia sui minimi storici. Interpellata dall'Ance, la netta maggioranza degli imprenditori edili Veneti (65%) ha dichiarato di aver avuto difficoltà di accesso al credito durante il novembre scorso, il mese caldo della crisi finanziaria: per richiesta di maggiori garanzie da parte della banca (55%) e per aumento dello spread (67%). Inoltre le imprese non riescono a farsi pagare le opere pubbliche già completate dagli enti locali che non possono sforare il patto di stabilità, così non possono partecipare all'appalto per altri lavori perché non hanno sufficiente capitale come garanzia. «Il governo dovrebbe sbloccare i fondi ai Comuni virtuosi che hanno risparmiato e adesso non possono spendere per il patto di stabilita - aggiunge Pelliciari -. Così si rischia di bloccare tutto: se si ferma l'edilizia, si ferma tutto». Nel 2008 gli investimenti pari a 16 miliardi sono calati del 4,5%, rispetto a un calo medio in Italia del 2,3%. Per il 2009 la discesa dovrebbe addirittura raddoppiare (9,6%), fermandosi a 15 miliardi di valore. «Una stasi totale», spiega Antonio Gennari, direttore del Centro studi Ance. «Servono iniezioni di fiducia. Nonostante le famiglie venete siano quelle con minor indebitamento, che si ferma al 14% rispetto alla media nazionale del 19%, le banche non trovano conveniente stipulare mutui e le famiglie, anche se hanno soldi, preferiscono aspettare un momento più sicuro».
I contratti di compravendita nel 2008 sono crollati del 18,6% in Veneto, con una tendenza della crisi ad aggravarsi negli ultimi mesi dell'anno, n volume d'affari immobiliare si è ridotto di più in provincia di Vicenza (-27,4%), alla quale seguono la provincia di Treviso (-21%) e Padova (-17,1%). «In questa situazione di crisi, il governo ha tagliato 3 miliardi di fondi in finanziaria per l'edilizia, il 13,5% in meno rispetto all'anno precedente - conclude Pelliciari -. Serve un intervento della Regione o dello Stato con fondi come quelli per salvare l'auto, e che vengano erogati senza essere solo annunciati».
Martino Galliolo
03/02/2009 18:29
 
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COSTRUZIONI, CROLLO DEGLI AFFARI "COSI' LE BANCHE CI SOFFOCANO"
Da "MATTINO DI PADOVA E CATENA VENETA" del 03-02-2009, pag.11

Costruzioni, crollo degli affari «Così le banche ci soffocano»
di Gianluca Codognato
MESTRE. Ci sono le difficoltà delle famiglie, testimoniate dal crollo delle compravendite. Ci sono i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione, i problemi legati agli investimenti in infrastrutture. La crisi finanziaria. Ma ad aggravare le già negative performance del settore edile in Veneto — che a fine 2008 segna un meno 4,5% alla voce investimenti — ci pensa soprattutto la stretta creditizi;), applicata ricali ultimi mesi dalle banche. È questa la principale indicazione che emerge dal VII rapporto sulle costruzioni in Veneto nel 2008, presentato ieri. Gli istituti di credito hanno chiuso i rubinetti. E intanto il presidente dell'Ance regionale, Stefano Pelliciari, lancia l'allarme: «le banche ci richiedono il rientro immediato da alcune esposizioni e aumentano gli spread. Così si soffoca il comparto».
Contrazione. Le difficoltà del settore costruzioni in Veneto sono riassunte dai numeri. Nel 2007, gli investimenti riservati alla realizzazione di nuove abitazioni e di immobili non residenziali privati e pubblici, o destinati a ristrutturazioni. Recuperi e manutenzioni, erano di oltre 16 miliardi e mezzo di euro. A fine 2008 ne sono stati stimati 16 miliardi e 200 milioni: il 4,5 per cento in meno. Le previsioni del 2009 sono ancora più negative e si aggirano attorno al meno 10 per cento. Il settore più in difficoltà è quello delle costruzioni non residenziali pubbliche. Sono in pratica diminuiti gli appalti affidati dalle amministrazioni locali alle aziende. E gli stessi Comuni, per rispettare il patto di stabilità, spesso non sono in grado di onorare i debiti con le imprese edili.
Stretta creditizia. In una congiuntura già di per sé negativa, il comportamento delle banche venete nei confronti delle imprese edili s'è fatto alquanto restrittivo. Nel periodo gennaio-settembre 2008 nella nostra regione si è registrato un calo del 18 per cento per quanto riguarda il finanziamento al comparto non residenziale. I mutui erogati alle famiglie hanno subito un decremento del 3,6 per cento, ma nel solo terzo trimestre 2008 la riduzione è stata di oltre il 20 per cento. Secondo una indagine dell'Ance, poi, a settembre 3008 solo un terzo delle imprese associate rivelava difficoltà nell'accesso al credito. Un mese dopo questa cifra si e impennata, arrivando al 65%. Fra i disagi riscontrati: la richiesta di maggiori garanzie, l'allungamento dei tempi di istruttori, la richiesta del rientro, l'aumento dello spread, la concessione di importi inferiori rispetto a quanto domandato.
Tassi. Anche per quanto riguarda i tassi di interesse, le valutazioni dell'Ance regionale sono critiche nei confronti degli istituti di credito. «Basterebbe poco per avere tassi ottimali — spiega Antonio Gennari, direttore del centro studi dell'associazione regionale dei costruttori. Le banche dovrebbero ridurre lo spread venendo così incontro alle esigenze delle famiglie e degli imprenditori. La situazione in questo modo manifesta grande incertezza». Secondo i rappresentanti dei costruttori veneti, la richiesta di immobili non manca. C'è però da dire che nel primo trimestre 2008 i contratti di compravendita sono diminuiti del 18 per cento.
Infrastrutture. L'inversione di tendenza, secondo Pelliciari, dipende adesso anche dagli investimenti in infrastrutture. «Solo questo tipo di spesa è in grado di sostenere reddito e occupazione — sottolinea a questo riguardo il presidente regionale dell'Ance —. In attesa di un programma che si muova in tal senso, non si può non notare con disappunto la gravita dei tagli alle risorse per infrastrutture previste nella legge finanziaria 2009. Come Ance — continua Pelliciari —, abbiamo più volte chiesto al governo nazionale e regionale di destinare una quota sostanziale di risorse alla realizzazione di opere medio-piccole, diffuse sul territorio, immediatamente cantierabili. Sarebbe opportuno estendere nel 2009 quanto previsto per il 2008. Ovvero escludere dalle sanzioni gli Enti locali che nel corso dell'anno effettueranno i pagamenti relativi a investimenti pubblici già realizzati, superando i limiti imposti dal patto di stabilità».

