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Veneto - situazione del mercato immobiliare

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 08:49
03/02/2009 18:27
 
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UN PIANO CONTRO LO "SBOOM" DEL MATTONE (G.Pagan)
Da "IL GAZZETTINO" del 03-02-2009, pag.15

Un piano contro lo "sboom" del mattone
I costruttori edili del Veneto chiedono di sospendere il patto di stabilità dei comuni
I cantieri sono fermi, la flessione del mercato nella Regione è più pesante della media nazionale

Terapia d'urto contro la crisi in tre mosse: sospensione per tutto quest'anno del patto di stabilità che vincola la spesa dei Comuni virtuosi, (per alcuni di quelli non virtuosi, come Roma, è già stato sospeso); garanzia della Regione sui mutui casa delle famiglie meno ambienti per rilanciare le compravendite di abitazioni; aprire i cantieri delle grandi e piccole infrastrutture. L'Ance, l'associazione dei costruttori edili del Veneto vede nero per il settore. Lo scenario è cambiato in due mesi. Sarà la psicosi della grande depressione, sta di fatto che nell'edilizia, nell'ultimo quadrimestre del 2008 l'umore è cambiato e gli effetti negativi si sconteranno nel 2009. «Nei primi nove mesi dell'anno scorso - spiega Antonio Gennari, direttore del Centro Studi dell'Ance, l'associazione dei costruttori edili - c'era stata una contrazione del volume di affari del settore, limitata al 2,3%. Nell'ultimo trimestre gli investimenti sono precipitati. Così l'anno si è concluso con un calo del 4,5% e le previsioni per il 2009 sono di un'ulteriore flessione del 9,6%». Svolta di 180 gradi anche nei rapporti tra imprese e banche. I risultati del sondaggio fatto dall'Ance tra gli iscritti è emblematico. A settembre, nel Veneto, solo il 31,9% degli imprenditori denunciava maggiori difficoltà nell'accesso al credito. Il 68% riteneva la situazione assolutamente normale. Un paio di mesi dopo i numeri si sono rovesciati: il 65% delle aziende la mentano un stretta nelle condizioni finanziarie, contro il 35% che giudica la situazione invariata. Sono i due mesi che hanno cambiato la finanza internazionale, a partire dal crack di Lehman Brothers.
Il sistema bancario ha vacillato sotto il peso dei titoli tossici Usa, il tasso interbancario, l'Euribor, è schizzato alle stelle, la stretta creditizia ha levato l'ossigeno alle imprese. Due mesi che hanno innescato lo sboom del mattone, nel Veneto più che nel resto d'Italia. «Dopo 10 anni di crescita continua - spiega Gennari - nel 2007 c'era stata una frenata dei prezzi delle abitazioni, ma la gelata è arrivata nel 2008 con cali record delle compravendite», A Padova i contratti sono diminuiti del 17%; a Treviso del 21,5%; a Venezia del 18,3%; a Vicenza del 27,4%.
Il crollo della domanda nel mercato abitativo privato se non ha ancora causato un secco ridimensionamento dei prezzi delle case, come invece è avvenuto in Spagna e in Inghilterra, ha avuto l'effetto di ridurre l'attività edile. E' un circolo vizioso: la domanda diminuisce, le aziende non trovano finanziamenti e di conseguenza tagliano i programmi. Anche qui i dati sono chiari. Gli investimenti in abitazioni scenderanno l'anno prossimo del 9,8%, le nuove costruzioni del 14% e gli interventi pubblici non bilanciano, anzi evidenziano una contrazione del 9,6%.
L'Ance mette sotto accusa il patto di stabilità interna che impedisce ai Comuni, quand'anche abbiano i fondi, di fare investimenti. Il patto prevede infatti che se un Comune l'anno scorso ha speso cento, quest'anno debba spendere 96, anche quando i suoi introiti fiscali gli consentirebbero di investire di più senza fare debiti.
Quanto alle grandi opere, le risorse stanziate dalla Finanziaria, 20 miliardi, sono insufficienti. Bisognerebbe fare come in Spagna - sostiene l'ufficio studi dell'Ance - dove nel novembre scorso il governo ha lanciato un piano da 8 miliardi per infrastrutture piccole e medie e il 31 gennaio, cioè in soli due mesi, sono stati individuati 15 mila opere da realizzare per un ammontare di 5,8 miliardi. Il confronto con i tempi della burocrazia italiana è umiliante.
Eppure al di là degli effetti anticiclici, un piano di interventi pubblici nella viabilità al Veneto serve proprio. A Venezia - spiega Gennari - entrano ogni giorno per lavoro 62 mila persone non residenti. E' come se si muovesse l'intero Comune di Cuneo. A Verona sono 56 mila gli spostamenti in entrata e 20 mila quelli in uscita. Solo queste cifre danno la misura di che interventi infrastrutturali servono alla Regione.
Giancarlo Pagan

L'ACCUSA
Pelliciari «Le banche hanno chiuso i rubinetti»
VENEZIA - Banche sotto accusa. «Se un pizzicagnolo non vende frutta e verdura, deve chiudere. Se le banche non danno credito, invece rafforzano i coefficienti patrimoniali».
Stefano Pelliciari presidente dell'Ance, i costruttori, del Veneto, punta il dito contro il sistema creditizio che da settembre ottobre sta stringendo poderosamente i freni. I dati sono chiari, nel tentetivo di alzare il Core Tier 1, ossia il rapporto patrimonio - prestiti erogati, gli istituti stanno riducendo questi secondi in modo da risultare più capitalizzati. «Un'operazione devastante - denuncia Pelliciari - significa mettere in ginocchio un comparto che nel Veneto rappresenta il 9% degli occupati e più dell'11% del prodotto interno lordo. Le imprese rischiano di morire per anossia. E una volta distrutto il comparto, non lo si può ricostruire a tavolino in pochi mesi». Secondo Pelliciari il comportamento del sistema bancario non è giustificabile. «Nel periodo gennaio - settembre 2008 nel Veneto si è registrato un calo del 17,8% dei finanziamenti al comparto non residenziale. I mutui erogati alle famiglie sono scesi del 3,6% e solo nel terzo trimestre la contrazione è stata del 20,2%». Per dare più fiducia al mercato e rimettere in moto il volano dell'edilizia il presidente dell'Ance Veneto chiede che la Regione garantisca in parte il pagamento degli interessi sui prestiti alle famiglie meno abbienti. «Il fabbisogno abitativo resta alto - avverte Pelliciari - la popolazione residente nel Veneto tra il 2001 e il 2007 è aumentata del 6,7%, un tasso di incremento da anni '60».
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