03/02/2009 18:29
 
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NEL 2009 IN VENETO L'EDILIZIA A -9,6%
Da "L'ARENA" del 03-02-2009, pag.39

CONGIUNTURA. Il rapporto dell'associazione costruttori che chiede un rapido intervento del governo per scongiurare effetti ancora più gravi nei prossimi mesi
Nel 2009 in Veneto l'edilizia a -9,6%
Stime Ance dopo un 2008 in calo del 4,5% A Verona compravendite diminuite meno che nel resto della regione: -13,5%
Giovanni D'Alessio
MESTRE (VENEZIA)
Nel Veneto le costruzioni sono calate del 4,5% nel 2008 sul 2007, (media nazionale -2,3). Il dato assoluto 2008 era 16,226 miliardi di euro. Le previsioni non incoraggiano: «Tra aprile e maggio, se le cose non cambiano, la situazione si farà veramente grave», ha affermato ieri a Mestre Stefano Pelliciari, presidente dell'Ance Veneto, associazione dei costruttori edili, alla presentazione del «Rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Veneto».
Le prospettive sono riassunte in poche parole da Pelliciari: «Le previsioni per il 2009 non fanno pensare che la ripresa sia vicina», ha premesso il presidente dell'Ance. «Le stime mettono in luce una riduzione dei livelli produttivi del settore del 9,6%. Una flessione più forte di quella prevista nella media nazionale valutata in -6,8. Siamo preoccupati per tutti i comparti: -14% per la nuova edilizia abitativa, -9,3% per opere pubbliche, -9,2% per costruzioni non residenziali pubbliche, -9,2% per costruzioni non residenziali private e -5,3% per interventi di manutenzione».
Non va meglio l'occupazione che ha segnato un -3,9% da gennaio a settembre 2008 rispetto al pari periodo 2007: -12,5% i lavoratori indipendenti, non compensata dal +2,8 dei dipendenti.
A Verona il termometro è riassunto nei dati delle compravendite. Nel primo semestre 2008 la flessione è stata del 13,5% (-1,9 in città, ma -16,9 negli altri Comuni della provincia). La media del Veneto è stata di -18,6%. Nelle compravendite, Verona sta comunque meno peggio degli altri sei capoluoghi: a Belluno il calo, sempre nel primo semestre 2008 sul pari periodo 2007, è stato del 6,8%; Rovigo, -15,1; Padova -17,1; Venezia, -18,3; Treviso -21,5 e Vicenza -27,4.
Anche i tempi di vendita si allungano passando dai 3,4 mesi del 2004 ai 5,8 di oggi e per la prima volta dal 1998, anno in cui è iniziato il ciclo espansivo», si legge nel documento dell'Ance, si assiste a «una flessione dei valori del 2,4% in termini reali nel confronto con il secondo semestre 2007». «Ma se guardiamo a cosa succede nel resto d'Europa e in Borsa», ha sottolineato Pelliciari, «la casa resta l'alternativa di investimento più valida. Chi si attende cali dei prezzi del 20% qui in Italia resterà deluso. Un costruttore non può svendere, ma lascia in pegno quello che ha costruito alle banche per il valore stipulato. Allora si andranno ad acquistare le case alle aste giudiziarie, ma significherebbe che tutto il settore è andato a catafascio». Un settore che in Veneto contribuisce con 111,4% al Pii regionale e con 9,9 a quello nazionale e rappresenta il 21,3% dell'occupazione industriale regionale.
Un passaggio fondamentale del presidente dell'Anci ha riguardato interventi pubblici e banche: «La stretta creditizia c'è, checché ne dicano le banche. Eppure le sofferenze sono in linea con i dati degli anni scorsi; l'Euribor è sceso, gli effetti sui mutui italiani si vedono meno che nel resto d'Europa ma questo è un periodo buono per investire. Il problema è che la banche non erogano credito. E il loro mestiere è quello di erogare credito».
Da un'indagine dell'associazione, illustrata da Antonio Gennari, direttore del centro
studi dell'Ance «emerge che in novembre 2008 il 65% delle imprese ha sperimentato una maggiore difficoltà di accesso al credito. In settembre era stato il 31,9% a riscontrarlo. In più, in Veneto il 67,5% delle imprese ha evidenziato un aumento dello spread». Al governo l'Ance rimprovera di non essere ancora intervenuto «in un periodo in cui servono decisioni anticicliche e rapide. Fra due o tre anni», prevede Pelliciari, «l'Italia sarà l'unico Paese Ue ad aver rispettato il patto di stabilità, ma sarà un Paese chiuso per ferie. Ai Comuni virtuosi che hanno rispettato il patto tra il 2005 e il 2007 si deve consentire di pagare, anche in deroga al patto di stabilità, i lavori già eseguiti».
Ultimo ma non meno importante «il ruolo anticiclico che possono svolgere gli investimenti strutturali pubblici, per la loro capacità di sostenere reddito e occupazione. E il Veneto ne ha bisogno», ha sottolineato Pelliciari. E Verona ancora di più, almeno secondo i dati forniti dall'Ance: i residenti in spostamento (all'interno, in entrata e in uscita) sono il 50,3% della popolazione. A Milano sono il 50,2%. »
03/02/2009 18:30
 
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EDILIZIA, VICENZA MAGLIA NERA
Da "IL GIORNALE DI VICENZA" del 03-02-2009, pag.13

Data 03-02-2009 IL GIORNALE DI VICENZA Pag.13
CONGIUNTURA, L'Ance ha presentato a Venezia il rapporto sull'industria regionale delle costruzioni. Gli imprenditori del settore puntano l'indice su banche e Stato
Edilizia, Vicenza maglia nera
II Veneto cala più dell'Italia (-9,6% contro -6,8%) e le prospettive sono pessime «Serve maggiore credito»
Marino Smiderle
INVIATO A VENEZIA
Così come il boom del mattone era arrivato prima in Veneto, spingendo le imprese del settore a impiegare manodopera e a investire in nuovi progetti, allo stesso modo è arrivata prima la crisi. Risultato: se gli investimenti in costruzioni sono scesi in Italia del 2,3 per cento nel 2008 e scenderanno, secondo le ultime stime, del 6,8 per cento nel 2009, nel Veneto il calo è rispettivamente del 4,5 e del 9,6 per cento.
Sono i numeri che riassumono il senso del rapporto congiunturale sull'industria delle costruzioni in Veneto, presentato ieri a Venezia dall'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) regionale. Due i principali imputati, secondo Stefano Pelliciari, presidente di Ance Veneto, e Antonio Gennari, direttore del Centro studi dell'Ance nazionale: le banche e lo Stato.
«Dopo i fatti finanziari di ottobre 2008, legati al fallimento di Lehman Brothers - osserva Gennari - la stretta creditizia è diventata evidente. E adesso siamo al paradosso che i tassi euribor, quelli presi a riferimento per calcolare le rate dei mutui, sono al minimo e rappresenterebbero un buon incentivo a comprar casa ma gli istituti di credito frenano tutto aumentando gli spread, II tutto anche se l'indebitamento complessivo della famiglie italiane è tra i più bassi in Europa, e quello delle famiglie venete tra i più bassi in Italia».
Di fronte a un rapporto medio tra i mutui ipotecali residenziali e Pii che nell'Ue a 15 è in effetti al 49,6 per cento e che negli Stati Uniti è addirittura al 71,2 per cento, l'Italia vince il premio della prudenza e della lungimiranza visto che questo rapporto si ferma al 18,7 per cento e scende addirittura al 14,2 per cento. All'obiezione che in Veneto di case ne sono state costruite tante, Gennari risponde con i numeri: «Dal 2001 al 2007 la popolazione residente è crescita del 6,7 per cento. Il Veneto, tra l'altro, è una delle poche regioni che, oltre a ospitare molti immigrati stranieri, attrae anche residenti da altre regioni. Lo spazio per crescere ancora, insomma, ci sarebbe».
Poi però guardi ai contratti di compravendita di immobili abitativi e scopri che, nel primo semestre 2008 (e quindi prima del vero e proprio crollo), era già in calo del 18,6 per cento, con la provincia di Vicenza maglia nera a causa di un preoccupante -27,4 per cento. E le cose non vanno meglio nei mutui contratti per investimenti nel settore non residenziale: in Veneto il calo, sempre nel primo semestre 2008, è stato del 17,8 per cento, con Vicenza solita maglia nera con un drammatico -45,1 per cento.
Pelliciari punta poi l'indice sul secondo imputato, lo Stato, che a suo dire dovrebbe seguire di più l'esempio della Spagna, per citare un membro dell'Ue, e spingere di più sugli investimenti in opere pubbliche infrastrutturali.
«Tra due anni - attacca il presidente di Ance Veneto - noi saremo l'unico paese europeo che avrà rispettato il patto di stabilità ma saremo costretti a chiudere. La realtà è che la Spagna e altri paesi si stanno indebitando e sforano così il tetto del 3 per cento. Se l'Italia non seguirà l'esempio europeo il nostro settore sarà costretto ad alzare bandiera bianca».
Vale la pena di ricordare che l'industria delle costruzioni produce l'11,4 per cento del Pil Veneto e contribuisce al 21,3 per cento dell'occupazione. Nelle circa duemila imprese iscritte all'Ance Veneto si prevede una riduzione della forza lavoro del 10 per cento. «Ma se il trend continua a muoversi in questo senso - osserva Pelliciari - la percentuale è destinata a crescere. E poi, se non si costruiscono case, non si vendono neanche piastrelle, mobili e via di questo passo, con conseguenze negative anche per diversi altri settori».
Ricordato il problema del patto di stabilità, che impedisce ai comuni di pagare parte dei lavori già eseguiti («In questo caso è lo Stato a chiuderci i rubinetti della liquidità»), Pelliciari torna a bomba sulla questione del credito, che per l'edilizia è essenziale. «Se in passato le banche, per motivi loro, hanno spinto forte sull'erogazione di mutui alle famiglie - afferma - adesso stiamo assistendo al fenomeno contrario. Ci sarebbero famiglie disposte a comprare un appartamento per via dei prezzi e dei tassi in calo, ma non trovano un istituto di credito disposto a fare l'operazione. Io capisco che le banche debbano cercare di recuperare soldi da tutte le parti per chiudere i buchi causati dalla finanza, ma il rischio è quello di buttare il bambino con l'acqua sporca».

05/03/2009 14:13
 
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Fonte: ilgiornaledivicenza.it - 05/03/2009 - di Anita della Casa
Ringraziando Dotexe per la segnalazione dell'articolo

Vicenza, cala il prezzo delle case

IL MERCATO DEL MATTONE. Secondo Tecnocasa e Gabetti gli immobili di città e provincia hanno perso il 20% in un anno. Punte di crisi a San Bortolo dove i prezzi crollano (-32%). A resistere è Thiene mentre Bassano cala 'solo' del 5,6%

Vicenza. Le case in città hanno perso valore, in media, del 20% in un anno. Si va da un minimo del -7,7% di Bertesina e Casale alla punta del -32,4% di San Bortolo. In provincia, soffre molto Schio con un calo del 18,8%, mentre, caso unico, mantiene intatte le sue quotazioni di dodici mesi fa Thiene. Anche le nuove costruzioni sono a sconto, una media del 10%. E pure il 2009 sarà un anno difficile, con una previsione di ulteriore decremento fra il 2% e il 4%. A salvarsi sono solo le residenze esclusive, la fascia alta e altissima di mercato, oltre il mezzo milione di euro. È il quadro che emerge dagli uffici studi di Tecnocasa e Gabetti, che hanno realizzato una mappatura aggiornata sul valore degli immobili di questa provincia per Il Giornale di Vicenza.
«Alcuni quartieri hanno perso di prestigio a causa della forte presenza di extracomunitari - spiega Davide Cobalchini, responsabile Gabetti per la città -. Fra le aree più colpite vi sono san Lazzaro, viale Roma e tutta la zona della stazione. Per contro, gli immobili di pregio in corso Palladio, come pure le ville sui colli Berici, mantengono intatta la loro quotazione». E il valore rimane pressoché stabile anche in termini reali, visto che stiamo vivendo in un periodo di deflazione.
I valori al metro quadrato in città per appartamenti già costruiti sono di circa 1.100 euro, con un minimo di mille euro per la Riviera Berica, che quotava 1.350 euro un anno fa, con una perdita di quasi il 26%, ai 1.200 euro di Bertesina e Casale, venduti a 1.300 euro nel gennaio del 2008. Per quanto riguarda invece gli edifici nuovi o ristrutturati a nuovo, i prezzi più alti si trovano in centro storico attorno a corso Palladio, fra i 2.700 e i 4.200 euro al metro quadrato, contro 3.000/4.500 di un anno fa. Le zone centrali valgono invece 1800/2400 euro al metro quadrato (erano 2000/2600), mentre la periferia quota 1500/1800 euro (contro i 1700/2000 del gennaio 2008).
In provincia, ad Arzignano, Dueville e Valdagno le abitazioni medie usate sono arretrate rispettivamente del 15,4%, 11,9% e 10,2% arrivando a valori assoluti simili a quelli della città (1100 euro al metro quadrato). Dueville, nonostante lo sconto, quota ancora alta, 1300 euro al metro quadrato, come Bassano del Grappa (1336 euro), anche se quest'ultima tiene piuttosto bene alla crisi, con una flessione di appena il 5,6%.
Dueville, poi, assieme a Torri di Quartesolo e Altavilla è un'area che promette di svilupparsi bene in futuro, "perché sono stati costruiti ex novo quartieri molto carini, lontani dalle grandi arterie di traffico, zone tranquille ben collegate con la città". Ad Altavilla le nuove costruzioni si vendono a 1400/1750 euro al metro quadrato, a Dueville a 1400/1750 euro.
Anche i tempi di vendita hanno risentito della crisi, allungandosi a 220 giorni di media, che equivalgono a sette mesi e mezzo contro i 2,5-3 mesi del pieno boom immobiliare. La maggiore offerta di abitazioni permette all'acquirente di avere più scelta e di rimandare l'acquisto fino a quando trova la casa adatta alle proprie esigenze. «A questo si deve aggiungere che la differenza tra le richieste dei venditori e la disponibilità di spesa, oggi più limitata, dei potenziali acquirenti, comporta trattative più lunghe e inevitabilmente i tempi necessari per concludere la compravendita si allungano - racconta Fabiana Megliola, Ufficio studi Tecnocasa -. Il prezzo, che è stata la variabile chiave del mercato immobiliare nel 2008, lo sarà ancora nel 2009. Il sentiment degli operatori è che i potenziali acquirenti desiderino acquistare ad un prezzo congruo rispetto alla qualità dell'immobile quindi il rapporto prezzo/qualità sarà fondamentale».
Questo aspetto è valido anche per chi è alla ricerca di tipologie rientranti nella cosiddetta fascia alta di mercato, «soprattutto se sono abitazioni da ristrutturare oppure non pienamente rispondenti alle esigenze del cliente. Ci attendiamo una tenuta migliore per le zone centrali rispetto a quelle periferiche, dove spesso si concentrano immobili di qualità più bassa e dove negli ultimi anni si è anche costruito in abbondanza», prosegue Megliola. Nelle zone centrali, infatti, la domanda è sempre sostenuta e la bassa offerta, soprattutto per gli immobili di pregio, contribuisce a sostenere il mercato. I quartieri che hanno subito interventi di riqualificazione potranno registrare una performance migliore, a condizione che gli interventi siano tangibili e fruibili, conclude l'esperta.
Le locazioni pare abbiano tenuto meglio rispetto alle vendite. «I monolocali in città vengono affittati a 300/350 euro al mese - spiega Cobalchini - i bilocali a 500/550 euro, i trilocali a 600/650». Sono gli appartamenti di taglio piccolo quelli maggiormente trattati dalle agenzie e di conseguenza più proficui in termini di redditività per chi acquista un immobile a scopo di investimento. Tecnocasa offre uno spaccato con cifre leggermente più contenute: per i bilocali parla di 400/500 euro al mese, per i trilocali di 500/550 euro.
15/12/2009 15:14
 
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In picchiata i prezzi delle case (Fonte: espresso.repubblica.it - di Gianluca Codognato - 15/12/2009)

In via Piave un appartamento ristrutturato di 100 metri quadri costa al massimo 180 mila euro

Per una casa di 100 metri quadri si spendono in media da un minimo di 160 a un massimo di 180 mila euro. Appartamento ristrutturato, buone condizioni. Ottimo prezzo? Di sicuro, soprattutto considerando che non ci si trova in periferia o in un piccolo Comune della provincia. Bensì a Mestre, nella zona di via Piave e della stazione, area da tempo considerata poco appetibile. Qui le quotazioni degli immobili sono crollate, come testimonia il consueto report del Gruppo Tecnocasa. Tanto da risultare le più basse di gran parte della terraferma. In generale, nei primi sei mesi del 2009 i prezzi delle case in provincia sono calati ancora, rispetto al semestre precedente: meno 6,2%. Al di là del capoluogo, il Comune più caro è Sottomarina con una media di 3 mila euro a metro quadro per un appartamento signorile usato. A Cazzago lo stesso tipo di immobile viene 2 mila euro in meno.
Zona stazione. In via Piave e nelle zone limitrofe da molto tempo i proprietari denunciano la perdita di valore delle proprie abitazioni. Il report di Tecnocasa rafforza questa tesi. Se in media Mestre per una casa ristrutturata da 100 metri quadrati servono più di 200 mila euro, nell'area della stazione ne bastano fra i 20 e i 40 mila euro in meno. «Il peggioramento di quella zona ha influito notevolmente sulla riduzione dei prezzi degli immobili - spiegano da Tecnocasa - questo nonostante sia stato costruito qualche parcheggio».
Richieste. Secondo l'indagine del Gruppo immobiliare, le zone più richieste nella prima parte dell'anno sono quelle di viale Garibaldi e del parco Albanese. «Il successo di queste aree è legato alla presenza di tanto verde e alla vicinanza dal centro - continuano da Tecnocasa - un mix che risulta molto apprezzato. Per una soluzione ristrutturata si pagano fra i 2100 e i 2300 euro a metro quadro». Secondo il report, gli investimenti avvengono soprattutto fra Carpenedo e il centro, in particolare nel quartiere Bissuola, «dove ci sono abitazioni in edilizia residenziale, scuole e vari servizi». Qui il prezzo al metro quadro oscilla fra i 1800 e i 2100 euro. Nelle zone limitrofe a piazza Ferretto, nonché in via Cappuccina e in corso del Popolo, le compravendite e i prezzi nella prima parte del 2009 sono rimasti pressoché invariati».
Prezzi trattabili. Nel primo semestre di quest'anno si registra anche una maggiore propensione da parte dei venditori a trattare sul prezzo. «Vediamo una maggiore difficoltà da parte di quella clientela che ha disponibilità economiche comprese fra i 100 mila e i 200 mila euro - sottolineano i ricercatori di Tecnocasa - con questi soldi è ancora difficile accedere al mercato dei trilocali e dei quadrilocali, i cui costi sono elevati rispetto alle disponibilità di spesa. Molte famiglie vendono la casa grande e ne comprano una più piccola, per recuperare liquidità. Questo si verifica soprattutto per la fascia operaia che nel Veneziano sta affrontando gravi problemi occupazionali».
In provincia i prezzi degli immobili sono diminuiti di oltre il 6 per cento rispetto al periodo precedente.


Marco
30/04/2011 18:37
 
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Immobili svalutati in 5 anni del 15-20%
Mestre - Via Piave, case in picchiata (Fonte: Il Gazzettino - di Raffaele Rosa - 30/04/2011)


Vedi anche: In via Piave calo del 20% - Anche a Marghera, in Corso del Popolo e in via Cappuccina le abitazioni perdono valore (Fonte: la Nuova Venezia - 30/04/2011)
[Modificato da marco--- 01/05/2011 11:03]
14/03/2012 16:18
 
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Veneto, vendite giù del 7% nonostante il calo prezzi (Fonte: Corriere delle Alpi - 14/03/2012)

14/03/2012 20:22
 
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2011 di profonda crisi per il mercato immobiliare veneto (Fonte: mutuisupermarket.it - 19/03/2012)

Il 2011 è stato un anno molto negativo per il mercato immobiliare veneto. L’incremento del numero di abitazioni messe in vendita, +6,8% rispetto ad un 2010 in cui l’aumento era stato del 9,6% rispetto all’anno precedente, ha portato ad un calo dei prezzi mediamente del 3,3% che tuttavia non ha prodotto effetti sul numero di transazioni, che sono calate del 7%, dopo un 2010 già negativo con una riduzione del 4,2%. Le previsioni per il primo semestre dell’anno in corso parlano di un’ulteriore diminuzione dei prezzi del 4,1%.

Anche sul fronte della locazione, le previsioni per i primi sei mesi dell’anno indicano una diminuzione dello 0,9%, con un aumento delle case offerte (+5,2%) e una riduzione dei prezzi dell’1,2%.

A pesare significativamente sul mercato sono le prospettive economiche, che influenzano particolarmente il segmento delle abitazioni degli anni Sessanta e Settanta, appannaggio di quelle categorie oggi più colpite dalla crisi quali giovani coppie e famiglie extracomunitarie. Come se non bastasse, anche l’introduzione dell’IMU e la rivalutazione degli estimi catastali finiranno per deprimere ulteriormente il mercato, per cui al momento non pare esserci alternativa ad una nuova riduzione dei prezzi.
[Modificato da marco--- 19/03/2012 16:31]
22/03/2012 09:16
 
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L'anno orribile del mercato immobiliare (Fonte: ilgiornaledivicenza.it - 22/03/2012)

Vicenza. Il 2011 per il mercato immobiliare vicentino, secondo i dati della Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali) si è chiuso con una lunga serie di segni negativi a cominciare dal numero delle transazioni concluse nelle compravendite delle abitazioni, scese del 4,2% rispetto al 2010. Non va certo meglio per gli uffici, dove le trattative di acquisto e vendita sono diminuite del 6% nonostante il prezzo degli immobili a uso direzionale si sia abbassato di ben 6,2 punti percentuale. Ed è stato negativo anche il saldo che fa riferimento ai negozi. Per gli stabili commerciali infatti il borsino delle transazioni è caduto in picchiata facendo registrare un -8,3% con i prezzi di vendita che si sono abbassati del 7,2% e quello degli affitti scesi del 5,2%.
COSA SI COMPRA. L'88% dei vicentini sceglie di spendere per acquistare la prima casa (per il 45% si tratta in assoluto della prima abitazione, per il 43% di un nuovo immobile dopo la vendita del precedente). Per il 12% si tratta invece della seconda casa. Il 35%, poi, compra da una società, il 65% da privati.
CHI COMPRA. Il 44% degli acquirenti sono famiglie, il 38% coppie e il 18% single. A Vicenza spetta il primato regionale dei giovani compratori. Il 28% di chi decide di acquistare una casa hanno meno di 30 anni; il 48% un'età compresa tra i 30 e i 50 anni e il 24% oltre i 50.
LA TIPOLOGIA DEGLI IMMOBILI. Il 14% degli immobili venduti a Vicenza e provincia appartengono alla fascia più ecosostenibile, e tra le tipologie più richieste ci sono gli appartamenti con due camere (34%), quindi quelli con tre (29%). Al terzo posto vengono le porzioni di villa (14%) infine i monolocali e i mini appartamenti (12%) e le case singole(11%).
GLI AFFITTI. A fronte di una sfilza di dati negativi (che riguardano soprattutto uffici e negozi) a salvarsi sono gli affitti: le transazioni salgono del 4,1% con una diminuzione dei prezzi dello 0,8%.
I PREZZI. IL valore delle case a Vicenza città varia da 1.490 euro al metro quadro a 4.310 euro per una casa nuova; da 1.060 a 3.080 euro per un'abitazione in buono stato; da 540 a 1.900 euro per una casa da ristrutturare. Per le compravendite e le locazioni nel 2012 si prevedono prezzi in vertiginosa discesa.
L'ANALISI. «I dati che emrgono dalla nostra provincia confermano una generale flessione del mercato immobiliare - spiega Gianfranco Stocco, presidente Fiaip - ad attenuare il dato negativo sono stati gli stock delle vendite, perché la paura della crisi ha incentivato a investire sul mattone. Ancora più evidente è il ricorso all'affitto. Inoltre viene rimarcato lo scarto tra le fascie sociali». A rilanciare il mercato immobiliare potrebbero essere le ristrutturazioni. «Occorre sostenerle - aggiunge Stocco - altro strumento per rispondere alla crisi sono le agevolazione al credito. L'introduzione dell'Imu e la rivisitazione degli estimi catastali invece non ci sono certo di aiuto».
[Modificato da marco--- 22/03/2012 09:17]
23/03/2012 09:57
 
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Veneto: settore immobiliare in calo netto (Fonte: edilizia.com - 23/03/2012)

Nella regione Veneto la situazione immobiliare non è affatto rosea. Qualche giorno fa è stato presentato il Rapporto Congiunturale sull’industria delle costruzioni in Veneto e ovviamente le possibilità di una ripresa sono molto lontane.

Lo studio è stato eseguito da Ance Veneto e curato dal Centro Studi dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili che conferma la situazione di forte difficoltà per le imprese edilizie. Il 2012 sarà il sesto anno consecutivo di flessione per il mercato e i livelli produttivi non sono mai arrivati a questo livello.

Pensate che la nuova edilizia abitativa offre segnali molto negativi in sei anni il calo del volume è stato pari al 43%. Anche per l’edilizia non residenziale la situazione non è affatto positiva, con un calo del 31%. La caduta dei livelli produttivi si è riflessa anche sul mercato del lavoro, solo in Veneto il settore edilizio ha perso 33.5000 occupati.


La crisi edilizia sta diventando sempre più critica per le imprese di costruzioni, schiacciate dal nuovo credit crunch. Come saranno i prossimi mesi?
24/04/2012 09:34
 
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Mattone, ecco i numeri della crisi (Fonte: Il Gazzettino - Raffaella Ianuale- 24/04/2012)

MESTRE - Una discesa dalla quale sarà difficile risalire. E anche quando ci sarà la ripresa, non si tornerà ai livelli di prima complici molti fattori. Le nuove tasse, il clima di incertezza, la banche che hanno stretto i cordoni. Un quadro pesante che grava sul mercato immobiliare. Risultato: un’impennata di case sul mercato, un calo delle compravendite e un aumento di chi va in affitto. A fotografare quanto successo nel 2011 è l’Osservatorio Immobiliare della Fiap, la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionali. A Venezia lo scorso anno il numero dei contratti di affitto delle case è aumentato dell'11,6 per cento rispetto al 2010, quasi il quadruplo della media regionale. Impennata anche nel numero di case in vendita con un più 9,5 per cento. Questo malgrado i prezzi siano un po’ calati: dei 3,3 per cento nel 2011 e di un ulteriore 5,7 per cento nelle previsioni dei 2012. Eppure non si riesce a dare una spinta alle vendite: le transazioni sono diminuite del 3,4 per cento nel Veneziano e dei 7 per cento in Veneto. «L’aumento dei numero delle case in vendita non vuol dire che ci siano più persone che vendono, semplicemente c’è molto invenduto negli ultimi anni che va ad accumularsi - spiega Roberto Loschi, presidente Fiaip per la provincia di Venezia - ii settore immobiliare rappresenta ii 25 per cento dei Pii: una sua ripresa farebbe da traino a tutta la filiera. Mentre ii 40 per cento dei Pil è nel turismo che per buona parte è fatto di seconde case». I prezzi delle case un po’ si sono abbassati. In centro storico si va da un massimo di 8.870 euro ad un minimo di 3.520 al metro quadro a San Marco e da 4.700 a 2030 euro a Dorsoduro e Giudecca, In centro a Mestre la forbice è tra i 3.430 euro ai metro dei nuovo di lusso ai 1.540 da ristrutturare. Il divario si stringe tra i 2.000 e i 1.000 euro a Campalto e Marocco. A Chioggia siamo tra i 3.000 e i 1070 euro, a Quarto d’Altino tra 1900 e 1000 euro, a Jesolo un fronte mare va dai 7000 del nuovo ai 2.500 dei vecchio, sempre a metro quadro. L’invenduto non risparmia nemmeno uffici e negozi. In entrambi i casi sono calati sia compravendite che contratti d’affitto, malgrado la diminuzione dei canoni di locazione e dei costo degli immobili (vedi tabella). I dati scientifici dell’Osservatorio fotografano anche chi acquista la casa: soprattutto famiglie con età compresa tra i 30 e i 50 anni. «Il governo deve intervenire su questa fascia - spiega Loschi - penso ad agevolazioni per le coppie, facilitazione nei mutui bancari, incentivi per la riqualificazione degli immobili». Ma se il presidente Fiaip conclude che i «prezzi non caleranno ulteriormente e che gli investimenti nel mattone non tradiscono», meno rosee sono le prospettive contenute nel report dei docente di Ca’ Foscari Vittorio Filippi, illustrato da Michela Ziero delegata alle comunicazioni per Fiaip. Aumento degli anziani, diminuzione delle nascite, incremento dell’immigrazione, un matrimonio su tre che sfocia in divorzio, latitanza delle banche nel concedere mutui, fragilità economica dei giovani. Tutti segnali di una crisi che lascerà solchi profondi.

[Modificato da marco--- 24/04/2012 09:40]
25/06/2012 16:16
 
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Casa, a Verona le quotazioni scendono dell'8% (Fonte: L'Arena - 02/10/2012)


26/10/2012 10:05
 
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L'analisi di mercato nei quartieri e nelle frazioni (Fonte: rovigooggi.it - 25/10/2012)

Nel primo semestre del 2012 Rovigo ha segnalato una contrazione dei prezzi delle case pari all’11,5%. Si assiste ad un ritorno alla periferia, dove sono prevalentemente coloro che hanno una disponibilità di spesa intorno a 40-50 mila € e che cercano rustici e soluzioni indipendenti da ristrutturare posizionati al di fuori del centro storico, nelle zone di Grignano, Sarzano, Borsea e Boara Polesine. Tra le zone maggiormente richieste della città ci sono San Bortolo, Sacro Cuore, Commenda Est e soprattutto il centro storico. In questa parte dell’anno si riscontrano difficoltà nella vendita di appartamenti di vecchia costruzione, in stabili di grandi dimensioni e con riscaldamento centralizzato...
26/01/2013 11:18
 
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Immobiliare Italia: tonfo prezzi oltre -16% (Fonte: wallstreetitalia.com - 03/01/2013)

La maglia nera spetta a Padova (foto), dove si parla di "sboom da bolla". Roma peggio della media nazionale. Previsioni 2013: molti proprietari di case si sentiranno costretti a vendere, visto che, a causa dell'Imu, costa troppo mantenere il proprio patrimonio. Tutti i dettagli.

ROMA (WSI) - Crisi immobiliare e anche "sboom da bolla" nel caso di Padova, come scrive l'ufficio studi di Idealista.it, nel fare il riassunto della performance del mercato del mattone, in Italia, relativo al 2012.

Che la situazione fosse preoccupante non è una novità. Ma un conto sono i giudizi e le opinioni, un altro i numeri freddi e veritieri che dipingono la realtà della crisi italiana. E così si apprende che, in media, la flessione dei prezzi delle abitazioni è stata - 5% rispetto al 2011. Le maggiori riduzioni? Appunto a Padova (-16,4%), seguita da Bari (-7,1%) e Roma (-6,6%).

La riduzione nella capitale è decisamente al di sopra della media nazionale, mentre Napoli (-1,9%) e Milano (-1,0%) oscillano tra alti e bassi, ma tengono rispetto a molte altre città.

Idealista.it parla di "proprietari in fase di profondo ravvedimento anche
a Bari (-7,1%), Bologna (-5,5%), Catania (-5,4% ) e Firenze (-5,3%); tra le altre città capoluogo, Modena (-11,1%), Parma (-9,8%) e Bergamo (-8,7%) sono quelle che scontano maggiormente gli eccessi degli anni addietro; 9 centri accomunati da cali sopra la soglia del cinque per cento da nord a sud italia; 16 le città che registrano ribassi sotto la media, dal 4,9% di Torino e Genova a scendere fino al meno 0,8% di La spezia".

Così Vincenzo de Tommaso, ufficio studi idealista.it: "è stato un anno difficile per chi ha cercato di vendere casa, come testimonia la brusca frenata delle compravendite che ha prodotto la prima decisa contrazione dei prezzi degli immobili. Quello dei mutui resta un nodo difficilmente districabile a breve termine, e se il meccanismo si inceppa sullo scoglio del rapporto rata/reddito significa che i redditi sono troppo bassi e che i prezzi di mercato sono ancora disallineati. In un contesto che non lascia intravedere prospettive di rilancio occupazionale e dei redditi, almeno per il 2013, la pressione ricadrà sui proprietari".

Di fatto, continuando: "Quei proprietari che fino a oggi non hanno avuto fretta di vendere, adesso potrebbero essere indotti a farlo dal momento che il loro patrimonio immobiliare richiede un continuo sforzo economico per essere mantenuto dopo l’Imu e con la prospettiva di nuovi aumenti dovuti alla riclassificazione degli estimi catastali. Ma è certo che sul fronte dei prezzi il margine di trattativa sarà molto ampio, così per chi ha dei risparmi e potrà accedere al credito potrebbe essere l’anno giusto per acquistare a prezzi vantaggiosi".

Vincenzo de Tommaso scrive anche, guardando al 2013, che la crisi occupazionale e dei redditi sarà decisiva per l'andamento del mercato (nel 2013)". In definitiva, "il calo secco delle transazioni registrate fa dedurre che, sul fronte delle compravendite, la bolla speculativa è quasi riassorbita anche se, stando alla scarsità dei mutui concessi - l'aumento prevedibile delle sofferenze renderà le banche sempre più prudenti - e alla crisi dei redditi, nel 2013 si toccheranno nuovi minimi storici di compravendite".

Lo studio di Idealista.it è stato effettuato sulla base di circa 45mila annunci di compravendita (44.189).
06/02/2013 08:49
 
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Verona: prezzi case -8,5% (2° semetre 2012)
Case, i prezzi a -8,5% in discesa anche i box (Fonte: L'Arena - 06/02/2013)

[Modificato da marco--- 06/02/2013 08:50]
08/02/2013 10:57
 
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Immobili, mercato a picco In città -31% (Fonte: Corriere del Veneto - 08/02/2013)

16/04/2013 12:20
 
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Veneto, crolla il mercato immobiliare (Fonte: Il giornale di Vicenza - di Matteo Bernardini - 16/04/2013)

18/04/2013 09:04
 
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Mercato in crisi: i prezzi delle case in calo del 25% (Fonte: corrierealpi.gelocal.it - di Paola Dall’Anese - 17/04/2013)

BELLUNO. Crollano del 20-25% i prezzi degli appartamenti in provincia di Belluno; minore , ma sempre sensibile, il decremento degli affitti. Ferme le compravendite, più movimentate invece le locazioni.

Il mercato immobiliare nel Bellunese risente molto della crisi, anche se regge un po’ di più rispetto alle altre province. E tra gli agenti immobiliari comincia a serpeggiare un po’ di preoccupazione: «Questo lavoro, un tempo facile e ben remunerato, oggi è diventato difficile», dicono in coro.

La questione è semplice: seppur calati, durante questa crisi che pare ridimensionare tutto, i prezzi restano ancora troppo alti. «L’aria è pesante, in 15 anni di esperienza questo è il periodo peggiore», dice Angelo Menel, dell’Agenzia Verde Casa di piazza Piloni. Che il prezzo sia calato lo conferma anche Monica Lorin, titolare dell’agenzia Greggio. «L’offerta di immobili c’è, ma si riesce a vendere solo se il prezzo è ancorato al mercato attuale».

Compravendite. «C’è stato un ridimensionamento dei prezzi soprattutto per alcune tipologie di immobili. Per le case di vecchia costruzione, risalenti agli anni ’70, con riscaldamento centralizzato e tante spese condominiali, il crollo del prezzo si può commisurare intorno al 20-25%», spiega Rodolfo Rota, vice presidente provinciale Fiaip e delegato al borsino. «Sugli immobili di nuova costruzione, invece, i costi sono molto ben delineati e non si può scendere di molto. Il problema di fondo è che molti proprietari fanno delle valutazioni avulse dalla realtà, sopravalutando i loro possedimenti.E noi fatichiamo a far comprendere loro che i tempi sono cambiati».

In provincia, gli appartamenti in vendita restano parecchi «e alcuni di questi sono messi sul mercato perché il proprietario non riesce più a far fronte ai debiti».

Ma vendere oggi risulta difficile anche perché le banche faticano ad erogare mutui e, quando lo fanno, definiscono dei tassi di interesse elevati, come evidenziato dal governatore della Banca centrale europea Mario Draghi. «Sicuramente i prezzi delle case rispetto agli anni scorsi sono diminuiti, anche se in alcune zone della nostra provincia, come Cortina, rimarranno sempre più alti che altrove».

I prezzi al metro quadrato variano notevolmente spostandosi nel territorio provinciale: si passa dai 300 euro delle aree disagiate, ai 22 mila euro al metro quadrato di Cortina. «Ma anche nella perla dell’Ampezzo le cose si sono ridimensionate: diciamo che mentre prima nel Cortinese qualsiasi cosa era venduta a prezzi elevati, ora invece si vendono soltanto gli immobili “buoni” e costano magari un po’ meno. Per le cose strapagate che non servono, non c’è nemmeno interesse. Esclusi il capoluogo e tutte le zone limitrofe, come Ponte nelle Alpi e Sedico, in tutti gli altri posti i prezzi sono allettanti».

Le locazioni. Per quanto riguarda gli affitti, invece, la musica cambia un po’. «Anche qui i costi sono proporzionati alla gestione del condominio. Più sono elevate le spese condominiali, più gli affitti dovrebbero essere bassi», continua il vice presidente della Fiaip provinciale. «Il problema è che Belluno è stata tutta o per la maggior parte costruita negli anni Settanta e quindi gli immobili da affittare sono particolarmente datati. Il proprietario era abituato a certi canoni ora improponibili. Le cose sono due: abbassa il canone o rinnova un po’ l’appartamento. Non è pensabile chiedere tanti soldi di locazione, se l’arredo è di cinquant’anni fa».
[Modificato da marco--- 18/04/2013 09:06]
22/04/2013 09:06
 
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Casa: in Veneto, nel 2012 prezzi in calo di oltre il 6% (Fonte: chioggiatv.it - 21/04/2013)

Drastico calo delle compravendite e dei prezzi delle case in Veneto. In particolare, le transazioni sono passate progressivamente dal -4,2% del 2010 al -7% del 2011, fino a toccare il -18,20% nel 2012, mentre continua a crescere il numero delle case offerte in vendita sul mercato, che, rispetto all’anno precedente, nel 2012 registra un ulteriore aumento del 12,60%. Tutto questo nonostante i prezzi siano diminuiti del 6,40%, quando gia’ nel 2011 erano scesi del 3,3%. Per i primi 6 mesi del 2013 si prevede un ulteriore calo dei prezzi del 6,20%. A sottolinearlo e’ l’Osservatorio sulla Casa promosso dalla Fiaip del Veneto la Federazione degli Agenti Immobiliari Professionali.

Aumentano anche le case offerte in locazione (+6,70% sul 2011) e il numero di transazioni (+5,20% rispetto al 2011); anche in questo caso i prezzi scendono, pure se in misura minore (-1,70%) e le previsioni per i primi 6 mesi del 2012 su quest’ultimo fronte indicano un’altra diminuzione dello 0,60%.

“Gli effetti della crisi continuano a farsi sentire – commenta il presidente di Fiaip Veneto Moreno Marangoni – A soffrire di piu’, ancora una volta e’ il segmento di mercato “low cost”, dove chi cercava di vendere il proprio immobile ha trovato molte difficolta’, perche’ i potenziali acquirenti di questa ‘fascia’, generalmente giovani coppie e famiglie extracomunitarie, non sono piu’ in grado, ad esempio, di fornire le garanzie necessarie ad accendere un mutuo: i primi perche’ precari, i secondi perche’, dopo aver avuto un posto fisso nei cantieri e nelle fabbriche, con la crisi si sono ritrovati improvvisamente in cassa integrazione o disoccupati. Ma le difficolta’ si stanno estendendo anche alla fascia successiva, quella media per intenderci”.
25/05/2013 09:50
 
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BELLUNO: crollano del 20-25% i prezzi degli appartamenti in provincia di Belluno
Ringraziando pax2you per questa segnalazione.

Mercato in crisi: i prezzi delle case in calo del 25% (Fonte: corrierealpi.gelocal.it - di Paola Dall’Anese - 17/04/2013)

BELLUNO. Crollano del 20-25% i prezzi degli appartamenti in provincia di Belluno; minore , ma sempre sensibile, il decremento degli affitti. Ferme le compravendite, più movimentate invece le locazioni.

Il mercato immobiliare nel Bellunese risente molto della crisi, anche se regge un po’ di più rispetot alle altre province. E tra gli agenti immobiliari comincia a serpeggiare un po’ di preoccupazione: «Questo lavoro, un tempo facile e ben remunerato, oggi è diventato difficile», dicono in coro.

La questione è semplice: seppur calati, durante questa crisi che pare ridimensionare tutto, i prezzi restano ancora troppo alti. «L’aria è pesante, in 15 anni di esperienza questo è il periodo peggiore», dice Angelo Menel, dell’Agenzia Verde Casa di piazza Piloni. Che il prezzo sia calato lo conferma anche Monica Lorin, titolare dell’agenzia Greggio. «L’offerta di immobili c’è, ma si riesce a vendere solo se il prezzo è ancorato al mercato attuale».

Compravendite. «C’è stato un ridimensionamento dei prezzi soprattutto per alcune tipologie di immobili. Per le case di vecchia costruzione, risalenti agli anni ’70, con riscaldamento centralizzato e tante spese condominiali, il crollo del prezzo si può commisurare intorno al 20-25%», spiega Rodolfo Rota, vice presidente provinciale Fiaip e delegato al borsino. «Sugli immobili di nuova costruzione, invece, i costi sono molto ben delineati e non si può scendere di molto. Il problema di fondo è che molti proprietari fanno delle valutazioni avulse dalla realtà, sopravalutando i loro possedimenti.E noi fatichiamo a far comprendere loro che i tempi sono cambiati».

In provincia, gli appartamenti in vendita restano parecchi «e alcuni di questi sono messi sul mercato perché il proprietario non riesce più a far fronte ai debiti».

Ma vendere oggi risulta difficile anche perché le banche faticano ad erogare mutui e, quando lo fanno, definiscono dei tassi di interesse elevati, come evidenziato dal governatore della Banca centrale europea Mario Draghi. «Sicuramente i prezzi delle case rispetto agli anni scorsi sono diminuiti, anche se in alcune zone della nostra provincia, come Cortina, rimarranno sempre più alti che altrove».

I prezzi al metro quadrato variano notevolmente spostandosi nel territorio provinciale: si passa dai 300 euro delle aree disagiate, ai 22 mila euro al metro quadrato di Cortina. «Ma anche nella perla dell’Ampezzo le cose si sono ridimensionate: diciamo che mentre prima nel Cortinese qualsiasi cosa era venduta a prezzi elevati, ora invece si vendono soltanto gli immobili “buoni” e costano magari un po’ meno. Per le cose strapagate che non servono, non c’è nemmeno interesse. Esclusi il capoluogo e tutte le zone limitrofe, come Ponte nelle Alpi e Sedico, in tutti gli altri posti i prezzi sono allettanti».

Le locazioni. Per quanto riguarda gli affitti, invece, la musica cambia un po’. «Anche qui i costi sono proporzionati alla gestione del condominio. Più sono elevate le spese condominiali, più gli affitti dovrebbero essere bassi», continua il vice presidente della Fiaip provinciale. «Il problema è che Belluno è stata tutta o per la maggior parte costruita negli anni Settanta e quindi gli immobili da affittare sono particolarmente datati. Il proprietario era abituato a certi canoni ora improponibili. Le cose sono due: abbassa il canone o rinnova un po’ l’appartamento. Non è pensabile chiedere tanti soldi di locazione, se l’arredo è di cinquant’anni fa».
[Modificato da marco--- 25/05/2013 10:11]
27/06/2013 10:40
 
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Vicenza
Mercato della vendita e degli afffitti di case a Vicenza: i dati „Immobili: crollo delle vendite, prezzi in calo ed aumento dell'offerta“ (Fonte: vicenzatoday.it - 27/06/2013)

Mercato della vendita e degli afffitti di case a Vicenza: i dati
„Secondo quanto riferito dalla Fiap a Il sole 24 ore, il mercato immobiliare di Vicenza ha subito una contrazione del 50%. Si salvano solo gli immobili di pregio e di alta qualità. Meglio gli affitti, con il +2,7% dei contratti“

Mercato della vendita e degli affitti di case a Vicenza: i dati
„"L'anno scorso i prezzi delle case a Vicenza città hanno perso in media il 2,5% e per la fine di quest'anno ci aspettiamo il taglio di un altro 2,5 per cento. Nel 2012 l'offerta di case in vendita è salita del 13% mentre le vendite dal 2008 al 2012 sono crollate del 50 per cento". E' lo scenario descritto a Il sole 24 ore da Renato Guglielmi, vice-presidente provinciale Fiaip e responsabile dell'Osservatorio elaborato con i dati raccolti dagli agenti immobiliari locali.

Sul fronte degli affitti, l'offerta di case che nel 2012 è salita del 6% ed i contratti conclusi sono aumentati del 2,7 per cento. I tagli più richiesti, sia per le compravendite che per gli affitti continuano a essere il bilocale e il trilocale. Gli unici segmenti che reggono alla crisi sono i palazzi di pregio ben ristrutturati, accanto agli immobili nuovi (in classe energetica A o B) nella prima cintura del semi-centro, GUIDA ALLA TARES
[Modificato da marco--- 27/06/2013 10:41]
14/08/2013 08:33
 
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Verona: canoni d'affitto scesi del 4-5%
E per la casa la riduzione è intorno al 4-5% medio ma con domanda in salita (Fonte: larena.it - 13/08/2013)

La crisi fa vacillare anche le leggi del mercato. I canoni d'affitto hanno registrato a Verona una riduzione del 4-5%, nonostante la forte domanda abitativa. Un trend negativo, dovuto al calo del potere d'acquisto delle famiglie, che si ritrovano spesso a dover posticipare i pagamenti. «Il tasso di disoccupazione continua a crescere, il livello medio delle retribuzioni diminuisce e il costo della vita aumenta», sostiene Pietro Francesco Meschini, presidente di Ape Confedilizia. «La conseguenza di questa situazione è che il 20-25% degli inquilini veronesi risultano morosi». Nel contempo, però, Confedilizia ha notato un aumento del 15% dei contratti registrati. «Un fenomeno presente anche a Verona», rileva ancora il presidente Meschini, «seppur in misura minore: la ragione può ricercarsi nella cedolare secca, che ha portato benefici al mercato delle locazioni con vantaggi sia per il proprietario, sia per gli inquilini, ma anche alle nuove sanzioni introdotte per il mancato registro, che hanno fatto emerge il “nero”». IL PESO MAGGIORE. Ad aver risentito maggiormente della crisi sono stati i canoni di locazione residenziale degli immobili più costosi e di ampie dimensioni, come i trilocali, mentre per i monolocali e bilocali i prezzi sono rimasti pressoché invariati. «A frenare il mercato è anche il rischio, per i proprietari, di incappare in qualche inquilino moroso», afferma Luca Ronca, presidente della Fiaip. «L'auspicio è che vengano presi provvedimenti per tutelare maggiormente i proprietari, nel caso sia necessario lo sfratto». Oggi infatti bisogna attendere almeno dieci-dodici mesi perché un inquilino non regolare con i pagamenti venga espulso dall'immobile: un periodo di tempo troppo lungo, secondo Luca Ronca, a cui vanno aggiunte le spese legali da sostenere per la pratica. «La legge tutela prima di tutto i locatori, mentre ci dovrebbe essere più attenzione per i proprietari».M.Tr.
15/10/2013 07:14
 
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Padova, i prezzi delle case scendono più che nel resto d'italia (Fonte: idealista.it - 14/10/2013)

Con un mercato che ancora stenta a riprendersi e una perdurante instabilità economica, i proprietari diminuiscono il prezzo dei propri immobili per renderli più attraenti agli occhi dei possibili compratori. se la dinamica dei valori in calo interessa un po' tutta italia, vi sono alcune città dove la discesa è più accentuata. è il caso di padova dove nel terzo trimestre del 2013 si è registrato il -7,2% rispetto allo scorso trimestre, la perfomance peggiore del paese

sono questi i dati riportati dal centro studi di idealista, che ha analizzato l'andamento dei prezzi degli immobili in 54 centri nel periodo luglio-settembre. di tutti i centri monitorati padova registra il dato peggiore su base trimestrale:- 7,2%. su base annuale la diminuizione è stata del 9,1%

set-12 2.069
giu-12 2.027
set-13 1.880
variazione annuale -9,1%
variazione trimestrale -7,2%


a padova si "svende" tanto che il valore del m2 ha continuato a scendere negli ultimi tre trimestri. se nell'ultimo periodo dello scorso anno era di 2069 euro al m2, nel primo del 2013 è sceso a 2027 al m2, fino ad attestarsi a 1880 al m2 nell'ultimo trimestre analizzato.
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